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Gruppo Rossetti: Lista racconti e classifiche

Inviato: martedì 23 giugno 2020, 2:06
da antico
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BENVENUTI ALLA PRE OLYMPIC SPECIAL CERBERO EDITION, LA 142° ALL TIME!

Questo è il gruppo ROSSETTI della PRE OLYMPIC SPECIAL CERBERO EDITION con LINDA DE SANTI, ELEONORA ROSSETTI e AMBRA STANCAMPIANO nelle vesti di Guest Stars.

Gli autori del gruppo ROSSETTI dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo STANCAMPIANO.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo DE SANTI


Questo è un gruppo da SETTE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati dalle GUEST STARS. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo all'occorrenza per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ancora ottenuto punti nel RANK ALL TIME sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). A prescindere da tutto, ho inoltre forzato in modo che l'unico racconto con MALUS fosse assegnato al gruppo da OTTO partecipanti.

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo ROSSETTI:

Viridavirus, di Mario Pacchiarotti, ore 23.01, 3240 caratteri
Languore, di Emiliano Maramonte, ore 00.56, 3222 caratteri
Dave, di Andrea Lauro, ore 23.43, 3324 caratteri
Amico aracnide, di Agostino Langellotti, ore 00.52, 3051
Hai capito, di Laura Cazzari, ore 22.20, 3315 caratteri
Aida, di Emanuela Di Novo, ore 22.59, 2587 caratteri
Dieci anni e poi…, di Daniele Torrisi, ore 00.34, 3211 caratteri

Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 2 LUGLIO per commentare i racconti del gruppo STANCAMPIANO. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 3 LUGLIO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo STANCAMPIANO e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo STANCAMPIANO.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.

BUONA PRE OLYMPIC SPECIAL CERBERO EDITION A TUTTI!

Re: Gruppo Rossetti: Lista racconti e classifiche

Inviato: martedì 23 giugno 2020, 17:52
da alexandra.fischer
Buonasera, ecco i miei commenti e relativa classifica

VIDAVIRUS di Mario Pacchiarotti Tema centrato. E anche in modo originale. Il Nostro è un migrante su Marte e ha contratto un virus marziano (vedi il colore verde della pelle) per essersi astenuto dalla vaccinazione obbligatoria. Meno male che il militare si limita a sgridarlo e lo lascia comunque passare. Mi è piaciuta la scena del pagamento elettronico al medico compiacente (figura caricaturale einsteiniana) e anche la trovata del falso certificato di vaccinazione. C’è la giusta dose di tensione (vedi la scena all’imbarco, dove l’addetto qualche sospetto ce l’ha).
Attento a:
per separare i paragrafi è meglio se usi gli asterischi. Questo a uso dell’Editor Esigente.

LANGUORE di Emiliano Maramonte Tema centrato. La tensione si avverte da subito: hai gestito molto bene il punto di vista di questa madre ansiosa, divisa fra il lavoro e un figlio problematico. E lo hai fatto in maniera originale, usando come elemento perturbante qualcosa di normale, il cibo (dalle olive alle patatine, passando per la famosa crema alla nocciola e un grosso pacco di biscotti, tanto per citare solo alcuni degli alimenti che dissemini con grande maestria…non tutte le confezioni sono intatte e ci sono anche delle merendine schiacciate. Per non parlare del cucchiaione che spunta dal vaso aperto di crema). La stanza del figlio è normale: il portatile con gli scatti di panorami dei droni, libri fantasy, abiti e letto in tipico disordine adolescenziale e la finestra aperta sulla campagna. Questo particolare rassicura e strazia al tempo stesso. Il finale, però, dà una bella luce di ottimismo: al piano superiore della casa c’è Matteo, obeso, con una confezione di cracker che non ha aperto. Sta lottando contro la bulimia e il suo gesto di dare i cracker alla madre e poi ridere con lei è liberatorio. Ottima prova.

DAVE di Andrea Lauro Tema centrato. Io l’ho visto nell’azione finale di Dave, il più umano dei due. Ha ripetuto al protagonista che lo amava, malgrado questi lo abbia fatto passare da cattivo per tutto il racconto e lo ha dimostrato nell’atto finale del suicidio nello spazio: gli ha ceduto il suo corpo tramite uno scambio mentale, e l’elemento inquietante è che l’astronauta in procinto di essere soccorso, forse non è rimasto del tutto umano. La Persian crederà di imbarcare qualcuno che…tanto umano non è. Almeno questa è la mia idea sulla storia. Bella: a metà fra Il mio nemico e Solaris.

AMICO ARACNIDE di Agostino Langellotti Tema centrato e in maniera caustica. Mi hai strappato un sorriso già dalla prima battuta di Davide sulla madre di Barbara (paragonata a un mostro schifoso). Mi è piaciuto l’atteggiamento di rispetto dell’uomo per il ragno e la sua pantomima a uso della tranquillità della moglie (altro che ucciderlo, lo libera perché ne ammira l’utilità per l’ecosistema ed è affascinato dalla figura della creatura, grigia e gialla. A me ha fatto pensare a una sorta di tarantola). La sorpresa finale è di un humour degno del migliore Ambrose Bierce. Il ragno ricambia il favore liberandolo della “dolce metà” servendosi di rinforzi. Interessante l’idea della comunicazione telepatica fra i due.

HAI CAPITO? di Laura Cazzari Tema centrato. E in modo magistrale. Usi la ghost-story in maniera eccellente, dopo aver costruito un universo realistico, fatto di giovani alle prese con le luci e le ombre della loro condizione (la maturità imminente e le serate in discoteca con gli amici; ma anche cuori spezzati e problemi a casa, oltre che l’ombra dei vizi della droga e dell’alcol). Il tutto fatto magistralmente, dal punto di vista di una ragazza ben resa: è viva, almeno nel pensiero, visto che il suo corpo non c’è più. Il suo spirito inquieto segue il ragazzo che l’ha travolta e uccisa sulle strisce pedonali e poi è scappata senza soccorrerla. Entrambi ubriachi e sofferenti a loro modo. Il finale è straziante e aperto (lui pare essere indifferente alla Presenza che lo segue). Lascia tutto lo spazio per un romanzo.

