La coperta sugli occhi - Andrea Partiti

70ª Edizione, Minuti Contati saluta l'estate dedicandogli la Summer Edition. Guest Star è Livio Gambarini, in passato anche concorrente e ora lanciatissimo nel mondo dell'editoria. QUI potete visionare il trailer, potete trovarci anche degli indizi per il tema che vi aspetta. Ricordiamo: l'appuntamento è per lunedì 24 agosto dalle ore 21.00 all'una. Una singola sera, in contrapposizione alla Two Days appena conclusa.
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Andrea Partiti
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La coperta sugli occhi - Andrea Partiti

Messaggio#1 » martedì 25 agosto 2015, 0:23

Era sempre stato con me, in modo discreto e gentile. Un tassello del mio mondo, banale come una tazza di latte caldo alla mattina.
Non ricordo neppure la prima volta che notai un suo intervento. Giocattoli che tornavano al loro posto, i vestiti tolti alla sera che trovavo impilati su una sedia, un compito dimenticato sulla scrivania che compariva opportunamente ripiegato nel mio diario.
Se mi muovevo distrattamente in mezzo ai miei giochi, capitava che uno di questi, ai margini del campo visivo, facesse un piccolo scatto poco prima che lo calpestassi in modo doloroso.
Una volta avevo perso il mio trenino di legno al parco. L'avevo cercato ovunque e mi ero ormai rassegnato. Invece, appena tornato in camera, eccolo lì, appoggiato sul letto come se non l'avessi mai avuto con me.

La mia famiglia era religiosa, ogni sera prima di dormire recitavamo le preghiere, tutti insieme nella mia stanza. La mia mente di bambino aveva concluso in maniera spontanea che doveva trattarsi dell'angelo custode che pregavamo. In fondo, a cosa serve pregare, se non si spera davvero in un effetto concreto?
Avevo otto anni quando decisi che ero speciale e nessun mio coetaneo mi capiva. Sapevano solo deridermi quando provavo a essere sincero. Avevo imparato presto che nessuno voleva credere a quello che avevo soprannominato l'Invisibile.
I piccoli gesti dell'Invisibile mi rendevano la vita più semplice e felice, senza essere mai invadenti.

Due settimane fa io e i miei genitori ci siamo trasferiti. Nuova scuola per me, nuovo lavoro per mio padre.
L'Invisibile sarebbe venuto con me? Mi aveva seguito durante le rare vacanze, ma mai così lontano.
La prima notte nel nuovo appartamento non dormii. Sentivo tremori, graffi e soffi provenire dal corridoio fuori dalla mia porta. Ero spaventato.
Ne parlai il mattino dopo a colazione, ma i miei genitori non avevano sentito nulla. Era davvero un sogno come sostenevano?
La notte successiva fu ancora più violento e rumoroso, ma in qualche minuto tornò la calma e una coperta salì a coprirmi la testa. La porta non si era aperta e sapevo che si trattava dell'Invisibile. Per la prima volta interagiva direttamente con me. Mi addormentai felice che fosse con me.
Il copione si ripetè identico per un'intera settimana, mentre le lotte aumentavano di intensità e segnavano la casa. Graffi sottili sulla carta da parati e sugli scatoloni impilati qua e là, oggetti spostati e ribaltati. Purtroppo nulla che i miei genitori notassero nel caos del trasloco.
L'ottavo giorno la lotta non iniziò. Aspettai un'ora, poi un'altra, guardando i minuti luminosi cambiare sulla piccola sveglia sul comodino. Mi domandavo se avrei dovuto alzarmi, ma per cercare cosa?

La porta della stanza si apre con un gemito leggero.
Un soffio aspirato sulla soglia.
Mamma? Non è lei, non è silenziosa quando cammina.
L'Invisibile? Non aveva mai avuto bisogno di aprire la porta per venire da me.
Aspetto nel letto, immobile.
Sono inciampato su un'automobilina, questa mattina.
Non mi era mai successo prima.



cristina.danini
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Messaggio#2 » martedì 25 agosto 2015, 13:31

Ciao Andrea :-)
Ho apprezzato molto il tuo racconto, trasmetti bene la tenerezza dei pensieri di un bambino. Il finale lascia nel dubbio: chi era a lottare in corridoio? L'Invisibile contro il tempo di crescere, che alla fine l'ha avuta vinta? Non ha molta importanza, secondo me. Come non ne ha il fatto che l'Invisibile sia un angelo custode, un amico immaginario o uno spirito gentile. A contare sono i sentimenti del bambino, e quelli arrivano diretti.
Complimenti!

