Gruppo ALIGHIERI: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

70ª Edizione, Minuti Contati saluta l'estate dedicandogli la Summer Edition. Guest Star è Livio Gambarini, in passato anche concorrente e ora lanciatissimo nel mondo dell'editoria. QUI potete visionare il trailer, potete trovarci anche degli indizi per il tema che vi aspetta. Ricordiamo: l'appuntamento è per lunedì 24 agosto dalle ore 21.00 all'una. Una singola sera, in contrapposizione alla Two Days appena conclusa.
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Gruppo ALIGHIERI: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

Messaggio#1 » martedì 25 agosto 2015, 3:24

Alighieri
 
Questo è il gruppo ALIGHIERI della SUMMER EDITION con Livio Gambarini nelle vesti di Guest Star. I primi QUATTRO racconti di questo raggruppamento avranno diritto alla pubblicazione immediata sul sito ed entreranno fra i finalisti che verranno valutati direttamente da Livio. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verrano a loro volta ammessi alla vetrina del sito.
 
Ricordo che la composizione dei gruppi ha seguito il seguente criterio: il racconto con il megamalus è stato inserito a prescindere nel gruppo con 12 racconti, il primo del lotto. Gli altri quattro racconti con malus sono stati inseriti, per ordine di consegna, dal primo all'ultimo gruppo e poi di nuovo al primo. Dopodichè ho inserito a i restanti racconti, sempre per ordine di consegna.
 
E ora vediamo i racconti ammessi ad ALIGHIERI:
 
- La sindrome di Olivia B., di Ambra Stancampiano, ore 01.34, 3521 caratteri SuperMegaMalus di 54 punti
- L’altro lato del Big Bang, di Angelo Frascella, ore 01.11, 3000 caratteri Malus di 6 punti
- Mayflower, di Marina Di Paola, ore 01.29, 2976 caratteri Malus di 6 punti
- Lucas, di Johnnycato, ore 22.15, 2964 caratteri
- Un insolito regalo da un uomo discreto, di Alessandra Corrà, ore 23.05, 2890 caratteri
- Nero in Normandia, di Raffaele Marra, ore 23.32, 2995 caratteri
- Pulizie generali, di Chiara Rufino, ore 23.40, 2293 caratteri
- Vorrei poterti toccare, di Eleonora Rossetti, ore 00.06, 2931 caratteri
- La macabra mascherata del 1511, di Fabio Tarussio, ore 00.17, 2946 caratteri
- L’invisibile, di Diego Ducoli, ore 00.39, 2278 caratteri
- Voglio la bici di E.T., di Fernando Nappo, ore 00.50, 2672 caratteri
- L’amante silenziosa, di Alberto Della Rossa, ore 00.59, 2190 caratteri
 
I malus sono stati da me assegnati a malincuore, ma le regole erano ben espresse ed è giusto farle rispettare, anche solo per pochi caratteri di sforo. Detto questo, al racconto di Ambra Stancampiano è stato assegnato un SuperMegaMalus di 54 punti perché, seppur di un solo minuto, ha sforato la consegna ultima, ma soprattutto perché è stata di quasi 200 caratteri sopra il limite massimo di caratteri consentito oltre il normale. Gli altri due racconti con Malus di questo gruppo risultano essere stati consegnato in tempo utile per il Mini Malus di 6 punti.
 
12 racconti dunque, avete tempo fino alle 23.59 di venerdì 4 settembre per commentarli tutti e postare le vostre classifiche, vi avverto che sarò fiscale e non accetterò classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradisco essere avvertito, sapete come trovarmi ( e del resto avete solo 11 racconti a testa da commentare e un bel po’ di giorni per organizzarvi). Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale del raggruppamento.
 
Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti.
– 6 punti malus per chi commenta la metà dei racconti + 1
– 12 punti malus per chi non commenta i racconti o arriva a commentarne meno della metà + 1
Ha valore questo CONTATORE per il conteggio dei caratteri.
 
Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati, se noterò qualche sgarro procederò all’eliminazione. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli tread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata qui.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
 
Detto questo: BUONA EDIZIONE A TUTTI!



F.T. Hoffmann
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Messaggio#2 » giovedì 27 agosto 2015, 10:29

Classifica

1)Voglio la bici di E.T., di Fernando Nappo
2)Nero in Normandia, di Raffaele Marra
3)L’amante silenziosa, di Alberto Della Rossa
4)Vorrei poterti toccare, di Eleonora Rossetti
5)L’altro lato del Big Bang , di Angelo Frascella
6)Lucas, di Johnnycato
7)La sindrome di Olivia B., di Ambra Stancampiano
8)Pulizie generali, di Chiara Rufino
9)L’invisibile, di Diego Ducoli
10)Un insolito regalo da un uomo discreto, di Alessandra Corrà
11)Mayflower, di Marina Di Paola

Commenti

1)Voglio la bici di E.T.

il racconto è indubbiamente coraggioso sia per tema che per stile che per resa finale. E per questo ti premio con il primo posto.
Lo stile e la forma sono ben calibrati e passano il messaggio davvero molto bene. Certo, il livello di errori sebbene voluto è forse eccessivo, ma è una tua decisione. La forma di lettera o biglietto è esemplare: un efficace preambolo, un corretto sviluppo e una perfetta conclusione.
La trama è anche lei molto coraggiosa. Un sorriso amaro e triste lo strappa senza dubbio. L’unica cosa che potresti un attimo migliorare è nel far capire che la madre è morta. Chessò, magari dire
“ho pensato che forse se pedalavo abbastanza forte riuscivo a passare davanti alla luna, come nel film, e così forse ti potevo rivedere, mamma.”
Ma per il resto sul serio, grandi complimenti.

2) Nero In Normandia

Racconto efficace e che affronta il tema in modo davvero originale. Il tema della guerra è subito chiaro grazie al titolo, ma il meglio lo dai tu con la tua prosa furiosa al fulmicotone. Fammi dire: davvero gran bella prova. Ho un unico però: il finale, che mi lascia un po’ confuso. Perchè usa dei fiammiferi? e perchè non è morto? se lo specifichi deve esserci un motivo, credo.
Lo stile generale, ripeto, è molto buono e ben si adatta al contesto. Due appunti: la prima frase non mi piace, ha poco mordente e la prosa è brutta. “Mi chiamo Johnny e cammino fra le macerie, stringendo i denti e il fucile. Mi guardo intorno, cercando i miei compagni, ma vedo solo nemici.” così secondo me suona meglio.
e poi:
“Un casolare. Non ho scelta. Entro…
E sono all'inferno.” così la dinamica migliora
infine la figura del muri che si chiudo in un abbraccio non la capisco. c’è un esplosione o un crollo? perchè c’è buio? perchè sente silenzio e non il fischio dei timpani?
ritornando ai fiammiferi, un soldato non mollerebbe mai la propria arma per usare fiammiferi( che poi fanno pure una luce 1 così fioca da essere inutili e 2 abbastanza luminosa da far impallinare il fiammiferaio.
Quindi, buon racconto ma rivedi il finale.

3) L'amante Silenziosa

Il racconto ha una forte vena poetica che non lascia indifferenti. Non me almeno. Che dire, avrei voluto darti la seconda posizione se non addirittura la prima perchè il tuo stile onirico e delicato è davvero molto, molto bello. Peccato. Peccato perchè l'attinenza al tema invece è molto vaga. L'amante è reale o immaginaria? è una musa di carne o incorporea? Tu magari dirai che non è importante saperlo, io però ti dico che forse questo era invece il tema da approfondire con quei 900 caratteri che ti avanzavano.
Così com'è ora infatti non è solo un giusto dubbio lasciato al lettore ma proprio una vaga ipotesi da approfondire, tu scrittore. Spero tu abbia il tempo di lavorarci perchè il racconto in questione merita una seconda chance.

A  ogni modo, bravo!


4) Vorrei Poterti Toccare

Questo è un buon racconto. lo stile è fondamentalmente ineccepibile e così la forma. Sul serio, non mi sento di dire nulla a riguardo perchè va già molto bene.
Per la trama vorrei farti notare invece che perdere la sensibilità tattile è una brutta, brutta bestia. Tipo che il personaggio si ferisce in continuo con qualsiasi cosa, non è in grado di afferrare oggetti o dosare la forza. Ad esempio non può mangiare senza masticarsi la lingua, e intendo proprio maciullarla. E non può nemmeno bere o parlare in modo comprensibile. prova a pensare quanto è difficile parlare o bere quando l’anestesia del dentista ti paralizza mezza faccia. ed è solo mezza.
Una persona così è destinata a morire di infezione nel giro di poche settimane. E nel caso di Marta non potrebbe annusare la cravatta, semplicemente perchè non saprebbe di averla in mano.
Quindi ottimo racconto ma trasforma la perdita del tatto in qualcosa di diverso.