AIDA di Emanuela Di Novo Tema centrato. E in modo originale. Si tratta della versione satanica di un interrogatorio a una strega, Zaira, “colpevole” di troppo amore per la figlia Aida, al punto da preferire le torture del sacerdote (molto simili a quelle del Tribunale dell’Inquisizione, quanto a resa cruenta: mi fa rabbrividire il punteruolo che esce dal dito di Zara) al cedere la figlia al padre, ossia il Signore Rosso (che immagino come un’entità diabolica). Certo, lei ha firmato una sorta di patto, ma la figlia è ancora innocente e tutta questa volontà di proteggerla dall’incontro con il padre fa rizzare i capelli in testa al Lettore (chissà che cosa rischierebbe?); il finale del suicidio inteso come riabilitazione e protezione dell’anima della figlia è reso molto bene, è straziante al punto giusto.

DIECI ANNI E POI di Daniele Mammana Torrisi Tema centrato. Omero non ha salvato Elena dall’ira omicida di Menelao (e da una parte c’è da capirlo). Trovo molto ben riscostruita l’atmosfera della guerra di Troia con il cavallo e la comparsa dei Greci guidati da Ulisse, capitati proprio al termine della festa dei troiani, illusi di averli sconfitti (e per questo indeboliti dal vino, senza contare l’attacco notturno). Buona anche la narrazione, tutta dal punto di vista di Omero, visto come un giovane cantore desideroso di riportare tutto ciò che vede, anche Elena, malgrado non sia proprio come la crede. Interessante, allora, la metamorfosi di Omero: da poeta cronista a cantastorie, desideroso di idealizzare ciò a cui ha assistito.
Attento:
stupidi idioti willusi (illusi)

La mia classifica è soffertissima, siete tutti autori da podio:
AMICO ARACNIDE di Agostino Langellotti
LANGUORE di Emiliano Maramonte
DAVE di Andrea Lauro
VIDAVIRUS di Mario Pacchiarotti
HAI CAPITO? di Laura Cazzari
DIECI ANNI E POI di Daniele Mammana Torrisi
AIDA di Emanuela Di Novo

Re: Gruppo Rossetti: Lista racconti e classifiche

Inviato: mercoledì 24 giugno 2020, 21:41
da Sirimedho
Di seguito classifica e commenti.

1. Viridavirus, di Mario Pacchiarotti, ore 23.01, 3240 caratteri
2. Dieci anni e poi…, di Daniele Torrisi, ore 00.34, 3211 caratteri
3. Hai capito, di Laura Cazzari, ore 22.20, 3315 caratteri
4. Languore, di Emiliano Maramonte, ore 00.56, 3222 caratteri
5. Dave, di Andrea Lauro, ore 23.43, 3324 caratteri
6. Amico aracnide, di Agostino Langellotti, ore 00.52, 3051
7. Aida, di Emanuela Di Novo, ore 22.59, 2587 caratteri

Viridavirus, di Mario Pacchiarotti
Racconto in stile scanzonato, che prende in giro una certa tendenza a non volersi vaccinare, che sta emergendo forte anche ora con il coronavirus. Anche nella cattiveria di aver fatto prendere il virus al povero scioccarello, non riesci però ad essere buono e fargli solo prendere una bell’aspetto “marziano”. Sembra di capire che il vaccino costi molto, si capisce meno la ragione per cui il protagonista ne sia un acerrimo nemico: no vax? Contro il capitalismo delle aziende farmaceutiche? Spirito di trasgressione? Forse tutto questo insieme e magari anche di più.
In fondo, sta cambiando pianeta, non deve essere proprio un’anima cheta, forse un filino isterico, come sembra dall’ultimo strillo prima della verità. Alla seconda lettura ho capito cosa volesse dire “novac” (immagino sia “no-vaccini”) mentre all’inizio pensavo fosse una marca di robot, cosa che mi aveva creato qualche scompenso.
Divertente che la cosa sia così comune che il militare vada agli incontri già munito di specchio.
Racconto divertente e ben costruito. Tema centrato appieno.

Languore, di Emiliano Maramonte
Racconto sulla bulimia, sulla capacità del personaggio maschile di resistere alle tentazioni, anche se a fatica.
All’inizio il racconto sembra lasciar intendere che Matteo si potesse essere suicidato, o comunque qualche definitiva tragedia. Seguendo poi la traccia del cibo, un po’ alla Pollicino, si scopre la tentazione bulimica di un ragazzo assai obeso.
Con i racconti brevi, mi sembra che si giochi molto sul nascondere il senso del racconto fino alla fine, per dare una sorpresa e uno scossone alla comprensione del lettore. Però credo che quando si parte col dare il senso del drammatico per finire in acque più tranquille si abbia l’effetto opposto, quasi un tradimento: “Mi hai fatto pensare al peggio e a di più e poi? Questo?”.
Mi risulta difficile pensare ad un percorso di guarigione a casa di un ragazzo così obeso, ma non sono un esperto e magari sarà così. Mi sembra anche difficile da credere che un episodio sporadico di bulimia possa uccidere, anche se senz’altro di problemi ne creerà, anche di rottura della continuità terapeutica - ma questo avviene continuamente in tutte le dipendenze. Quindi la preoccupazione della madre, che immagino a quel punto sarà addentro alla tematica, mi sembra sovrattono.
Il dialogo madre e figlio mi sembra la parte meno riuscita, con questo quattordicenne trattato come un bambino e non come l’adolescente che è.
Per queste ragioni il racconto non mi convince. Tema senz’altro centrato.


Dave, di Andrea Lauro
Racconto su un doppio fantasmatico? Su un fratello reale? Mi sembra che si giochi sull’ambiguità, ma se questo è il gioco mi ha solo confuso le idee: se è un fratello reale, perché gli dice che non esiste? Se è un fratello immaginario, come fa ad uscire con lui? E’ anche quella una allucinazione, compreso il fatto che si sia messa la tuta? Se non lo è, perché si è suicidato? C’è solo un posto sull’astronave che lo sta recuperando?
Insomma, sarò io, ma non ho capito davvero che stia succedendo, chi sia Dave, perché si odiano (se è così), perché uno si suicida, se esiste o no qualcuno che si suicida.
Il tema direi che è centrato, il racconto in generale direi molto meno.


