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Gruppo Parigi 1900
Inviato: giovedì 16 luglio 2020, 12:20
da Spartaco

Questo gruppo è dedicato alle
Olimpiadi di Parigi 1900.
Passerà alla semifinale solo il racconto primo classificato di questo gruppo.
I concorrenti dovranno leggere, commentare e classificare i partecipanti del Gruppo Saint Louis 1904 e saranno giudicati dai partecipanti del gruppo Atene 1896. Ogni concorrente dovrà indicare se, nei racconti che commenta, sono presenti i bonus.
Il migliore di questo gruppo andrà a sfidare i primi classificati dei gruppi Londra 1908 e Anversa 1920,
Francesco Nucera sarà il giudice della loro semifinale.
Vediamo i racconti ammessi:
DE IMPOSSIBILITATE DIMAGRAMENTO, di SEA60-MG consegnato il 02 luglio alle 16:22
Punta al sole, di Michele Apicella consegnato il 10 luglio alle 08:29
Lello scordato, di Loba consegnato il 14 luglio alle 11:17
Il biglietto, di Giacomo Puca consegnato il 15 luglio alle 16:19
Argento, di Mauro Lenzi consegnato il 16/07 alle 23:57
Avete tempo fino alle 23.59 di sabato 25 luglio per commentare i racconti del gruppo Saint Louis 1904.
Chi non postasse anche solo un commento verrà squalificato.
Chi non postasse la classifica verrà squalificato
Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Vi avverto che saremo fiscali e non accetteremo classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradiamo essere avvertiti, sapete come trovare i moderatori. Vi ricordiamo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo.
I racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a Spartaco.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo Saint Louis 1904.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri thread.
BUONA SFIDA A TUTTI!
Re: Gruppo Parigi 1900
Inviato: giovedì 16 luglio 2020, 14:13
da loba
Penso ci sia un errore nelle indicazioni: ad un certo punto scrivi St Luois 1908. Intendevi 1904, no?
Re: Gruppo Parigi 1900
Inviato: giovedì 16 luglio 2020, 15:59
da Spartaco
loba ha scritto:Penso ci sia un errore nelle indicazioni: ad un certo punto scrivi St Luois 1908. Intendevi 1904, no?
Esatto, grazie per a precisazione.
Re: Gruppo Parigi 1900
Inviato: venerdì 17 luglio 2020, 22:19
da alexandra.fischer
Buonasera, ecco i miei commenti e relativa classifica
IMPOSSIBILITATE DIMAGRAMENTO di SEA60-MG Specifiche rispettate in pieno. Sembra davvero di assistere all’incontro di lotta fra il campione uscente Mariposa la Farfalla e la nuova gloria, Pèso detto el Tigre, ossessionato dal peso, appunto (e già dal peso della nascita, dà l’idea di essere una sorta di Primo Carnera messicano). Si respira l’afosa aria messicana, si sente l’afrore del sudore dei partecipanti e i combattenti in gara trasmettono la giusta scossa di antagonismo al lettore. Si avverte il tema della volontà di rivalsa di Pèso (in una città che vive di sogni ed è funestata da sconfitte, lui non ci sta a perdere e c’è da capirlo). Viene da tifare per lui, è astuto, si muove bene. Ed è l’epiteto di…maiale, se non erro, a dargli la spinta finale per spezzare le ali alla farfalla. Ottima prova.
PUNTA AL SOLE di Michele Apicella Specifiche molto sullo sfondo, ma la resa della tensione del calciatore Paolo, incitato dai compagni e stremato dal sole (immagino del Sudamerica), è notevole. Quel che fa effetto al lettore è che Paolo, dell’esperienza, ricorderà soprattutto il sole implacabile, il sudore, la sete e un senso di incertezza. Al lettore verrebbe voglia di porgergli una borraccia, ma non si può. Lui è in campo, deve correre in area di rigore e segnare il punto della vittoria. È a un passo dal farlo, quando il tiro si rivela troppo potente. La palla è in alto, dunque la vittoria è assegnata al Brasile. Peccato (io la storia la interpreto così). Ottima la scrittura.