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Angela
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Messaggio#3 » mercoledì 26 agosto 2015, 10:23

In questa sessione e comunque, sicuramente nel mio gruppo, molti di voi hanno scelto una ghost stories e la cosa che mi lascia perplessa è il motivo per cui non l'abbia scelta io, visto che è il mio genere! Ma passiamo al tuo racconto. L'idea dell'angelo custode è un classico e per tutto il racconto tu non cerchi l'originalità a tutti i costi. Devo dire che, essendo amante del genere, non lo avrei mollato per nulla al mondo, fino al finale che è una vera chicca e sinceramente non me lo aspettavo. Durante la narrazione hai spiegato nel dettaglio ogni cosa abituando il lettore a un certo stile, poi invece tutto cambia e secondo me questo è un valore aggiunto perché tra le righe anzi, nel sottotesto, c'è tantissimo! L'angelo custode che combatte e forse perisce (per quanto possa perire un angelo) è più che una storia originale, è LA STORIA. Il finale da solo merita 10 punti. E se consideri che tutto questo non lo hai scritto, il valore è ancora maggiore perché comunque il messaggio è arrivato forte e chiaro. Complimenti. Ti scrivo qualche appunto, spero possano esserti utili in caso di revisione.
Voto: 7 e mezzo

poco prima che lo calpestassi in modo doloroso.
L’aggettivo in questo caso lo avrei omesso perché sembra riferito al giocattolo.

eccolo lì, appoggiato sul letto come se non l’avessi mai avuto con me.
Come se l’avessi sempre avuto con me (cioè non lo avesse perso). Se invece volevi dire che non lo avevi avuto con te al parco, devi strutturare la frase diversamente togliendo il “mai”.

soprannominato l’Invisibile.
Invisibile lo avrei messo in corsivo

direttamente con me. Mi addormentai felice che fosse con me.

Con me/con me ripetizione
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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Andrea Partiti
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Messaggio#4 » giovedì 27 agosto 2015, 13:48

Intanto grazie ad entrambe per il commento, soffro di ansia da giudizio altrui quando scrivo e mi avete rassicurato!

Sono contento che sia passato abbastanza bene quasi tutto quel che volevo trasmettere, perché ho avuto qualche difficoltà tecnica durante la scrittura... non mi ero mai limitato in maniera così violenta ai 3000 caratteri, quindi ho scritto in maniera libera pensando "ma sì, è breve, figuriamoci se non ci sta nel limite", per poi accorgermi di aver scritto quasi il doppio. Diventava difficile fare solo uno sfoltimento e quindi l'ho riscritto direttamente - conservando solo il finale - per evitare un effetto Frankenstein sul cadavere del racconto precedente.

Veronica Cani
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Messaggio#5 » giovedì 27 agosto 2015, 17:20

Ciao, Andrea! :)
Bella l’idea di sfruttare il tema dell’amico invisibile, anche se, terminata la lettura, non sono riuscita a crearmi nella mente un’immagine sulla natura di questa entità. A un certo punto ho addirittura pensato che si trattasse di un gatto. Ma probabilmente l’idea di lasciare nell’indeterminatezza questo personaggio era una tua precisa intenzione. La forma è ottima, mi permetto solo di farti notare che nel finale sei passato bruscamente, e in maniera che ritengo ingiustificata, dal passato remoto al presente. Complimenti, bel racconto! :)

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Andrea Partiti
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Messaggio#6 » giovedì 27 agosto 2015, 17:54

In difesa dei tempi verbali... era una precisa scelta anche quella, per creare uno stacco tra il passato e quel che sta succedendo in tempo reale e quindi viene troncato nel finale in maniera meno artificiale.