Amico aracnide, di Agostino Langellotti
Racconto di una relazione problematica di coppia. La scena mi ricorda un po’ quella di Woody Allen in “Io e Annie”, quando lui combatte contro un "ragno titanico”.
Fosse finita nella prima parte, quella in cui Davide indirizza il ragno verso l’uscita (processo che sembra piuttosto semplice, quando mi succede alla fine mi tocca sempre prenderli visto che non capiscono mai da che parte andare), avrei trovato il racconto piacevole, anche se questa situazione di marito soverchiato dalla terribile moglie mi sembra alquanto artefatta.
Il resto del racconto però non mi convince affatto. Il ragno “piccolino” si trasforma in un “grosso ragno”, per di più tornato con una colonia al completo capaci di sacrificarsi infilandosi nella bocca della donna pur di “ricambiare il favore”, che è quello che l’ex innocuo ragno comunica telepaticamente. Non è chiaro da cosa il ragno si dovrebbe sentire libero (un ragno dentro casa non è comunque nel suo habitat?).
Mi sembra che questo attacco di una colonia e la telepatia e il resto facciano diventare iperrealista l’episodio in cui Peter Parker diventa Spiderman dopo essere stato morso.
Tema centrato, ma racconto che non mi convince in questo finale horror.

Hai capito, di Laura Cazzari
Il tema degli incidenti di auto, di ragazze e ragazzi uccisi per distrazione, troppa velocità o alcol a Roma lo si è molto sentito con le due giovani ragazze uccise su Corso Francia. E’ una cosa che ha veramente scioccato molti, specie chi ha figlie e figli dell’età della vittima o del pilota. Questo per dire che il tema mi colpisce.
Il racconto però non mi porta davvero dentro le emozioni. Mi allontano una serie di dettagli come il fatto che la protagonista si stia per maturare, ma pur essendo compagna di classe del protagonista maschile non si siano mai rivolti la parola (in Giappone può starci, in Italia direi proprio di no), o come la doppia ripetizione del cuore spezzato, o che prima sia circondata dalle amiche, poi sola.
La produzione del fantasma è di maniera, ma va bene, però non capisco che cosa farà il fantasma. Lo seguirà a vita senza che lui ne sappia nulla? Povero spirito!
Alla fine credo che ci sia una incongruenza nei tempi, perché quando dice “Hai capito cosa non hai fatto?” sembra continuare la riflessione iniziale (in cui il fantasma lo rivede dopo l’incidente), mentre poi continua con una riflessione al momento dell’incidente stesso. Sembra anche il fantasma si sia già manifestato mentre ancora la ragazza non è morta (“il mio corpo vede la vita abbandonarlo”), è così?
La parte dall’uscita dalla discoteca all’impatto è davvero molto bella.
Tema centrato, racconto interessante ma credo che rivedendolo sarebbe migliore.


Aida, di Emanuela Di Novo
Zara con la maternità rinnega la sua devozione al Signore Rosso, non gli va più di far uccidere la figlia e, forse, nemmeno di morire lei stessa.
La storia della donna che incinta diventa il veicolo del demonio è un classico per cui nulla da dire. Così come lo è questo cambio di fede al momento dell’avveramento dei patti. Però non mi prende, non mi emoziona. Ci sono una serie di dettagli che mi allontanano dalla narrazione: il dolore scomparso, anche se il corpo è tumefatto, è appesa al soffitto e piena di punteruoli nella bocca; il riferimento all’ “Ordine” che proteggerà la figlia, di cui nulla si dice; questa frase che dice il sacerdote che è il tema ma sembra davvero innaturale: «Zara, sappiamo cosa non hai fatto!»; il punteruolo infilato nel dito fino al manico (ma quanto è lungo?); l’improbabilità che al primo colpo si riesca a colpire la giugulare.
Mi lascia anche perplesso che vogliano uccidere la figlia (se era così, perché non lo hanno fatto subito, appena nata?), e non capisco in che modo lei tornerà con la figlia.
Tema centrato. Racconto che non mi appassiona per trama e veridicità.


Dieci anni e poi…, di Daniele Torrisi
Bella ripresa dell’Iliade, dal punto di vista del cieco-per-finta che cerca di creare memorie con l’osservazione per poi poterle cantare. Il racconto è vivace, ti porta dentro l’azione, fino all’incontro con Elena, il casus belli intorno a cui tutte quelle persone hanno (apparentemente) ruotato. E qui il distacco dalla tradizione, in un modo che molti senz’altro avranno pensato sarebbe stato ben più adatto, se la povera Elena non fosse stata anche lei una pedina degli Dei.
Qualche osservazione: sembra che il cantore sappia già cosa stia succedendo, è un’impressione che ho avuto molto forte nella prima lettura e un po’ meno nella seconda, dove mi è sembrata più legata al fatto che va dietro a Menelao che cerca Elena - ma questo ci può stare quindi è forse solo una mia impressione sbagliata.
Mi stona invece l’epiteto “stupida” per Elena, che mi sembra poco congruo con tutta la storia. Ma Deifobo non viene ucciso nel letto nuziale?
Racconto davvero buono, ottima scrittura, ho apprezzato l’equilibrio fra le parti guerresche e il resto.

Re: Gruppo Rossetti: Lista racconti e classifiche

Inviato: giovedì 25 giugno 2020, 14:31
da Luca Nesler
Ciao ragazzi, ma che bei racconti in questa edizione! Si vede che le nostre hanno trovato un ottimo spunto per il tema. Fatto sta che la classifica non mi esce così facile stavolta.

CLASSIFICA
1. Dave
2. Amico aracnide
3. Languore
4. Viridavirus
5. Aida
6. Dieci anni e poi…
7. Hai capito?

COMMENTI

Dave
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Re: Gruppo Rossetti: Lista racconti e classifiche

Inviato: venerdì 26 giugno 2020, 18:41
da maurizio.ferrero
Viridavirus
Tema centrato in maniera ironica, ben delineato il protagonista appartenente a una certa branca di disagiati, che pur di dimostrare un punto immaginario si sottopone a rischi inutili. Il racconto funziona bene e, pur sapendo già dove voglia andare a parare fin dall'inizio, si è incentivati a proseguire per vedere cosa accadrà al malcapitato. Oltre al danno, la beffa: d'ora in poi, chiunque se lo troverà davanti, riconoscerà immediatamente la sua cretinaggine.
La cosa più fantascientifica del racconto, comunque, è che i novax sopravvivano fino alla sesta generazione.

Languore
Da un punto di vista puramente tecnico il racconto mi sembra ben scritto. Non ho trovato errori evidenti, tutto è piuttosto chiaro, eppure c'è qualcosa che non mi convince.
Hai creato un sacco di suspense per qualcosa che, alla fine, risulta avere un impatto piuttosto blando. Un po' come nei film horror ti aspetti il jumpscare e alla fine non succede nulla.
Ho anche un dubbio sul fatto che il tema sia stato centrato o meno: "so cosa non hai fatto" mi dà l'idea che qualcuno non abbia fatto qualcosa e tenti di nasconderlo, ma venga beccato. Nella tua storia la situazione è invertita: fino alla fine, la madre è portata a pensare che il figlio abbia ceduto alla gola. Di fatto "non sa cosa non ha fatto", e solo alla fine arriva la rivelazione, senza segreti.