5)L’altro lato del Big Bang

Il racconto è, senza mezzi termini, molto confuso. 4 stacchi ( con tre cambi di POV + due narratori) sono davvero troppi per 3000 caratteri. Ed è un grande peccato perchè questo racconto se ben sviluppato, magari in 10000 caratteri, potrebbe essere davvero bello.
Analizzando meglio, ti dico: il primo paragrafo è tremendo.Non c’è setting, non c’è un appiglio, non c’è niente tranne due uomini di cui uno rimane ignoto. Il lettore si trova totalmente spaesato. Avresti potuto a mio avviso far partire tutto con il diario, e poi affrontare l’episodio del primo paragrafo come un flashback, in cui il protagonista capisce la follia dell’uomo(e dagli un nome a ‘sto uomo, per favore.)
Inoltre il terzo paragrafo dovresti renderlo in diario. Se cominci con un diario non puoi usarlo solo con due righe, devi presentare almeno due o tre pagine.
Infine ultimo paragrafo: discreto, anzi quasi buono se non fosse che la parte spiegone è troppo invasiva. Non so come ma dovresti diluirla un po’.
Stile e forma: stile buono e scorrevole, ma per favore non usarmi un diario solo per due righe. e il primo paragrafo è da riscrivere, perchè troppo, troppo confuso. Però lavoraci sopra che l’idea è molto buona!

6) Lucas

Racconto interessante. L’idea di fondo è molto buona e mantieni il livello per tutto il racconto. Il finale è triste e ben calibrato con l’atmosfera generale. Il tema sicuramente è centrato.
Punti critici: lo stile e forma. Fai una narrazione molto asciutta quasi didascalica.Lo so, i caratteri sono pochi, però per essere una narrazione in prima persona è troppo distaccata. Forse il senso di distacco si ridurrebbe a trasformarlo in una narrazione in terza persona.
Qualcosa tipo:
“Marco aveva otto anni e un migliore amico.” o ” Quando Marco aveva otto anni, l’unico suo vero amico era Lucas, un ragazzo speciale, un ragazzo invisibile.”

7) La Sindrome di Olivia B.

Il racconto in sé è discreto: un’idea semplice, bene calata nel contesto che porta a un finale amaro e sarcastico, di cui la battuta conclusiva rappresenta un’ottima somma.
Come altri hanno fatto notare, tuttavia, l’elemento “magico” è un po’ debole. Mi spiego: presenti la scena della visita e inserisci un esperto d’arte, che senza nemmeno pensarci inventa la teoria dei flash. Un esperto d’arte. Non un medico. E senza averla mai vista prima, senza pensarci più di un istante, senza alcun dato a riguardo e senza una controprova.
Mi spiace ma questo è un punto decisamente debole.
Poteva funzionare ma a mio avviso dovevi inserire, non so, un team di persone. Il medico dermatologo, l’esperto d’arte, il santone indiano che hai nominato e magari uno sciamano indiano(d’america, per cui, ad esempio, le foto rubano l’anima. e rubandole l’anima lei svanisce… e da lì l’esperto d’arte poteva tirare fuori la sua teoria.)
Stile e forma. Mi ripeto, racconto discreto. la prima parte a mio avviso è un po’ confusa perchè lasci troppe cose per scontato. Ho dovuto rilegger 3 volte le prime righe per capire che la supermodella non fosse il pov, né chi fosse la segretaria/manager. E altre tre volte per capire chi fosse il dottore e cosa centrasse il santone.
Senza contare che hai anche sforato di 500 caratteri buoni, quando strutturando diversamente la prima parte( ripeto, una discussione a più voci fra un team di esperti) potevi risparmiare caratteri e rendere tutto più fondato.

8)Pulizie Generali

Il racconto parte da un’idea carina e si sviluppa in modo incostante. Ci sono infatti difficoltà sia stilistiche( soprattutto nelle prime righe) e in secondo luogo di trama, sopratutto verso la fine.
Mi spiego: nei problemi stilistici evidenzio senza dubbio la seconda, la terza e la quarta frase.
di seguito ti scrivo delle possibili correzioni.
“Era ormai l’ultimo giorno di lavoro, l’ultimo turno di quello schifosissimo lavoro. Non stava più nella pelle dalla gioia.
Guardò l’orologio. Erano le dieci e mezza.
-Non mancano che pochi minuti- si disse”
Parlando invece della trama vorrei dirti “ehi bella pensata” perchè devo dire che alla prima lettura mi avevi strappato un sorriso. Poi però l’ho riletto e ho cominciato a vedere i buchi.
Prima di tutto non si capisce cosa hanno fatto alle telecamere, ma anche supponendo le abbiano solo “alzate” c’è sempre il problema che 1) una telecamera a circuito chiuso di solito sta in alto giù di suo, e poi la visuale è prospettica, di conseguenza anche il nano più nano del mondo, anche strisciando, prima o poi entra nel campo visivo 2) se hanno spostato così tanto la telecamera da farle inquadrare il soffitto, chi vedrà i nastri saprà che è stata spostata e magari vedrà anche l’ora in cui è stata spostata.
Quindi ok, i nani ladri mi piacciono ma devi farli più furbi.

9)L'invisibile

Devo dire che il racconto all’inizio mi stava lasciando tipo O____O
Poi nel finale ti sei salvato. Lo stile in generale non è che sia bellissimo, ci sono parecchi punti da rivedere, a partire dal verbo della terza frase: in un racconto al presente, dopo aver usato “quella mattina” non usi “aveva deciso” ma ha deciso”… visto che dopo usi un altro presente (c’è sciopero)
Poi ci sono i tacchi che rimbombano, lo sguardo d’intesa(??? – sì ok sono attori ma noi non dobbiamo saperlo ancora per parecchie righe-), il fatto che la gonna prima sventola e poi è un vestito fasciante…
Arrivando alla trama, ripeto, buono il colpo di scena ma debole la logica. Prima di tutto uno spot non lo giri a camera fissa, avrà delle inquadrature, quindi al massimo sarà da rifare un solo pezzo. In secondo luogo perchè mai l’attrice dovrebbe avere il ciclo? e soprattutto perchè dovrebbe avere addosso proprio il lor, visto che fa pena. Mica le fanno uno zoom sotto la gonna e dentro le mutandine. Capisco il tuo desiderio di fare la battuta ma forse dovresti pensare a strutturare leggermente in modo diverso il finale.
Pensa per esempio che i panini delle pubblicità dei fast food sono creati da appositi food designer! figurati se mettessero i veri prodotti con la scusa che loro vendono idee.

10)Un insolito regalo da un uomo discreto

Racconto bizzarro, ma con del potenziale. Narrare un evento come un omicidio, dal punto di vista del carnefice, soprattutto se questi è folle, è qualcosa di mooolto complesso: il rischio di scadere nel confuso o nel ridicolo è sempre presente.
Il preambolo iniziale è indubbiamente d’effetto e si ricongiunge al finale abbastanza bene. Semplificherei la seconda frase in: Mi accusavi di passare le giornate a ricordare ogni cattiveria dell’umanità solo per potermi sentire infelice (solo per potermi comportare da stronzo).
Il nocciolo della vicenda invece è un po’ confuso. Ok, facendo un ragionamento di metanarrativa, un folle che scrive un biglietto non scriverà qualcosa di chiarissimo… ma a me la metanarrativa non piace, non quando è così. Tutta la parte da “puttana.” a ” sei mesi siamo andati avanti” è uno sbrodolarsi addosso continuo che non aggiunge e non toglie niente al nocciolo del racconto.
L a parte dopo invece va meglio, se non fosse per il cesto di pasta e cotechino. quello purtroppo è un elemento ridicolo che rompe la scena. Trova un regalo meno assurdo, o usa un sospetto di tradimento per giustificare l’omicidio, ma non pasta e cotechino. Chi è, Bud Spencer?
Il finale invece è buono e si ricollega al preambolo dando un chiaro senso al tutto.

11)Mayflower

Il racconto devo essere franco, non mi ha colpito. Sono presenti alcuni importanti errori sia stilistici che di logica che rendono l’insieme davvero debole.
Partiamo dall’inizio, in cui presenti la protagonista: sono tre righe buttate al vento, non dici nulla di concreto e utile alla storia. O meglio dici delle cose che poi NON sviluppi nella storia.
Passiamo poi ai dialoghi: un po’ vuoti fino a quando non arrivi allo spiegone. Che poi, uno spiegone così non è credibile nemmeno da me lettore, immagino cosa possa pensare la protagonista. Altro che droga, l’amica si fa endovena di sali per lavastoviglie.
Infine come dice Fernando, che locale rimarrebbe ignoto facendo un prodotto così.
No, così come adesso, il racconto è debole e poco credibile.
Due idee per migliorarlo: mantenendo l’introduzione iniziale, potresti far andare consuelo da Marta( magari mentre lavora e i bimbi dormono), portando due pasticche, dell’erba, o i suddetti sali per lavastoviglie. Le due si fanno e hanno un’esperienza mistica( magari diventano invisibili e spaventano i bambini che credono la casa sia infestata dai fantasmi.
Ti consiglierei l’utilizzo di due pov. Il primo di Marta il secondo di uno dei due gemelli.
La prima frase inoltre starebbe meglio così:
“Marta viveva a Londra da tre anni e per mantenersi lavorava come ragazza alla pari presso gli Smiths. Aveva messo a letto i due gemellini da poco più di dieci minuti quando Consuelo, la sua coinquilina spagnola, la chiamò.”