Ho provato a cambiare anche lo stile, per quanto possibile, in modo che si capisse con meno sforzo (mettendo l'unico dialogo sporadico e i pensieri in maniera diretta), spezzando in tante piccole frasi quel che succede, creando un ritmo diverso.

Non è un gatto, ma ammetto che i miei due gatti neri che lottavano fuori dalla finestra vicino a cui scrivevo, con ululati inquietanti, il temporale di sottofondo e un blackout intermittente (e minaccioso per i salvataggi), hanno contribuito al processo creativo!

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invernomuto
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Messaggio#7 » domenica 30 agosto 2015, 7:32

Ciao Andrea, benvenuto su Minuti Contati, è sempre bello incrociare nomi nuovi!

L'inizio confortevole del tuo racconto riesce a mascherare sapientemente le tue (cattive) intenzioni per il finale e la cosa mi piace sempre tanto nei racconti brevi (tanto che l'assenza di un plot twist nel mio racconto di quest'edizione mi fa stare fisicamente male).

La scelta di un punto di vista fragile e indifeso funziona bene, creando un legame immediato con il bonario “spirito” custode e amplificando efficacemente l'effetto ansiogeno del finale.

Il tema è stato centrato benissimo e ben sviluppato, il testo scorre bene anche se lo “stacco” finale con cambio di tempo verbale mi ha lasciato un po' perplesso dal momento che non sembra veramente necessario, la storia potrebbe continuare in modo fluido dato che non c'è un vero e proprio salto temporale con la parte appena precedente.

Unica nota precisa riguardo allo stile: “La mia mente di bambino aveva concluso in maniera spontanea che doveva trattarsi dell’angelo custode che pregavamo.”, è un pensiero che solo un adulto che stia narrando una vecchia storia potrebbe esprimere, il tuo protagonista è ancora bambino e secondo me non rappresenterebbe in questo modo il suo pensiero.

In ogni caso si tratta di una buonissima prova, spero di incrociarti nuovamente nelle prossime edizioni!

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Vastatio
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Messaggio#8 » martedì 1 settembre 2015, 10:54

Ciao, la tua storia mi ha ricordato molto alcune leggende giapponesi sugli spiriti protettori della casa e un racconto di Gaiman (se non ricordo male) su un gatto nero che era colui che proteggeva la casa dagli spiriti maligni ogni sera lottando fino a perire e lasciare così il protagonista nell'angoscia del giorno dopo.
Anche se con conseguenze meno "forti" il tuo racconto gioca sullo stesso terreno. L'unica cosa che non mi è piaciuta è il nome dato dal bambino al suo "angelo custode". Mi fa troppo marchetta per evidenziare il tema.
Non sempre però trovo che la scelta dei termini usati siano adatti a un narratore bambino ("ai margini del mio campo visivo", ritenere "banale" una tazza di latte al mattino, "la mia mente di bambino")

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marco.roncaccia
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Messaggio#9 » giovedì 3 settembre 2015, 9:10

Ciao Andrea,
il tuo racconto, che mi è piaciuto, affronta il tema in maniera didascalica e lo inserisce sotto forma di personaggio. Si legge di un fiato e, pur se incardinato saldamente nel filone Ghost Story, non è mai scontato. Il modo come rendi, attraverso gli occhi del protagonista la lotta tra le due entità è spettacolare. Una bella prova con due appunti: il linguaggio con cui il protagonista narra gli eventi lascia pensare che il momento della narrazione avvenga in età adulta, di conseguenza non ho apprezzato molto il cambio di tempo dal passato al presente dell’ultima parte,

Zebratigrata
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Messaggio#10 » giovedì 3 settembre 2015, 12:41

Ciao Andrea, ecco il mio commento :-)

L’idea è originale e il racconto è ovviamente in tema.

Mi piace la suddivisione in paragrafi, ma avrei unito i primi due che ci parlano del passato.
I tempi verbali sono da sistemare: il terzo paragrafo inizia con ‘ci siamo trasferiti’ e fa pensare che stiamo per leggere un brano ambientato nel tempo presente, ma prosegue con ‘l’invisibile sarebbe venuto con me?’ invece di ‘L’invisibile verrà con me?’ e passati remoti che secondo me vanno cambiati.