Dave
Dunque, la prima lettura mi ha lasciato un po' confuso. Non tanto per lo sdoppiamento di personalità, quello è chiaro, quanto per le parte di dialogo "se lui sa che io so che pensa che ho sabotato la tuta...". È sempre un rischio, e il paragone con il siciliano della storia fantastica mi ha fatto sorridere. Alla seconda lettura è stato tutto più facile.
Il racconto è scritto molto bene e il tema è centrato. Se devo fare una critica, appunto, è quella serie di battute di dialogo che rende bene la paranoia del protagonista, ma ha l'effetto di confondere. Non mi ha convinto nemmeno la frase finale, quel "ora vedo con i suoi occhi" per me era evitabile.
Ma sono dettagli, in generale il racconto è molto buono.

Amico aracnide
Il racconto mi è piaciuto, il tema è centrato e la chiusura della vicenda in chiave horror l'ho trovata interessante.
Un paio di dettagli, però, non mi convincono.
La parte iniziale, quando il protagonista si mette a parlare al ragno prima di fare finta di schiacciarlo, l'ho trovata un po' troppo teatrale e inutile ai fini della trama. Avrebbe funzionato meglio se si fosse limitato a essere un suo pensiero, credo.
Altra cosa, il personaggio della compagna del protagonista è sicuramente sgradevole, ma non abbastanza da far rimanere completamente soddisfatti del finale. Forse l'avrei incattivita ulteriormente, di modo che il contrappasso fosse meritato.
Un racconto più che buono, in ogni caso.

Hai capito?
Il racconto mi è piaciuto. Il fantasma che perseguita il suo omicida è un classico, ma credo che tu sia riuscita a declinarlo bene dandogli una voce fredda, quasi fosse una spettatrice esterna che assiste alla propria morte con occhio clinico e decide di trasformarsi in vendetta non per un vero e proprio sentimento, ma perché sente che è suo dovere.
Almeno, io l'ho interpretato in questo modo.
Mi piace la simmetria che hai realizzato tra la ragazza da viva, che cerca l'oblio del vuoto nell'alcool, e la ragazza morta, che alla fine ha trovato quel vuoto nella sua assenza di sentimento.
Direi prova molto buona. L'unica cosa che mi ha lasciato un po' perplesso è verso il finale, quando la protagonista afferma che non prendere il cellulare non è stato l'errore del ragazzo. Poi però si capisce che l'errore è stato andarsene senza chiamare i soccorsi. Non è la stessa cosa?

Aida
Il tuo racconto mi convince per certi aspetti e mi convince molto poco per altri. È indubbiamente scritto bene, crudo, la narrazione prende, anche se il tutto risulta essere un po' freddo. Mi ha però dato l'impressione di essere solamente un fotogramma di una pellicola molto più lunga, in cui è lasciato al lettore il compito di ricostruire i pezzi mancanti. Se alcuni sono intuibili, altri lo sono molto meno. Non sono ben riuscito a comprendere il significato dell'immolazione al Signore Rosso (è una citazione al Re Rosso di King?), se non che sembra che la protagonista abbia inizialmente deciso di concedersi volontariamente, salvo poi cambiare idea dopo la nascita della figlia.
Il finale mi sembra un po' affrettato. Non sapremo mai nulla del destino di Aida e di cosa voglia il culto da lei.
Insomma, mi sembra una bella scena che non sfigurerebbe in un'opera più grande, ma da sola credo manchi un po' di sostanza.

Dieci anni e poi…
Ho trovato molto buona l'idea di rendere Omero un cronista di guerra intento a raccogliere informazioni per quella che sarà la sua opera futura. Lo stile del racconto, però, non mi ha convinto del tutto. Quasi metà del testo è dedicato a un tell massiccio che ha sì l'effetto di inquadrare la scena, ma risulta essere molto pesante e rischia di far scemare l'interesse prima che si arrivi alla "ciccia".
Il finale è veramente di effetto, ma si consuma in pochissime righe rispetto alla mole del resto del racconto. Mi piace molto l'insignificanza che hai dato alla morte di Elena, tanto che Omero decide che nel suo scritto la situazione si risolverà in maniera molto più eccitante.

1. Viridavirus di Mario Pacchiarotti
2. Dave di Andrea Lauro
3. Hai capito? di Laura Cazzari
4. Amico aracnide di Agostino Langellotti
5. Languore di Emiliano Maramonte
6. Dieci anni e poi... di Daniele Torrisi
7. Aida di Emanuela Di Novo

Re: Gruppo Rossetti: Lista racconti e classifiche

Inviato: lunedì 29 giugno 2020, 2:20
da giulio.palmieri
VIRIDAVIRUS – Mario Pacchiarotti
Ciao Mario, piacere di leggerti.
Ho trovato il racconto molto chiaro e scorrevole, sebbene suddiviso in quattro paragrafi. Scorre dall'inizio alla fine, e il messaggio è chiaro: nel finale il protagonista fa la totale figura dell'ingenuo, esattamente come "lo contrapasso" a cui lo hai sottoposto: un battere che lo distingue dagli altri marchiandolo con un colore che rappresenta, a mio avviso, la vergogna. Topic centrato in pieno. Buona edition.

LANGUORE – Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano.
Allora, a mio avviso, il tema è centrato e tecnicamente il racconto molto scorrevole. L'incipit introduce bene nella vicenda, con la madre di Matteo che rientra in fretta e furia da un appuntamento inderogabile. Forse, sarebbe stato opportuno far emergere qualcosina di più sul personaggio di Matteo (un adolescente trattato come un bambino, che lotta contro la tentazione continua del cibo, a soli 14 anni, assieme alla madre) nel dialogo finale. Il finale non dà quella "botta" sconvolgente che può trasparire dalle scene iniziali, ma è coerente con la narrazione. Stile piano e pulito. Prova molto buona.