LELLO SCORDATO di Loba Specifiche rispettate in pieno. Simpatico questo barista, soprannominato Lello (ma il cui nome vero è dimenticato dalla gente). Da ex atleta olimpico del 1968 ha mantenuto il gusto della sfida. L’atmosfera ricorda quella di certi film di Bud Spencer o anche di Enrico Montesano (penso alla trona delle sberle, lo spunto lungo, il rutto, il tuono, i trecento con secchiello. Per non parlare di quella più dura: farsi offrire un amaro da Lello). L’atmosfera goliardica (tavolata dove si ci abbuffa e sbevazza e partono sberloni davanti ai quali bisogna restare impassibili o la gara al fiume che ricorda quasi il mito delle Danaiadi certo che ci vuole una bella forza per riempire una botte dalla capienza di oltre cento litri con un secchiello che porta al massimo tre litri d’acqua…con aggiunta di percorso infido di rocce). I personaggi sono tratteggiati in modo gustoso (l’astuto tenente dai due cuscini, il russo superstizioso che finisce per perdere senza la sua vodka). Ed è ben reso anche il figlio che studia a Milano, fa da spettatore, ma rimane estraneo allo spirito olimpico, fuorché nella citazione che nessuno capisce. Interessante l’ambientazione del bar, gestito da tre generazioni e situato sul confine svizzero (il che dà una nota internazionale alla tipologia dei partecipanti). Ben rese la fatica dei partecipanti alla gara al fiume sotto il sole di giugno. E c’è il retrogusto amaro (è vedovo, vive di ricordi, e il figlio Lorenzo non pare deciso a proseguire l’attività paterna. Non si ferma neppure a dormire da lui quando va a trovarlo).
IL BIGLIETTO di Giacomo Puca Specifiche sullo sfondo. Il racconto è di tipo catastrofista. Il meteorite Oppy (JK565-alpha), con i suoi effetti devastanti (radiazioni distruttive per la Terra) ha radunato la gente intorno a el Santo (una figura di santone molto Anni Settanta) che programma una sorta di suicidio collettivo con un veleno al sapore di fragola. Questo, dopo aver convinto gente di tutti i tipi a essere anime di luce, ad avere un destino speciale (in realtà, per potersi assicurare un posto insieme a pochi altri sulla navicella che porterà in salvo i veri eletti, lui compreso, dopo aver derubato le anime di luce dei loro averi in seguito a un plagio: con tanto di pseudo religione che implica delle dee non meglio identificate). Bella la scena di lui che si toglie il trucco (incluse le lenti a contatto colorate prima di partire). Mi è piaciuto anche l’ideatore casuale del siero: si trova ad aspettare il meteorite da solo, e lo fa esibendosi in un tuffo solitario (dopo aver superato l’ultima paura, quella di tuffarsi, appunto).
Attento:
dai che abbiamo aspettato abbastanza (dai, che abbiamo aspettato abbastanza).
Muoviti dai (Muoviti, dai) dice la voce fuori campo del traduttore “tra venti minuti dobbiamo essere a bordo della capsula” (dice la voce fuori campo del traduttore. «Tra venti minuti dobbiamo essere a bordo della capsula.»)
ARGENTO di Mauro Lenzi Molto bello questo racconto. Tema rispettate in pieno. E con grande profondità. L’amicizia Lutz e Jesse nata alle Olimpiadi del 1936 è un fatto vero. La parte successiva, che vede Jesse campione in declino (costretto a correre misurandosi contro cani, biciclette e cavalli e ha avuto parata e stanza in un hotel di lusso passando dalla porta di servizio, però) e Lutz in guerra per dovere patrio lo è altrettanto, certo. La parte romanzata si vede nel rimprovero di Hess per aver suggerito all’avversario il modo di batterlo. Poi c’è anche la guerra (in Italia, perduta, con lo sbarco degli americani) e la morte di Lutz, assistito fino all’ultimo da un compagno e da un soldato italiano. Belle le scansioni temporali Olimpiadi-arruolamento-licenza-servizio attivo. Per arrivare a quella finale: il Paradiso degli Atleti, dove Lutz e Jesse potranno misurarsi eternamente giovani in un’Olimpiade priva di ipocrisie.
Attento:
anche lui mi da la caccia (anche lui mi dà la caccia)
Resta calmo Luz, umile (Resta calmo, Luz, umile)
“Sissignor-“(«Sissignore.»)
BOM! (BOOM!)
“non c’è gloria per i perd-“ («non c’è gloria per i perd..»)
La mia classifica è soffertissima, siete tutti bravissimi autori:
ARGENTO di Mauro Lenzi
LELLO SCORDATO di Loba
IMPOSSIBILITATE DIMAGRAMENTO di SEA60-MG
PUNTA AL SOLE di Michele Apicella
IL BIGLIETTO di Giacomo Puca
Re: Gruppo Parigi 1900
Inviato: domenica 19 luglio 2020, 8:41
da Andrea Lauro
CLASSIFICA1. Il biglietto, di Giacomo Puca
2. Argento, di Mauro Lenzi
3. Punta al sole, di Michele Apicella
4. Lello scordato, di Loba
5. De impossibilitate dimagramento, di SEA60-MG
Il biglietto, di Giacomo Puca► Mostra testo
Ciao Giacomo, mi è piaciuto molto il tuo racconto.