Fernando Nappo
Messaggi: 584

Messaggio#3 » giovedì 27 agosto 2015, 22:13

Questa la mia classifica e relativi commenti:

1) Nero in Normandia, di Raffaele Marra
Ciao Raffaele,
l’ambientazione del tuo racconto è chiara fin da subito, complice l’aiuto dato dal titolo.
In questo passaggio:
i muri intorno che si contraggono in un abbraccio che mi imprigiona.
il riferimento all’abbraccio (per definizione qualcosa che stringe) mi ha fatto immaginare il tuo protagonista immobilizzato sotto le macerie. Vederlo poi muoversi, puntare il fucile, eccetera, per un momento mi ha fatto pensare di aver perso un passaggio e mi ha costretto a rileggere.
Ho trovato molto bello questo passaggio:
Vorrei tanto capire se è uno dei miei o un nemico.
Muove un passo, verso destra. Che rumore fanno gli stivali tedeschi?
Mentre invece trovo che questo sia meno indovinato:
Stringo gli occhi nel buio e riesco a intravedere una sagoma. Che forma hanno i tedeschi?
L’immagine che evochi mi fa venenire in mente la forma così particolare e distintiva dell’elmetto delle truppe tedesche, che di sicuro nella situazione descritta non è facilmente identificabile, ma che comunque mi fa suonare la frase meno naturale che nel passaggio precedente.
Esprimo qualche dubbio sulla capacità del protagonista di capire, vista la situazione, che l’altro si sta grattando la testa o si sta sedendo, ma qui ti sto facendo le pulci, me ne rendo conto.
Un buon racconto, che centra il tema, ben scritto e con una buona dose di suspanse che spinge a leggere fino all’inatteso finale (di solito muore sempre l’altro). Ma poi l’altro è tedesco o no? Non è imprtante.

2) L’amante silenziosa, di Alberto Della Rossa
Ciao Alberto,
un racconto molto ricercato nello stile. Interessanti le metafore musicali, anche se, non conoscendo io la musica, mi hanno più distratto che coinvolto.
Fatico a identificare il tema del racconto, forse anche perché non riesco a capire con chiarezza se la donna del racconto è reale oppure no. Mi sono fatto queste due idee:
1) è una donna reale e l’invisibile è l’amore
2) non è una donna ma è la musa ispiratrice del pianista (invisibile per definizione)
Forse lo stile così ricercato, parere mio, lo rende un poco freddo e coinvolgente.

3) Vorrei poterti toccare, di Eleonora Rossetti
Ciao Eleonora,
il tema del racconto è centrato, anche se l’idea del virus che fa piazza pulita del genere umano non è proprio nuovissima.
E’ interessante l’effetto che il virus ha sulle persone, o almeno è la prima volta che mi capita di leggere di un virus che agisce solo sui sensi e in maniera casuale da persona a persona.
Un appunto: non ho capito qual è l’ultima cartuccia di cui parli in relazione a Livia.
Buono lo stile.

4) La macabra mascherata del 1511, di Fabio Tarussio
Ciao Fabio,
ammetto di aver fatto molta fatica col tuo racconto. Capito che si trattava di un fatto storico ho fatto qualche ricerca e mi sono un po’ chiarito le idee. La parte iniziale è decisamente ben scritta, evocativa del male che il diavolo rappresenta e che, se ho ben interpretato, è l’invisibile che muove le fila dietro gli uomini.
Però, in effetti, come dice Ambra se non ti fai (o non hai) una conoscenza specifica dell’evento in oggetto, resta piuttosto oscuro nel suo svolgimento.
Ottimo lo stile.

5) Un insolito regalo da un uomo discreto, di Alessandra Corrà
Ciao Alessandra,
il tema del tuo racconto è tristemente attuale, purtroppo, e anche per questo, e in considerazione di quanto orrore facciano persone come quella che descrivi, che trovo molto interessante, e per certi versi coraggiosa, la scelta del punto di vista che nelle battute iniziali porta addirittura a empatizzare col protagonista, salvo poi scoprire chi sia e di cosa sia capace.
L’immagine dei buffetti e dei corpi di pasta frolla è raccapricciante e lascia intendere quanto egli sottostimi gli effetti del suo comportamento.
Forse un pelo eccessiva la reazione di Amelia al regalo: sapendo con chi ha a che fare, mi sarei aspettato un atteggiamento più prudente per evitare di scatenare, come poi è stato, il finimondo. Che poi, un pazzo del genere, anche solo uno scarso apprezzamento sarebbe stato sufficiente a farlo imbufalire, credo.
Un buon racconto, forse non perfetta l’aderenza al tema del contest, perché nel tuo protagonista vedo più un fuggitivo che non un invisibile.

6) L’invisibile, di Diego Ducoli
Ciao Diego,
il tuo racconto è molto simpatico; l’invisibile del tema sarebbe l’assorbente, o sbaglio? L’idea è di certo molto originale.
Un paio di appunti:
1) i tacchi che rimbombano mi paiono un po’ eccessivi, a meno che non si tratti di un effetto sonoro voluto per enfatizzare l’arrivo della ragazza in scena
2) Basta uno sguardo d’intesa.
Marta salta sulla tavola lasciandosi alle spalle il giovane che la guarda stupefatto.
Se i due si scambiano uno sguardo d’intesa mi pare strano che il ragazzo rimanga stupefatto.
Comunque, molto divertente e simpatico, complimenti per l’originalità.

7) L’altro lato del Big Bang, di Angelo Frascella
Ciao Angelo.
Ho trovato l’inizio del racconto un po’ difficile da mettere a fuoco, forse perché presenti prima un comprimario anziché mettere al centro dell’attenzione fin da subito Jim, che è il protagonista. Inoltre ho avuto qualche difficoltà ad attribuire al giusto personaggio questa frase:
“Goditi il silenzio finché sarai in grado di percepirlo.”
Da lì in poi il racconto è più facile da seguire, anche se l’argomento, piuttosto complesso, mi sembra un po’ stretto nelle tremila battute a disposizione.
Nell finale, sono un cuccio, lo so, mi sono perso di nuovo: come può lo scenziato conoscere il futuro del poliziotto? E’ anche lui come Jim? E può vedere il futuro di chiunque così su due piedi? Scoprire la natura della materia oscura vuol dire diventare capaci di leggere il futuro con tanta facilità?
Lo rileggerò ancora, ma mi ha lasciato poco soddisfatto, come con un senso di incompiuto.

8) Lucas, di Johnnycato
Ciao johnnycato,
il tuo racconto centra di sicuro il tema, anche se quello dell’amico immaginario è un argomento ampiamente sfruttato.
Il racconto scorre in maniera lineare e anche abbastanza facilmente prevedibile, senza sorprese. I personaggi, a mio avviso, sono piuttosto stereotipati e prevedibili nel comportamento.
Molto raccontato, e questo appesantisce un po’ troppo il racconto.

9) La sindrome di Olivia B., di Ambra Stancampiano
Ciao Ambra,
ti dirò, calata in una ambientazione così realista l’idea che una persona possa sbiancare fino a diventare invisibile a causa dei flash mi lascia un po’ perplesso, anche se nel finale la questione trova una giustificazione che la rende, ai fini del racconto, maggiormente accetabile. Forse una sfumatura più SF nel racconto avrebbe reso più facile la sopsensione dell’incredulità; ma questa è la mia opinione di lettore molto SF oriented.
Ben scritto, comunque, anche se la prima domanda del dottore lascia subito intendere la svolta che prenderà il racconto.

10) Mayflower, di Marina Di Paola
Ciao Marina,
parto subito con un appunto tecnico: a mio avviso, poiché nel racconto il lavoro di Marta non ha alcuna importanza – potrebbe fare l’architetto, la parrucchiera o lo chef per un ristorante stellato e non cambierebbe nulla – avrei saltato il preambolo e avrei iniziato direttamente con le amiche al telefono, mettendo da subito i personaggi in primo piano. Così avresti evitato tre righe di raccontato che non aggiungono nulla di davvero importante al racconto ma al contrario, sempre e solo a mio parere, lo appesantiscono.
Dopo al pub stassera?, all’inizio, t’è scappto il trattino di chiusura del dialogo o l’a capo.
Per il resto lo svolgimento è piuttosto lineare, anche se gli effetti del drink, il cui nome mi sembra l’unico vero riferimento al tema del contest, mi suonano un po’ forzati. Inoltre, sembra quasi che Consuelo sia una delle poche persone a conoscenza di quegli effetti. Possibile, che il nome di un pub che fornisce un cocktail del genere non sia sulla bocca di tutti, su tutti i giornali e telegiornali e, in epoca di internet, bloggato e ritwittato e spammato ovunque?