Bella l’idea di farci vivere l’ultimo paragrafo insieme al bambino.
Forse avrei staccato ancora le ultime due frasi che stonano lette di seguito al pezzo narrato al presente: è come se facessero calare la tensione quando non ce lo aspettiamo e siamo con la mente ancora sotto le coperte, col fiato sospeso. Per questo il racconto si chiude secondo me in modo un po’ fiacco.
Potrebbe valere la pena di pensare a una chiusura alternativa, conservando però contenuto e ambiguità del racconto.

Altri hanno commentato il fatto che inizialmente il modo in cui il narratore parla ci fa credere che ormai sia adulto, mentre poi scopriamo che è ancora un bambino. Se vorrai rimaneggiare il racconto per evitare in parte questo problema potresti cambiare la frase "Avevo solo otto anni", con "Avevo appena compiuto otto anni" o qualcosa di simile: è il punto che mi ha fatto pensare a un passato lontano all'inizio della narrazione.

torpedocolorado
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Messaggio#11 » venerdì 4 settembre 2015, 9:53

Piacevole e ben costruito, nonostante qualche correzione che andrebbe fatta qua e là su alcune scelte lessicali e di sintassi (non mi riferisco al finale che giustamente è al presente). Tema abusato quello dell'amico immaginario (o angelo o spirito che sia, non c'è bisogno di saperlo di preciso) ma comunque trattato con delicatezza e sensibilità. E un bel finale che lascia un segno di diffusa umanità. Purtroppo le "ghost stories" sono state il tema ricorrente di questo gruppo e dopo un po' si sente il bisogno di leggere qualcosa di diverso, ma non è colpa tua Andrea. L'appiattimento su un plot comune sarà certamente sintomo di un immaginario comune molto forte legato all'invisibile. Di cui, per fortuna o sfortuna, non mi sento parte. Comunque, complimenti e spero di rileggerti presto Andrea!

enrico.nottoli
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Messaggio#12 » venerdì 4 settembre 2015, 17:01

Ciao Andrea,
il tuo racconto coglie bene il tema, lo trovo centrato in ogni parte. Bella anche l’ambivalenza sul finale dove si scopre tutto e nulla allo stesso modo. La scrittura però non mi convince del tutto, o meglio, mi piace come riesce a evocare le sensazioni di un bambino narrando le vicende così come possono filtrarle solo gli occhi dei bambini, però ho trovato alcune ripetizioni e non ho ben capito l’uso dei verbi e dei tempi (secondo me ci sono più incongruenze, un esempio: in un periodo tutto al passato remoto ad un certo punto dici: “avevo otto anni quando decisi …”, poi subito dopo metti: “due settimane fa …”, il “fa” indica continuità nel presente, cosa che non c’è qui) e il passaggio da passato a presente storico sul finale.
Comunque in ogni caso la storia c’è. E bene.
Alla prossima :)

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antico
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Messaggio#13 » domenica 6 settembre 2015, 23:35

Ciao Andrea e benvenuto a Minuti Contati!
Direi un esordio con il botto. Un racconto ben scritto e ottimamente controllato. C'è del soprannaturale e alla fine un pizzico d'horror. Forse manca qualcosa sul piccolo protagonista, si esprime troppo bene, dovresti sporcarlo di più per renderlo maggiormente verosimile. Detto questo, un pollice su per me.

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Andrea Partiti
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Messaggio#14 » martedì 8 settembre 2015, 11:06

Grazie a tutti per i commenti!

Di alcuni problemi mi ero accorto (sigh) rileggendo a freddo il racconto, di altri no e mi ha fatto piacere notarli.

Conto di cambiarlo almeno un po' per renderlo più credibile come storia narrata da un bambino, purtroppo quando ho iniziato a scriverlo non avevo ancora esattamente chiaro dove sarei andato a parare nel finale, quindi non ci ho fatto troppa attenzione.

Ho trovato molto simpatico vedere interpretazioni molto logiche del racconto a cui non avevo neppure vagamente pensato scrivendolo! Sicuramente lo faccio anche io leggendo le vostre storie, di aggiungere del mio all'interpretazione, ma vederlo succedere dall'altro lato della barricata è illuminante.

Grazie a tutti!

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