Dark factory di Emiliano Maramonte

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emiliano.maramonte
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Dark factory di Emiliano Maramonte

Messaggio#1 » martedì 19 maggio 2020, 0:40

«Non fare sciocchezze, Perseghetti. Ti prometto che andrà tutto bene» disse il dott. Serra, emergendo dalla folla vociante di curiosi, giornalisti e carabinieri. Lo lasciarono avanzare, sperando che riuscisse a farlo ragionare.
Domenico si sgranchì le braccia per alleviare l’indolenzimento dovuto a ore d’incatenamento. Ma il dolore ormai non era più soltanto fisico. «Non si aggiusterà un cazzo, signò!» sbottò.
«So che sei arrabbiato» ribatté il dott. Serra, accomodante e con le mani ben in vista, «ma quello che sta succedendo è inevitabile. Hanno deciso così. I tempi cambiano. Non è colpa mia.» Un passo alla volta, si era avvicinato fino a dieci metri dal cancello principale dello stabilimento.
«Che ci do magiare a mia figlia e a mia moglie, eh?» domandò Domenico con tono stridulo, sull’orlo del pianto. «Mica le batterie di quelle schifezze meccaniche?»
Serra si mosse ancora verso di lui. «Metti via quella tanica, ti prego. Ti aiuterò. Sei un brav’uomo. Tu sei l’ultimo, è vero, ma non ti abbandoneremo. Il governo ha detto…»
«Ho dato la mia vita per questa azienda» gridò Domenico, e ricacciò a fatica un groppo in gola grosso come un’arancia, poi quasi si sentì svenire, ma tenne duro. Abbassò lo sguardo sulla tanica di benzina. «C’ho buttato il sangue qui dentro e questo è il ringraziamento?» Fissò con odio i cosacci robotici appena scaricati dai camion venuti dalla Cina. Il dolce sole di aprile si rifletteva accecante sui loro torreggianti tentacoli cromati. Non può finire così, si disse. Il dott. Serra non avrebbe capito neanche tra un milione di anni la sua disperazione. Chi è sazio non comprende chi è digiuno. «Voglio solo il mio lavoro, nient’altro.»
«Parlerò col Presidente. Scriverò al ministro» promise il proprietario dell’intera baracca, con un sorriso di plastica, un uomo distinto e impomatato, ostentatamente compiaciuto del suo abito Armani costoso quanto tre sudati stipendi. E non aveva vergogna a vomitare assurdità che non poteva mantenere. «Chiederò una deroga. Contento, uh?, Perseghetti? Fidati di me.»
Domenico detestava essere preso in giro così. Sapeva che sarebbe finito tra quei sette milioni di italiani buttati in mezzo a una strada dalle leggi sul lavoro automatizzato: dark factory, lo chiamavano.
Ora basta, pensò. Era tempo di passare ai fatti. Allentò le catene e si calò ad afferrare la tanica. Svitò il tappo e si versò l’intero contenuto addosso. Il puzzò terrificante del combustibile lo mandò quasi KO, per un lunghissimo minuto fu preda di vorticose vertigini. Sputò saliva acida, poi estrasse dalla tasca dei jeans l’accendino. Scoccò la fiammella e avvertì: «Se non chiamate il Presidente adesso, signò, quant’è vera la Madonna, mi brucio davanti a voi!»
Serra appariva spaventato per davvero. Si era irrigidito, le braccia distese contro i fianchi, e non diceva niente. La folla s’era acquietata.
«Guardate che lo faccio!» minacciò.
Tutti in silenzio. Lo avevano abbandonato sul serio.
Chiese perdono a Carla e, soprattutto, al suo angioletto, Bianca.
Si accostò la fiammella al petto e si chiese com’era il paradiso degli operai.
Serrò le palpebre.
Esplose il calore. Troppo calore. Poi freddo. E gelo.
Riaprì gli occhi. Le macchine erano sparite. Non c’era più nessuno.
Il giorno era bellissimo. Si voltò. I cancelli spalancati erano colmi di fiori.
Ora poteva tornare a lavorare.



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antico
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Re: Dark factory di Emiliano Maramonte

Messaggio#2 » martedì 19 maggio 2020, 0:43

Ciao Emiliano! Caratteri e tempo ok anche per te! Ultima sfida di quest'Era, in bocca al lupo anche a te in questa ALL STARS EDITION!

