Pulizie Generali

70ª Edizione, Minuti Contati saluta l'estate dedicandogli la Summer Edition. Guest Star è Livio Gambarini, in passato anche concorrente e ora lanciatissimo nel mondo dell'editoria. QUI potete visionare il trailer, potete trovarci anche degli indizi per il tema che vi aspetta. Ricordiamo: l'appuntamento è per lunedì 24 agosto dalle ore 21.00 all'una. Una singola sera, in contrapposizione alla Two Days appena conclusa.
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chiara.rufino
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Pulizie Generali

Messaggio#1 » lunedì 24 agosto 2015, 23:40

Carlos sollevò il cestino della carta straccia e lo svuotò nella busta davanti a lui, stando attento a non far cadere il lucido per pavimenti a terra.
L'ultimo turno presso l'impresa di pulizie e si sentiva percorso da scosse elettriche da quando aveva cominciato a lavorare quella sera.
Spostò il polso e vide che l'orologio da uomo che indossava lampeggiava l'orario dieci e mezza.
Mancava poco alla fine del suo turno, si disse mentre districava il filo dell'aspirapolvere e la passava nell'ufficio del dirigente del sindacato.
Sulle pareti chiare, capeggiavano orrende stampe inneggianti all'uguaglianza sociale e umana, giudicate patetiche da Carlos, considerato come veniva trattato là dentro.
Il più delle volte neanche lo notavano, Carlos era infastidito dalle loro attenzioni e costretto al silenzio, ad essere remissivo mentre il cialtrone di turno pretendeva di spiegargli come andasse fatto il suo lavoro.
"Non stasera però".
Staccò la spina dalla presa e cambiò spazzola all'aspirapolvere, montandone una per la pulizia della moquette.
L'ufficio del capo doveva essere la sua ultima opera d'arte, pulito a regola d'arte e con un tocco di pout - pourri nella grossa ciotola di vetro davanti ai documenti.
Uno rumore di tacchi a spillo lo interruppe e si girò verso la porta; Imelda, la sua complice, entrò sfilandosi le scarpe e camminando scalza per l'ufficio.
"Fatto?"
"Finito, quando se ne accorgeranno, saremo già lontani".
Scoppiarono a ridere fragorosamente, interrotti da un rimprovero in corridoio.
"Fate piano! Abbiamo isolato le telecamere ma non possiamo farci sentire troppo in ogni caso, intesi?"
Juan era dietro di lei e faceva cenno di non fare altri schiamazzi.
"Sì, fammi timbrare il cartellino".
Carlos si sfilò la giacca della ditta di pulizie e, preso il carrello, lo ripose al suo posto nello sgabuzzino, chiudendo a chiave gli uffici e intimando ai due amici di far piano mentre uscivano dall'ingresso principale del sindacato.
"Se ne accorgeranno secondo te?"
"Del fatto che tre nani siano entrati nel loro ufficio e abbiano rubato tutto ciò che c'era nella cassaforte? Non credo. Anche perché."
Carlos si fermò e cercò di non ridere troppo, alzando la testa al cielo.
"Abbiamo regolato le telecamere su un'altezza medio alta, penseranno che siano stati i fantasmi a derubarli".


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Fernando Nappo
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Messaggio#2 » mercoledì 26 agosto 2015, 15:30

Ciao Chiara,
il tuo racconto mi ha lasciato parecchie perplessità. Cerco di spiegarmi.
Parto con questa frase, che trovo poco chiara:
Spostò il polso e vide che l’orologio da uomo che indossava lampeggiava l’orario dieci e mezza.
Spostò il polso non mi pare descriva un modo naturale di comportarsi, ma caso mai guardi l'orologio che porti al polso, così come non serve a molto specificare che sia un orologio da uomo, lo si dà per scontato visto il protagonista maschile. A meno che non sia indispensabile evidenziarlo. Mi sembra una frase da rivedere, anche nella forma in cui è scritta.

