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Gruppo De Santi: Lista Racconti e classifiche
Inviato: martedì 23 giugno 2020, 2:00
da antico
BENVENUTI ALLA PRE OLYMPIC SPECIAL CERBERO EDITION, LA 142° ALL TIME!Questo è il gruppo DE SANTI della PRE OLYMPIC SPECIAL CERBERO EDITION con LINDA DE SANTI, ELEONORA ROSSETTI e AMBRA STANCAMPIANO nelle vesti di Guest Stars. Gli autori del gruppo DE SANTI dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo ROSSETTI.
I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo STANCAMPIANO Questo è un gruppo da OTTO racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati dalle GUEST STARS. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo all'occorrenza per eccesso. Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti
RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ancora ottenuto punti nel RANK ALL TIME sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). A prescindere da tutto, ho inoltre forzato in modo che l'unico racconto con MALUS fosse assegnato al gruppo da OTTO partecipanti.
E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo DE SANTI:Il pozzo nuovo di Valbassa, di Andrea Partiti, ore 22.33, 3268 caratteri
Tocca a te, di Maurizio Ferrero, ore 22.15, 3325 caratteri
Nessi causali, di Wladimiro Borchi, ore 23.55, 3307 caratteri
Una splendida coppia, di Luca Nesler, ore 22.51, 2709 caratteri
La candela, di Alexandra Fischer, ore 22.03, 2985 caratteri
Montalbano sono, di Simone Cassia, ore 00.27, 3159 caratteri
Ritmo e rumore, di Stefano De Luca, ore 00.12, 2618 caratteri
I fatti, di Giulio Palmieri, ore 23.47,
3636 caratteri MALUS 4 PUNTIAvete tempo fino alle 23.59 di giovedì 2 LUGLIO per commentare i racconti del gruppo ROSSETTI. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 3 LUGLIO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo ROSSETTI e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora:
date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro. Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo. Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la
classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo ROSSETTI.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.BUONA PRE OLYMPIC SPECIAL CERBERO EDITION A TUTTI!
Re: Gruppo De Santi: Lista Racconti e classifiche
Inviato: giovedì 25 giugno 2020, 1:29
da Sybilla Levanti
Ecco la lista con i miei comments e la rank. Per i comments ho scelto di seguire l'ordine dato da L'Antico mentre sotto trovate la classifica. Fino all'ultimo decidere come posizionare alcuni racconti non ha rappresentato un'impresa facile dato che sono tutti di ottimo livello.
Comments:
I fatti - Ciao Giulio, penso che questa sia la prima volta che ti commento un racconto e l'ho apprezzato: sono un'amante dei polizieschi e dei thriller e l'idea potrebbe anche essere ampliata, a mio avviso.Il topic l'hai colto e sviluppato bene. Da un punto di vista strutturale del testo, trovo che sia scorrevole. Ci sono alcuni termini che non mi convincono, come "allentato" riferito all'assunzione dell'eparina per citarne uno ma non rappresentano un problema all'interno dell'economia generale del racconto.
Questa frase, invece,
I capelli grigi necessitavano di un po’ di colore, e la gonna nera sulle gambe le nascondeva le caviglie.
non mi convince per come l'hai formulata. Il senso è chiaro ma mi sembra che manchi qualcosa a livello sintattico.
Comunque un buon lavoro e un thumb up per te.
Sybilla
Ritmo e rumore Ciao Stefano. Topic centrato, con un racconto che ha il sapore della riscossa e della rivalsa. All'inizio non mi era del tutto chiaro quale fosse il tema centrale e almeno fino al terzo paragrafo mi ero immaginata scenari molto differenti. Condivido la scelta del flusso di coscienza come "voce" principale, come se essa fosse un personaggio a parte.
Lo stile è gradevole e scorrevole ma ci sono alcuni punti che non mi convincono. Questa frase
Ansimando torna dei colpo scuotendo il corpo, ora si sentono anche le gambe. Chi lo ha detto? A me? Sono a malapena un corpo!
andrebbe rivista, secondo me perché (forse nella foga di scrivere o di correggere) mi suona un po' pasticciata. Anche verso la fine, non riesco a capire se la moglie sia con lui sulla montagna e lui la lasci indietro o se lei sia solo una voce nella sua testa, hce l'ha spinto a intraprendere di nuovo la scalata, questa volta davvero da solo.
Buona lavoro, comunque
Sybilla
Montalbano sono Ciao Simone, hai centrato il tema anche se non viene esplicitato nel tuo racconto. Carina l'idea di usare il personaggio di Montalbano come ispirazione (o protagonista) per lo sviluppo della trama. Grazie anche per aver incluso la traduzione per i non siciliani. Hai una scrittura chiara e lineare e il tuo testo scorre bene. Non ho particolari appunti da fare riguardo alla struttura o alla sintassi. L'unico appunto che mi sento di farti riguarda il finale, che - secondo me - suona un po' telegrafato e "tirato via".
Thumb up per te.
Sybilla
La candela Ciao Alexandra! Un piacere leggerti again. Da witch posso dirti che ho adorato il tuo piccolo racconto. Scritto in modo scorrevole e piacevole ma ho dei dubbi su alcune parti della narrazione. Non sono del tutto sicura riguardo al "dove" nella prima frase. Non sarebbe corretto usare il "quando"? Ho questo dubbio dato dal fatto che in inglese si usa "when" invece di "where" e faccio confusione ora...
Deve essersi infilato in mezzo ai fazzoletti di carta e alla sveglia, ma la sola idea di alzare le tapparelle a quest’ora mi fa orrore: sono già le sette, e fa un caldo terribile.
: trovo un po' confusa questa parte del testo con le due azioni che mi sembrano scollegate tra loro e rendono poco chiaro l'insieme.
Lo raccolgo e lo metto sul tavolo, dove trovo una candela nera con il simbolo di un albero troncato a metà: è immersa in una ciotola d’acqua con accanto una lametta da barba.
Tiro via la candela e avverto una scarica di elettricità, mi si propaga lungo tutto il corpo e mi ritrovo fra le mani un grumo di cera fusa.
: anche qui sono un po' confusa. La candela sembra essere integra quando il protagonista si avvicina ma poi appare come un grumo di cera fusa (quando si fa uno spell bisogna attendere fino a quando la candela si consuma completamente ).
Allora mi ricordo del tuo sorriso maligno quando mi hai convinto ad accettare il tuo dono: abiti nell’alloggio a tre piani sopra il mio e ho salvato la vita al tuo gatto agguantandolo appena in tempo prima che cadesse dal balcone.
: anche qui non riesco a capire la consecutio dei fatti...scusa se sono noiosa. Tra l'altro son proprio io che non capisco, nulla da eccepire sul tuo stile o sulla sintassi/grammatica.
Vuoto la ciotola nel lavello e anche la lametta da barba.
: la lametta da barba nel lavello?
Non prendertela male eh, voglio solo capire.
Thumb up per te.
Sybilla.
Una splendida coppia Ciao Luca, piacere di rileggerti. Il tuo racconto ha toccato alcune corde molto recondite del mio animo. Il tuo racconto lo trovo ben scritto e di facile lettura, il ritmo scorre bene e non sveli nulla fino alla fine. Non ho ben capito quale sia la cosa non fatta ma che si sa (il protagonista sa che il suo amico/familiare si trova in una care home di un qualche tipo, che sa che Ester sia al cimitero per esempio). Limite mio. A parte questo, ho davvero apprezzato il tuo racconto.
Thumb up
Sybilla
Nessi causali Ciao Wladimiro, piacere di rileggerti. La tua storia mi ha colpita molto. Sia per lo stile asciutto e tecnico (specie quando parla il pubblico ministero) che per il tema che hai scelto. La trama risulta solida e ben costruita, con lo snodo degli eventi abbastanza lineare. Anche la scelta di intervallare le actions del protagonista con l'arringa del pubblico minitero makes sense e non appesantisce il racconto, pur risultando un flashback de facto.
Unico appunto: non so se sia stata una tua precisa scelta stilistica o se sia colpa del mio laptop, ma il font che hai utilizzato risulta microscopico. Non che questo influisca sul mio positivo giudizio.
Thumbs up per te.
Sybilla
Tocca a te Ciao Maurizio. Ho apprezzato il tuo racconto, da amante del genere distopico post apocalisse alla Hokuto No Ken o alla Mad Max, come ha citato qualcuno in un suo commento dove vige la regola del "homo homini lupus". Ho trovato lo stile un po' pesante e farragginoso, spesso non chiaro rispetto all'azione che volevi raccontare. (Anche se devo ammettere che ultimamente il mio level di comprensione dell'italiano ha avuto un tracollo notevole, quindi potrei anche essere io a non aver capito bene).
In generale il racconto fila senza troppe storture.
