Mayflower di Marina Di Paola
Inviato: martedì 25 agosto 2015, 1:29
Marta viveva a Londra da tre anni. Aveva trovato lavoro presso una famiglia vicino ad Oxford Street e badava a due gemelli. Una sera la chiamò Consuelo, la sua coinquilina spagnola.
- Ciao Marta! Finito con i marmocchi? Che ne dici di andare al pub stassera?Consuelo era una delle poche persone con cui aveva fatto davvero amicizia. Un po' mascolina, ma amava la sua schiettezza e sincerità.
- Certamente!
- Allora ci vediamo alle nove davanti al Mayflower.
- Mayflower? Cos'è questa novità?
- Sai che mi piace cambiare e poi ho delle cose da dirti. Segrete, ovviamente - disse ridacchiando.
- Sei tremenda! Va bene, a dopo.
- Come mai non ci eravamo mai venute, qui? - chiese Marta. - C'è una vista unica sul Tamigi.
- Io ci sono già venuta, una volta, ed è proprio di questo che voglio parlarti. - Consuelo sembrava preoccupata. - Guarda sul menù, alla pagina dei cocktail.
Marta lesse. La solita lista di alcolici che c'era anche al Churchill Pub dove andavano di solito.
- Consuelo, ti senti bene? Cosa vuoi dirmi?
La ragazza ora la guardava seriamente, come non aveva mai fatto da quando si erano conosciute. Sembrava davvero preoccupata.
- Leggi ad alta voce i nomi dei cocktail e quando arriverai dove devi arrivare ti fermerò.
Marta cominciò a leggere: Gyn Lemon, Tequila Sunrise, Cuba Libre, Vodka Redbull, Invisibile...
- Ferma! E' proprio qui che volevo arrivare; al cocktail Invisibile. - Consuelo prese un lungo respirò e inizio a raccontare .
- Esattamente un anno fa, il tre novembre, dopo aver bevuto il cocktail Invisibile ho avuto una specie di... di apparizione.
- Apparizione?
- Sì. Ero venuta qui con Mark, quando stavamo ancora insieme, e ad un certo punto scomparvero tutti: lui, il barista, le persone che c'erano agli altri tavoli. E mi ritrovai faccia a faccia con... - Improvvisamente cominciò a piangere. Marta non sapeva che fare, Certo l'amica aveva bevuto troppo, ma dirglielo non l'avrebbe aiutata. Le prese le mani e Consuelo riprese a parlare con molta fatica.
- Ecco... mi ritrovai faccia a faccia con mia madre. - Marta sbarrò gli occhi.
Consuelo continuò: - Già, mia madre. Che è morta da dieci anni. Ma era proprio lei, non potevo credere ai miei occhi. Mi disse che nessuno poteva vederci e che era venuta lì per avvertirmi di lasciare Mark: voleva uccidermi quella sera stessa, era un pazzo e l'aveva già fatto due volte. Mi sembrava un incubo, ma lei mi prese per mano e mi portò vicino a lui. Era seduto con le gambe accavallate e fumava nervosamente una delle sue Camel. Vidi mia madre estrarre dal suo zaino una pistola e gettarla nel fiume. Poi mi baciò sulla fronte e mi disse "sei salva ora, piccola mia" e scomparve.
Poi Mark mi riaccompagnò a casa. Prima di scendere dalla macchina mi disse che aveva un regalo per me. Prese la borsa, frugò, imprecò e poi balbettò che l'aveva dimenticato e me l'avrebbe portato la sera dopo. Io cambiai casa e non mi feci più trovare.
- Avete deciso? - disse il cameriere.
Si - rispose Marta - Due invisibili, grazie.
- Ciao Marta! Finito con i marmocchi? Che ne dici di andare al pub stassera?Consuelo era una delle poche persone con cui aveva fatto davvero amicizia. Un po' mascolina, ma amava la sua schiettezza e sincerità.
- Certamente!
- Allora ci vediamo alle nove davanti al Mayflower.
- Mayflower? Cos'è questa novità?
- Sai che mi piace cambiare e poi ho delle cose da dirti. Segrete, ovviamente - disse ridacchiando.
- Sei tremenda! Va bene, a dopo.
- Come mai non ci eravamo mai venute, qui? - chiese Marta. - C'è una vista unica sul Tamigi.
- Io ci sono già venuta, una volta, ed è proprio di questo che voglio parlarti. - Consuelo sembrava preoccupata. - Guarda sul menù, alla pagina dei cocktail.
Marta lesse. La solita lista di alcolici che c'era anche al Churchill Pub dove andavano di solito.
- Consuelo, ti senti bene? Cosa vuoi dirmi?
La ragazza ora la guardava seriamente, come non aveva mai fatto da quando si erano conosciute. Sembrava davvero preoccupata.
- Leggi ad alta voce i nomi dei cocktail e quando arriverai dove devi arrivare ti fermerò.
Marta cominciò a leggere: Gyn Lemon, Tequila Sunrise, Cuba Libre, Vodka Redbull, Invisibile...
- Ferma! E' proprio qui che volevo arrivare; al cocktail Invisibile. - Consuelo prese un lungo respirò e inizio a raccontare .
- Esattamente un anno fa, il tre novembre, dopo aver bevuto il cocktail Invisibile ho avuto una specie di... di apparizione.
- Apparizione?
- Sì. Ero venuta qui con Mark, quando stavamo ancora insieme, e ad un certo punto scomparvero tutti: lui, il barista, le persone che c'erano agli altri tavoli. E mi ritrovai faccia a faccia con... - Improvvisamente cominciò a piangere. Marta non sapeva che fare, Certo l'amica aveva bevuto troppo, ma dirglielo non l'avrebbe aiutata. Le prese le mani e Consuelo riprese a parlare con molta fatica.
- Ecco... mi ritrovai faccia a faccia con mia madre. - Marta sbarrò gli occhi.
Consuelo continuò: - Già, mia madre. Che è morta da dieci anni. Ma era proprio lei, non potevo credere ai miei occhi. Mi disse che nessuno poteva vederci e che era venuta lì per avvertirmi di lasciare Mark: voleva uccidermi quella sera stessa, era un pazzo e l'aveva già fatto due volte. Mi sembrava un incubo, ma lei mi prese per mano e mi portò vicino a lui. Era seduto con le gambe accavallate e fumava nervosamente una delle sue Camel. Vidi mia madre estrarre dal suo zaino una pistola e gettarla nel fiume. Poi mi baciò sulla fronte e mi disse "sei salva ora, piccola mia" e scomparve.
Poi Mark mi riaccompagnò a casa. Prima di scendere dalla macchina mi disse che aveva un regalo per me. Prese la borsa, frugò, imprecò e poi balbettò che l'aveva dimenticato e me l'avrebbe portato la sera dopo. Io cambiai casa e non mi feci più trovare.
- Avete deciso? - disse il cameriere.
Si - rispose Marta - Due invisibili, grazie.