DAVE – Andrea Lauro
Ciao Andrea, piacere di leggerti.
Allora, il racconto è basato su un'idea a mio avviso molto valida: un doppio, un doppelganger, che ha convissuto col protagonista fino all'arrivo dell'astronave. L'idea di base verte sulla separazione dei "gemelli" nell'ottica del miglioramento del protagonista (la parte peggiore si allontana, perdendosi nel buio). E questo, tutto sommato, può funzionare.
Nello svolgimento però, non mi sono chiarissimi:
- la caratterizzazione del personaggio di Dave: "Dave è sempre stato la parte peggiore di me. Buffone e arrogante. È tutto ciò che ho sempre detestato". Forse, è una descrizione un po' troppo riassuntiva, che non ha un riflesso nel racconto, perché nei dialoghi Dave sembra amare, quasi adorare il protagonista
- lo snodarsi del topic. Mi spiego: a un certo punto il tutto sembra prendere la forma di un indovinello logico, quando scrivi: «Se sono cattivo, mento. Quindi sai quale non ho sabotato». Dunque, se Dave è buono, il protagonista NON sa quale sia stata sabotata e quindi deve scoprirlo; se Dave è cattivo (la parte peggiore del protagonista) il problema non si pone, perché il protagonista dovrebbe già sapere quale tuta è stata sabotata. Alla fine, però, entrambe le tute non hanno subito alterazioni.
- Nonostante questo, nel finale Dave si allontana da sé, pur amando (almeno così sembra) il protagonista.
Insomma qualche incoerenza strutturale, che non scioglie a pieno l'idea di fondo. Buona edition!

AMICO ARACNIDE – Agostino Langellotti
Ciao Agostino, piacere di leggerti.
Allora, secondo me, il racconto ha qualche problema di coerenza (pur essendo scorrevole). Nel senso: la prima scena, la più lunga, è una scena perfettamente reale: la moglie che grida dalla stanza da letto di uccidere il ragno, la suocera che interviene in un passaggio di dialogo, e l'inseguimento fino alla finestra. Lo scenario descritto non giustifica però (perché non fornisce alcuna anticipazione a riguardo) il finale un po' fantastico, un po' horror, del risveglio del marito accanto al corpo della moglie. In più nel finale non si sa che fine abbia fatto la suocera. Quindi ecco, pur potendo godere delle singole scene, a mio avviso il tutto non risulta perfettamente omogeneo. Buona edition!

HAI CAPITO? – Laura Cazzari
Ciao Laura, piacere di leggerti. Il racconto è valido e scritto in maniera fluida, molto sentita, e con un finale efficace. Ho apprezzato la "dissociazione" della protagonista alla fine, e il fatto ch'essa rimanga a guardare le cose dall'esterno, come un fantasma. Il finale si chiude con l'incipit, e anche se il tema delle morti per strada è stato già usato, tu a mio avviso ne dai una variazione sul tema, in maniera efficace. Tutti i passaggi mi sono chiari a prima lettura (l'inizio, il flashback della discoteca, il fatto che il ragazzo pensi prima a se stesso e non alla persona che ha investito). Quindi, prova molto buona.

AIDA – Emanuela Di Novo
Ciao Emanuela, piacere di leggerti.
Allora, il racconto è molto crudo e immersivo, e di sicuro raggiunge l'effetto. Pochi errori, il primo all'inizio (quando Zara cerca il proprio corpo, come ne fosse al di fuori), i rapporti tra i personaggi sono chiari. Se ho ben capito, l'Ordine proteggerà la figlia Aida mentre Zara subisce la tortura per non rivelare dove si trovi la figlia. Come in ogni tragedia che si rispetti, i ruoli sono mischiati e vanno oltre la barricate: dunque Zara subisce la tortura (di carattere medievale, mi ha fatto venire in mente il supplizio della corda per le streghe, da parte dell'Inquisizione) per aver rapito la figlia al Signore Rosso.
A un certo punto scrivi: "Aida, tu sei ciò che ho fatto e ciò che non ho fatto" e non ne capisco il significato. Il topic è centrato.
Forse un po' generiche le sensazioni di dolore, perché (così mi sembra) non si rifanno a un contesto realistico ma a uno scenario fantasy. Prova valida. E buona edition!

DIECI ANNI E POI… - Daniele Torrisi
Ciao Daniele, ti faccio i complimenti per la scelta dell'ambientazione, rivivere gli ultimi istanti di Ilio è sempre costruttivo!
Il topic è centrato, e anche l'idea di base valida: Omero, tra i soldati achei, entra nella città seguendo Menelao fino all'incontro con Elena.
Però, ti faccio alcuni appunti: a mio avviso, durante la narrazione andrebbe controllata meglio la "telecamera". Nel senso: si inizia coi soldati che scendono dal cavallo (quindi siamo dentro il cavallo?), poi si passa all'esercito accalcato nel buio e alle fiaccole che sventolano sullo sfondo dell'orizzonte notturno (quindi siamo fuori dalla città, a grande distanza, e in procinto di percorrere la piana fino all'ingresso aperto). Poi "lo sciame s'incanala nel varco" (siamo un po' al di sopra, sulle mura, in grado di vedere la fiumana che entra e rumoreggia).
L'immersione nel personaggio protagonista inizia con "La rabbia anima il cantore", perché a quel punto abbiamo superato le mura e iniziamo a seguire da vicino l'assalto alla Rocca di Priamo. Assalto che si risolve in un passaggio fulmineo, fino al momento in cui agganciamo Menelao, e da lì arriviamo alla fine.
Quindi, ecco, l'immersione nel personaggio principale non cominicia dall'incipit, e nel finale non scorgiamo il personaggio di Elena (abbi pazienza, se mi porti fino a Elena, la donna più bella del mondo, dopo descrivimela, se no è una fregatura :) ).
Buona edition!


Ed ecco la classifica:
1- Languore (E.Maramonte)
2- Hai capito? (L.Cazzari)
3- Viridavirus (M.Pacchiarotti)
4- Aida (E.Di Novo)
5- Amico Aracnide (A.Langellotti)
7- Dave (A.Lauro)
8- Dieci annni e poi... (D.Torrisi)

Re: Gruppo Rossetti: Lista racconti e classifiche

Inviato: martedì 30 giugno 2020, 12:31
da Andrea Partiti
Viridavirus, di Mario Pacchiarotti
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Languore, di Emiliano Maramonte
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Dave, di Andrea Lauro
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Amico aracnide, di Agostino Langellotti
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Hai capito, di Laura Cazzari
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Aida, di Emanuela Di Novo
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Dieci anni e poi…, di Daniele Torrisi
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1. Amico aracnide, di Agostino Langellotti
2. Viridavirus, di Mario Pacchiarotti
3. Languore, di Emiliano Maramonte
4. Dave, di Andrea Lauro
5. Dieci anni e poi…, di Daniele Torrisi
6. Hai capito, di Laura Cazzari
7. Aida, di Emanuela Di Novo

Re: Gruppo Rossetti: Lista racconti e classifiche

Inviato: martedì 30 giugno 2020, 14:48
da antico
A due giorni dalla scadenza vi mancano solo le classifiche di Wladimiro Borchi e Simone Cassia.