Thumb up,
Sybilla
Il pozzo nuovo di Valbassa Ciao Andrea, hai fatto un buon lavoro con il racconto, centrando il tema proposto ma alcuni punti mi son risultati oscuri, specie nella parte finale. Non si tratta di problematiche legato allo stile, che si presenta consistent e snello, quanto a quello che volevi dire e che rende, secondo me, poco chiaro il come alcuni abbiano mancato "qualcosa" pur, di fatto, aver compiuto l'azione di fare una donazione alla creatura che vive in fondo al pozzo (che me la immagino un po' Creatura della Black Lagoon e un po' strega de l'Armata delle Tenebre"). Dove si delinea il discrimine tra chi ottiene quello che chiede senza conseguenze e chi invece lo ottiene ma poi si spegne per non aver pagato il "giusto prezzo"? Come fa qualcuno a sapere quale esso sia e altri no e chi lo sa potrebbe dirlo agli altri? O deve mantenere il segreto? Un'ultima domanda, se si tratta di un pozzo ormai in disuso e sostituito dalla fontana, come mai hai intitolato il tuo racconto "Il pozzo nuovo di Valbassa"? Scusa per tutte le domande.
Se si tratta di uno spoiler attendi fino a quando tutti avranno commentato...non voglio rovinare la lettura a nessuno. Si tratta di curiosità non di veri dubbi.
Thumb up anche per te,
Sybilla
Classifica:
1 Nessi causali
2 La candela
3 Una splendida coppia
4 Montalbano sono
5 I fatti
6 Tocca a te
7 Il pozzo nuovo di Valbassa
8 Ritmo e rumore
Re: Gruppo De Santi: Lista Racconti e classifiche
Inviato: giovedì 25 giugno 2020, 11:07
da Piscu
salve a tutti, ecco commenti in ordine sparso e classifica alla fine. in media comunque racconti discreti, non ho trovato nessuna schifezza totale! :)
Il pozzo nuovo di Valbassa
racconto di atmosfera che riesce a suggerire in modo efficace questa presenza misteriosa al centro del paese e anche come la vita della piccola comunità gli ruota intorno. bella l'idea di questo "debito" contratto con l'entità che poi rimane nella mente delle persone e le porta a dubitare se abbiano offerto abbastanza. personalmente avrei cambiato proprio le ultime righe, in cui viene praticamente resa esplicita la presenza di qualche tipo di creatura. io l'avrei lasciato più ambiguo, suggerendo che fosse tutta una tradizione degli abitanti talmente forte da condizionare il loro modo di vedere il mondo nonostante l'assenza di prove.
Tocca a te, di Maurizio Ferrero
contesto postapocalittico alla mad max, con i predoni cannibali e tribù varie in lotta tra loro. nella prima sezione ammetto che ho fatto un po' di fatica a distinguere i due personaggi, soggetti e complementi erano intrecciati tra loro e ero sicuro di chi fosse il predone "buono". mi sarei aspettato un twist più forte, ma funziona abbastanza bene così, e la sequenza di scontro tra i due è resa molto bene. non particolarmente originale ma ben fatto.
Nessi causali, di Wladimiro Borchi
efficace la contrapposizione tra narrazione ed estratti "legali", che porta a pensare che stiamo vedendo la scena descritta e invece si scopre che è una sequenza futura. purtroppo quando viene rivelata la verità la storia traballa un po', perché la ricostruzione dei fatti mi sembra troppo semplicistica perché possa essere passata. so che ci sono casi reali in cui sono state fatte valutazioni su elementi ben più labili di questo, ma un racconto deve essere "più credibile" della realtà, quindi qui non mi basta. inoltre il tema del pedofilo cattivo è un po' un jolly troppo facile da usare quando si vuole suscitare la reazione "di pancia" del lettore, e qui mi pare che sia stato usato proprio per creare uno shock più forte di quanto la storia richiedesse.
Montalbano sono, di Simone Cassia
l'aderenza al tema c'è, ma la storia in sé mi sembra un po' limitata. nel senso, la trama in sostanza è "un amante geloso spacca il vetro alla persona sbagliata". il problema principale è che il protagonista non è coinvolto nella vicenda, è appunto uno spettatore e quindi quando si scopre cosa era successo realmente la reazione è "ah, vabbè". un po' come se la leggessimo sul giornale, ci può sembrare una storia curiosa ma finisce lì, non abbiamo altre reazioni quindi rimane tutto molto freddo.
La candela, di Alexandra Fischer
non sono sicuro di aver capito, in pratica il nucleo della storia è che lui non ha compiuto il rito nel modo corretto? quindi l'effetto non è stato quello voluto, ma allora quale avrebbe dovuto essere? parli di un "incanteismo di morte", possibile che fosse così in collera verso la ex da volerla ammazzare? non aiuta il fatto che la parte iniziale del racconto è un po' confusa, si basa sulla descrizione di un ambiente che probabilmente tu avevi chiaro in testa ma non è trasmesso con la stessa efficacia. inoltre la storia si basa anche sul cliché del "persona ubriaca che fa cose che non si ricorda", quando per la maggior parte l'ubriachezza non funziona così, e soprattutto non è un interruttore on/off che ora sei normale e un secondo dopo perdi il controllo e non ricordi cosa hai fatto. inoltre per arrivare in questo stato di blackout totale con un litro e mezzo di birra (nemmeno di vino!) bisogna essere proprio dei pischelletti! fagli bere un litro e mezzo di tequila e se ne riparla.
Una splendida coppia, di Luca Nesler
racconto ben scritto e il finale colpisce, anche se si riusciva a intuire già verso metà. analizzandolo al netto dell'impatto emotivo però qualcosa non funziona del tutto. innanzitutto non capisco quale sia il rapporto tra i due. chi è che va a trovare il vecchio? si suppone che sia una persona più giovane (ma non è detto), quindi è il figlio, o un amico qualunque? dice che andrà a trovare anche la moglie al cimitero, quindi conosceva anche lei, ma in che rapporti erano? insomma mi manca un po' di capire perché a lui interessa fare compagnia al vecchio. il dettaglio dell'ippocastano secondo me è ingannevole: supponiamo che il vecchio abbia qualche forma di demenza/alzheimer/amnesia, quindi crede di essere nel suo passato. se è convinto di aver appena piantato l'albero che c'è fuori, ma lo dice mentre lo guarda, allora dovrebbe accorgersi che qualcosa non va. il particolare è efficace come indizio ma l'hai posto nel modo sbagliato, avresti dovuto fargli citare l'albero ma senza vederlo, perché così a meno di una totale dissociazione dalla realtà si dovrebbe rendere conto che non può averlo appena piantato. in ultimo, non ritrovo l'aderenza al tema. cos'è che uno di loro NON ha fatto? "non si è ricordato" di essere invecchiato? o l'altro "non gli ha detto" che sono passati anni? il collegamento col tema lo trovo molto esile, al limite del mancato.
Ritmo e rumore, di Stefano De Luca
è sempre rischioso scrivere racconti che si svolgono "nella testa" di quacuno che non ricorda, non sa, non sente. si va incontro a paragrafi di frasi confuse e poco significative. all'inizio si ha quella sensazione, di "voce nel vuoto" che probabilmente era l'intento, ma che ammazza subito l'attenzione, perché leggendo si pensa "si ok questo non si ricorda, ma che succede?". io avrei trascinato molto meno la parte di confusine iniziale, se non addirittura solo la prima frase per poi passare all'azione. il tema è centrato, anche se mi permetto di dire che la moglie mi pare un po' troppo esigente, salire sulla vetta con due guide sherpa non mi sembra comunque un'impresa da quaqquaraqqua.
I fatti, di Giulio Palmieri
non è facile condensare un giallo in così poco spazio, e purtroppo credo che tu abbia avuto qualche difficoltà nel bilanciare la storia. infatti l'introduzione è molto distesa, con descrizioni e dettagli, ci fai vedere i personaggi e il contesto. poi nel finale hai dovuto sintetizzare tutto in uno spiegone che il commissario sputa tutto d'un fiato a beneficio del lettore, perché il racconto sta finendo e bisogna tirare le fila. la storia, anche se non originale, funziona, ma il racconto soffre molto di questo disequilibrio. sarebbe stato meglio diluire meglio le informazioni, mettere qualche primo indizio già nella prima parte e non dover quindi fare lo spiegone alla fine. credo che già rimuovendo il personaggio dello stenografo o quel che è, che di fatto non aggiunge niente, avrebbe dato più spazio di sviluppare la storia meglio.
classifica:
1 - Il pozzo nuovo di Valbassa, di Andrea Partiti
2 - Tocca a te, di Maurizio Ferrero
3 - Ritmo e rumore, di Stefano De Luca
4 - I fatti, di Giulio Palmieri
5 - Una splendida coppia, di Luca Nesler
6 - Nessi causali, di Wladimiro Borchi
7 - Montalbano sono, di Simone Cassia
8 - La candela, di Alexandra Fischer
Re: Gruppo De Santi: Lista Racconti e classifiche
Inviato: lunedì 29 giugno 2020, 20:32
da Davide Di Tullio
Ciao, ecco la mia classifica:
1 - Il pozzo nuovo di Valbassa, di Andrea Partiti
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Ancora un racconto ambientato a Valbassa... Prima o poi dovró venirci, accadono un sacco di cose interessanti :-D
Il racconto ha il suo fascino retró. Un raccontato pulito che si mescola a un mostrato nitido (bello il dettaglio del secchio) e che lascia immergere il lettore in una realtá di provincia cupa e misteriosa. La lettura scorre senza intoppi e ho avuto la piacevole sensazione di ascoltare una di quelle storie che si raccontano intorno a un fuoco. Sei uscito dal format tipico del racconto moderno (ma vedo che lo hai fatto altre volte), creando qualcosa di pregevole
2 - Tocca a te, di Maurizio Ferrero
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Un racconto in piena atmosfera Mad Max. Parlando di bambini da far fuori mi ha un pó disturbato, ma é segno che il racconto funziona :-D. Una buona caratterizazzione dei personaggi impreziosisce una trama che segue una linea coerente e che si chiude con il climax finale, in una chiosa molto cinematografica. è evidente qui il rapporto buono/cattivo e la tensione che é la conseguenza della polarizzazione di questi due archetipi. Il PDV é sostanzialmente quello di Ditagialle e non mi par di aver visto incoerenze da questo punto di vista. Ma un tarlo mi rode. So che hai dovuto far montare in auto Karloff e su questo evento si regge tutta la scena successiva, ma perché Ditagialle attende che Karloff monti in auto per confrontarsi con lui? Non avrebbe potuto farlo prima? Poi, perché far fuori un membro della gang cosi valido?
