Teresa

Canadria
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Teresa

Messaggio#1 » martedì 19 maggio 2020, 0:10

Tommaso si addormentò pensando al primo bacio con Teresa.
Era distante cinque anni e millesettecento chilometri ma la ricordò così vicina che gli venne da piangere. La abbracciò così forte che quasi la sentì tra le braccia e la baciò nuovamente imbarazzato e felice e d’un tratto rivide quella porta spalancarsi davanti ai suoi occhi. Teresa era stata così: una porta bianca sul suo cammino. La strada giusta, la scelta felice, la sensazione che tutto andasse come doveva andare.

L’aveva baciata mille volte per la prima volta, ma quella sera volle convincersi di non amarla più, di amare, semmai, l’idea di lei. L’idea di Teresa, porta bianca sul futuro luminoso, sui bambini, la casa, gli zaini da viaggio. La baciò ancora per la prima volta, ma si accorse che quel bacio era ormai distante cinque anni e millesettecento chilometri e si fermò a guardarlo da lontano. Vide se stesso luminoso e bendato, pugnalato e caduto, sanguinante, al suolo. Poi si vide rialzarsi, appoggiato alla porta semichiusa e si vide medicarsi le ferite, ora allontanando, ora abbracciando Teresa e baciandola e scacciandola e accarezzandola e tralasciandola. Eppure lei rimaneva lontana, ferma, distante millesettecento chilometri, e forse pensava a Tommaso o forse no, e per ragioni comunque – probabilmente – del tutto diverse dalle sue.

Una sera, distante cinque anni, pensò – non più al primo, ma - all’ultimo bacio a Teresa. Quanto pianse!
Si chiese se fosse stato abbastanza dolce e abbastanza lungo e abbastanza giusto e abbastanza vero, abbastanza esatti il momento e il posto per congedare così la storia più bella dei suoi vent’anni.

Poi pensò all’ultima volta che aveva accarezzato il suo gatto Forlì. Pensò all’ultima volta che suo nonno era stato fuori città e si chiese se ne avesse goduto abbastanza.
Pensò all’ultima volta che aveva mangiato una buona pizza, che aveva detto una bugia, l’ultima volta che aveva fatto pipì per strada, l’ultima volta che era stato fuori dal continente, che aveva chiacchierato con uno sconosciuto.
Visse le sue ultime volte una per una, e d’improvviso ebbe così tanto da recuperare che Teresa gli parve troppo ferma e troppo distante per poterla baciare ancora.

Quello fu l’ultimo primo bacio che le regalò. Teresa non poteva saperlo, ma non era importante, perché l’ultima volta che lei aveva amato lui era ormai distante troppi anni dall’ultima volta in cui lui aveva amato lei.


L’ultima volta che m’hai amato
avevo un cuore giovane ed era tutto tuo
ti offriva pezzi di persona acerba
che era pronta a crescere al tuo fianco

L’ultima volta che m’hai amato
ti guardavo torvo ed impaurito
non ero certo che fossimo sulla giusta via
e ti guardavo perché mi indicassi la strada

L’ultima volta che t’ho amato
è stata ieri l’altro. Passasti coi bambini tra le braccia
e ti guardai la fronte canuta e la bocca sottile
e mi venne da piangere e da baciarti la fronte

L’ultima volta che t’ho amato
è stata l’altro ieri.
Tu mi guardasti piena di rimpianti
ed io con un rimorso solo

d’averti troppo amato e troppe volte
sempre e solo per la prima volta.



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antico
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Re: Teresa

Messaggio#2 » martedì 19 maggio 2020, 0:14

Ciao Claudia! Che bello rivederti nell'Arena dopo così tanto tempo! Caratteri e tempo ok, buona ALL STARS EDITION!

Canadria
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Re: Teresa

Messaggio#3 » martedì 19 maggio 2020, 0:15

Ciao! Che bello tornare! Mi siete mancati!