Re: Gruppo Rossetti: Lista racconti e classifiche

Inviato: martedì 30 giugno 2020, 22:13
da Simone Cassia
Ciao a tutti, di seguito i commenti in ordine sparso, in fondo troverete la classifica:

Viridavirus di Mario Pacchiarotti
Ciao Mario,
è un piacere leggerti. Come fai spesso, ti sei lanciato sul campo della fantascienza, terreno su cui ti muovi con l'agilità di una gazzella, e questa volta dai un tono comico e canzonatorio che si intuisce già all'inizio dalla descrizione del dottore.
Azzardo che in questo caso non si tratti del tuo racconto più ispirato, perché, come già fatto notare da Luca, il racconto scorre senza infamia e senza lode, portando a casa il risultato senza sforzi particolari.
L'unica cosa che mi sento di dirti è che forse avrei fatto emergere maggiormente la vena complottista e antiscientifica del protagonista un po' di più.
Nel complesso una buona prova.
A rileggerci

Languore di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano,
È un piacere leggerti. Il racconto è interessante e l'argomento desta senz'altro l'attenzione del lettore (anche se si apprende solo nel finale), a tal proposito ti consiglierei di esplicitarlo prima, così che l'apprensione della madre sia la stessa del lettore, senza tentare l'effetto sorpresa che finisce per "illudere" il lettore che la situazione sia peggiore di quella che in realtà è (non voglio ovviamente minimizzare la condizione patologica del ragazzino).
Non condivido le osservazioni degli altri sul dialogo, 14 anni sono un'età molto delicata in cui un individuo può ancora tenere comportamenti fanciulleschi, specialmente in casi di malessere psicologico evidente.
Per concludere, sorge anche a me qualche dubbio sull'attinenza al tema, come ti è già stato fatto notare, ma nel complesso direi una buona prova.
A rileggerci

Dave di Andrea Lauro
Ciao Andrea,
Bentrovato, è un piacere leggerti per la prima volta.
Tema centrato con un racconto davvero interessante che si lascia leggere bene dall'inizio alla fine. Sono rimasto sorpreso dal finale e da questo sacrificio "d'amore" anche se in fondo Dave è "solo" una personalità, quindi niente vieta che si sia salvato.
Sarà interessante per l'equipaggio della Persian cercare di recuperare la psiche di questo pover uomo.
Se ho da farti una critica, la farei sul voler esplicitare il tema nelle considerazioni finali "so cosa non ha fatto" che è una frase abbastanza innaturale nell'uso quotidiano, magari un "Ora so che non l'aveva fatto... Etc..." poteva servire meglio allo scopo.
Per concludere, ripeto, un buon lavoro.
A rileggerci

Amico aracnide di Agostino Langellotti
Ciao amico degli aracnidi (che il t9 mi aveva gentilmente convertito in arachidi),
bentrovato, è un piacere leggerti per la prima volta.
Racconto interessante con un risvolto creepy. Trovo la narrazione ben gestita, fila liscia dall'inizio alla fine, con pochi dialoghi funzionali alla definizione dei personaggi.
Ottimo lavoro.
A rileggerci

Hai capito? di Laura Cazzari
Ciao Laura,
a parte la trama che sa un po' di già visto, già sentito (ma tranquilla, capita più spesso di quanto si pensi), c'è qualcosa di poco convincente anche nell'esecuzione.
Premetto che io non sono uno di quelli dallo "show don't tell" facile, però qui, col narratore interno coincidente con la protagonista è d'obbligo. A titolo d'esempio.

Ti vedo tra la folla, siamo compagni di scuola da una vita, ma non ci siamo mai rivolti la parola, ma questa sera mi sorridi.
È un sorriso reso traballante dai troppi cocktail o forse da qualche droga.
Sono sicura che se rispondessi al sorriso verresti a ballare con me. Il mio cuore spezzato mi ricorda che sto meglio da sola.
Ti ignoro e continuo a ballare fino a quando non sento più niente.


"Ricordo che mi guardavi con un sorriso strano, traballante. Ho pensato che fossi ubriaco, del resto sei uno di quelli che non si fa problemi a buttar giù più cocktails di quelli che potrebbe reggere.
Che stronzo che sei, in anni di scuola non mi hai mai filato di striscio e ora mi spogli con gli occhi. Che soddisfazione girarmi dall'altro lato e ignorarti; siete tutti uguali voi maschi. Sento solo i decibel che pompano nelle orecchie, non c'è nient'altro che abbia senso."

Riesco a non pensare alla maturità imminente, ai problemi a casa, al mio cuore spezzato.


Quali problemi?

Ti consiglio anche di fare attenzione a qualche passaggio logico tipo:

Nelle orecchie sento l’eco della musica.


Usciti dalla disco, tutti i suoni sono ovattati e si percepisce un fischio. Il silenzio che la protagonista teme c'è già ed è più amplificato che nelle condizioni normali.

Curerei maggiormente anche il cambio di scena. Il "flash" che la riporta indietro con la memoria, rischia di apparire un po' sterile e buttato giù lì come per caso.

Anche lo sdoppiamento di coscienza finale mi convince poco, ma riconosco che è una tua scelta autoriale che non mi permetto di criticarla più di tanto in quanto dipende da una tua visione personale della cosa.