3 -Una splendida coppia, di Luca Nesler
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Ciao Luca, sempre un piacere rileggerti.
Tecnicamente il racconto è molto buono. I dialoghi serrati si susseguono senza sbavature. Il finale triste Infiocchetta uno scambio che però rischia di rimanere una chiacchiera tra amici. Non è chiaro perché l'uomo è andato a trovare l'amico in ospedale. Capiamo che il malato potrebbe avere qualche forma di demenza senile, però questa cosa la si deduce forse un po' tardi. Anche l'elemento di tensione si vede poco. Insomma, a mio avviso manca qualche coordinata per inquadrare meglio la vicenda. Un ultimo appunto sui dialoghi. Di tanto in tanto perdevo il filo, magari è solo un mio problema, ma forse aggiungere qualche beat potrebbe aiutare a capire chi sono i soggetti parlanti
4 -Nessi causali, di Wladimiro Borchi
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La lettura di questo racconto mi lascia un po' perplesso. Prese singolarmente le parti sono scritte bene, tuttavia non capisco la ragione di inframmezzare
la vicenda del processo del poveraccio con il crescendo del ragazzo abusato che sfocia nel climax finale. La cosa ha creato una "finta" tensione, confondendomi e facendomi battere una "falsa" pista.
Di fatto le due vicende non solo temporalmente parallele, ma ne è solo la trasposizione il che mi pare un po' una forzatura.
Poi c'è quel termine usato alla fine "uccello" che ha quasi un effetto comico smontando la tensione finale
5 - Ritmo e rumore, di Stefano De Luca
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Mi scuso per aver fatto un commento poco circostanziato. Avró dato la sensazione di una lettura facilona del tuo racconto, ma non é cosí. Ho riletto il tuo testo tre volte e non mi é arrivato. Di solito, in questi casi, cerco di capire quali sono le ragioni che non mi consentono di metabolizzare il racconto. Scorro la lettura per individuare le criticitá, e lo faccio cercando di lasciare fuori ogni considerazione di natura personale (sostanzialmente i propri gusti letterari) e di rifarmi alla conoscenza in campo narrativo, agli elementi "canonici" diciamo, su cui costruire un racconto che funziona. In questo modo cerco di evitare di fare valutazioni discrezionali.
Nel caso specifico vorrei rispondere alle questioni da te sollevate.
Il termine "solipsismo" non é utilizzato in senso stretto. Ho "stiracchiato" il significato, volgarizzandolo, per intendere che il protagonista parla con se stesse e a se stesso. Non é proprio cosí in realtá. A volte, nella parte descrittiva, sembra rivolgersi al lettore, ma lo fa indirettamente. In ogni caso non considerare il predicato in un accezione negativa, ma semplicemente come un elemento definitorio che serviva a me ad inquadrare il racconto.
Fatta questa premessa, gli elementi di criticitá a mio avviso si scorgono in una non chiara definizione del soggetto parlante, del luogo in cui si svolgono i fatti (almeno all´inizio) e un non chiara comprensione del perché la moglie si inalberi, con la passione descritta dalle parole, per una questione (l´essere o meno soli a scalare una montagna) che non mi pare avere particolare rilevanza. Per lo meno questo non emerge dal testo. Tutti questi "non detti" lasciano il lettore (in questo caso parlo di me) piuttosto disorientato. Sappiamo alla fine che il protagonista deve raggiunere la vetta, ma qual´é il tema della storia?
Non posso fare una valutazione artistica del testo, ma, vista la natura del contest, devo limitarmi ad una valutazione narrativa del racconto (molto piú näif, se vuoi, ma tant´é). In quest´ottica non credo che il lettore debba "sforzarsi" di comprendere il testo. Essendo prosa, mi aspetto che il racconto mi diletti, arrivi a dirmi qualcosa nell´immediato. Non credo si possa pretendere la parafrasi del testo. Forse la mia resta una visione limitata della cosa, ma non disponendo di un bagaglio culturale adeguato, e dovendo fare una valutazione sulla base di quelle che sono le mie conoscenze in ambito narrativo, non posso che attingere dallo stesso pozzo.
Spero di aver chiarito la mia posizione
6 I fatti di Giulio Palmieri
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Devo ammettere che ci vuole coraggio a scrivere un giallo in così poco spazio e la cosa ti fa onore. Nel contempo devo però ammettere che il risultato resta un po' deludente. Il racconto parte bene (Anche se a mio avviso chiamare "donna" anziché "signora" la protagonista risulta un po' anacronistico nell'Italia di oggi). Il maresciallo anziché andarsi a leggere il testamento raccoglie delle "voci" e anche questo suona un po' bizzarro. La prima metà della vicenda è scritta in forma di dialogo, poi parte lo spiegone, che sembra dell'autore onnisciente, ma vista la chiosa potrebbe essere del maresciallo. Insomma un po' si confusione sul PDV che certo non aiuta a metabolizzare la vicenda.
A rileggerci!
7 La candela, di Alexandra Fischer
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Ciao Alexandra, piacere di rileggerti.
Il racconto fila bene fino a circa metà, poi qualcosa si inceppa a mio avviso. Ho dovuto rileggere più volte il passaggio della telefonata perché non era chiaro chi stesse parlando e di chi stessero parlando. Detto questo, tutta la vicenda raccontata non ha un vero e proprio sussulto. Perché la donna chiama lui se ha perso la memoria? Questa svolta narrativa mi sembra un po' surreale.
8 - Montalbano sono, di Simone Cassia
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Ciao Simone, piacere di leggerti!
Credo che a questo racconto manchi qualcosa di determinante. L'idea di fondo è apprezzabile, ma si arriva alla fine "scarichi", senza una vera e propria tensione, così che il twist finale entra nel mondo dell'aneddoto. Quello del mattone poteva essere in pretesto meraviglioso per rompere l'armonia del protagonista e farlo lottare per ristabilire l'equilibrio perduto. Ma il protagonista è una specie di non - Protagonista. Resta passivo e attende che gli eventi accadano, senza intervenire mai nella vicenda
.
Re: Gruppo De Santi: Lista Racconti e classifiche
Inviato: martedì 30 giugno 2020, 14:37
da antico
Solo tre le classifiche da voi ricevute quando mancano due giorni al termine. All'appello devono ancora rispondere Polly Russell, Roberto Romanelli, Danilo Riccio e Giulio Marchese.
Re: Gruppo De Santi: Lista Racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 1 luglio 2020, 11:26
da Vastatio
Il pozzo nuovo di Valbassa
Ciao,
certo che la tua Valbassa di roba strana ne ha. Mi piace questo racconto, sa di "leggenda" raccontata dal taxista di turno che porta i turisti in giro per la regione. La chiusa mi lascia un po' deluso. Con l'altro racconto di Valbassa mi avevi "dipinto" una Valbassa "stronza". Mi sarei aspettato un mostro nel pozzo che, in qualche modo, fregasse qualcuno in base a qualche sua regola strana (o a capriccio) in modo da rendere l'offerta non adeguata alla fortuna ricevuta. Rendendo quindi l'uso del pozzo un rischio non solo dovuto alla propria incapacità di valutare la propria richiesta. Alla fine, però, non dicendo nulla in tal senso, posso anche interpretarlo così.
In ogni caso una buona prova.
Tocca a te
Ciao,
bella ambientazione, bella interpretazione del tema e bello stile pulito. Non so se tu l'abbia fatto apposta, ma, la tua "fotografia" cozza con l'immaginario comune proprio di quell'ambientazione. Ho trovato tutto molto "tranquillo", "quotidiano" (per i protagonisti, sia chiaro, il mio massimo dilemma quotidiano su come procacciarmi il cibo è scegliere il supermercato vicino casa o vicino all'ufficio). Un contrasto decisamente forte rispetto alla situazione. Devo ancora decidere se la cosa mi sia piaciuta o mi abbia creato più un effetto "meh".
