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Le Stringhe di Ermete

Inviato: martedì 25 agosto 2015, 0:57
da valter_carignano
Ecco. Aveva finito.
Stette lì, muto e immobile, non riuscendo a credere di essere riuscito a tradurre quelle folli equazioni in realtà. Ma lo erano davvero, reali?
Si passò la mano sulla faccia stanca. Gli mancava il coraggio. Dopo la morte di Carla non aveva più nulla, eppure se avesse fallito… beh, l’avrebbe fatta finita. Punto e basta.

- Le frequenze visibili all’occhio umano sono quelle la cui lunghezza d’onda è minore di un milionesimo di metro. Questi sono i colori che noi vediamo, frequenze maggiori o minori non sono da noi percepibili.
- Ma quindi ci sono colori invisibili?
- Beh, non proprio - lui posò la bacchetta con cui stava indicando il grafico sullo schermo e guardò Esther, la ragazzina in prima fila che l’aveva interrotto. Non che l’interruzione lo infastidisse: anzi, voleva dire che almeno uno in quella classe lo ascoltava. - Parlare di ‘colori invisibili’ è un ossimoro.
- Cioè? - chiese Esther, pronunciando la ‘e’ quasi come una ‘a’, a causa della gomma che stava masticando.
- Cioè dire cose opposte nello stesso momento. Un colore, se non lo vedi, non è un colore. Cioè, sarebbe qualcos’altro ma qui il discorso si fa un po’ complicato.
- Ma il mio cane sente delle cose che io non sento, e quindi… - la campanella e le urla degli altri studenti la interruppero.
- Ne parliamo giovedì, Esther - disse lui. Ma la moglie morì quella notte, e lui non mise più piede nella scuola.

Era ancora di fronte al computer, ma invece dei frattali del salvaschermo i suoi occhi vedevano Carla.
Non gli era pesato, anni prima, rinunciare alla ricerca teorica per trasferirsi ed essere assunto nel liceo privato dove lei insegnava musica. E questo nonostante i suoi studi sulla teoria delle stringhe fossero all’avanguardia, e ancora oggi ne trovasse tracce sulle pubblicazioni più recenti. Lei non avrebbe mai osato chiederglielo, ma non poteva andarsene e lasciare sola la madre con l’alzheimer. E così era stato lui a cambiare vita: per amore, quella forza che tutta la sua fisica e matematica non potevano spiegare.
Erano stati anni felici, i migliori possibili. Poi il cuore di Carla si era fermato. Così, senza motivo, era solo il suo tempo che terminava.
Si era chiuso in se stesso, la mente aveva preso strane vie ritornando quasi involontariamente al punto in cui aveva lasciato le ricerche, ma come sublimandole e instaurando collegamenti quasi ridicoli che mai avrebbe pensato di osare: l’Alto e il Basso che l’alchimia voleva analoghi e le stringhe che tutto collegavano; l’invisibile città di Adocentyn che Ermete Trismegisto creò manipolando la luce e i colori ma forse spostandola in una delle dimensioni parallele che le stringhe creano; e la frequenza delle stringhe, traducibile in suoni e colori non percepibili ma reali, che erano la musica dell’universo di cui parlavano i mistici.
Altre dimensioni. Era solo una delle molte teorie, ma se fosse stata vera e il suono fosse stato il ponte, in una di queste forse Carla era viva…
Premette ‘invio’ e scomparve.

Inviato: martedì 25 agosto 2015, 22:36
da alexandra.fischer
LE STRINGHE DI ERMETE di Valter Carignano La tua storia è drammatica. Si vive il dramma dell’invisibilità intesa come condizione progressiva: il professore infatti, prima scompare dall’ambiente scientifico dovendo rinunciare alle proprie ricerche sui colori invisibili per stare accanto alla moglie Carla, inchiodata dal dovere familiare verso la madre malata. Perdendo lei, tuttavia, anche la carriera a scuola non gli dice più nulla e allora tenta di recuperare la moglie usando la sapienza ermetica per andare a Adoceyntin, la città invisibile descritta da Ermete Trismegisto. Io spero per lui che ci sia riuscito. Il finale è davvero potente. Quell’invio premuto dal docente ricercatore non si dimentica. Bella anche la descrizione dei colori invisibili. Ottimo racconto. Anche Bierce ha usato i colori invisibili per creare la Cosa Maledetta e tu mi hai fatto pensare a lui mentre leggevo la sua spiegazione all’allieva Esther.
Attento a: alzheimer, l’ho sempre visto con la maiuscola.