Immersivo, ben pensato, dosi sapientemente gli indizi a inizio storia per contestualizzare e creare la giusta tensione.
Non ho nulla da dire sullo stile, ben fatto.
Il tema è centrato, non sono troppo convinto per quanto riguarda la disciplina olimpica praticata, è un inserimento forse troppo forzato.
Mi manca ancora un racconto, per ora sei in cima alla mia classifica. Complimenti.
Argento, di Mauro Lenzi► Mostra testo
Ciao Mauro, una buona prova, viziata da qualche problema legato alla comprensione del testo. Vado al dunque senza preamboli, dal tuo post capisco che sei in piena mentalità propositiva.
La prima difficoltà è stata identificare il personaggio: non sapevo che Carl Ludwig Herman si chiamasse anche Long. Quindi, quando mi trovo “Mi-mister Long!” nel terzo paragrafo non so più chi sta parlando, chi è la voce narrante. Più avanti il dubbio si chiarisce. Puoi risolvere il problema andando a correggere le presentazioni tra lui e Owens.
La seconda difficoltà è legata all’alto numero di personaggi presentati. Ruotano tutti attorno alle vicende che portano il protagonista a combattere in Italia. Hanno tutti un loro ruolo, ma prova a valutare se alcuni possano essere eliminati in favore di altri. Questo per aiutare la metabolizzazione da parte del lettore.
Ad esempio: il gesto compiuto da Hartmann è notevole: è un cambio di mentalità di un personaggio secondario, ci stai mostrando un piccolo arco di trasformazione. Ma il momento viene sacrificato ed è un peccato. La situazione potrebbe essere ampliata, ci hai presentato un secondo eroe (militare) che va ad affiancare il primo (sportivo, padre di famiglia, tutto quello che vuoi). Caspita, è un messaggio forte che dai, lo utilizzerei come chiave di lettura. Long è riuscito con le parole a tirar fuori il meglio dal suo superiore.
Il personaggio dell’italiano, al contrario, ci mostra le brutture della guerra, ma non mi sembra apporti reale valore all’economia del racconto. In un’ottica di semplificazione, in un’ottica di ottenere maggiore impatto narrativo, è lui che sacrificherei per primo. Insieme a tutta la scena di come tentano di salvarsi. Via tutto, senza ripensamenti. Il messaggio è già arrivato.
Note: attenzione al da/dà: “Anche lui mi da la caccia.” e “Nel soggiorno Gisele mi da le spalle”, mentre in “Dà un’ultima passata” lo poni correttamente. C’è anche un “Và al diavolo.” da mettere a posto.
Punta al sole, di Michele Apicella► Mostra testo
Ciao Michele, ti dirò: a una seconda lettura il testo è migliorato. Ne sono felice, anche perché ho potuto focalizzare quale era secondo me il problema.
Per tutto il racconto giochi sull’ambiguità del contesto. Dai l’idea di un’arena che si trasforma in una fornace, di un dio Sole da sconfiggere, di una squadra, di un punto di esecuzione. Una formula che di solito funziona, ma è pericolosa se il lettore si sente totalmente disorientato. E per tutto il brano ho continuato ad arrovellarmi su quale fosse la chiave di lettura: OK, è un gladiatore. No, siamo in uno scenario futuro o distopico. So che questo era il tuo intento, ma ti prego di seguirmi.
Se avessi seminato un riferimento prettamente calcistico (“i tacchetti mordono il terreno”) o almeno sportivo contemporaneo (“l’arbitro si asciuga il sudore”) sono convinto che il testo avrebbe preso una piega differente già alla prima lettura. Avrei contestualizzato almeno il secolo di riferimento, avrei preso nella giusta considerazione il dissidio interiore del protagonista (“OK, non sta per morire con tutta la squadra, sta per perdere la grande occasione”). Avrei ridimensionato il problema, e quindi avrei empatizzato maggiormente. Anche un punto venuto male mentre si fa la maglia è una tragedia. Basta solo settare il perimetro.
Anche introducendo un elemento in più, secondo me non avresti rovinato l’effetto sorpresa finale.
Sullo stile nessun appunto, è ben scritto e immersivo. Ti metto dietro il racconto di Mauro Lenzi per quanto detto sopra, altrimenti sarebbe stato un secondo posto meritatissimo.
Lello scordato, di Loba► Mostra testo
Il bello di questo testo è la voce narrante. Un linguaggio involuto, da bar appunto, che racconta con distaccata ironia le vicende di queste olimpiadi nostrane. Quindi una lista di discipline che incuriosiscono e attraggono il lettore. Le avrei gestite n maniera differente: il bello di queste discipline è che non sai come funzionano, allora avrei sfruttato questa leva per mostrare l’evolversi di ogni singola sfida.