Nessi causali
Ciao,
non sei l'unico a giocarti la carta dell'abuso in questa edizione (ho letto anche altri racconti oltre al tuo girone) e questo ti fa perdere qualche punto. Recuperi per la struttura e, almeno per me, perdi un po' nel finale che mi sembra una soluzione non all'altezza di quello che mi avevi prospettato . Mi piace che stai raccontando la storia del "capro espiatorio", ma non mi piace l'aver tirato fuori il figlio malato mentale che scappa dall'istituto.
Una splendida coppia
Ciao,
una bella dose di allegria, con spruzzata di limone negli occhi alla fine. Ti bruci subito all'inizio l'eventuale effetto sorpresa, "fingendo" di notare l'ippocastano. In questo modo è chiaro che per tutto il racconto lui lo sta assecondando. E assecondare un vecchio in quella che potrebbe essere la sua camera alla casa di riposo (pantofole nuove, letto singolo) e parlare poi della moglie mi porta a mangiare la foglia molto presto. Inoltre, se vuoi farmi piangere (commuovere va, non esageriamo), devi mostrarmi qualcosa di deprimente, non dirmi semplicemente come si sente lui. Non empatizzo altrimenti. La frase finale mi è piaciuta parecchio.
La candela
Ciao,
manco da MC da parecchio e, devo dire, che ti ho trovata molto migliorata.
La storia di per sé reggerebbe, è che, secondo me, hai voluto inserire "troppi" dettagli, per rendere più viva la scena, ma che mandano in confusione. Che cavolo di casa ha? Per arrivare dalla camera da letto alla cucina deve fare attenzione all'appendiabiti (ok, ci sta, può averlo in camera) e al portaombrelli (io questo lo metto o FUORI dalla porta d'ingresso o subito lì vicino)... Il cellulare poi è in carica "per terra" in cucina? Ha agguantato il gatto al volo dal balcone 10 metri sopra di lui? La sua ex chiama un numero (accettiamo che lo abbia ancora in rubrica) che non chiama da (circa) 4 ANNI? Non ha qualcuno di più "recente" nella cronologia chiamate? Oppure è una "rompiscatole" proprio perché lo assilla (quindi ci sta che sia nella sua cronologia), ma allora perché lui "vorrebbe chiamarla"?
Ho come l'impressione che la "rompiscatole" non sia quella che lui vorrebbe chiamare e per cui si strugge all'inizio.
Montalbano sono
Ciao,
non amo l'uso del dialetto. Non lo amo perché non lo capisco e, di norma, sono costretto o a perdermi interi paragrafi o a fruire di note e traduzioni che, converrai, spezzano in modo indecente la lettura.
Non è il tuo caso perché, avendo sangue terrone nelle vene, lo capisco. Però non mi piace lo stesso, anche perché non lo releghi solo al "parlato", ma anche al narrato (e ci sta, essendo una prima persona). Però, in questo caso, solo poche parole per fare "colore"... mi sembra una alchimia dosata male.
A parte questo l'idea è carina. Un equivoco, da cui partono le seghe mentali del protagonista. Trattandosi di un altro però avrei preferito vedere qualche "effetto" delle paranoie... perché così mi sembra una occasione sprecata.
Ritmo e rumore
Ciao,
ammetto che non ci stavo capendo nulla. Poi, quando finalmente arriva un ricordo "CHIARO", la situazone si capisce. Prendo per buona la tua motivazione: rivalsa dopo una "critica" della moglie (non ci arrivava "prima" da solo che la moglie lo avrebbe beccato?). Quello ch enon mi piace è l'uso che fai del "suono". Premetto che io "sento" più che "vedere" quello che leggo e "rumore" e "suono" non mi dicono niente.
Show don't tell vale anche per i suoni. Ci sta che ci sia "rumore" quando è ancora intontito, quando si sta risvegliando. Quando non riesce a mettere a fuoco. Quando perà è vigile "rumore" e "suono" hanno un origine e una forma precisa. Altrimenti sono solo "qualcosa".
I fatti
Ciao,
il fatto è che hai finito lo spazio. Solo così si spiega l'infodump finale (non è che, solo perché è in un dialogo, non puzza di infodump). E il problema è che tutto il ragionamento del "commissario" si basa su voci che potrebbero, facilmente (forse), essere dimostrate da ricette del medico non usate in farmacia, da flaconi di erparina buttati ancora pieni, o il conto delle siringhe che non quadra. Non è che stiamo parlando della morte di "ieri" e del commissario che, in meno di 24 ore, sbroglia la matassa, usando solo voci e il suo intuito. Son passati dieci giorni!
Classifica
1. Il pozzo nuovo di Valbassa
2. Tocca a te
3. Una splendida coppia
4. Nessi causali
5. Montalbano sono
6. La candela
7. I fatti
8. Ritmo e rumore
Re: Gruppo De Santi: Lista Racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 1 luglio 2020, 15:34
da Kiljedayn
Salve a tutti, ecco qui la mia classifica e i miei commenti, al solito, è stata dura! Complimenti a tutti i partecipanti di questo gruppo!
CLASSIFICA
1) Il pozzo nuovo di Valbassa
2)Tocca a te
3)Nessi causali
4)Una splendida coppia
5)La candela
6)I fatti
7)Ritmo e rumore
8)Montalbano sono
COMMENTI
IL POZZO NUOVO DI VALBASSA:
Ciao Andrea!
Racconto inquietante, che centra in modo perfetto il tema di questa edition. Devo farti i miei complimenti, riesci nella difficile impresa di suggerire una minaccia ultraterrena senza però lasciarla poco approfondita. Il mistero è tale, ma suona anche stranamente "concreto": spetta al lettore decidere cosa sia effettivamente questa creatura, ma i suoi effetti sulla vita e sulle persone sono ben delineati; il risultato è un racconto che ha il sapore della leggenda che si racconta ai forestieri per lasciarli con un ultimo brivido prima di addormentarsi, con suggestioni lovecraftiane che personalmente apprezzo tantissimo.
Ancora complimenti, quindi, e ti faccio i miei migliori auguri per il contest!
Alla prossima!
TOCCA A TE:
Ciao Ferre, prima volta che devo commentare ufficialmente un tuo racconto!
Essendo un tuo lettore da un po' di tempo so bene che nei paesaggi apocalittici ci sguazzi a meraviglia, e infatti, anche in questo caso, l'ambientazione funziona a dovere. Abbiamo i cannibali, i veicoli alla mad Max e quel classico senso di "andare in culo a chi sta peggio" che caratterizza questo tipo di storie. Sono sempre contento di vedere quando a un'azione estremamente aberrante come quella del cannibalismo viene attribuito il giusto peso, fin troppo spesso film e videogiochi ci regalano lo stereotipo del mangiatore di uomini pazzo e completamente desensibilizzato allo schifo che compie per sopravvivere. Appropriato il finale con contrappasso, dove i cacciatori diventano le prede e la pietà di Karloff non trova alcuna gratificazione.
Attento solo ad una cosa: i personaggi, inizialmente, tendono a sovrapporsi. Usando tantissimo anche io i soprannomi per i miei personaggi, è un rischio che comprendo bene; forse Ditagialle avrebbe potuto essere un po' più… stronzo, ecco. Inizialmente sembrano entrambi ripugnati dall'idea di uccidere il piccolo, mentre quella di Ditagialle alla fine è solo pigrizia e voglia di testare la fedeltà del compare. Nel complesso, un racconto che ho apprezzato!
NESSI CAUSALI:
Ciao Wladimiro, piacere di rileggerti!
Racconto in crescendo, che arriva al culmine di una scena di violenza esplosiva, breve ma intensa. Azzeccato il tema, naturalmente. Interessante e molto ben gestita la dualità della narrazione, un depistaggio che alla prima lettura riesce a cogliere impreparato il lettore, sebbene il piano possa apparire un po' troppo machiavellico per un semplice abuso da parte di un pedofilo. Tuttavia, quello che lo ha reso credibile per me è il dettaglio che Fabrizio non fosse un bambino qualsiasi, ma il rampollo di una famiglia molto ricca e potente (cose che apre la porta a vendette, fantasie di dominio e quant'altro). Quando poi ci viene rivelata, la verità è ancora più semplice e disgustosa.
UN racconto molto buono che sicuramente si merita il podio nella mia classifica, la prima posizione dovrò assegnarla esclusivamente sulla base del mio gusto per i temi trattati e il genere di riferimento, a questo punto.
Complimenti e in bocca al lupo per questa edition!
UNA SPLENDIDA COPPIA:
Ciao Luca!
Il tuo racconto mi risulta molto difficile da giudicare. Se la potenza emotiva è innegabilmente presente, ed è il pregio più grande della tua storia, devo ammettere che faticavo a capire il contesto. Mi spiego meglio: comprendo l'esigenza di rivelare man mano che i due interlocutori non si trovino a casa di Paolo, ma in una qualche struttura di cura. Insomma, hai tratteggiato una scena molto toccante con una calibrazione del senso di "groppo alla gola" molto ben gestita. Dall'iniziale complicità fra il protagonista e Paolo fino alla profonda tristezza del finale, tutto funziona a meraviglia. Però ho avuto bisogno di leggere la tua spiegazione in uno dei commenti per capire sul serio la cornice della storia: senza quella spiegazione, il rapporto fra Paolo, Ester e il narratore risulta troppo nebuloso. Una volta compreso che non ci siano legami di parentela, viene da chiedersi cosa lo spinga ad andare lì. L'unica spiegazione che mi ero dato era che fosse un volontario, ma che arrivasse perfino ad andare al cimitero per Ester mi sembrava troppo.