Per concludere penso che tu abbia un po' da lavorarci, ma che puoi fare molto bene! Continua così. :)

Aida di Emanuela Di Novo
Ciao Emanuela,
bentrovata. Ammetto di avere sentimenti contrastanti verso il tuo racconto. Mi spiego meglio, da un lato non sono nuovo a scrivere o fruire racconti che abbiano una lore alle spalle non sempre esplicitata, dall'altro lato provo un senso di insoddisfazione nel non comprendere a pieno le dinamiche che muovono i personaggi del tuo racconto e quindi sono molto, molto, indeciso nella valutazione.
Trovo le osservazioni di Luca e di Sirimedho molto calzanti, quindi in più mi sento solo di aggiungere di cercare di bilanciare maggiormente il detto e il non detto, senza cadere nell'oscuro ermetismo o nell'infodump più selvaggio.
Lavorerei maggiormente anche su pensieri e dialoghi che sembrano essere un po' ingessati e poco realistici e... Boh, avrò di che faticare per metterti in classifica.
A rileggerci

Dieci anni e poi... di Daniele Mammana Torrisi
Ciao Daniele,
credo sia la prima volta che ho il piacere di leggere un tuo racconto e devo ammettere che non è male come prima volta. Bella l’idea di Omero come cronista di guerra, che insegue i grandi per essere testimone diretto degli eventi che conteranno davvero tra 100, 1000, 10000(?) anni.
Il tema è centrato in una maniera assai intrigante che lascia trasparire la tua passione per la mitologia classica.
Dal punto di vista stilistico trovo il racconto scritto abbastanza bene, anche se alcune scelte lessicali rischiano di inceppare la lettura:
- “il ventre del regalo” nell’incipit, è alquanto spiazzante e ho subito pensato si trattasse di un racconto di Natale;
- “willusi” è un termine poco conosciuto e nel contesto in cui è inserito porta ad errori interpretativi come accaduto ad Alexandra e anche a me. Onestamente poi mi sorge qualche dubbio sulla sua correttezza (davvero gli abitanti di Wilusa si chiamano willusi?) e soprattutto se il tuo narratore è greco e non ittita perché chiamarli wil(l)usi e non troiani?
- “gli caccia la spada in mezzo ai denti” degno del peggior sceneggiatore di hollywood;
- perché Meleao non è Menelaos se Ulisse è Odysseus?
Per concludere, il finale “temo che dovrò inventarmi un finale migliore di così” che smonta immediatamente il dilemma morale della riga precedente “anche se sa che doveva salvarla...” e ci mostra un Omero assai sterile dal punto di vista emozionale.
Nel complesso un buon racconto e con un po’ più di accortezza nelle scelte lessicali potrai fare veramente bene.

Classifica

Amico aracnide
Viridavirus
Dieci anni e poi...
Dave
Aida
Languore
Hai capito?

Re: Gruppo Rossetti: Lista racconti e classifiche

Inviato: mercoledì 1 luglio 2020, 15:04
da wladimiro.borchi
Viridavirus
Ciao Mario,
sempre un piacere leggere i tuoi racconti.
Ho trovato, come sempre, la prosa ineccepibile e il l'idea molto carina.
Mi sarebbe piaciuto un finale più disperato, alla fine la pelle verde è un danno collaterale abbastanza sopportabile.
Pensa che bello se il furbacchione si fosse trovato con un pene al centro della fronte (magari costretto a portare le mutande in faccia per l'eternità) sarebbe stato fantastico.
Ma questo è l'unico appunto che mi sento di fare: più cattiveria la prossima volta, chi non si vaccina abbia conseguenze peggiori!
Un abbraccio e a presto
Wladimiro

Languore
Ciao Emiliano,
davvero un buon racconto.
Hai gestito la suspance magistralmente e, una piccola dose alla volta, ci hai portato verso una conclusione che, solo il tema dato, riusciva a tradire.
Ho apprezzato davvero tanto.
Dimostrazione che, senza la necessità di andare a toccare corde troppo violente o pesanti, si possa fare un buon lavoro e scrivere una storia che merita di esser letta ed in grado di rimanerti dentro.
Complimenti ancora
Wladimiro

Dave
Ciao Andrea,
come sempre tiri fuori delle storie molto intriganti e ben scritte.
Il risultato è una favola romantica che si conclude con un gesto eroico del tutto inatteso.
Complimenti per l'idea e per la realizzazione.
Forse, una maggiore chiarezza sulle due posizione non mi avrebbe costretto a una seconda rilettura.
Ma è giusto una facezia.
A rileggerci presto
Wladimiro

Amico Aracnide
Ciao Ago,
a me il racconto è piaciuto.
Lo stile c'è tutto e l'idea è buona.
Il finale è macabro al punto giusto e il tema è beccato in pieno.
Davvero non ho la minima idea di cosa potrei dirti stavolta, salvo complimenti!
In realtà devo arrivare a 300 caratteri in qualche modo per cui loderò il tuo volto intrigante e il tuo sguardo intenso, oltre che la rotondità dei tuoi glutei duri come il marmo.
A rileggerci presto!
W

Hai Capito?
Ciao Laura,
racconto suggestivo e fondato su buon espediente per giustificare il "tu" narrante.
Archetipo narrativo che io amo, ma che so non andare tanto per la maggiore in letteratura, se escludiamo i "librogame" e
qualche passo di Palaniuk.
Forse un po' telefonato il finale, che quelle frasi reiterate sul "non è questo quel che non hai fatto" non fanno altro che telefonare ancor di più: creando l'aspettativa per un twist che però non arriva.
Giudizio intermedio stavolta.
A rileggerci presto
W

Aida
Ciao Emanuela,
tema centrato e una realizzazione più che sufficiente, senza brillare.
In dei momenti perdi il PDV della protagonista, così facendo il lettore viene portato fuori a vedere quello che succede. La conseguenza è che non c'è sufficiente empatia, o meglio, ce n'è, ma non tutta quella che avresti potuto comunicare con una storia così cruda come questa.
I pensieri di Zara, quando diventano didascalie volte a far capire al lettore fatti non noti, suonano molto artefatti e questo contribuisce all'effetto di cui sopra.
Ultimo, ci sono una serie di elementi che restano sullo sfondo ("l'ordine" che proteggerà Aida solo per fare un esempio) che danno a tutto il racconto un gusto "prequel" di qualcosa che non potremo vedere.
Nel complesso una storia migliorabile.
A rileggerci presto.
W