Esempio: “La trona delle sberle funziona così:” da qui inizi una digressione molto tell su come si articola la prova. Fai la stessa cosa con “i trecento”. Il momento più bello? Quello in cui mostri la scena del cuscino. Se avessi gestito il resto della prova così, avrebbe reso molto di più.
Quello che manca in questo testo, secondo me, è la tensione narrativa: non ho percepito subito quale era il vero problema del protagonista, l’hai accennato all’inizio ma rimane poco sviluppato per tutto il racconto se non sul finale. In mezzo vengono definiti molti personaggi, caratteristici ma dispersivi. E il vero conflitto del barista, il rapporto con un figlio che lo rinnega, l’essere rimasto solo quando tutto finisce, rimane in un certo senso slegato dal contesto.
I bonus ci sono tutti; non mi è chiaro però il tema, di che evento storico stiamo parlando? Le Olimpiadi in senso generico?
Al netto delle considerazioni di cui sopra, una prova divertente e coinvolgente.
De impossibilitate dimagramento, di SEA60-MG► Mostra testo
Ciao SEA60-MG, un racconto veloce e godibile. Con un paio di accorgimenti, avresti potuto renderlo meglio.
Dal primo paragrafo hai deciso di utilizzare la terza persona onnisciente. Toglie un po’ di magia, ma scelta legittima se usata con dimestichezza. Sappiamo cosa c’è fuori dal bar mentre loro son dentro, sai cosa pensano di Peso, sai cosa vogliono. L’ambientazione è evocativa.
Nel secondo paragrafo però l’ingerenza dell’onnisciente è pesante: ci sono salti molto bruschi tra passato e presente, tra il narratore onnisciente che segue il pensiero degli abitanti e quello della storia personale del protagonista.
In particolare c’è una frase che andrebbe ripensata: “Ma ora è sul ring, sfidante e favorito, decisamente superiore al campione in carica”. Toglie la magia immersiva. Chi è che ci sta dicendo che Peso è atleticamente migliore dello sfidante? Si tratta di Peso, che ritiene di essere migliore ma sa di essere vincolato alla sconfitta? Oppure è il narratore, che quindi ci pilota con un giudizio esterno e darebbe la chiave di lettura? Ripeto, qui salta l’immersività.
Il terzo paragrafo invece passa via più in fretta, il lettore ha metabolizzato il narratore onnisciente e l’azione aiuta a soprassedere a cambi nei punti di vista.
In fase di revisione, valuterei un approccio più focalizzato (terza persona soggetiva); oppure terrei l’onnisciente, ma adottando scelte stilistiche che lo facciano sentire meno, come ad esempio tagliare gli avverbi e evitare frasi come quella di cui sopra.
Re: Gruppo Parigi 1900
Inviato: domenica 19 luglio 2020, 22:48
da Giorgia D'Aversa
CLASSIFICA
1. Il biglietto, di Giacomo Puca
2. Argento, di Mauro Lenzi
3. Lello scordato, di Loba
4. Punta al sole, di Michele Apicella
5. DE IMPOSSIBILITATE DIMAGRIMENTO, di SEA60-MG
COMMENTI E BONUS
1. Il tuo racconto è accattivante, immersivo, scorrevole e si legge tutto d'un fiato con interesse.
Il fatto di inserire uno scenario distopico da fine del mondo non ha penalizzato la comprensione del testo, anzi: sai dosare bene le informazioni da parte del punto di vista, e le spiegazioni che questo ci fornisce non stonano perché parte dei suoi pensieri e coerenti con le riflessioni che fa.
Lo scenario apocalittico mi è molto piaciuto, poi a livello personale (sono atea ma vabbè) mi affascinano le storie in cui vi è almeno un cenno a strane derive di religioni/sette/cose simili. La religione è l'oppio dei popoli, e qui si vede bene. Bravo.
Non ho trovato nulla di poco chiaro, noioso o mal gestito. È proprio un bel racconto!
BONUS: Disciplina olimpionica (il protagonista alla fine sta per tuffarsi)
2. Esordisco con un primo commento riassuntivo rispetto a quello che penso del tuo racconto: mi è piaciuto. Ora scendo nel dettaglio. Da quel che vedo sai usare bene una prima persona con tutta l’immersività che ne consegue; ti destreggi a dovere con il mostrato, la scelta dei dettagli e dei pensieri del punto di vista, quindi bravo! Ovviamente questi elementi mi hanno dato sin da subito un’impressione positiva del tuo lavoro.