Il mi consiglio è di rimetterci mano e suggerire maggiormente cosa sia accaduto prima, può uscire una storia davvero struggente.
Alla prossima!
LA CANDELA:
Ciao Alexandra!
Io sono abbastanza nuovo qui, su MC, ma ho avuto modo di leggere almeno tre tuoi racconti, notando un'evoluzione positiva nella qualità. Insomma, migliori sempre di più e questa è un'ottima cosa, quindi ti faccio i complimenti anche solo per questo!
Venendo al racconto vero e proprio: la parte iniziale è buona, come ti hanno già fatto notare risulta abbastanza comico (forse involontariamente) che due bottiglie di birra abbiano mandato in blackout un uomo adulto, ma la descrizione del suo non troppo dolce risveglio è ben eseguita. Trovo un po' strano che lui senta il bisogno di raccontarsi dove viva la vicina e cosa abbia fatto per ricevere il dono. Personalmente, invece, non ritengo affatto esagerata la decisione di usare la magia per eliminare la "rompiscatole": il protagonista è un vigliacco, lo si capisce, perciò l'idea di usare una soluzione rapida e non rintracciabile per evitare un confronto mi sembra appropriata.
Nel complesso, una buona prova, probabilmente non da podio per mere questioni di tecnica, ma che ho apprezzato.
In bocca al lupo, alla prossima!
I FATTI:
Ciao, Giulio, piacere di conoscerti e leggerti per la prima volta!
Come già in passato, mi tocca uscire allo scoperto: il giallo , soprattutto all'italiana, non fa proprio per me, a livello di gusto personale. Chiaramente sul mio giudizio cerco di non lasciarmi influenzare dalla cosa, ma mi sembra onesto avvisare. Il tuo racconto, come ti hanno già detto, sembra un po' grosso per questi 3k caratteri maledetti. L'inizio è molto buono, l'uso di forme un po' desuete e la descrizione della protagonista aiutano molto a predisporre il "feeling" della tua scena, non è difficile immaginare questo ufficio piccolo e soffocante nel caldo di Otranto. Il commissario, sicuro di quali siano i fatti, gioca con la sospettata come fa il gatto col topo, si prende il suo tempo, insinua, testa le difese della sua avversaria. Questo, però, fintanto che sentivi di avere spazio a sufficienza: esauriti i caratteri, la velocità della scena si impenna, a scapito di quell'atmosfera costruita in precedenza.
Onore al coraggio di proporre un genere così complesso in uno spazio tanto ridotto, e ti faccio un grosso in bocca al lupo per la gara!
RITMO E RUMORE:
Ciao, Stefano!
Un racconto di redenzione, una sfida disperata e forse suicida per rimediare ad una menzogna del passato, recuperare il proprio onore e, forse, anche l'amore dei propri cari. Gli ingredienti per una grande storia ci sono tutti, inclusi il tema del conflitto con la natura e con sé stessi. Eppure, qualcosa nella forma mi ha impedito di apprezzare pienamente il tuo scritto. Se nelle prime righe posso condividere la decisione di usare una terminologia sensoriale "confusa", pensata per disorientare il lettore tanto quanto lo è il povero scalatore, con il procedere del racconto e del suo progressivo "risveglio", sarebbe stato opportuno rendere più agile il testo. Non è affatto un brutto racconto, e credo che la tua interpretazione del tema sia al contempo semplice, ma molto efficace, tuttavia non credo che mi sia arrivato pienamente.
Un peccato, ma ti faccio comunque i migliori auguri per questa edition!
Alla prossima!
MONTALBANO SONO:
Ciao Simone, sono abbastanza certo che sia la prima volta che leggo qualcosa di tuo, piacere di conoscerti!
Dunque, racconto interessante fino al climax mancato del del finale. Introduci un clima di paranoia molto credibile, chiunque inizialmente liquiderebbe l'accaduto come uno scherzo o un effettivo errore; ci sta che piano piano il protagonista continui a tormentarsi arrivando a immaginare complotti degni di Camilleri. Il finale, purtroppo, è un po' un "ah, tutto qui?"
Perdonami, ma non credo di aver colto il tema: chi sa cosa non ha fatto chi? Il protagonista che sa che il futuro assassino non ha recapitato la minaccia alla persona giusta? L'assassino che è convinto che il protagonista gli abbia messo le corna, quando non c'entra nulla? Non mi risulta chiarissimo.
Sulla questione del dialetto: tendenzialmente sono contrario all'uso di forme che spezzino il ritmo della lettura, ma è innegabile che tu abbia usato bene i termini per dare colore ed atmosfera; trattandosi poi di un racconto breve, risulta abbastanza facile consultare le note di traduzione, quindi non ci vedo un enorme problema.
Buona fortuna per la gara!
Re: Gruppo De Santi: Lista Racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 1 luglio 2020, 23:28
da Polly Russell
Commenti sparsi e classifica alla fine.
Il pozzo nuovo di Baldassarre di Andrea Partiti
Ciao Andrea! Come al solito un’ottima prosa, come al solito ci lasci in bilico tra il detto e il non detto, ci lasci scegliere come preferiamo. In questo caso, cosa o chi sia l’abitante del pozzo. Di più, ci lasci decidere se esista davvero, perché potrebbe essere solo suggestione. E, come sempre, mi piace.
All’inizio ho faticato a carpire l’attinenza al tema, poi mi sono resa conto che è perfettamente aderente. Il “pozzo” sa cosa hai o non hai fatto per avere il suo favore. Diciamo non ho davvero nessun appunto da farti.
Tocca a te, di Maurizio Ferrero
Ciao Maurizio, buona ambientazione, come sempre del resto. Pochi dettagli ed è tutto chiaro. Immagino che essere una patita del genere giochi a tuo favore, ma, per me, il tuo universo è davvero ben delineato.
Il cannibale ha delle remore, niente di più facile, gli umani sono empatici con i cuccioli, quanti mangiano carne ma non l’agnello? Quello che non torna è il motivo per cui si accorge che non lo aveva ucciso. Il sangue sulle mani è relativo: un bambino di quattro anni puoi tranquillamente strozzarlo, soffocarlo... a meno che non si voglia eliminare il sangue per mantenere la carne. Sì, potrebbe essere ma ci devo arrivare. Magari lo puoi accennare, “scolalo bene stavolta, l’ultima è marcito prima di arrivare”, per esempio. La chiusa mi piace, anche se avrei cercato una frase più a effetto, tipo “neanche loro possono tornare a mani vuote”.
C’è un film carino (Ottima idea, mal realizzata) su netflix, con quel figo di Momoa e Curry sull’argomento.
Nessi causali, di Wladimiro Borchi
Wladimiro, buonasera!
Cioè, fammi capire, per uno stupro ai danni di un bambino, con scasso, con la premeditazione e annessi e connessi, il massimo della pena è sedici anni? Molto meglio le mie distopie, cacchio!
Ma lasciamo perdere. Il racconto è, come sempre, davvero buono. Il twist finale è inaspettato, o meglio, che accada qualcosa te lo aspetti, ma non quello che accadrà. Quindi hai raggiunto lo scopo.
Per il resto mi sembra difficile che si riesca ad incolpare il ladruncolo, voglio dire, questo è uno scassinatore, senza precedenti per stupro o molestie, o l’avvocato l’avrebbe detto. Arma tutto quel casino per stuprare un bambino? Ne avrebbe potuti trovare altri, in modo più facile. E la madre? Chiude e se ne va? Sì, capita di continuo è vero, ma ci sono dietro situazioni di forte disagio, sudditanza psicologica, abusi ripetuti nel tempo, insomma roba che polizia, avvocati e servizi sociali avrebbero dovuto intuire. Però sei tu quello di mestiere, quindi mi fido.
Quel “sei malato” sottende forse al fatto che Fabrizio abbia accusato il padre e non sia stato creduto? Spero, perché spiegherebbe la sua ripresa dallo stato catatonico e la sua voglia di vendetta, ma forse lo sottolineerei.
L’alternanza dei periodi è ben gestita, e il finale arriva veloce e crudo come si deve.
Una splendida coppia, di Luca Nesler
Accidenti Luca che tristezza, quanto dolore. Una bellissima storia con un finale del tutto inaspettato. Ma perché è tanto inaspettato? Eheh, vecchio volpone! Perché non ci dai alcun appiglio per capire cosa stia davvero accadendo, anche se il platano è una grande idea!