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Re: Teresa

Messaggio#4 » martedì 19 maggio 2020, 0:18

E tu a noi! :)

Sybilla Levanti
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Re: Teresa

Messaggio#5 » martedì 19 maggio 2020, 14:49

Ciao Claudia (Canadria), sono un po' perplessa dal tuo racconto, che ho comunque trovao gradevole. Rientra nel tema della fine - la fine dell'amore tra il protagonista e Teresa, che rappresenta l'alfa e l'omega di questa storia d'amore finita, ma ci sono alcuni punti che non mi sono chiari. In paricolare nel poemetto finale non riesco a capire se sia solo lui che parla o se sia un passaggio tra lui e lei. Ricontrollerei anche alcune parole, che non seguno il filo del discorso (un plurale invece di un singolare. Cose di questo tipo, probabilmente causato dallo scrivere in fretta). Anche lo stile riflette i sentimenti provati dal protagonista.

Well done.

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Laura Cazzari
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Re: Teresa

Messaggio#6 » mercoledì 20 maggio 2020, 22:13

Ciao Claudia. Allora il tema della fine di un’era non l’ho trovato nel tuo racconto. Ci sono molte ultime volte, ma non credo si possano paragonare a un’era. Leggendo il tuo racconto e la poesia (molto bella) mi viene il dubbio che sia nata prima la poesia del racconto. Perché per quanto sia bella la poesia tanto non raggiunge un bel risultato il racconto. Troppe immagini ripetute. Sembra solo un flusso di pensieri senza capo né coda. Prova innovativa, ma non riuscita.
Laura Cazzari

Canadria
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Re: Teresa

Messaggio#7 » giovedì 21 maggio 2020, 10:13

Ciao, ragazze! Grazie per aver letto e per aver dato il vostro parere.

In paricolare nel poemetto finale non riesco a capire se sia solo lui che parla o se sia un passaggio tra lui e lei.


Io l'ho inteso come fossero solo pensieri di lui, ma in questi casi è sempre tutto soggettivo a mio parere!

Ricontrollerei anche alcune parole, che non seguno il filo del discorso (un plurale invece di un singolare. Cose di questo tipo, probabilmente causato dallo scrivere in fretta).


L'ho riletto diverse volte dopo questo tuo appunto ma non sono riuscita a capire a quali parti ti riferisci. Aiutami please, mi sembra di impazzire!

Ciao Claudia. Allora il tema della fine di un’era non l’ho trovato nel tuo racconto. Ci sono molte ultime volte, ma non credo si possano paragonare a un’era.


Probabilmente hai ragione. Devo dire che anch'io non sono molto soddisfatta della mia prova, ma avevo così tanta voglia di tornare a giocare che ho deciso di sottoporvela comunque. Il tema qui è inteso in maniera più personale,come la fine dell'era di Tommaso e Teresa, che per Tommaso è stata davvero un pezzo grosso di vita. A qualcuno di noi capita così. Però comprendo assolutamente le tue remore.

Leggendo il tuo racconto e la poesia (molto bella) mi viene il dubbio che sia nata prima la poesia del racconto. Perché per quanto sia bella la poesia tanto non raggiunge un bel risultato il racconto. Troppe immagini ripetute. Sembra solo un flusso di pensieri senza capo né coda. Prova innovativa, ma non riuscita.


La poesia è nata subito dopo il testo. Ti ringrazio tanto per averla apprezzata, è stato un grosso rischio e mi sono un po' forzata a mostrare anche questo lato di me. Comunque, in definitiva, sono d'accordo con te: prova migliorabile, non ha convinto in pieno neppure me ma sono sempre curiosa di conoscere le opinioni altrui: a volte si trovano apprezzabili testi che io non sopporto e viceversa.
Alla prossima e grazie ancora :)

alexandra.fischer
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Re: Teresa

Messaggio#8 » giovedì 21 maggio 2020, 17:32

Tema centrato. Io ho visto questa serie di pensieri del protagonista come un addio alla vita (quindi la Fine Suprema della sua epoca). Si congeda a lungo dall’amore dei suoi vent’anni, con tutto il carico di idealizzazione della figura di lei (dal primo bacio, al carico di speranze sotto forma di zaini e bambini, per poi passare all’ultimo bacio, all’addio, alla ripresa della vita pur con la ferita e poi con questa presenza fantasma della sua ex che gli attraversa una vita fatta di avvenimenti semplici: il viaggio in continente, la chiacchierata con uno sconosciuto, la carezza al gatto Forlì, la buona pizza, la pipì fatta in giro…tutte ultime volte che gli sono rimaste impresse come in una giostra eterna). Molto bella la poesia del finale, dedicata dal protagonista (che immagino morente) alla sua Teresa, indimenticabile. La scrittura, curatissima, ha qualcosa di Landolfi ma anche di Goffredo Parise.