La scansione dei paragrafi però non l’ho trovata altrettanto ben fatta: a mio avviso li spezzetti un po’ troppo, mettendo a capo dei periodi che dovrebbero rimanere uniti ad altri in quanto a unità narrativa.
Non ho capito perché hai scelto di mettere i dialoghi (alcuni) in corsivo. Direi che le virgolette alte bastano e avanzano. Ah, promemoria: dopo una battuta va la virgola se segue un verbo come dire/urlare/borbottare/mormorare etc.
A parte queste precisazioni, gli scambi tra i personaggi mi sono piaciuti e non sono risultati macchinosi o finti. Ti consiglio di non abusare dei puntini di sospensione, che sono numerosi nel testo.
Per quanto riguarda il contenuto della storia, devo dire che la storia di Luz si è fatta leggere con piacere, complice anche la tua buona scrittura. Non conoscevo questo personaggio ed è stato interessante vedere i fatti della sua vita che hai deciso di reinterpretare; lettura godibile, stile scorrevole.
BONUS: Disciplina olimpionica (salto in lungo), De Coubertin (rielaborazione del suo motto principale)
3. La giornata è iniziata bene con il tuo racconto, che mi ha molto divertita e messa di buon umore. Davvero spassoso, e complimenti per le belle idee delle discipline olimpioniche da bar montanaro!
Probabilmente se avessi scelto di mostrare meglio le discipline, il risultato sarebbe stato più efficace e ancora più immersivo. Devo però ammettere in tutta onestà che, nonostante io mi scagli sempre contro l'utilizzo del tell, nella tua prova il risultato finale è comunque coinvolgente perché hai sapientemente gestito il raccontato; in ogni caso, ci troviamo nella testa della voce narrante e questo aiuta.
Nonostante si tratti perlopiù di un monologo interiore (o comunque un racconto a posteriori) sono riuscita a figurarmi Lello: la sua personalità e il suo modo di essere emergono con chiarezza dalle parole che hai scelto per il racconto. Ho nutrito subito simpatia per lui e le sue discipline, ma soprattutto empatia rispetto alla situazione con il figlio.
Mi sarebbe piaciuto continuare ad ascoltare le sue "chiacchiere da bar", avrei continuato a leggere volentieri se ci fosse stato altro... e questo è sempre un buon segno.
BONUS: Disciplina olimpionica, De Coubertin (motto e citazione)
4. Parto col dirti che ho compreso l'intenzione del tuo racconto, ovvero quello di far entrare del tutto il lettore nella mente del punto di vista, facendo trasparire le forti sensazioni legate al caldo e lasciando una vaghezza di fondo per non far capire fino all'ultimo cosa stia succedendo. Ecco, questo ti è sicuramente riuscito e si sente l'immersione nella mente del personaggio, evocando anche le giuste sensazioni. Ti consiglio di proseguire su questa strada.
Il problema, per quel che mi riguarda, è che ho trovato il tutto davvero eccessivo! Una scelta di questo tipo, portata avanti per tutto il brano, mi è risultata un po' pesante nella lettura e ripetitivo. Avrei preferito a metà o a un terzo del tuo racconto uno stacco in cui venissero mostrate le cose che accadono, ma chiaramente questo cambierebbe il senso di fondo.
Sicuramente il protagonista vede il mondo che lo circonda in questi termini per via del caldo, della fatica e della paura. Tuttavia, a causa della totale mancanza di elementi di contesto, sembra di galleggiare nel vuoto all’interno della sua testa… ed è una sensazione un po’ straniante. Ci ho messo davvero un sacco a capire quale fosse il contesto, e anche sul finale ho fatto fatica!
Nel complesso secondo me non c'è male, la scelta potrebbe averti penalizzato a livello di coinvolgimento e presa sul lettore ma ci sono delle buone premesse.
BONUS: Disciplina olimpionica (la voce narrante immagina di fare il salto in lungo), De Coubertin (viene citato un suo motto).
5. Ciò che mi è saltato subito all’occhio durante la lettura è stata la presenza di un narratore esterno. Io sono per la totale assenza di quest’ultimo all’interno delle storie e per il precetto dello show don’t tell; qui invece ho sentito il peso di una voce che non è interna alla vicenda, della quale non traspare un punto di vista vero e proprio (che avrebbe dovuto essere il lottatore, in questo caso, oppure uno spettatore del bar).
La telecamera oscilla dall’incontro alla città e questa tua scelta a mio avviso ha penalizzato il racconto: c’è distacco e non si entra davvero nella storia. Anche nel corso dell’incontro io non ho visto il mondo dagli occhi di El Tigre, bensì ho sentito la tua voce penetrare nella storia. E ciò che cerchiamo con le storie è immersione, non distanza.