Inviato: giovedì 27 agosto 2015, 11:47
da maria rosaria
Ciao Valter.
Sono rimasta molto affascinata dal tuo racconto in cui mescoli scienza e magia.
Hai descritto in maniera efficace il dolore di un uomo per la perdita della sua amata, dolore che lo condurrà (follemente?) a ipotizzare l'esistenza di una dimensione invisibile in cui poter ritrovare la sua Carla, dimensione raggiungibile attraverso un ponte fatto di suoni.
Spero di non aver frainteso il significato di questo ottimo e delicato racconto.

maria rosaria

Inviato: venerdì 28 agosto 2015, 10:32
da Flavia Imperi
Ciao Valter!

Ho apprezzato molto il tuo racconto, adoro quando si mescolano miti e fisica, scienza e magia.
La storia si legge che è un piacere, la trovo scritta davvero bene. L’unico punto che non mi convince è la questione del premere “invio” e ritrovarsi catapultato chissà dove (certo, il lettore spera che arrivi lì nella città mistica di Ermete e ritrovi sua moglie). Però non ho capito che cosa si inneschi di preciso con quel gesto, traduce le equazioni in suoni?
Altro piccolo appunto: attento all'abuso di “ma”, magari cerca di collegare le frasi anche in altri modi e usare altri tipi di espressioni (però, nonostante, tuttavia… ).
Il tema è centrato in pieno e in modo originale, complimenti per l’idea!

In bocca ai serpenti del Caduceo!

Inviato: venerdì 28 agosto 2015, 11:00
da valter_carignano
Grazie 'collettivo' per le risposte, sempre preziose e sincere. E anche per l'apprezzamento, a chi non fa piacere? :-)

Inviato: domenica 30 agosto 2015, 17:31
da ceranu
 

Ciao Valter, è veramente un piacere incontrarti.


 

Bel racconto. Equilibrato, con un giusto ritmo e tutti gli ingredienti per creare una storia coinvolgente. Si capisce che hai mestiere. Hai una scrittura ricercata; per me questo normalmente non è un pregio, di solito preferisco stili più coinvolgenti, ma nel tuo caso ho apprezzato anche questo.


 

Per non dirti che è un racconto perfetto ti faccio le pulci:


 


 


E così era stato lui a cambiare vita: per amore, quella forza che tutta la sua fisica e matematica non potevano spiegare.




 


 

Questa frase è molto bella, ma troppo scontata; non rende giustizia al resto del racconto.


 


 


Poi il cuore di Carla si era fermato. Così, senza motivo, era solo il suo tempo che terminava.




 


 

“Senza motivo”, io lo sostituirei con un “senza preavviso”. Il protagonista è un uomo di Scienza, non credo che si accontenterebbe mai di non conoscere le motivazioni.


 

Ripeto, questi sono due nei all'interno di un ottimo racconto. Complimenti!


 

Ciao e alla prossima


 

Inviato: martedì 1 settembre 2015, 18:35
da beppe.roncari
“Personaggio è trama” mi ha detto una volta qualcuno, forse lo sosteneva già Aristotele. Nel tuo caso, Valter, sono stato preoccupato fino alla fine del racconto che non fosse un racconto ma solo un “ritratto”, la presentazione di un personaggio, il tuo protagonista, e stop. Perché c’era il rischio non sottile che non succedesse niente, senza nessuna azione, non c’è infatti trama, non c’è racconto.
Ti salvi in corner con quel “Premette ‘invio’ e scomparve.”
Alla prossima, ciao!

Inviato: mercoledì 2 settembre 2015, 13:27
da valter_carignano
Grazie Alexandra, Maria Rosaria e Flavia, apprezzamenti e critiche registrati e messi a macerare nella speranza diano buoni frutti.
Grazie a Ceranu, appunti registrati!
E grazie a Beppe, di cui forse non condivido la visione generale di ciò che deve essere un racconto e non capisco del tutto la frase 'personaggio è trama'. Ma proprio per questo stimolante.