Carlos, dipendente di una associazione sindacale, nella prima metà del racconto è intento a pulire gli uffici con accuratezza. Lo si capisce quando parlando dell'ultimo ufficio dici che lo voleva lasciare lindo e profumato.
Si capisce subito che è un dipendente insoddisfatto, ma trovo le frasi che usi poco chiare:
- Sulle pareti chiare, capeggiavano orrende stampe inneggianti all’uguaglianza sociale e umana, giudicate patetiche da Carlos, considerato come veniva trattato là dentro.
Questa, benché chiara nel significato, suona come un'intromissione del narratore. Nella prima parte non è chiaro se a trovare orrende le stampe e l'uguaglianza sociale sia Carlos o il narratore (che peraltro è libero di avere qualsiasi opinione ritenga, sia chiaro), mentre nella seconda parte ci racconta che Carlos le trova pateiche anziché mostrarci, chessò, Carlos che ci sputa sopra o che fa una faccia disgustata quando le vede.
- Il più delle volte neanche lo notavano, Carlos era infastidito dalle loro attenzioni e costretto al silenzio, ad essere remissivo mentre il cialtrone di turno pretendeva di spiegargli come andasse fatto il suo lavoro.
In questa, invece, prima dici che nemmeno lo notano e subito dopo che lui è infastidito dalle loro attenzioni. Inoltre il troppo generico cialtrone di turno è una figura troppo sfumata, difficilmente il lettore si sentirà portato a parteggiare per Carlos contro un antagonista così poco identificabile.

Comunque si intuisce che vuole combinare qualcosa, anche perché all'inizio accenni al fatto che è il suo ultimo giorno di lavoro lì, ma non si capisce cosa e nemmeno lo si sospetta.

Poi arriva Imelda. Che ruolo ha? E' solo complice di Carlos o è anche lei una dipendente? Non si capisce. E perché si toglie le scarpe? Sembra qualcosa di importante, visto che lo evidenzi, ma poi il fatto che lei se ne vada in giro scalza finisce nel dimenticatoio. E' solo per dare colore alla scena?

Da questo punto in poi, secondo me, scusa la franchezza, la situazione si ingarbuglia ancora di più. Arriva pure Juan, neppure lui si capisce a che titolo sia lì, se come complice o perché egli stesso dipendente.

I tre si scambiano delle battute da cui risulta chiaro che hanno combinato qualcosa, ma cosa sia resta, ancora, un mistero.

Poi ci sono le telecamere: in una frase sono state isolate (tagliato il cavo? Spruzzata della vernice sulle ottiche?) mentre poco dopo sono solamente spostate.
Finalmente scopriamo che la loro missione era quella di rapinare l'ufficio. Ma l'informazione arriva tardi, quasi a voler essere una sorpresa, ma di fatto, sempre e solo secondo me, essendo lo scopo di Carlos e compagnia fin dall'inizio del racconto non andava tenuta nascosta così a lungo. Più che una sorpresa mi pare un'omissione.

E si arriva al finale che temo stia in piedi a fatica: quando in ufficio scopriranno il furto e le telecamere manomesse, perché dovrebbero pensare ai fantasmi e non all'ultimo che è stato in ufficio la notte precedente e cioè all'uomo delle pulizie? Che per giunta proprio la notte precedente faceva il suo ultimo turno di lavoro.

Insomma, l'idea di per sè non è male, è anche un po' controcorrente visto che il datore di lavoro fetente è un'associazione sindacalista, ma credo che il racconto avrebbe bisogno di un'ampia riscrittura.

Il tema, in ultimo, mi sembra solo sfiorato.

Per concludere, in questa occasione, nonostante sia Fernando, ho voluto essere franco. Ok, è una battuta stupida, lo ammetto.

F.T. Hoffmann
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Messaggio#3 » mercoledì 26 agosto 2015, 23:54

Ciao,

Il racconto parte da un'idea carina e si sviluppa in modo incostante. Ci sono infatti difficoltà sia stilistiche( soprattutto nelle prime righe) e in secondo luogo di trama, sopratutto verso la fine.

Mi spiego: nei problemi stilistici evidenzio senza dubbio la seconda, la terza e la quarta frase.

di seguito ti scrivo delle possibili correzioni.

"Era ormai l'ultimo giorno di lavoro, l'ultimo turno di quello schifosissimo lavoro. Non stava più nella pelle dalla gioia.
Guardò l'orologio. Erano le dieci e mezza.
-Non mancano che pochi minuti- si disse"

Parlando invece della trama vorrei dirti "ehi bella pensata" perchè devo dire che alla prima lettura mi avevi strappato un sorriso. Poi però l'ho riletto e ho cominciato a vedere i buchi.
Prima di tutto non si capisce cosa hanno fatto alle telecamere, ma anche supponendo le abbiano solo "alzate" c'è sempre il problema che 1) una telecamera a circuito chiuso di solito sta in alto giù di suo, e poi la visuale è prospettica, di conseguenza anche il nano più nano del mondo, anche strisciando, prima o poi entra nel campo visivo 2) se hanno spostato così tanto la telecamera da farle inquadrare il soffitto, chi vedrà i nastri saprà che è stata spostata e magari vedrà anche l'ora in cui è stata spostata.