Nel complesso non ho trovato nulla in particolare che mi abbia entusiasmata: è una situazione piuttosto standard nel suo svolgimento, e per i motivi elencati sopra non sono riuscita a entrare in empatia con El Tigre o a sentirmi coinvolta. Però molto divertente la frase finale, ho apprezzato!
BONUS: Disciplina olimpionica (pugilato), De Coubertin (ne viene citato il nome)
Re: Gruppo Parigi 1900
Inviato: lunedì 20 luglio 2020, 21:57
da Bennik
1. ARGENTO
2. IL BIGLIETTO
3. PUNTA AL SOLE
4. LELLO SCORDATO
5. DE IMPOSSIBILITATE DIMAGRIMENTO
ARGENTO
Narrazione avvincente e tematica molto bella. Generalmente quando si prende quel periodo storico con quei “cattivi” lì si rischia o il cliché della tematica (purtroppo malamente ritrita) della discriminazione, ancor meglio se fatta da nazisti, o la sensazione del “ti piace vincere facile? Scegli una storia con i nazisti”. Il tuo racconto invece sa trattare il tema della discriminazione in maniera davvero piacevole, ponendo un punto di vista di uno che si trova dall’altro lato della barricata, il lato con la svastica. Devo dire che è stato davvero commovente, soprattutto perché l’idea dello sport che unisce (che alla fine è lo spirito olimpico) è stato davvero ben resa.
Ho apprezzato anche i diversi salti temporali, facilmente identificabili dalla data, evitando il classico smarrimento che può capitare a chi legge testi con simili espedienti retorici.
Ammetto di aver avuto un attimo di disorientamento al “mister Long”, non riuscendo a capire chi fosse questo personaggio.
Ti hanno già ampiamente parlato della corretta scrittura di “aldilà”, quindi non aggiungo altro.
Il “BOM”, oltre a dover essere “BOOM”, francamente non mi ha dato fastidio, come del resto il ricorso a onomatopee di genere più fumettistico. Ma è una questione di sensibilità personale, e generalmente ne viene sconsigliato l’uso.
Il finale mi è sembrato, ad una prima lettura, un po’ troppo lungo e a tratti didattico. Ma ad una seconda lettura invece l’ho trovato buono, forse perché ero già abituato.
Consegne rispettate
Complimenti per questo bel racconto e buona fortuna!
IL BIGLIETTO
Il racconto è uno dei miei preferiti, nonostante sia quello che ha preso le consegne in modo più largo, dato che manca il riferimento a de Coubertin e l’evento storico è inventato - so che era ammessa anche questa eventualità ma appunto è un’interpretazione di “evento storico” in senso molto lato. È vero anche che il racconto ricorda l’altrettanto infausto (e storico) evento di Jonestown, a cui forse ti sei ispirato.
Comunque, la storia funziona e cattura; il senso di spaesamento iniziale dura quanto basta, non creando un’attesa snervante di vederci chiaro e, allo stesso tempo, prendendosi il tempo di creare la giusta atmosfera di mistero.
La tematica apocalittica, del suicidio di massa e del grande inganno dello pseudoprofeta, non è particolarmente originale ma è comunque ben resa. Anche il più ritrito cliché può essere d’effetto se reso con maestria, e tu l’hai fatto.
Due punti, che poi si riassumono a uno, non mi hanno particolarmente convinto, nonostante siano ben resi, ovvero: che cosa pensa il protagonista?
1) Perché decide di dare la sua pozione a quello sconosciuto? Perché non voleva morire avvelenato? Perché era curioso di vedere come tutto finiva?
2) Perché alla fine si suicida comunque?
Semplici domande, nulla di che, ma come ho avuto io questi dubbi, magari potrebbero averli altri lettori. Magari si poteva spendere qualche parola in più per esplicitare meglio il senso di quei gesti. In ogni caso resta un racconto davvero avvincente.
Una consegna rispettata: il tuffo.
Complimenti e buona fortuna!
PUNTA AL SOLE
Con me forse ti è andata bene, o addirittura male, perché l’ambiguità della storia, così indefinita nelle circostanze, nel luogo, nel tempo, nei personaggi, con me ha funzionato poco.
Ti è andata bene perché l’espediente narrativo dell’indeterminatezza del tutto, volta a rendere la rivelazione finale più sorprendente, non mi è risultato pesante, anzi, mi ha intrigato, complice un’ottima padronanza della narrazione in prima persona.
Ti è andata male, perché avevo intuito – non chiedermi come o perché – di cosa si trattasse, almeno a grandi linee.