Inviato: giovedì 3 settembre 2015, 1:35
da Il Soldato
il testo non è male, peccato che la complessità della trama non sia ben miscelata con lo stile troppo poco fluido. Una trama complessa richiede uno stile semplice ( qui evidentemente questa regola non è stata applicata o semplicemente è stata male interpretata) e viceversa. In generale il testo presenta del sentimentalismo gradito per un pubblico che si è già approcciato al genere e sgradito per chi gli si approccia per la prima volta. Ben riuscito comunque, hai uno stile che si legge molto volentieri. E oso premettere anche qui che tutto questo che ho detto non influenza in alcun modo il voto, commento solo cercando di far notare tutto quello che prova un lettore comune (d'altronde sono un lettore comune e scrittore esordiente) Bellissimo comunque. :D

Inviato: giovedì 3 settembre 2015, 13:03
da Serena
Ciao Valter! Probabilmente il tuo racconto è il più bello tra tutti quelli letti nel nostro girone... visitiamo con la fantasia mondi diversi eppure, questo non esclude il fatto di trovare armonia in qualcosa che non ci è puramente congeniale. La tua storia mescola il dolore "stringato" di un uomo, che cerca di arginare e spiegare il corso della sua esistenza, con le sue perdite e i suoi sacrifici. Ma alla fine, vinto dalla perdita della moglie, cerca rifugio in un altro quando, un altro dove... quell'invio racchiude molto. Una speranza, una fine? Chi lo sa... ognuno di noi alla fine di un percorso sceglie quale opzione premere... per me un bellissimo racconto.

A presto!

Inviato: giovedì 3 settembre 2015, 15:48
da Adry666
Ciao Valter,

tema centrato sotto “ennesime” dimensioni :-)

Il tuo racconto è scritto molto bene, delicato in alcuni punti, triste in altri. La disperazione del protagonista veicolata verso la ricerca di una soluzione, forse “la soluzione finale”, è potente e fa quasi male al cuore.

Ho già letto che ti hanno segnalato alcune piccole imperfezioni, e quindi non mi soffermerò a rifarle. La mancanza di azione c’è, e in un racconto così corto pesa un po’; forse il lettore si aspetta qualcosa di diverso in questo contesto. Ma il finale capovolge tutto ricordando per alcuni aspetti “Sesto senso” di Night Shyamalan. Quel “…Premette ‘invio’ e scomparve…” distrugge tutte le certezze (scientifiche?) del lettore e apre un altro mondo.

Complimenti!

A presto
Adriano

Inviato: venerdì 4 settembre 2015, 11:19
da valter_carignano
Grazie Damiano, Serena e Andry... d'altra parte è facile ringraziare quando si ricevono commenti positivi :-)
Fatto tesoro degli appunti, comunque sempre preziosi.
Alla prossima!

Inviato: venerdì 4 settembre 2015, 13:21
da willy
Le Stringhe di Ermete

Racconto molto bello, completo, che mi mette un po' in soggezione per la mia ignoranza sull'argomento.
Mi sono, però, fidata ciecamente di quello che viene descritto e raccontato e questo la dice lunga. Si percepisce lungo tutto lo scritto la nostalgia per la moglie, i sentimenti che legavano i due e il rapporto profondo che il protagonista ha con la sua passione/professione. In pochi caratteri una storia completa e ricca. Complimenti, a rileggerci!

Inviato: venerdì 4 settembre 2015, 18:11
da Omaima Arwen
Ciao, Valter.
Ho apprezzato molto questa tua storia, molto drammatica delicata.
Con un finale davvero potente. Molto bello il modo in cui descrivi le atmosfere e i sentimenti per Carla che il protagonista prova, dopo averla persa.
Nel complesso un ottimo racconto, molto piacevole e scritto davvero molto bene.

Inviato: lunedì 7 settembre 2015, 22:39
da antico
Un racconto scritto con grande maestria e ancora maggiore controllo. Come unico punto debole ci vedo un'idea forse non innovativa (tutte e cinque le stagioni di FRINGE sono basate su questo concetto, ma non è il solo esempio). Perfezione stilistica, non vedo altri punti deboli, pollice SU meritato.

Inviato: lunedì 7 settembre 2015, 22:53
da valter_carignano
Antico, sono emozionato... e pensa che pur essendo appassionato di telefilm vari, Fringe non l'ho mai visto e ne so praticamente niente. Motivo di più per vederlo, allora :-)
Supergrazie!