Quindi ok, i nani ladri mi piacciono ma devi farli più furbi.

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AmbraStancampiano
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Messaggio#4 » giovedì 27 agosto 2015, 2:46

Ciao Chiara, ben trovata :)
il tuo racconto parte da un'idea abbastanza originale, che costituisce un' interpretazione interessante del tema di invisibile; la storia è abbastanza ben delineata, anche se in alcuni punti si trascina un po':
avrei preferito vedere i sentimenti di Carlos, o quantomeno sentirli attraverso una battuta, mentre tu su questo piano racconti un po' troppo, rallentando il ritmo del racconto; ad un certo punto ti contraddici, dicendo che Carlos è praticamente invisibile per gli impiegati dell'ufficio, ma che è stanco delle loro attenzioni. quali attenzioni? anche qui, avresti potuto accennare ad un episodio che facesse capire al lettore i sentimenti di Carlos nei confronti di quell'ambiente, anche per seminare qualche indizio di ciò che sta per succedere.
E' logico che Carlos abbia dei complici, il fatto che siano anche loro dei nani è una bella sorpresa, ma tu andresti mai a derubare un edificio con dei tacchi a spillo che rimbombano? Da un lato ho apprezzato questo particolare, che mi ha subito regalato la sensazione uditiva dei tacchi in un corridoio ampio e asettico (e suonano benissimo), dall'altro mi sono chiesta quanto ciò sia plausibile. Magari aggiungendo qualche altro particolare su Imelda (che so, "secondo Carlos era la ragazza più bella del mondo, mai fuori posto, sempre abbigliata con gusto e stile") questo dettaglio non stonerebbe.
Infine il terzo complice, che zittisce gli altri e basta, è proprio necessario?
Bella per le telecamere spostate, anche se prima dici che sono state isolate. Insomma, deciditi! :P
Occhio alla consecutio temporum, ed alle concordanze tra preposizioni/congiunzioni ed aggettivi/pronomi. Errori veniali, dettati dalla fretta.
Lo stile va bene, ma sai fare di meglio ;)
Alla prossima!

Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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chiara.rufino
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Messaggio#5 » giovedì 27 agosto 2015, 15:33

Intanto vi ringrazio molto per i commenti, di solito evito i concorsi online perché ho un po' di pregiudizi, ma vista la pubblicità che persino la Holden ha fatto a Minuti Contati, ho deciso di provare.

Ammetto che ci ho messo ben tre stesure per arrivare a questo risultato e no, non posso dire di aver scritto qualcosa che mi ha soddisfatta. Come dite voi, l'idea c'era, è che non è partita bene come avrebbe dovuto.

Le frasi poco chiare come quella dei tacchi o le altre lo dimostrano. Perché i tacchi? Perché la cassaforte nel mio immaginario era alta e dovevano usare quelli per rapinare la cassaforte, per arrivarci.

Le attenzioni che Carlos riceve o non riceve sono quelle di coloro che non hanno mai visto un nano e vedendolo basso, tentano di aiutarlo, visto che fanno l'associazione basso=bambino. Nella prima stesura, dove rubavano del whisky in un aeroporto, esprimevo chiaramente il fatto che erano la banda di nani più famosa dell'Andalusia ma questa cosa, nel racconto qui pubblicato, è andata persa. Ah, Imelda e Juan stanno insieme, insomma sono Bonnie e Clyde più Carlos.

Come fa notare Fernando, forse lo scrivere che quella era la sua ultima notte è stato un azzardo, avrei dovuto tenere le buone idee della prima stesura e riciclarle qua, tipo che si presentava sempre a lavoro dopo i furti per non destare sospetti. Mi avete insomma confermato i dubbi e, ancora, vi ringrazio per la sincerità. Per gli errori "grossolani", accuso il mio essere prolissa con la brevità della gara.

 
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angelo.frascella
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Messaggio#6 » venerdì 28 agosto 2015, 0:40

Ciao Chiara.