Mi spiego, parliamo di un signore anziano con un qualche tipo di problema, che sia una demenza, un deficit cognitivo o un Alzheimer. Il problema è che dubito che i deliri siano tanto precisi e tanto lunghi. È il caffè che ti frega un po’, di solito è un generico “sta di sotto”, oppure “è di là”, perché di solito sono ricordi di gioventù quelli che affiorano e a meno che Ester non avesse passato mezza esistenza a comprare caffè, è difficile. In più Paolo è molto preciso, fatto salvo il platano, che ti ripeto è una genialata. Insomma, non lo so, io cercherei di essere un po’ più fumosa.
Detto questo è un ottimo racconto, molto emotivo. Sarà un casino stilare una classifica stavolta.
La candela, di Alexandra Fischer
Ciao Ale! Certo che... ma quanti anni ha il tuo protagonista se si stronca con due birre? XD per una sbronza come quella che descrivi ci vuole un surplus di rum, secondo me. E quanto può essere stronzo per volerla far fuori? XD
Comunque, storia chiara, lineare, che scorre abbastanza bene. Secondo me, un po’ esagerata, sia la strega con i suoi regali, sia la sua reazione ad essere stato lasciato, ma alla fine, femminicidi ne vediamo giornalmente, quindi perché no?
Montalbano sono, di Simone Cassia
Ciao.
Che dire, sono un po’ perplessa. In realtà la storia c’è, ma sembra più il riassunto che la storia stessa. Un uomo ha mandavo un avviso alla finestra sbagliata, quello che doveva essere avvisato, non lo è stato, quindi ha continuato nel suo intento e viene ammazzato. Ok, però qualcosa in più dimmela. Perché passionale? Chi vive lì vicino? Chi doveva morire, lui, lei, loro? Questo protagonista sta lì a non fare nulla, fino a che la soluzione arriva da sola. Ci dici che si arrovella come Montalbano, bene, fammelo vedere allora. Oppure invece che una storia sembra un prologo.
Insomma che dire, ok che erano pochi caratteri, ma almeno quei pochi usali.
In più hai usato davvero troppo il dialetto, va bene nel discorso diretto, anche se io non lo amo, ma dal narratore no, è men che meno a singhiozzo. O narra e pensa in dialetto, oppure no.
I fatti, di Giulio Palmieri
Ciao! Credo sia la prima volta che leggo qualcosa di tuo. Comincio col dire che non sono una gran fan dei gialli, principalmente perché non li capisco, e rimango sempre indietro su quale era l’indizio o su chi sia il colpevole, ma questo non influenzerà la mia decisione.
Ho dei dubbi su come hai gestito il racconto, fondamentalmente questo ispettore sa che la colpa è della sorella ma non può dimostrarlo, quindi gli sciorina tutta la sua tesi, così, per sfogo. Ci starebbe pure, ma avrei optato allora per un soliloquio, una sorta di flusso di conoscenza che avrebbe fatto apparire la parte finale del tuo racconto meno “spiegone”.
I caratteri sono quel che sono, ma lo sappiamo dall’inizio, quindi vanno dosato con saggezza. E io ne avrei risparmiati un bel po‘, omettendo la descrizione fisica delle donne o le impressioni dell’appuntato, e li avrei usati per diluire l’infodump finale.
Detto questo, mi perplime anche la dinamica. L’eparina per via endovenosa è un farmaco particolare, monitorato dalle Asl e soggetto a controlli ematici periodici, difficile che il dentista non abbia discusso con il curante la diminuzione del farmaco o che la defunta si sia fidata delle parole della sorella. Tutto può essere ma è strano. Oltretutto, se progetto di far morire qualcuno evitando di curarlo, continuerei a richiedere ricette, ritirare farmaci, svuotare il contenuto delle siringhe nel cesso e gettarle dove le getto di solito.
Insomma, una buona idea di base, ma va migliorata nella realizzazione.
Ritmo e rumore di Stefano De Luca
Ciao. Allora parte iniziale è troppo lunga e scivola nel ridondante, una riga per far capire lo stato di confusione del narrante è più che sufficiente. In questo modo sembra una filastrocca e perde l’intensità che dovrebbe avere. Il tema è centrato alla perfezione, purtroppo il voler rendere esplicita la confusione del protagonista è i suoi sentimenti discordanti, manda in confusione anche il lettore. Mio consiglio, sfronderei inizio e fine, concentrandomi sul suo bisogno di fare davvero ciò per cui lo lodano.
Classifica
1. Il pozzo nuovo di Valbassa
2. Tocca a te
3. Nessi casuali
4. Una splendida coppia
5. Montalbano sono
6. La candela
7. I fatti
8. Ritmo e rumore
Re: Gruppo De Santi: Lista Racconti e classifiche
Inviato: giovedì 2 luglio 2020, 12:02
da antico
Ultimo giorno e vi manca solo la classifica di Giulio Marchese.
Re: Gruppo De Santi: Lista Racconti e classifiche
Inviato: giovedì 2 luglio 2020, 21:56
da Giulio_Marchese
Stavolta è stata dura stilare la classifica, ottimo gruppo.
Classifica:1) Tocca a te, di Maurizio Ferrero
2) La candela, di Alexandra Fischer
3) Una splendida coppia, di Luca Nesler
4) Nessi causali, di Wladimiro Borchi
5) Il pozzo nuovo di Valbassa, di Andrea Partiti
6) Montalbano sono, di Simone Cassia
7) I fatti, di Giulio Palmieri
8) Ritmo e rumore, di Stefano De Luca
Commenti:Il pozzo nuovo di Valbassa, di Andrea Partiti► Mostra testo
racconto d'atmosfera che sa molto di leggenda locale, lo stile è fluido e mi piace tantissimo il tuo modo di raccontare. Il risultato è inquietante. Ho però un appunto da farti su come si svolge la transazione tra i cittadini e il pozzo dei desideri; se non ho capito male le cose vanno in quest'ordine: 1) Il cittadino fa un offerta al pozzo; 2) Il pozzo esaudisce il desiderio; 3) Il pozzo calcola la proporzionalità tra desiderio e offerta. Ora, se l'ordine è questo, c'è quanto meno un problema logico: perché il pozzo (o la creatura che ci vive all'interno) non verifica prima la proporzionalità e poi decide se esaudire il desiderio? Se l'ordine invece è: 1) Il pozzo avvera il desiderio; 2) il cittadino paga il tributo; 3) il pozzo calcola la proporzione, allora torna tutto, in particolare l'ansia di aver pagato un giusto prezzo. Il problema però è che, sarà l'ordine dei paragrafi, sarà la vaghezza stilistica (che è congeniale all'atmosfera ma impedisce di aver certezza sulla struttura della "trattativa"), questa seconda struttura, secondo me, non emerge dal testo. Probabilmente è un limite mio ma alla prima lettura le struttura che mi ero raffigurato era la prima, mentre la seconda è frutto di una ricostruzione mia durante la seconda lettura. Anche il fatto che la punizione arrivi dopo la morte non mi convince, mi sembra qualcosa di "distante", di poco concreto, e quindi mi fa meno paura.
Comunque il racconto mi è piaciuto molto, spero troverai il tempo per rispondere a questi miei dubbi e mettermi di fronte a ciò che mi è sfuggito, intanto complimenti!
Tocca a te, di Maurizio Ferrero► Mostra testo
L'ambientazione post apocalittica è resa alla grande con poche semplici pennellate, già per questo complimenti. La trama fila pulita senza problemi particolari e i due personaggi sono resi in maniera molto credibile. L'unico appunto riguarda il fatto che Ditagialle si accorga troppo tardi dell'imbroglio, o meglio: sembra accorgersene subito ma preferire aspettare per rivelarlo. Anche l'errore che tradisce Karloff mi sembra un po' ingenuo visto che sapeva cosa si aspettasse il compare, avrebbe potuto tagliarsi la mano e sporcarsi un po' oppure quanto meno cercare di nascondere le mani. Certo il personaggio ci viene descritto come un po' tonto però un sacco di pietre al posto di un bimbo di 4/5 anni? La chiosa è fantastica e la lettura lascia appagati. Complimenti!
Nessi causali, di Wladimiro Borchi► Mostra testo
Il tuo racconto mi è piaciuto per tre quarti, è scritto molto bene e mi piace l'idea di creare ambiguità tra ladruncolo e figlio nelle parti non in corsivo. Ti faccio notare alcuni termini che mi hanno un po' distratto:
«Per la povera madre, verosimilmente, il Santucci, il ripugnante pedofilo per il quale, Signori miei, anticipo che chiederò una condanna esemplare
Qui il "signori miei" secondo me andrebbe cambiato, sa molto di processo con giuria americano e mi ha strappato via la sospensione dell'incredulità. Ho cominciato a chiedermi: un PM in Italia lo direbbe? Forse in corte d'assise sì, ma non ne sono così sicuro. In generale in tribunale "si parla" con il giudice, chiamandolo appunto giudice (anche quando è collegiale perché si intende l'organo), se volevi dare il senso di collegialità avresti potuto dire signor Presidente, che è l'interlocutore privilegiato e si usa, oppure far riferimento alla corte (si usa meno ma l'ho sentito usare).
«Per questi motivi, questa Procura chiede
Anche qui, è il PM che chiede la condanna non la procura. Il PM è una parte nel processo, andava bene anche l'accusa.