11) Pulizie generali, di Chiara Rufino,
Ciao Chiara,
il tuo racconto mi ha lasciato parecchie perplessità. Cerco di spiegarmi.
Parto con questa frase, che trovo poco chiara:
Spostò il polso e vide che l’orologio da uomo che indossava lampeggiava l’orario dieci e mezza.
Spostò il polso non mi pare descriva un modo naturale di comportarsi, ma caso mai guardi l’orologio che porti al polso, così come non serve a molto specificare che sia un orologio da uomo, lo si dà per scontato visto il protagonista maschile. A meno che non sia indispensabile evidenziarlo. Mi sembra una frase da rivedere, anche nella forma in cui è scritta.
Carlos, dipendente di una associazione sindacale, nella prima metà del racconto è intento a pulire gli uffici con accuratezza. Lo si capisce quando parlando dell’ultimo ufficio dici che lo voleva lasciare lindo e profumato.
Si capisce subito che è un dipendente insoddisfatto, ma trovo le frasi che usi poco chiare:
– Sulle pareti chiare, capeggiavano orrende stampe inneggianti all’uguaglianza sociale e umana, giudicate patetiche da Carlos, considerato come veniva trattato là dentro.
Questa, benché chiara nel significato, suona come un’intromissione del narratore. Nella prima parte non è chiaro se a trovare orrende le stampe e l’uguaglianza sociale sia Carlos o il narratore (che peraltro è libero di avere qualsiasi opinione ritenga, sia chiaro), mentre nella seconda parte ci racconta che Carlos le trova pateiche anziché mostrarci, chessò, Carlos che ci sputa sopra o che fa una faccia disgustata quando le vede.
– Il più delle volte neanche lo notavano, Carlos era infastidito dalle loro attenzioni e costretto al silenzio, ad essere remissivo mentre il cialtrone di turno pretendeva di spiegargli come andasse fatto il suo lavoro.
In questa, invece, prima dici che nemmeno lo notano e subito dopo che lui è infastidito dalle loro attenzioni. Inoltre il troppo generico cialtrone di turno è una figura troppo sfumata, difficilmente il lettore si sentirà portato a parteggiare per Carlos contro un antagonista così poco identificabile.
Comunque si intuisce che vuole combinare qualcosa, anche perché all’inizio accenni al fatto che è il suo ultimo giorno di lavoro lì, ma non si capisce cosa e nemmeno lo si sospetta.
Poi arriva Imelda. Che ruolo ha? E’ solo complice di Carlos o è anche lei una dipendente? Non si capisce. E perché si toglie le scarpe? Sembra qualcosa di importante, visto che lo evidenzi, ma poi il fatto che lei se ne vada in giro scalza finisce nel dimenticatoio. E’ solo per dare colore alla scena?
Da questo punto in poi, secondo me, scusa la franchezza, la situazione si ingarbuglia ancora di più. Arriva pure Juan, neppure lui si capisce a che titolo sia lì, se come complice o perché egli stesso dipendente.
I tre si scambiano delle battute da cui risulta chiaro che hanno combinato qualcosa, ma cosa sia resta, ancora, un mistero.
Poi ci sono le telecamere: in una frase sono state isolate (tagliato il cavo? Spruzzata della vernice sulle ottiche?) mentre poco dopo sono solamente spostate.
Finalmente scopriamo che la loro missione era quella di rapinare l’ufficio. Ma l’informazione arriva tardi, quasi a voler essere una sorpresa, ma di fatto, sempre e solo secondo me, essendo lo scopo di Carlos e compagnia fin dall’inizio del racconto non andava tenuta nascosta così a lungo. Più che una sorpresa mi pare un’omissione.
E si arriva al finale che temo stia in piedi a fatica: quando in ufficio scopriranno il furto e le telecamere manomesse, perché dovrebbero pensare ai fantasmi e non all’ultimo che è stato in ufficio la notte precedente e cioè all’uomo delle pulizie? Che per giunta proprio la notte precedente faceva il suo ultimo turno di lavoro.
Insomma, l’idea di per sè non è male, è anche un po’ controcorrente visto che il datore di lavoro fetente è un’associazione sindacalista, ma credo che il racconto avrebbe bisogno di un’ampia riscrittura.
Il tema, in ultimo, mi sembra solo sfiorato.
Per concludere, in questa occasione, nonostante sia Fernando, ho voluto essere franco. Ok, è una battuta stupida, lo ammetto.

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angelo.frascella
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Messaggio#4 » sabato 29 agosto 2015, 1:00

Ciao a tutti. Ecco la mia classifica

1) Voglio la bici di E.T., di Fernando Nappo
Ciao Fernando

Il tuo racconto mi ha davvero commosso e se, data la scelta dell’argomento, sembra facile toccare le corde del sentimento, in realtà sarebbe stato molto più facile esagerare e cadere nel melodrammatico. Invece, tutto viene fuori da un uso sapiente dello stile che riesce a imitare bene quello di un ragazzo con qualche ritardo e allo stesso tempo non indulge in sentimentalismi, ma costruisce scene vivide e d’impatto, lasciando che la verità venga fuori da alcune informazioni sparse qua e là. Bello e decisivo il cambiamento dell’atteggiamento di Riccardo, che viene fuori dalla lettera del ragazzo. Ottima prova

2) Nero in Normandia, di Raffaele Marra
Ciao Raffaele.
Era da tanto che le nostre strade non si incrociavano qui su MC. Davvero bello il tuo racconto, in pratica un “gioco di specchi” fra i due personaggi basato sull’impossibilità di capire chi ci sia dall’altra parte della stanza. Il buio confonde tutto, ma mette in evidenza come l’altro uomo, nemico o amico che sia, non è altro che un essere umano con le stesse paure e speranze del protagonista. La tensione resta alta per tutto il racconto. Unico dubbio, la frase finale, che non sono sicuro di aver capito: vuol essere un finale aperto o suggerire altro?

3) Vorrei poterti toccare, di Eleonora Rossetti
Idea davvero affascinante quella di un virus che colpisce i sensi e il racconto è scritto bene dosando le informazioni in modo da sorprendere il lettore ed emozionarlo. Lo stile è molto buono e il finale tocca le corde del sentimento. L’unico appunto da farti è quello di aver descritto in modo troppo limitativo l’effetto della mancanza di tatto (forse perché è un senso a cui pensiamo poco e diamo poco peso, in realtà, come faceva notare Fabio, la sua mancanza di farebbe sentire in modo molto più forte e potente).
Da tener conto di questo aspetto se un domani decidessi di allungare il racconto per farne qualcosa di più complesso

4) La sindrome di Olivia B. di Ambra Stacampiano
Ciao Ambra

Davvero divertente la tua interpretazione del tema e la reinterpretazione dell’uomo invisibile (che diventa donna) e soprattutto la ragione per cui lei sta diventando invisibile. Forse l’unico punto debole è il fatto che la sospensione dell’incredulità viaggia davvero su un filo del rasoio, visto che l’ambientazione è realistica e la motivazione poco credibile. Considerando però che è una satira (il finale è perfetto in questo senso) questo si può perdonare il tiro e credo che basterebbe allungare un pochetto il racconto per avere lo spazio necessario a eliminare questo difettuccio.

5) La macabra mascherata del 1511, di Fabio Tarussio
Ciao Fabio.

Racconto affascinante, con uno stile molto evocativo, in cui però la storia risulta poco chiara a causa di riferimenti ad avvenimenti che, probabilmente, a Udine saranno ben noti a tutti, ma nel resto d’Italia credo siano sconosciuti ai più. Se, alla fine, l’atmosfera rimane comunque godibile qualche dettaglio un più sarebbe stato utile, magari tagliando la prima parte, che, pur essendo evocativa, in un racconto così breve prende troppo spazio, rispetto alla narrazione vera e propria e allungando la seconda in modo tale semplificare la comprensione degli eventi narrati.

6) L’invisibile, di Diego Ducoli
Ciao Diego.

Mi ha davvero divertito la tua “interpretazione” della parola “invisibile” associata a “certi giorni” delle donne e al relativo battage pubblicitario e, nell’insieme, il racconto risulta simpatico ed efficace nel far sorridere il lettore.
Purtroppo c’è un errore logico che lo mina: la ripresa di una scena così complessa non può certo avvenire tutta di seguito (non ce lo vedo un regista pubblicitario affannarsi in una complicata pianosequenza per uno spot di pochi secondi). Quindi quella che descrivi come una successione di avvenimenti prima dello STOP del regista e che tale appare nello spot finale, nella realtà sarebbe il risultato di diverse scene riprese in ordine congeniale ai bisogni della produzione e non cronologico rispetto alla storia da mostrare. Questo, se non elimina il sorriso alla fine del racconto, lo rende narrativamente meno efficace e lo penalizza un po’.