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Gennibo
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Re: Teresa

Messaggio#9 » lunedì 25 maggio 2020, 2:09

Ciao Claudia, ho trovato il tuo racconto interessante e originale, introspettivo oltre il punto giusto. Il desiderio del protagonista diventa una fantasia così intensa da mostrarci le sue immagini.
Io ci ho visto la fine di un’era di immaginazione e di illusione, l’elaborazione della fine di un amore.
Riguardo la poesia, non trovato attinenza tra la terza strofa e il racconto.
Mi piacerebbe di più all’inizio, come introduzione alla storia.

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Luca Nesler
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Re: Teresa

Messaggio#10 » lunedì 25 maggio 2020, 11:43

Ciao Claudia. Penso sia la prima volta che leggo un tuo racconto, se mi sbaglio ti chiedo scusa!
Il tuo racconto parla della fine di un’era d’innamoramento disperato da parte di un giovane e ingenuo Tommaso. Anche qui il tema è preso in modo metaforico e, secondo me, può essere corretto.
Una declinazione evocativa e convincente sul piano emozionale, ma un po’ troppo scoordinata e confusa dal punto di vista narrativo. Direi che in questo pezzo segui più le regole della poesia che quelle del racconto. Addirittura infili una poesia sul fondo. Sicuramente un esperimento interessante, ma io tenderei a non mescolare racconto e poesia. Probabilmente perché io di poesia non capisco nulla, ma è anche vero che la narrativa segue regole differenti.

Dal punto di vista del racconto, il tutto è un po’ ripetitivo. Mi piace molto l’idea di lontananza indicata in modo spaziotemporale. Rende bene l’idea di cosa significa Teresa per Tommaso, sia prima (un ricordo prezioso) sia dopo (qualcosa di troppo lontano). Però ci sono diverse cose che non funzionano altrettanto bene. Immagini come “la porta bianca” che non sono chiare. Cosa rappresenta per Tommaso? Essere luminosi e bendati, cosa significa? Il secondo paragrafo mescola pensieri chiari a situazioni confuse.

Poi Tommaso capisce (se ho capito anch’io) che Teresa è solo una delle tante ultime cose che ha fatto e decide di tornare a darsi da fare per non avere solo “utlimi ricordi”. Questa parte è sì evocativa, ma poco chiara dal punto di vista narrativo. L’ultima frase “Teresa non poteva saperlo, ma non era importante, perché l’ultima volta che lei aveva amato lui era ormai distante troppi anni dall’ultima volta in cui lui aveva amato lei.” È davvero lunga e articolata per un cervellino come il mio. Sembra scritta per confondere.

La poesia finale non la so giudicare, però so che non è un racconto :D
Alla prossima!

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emiliano.maramonte
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Re: Teresa

Messaggio#11 » lunedì 25 maggio 2020, 16:30

Ciao Claudia! Lieto di conoscerti, è la prima volta che leggo un tuo scritto qui a MC, ma a quanto ho capito sei una presenza storica. Bene, in fondo sono sempre curioso di scoprire "nuovi" autori, da quando sono entrato in questa fantastica community.
Vengo subito al dunque: l'esperimento è ambizioso e interessante, ma andava sostenuto da una struttura narrativa più consona. Oltretutto hai operato un esperimento nell'esperimento: non solo hai tentato un'insolita commistione tra poesia e narrativa, ma il meccanismo narrativo è spinto ai limiti dei canoni tradizionali. Va bene il flusso di coscienza, molto utile per immergere completamente il lettore nell'interiorità di un personaggio, tuttavia lo hai fatto un modo confuso e ripetitivo, rendendo di fatto l'assimilazione del testo assai complessa.
Si è capito che il tema si annida nella fine di un'era sentimentale e di una sorta di commiato, però non tutto è chiaro e limpido come ci si aspetterebbe da componimenti così brevi.
Eppure il testo ha una certa attrattiva perché riguarda pulsioni universali, soprattutto l'amore e il tormento generato da esso quando un essere umano debba privarsene.
Ancora adesso resto in forte imbarazzo su come valutare questo "racconto". Mi ha convinto a metà, e ancora oscillo tra una bocciatura senza se e senza ma e una parziale approvazione.
Sinceramente spero di incrociarti ancora qui nell'Arena per vedere come ti misurerai con altre tematiche e altri testi.