A parte questi tecnicismi che non inficiano la lettura (pensò che chi non frequenta i tribunali non li nota affatto) il finale mi è piaciuto relativamente poco. La chiosa (intesa proprio come l'ultima frase) è potente, ma l'ultimo paragrafo mi sembra troppo didascalico. Il ragazzo è traumatizzato, ma sia lui che la madre si spiegano a vicenda cose che rispettivamente già sanno, quindi in realtà sei tu che le spieghi a me. Ovviamente in pochi caratteri spiegare un po' a un certo punto ci sta, però avresti potuto centellinare queste informazioni lungo tutto il pezzo. Ad esempio avresti potuto far dare questa informazione al PM:
Devi smettere di scappare dall’istituto. Ora che tuo padre ci ha lasciati, da sola non ce la faccio a occuparmi di te!».
Le informazioni sono che è stato messo in un istituto e che il padre è morto. La prima poteva andare benissimo qui:
«Per tre ore il bambino bendato venne sottoposto alle peggiori angherie. Non fatemelo ripetere in quest’aula: avete gli incartamenti, le perizie, le relazioni del medico legale. Quel che dovete tener presente è che da allora il piccolo infelice è piombato in uno stato catatonico dal quale nessuno riesce a svegliarlo. La giovane promessa di una delle famiglie più ricche della città, il futuro dirigente delle acciaierie Goretti, è ridotto a un povero demente, incapace finanche di attendere alle più banali esigenze quotidiane.»
è solo un esempio.
Nel complesso però il racconto mi è piaciuto, sia la frammentazione dei due momenti che lo stile li ho trovati molto funzionali. L'idea della responsabilità per omissione non l'ho trovata particolarmente originale (c'è un altro racconto in questo stesso gruppo basato sulla stessa idea) però ci sta ed è ben esplicitata. Piacevole da leggere, complimenti!
Una splendida coppia, di Luca Nesler► Mostra testo
Il racconto mi ha colpito, il dialogo lo trovo ben gestito e sul finale sono stato attraversato da un brivido lungo la schiena. Immagino che il protagonista c'entri qualcosa con la morte della moglie di Paolo, oppure che questa abbia tradito il marito con il protagonista, e che vada a trovarlo per quella ragione.
«Eh, abbiamo anche avuto una piccola discussione e tu c’entravi. Anche se non ricordo bene il perché» scuote la testa, guarda a terra. «Sto proprio invecchiando.»
Paolo fa riferimento all'ex moglie del protagonista, ne deduco che si conoscevano ed erano amici, quindi il protagonista ha un età simile a quella di Paolo; nella prima parte avevo immaginato fosse molto più giovane, pensavo addirittura al figlio o qualcosa del genere. Poi sono stato costretto a ri immaginare la scena. Magari avresti potuto buttare un dettaglio all'inizio per fare intuire un amicizia duratura tra due uomini anziani, banalmente: «Ottimo lavoro, direi. Dev’essere stata una faticaccia,non siamo più quelli di vent'anni fa. »
Se poi faccio intervenire capitan senno di poi la conversazione iniziale mi sembra un po' ridondante, in fondo il sottotesto del dialogo è lo stesso del finale, solo più criptico. Avresti potuto sfruttare meglio quei caratteri per dare qualche informazione in più e far emergere (nel sottotesto) le ragioni del protagonista. Alla fine gli indizi iniziali, secondo me, potevano essere anche meno; ho capito quasi subito che Paolo fosse affetto da una qualche demenza senile. Il finale in cui si scopre della morte di Ester l'ho trovato un po' telefonato, ma comunque d'effetto.
Lo so sì
Qua avrei messo una virgola.
Nel complesso il racconto mi è piaciuto molto sia alla prima lettura che nelle successive.
Complimentoni!
La candela, di Alexandra Fischer► Mostra testo
Ciao Alexandra,
Secondo me questo racconto è potenzialmente una piccola perla. Trovo molto originale il modo in cui hai scelto di affrontare il tema, anche se, forse, non è così centrale nel racconto. Questo personaggio ancora ubriaco dalla sera prima (non lo regge proprio l'alcool) che si aggira per casa a tentoni mi piace molto. Non ho trovato particolari incoerenze narrative o particolari poco realistici. Secondo me scorre tutto abbastanza liscio: inserisci tutti i particolari che ci servono per comprendere la vicenda senza essere didascalica.
Alcune frasi mi hanno fatto storcere il naso:
Deve essersi infilato in mezzo ai fazzoletti di carta e alla sveglia
In che senso in mezzo alla sveglia? Forse intendevi "tra i fazzoletti di carta e la sveglia", per me andrebbe riformulata.
Mi mordo il labbro; non è un gesto da me, lasciarlo lì.
Qua mi confonde la punteggiatura. Non è un gesto da te mordere il labbro o lasciarlo lì? Immagino la seconda, in questo caso la virgola divide il verbo dal suo complemento, quindi avrei lasciato solo il punto e virgola o, forse, avrei messo solo due punti come a esplicare l'azione di mordere il labbro "mi mordo il labbro: non è un gesto da me lasciarlo li", meglio: "non è da me lasciarlo lì" il termine "gesto" mi sembra superfluo.
«Mi perdoni, ma lei chi è?»
Questa frase non mi piace perché sembra che lei sia arrabbiata con lui, come se lui l'avesse chiamata mille volte e lei fosse seccata di questo. Forse sarebbe stato meglio un "con chi parlo?" oppure direttamente spiegare che è lei ad aver perso la memoria (quindi, in un certo senso, in torto).
Il mio sguardo va alla ciotola piena d’acqua: vorrei tuffarci dentro il cellulare, ma la mia ira è tale che premo il pulsante: «Pronto?»
Qui c'è una parte di raccontato che fa perdere un po' l'immersione. Anziché dire "l'ira è tale" avresti potuto fargli compiere un gesto iroso, anche perché il termine "ira" è un po' strano nei pensieri di una persona adirata.
Vuoto la ciotola nel lavello e anche la lametta da barba.
Ormai le metto tutte: "vuotare la lametta da barba" mi suona strano, ho capito cosa intendevi ma meh...
A parte questi piccoli appunti, che spero possano esserti utili, ribadisco che il racconto mi è piaciuto molto e l'ho trovato piacevole nella lettura.
Complimenti!
Montalbano sono, di Simone Cassia► Mostra testo
Il racconto fila liscio ed il tema è trattato in modo originale. So cosa non hai fatto, certo, perché ho sbagliato persona. L'idea è divertente, però il finale non è riuscito a strapparmi un sorriso. Probabilmente perché ci arrivi troppo in fretta, ottima la scena del mattone, buoni i dubbi che sorgono da quella, meno buono il finale. L'impressione è stata che il racconto vada a calare.
Ho visto che i caratteri che ti sono stati conteggiati sono 3159,ma in realtà i caratteri del racconto sono 2909. Perché titolo e traduzioni andrebbero esclusi secondo me. 400 caratteri in meno possono pesare, avresti potuto utilizzarli per creare suspance da rompere sul finale per fare la battuta. (A molti non piacciono i racconti così perché si sentono presi in giro, quindi prendi il mio appunto con le pinze). Comunque è una buono prova dal punto di vista stilistico che resta un po' "appesa", come se non sapesse cosa vuole fare da grande.
Ritmo e rumore, di Stefano De Luca► Mostra testo
Di questo racconto ho molto apprezzato il ritmo e la musicalità. Verso metà però mi sono dovuto fermare pensando "piano piano, non sto capendo". Il problema è la velocità? Non credo, la verità è che ho avuto difficoltà ad immaginare la scena e, di conseguenza, a immedesimarmi nel protagonista. Quello che manca, secondo me, sono le coordinate spazio/temporali in cui i fatti accadono. Mi dici (letteralmente) i suoi pensieri, ma non mi trasmetti le sue sensazioni in modo tale che possa farle mie. Ho letto gli altri commenti per cercare di capire meglio ed evitare di chiedere sempre le stesse cose. Non riesco a non fare una battuta sul solipsismo (che probabilmente Davide a usato in luogo di soliloquio, forse per dare più enfasi): se un albero cade e non c'è nessuno che lo vede o lo sente cadere, è caduto davvero? Se uno scalatore si arrampica su una montagna sconosciuta e il lettore non lo vede arrampicarsi, si è arrampicato davvero?
La chiave di lettura del mio commento è "in modo che possa farle mie", nell'incipit le sensazioni mi vengono descritte ma in seguito, nel momento in cui davvero dovrei/potrei empatizzare, mi sono perso il personaggio. Non so se è chiaro quelllo che voglio dire. Per coordinate spazio temporali non intendo il nome della montagna o l'ora in cui il tutto si svolge, ma bensì delle suggestioni che possano farmi immaginare la scena, ad es. la sensazione della neve che bagna le scarpe o l'orizzonte bianco e verticale.
(Sempre se non matrix, in quel caso non esistono ne l'albero ne lo scalatore ;P)
I fatti, di Giulio Palmieri► Mostra testo
Le cose che ho apprezzato del racconto sono l'incipit e i personaggi, li ho trovati abbastanza simpatici.