7) L’amante silenziosa, di Alberto Della Rossa
Ciao Alberto

Il tuo racconto mi ha colpito molto dal punto di vista stilistico. Davvero affascinante il modo in cui hai usato le parole per dare corpo sentimenti ed emozioni, tramite un uso ricco d’immagini e metafore, spesso legate al mondo della musica in modo coerente con l’attività del protagonista (e ci sono autori famosi che usano metafore che c’entrano col le loro storie come il cacio sulla macedonia :)
Purtroppo mi ha convinto meno come sviluppo narrativo. C’è un pianista molto bravo. C’è un’amante che sembra, per qualche ignoto motivo essere misteriosa e invisibile, ma non si capisce se si tratti di una sorta di fantasma, se il protagonista sia cieco o, più in generale, quale sia il senso complessivo della storia.
Magari qualche “suggerimento” in più per il lettore potrebbe facilitarne la lettura.

8) Un insolito regalo da un uomo discreto, di Alessandra Corrà
Ciao Alessandra.

Comincio col dire che fatico a scorgere l’attinenza col tema del tuo racconto. Che sia l’uomo costretto a nascondersi per non essere arrestato o l’uomo che è stato poco notato nel corso della vita non mi convince. A parte questo, l’idea di descrivere l’amore malato di un violento nei confronti della propria donna (o almeno, i lividi dovuti ai buffetti li ho interpretati in questo senso, considerando il narratore inaffidabile) è buona e riuscita abbastanza bene. Narrativamente, però, lo sviluppo del racconto funziona solo in parte perché le frequenti digressioni del protagonista rendono per un po’ difficile capire di cosa stia parlando e quindi entrare in sintonia col racconto. In ogni caso i diversi refusi presenti, mi fanno pensare che anche tu, come me, abbia avuto poco tempo per scrivere il racconto.

9) Lucas, di Johnnycato
Ciao Johnny.

Il tuo racconto, basato su un’idea non particolarmente originale, soffre dall’impostazione da pagina di Diario che gli hai dato e del finale piano che hai scelto. La prima fa scendere molto l’impatto emotivo del racconto, che sarebbe stato nettamente superiore se avessi impostato il tutto in “presa diretta”, come se accadesse davanti ai nostri occhi, invece che come un fatto sepolto nel passato. Il finale toglie qualunque implicazione drammatica al tutto: se il tipo avesse detto alla fine che questo Lucas gli aveva rovinato la vita uccidendo in modo atroce tutte le donne di cui lui si era innamorato, avremmo avuto una svolta drammatica nel presente che avrebbe aumentato il peso del racconto dell’episodio dell’infanzia. Così, invece, è come se un amico tranquillo, sorseggiando un amaro dopo cena, ci stesse raccontando un fatto strano chiusi nel suo passato e senza implicazioni sul presente.

10) Mayflower, di Marina Di Paola
Ciao Marina.

Il racconto così com’è, a mio parere, non funziona. In pratica è la storia di due amiche che si incontrano per bere qualcosa e una delle due racconta un fatto completamente incredibile e l’altro se lo beve come se niente fosse. L’episodio potenzialmente interessante è relegato a una narrazione diretta in un dialogo e manca completamente l’atmosfera che sarebbe necessario a renderlo “credibile” per il lettore.
Tutta la storia di Marta è inutile e andrebbe eliminata e dovresti provare a concentrarti su quello che è accaduto quella sera a Consuelo e raccontare, con le giuste atmosfere e la giusta suspense, quell’evento.


11) Pulizie generali, di Chiara Rufino
Ciao Chiara.

Il tuo racconto, pur partendo da un’idea simpatica, presenta diverse carenze stilistiche e narrative, già evidenziate da altri. Ti soffermi su alcuni dettagli inutili (il fatto che l’orologio sia da uomo… e poi perché l’orologio lampeggia) e alcune frasi sono formulate malino (“L’ultimo turno presso l’impresa di pulizie e si sentiva percorso da scosse elettriche”… nella prima frase manca il verbo, così come la frase sui cartelli inneggianti l’uguaglianza risulta involuta ma anche confusa dal punto di vista della gestione dei Punto di Vista… scusa il bisticcio di parole…). Inoltre, come facevano notare altri, difficile che basti alzare le telecamere un pochetto per rendere invisibili dei nani, considerando la visuale che di solito si vede dai monitor di sorveglianza. 

marina81
Messaggi: 27

Messaggio#5 » sabato 29 agosto 2015, 19:29

Ciao a tutti
Ecco la mia classifica:
1) Nero in Normandia di Raffaele Marra
2) L'amante silenziosa di Alberto Della Rossa
3) La sindrome di Olivia.B. di Ambra Stacampiano
4) Vorrei poterti toccare di Eleonora Rossetti
5)Lucas di Johnnycato
6) Un insolito regalo da un uomo discreto, di Alessandra Corrà
7)L'invisibile di Diego Ducoli
8)Voglio la bici di E.T di Fernando Nappo
9) Pulizie generali di Chiara Rufino
10)L'altro lato del big Bang di Angelo Frascella
11) La macabra mascherata del 1511 di Fabio Tarussio

1)ciao Raffaele
Il tuo racconto è davvero molto bello. Scritto in maniera, lineare, semplice ci si immerge subito nella situazione. Sembra di essere li’ con quel soldato e poter partecipare in prima persona alle sue emozioni. Ricco di suspance, di dettagli che rendono sempre vivo il racconto. Complimenti davvero un buon lavoro.

2)ciao Alberto
Molto interessante il tuo racconto. Delicato, onirico , musicale. Con uno stile molto semplice, le immagini riescono a prendere vita e arrivare al cuore. Mi è piaciuto risentire la sensazione dell’essere innamorati ( quel rimescolamento dalle parti del diaframma, come se qualcosa si stesse agitando nella sua anima). Il testo mantiene una certa poesia dall’inizio alla fine con un filo di malinconia.

3)Ciao Ambra
il tuo racconto mi è piaciuto. L’idea del cambiamento della pelle della modella, fino a diventare invisibile l’ho trovata molto originale. Il messaggio arriva chiaro e diretto con un finale ironico ma nello stesso tempo un po’ amaro. Il personaggio del manager rappresenta in maniera molto schietta la sua avidità di denaro e la sua poca umanità nei confronti della modella. Finale che fa riflettere.

4)Ciao Eleonora
Il tuo racconto è scritto davvero molto bene. Ottimo lo stile.
Ha una drammaticità di fondo che mi ha emozionato. E’ ricco di immagini, che danno forza al racconto dall’inizio alla fine senza risultare mai pesante. Se allungato, sarebbe un ottimo monologo teatrale. Non so perchè, ma l’ho subito immaginato rappresentato in un teatro per regalare al pubblico un ‘esperienza sensoriale.

5))Ciao johnnycato
I personaggi del tuo racconto sono ben delineati, in maniera semplice ma esprimono nello stesso tempo profondità. Molto carino e delicato il sentimento che il protagonista nutre per la bambina. Mollto originale l’idea dell’amico immaginario geloso, quando nel nostro ideale comune l’amico immaginario è sempre complice e vero amico. Finale triste ,ma affrontato con delicatezza espressiva. Complimenti!

6)Ciao Alessandra,
il tuo racconto mi è piaciuto sia dal punto di vista tecnico che espressivo. Buono lo stile. Il tema è attuale, amaro e fa sicuramente riflettere. L’unica cosa è che non ho trovato troppa aderenza con il tema dell’invisibile, per il resto davvero un buon lavoro scritto e pensato molto bene, non c’è che dire!

7)Ciao Diego
il racconto è giovane, fresco, brillante e dinamico. Sicuramente originale e un po’ sopra le righe. Mi ha fatto piacere arrivare alla fine, trovando una certa sorpresa che mi ha strappato una risata. Qualche volta forse la forma potrebbe essere più efficace, cmq è divertente e ha un approccio singolare al tema.

8)Ciao Fernando
Il tuo racconto sembra scritto da uno dei personaggi di “Io speriamo che me la cavo”, che a me personalmente facevano parecchio ridere con tutti quegli errori grammaticali. Anche il tuo mi ha divertito,( spero che gli errori siano stati fatti apposta) anche se fatico a capire dov’è il tema dell’invisibile

9)Ciao Chiara
Il tuo racconto ha un buon inizio, che fa capire bene il personaggio di Carlos e la sua situazione lavorativa. Anche l’ambientazione è descritta bene ed è chiara.
Secondo me il racconto fila abbastanza, l’idea di base è carina ma non mi ha convinto il modo in cui hai concluso la storia, forse non c’era il tempo per scriverlo bene come si voleva e risulta un po’ superficiale. Per il resto non male.

10)Ciao Angelo
Mi piace l’ambientazione del tuo racconto, però ho fatto un po’ di fatica a seguirlo.
Forse la narrazione è un po’ confusa e i personaggi non davvero delineati , però mi rendo conto che con 3000 caratteri non è facile esprimere bene le idee che si hanno nella testa, sicuramente avendone di piu’ a disposizione la storia poteva essere raccontata con piu’ dettagli . E’ un lavoro che se sviluppato meglio, ha un bel potenziale.