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emiliano.maramonte
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Re: Dark factory di Emiliano Maramonte

Messaggio#3 » martedì 19 maggio 2020, 0:45

Viva il lupo e vinca davvero il migliore!

alexandra.fischer
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Re: Dark factory di Emiliano Maramonte

Messaggio#4 » martedì 19 maggio 2020, 15:24

DARK FACTORY Di Emiliano Maramonte Tema centrato. La fine è quella dell’epoca del lavoro in fabbrica svolto da operai umani (vengono rimpiazzati da robot arrivati dalla Cina). Il dramma di Perseghetti, arrivato a bruciarsi vivo davanti all’ipocrita dirigente Dottor Serra è molto attuale (quello della disoccupazione tecnologica priva di fatto di ammortizzatori sociali in grado di sostentare a vita famiglie di sette milioni di persone). Il finale è qualcosa di mezzo fra la “Piccola Fiammiferaia” e la “Classe Operaia Va in Paradiso” (almeno questa è l’impressione che lascia al Lettore e non è poco: un groppo dolceamaro. Solo nell’oltretomba, Perseghetti ritrova la propria dignità di lavoratore e padre e marito in grado di provvedere alla moglie e alla figlia).
Attento:
il puzzò (il puzzo)
KO (K.O.)

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Sirimedho
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Re: Dark factory di Emiliano Maramonte

Messaggio#5 » martedì 19 maggio 2020, 20:32

Emiliano, ben ritrovato!
Il racconto si legge tutto di un fiato, però anche se c’è un dialogo mi sembra più un monologo, con tutto già deciso dall’inizio. Il lavoratore sembra più impazzito per non avere più un ruolo che per aver perso il sostentamento, decisamente confuso nel pensare prima che parlare con il Presidente fosse impossibile e poi nell’esigerlo… e poi la conclusione in cui si trova nel paradiso degli uomini che lavorano. Mi fa così tristezza che un uomo vada in paradiso per lavorare! Ma il tema che tocchi è dannatamente concreto, una volta si pensava che con i robot si sarebbe “lavorato meno per lavorare tutti”, ma ormai è chiaro che è solo una veloce discesa verso il baratro spianato dall’iper-liberismo.
Mi piace tantissimo la frase: “Esplose il calore. Troppo calore. Poi freddo. E gelo.”.
Complessivamente lo apprezzo per scrittura, ma lo trovo troppo consequenziale.
In bocca al lupo!

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Davide Di Tullio
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Re: Dark factory di Emiliano Maramonte

Messaggio#6 » mercoledì 20 maggio 2020, 11:24

Ciao Emiliano, piacere di rileggerti!

Questo che hai scritto non é tra i tuoi racconti piú scorrevoli che ho letto in MC. La scelta di un narratore onniscente, che di tanto in tanto si intrufolava nella trama, forse non aiuta nell´intento. A mio modesto parere, se avessi fatto parlare solo i personaggi, avresti reso meglio la tensione del momento. Ci sono poi un paio di espressioni che mi suonano un po' bizzarre:

emiliano.maramonte ha scritto:Fissò con odio i cosacci robotici


quel "cosacci" mi risulta un po' bruttino. Oltre a non visualizzare bene di cosa si tratti (questo allontana dall´immersione) Qui di chi é il giudizio? dell´autore o del protagonista?

Ho notato che, rispetto ad altre tue performance, hai abbondato nell´uso di aggettivi. Anche questo appesantisce molto la lettura. Solo per farti un esempio
emiliano.maramonte ha scritto:promise il proprietario dell’intera baracca

Quel "intera" si poteva omettere. Il senso della frase non sarebbe cambiato e avresti reso la lettura piú fluida.

Per il resto, a livello di trama ci siamo. Il tema é centrato e anche il finale non mi dispiace

a rileggerci!
Ultima modifica di Davide Di Tullio il giovedì 21 maggio 2020, 15:45, modificato 1 volta in totale.

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Gennibo
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Re: Dark factory di Emiliano Maramonte

Messaggio#7 » mercoledì 20 maggio 2020, 11:25

Ciao Emiliano,
un inizio azzeccato, con il tutto andrà bene, che a modo suo, in effetti, va bene, anche se però, non va bene per niente. Ho trovato molto efficaci i dialoghi e la suspense, come al solito, ho sperato fino all’ultimo che succedesse qualcosa, e che lui non si desse fuoco, che è uno dei motivi per cui penso che il racconto funziona bene.
Il finale l'ho trovato poetico nella sua bellezza e precisione.
Molto bravo.
E buona edition!