Il tuo racconto, pur partendo da un’idea simpatica, presenta diverse carenze stilistiche e narrative, già evidenziate da altri. Ti soffermi su alcuni dettagli inutili (il fatto che l’orologio sia da uomo… e poi perché l’orologio lampeggia) e alcune frasi sono formulate malino (“L’ultimo turno presso l’impresa di pulizie e si sentiva percorso da scosse elettriche”… nella prima frase manca il verbo, così come la frase sui cartelli inneggianti l’uguaglianza risulta involuta ma anche confusa dal punto di vista della gestione dei Punto di Vista… scusa il bisticcio di parole…). Inoltre, come facevano notare altri, difficile che basti alzare le telecamere un pochetto per rendere invisibili dei nani, considerando la visuale che di solito si vede dai monitor di sorveglianza.
Insomma c'è un po' da lavorarci su, per ottenere un buon racconto 

marina81
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Messaggio#7 » sabato 29 agosto 2015, 11:30

Ciao Chiara
Il tuo racconto ha un buon inizio, che fa capire bene il personaggio di Carlos e la sua situazione lavorativa. Anche l'ambientazione è descritta bene ed è chiara.
Secondo me il racconto fila abbastanza, l'idea di base è carina ma non mi ha convinto il modo in cui hai concluso la storia, forse non c'era il tempo per scriverlo bene come si voleva e risulta un po' superficiale. Per il resto non male.

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eleonora.rossetti
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Messaggio#8 » martedì 1 settembre 2015, 20:06

Ciao Chiara,

benché io simpatizzi per le storie sui ladri (non per l'atto in sé ma sono una patita di Lupin ^^) ci sono alcune cose che mi guastano la credibilità, a partire dalle telecamere: negli uffici, solitamente sono posti in prossimità del soffitto, e inquadrano lungo la diagonale della stanza: sollevarle di poco implica la manomissione ed è facile risalire al colpevole quando si sa chi ha lasciato l'ufficio per ultimo.
L'idea era molto carina (ovvero, nani che approfittano della bassa statura per ripulire le casse altrui) e l'avrei vista molto bene in un negozio, anziché un ufficio.

Anche io ho qualche perplessità sul ruolo della tizia che si toglie le scarpe: per rimanere più "bassa"? E' un dettaglio che mi sfugge, magari è cruciale ma se fosse non l'ho colto.

Riassumendo, idea avvincente anche se lo sviluppo (e la conclusione) anziché soddisfare un possibile crescendo mi dà una spiegazione affrettata e poco credibile.

Occhio ad alcuni refusi, es. Uno rumore di tacchi, che comunque vista la "fretta" del contest di Minuti Contati sono perdonabili ;)
Uccidi scrivendo.

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chiara.rufino
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Messaggio#9 » mercoledì 2 settembre 2015, 15:04

Eleonora, un immenso grazie per la nota, non è la prima volta che mando cose coi refusi, sono una recidiva della peggior categoria:)
404 Patience Not Found

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raffaele.marra
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Messaggio#10 » venerdì 4 settembre 2015, 0:21

<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Si tratta di un racconto fortemente penalizzato dalla mancanza di tempo più che di caratteri. Credo che avresti dovuto leggerlo e rileggerlo più volte per poter governare meglio l’evolversi di questa vicenda che potenzialmente non è male, ma il modo in cui è presentata non le rende affatto giustizia. Ad esempio avresti dovuto giostrare meglio l’effetto sorpresa quando si capisce che il protagonista è un nano e per giunta un ladro. Insomma, con un po’ più di lavoro, che ti invito a spendere per questo racconto, potresti ottenere sicuramente un risultato migliore. Quindi, datti da fare.</p>

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alessandra.corra
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Messaggio#11 » venerdì 4 settembre 2015, 16:25

Ciao Chiara,
parto subito dicendoti che ho trovato gradevole l’idea di incentrare la storia su una banda di nani ladruncoli.
Purtroppo però devo associarmi a ciò che già è stato osservato dagli altri partecipanti: la trama
sarebbe interessante, ma purtroppo ci sono alcuni errori tecnici nella narrazione che hanno penalizzato il tuo lavoro.
Peccato. Certamente con una buona revisione potrà diventare un lavoro interessante.
Alla prossima.

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antico
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Messaggio#12 » domenica 6 settembre 2015, 13:03

Ciao Chiara e benvenuta a Minuti Contati!
Bella l'idea dei nani, sovverte tutto quanto il lettore può immaginarsi fino al finale. Un po' ingenua però la premessa che basti alzare le telecamere per non mostrarli e celare il furto. Inoltre, se timbrano il cartellino e sono lì per lavoro è chiaro che saranno i primi indagati. L'accenno di critica verso l'ipocrisia di questi sindacati mi è piaciuta, ma va portata avanti seguendo un'altra via. Tempo e caratteri limitati ti hanno tagliato le gambe, ma stai tranquilla: succede praticamente a tutti al primo impatto con MC. Mi piacerebbe dessi una ripassata al testo e lo presentassi nel laboratorio. Non sono io a gestirlo, ma a chiamata mi ripresento anche lì, quindi nel caso fai un fischio. Per il momento il pollice è giù. A presto.

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