11)Ciao Fabio
Inizio subito dicendoti che mi piace molto lo stile dei tuoi due racconti, molto evocativo e le immagini arrivano chiare e vive . Ci poteva essere piu’ un legame tra il primo ed il secondo, perchè scritto cosi’ si capisce davvero poco e il risultato è confuso. Sicuramente le idee e la storia erano chiare nella tua testa, ma chi legge rimane con un punto interrogativo.
La storia è scritta bene ma asettica e poco comprensibile.

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eleonora.rossetti
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Messaggio#6 » martedì 1 settembre 2015, 21:03

E' il momento della classifica:

1) L'amante silenziosa
Ciao Alberto,
di tutti quelli che ho letto finora questo racconto è quello che più mi ha colpito, vuoi per la pacata e placida immersione nella dimensione del musicista, dove ogni sentimento è esprimibile in termini di musica, vuoi per la dolcezza con cui lui la vive, proprio come se dovesse accingersi a sciogliersi nella melodia di un pezzo al pianoforte.
L’unica cosa che non ho capito è chi sia questa amante. La musa ispiratrice? Una sua immaginazione? Ho ancora il dubbio ;)
2) Voglio la bici di E.T.
Ciao Fernando,
racconto ben riuscito e toccante nel suo tono ingenuo e volutamente sgrammaticato. Come altri ti hanno già detto, se avessi dato ulteriore forza al dettaglio della bici e della luna (appunto, dicendo che vorrebbe rivedere la madre così) sarebbe stato a dir poco perfetto, anche perché avrebbe dato maggior senso all’ammutolimento degli adulti (a meno che quel “qualcuno” fosse sottinteso alla mamma e non a un qualcuno in generale, ma in tal caso io non l’ho capito).
Sarà una banalità, ma l’inizio
“Cara mamma, tre giorni fa ho fregato una bici”.
mi ha davvero (e positivamente) spiazzato, con questa “ammissione di colpa” così serena e limpida (dato che comunque i bambini non sono così sinceri sulle loro marachelle)
Complimenti ;)
3) Nero in Normandia
Ciao Raffaele,
racconto molto ben sviluppato, ci si cala subito nei panni del protagonista, si vive ogni suo pensiero e si respira assieme a lui, nell’ansia di sapere se si potrebbe essere sotto fuoco nemico o amico.
Sul dettaglio del fiammifero lì per lì ho pensato “no, pirla! che fai!” cosa che mi ha fatto un po’ storcere il naso sulla credibilità, ma è un dettaglio di non troppo conto.
Più che buono lo stile, come sempre.
4) La sindrome di Olivia B.
Ciao Ambra,
carina davvero la tua interpretazione del tema dell’invisibile, che in questo caso è una povera modella che viene sfruttata persino in una condizione che le dà pena infinita (della serie, non è l’immagine di te ma l’immagine che dai al prodotto sponsor). Mi ha lasciato un po’ perplessa la storia dell’esperto d’arte. L’ideale sarebbe stato davvero l’equipe medica, ma forse, per rendere ancora più “superficiale” la condizione che si trova a vivere la protagonista, avrei quasi preferito che la modella l’avesse saputo spulciando Internet e azzardando un’ipotesi stramba ma che infine ha il sapore della verità.
Buono lo stile, occhio alle concordanze di alcuni tempi verbali (presenti-imperfetti).
5) L'invisibile
Ciao Diego,
il tuo racconto, sul finale, mi ha strappato un sorrisetto; tuttavia, essendo uscita da una scuola di Regia, la sola idea di fare un unico pianosequenza per lo spot è quantomeno un suicidio XD

Buono lo stile e il ritmo, in effetti mi chiedevo dove volessi andare a parare con quella vicenda, e il finale ha saputo sorprendermi. Se devo trovarci una macchietta, è proprio l’imprevisto della macchia (nomen omen): da donna, posso assicurarti che non ci si sporca in quella maniera ;)
6) La macabra mascherata del 1511
Ciao Fabio,
la prima parte mi ha incantato, lo ammetto, ma quando sono passata alla seconda ho dovuto rileggere più volte per capirci il nesso, finché non ho sfogliato la sempre-sia-lodata Wikipedia per capire a cosa ti riferissi, specie per quanto riguarda la data del pagamento (sarò ignorante e non sarò del posto, ma non avevo afferrato affatto il significato finché non ho spulciato su Internet).
Ho faticato anche a focalizzare il tema: chi è l’invisibile? il Diavolo? Perché in realtà è visibile al protagonista, fin troppo (l’impronta dello zoccolo) a meno che non lo interpreti come invisibile ispiratore della folla che si ribella.
7) L'altro lato del Big Bang
Ciao Angelo,
dirò la verità, ho dovuto leggere due volte il racconto per apprezzarlo appieno. Credo che la prima parte potesse essere sfoltita con una sforbiciata completa (quella del cambio della guardia tra astronauti). L’idea che sta alla base – il riavvolgimento dell’universo – è molto interessante, però sembra (come già in altri tuoi precedenti racconti) che tu abbia buttato tantissima carne al fuoco finendo per fare un po’ di confusione nell’ansia di far “capire tutto”. La parte finale con lo scienziato che predice la telefonata al poliziotto mi è parsa un po’ forzata, anche perché se appunto si poteva prevedere quella telefonata perché non si è potuto prevedere (e logicamente fermare) il suicidio di Jim?
In sostanza, idea molto intrigante, ma lo sviluppo temo abbia risentito della fretta.
8) Un insolito regalo da un uomo discreto
Ciao Alessandra,
ho un po’ faticato a trovare attinenza al tema, più che invisibile il protagonista mi pare un fuggitivo, che deve diventare sì invisibile per la società, ma alla fine, a delitto compiuto, non nel mezzo della vicenda.
Ho dovuto rileggere la parte delle percosse e del regalo per capire bene: lui la picchiava già da un po’ (o almeno, così ho inteso)? Se fosse così mi sarei aspettata una donna più remissiva in questo tipo di rapporto (io sarei scappata all’istante, per intenderci!), per questo la reazione al regalo mi è parsa un pochino “libertina” e quasi “pericolosa” (se sai che il tuo fidanzato è un violento, non lo “provochi”). La “mano pesante” che provoca l’omicidio mi è parsa un po’ troppo per la motivazione che sottende.
Buono lo stile.
9) Lucas
Ciao Johnny,
lo stile non è male, tuttavia ciò che un po’ non mi ha convinta nel tuo racconto è il tono distaccato con cui il bambino parla di sé e soprattutto dei soprusi che ha subito e che, durante tutto il narrato, scopriamo soltanto alla fine senza aver suscitato l’emozione dovuta. Poteva essere un bel pugno nello stomaco, per il lettore, e ci poteva stare quindi che l’amico immaginario si comportasse in maniera “violenta” a giustificare ciò che subiva il bambino. Invece non spargi alcun indizio durante tutta la vicenda e saperlo alla fine dà un po’ un senso di chiusura frettolosa. Se avessi saputo riga dopo riga quale violenze facevano parte della vita del protagonista avrei potuto calarmi pian piano nei suoi panni e arrivare al finale con la giusta predisposizione d’animo per accettarlo (compresa l’idea del distacco dai genitori vissuto senza particolari traumi, quasi una liberazione).

Un appunto: la scena della madre che dà del pazzo al bambino mi sa un po’ di forzato, un bambino adduce le scuse più assurde pur di non essere punito e un adulto lo sa.
10) Mayflower
Ciao Marina, ben trovata.
Tema centrato, anche se, come altri ti hanno fatto notare, avrei preferito che fosse stata la protagonista a vivere l’esperienza anziché sentirla raccontata dall’amica. Così, infatti, il racconto mi è parso un po’ “freddo”, non mi ha coinvolto come invece avrebbe potuto fare efficacemente una cronaca in diretta. La prima parte mi è parsa un po’ troppo ricca di informazioni facilmente eliminabili, il fatto che la protagonista abbia due gemelli non dà niente di più alla storia, che già deve sopperire della gabbia dei 3000 caratteri. Sfoltendo il pezzo iniziale si poteva concedere più spazio all’azione del racconto stesso.
11) Pulizie generali
Ciao Chiara,
benché io simpatizzi per le storie sui ladri (non per l’atto in sé ma sono una patita di Lupin ^^) ci sono alcune cose che mi guastano la credibilità, a partire dalle telecamere: negli uffici, solitamente sono posti in prossimità del soffitto, e inquadrano lungo la diagonale della stanza: sollevarle di poco implica la manomissione ed è facile risalire al colpevole quando si sa chi ha lasciato l’ufficio per ultimo.
L’idea era molto carina (ovvero, nani che approfittano della bassa statura per ripulire le casse altrui) e l’avrei vista molto bene in un negozio, anziché un ufficio.
Anche io ho qualche perplessità sul ruolo della tizia che si toglie le scarpe: per rimanere più “bassa”? E’ un dettaglio che mi sfugge, magari è cruciale ma se fosse non l’ho colto.
Riassumendo, idea avvincente anche se lo sviluppo (e la conclusione) anziché soddisfare un possibile crescendo mi dà una spiegazione affrettata e poco credibile.
Occhio ad alcuni refusi, es. Uno rumore di tacchi, che comunque vista la “fretta” del contest di Minuti Contati sono perdonabili ;)
Uccidi scrivendo.