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Wladimiro Borchi
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Re: Dark factory di Emiliano Maramonte

Messaggio#8 » mercoledì 20 maggio 2020, 14:01

Ciao Emiliano,
hai presente quando finisci di leggere un racconto e ti scorre quel brividino sulla schiena che ti fa dire: "cazzo, lo vorrei aver scritto io!"?
Beh, a me alle volte capita e mi è successo leggendo questo lavoro.
Il finale è atteso, ma il twist col paradiso degli operai visto come una fabbrica che ti accoglie solare e ti restituisce la dignità del lavoro, l'ho trovata un immagine di una forza poetica smisurata.
Dieci e lode e nulla da dire. Dovevo solo arrivare ai 300 caratteri.
Compimenti ancora!
Wladimiro
IMBUTO!!!

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emiliano.maramonte
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Re: Dark factory di Emiliano Maramonte

Messaggio#9 » giovedì 21 maggio 2020, 15:31

Un grazie cumulativo a tutti coloro che hanno commentato sinora. Sono contento per tutto: per le critiche (tutte utilissime), per i rilievi tecnici (necessari) e per i complimenti (che non fanno mai male).

viviana.tenga
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Re: Dark factory di Emiliano Maramonte

Messaggio#10 » sabato 23 maggio 2020, 19:46

Ciao Emiliano,
Racconto emotivamente potente, soprattutto nel finale, ma su cui ho qualche perplessità.
La principale riguarda l'ambientazione temporale: immagino che l'idea fosse quella di parlare di un futuro vicino, ma ci sono una serie di elementi che mi stonano e mi hanno portato a immaginare la scena ambientata qualche decennio fa. Per esempio il fatto che ti riferisci al proprietario della fabbrica come "dott. " Serra (il fatto di anteporre il titolo al nome, e in particolare di chiamare dottori tutti i laureati, mi suona come una cosa vecchia; può darsi che in alcuni contesti sia ancora diffusa, ma mi ha comunque un po' stranito), l'uso dell'espressione "quanta è vera la Madonna", l'assoluta goffaggine comunicativa del proprietario della fabbrica. Anche ammettendo che lui non si sia mai preoccupato di sviluppare abilità di mediazione/comunicazione, mi sembra che durante le "ora di incatenamento" di Domenico avrebbe almeno dovuto contattare qualche esperto per farsi dare due dritte.
Inoltre, ho avuto un momento di perplessità sull'uso del termine "dark factory". Da come lo presenti, sembra che compaia così nella nuova legge, ma non so quale politico metterebbe la sua firma su un'espressione così cupa. Mi sarei aspettata qualcosa come "factory 5.0", "smart factory". Poi ci sta che tra gli operai usino il termine "dark factory", ma non è quella l'impressione che passa dal racconto.
Infine, concordo con gli appunti stilistici di Davide, mentre leggevo avevo notato anch'io esattamente le stesse frasi.

Ok, mi rendo conto di aver scritto una sbrodolata di commenti negativi, ma in realtà non voglio distruggere il racconto; nel complesso credo che abbia del gran potenziale e dei gran punti di forza, ma l'impressione è stata di qualcosa di ancora non del tutto rifinito.

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Andrea Lauro
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Re: Dark factory di Emiliano Maramonte

Messaggio#11 » domenica 24 maggio 2020, 15:16

Ciao Emiliano! Una bella prova.
La differenza stilistica tra le battute del direttore e quelle di Domenico è ben resa. L’incipit, con quel “Non fare sciocchezze, Perseghetti. Ti prometto che andrà tutto bene” è preciso e efficace. Difficile trovarne di più azzeccati.
Il conflitto interno del lo faccio-non lo faccio del Perseghetti arriva al culmine nel momento in cui scruta la folla e li vede in silenzio. Che lui abbia mal interpretato o no (e qui ci scapperebbe un trattato sociologico su quanto gli astanti desiderino in fondo vedere la violenza di chi si butta da un balcone o si dà fuoco), quello è il segnale di dover dare una dimostrazione. Il trigger che scatta nella testa.
Ho notato qualche aggettivo di troppo, qualche refuso (aggiungo un “magiare” alla lista), ma in sostanza un “ben fatto” non te lo toglie nessuno (e scusa il doppio accusativo).
a presto!
andrea

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emiliano.maramonte
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Re: Dark factory di Emiliano Maramonte