È vero che il racconto è lunghetto, e quindi potrebbe “snervare” il lettore, ansioso di capirci qualcosa, ma purtroppo non ho fatto questa esperienza e ti direi che va bene così. Inoltre, trovo che le parole “sport” e “Paolo”, inserite quasi a metà racconto, siano in fin dei conti rivelatrici di cosa stia accadendo, ovvero un atleta italiano è impegnato in una competizione importante, quindi la sensazione (voluta) di smarrimento viene presto mitigata.
Per quanto riguarda la storia in sé, la considero una bella trovata, ma presuppone che il lettore capisca, alla fine, di cosa si stia parlando. E se il più grande rigore sbagliato nella storia della Nazionale è generalmente un fatto noto ai più, non è detto che tutti l’afferrino alla prima lettura.
Non so se è volontario, ma ho trovato molto carina l’idea che la gamba alla fine calci da sola verso il sole, che potremmo definire il grande “antagonista” della storia.
Consegne rispettate.
Complimenti e buona fortuna!
LELLO SCORDATO
Molti dei racconti che ho letto finora hanno un punto di forza, ovvero la rivelazione finale, e il tuo non fa eccezione, tuttavia, è la rivelazione che più mi ha sorpreso e divertito. Era davvero inattesa per me, che avevo approcciato la storia nell’ottica del regolamento che prevedeva la pratica di una disciplina olimpica. Leggendo ho subito pensato che il tuo espediente per rientrare nella consegna del regolamento fosse quello di aver creato delle fittizie olimpiadi “paesane”, fatte da gente semplice che si misura in prove tanto pittoresche quanto difficili. E di fatto è così. La scrittura è davvero coinvolgente e gustosa nel suo linguaggio tipico da locanda, che, insieme alla narrazione in prima persona, riesce a far immedesimare il lettore nell’atmosfera paesana e gioviale. Ma ecco, credevo fosse tutto là, nella proposizione di un quadro olimpico alternativo, sui generis, invece il finale ha dato un sapore nuovo all’intero racconto, spingendomi a rileggerlo con nuovi occhi, non più gli occhi di un normale barista, ma di un ex-atleta olimpico (che ammetto non sapere se sia un personaggio realmente esistito).
Per il resto hai rispettato le varie consegne, quindi il lavoro è ok.
Consegne rispettate
Complimenti e buona fortuna!
DE IMPOSSIBILITATE DIMAGRIMENTO
Primo commento anche per me. Allora, inizio col dire che la brevità del racconto e il narratore esterno non mi hanno creato difficoltà nell’apprezzarlo fino in fondo. Sicuramente un punto di vista interno ai fatti rende meglio la sensazione di immedesimazione, ma anche così sei riuscito bene a creare l’atmosfera di tensione (e caldo) delle due scene inquadrate, il locale e il ring. Mi è sembrato in certi momenti di leggere vagamente lo stile di una graphic novel di Frank Miller.
Come detto la brevità della storia nulla toglie alla sua godibilità, ma forse si poteva aggiungere qualcosina in occasione dell’incontro, per non passare troppo velocemente all’insulto che sarà causa scatenante del ripensamento di Péso.
«Péso superava gli otto chilogrammi quando nacque e quell'evento nel paese si ricorda ancora oggi che quel bimbo ormai è leggenda: El Tigre de Chipilo».
Questa frase l’ho trovata un po’ complessa, cioè non immediata. L’ho dovuta rileggere due volte per capirla bene. Magari formulata diversamente, con una punteggiatura adatta a spezzare il respiro un po’ troppo ampio, sarebbe andata meglio.
«Poi di nuovo silenzio. Le telecamere inquadrano il fondo del palazzetto, eccolo, è lui, El Tigre de Chipilo, lo sfidante, la giovane promessa.
Quando il primo piano di Péso…»
Per essere proprio puntigliosi, questo passaggio che va ad identificare Péso con El Tigre, appena annunciato dallo speaker, non è proprio immediato. Sebbene abbia capito subito che i due erano la stessa e persona, si poteva essere più espliciti. Facendo un esempio così su due piedi: «eccolo, è lui, El Tigre de Chipilo, lo sfidante, la giovane promessa, il loro Péso!»
Consegne rispettate
Complimenti per il racconto, comunque coinvolgente e buona fortuna!
Classifica difficile dato che ho apprezzato tutti i racconti. Complimenti a tutti!