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AmbraStancampiano
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Messaggio#7 » mercoledì 2 settembre 2015, 20:26

Ciao a tutti,
ecco i miei commenti e la classifica

1) Nero in Normandia di Raffaele Marra
2) L'amante silenziosa di Alberto Della Rossa
3) Vorrei poterti toccare di Eleonora Rossetti
4) L'invisibile di Diego Ducoli
5) Un insolito regalo da un uomo discreto di Alessandra Corrà
6) L'altro lato del big bang di Angelo Frascella
7) Pulizie generali di Chiara Rufino
8) Voglio la bici di E.T. di Fernando Nappo
9) Mayflower di Marina di Paola
10) Lucas di Johnnycanto
11) La macabra mascherata del 1511 di Fabio Tarussio

L'altro lato del big bang

hai avuto un’idea stupenda per una serie tv, o una serie di romanzi, o di cartoni animati.
Personalmente non ho avuto troppa difficoltà a capire, però è vero che il racconto in alcuni punti è un po’ confuso.
La questione del rewind è fantastica, ma va curata meglio ed introdotta diversamente (sulla bambina che cammina all’indietro ho pensato ad un film horror).
Non capisco come e perchè il protagonista muoia.
Sono d’accordo con gli altri: idea spettacolare, che nel formato “racconto breve” non rende, ma che non vedrei l’ora di vedere su uno schermo (scusando il gioco di parole).


Vorrei poterti toccare

il tuo racconto è scritto molto bene, e l’idea che il virus prenda uno o più sensi a random è molto originale.
Lo stile è pulito e tocchi i tasti giusti per fare arrivare il lettore all’empatia finale. L’unico passaggio che non ho capito bene finchè sono arrivata alla tua spiegazione nei commenti è quello della cravatta; forse qualche spiegazione in più (spazio permettendo) avrebbe giovato. per il resto, complimenti!


Mayflower

ho trovato il tuo racconto interessante, anche se migliorabile.
La storia della ragazza che esce a sua insaputa con un serial killer è estremamente plausibile, soprattutto se ambientata in una moderna Babele come Londra. Per quello che riguarda l’espediente del coktail “invisibile”, lo trovo coraggioso e non così campato in aria (L’inghilterra è la patria dei maghi e delle pozioni, da Merlino ad Harry Potter, e vengono avvistati centinaia di fantasmi ogni anno nelle metropolitane).
Il setting, sebbene serva a dare una dimensione di realtà alla storia, è effettivamente inutile: il lavoro di Marta non ci dice niente sulla storia, il fatto che Consuelo sia la sua coinquilina poco ci importa, i due gemelli lasciano il tempo che trovano.
Non capisco perchè Consuelo decide di raccontare la sua storia a Marta, e forse la prima parte del racconto è un po’ troppo lunga rispetto all’effettivo sviluppo della trama.
Sono comunque cose di poco conto, e secondo me con un paio di migliorie tutto filerebbe alla perfezione.


Pulizie Generali

il tuo racconto parte da un’idea abbastanza originale, che costituisce un’ interpretazione interessante del tema di invisibile; la storia è abbastanza ben delineata, anche se in alcuni punti si trascina un po':
avrei preferito vedere i sentimenti di Carlos, o quantomeno sentirli attraverso una battuta, mentre tu su questo piano racconti un po’ troppo, rallentando il ritmo del racconto; ad un certo punto ti contraddici, dicendo che Carlos è praticamente invisibile per gli impiegati dell’ufficio, ma che è stanco delle loro attenzioni. quali attenzioni? anche qui, avresti potuto accennare ad un episodio che facesse capire al lettore i sentimenti di Carlos nei confronti di quell’ambiente, anche per seminare qualche indizio di ciò che sta per succedere.
E’ logico che Carlos abbia dei complici, il fatto che siano anche loro dei nani è una bella sorpresa, ma tu andresti mai a derubare un edificio con dei tacchi a spillo che rimbombano? Da un lato ho apprezzato questo particolare, che mi ha subito regalato la sensazione uditiva dei tacchi in un corridoio ampio e asettico (e suonano benissimo), dall’altro mi sono chiesta quanto ciò sia plausibile. Magari aggiungendo qualche altro particolare su Imelda (che so, “secondo Carlos era la ragazza più bella del mondo, mai fuori posto, sempre abbigliata con gusto e stile”) questo dettaglio non stonerebbe.
Infine il terzo complice, che zittisce gli altri e basta, è proprio necessario?
Bella per le telecamere spostate, anche se prima dici che sono state isolate. Insomma, deciditi! 😛
Occhio alla consecutio temporum, ed alle concordanze tra preposizioni/congiunzioni ed aggettivi/pronomi. Errori veniali, dettati dalla fretta.
Lo stile va bene, ma sai fare di meglio 😉


voglio la bici di E.T.

il racconto parte da una trovata interessante, anche se non sono sicura di aver capito PERCHE’ il bambino vuole pedalare fino alla luna: crede così di poter rivedere la madre? Questo punto non è chiarissimo.
Non impazzisco per i figli di madri morte che fanno cose per un fine più alto, a dire il vero, né per quei racconti che sfruttano una facile empatia del pubblico, e questo mi ha fatto un po’ storcere il naso sul finale.
Non mi sembra troppo credibile il repentino cambio di atteggiamento del figlio del fornaio, che ci fai capire conosce la storia del ragazzino già da prima. Perché dovrebbe addirittura regalargli una bici? Non lo so, questa cosa non mi torna.
Non mi torna nemmeno il fatto che i carabinieri lo portino via e la tempistica delle azioni; insomma, il tuo protagonista quanti anni ha? E se ha rubato la bici “l’altro giorno” ma non è ancora né in carcere né nell’altro posto (che suppongo sia un orfanotrofio), da dove sta scrivendo? Con chi è? Se la madre è morta, chi lo tiene?
Lo stile sgrammaticato, che aderisce alla parlata ed all’età (?) del protagonista va benissimo, anche se forse in alcuni punti diventa eccessivo e crea qualche minuscola difficoltà di lettura.
Per quel che riguarda il tema, davvero non capisco dove sta l’invisibile. Ci stiamo sempre riferendo alla madre?


L'amante silenziosa

hai scritto un racconto delicato, musicale e pieno di poesia. Bello, anche se tra la prima immagine e la seconda c’è un distacco non proprio chiaro, o forse non l’ho capito io: lui parla con l’amante (che non vede) e poi comincia a suonare, oppure tra i due momenti c’è un lasso di tempo non narrato?
A livello di sospensione dell’incredulità, sono un po’ perplessa all’idea che il protagonista accetti che la sua amante – fisica e carnale – non si veda e basta, e che non le faccia nessuna domanda. Ma ad essere onesta il racconto è scritto così bene che questo è proprio un volerci trovare un difetto per forza, per il resto sei in grado di trasportare il lettore e farlo sognare. Bravo.
P.S.
Quasi quasi voglio credere che la tua amante misteriosa sia la mia Olivia, qualche anno dopo 😉


Nero in Normandia

non ti nego che – tra i racconti del girone che ho letto finora – il tuo è quello che preferisco.
Il tema (l’invisibile è invisibile perchè è buio) è trattato in maniera originale, lo stile è perfetto, e tutto il discorso sulle differenze tra l’americano ed il tedesco (che forma ha un tedesco? il respiro potrebbe anche essere tedesco ecc ecc) che può essere inteso in generale come un discorso sull’uguaglianza tra gli uomini (e che mi ricorda un po’ “la guerra di Piero”) lo trovo molto sensato e molto bello.
Che dire? Complimenti.


Lucas

ho trovato il tuo racconto un po’ infantile e non troppo originale. Parlando di Invisibile, l’amico immaginario è una delle prime cose a cui si pensa.
Certo, il tuo è un amico immaginario geloso e con un carattere un po’ particolare, il che lo arricchisce un po’, però leggendo e rileggendo quelli che mi saltano all’occhio sono principalmente dei difetti:
– è tutto troppo ovattato e raccontato
– il bambino spende due parole sui maltrattamenti dei genitori, ma la sofferenza che dovrebbe derivarne io non riesco a trovarla da nessuna parte
– la consecutio temporum, sebbene sia corretta, con quel gioco di imperfetti e passati remoti rende poco scorrevole la lettura; un momento dinamico come lui che gioca con la bambina (l’unico momento non raccontato ma vissuto) diventa lento e piuttosto pesante
– la reazione della madre di Domenica (e soprattutto le parole che usa contro un altro bambino che avrà la stessa età di sua figlia) mi sembra eccessiva e fuori luogo: i bambini giocano e può capitare che si spingano o che cadano, nessun genitore sano di mente darebbe del pazzo ad un bambino di 8 anni.
– il tuo protagonista sembra non provare alcuna emozione per la sua situazione familiare: i genitori lo picchiano, e lui te lo racconta come se ti stesse dicendo che sta andando a fare la spesa; i carabinieri lo portano via e lo affidano ai servizi sociali e lui non ti comunica niente: rabbia, tristezza, felicità. E’ tutto un po’ troppo piatto.