Dieci anni e poi...
Ciao Daniele,
non è il tuo primo racconto che leggo e penso di aver abbastanza elementi per evidenziare qualche elemento che ti possa essere utile nel prosieguo della tua carriera di scrittore.
La tua prosa è sempre molto ricercata e hai un modo di scrivere particolarmente aulico.
La cosa non è sbagliata in sé, ma, se il tuo scopo ultimo è quello di versi pubblicati, è opportuno, almeno per quella che è la mia (seppur minima) esperienza del mercato, cambiare completamente registro.
Agli inizi del 900 leggere era un fenomeno che interessava un numero assai poco elevato di persone, l'alfabetizzazione era cosa che riguardava pochi e quei pochi avevano un livello culturale medio alto.
Le cose sono fortunatamente cambiate, tutti hanno gli strumenti per leggere un romanzo e la lettura, seppur stenti a decollare (osteggiata da media ben più immediati) è diventato un fenomeno di massa.
Contemporaneamente la forbice tra "colto", "intellettuale" e semplice "alfabetizzato" si è molto ristretta.
Ricordo mio zio che, con la sola terza media alle spalle, usava normalmente parole quali "idiomatico" o "pleonastico", mentre ora al massimo dopo la licenza media uno studente sa a malapena mettere su un discorsetto sgrammaticato di 5 minuti.
Insomma, questo per dire che le CE, che ahimè devono vendere, cercano testi facilmente leggibili e snelli.
Il mio consiglio, in altre parole, è quello di semplificare e tanto, utilizzando il minor numero di parole possibili per esprimere un concetto e cercando le più semplici e immediate.
A parte questo difetto, il racconto è fondato su una buonissima idea e la resa non è male, ma la difficile leggibilità gli fa perdere davvero un gran numero di punti.
Spero tu non ti offenda e voglia prendere questo mio consiglio come le parole di un vecchio che c'è già passato.
Anche io all'inizio avevo lo stesso problema.
A rileggerci presto
Wladimiro


La Classifica!

1- Amico Aracnide
2 - Languore
3 - Vividavirus
4 - Dave
5 - Hai capito?
6 - Aida
7 - Diaci anni e poi...

Re: Gruppo Rossetti: Lista racconti e classifiche

Inviato: giovedì 2 luglio 2020, 12:05
da antico
Molto bene, avete ricevuto tutte le classifiche.

Re: Gruppo Rossetti: Lista racconti e classifiche

Inviato: mercoledì 8 luglio 2020, 16:17
da antico
Ecco a voi la mia classifica:

1) Amico Aracnide, di Agostino Langellotti
Molto bello. Tema preso in pieno e fondante il racconto stesso. Contrasto sempre ben in prima linea e su più piani. Testo pulito, racconto estremamente coeso, personaggi ben delineati. Per me un pollice su.
2) Viridavirus, di Mario Pacchiarotti
Molto buono. Tema preso in pieno, racconto gestito bene, anche una bella critica a un topic del momento (che spero non arrivi fino alla sesta generazione). Vero è che questo "virus" e la sua presunta segretezza sono un punto debole della logica che sottende il contesto. Per me un pollice quasi su.
3) Hai capito?, di Laura Cazzari
A mio parere, un buon racconto. Il tema è inserito bene con il focus sull'assenza di soccorso più che sull'incidente. L'esecuzione è discreta e si fa leggere bene. Forse il fantasma della ragazza rimane troppo lontano dalla sua vittima in troppe occasioni (quando sale in macchina con l'amico e quando si allontana dal luogo dall'incidente). Credo che il venarlo maggiomente d'horror insinuando più odio nelle righe e avvicinando i due protagonisti ancora di più l'avrebbe reso più efficace. In ogni caso, per me un pollice tendente verso l'alto bello convinto. ps: titolo bruttino.
4) Dieci anni e poi…, di Daniele Torrisi
Idea molto buona, tema ben inserito, racconto che si legge volentieri una volta entrati nel contesto. Sì, in prima lettura mi sono sentito parecchio rallentato sia dal fatto di non capire subito dove fossimo sia per una certa lentezza di tutta la prima parte. Una volta identificato il quando e il dove, sono ripartito con la lettura senza neppure terminare il racconto e ho apprezzato MOOOLTO di più. Insomma, questo per dire che, a mio parere, seminare in modo più chiaro fin dall'inizio ti avrebbe permesso una partenza (con il lettore) migliore mentre invece, allo stato attuale, questi deve andare sulla fiducia e non sempre la si può pretendere da chi non ti conosce (diversamente da una community in cui invece sei ben inserito) e sarebbe un peccato perché una volta ingranato, il testo rende alla grande. Quindi: 1) entrare più a gamba tesa nel contesto e 2) dosare diversamente le parti con quella action (quando ti metti a seguire Menelao) che deve avere più peso rispetto all'intro. Allo stato attuale, un pollice tendente verso l'alto, ma se tu riuscissi a inserire più leggerezza nel tuo stile potresti davvero fare il boom. in classifica finisci davanti a Lauro e Maramonte (che hanno il tuo stesso giudizio) soprattutto per il finale più brillante e riuscito.
5) Languore, di Emiliano Maramonte
Sì, la presenza di tutte queste cibarie in casa cozza con l'apprensione della madre e credo sarebbe stato meglio fornire un motivo che le giustificasse. Per il resto, racconto ben scritto con un finale forse non preso bene come avrebbe dovuto: buona l'idea dei crackers, ma piuttosto moscia l'esecuzione conclusiva. Per me un pollice tendente verso l'alto perché si legge bene e ha un'idea positiva alla base.
6) Dave, di Andrea Lauro
Parto dalle tue considerazioni finali: qui possiamo capire come essere noi stessi cercando di ampliarci al massimo pubblico possibile, ma se ci modifichiamo per farlo allora perdiamo. Direi che la linea di demarcazione è sottile: non dobbiamo inserire nulla a forza e il nostro prodotto deve essere sempre assolutamente coerente con se stesso, ma senza chiudersi all'esterno. La mia idea è che tu in questo racconto sia andato in testa coda rispetto alla tua chiarezza solita e che le forzature si siano inserite in un contesto generale già problematico di suo. Intendiamoci, il risultato finale è valido, ma in certi passaggi mi sei sembrato andare in loop cannarsiano. In più, non ci parli assolutamente del contesto generale mostrandoci un uomo in crisi, ma senza immergerci nel suo mondo. E poi, erroraccio: il richiamo a un prodotto specifico come LA STORIA FANTASTICA è sempre assolutamente pericoloso perché richiami un contesto altro che non è detto che condivida il tuo lettore. Pollice tendente all'alto, ma per i tuoi standard direi insufficiente.
7) Aida, di Emanuela Di Novo
Due problemi principali: 1) il contesto che rimane davvero troppo oscuro e quindi non permette di empatizzare con la situazione e 2) il tema inserito troppo a forza che va a danno dell'impianto generale del racconto stesso. Per il resto, forma più che buona e si legge bene perché sai quello che stai facendo e lo esegui con perizia. In pratica: errata strategia di fondo e forse tu stessa non sei riuscita a entrare nel tuo stesso racconto, cose che capitano più sovente di quanto si possa immaginare. Per me un pollice ni tendente più al positivo.