Re: Gruppo Parigi 1900
Inviato: martedì 21 luglio 2020, 21:36
da Luca Vitali
1. Argento di Mauro Lenzi
2. Il biglietto di Giacomo Puca
3. Lello scordato di Loba
4. Punta al sole di Michele Apicella
5. DE IMPOSSIBILITATE DIMAGRAMENTO di SEA60-MG
1.Davvero un bellissimo racconto, il mio preferito di questo gruppo. Nonostante un paio di punti ambigui già segnalati dagli altri (Il "signor Long" e lo spezzettare i vari salti temporali così tanto) e il fatto che i racconti sulla seconda guerra mondiale non mi piacciano particolarmente, il tuo aveva una caratterizzazione dei personaggi che mi è piaciuta moltissimo, e l'intera storia filava via liscia. Ottima padronanza dello stile e del mostrato, non posso aggiungere nulla a quanto già detto dai miei compagni, dunque buona fortuna!
2.Ciao, devo dire che questo racconto per adesso per me è il migliore. Il sapore malinconico non mi piace particolarmente, ma devo dire che la costruzione drammatica è ben resa, l'ambientazione e il twist finale sono ottimi, pieni di dettagli carini e interessanti.
Purtroppo, forse per al mia avversione a questo tipo di atmosfere, devo dire di non aver sentito quasi mai il pathos e dire "Cavolo! E ora?". Non riesco a determinare se c'è qualcosa di oggettivo nel mio giudizio o no, quindi prendilo solo come una voce di corridoio a caso XD.
Per il resto, davvero complimenti, il testo è semplice ma non sciocco, lascia abbastanza spazi in ombra da far riflettere ma non è un pastrocchio di rimandi e significati da carpire. Molto bravo!
3.Ho appezzato moltissimo il tuo racconto, è davvero interessante. Le trovate delle olimpiadi da bar sono talmente divertenti che anche se sono in pieno stile raccontato starei a leggerle per ore, quindi questo è Tell fatto bene, cosa davvero difficile da raggiungere. Il protagonista fa molta tenerezza, ma qui secondo me viene il punto dolente del racconto: troppo poco. Troppo pochi i momenti riguardanti il figlio o direttamente con il figlio che parla con lui, si poteva esplorare molto di più un personaggio e un tema con potenzialità enormi. Davvero, complimenti per il racconto perchè per ora è il mio preferito, ha un'identità unica che me lo farà ricordare. Una cosa però non mi torna: cosa rende "storiche" queste olimpiadi? Per caso me lo sono perso io nel testo?
4.Lo stile adottato mi piace molto, descrive bene le sensazione del POV e ti fa sentire dentro di lui, ma ho trovato che la scelta di lasciare tutta la vicenda quasi "onirica", confusa da percezioni così particolari e pensieri che ci lasciano spiazzati perchè siamo stati catapultati in un protagonista che non conosciamo, rovini non poco il racconto. Non sarebbe stato un problema se fosse durato meno, ma l'essere così prolungato rende questo espediente un po' fastidioso, tanto che a metà mi stavo spazientendo nel cercare di capire cosa stesse accadendo. Di nuovo, lo stile è ottimo e la padronanza della prima persona mi pare ci sia, ma non ho apprezzato la realizzazione della "trovata" narrativa.
5.Ciao, è il mio primissimo commento e ho già l'ansia, cercherò di essere preciso ma non sbrodolare, se alcune cose non sono chiare chiedi pure e mi spiegherò meglio.
La trama del racconto è carina, una bella storia di rivalsa, ma l'ho trovata davvero troppo corta. Alcuni nuclei di conflitto, come il fatto che il protagonista è costretto a perdere, sono poco sfruttati proprio perchè troncati subito. Il narratore così esterno alla vicenda non aiuta a empatizzare col protagonista, e la scelta di mostrare il baretto del villaggio è di nuovo, per me, sfruttata molto meno di quanto avrebbe potuto essere. Perchè non mettere un personaggio (il nonno, la fidanzata, il padre, un amico) legato al protagonista e al suo allenamento, di modo da dare all'esito dello scontro un valore ancora più personale?
L'idea alla base non era male, lo ripeto, ma secondo me andava sfruttata molto di più per creare qualcosa di memorabile.
Re: Gruppo Parigi 1900
Inviato: sabato 25 luglio 2020, 0:15
da Spartaco
Ricordo a tutti che avete tempo fino alle 23.59 di oggi, sabato 25 luglio, per postare classifiche e commenti!
Re: Gruppo Parigi 1900
Inviato: domenica 26 luglio 2020, 1:55
da Spartaco
1) Argento, di Mauro Lenzi Punti 3
2) Il biglietto, di Giacomo Puca Punti 9
3) Lello scordato, di Loba Punti 12
4) Punta al sole, di Michele Apicella Punti 14
5) DE IMPOSSIBILITATE DIMAGRAMENTO, di SEA60-MG Punti 19
Accede alla semifinale Argento, di Mauro Lenzi che potrà postare il racconto sistemato nella discussione della semifinale entro le 23.59 di lunedì 27 luglio