In bocca al lupo!
Emiliano.

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Andrea Partiti
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Re: Teresa

Messaggio#12 » lunedì 25 maggio 2020, 22:47

Mi piace come esperimento, e penso che la prima parte si regga bene.
C'è del cambiamento, c'è un personaggio chiaramente in un momento importante di riflessione ed evoluzione, in cui abbandona una parte di sé che ha coltivato molto a lungo fino a snaturarla, quel ricordo attorno a cui ruota tutto il racconto.
Penso però che sia un cambiamento incompleto, che non porta il protagonista verso un qualche nuovo stato o situazione o consapevolezza, ma si perde nel troppo lirismo.
Forse manco della sensibilità giusta, ma vorrei che il racconto si chiudesse in maniera concreta per dare un senso compiuto a tutta la prima parte!

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giulio.marchese1
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Re: Teresa

Messaggio#13 » mercoledì 27 maggio 2020, 15:41

Ciao Claudia,
Il tuo non lo posso definire un vero e proprio racconto, malgrado sia molto raccontato. Il tentativo e quello di creare una vera e propria poesia in prosa, alla Oscar Wilde diciamo. Per questa ragione i versi sul finale mi hanno fatto un po' storcere il naso, come se, sul finale, decidessi di tornare sui tuoi passi e scegliessi definitivamente che si tratta di una poesia. Anche per la poesia in prosa valgono le regole base della poesia e in particolare la sinteticità. Riuscire a esprimere concetti alti, astratti, complessi da argomentare razionalmente, attraverso immagini. La poesia, ancor più del racconto, dovrebbe riuscire, secondo me, a toccare corde emotive del lettore in modi che questi non riesce a spiegarsi. Per questo la ripetizione di alcune immagini mi è sembrata superflua, le ripetizioni possono essere utilizzate per rafforzare un concetto, per dare musicalità alla frase, ma non possono che chinarsi di fronte alla regola madre della sinteticità. Alcune immagini sono troppo ambigue per essere evocative, usare un linguaggio astratto ed essere ambigui sono cose diverse, anche se spesso è difficile capire se un espressione appartenga all'uno o all'altro campo. Purtroppo non mi ha colpito a livello emotivo, però ho apprezzato il tentativo anticonvenzionale.

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daniele.mammana-torrisi
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Re: Teresa

Messaggio#14 » giovedì 28 maggio 2020, 14:33

Ciao, Claudia!

Allora... è un giudizio difficile, lo sai?
Da un lato, il rischio che hai voluto correre e la prova in sè merita più di un apprezzamento. Non sarebbe affatto giusto scavalcare il fatto che hai voluto mischiare due generi e un concetto in poco spazio senza perdere il filo. Tentare cose nuove è sempre da apprezzare, se non altro per riconoscere l'averci provato.
Dall'altro lato, però, è un po' nebbiosa. Nel senso; si capisce dove tu voglia andare a parare e il metodo scelto è coraggioso, ma nella storia non succede davvero molto. La poesia stessa, che pure ti permette di trarre enormemente dai pochi caratteri, non sprigiona un nuovo problema o un nuovo conflitto da risolvere.
Nella sostanza, la situazione che ci poni all'inizio, attraverso un personaggio di cui sappiamo di riflesso e uno le cui azioni sono tutte di mente, cambia senza uno sforzo. Succede, e la storia è finita; idealmente ci sta, ma nella pratica esce molto debole ed è un peccato.
Capisco anche il concetto delle ripetizioni, creano questa sorta di anticamera alla poesia, ma reiterate tante volte possono risultare più pesanti del voluto.
Voglio comunque complimentarmi per il coraggio! ^^

A rileggerci presto!

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antico
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Re: Teresa

Messaggio#15 » venerdì 5 giugno 2020, 19:48

Mi sembra sia una sorta di braistorming con potenzialità notevoli. Però ancora parecchio disordinato. In particolare, trovo il secondo paragrafo piuttosto confuso e indeterminato. La poesia finale suggerisce che ormai siano adulti e che Teresa abbia avuto una sua vita e che il protagonista abbia penato parecchio dedicandole la sua fino a riuscire a dimenticarla. Di sicuro da riprendere e sviluppare con più tempo. Allo stato attuale un pollice ni, ma, ripeto, vedo enormi potenzialità.

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