Messaggio#12 » domenica 24 maggio 2020, 23:01

viviana.tenga ha scritto:Ciao Emiliano,
Racconto emotivamente potente, soprattutto nel finale, ma su cui ho qualche perplessità.
La principale riguarda l'ambientazione temporale: immagino che l'idea fosse quella di parlare di un futuro vicino, ma ci sono una serie di elementi che mi stonano e mi hanno portato a immaginare la scena ambientata qualche decennio fa. Per esempio il fatto che ti riferisci al proprietario della fabbrica come "dott. " Serra (il fatto di anteporre il titolo al nome, e in particolare di chiamare dottori tutti i laureati, mi suona come una cosa vecchia; può darsi che in alcuni contesti sia ancora diffusa, ma mi ha comunque un po' stranito), l'uso dell'espressione "quanta è vera la Madonna", l'assoluta goffaggine comunicativa del proprietario della fabbrica. Anche ammettendo che lui non si sia mai preoccupato di sviluppare abilità di mediazione/comunicazione, mi sembra che durante le "ora di incatenamento" di Domenico avrebbe almeno dovuto contattare qualche esperto per farsi dare due dritte.
Inoltre, ho avuto un momento di perplessità sull'uso del termine "dark factory". Da come lo presenti, sembra che compaia così nella nuova legge, ma non so quale politico metterebbe la sua firma su un'espressione così cupa. Mi sarei aspettata qualcosa come "factory 5.0", "smart factory". Poi ci sta che tra gli operai usino il termine "dark factory", ma non è quella l'impressione che passa dal racconto.
Infine, concordo con gli appunti stilistici di Davide, mentre leggevo avevo notato anch'io esattamente le stesse frasi.

Ok, mi rendo conto di aver scritto una sbrodolata di commenti negativi, ma in realtà non voglio distruggere il racconto; nel complesso credo che abbia del gran potenziale e dei gran punti di forza, ma l'impressione è stata di qualcosa di ancora non del tutto rifinito.


Grazie per i rilievi e per gli apprezzamenti.
Spiego brevemente: volevo che il racconto fosse un po' sospeso nel tempo. Effettivamente non si capisce bene in che epoca sia ambientato. C'è solo un piccolo indizio che è quello delle "dark factory" (che, secondo alcune tendenze tecnico-commerciali, saranno il futuro della grande industria) e dei macchinari cinesi che sostituiscono tutti gli operai umani. Poi la parlata di Domenico Perseghetti l'ho voluta proprio così per rimarcarne ancora di più le umili origini e, in un certo senso, la sudditanza psicologica al "dottore" proprietario della baracca. Forse è stata una scelta maldestra, non lo so, vedremo a fine girone.
Secondo: "dark factory" non è un'espressione dispregiativa, ma si chiamano così proprio perché gli stabilimenti totalmente automatizzati funzioneranno al buio totale (le macchine non hanno bisogno di luce...)... E in ogni caso, mi sembra che da qualche anno molte espressioni inglesi siano entrate a far parte dell'uso comune del legislatore ("smart working", "stepchild adoption", "whistleblowing", "family caregiving"... etc etc etc..."), quindi nessuno si farebbe problemi a usare termini (soprattutto di provenienza giornalistica) che in quattro e quattr'otto entrano nell'uso quotidiano. Ah, non scordiamo che in una manciata di settimane abbiamo tranquillamente sostituito il termine "quarantena" con "lockdown"...

Buona Edition!

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emiliano.maramonte
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Re: Dark factory di Emiliano Maramonte

Messaggio#13 » domenica 24 maggio 2020, 23:02

Andrea Lauro ha scritto:Ciao Emiliano! Una bella prova.
La differenza stilistica tra le battute del direttore e quelle di Domenico è ben resa. L’incipit, con quel “Non fare sciocchezze, Perseghetti. Ti prometto che andrà tutto bene” è preciso e efficace. Difficile trovarne di più azzeccati.
Il conflitto interno del lo faccio-non lo faccio del Perseghetti arriva al culmine nel momento in cui scruta la folla e li vede in silenzio. Che lui abbia mal interpretato o no (e qui ci scapperebbe un trattato sociologico su quanto gli astanti desiderino in fondo vedere la violenza di chi si butta da un balcone o si dà fuoco), quello è il segnale di dover dare una dimostrazione. Il trigger che scatta nella testa.
Ho notato qualche aggettivo di troppo, qualche refuso (aggiungo un “magiare” alla lista), ma in sostanza un “ben fatto” non te lo toglie nessuno (e scusa il doppio accusativo).
a presto!
andrea


Sono contento tu l'abbia apprezzato.
Cosa posso dire se non grazie?

Buona Edition!