Continuando a leggere, però, la cosa che mi ha colpito è che, per essere un interrogatorio, mancano le domande. Ce ne sono poche e sono per lo più domande retoriche, contengono la risposta e l'interrogatore chiede solo conferma di quanto ha già dedotto in separata sede, finendo così per assomigliare (soprattutto nel finale) alla spiegazione delle deduzioni più che a un vero interrogatorio.
In diversi passaggi non mi era chiaro quando si trattasse di dialogo e quando di narrazione, la scelta del trattino lungo, in questo senso, la ritengo un errore: con i caporali avresti potuto rendere più chiara la distinzioni tra le parti dialogate e quelle narrative. Ho letto nelle tue risposte ai commenti che lo spazio è stato tiranno, sicuramente vero, però avresti dovuto settarti sul numero di caratteri a disposizione e valutare, eventualmente, di semplificare la trama. Non sempre è facile, spesso pensi che ci sta e invece hai bisogno di più spazio. Capita. Bisogna farci il callo. Anch'io in quest'edizione ho intrapreso la strada dell'interrogatorio, quindi capisco bene quanto sia difficile condensare tutte le informazioni, e penso che un po' di "spiegazione" ci può anche stare, ma dev'essere più dosata. Dal mio punto di vista eccedi un po', e questo danneggia il racconto, che diventa una disamina delle ipotesi del commissario. In effetti gli elementi che dovevano venir fuori erano:
1)La vittima è sorella dell'indagata
2)L'indagata dava le medicine alla vittima
3) L'indagata a smesso di dargliele
4) L'indagata è l'erede della vittima
5) La vittima è morta a causa della mancanza di medicine.
Anche secondo me questi cinque elementi ci entrano in 3333 caratteri, quindi il problema non è stato tanto la scelta della trama, troppo lunga rispetto allo spazio, ma il modo in cui la stessa è messa giù. Secondo me avresti potuto passare queste informazioni nel sottotesto, magari facendoli parlare di "altro". Ovviamente è solo un'idea.
A rilegerci!
Re: Gruppo De Santi: Lista Racconti e classifiche
Inviato: venerdì 3 luglio 2020, 0:29
da antico
Avete ricevuto tutte le classifiche.
Re: Gruppo De Santi: Lista Racconti e classifiche
Inviato: sabato 4 luglio 2020, 16:18
da antico
Ecco a voi i miei commenti e classifica.
1) Il pozzo nuovo di Valbassa, di Andrea Partiti
Atmosfera dipinta magistralmente, idea superba. Qualche debolezza sulla questione desiderio/realizzazione/valutazione nel senso che il fatto che rimane così indeterminato indebolisce una struttura fino a quel punto solidissima e un po' mi ha fatto storcere il naso. Tema preso in pieno e declinato alla grande. Per me un pollice quasi su.
2) Una splendida coppia, di Luca Nesler
Sai che c'è? A me il senso di "mistero" che aleggia intorno alla vicenda che lega il protagonista a quanto accaduto a Esther è piaciuto. La prima lettura è stata faticosa, ma il finale mi ha portato a rileggerlo e ho apprezzato decisamente di più. Inosltre, ho notato da subito una possibile connessione, nel senso che, dalla tua semina, ho dedotto che il protagonista fosse l'amante di Esther e ho apprezzato proprio il fatto che tu l'abbia lasciato indeterminato, quasi disperso nelle ombre del passato. Certo, puoi seminare ancora meglio per fare in modo che la cosa arrivi a tutti. Un poò meno brillante il tema perché può essere applicato all'ippocastano, ma non all'eventuale omicidio di Esther da parte del marito. Per me un pollice quasi su che si piazza tra il racconto di Partiti e quello di Ferrero.
3) Tocca a te, di Maurizio Ferrero
Ottimo pezzo con giusto un paio di criticità che influiscono sulla sua valutazione: 1) scarso approfondimento dei protagonisti con la figura di Karloff in particolare che non appare giustificata nelle sue decisioni (parte come predone e cannibale, poi si scopre di cuore tenero e non è sufficiente, a mio parere, quello che c'è scritto nel testo per motivarne il motivo) e 2) scarsa originalità della situazione e dell'utilizzo del tema che non me lo fa preferire al racconto di Partiti. Stessa valutazione per entrambi: pollice quasi su, ma gli finirà dietro per quanto esposto.
4) Nessi causali, di Wladimiro Borchi
Formalmente racconto ineccepibile. Il però è importante: ho sentito una certa mancanza a fine lettura e ho visto che gran parte dei commenti si sono concentrati sulla questione delle verosimiglianza della forma processuale, ma per me il problema sta nella psiche del ragazzo. Molto bene il nasconderlo fino alla fine, ma ci mostri degli atti razionali, pur terribili quali l'ammazzare i cani, che cozzano con la distruzione del suo io. E' un protagonista determinato, freddo, efficace, mosso da una motivazione forte di cui non dubita mai e pertanto è decisamente distante dalla figura di un ex bambino abusato, catatonico per anni, distrutto in ogni sua certezza. Insomma, il problema del testo sta proprio nella caratterizzazione del protagonista, a mio parere. In più, ci metterei anche una certa forzatura sulla frase "Non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo!" che mi sembra abbia ragioni puramente funzionali, quasi eccessiva. Per me un pollice tendente all'alto perché la lettura del tuo stile è sempre tanta roba.
5) Montalbano sono, di Simone Cassia
C'è un problema logistico: se l'avvertimento è stato fatto dallo stesso che poi s'è vendicato, allora quello stesso individuo non avrebbe dovuto poi recarsi nel luogo sbagliato per la vendetta? E se se ne fosse accorto, allora avrebbe dovuto portare un nuovo avvertimento al vero interessato prima di procedere e poi, magari, consegnare un secondo pizzino di scuse al protagonista, non credi? Tra l'alto, il secondo pizzino di scuse sarebbe stato molto divertente, secondo me. Detto questo, l'idea è buona, ma la problematica sopra menzionata è rilevante, doprattutto in un testo breve perché l'ho proprio percepita come una mancanza di informazioni. Altra criticità: le traduzioni. Spezzano la lettura e mi sono risultate particolarmente pesanti quando le ho incontrate fuori dal dialogo. La soluzione che proporrei sarebbe quella di lasciare il dialetto solo nelle linee di dialogo e senza farle complete, ma solo con singole parole, meglio ancora se posizionate in modo da suggerire il senso senza rendere necessarie le traduzioni. Tema affrontato in modo brillante. Per me un pollice tendente all'alto che si piazza di poco dietro al racconto di Borchi.
Ps: il titolo è pessimo perché più che un omaggio ottiene l'effetto di sviare l'ttenzione del lettore verso qualcosa che non è.
6) La candela, di Alexandra Fischer
Pollice tendente all'alto perché è un racconto chiaro che si fa leggere e il tema è anche declinato piuttosto bene. Di contro, ci sono alcune imprecisioni che tengono il lettore piuttosto distante dal tuo protagonista: dal banale due birre per ubriacarsi all'eccesso dell'uccidere per liberarsi dal fastidio a una certa freddezza generale del tono, tutti elementi che diminuiscono la capacità di fare empatizzare del racconto. In ogni caso, un buon lavoro.
7) I fatti, di Giulio Palmieri
Premesso che anch'io non ho apprezzato la chiosa finale sia perché sembra volere chiudere in fretta causa caratteri (che hai cmq superato) sia perché graficamente non sembra neppure una linea di dialogo del protagonista a causa dell'andata a capo, cosa che la fa mal percepire dal lettore, imho. Detto questo, un finale di quel tipo poteva anche starci, ma a chiudura di un pezzo che lasciava molta confusione nel lettore a seguito di una vicenda estramamente complessa in cui il lettore faticasse a mettere insieme i pezzi, cosa che qui non è. Si capisce subito che il commissario ha esattamente quei sospetti e il confronto con la "colpevole" invece di risultare una caccia tra un cane e la volpe si riduce a un qualcosa di passivo in cui la vicenda è subito chiara e la "preda" non fa nulla per divincolarsi dalla presa. Questo porta, come conseguenza, a percepire quel finale come eccessivo e poco funzionale al contesto. Per me un pollice ni tendente al positivo perché, comunque, la lettura è piacevole.
8) Ritmo e rumore, di Stefano De Luca
Un racconto ambientato nella zona della morte... Ne voglio leggere altri, Stefano! Secondo me, non funziona tutta la prima parte. Ho capito che volevi partire da lui, dal suo interno per allargarti alla tenda e poi al di fuori e quindi verso la vetta, ma mi è risultato troppo lungo, male contestualizzato (nel senso che prolungandosi non mi ha permesso di entrare in sintonia con il dove e il cosa) e anche un po' confuso. Apprezzo tantissimo il tuo tentativo perché hai dimostrato di volere osare, ma in questa attuale forma non è funzionale quanto avrebbe dovuto essere e questo pesa su tutto il racconto. Secondo me va ripensato per cercare una via più funzionale, diciamo hai tentato la vetta per lo Sperone Mummery e valanga ti colse. Pollice ni tendente verso il positivo, per me.