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Re: Dark factory di Emiliano Maramonte

Messaggio#14 » lunedì 25 maggio 2020, 12:21

emiliano.maramonte ha scritto:Grazie per i rilievi e per gli apprezzamenti.
Spiego brevemente: volevo che il racconto fosse un po' sospeso nel tempo. Effettivamente non si capisce bene in che epoca sia ambientato. C'è solo un piccolo indizio che è quello delle "dark factory" (che, secondo alcune tendenze tecnico-commerciali, saranno il futuro della grande industria) e dei macchinari cinesi che sostituiscono tutti gli operai umani. Poi la parlata di Domenico Perseghetti l'ho voluta proprio così per rimarcarne ancora di più le umili origini e, in un certo senso, la sudditanza psicologica al "dottore" proprietario della baracca. Forse è stata una scelta maldestra, non lo so, vedremo a fine girone.
Secondo: "dark factory" non è un'espressione dispregiativa, ma si chiamano così proprio perché gli stabilimenti totalmente automatizzati funzioneranno al buio totale (le macchine non hanno bisogno di luce...)... E in ogni caso, mi sembra che da qualche anno molte espressioni inglesi siano entrate a far parte dell'uso comune del legislatore ("smart working", "stepchild adoption", "whistleblowing", "family caregiving"... etc etc etc..."), quindi nessuno si farebbe problemi a usare termini (soprattutto di provenienza giornalistica) che in quattro e quattr'otto entrano nell'uso quotidiano. Ah, non scordiamo che in una manciata di settimane abbiamo tranquillamente sostituito il termine "quarantena" con "lockdown"...

Buona Edition!


Ciao Emilano,
ok per la questione dell'ambientazione, l'ho fatta più complicata di quanto non fosse.
Per il termine "dark factory", lo so che è un termine "ufficiale", quello che non mi convince è che venga usato da un politico (italiano o anglofono) che promuova tale approccio. A chiunque sia ignorante in materia, "dark factory" suonerà come una cosa "da cattivi", e dal punto di vista della propaganda non mi sembra il massimo. Nulla da dire sul fatto che probabilmente in Italia useremmo un termine ripreso dall'inglese, ma mi aspetto che gli inglesi/americani si inventino un termine diverso per promuovere il concetto sul piano politico.

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DandElion
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Re: Dark factory di Emiliano Maramonte

Messaggio#15 » lunedì 25 maggio 2020, 19:54

Ciao Emiliano!!
Che dire? Attuale, amaro, doloroso al punto giusto. Ben ritmato, forse un po' scontato il finale, ma almeno è catartico, soprattutto in questo momento storico in cui non si vede proprio bene la fine del tunnel.. o per lo meno io la vedo sfocata, lontana e incerta e so di essere fortunata perché alcuni tunnel sono ben più angusti del mio. Insomma è un racconto molto preciso di questo momento storico, speriamo che non sia davvero così per qualcuno.
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

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Re: Dark factory di Emiliano Maramonte

Messaggio#16 » martedì 26 maggio 2020, 12:12

DandElion ha scritto:Ciao Emiliano!!
Che dire? Attuale, amaro, doloroso al punto giusto. Ben ritmato, forse un po' scontato il finale, ma almeno è catartico, soprattutto in questo momento storico in cui non si vede proprio bene la fine del tunnel.. o per lo meno io la vedo sfocata, lontana e incerta e so di essere fortunata perché alcuni tunnel sono ben più angusti del mio. Insomma è un racconto molto preciso di questo momento storico, speriamo che non sia davvero così per qualcuno.


Grazie davvero per gli apprezzamenti.
Speriamo che il tunnel sia il più corto e il meno angusto possibile.
Ti auguro il meglio.

Buona Edition!
Emiliano.

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Re: Dark factory di Emiliano Maramonte

Messaggio#17 » giovedì 28 maggio 2020, 19:21

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#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

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Re: Dark factory di Emiliano Maramonte

Messaggio#18 » giovedì 28 maggio 2020, 19:28

Ciao Emiliano, piacere di leggerti,
cosa dirti? Il finale è stato davvero un colpo al cuore e il tema è davvero ben centrato. Lo stile è lineare e non lascia spazio alla noia, i personaggi ben caratterizzati e dialoghi e suspense davvero efficaci. Insomma, se non si fosse capito sto cercando di arrivare alle 300 battute, ma l’unica parola per poter commentare il tuo scritto sarebbe: travolgente.

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Re: Dark factory di Emiliano Maramonte

Messaggio#19 » mercoledì 3 giugno 2020, 18:33

Racconto condotto davvero bene, mi è piaciuto. Un solo, personale, rammarico: sul finale, quando tutti si zittiscono e lui procede nel suo piano. Ecco... La tua conclusione, in perfetto tuo stile, è piena di luce nonostante il dramma perché sì, alla fine il suo Paradiso lo ha trovato, però mi sembrava tu avessi apparecchiato stupendamente per un finale ipercinico nel quale la massa si nutre di se stessa e il suicidio diventa spettacolo funzionale al ludo del "Panem et circenses" rendendo in tal modo inutile il sacrificio del protagonista. Pollice quasi su, per me.

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