Lo stile in sè, sebbene asciutto, non è male, e la storia se ampliata potrebbe comunque diventare un interessante racconto di denuncia. Il tema è perfettamente centrato.Prova a lavorare un po’ sul carattere dei personaggi e sulle loro motivazioni, li renderai più vivi e plausibili!


La macabra mascherata del 1511

perdonami ma sarò brutalmente sincera: trovo che il tuo racconto non abbia nè capo nè coda, letteralmente. Nel senso che non esistono un inizio, uno svolgimento e una fine.
Cominci con quella lunghissima (e per carità, molto bella) poesia/ballata/descrizione del diavolo, per poi abbandonarla totalmente in favore di un personaggio che vediamo guardare qualcun altro fare qualcosa che non si capisce neanche molto bene, e che poi scompare (il “protagonista”? il contadino? nemmeno questo si capisce) lasciando un’impronta di sangue con una data. “la data del pagamento”. Il pagamento di cosa? Di che cosa stiamo parlando esattamente?
E credimi, l’ho letto molte volte per cercare di trovarci un senso.
Ho intuito che si trattasse di un fatto storico dal fatto che citi Udine, Venezia ed una data precisa, e sono andata a cercare.
Partendo dal fatto che comunque è buona norma, quando racconti un avvenimento storico non necessariamente noto ai più, dare dei riferimenti (basta anche il link a wikipedia), comunque non ho capito cosa ci stai raccontando.
Le due immagini che ci dai sono entrambe molto belle, molto ben scritte, molto descrittive, ma di per sè non fanno un racconto. E non sembra esserci alcun legame tra l’una e l’altra. Qual è la storia? Quali sono i fatti? E l’invisibile dov’è?
Lo stile è ottimo, ma a me pare ci sia davvero solo quello.


Un insolito regalo da un uomo discreto

il tuo racconto mi è piaciuto molto, trovo interessante l’idea di utilizzare il punto di vista dell’assassino, ed è molto bella la tecnica che usi per farci empatizzare con lui, prima della conclusione. Brava!
Ho avuto alcune perplessità riguardo al suo interlocutore, se si tratta di un biglietto che lui scrive alla madre, forse qualcosa dovrebbe farcelo capire un po’ prima.
Trovo che il movente dell’omicidio sia troppo debole, per renderlo più forte avresti dovuto forse elencare tutta la serie di atteggiamenti di Amelia che danno ai nervi del protagonista, fino a farlo arrivare al punto di non ritorno. In 3000 caratteri è tosta, ma forse anche solo qualche pennellata ci sarebbe stata (e del resto, ad un regalo del genere io avrei avuto la stessa reazione della poverina -_-‘).
Per quel che riguarda il tema… io l’invisibile non lo vedo; vedo follìa, solitudine, voglia di scomparire, questo si, ma l’invisibile non lo trovo.


L'invisibile

hai scritto un racconto divertentissimo. Certo, da donna posso dirti che è estremamente difficile macchiarsi (sul davanti poi, intuisco, visto che l’attrice non si gira a controllarsi, ma le basta abbassare lo sguardo) in maniera tanto visibile da disturbare una telecamera e l’intera troupe che sta girando uno spot, e che mi sembra uno strano paradosso che l’attrice che gira lo spot di un assorbente abbia “le sue cose” proprio in quel momento, ma sono delle imperfezioni che con qualche specificazione in più scorrerebbero lisce (che so, la gonna è di un tessuto particolare, Marta non si è accorta di essere in “quei giorni” ed il ciclo è partito proprio mentre giravano lo spot). Per il resto il racconto scorre fluido e godibile, mi hai regalato 5 ottimi minuti.
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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chiara.rufino
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Messaggio#8 » giovedì 3 settembre 2015, 15:37

1. L'amante Silenziosa - Alberto della Rosa

Ciao Alberto,


Il tuo racconto ha un che di onirico e al tempo stesso molto pragmatico e stilisticamente preciso. Il fatto che non si sappia chi sia l’amante, se sia un sogno, come l’ho interpretato io, o sia effettivamente una donna vera, sta a noi lettori deciderlo. Anche i movimenti nel suonare e la “falsa” modestia con cui brinda con Jacques, ho visto chiaramente la scena e anche loro due insieme. Complimenti ancora!


2. Nero in Normandia - Raffaele Marra


Ciao Raffaele,


Tolto che questo è un racconto meraviglioso ho solo due domande; perché “Nero in Normandia”? Perché proprio il nome Johnny? Dopo quello di Fenoglio di Johnny, mi sembra un’ottima citazione, o un atto di “pigrizia”, magari inconsapevole. Complimenti per il racconto, ben scritto e ben reso, anche a livello strutturale.


3. Vorrei poterti toccare - Eleonora Rossetti


Ciao Eleonora,


non ho commenti da fare al tuo racconto, tolto che è ben scritto e che hai saputo esprimere tutto il dolore di un padre. A volte non ricordavo che lui fosse un fantasma, mea culpa; sembra quasi che gli altri possano quasi vederlo, da come racconta. Comunque complimenti!


4. L'invisibile - Diego Ducoli


Ciao Diego,


ammetto che ci ho messo un po’ per capire che ti riferissi al tributo femminile del mese ma si sa,sono una donna distratta! Giusto un appunto; si può dire “rovinare”? Perché è l’unica cosa che m’ha disturbata. Nel complesso, lo trovo un racconto ben scritto, anche se l’effetto montaggio dello spot non aiuta la lettura. Mi associo con Ambra sull’improbabilità della macchia in quella zona della gonna, ma sono dettagli


5. La sindrome di Olivia B. -Ambra Stancampiano


Ciao ancora:D.


Come ti ho già detto, il racconto mi è piaciuto, anche se ho notato alcune cose.


Come dice Fabio, non mi è molto chiaro il POV, è il suo manager? Verso la fine si capisce meglio ma all’inizio ero molto indecisa su chi fosse. Avrei voluto sapere anch’io,un minimo, sapere perché proprio i flash l’abbiano resa invisibile, però sai che io sono un po’ contorta di mio.


6. Un insolito regalo da un uomo discreto - Alessandra Corrà


Ciao Alessandra,


devo ammetterlo, la cosa che, a prima lettura, mi ha sconcertata, è stato proprio quel regalo. Riletto bene, poi, ho avuto un quadro più ampio e dettagliato. Il fatto che sia l’assassino a narrare lo trovo molto azzeccato, in un mondo e una televisione come la nostra, con milioni di inchieste, c’è gente che pagherebbe per avere un POV così dettagliato. Forse sì, manca molto il tema dell’invisibile, a meno che lui non si sia appena suicidato e non stia narrando tutto ciò che ha fatto.In quel caso, devi rispondermi te.


7. L'altro lato del Big Bang - Angelo Frascella


Ciao Angelo.


Il tuo racconto mi è piaciuto, anche se ci sono state svariate cose che non ho ben capito. Intanto, il POV l’ho visto come onnisciente, o quasi,chiariscimi tu i dubbi a riguardo. Poi. Jim Ray è spedito nello spazio perché ha avuto dei problemi personali ma, purtroppo, approfondisci poco il suo vero ruolo e il fatto che l’universo si riavvolga, a mio avviso, è un po’ sbrigativa come spiegazione, avrei voluto saperne di più in generale. Perché poi la frase alla rovescia? Anche quello non mi è molto chiaro. Un bel racconto in conclusione,però un po’ criptico.


8. Mayflower - Marina81


Ciao Angelo.


Il tuo racconto mi è piaciuto, anche se ci sono state svariate cose che non ho ben capito. Intanto, il POV l’ho visto come onnisciente, o quasi,chiariscimi tu i dubbi a riguardo. Poi. Jim Ray è spedito nello spazio perché ha avuto dei problemi personali ma, purtroppo, approfondisci poco il suo vero ruolo e il fatto che l’universo si riavvolga, a mio avviso, è un po’ sbrigativa come spiegazione, avrei voluto saperne di più in generale. Perché poi la frase alla rovescia? Anche quello non mi è molto chiaro. Un bel racconto in conclusione,però un po’ criptico.


9. Voglio la bici di E.T. - Fernando Nappo


Ciao Fernando,


Non posso fare a meno di ribadire quanto hanno detto gli altri, la lettera alla “Io speriamo che me la cavo” funziona, anche se, forse, l’ho trovato un po’ schematico quando racconta alla mamma la vicenda. Questo è l’unico commento che posso farti.


10. Lucas - Johnnycato


Il tuo racconto non mi ha convinta in molti punti. Il primo, l’amico immaginario, un personaggio usato da molti in storie e racconti, è poco usato e funzionale alla storia, sembra solo un abbellimento che utilizzi per spiegare i disagi del protagonista. Disagi che, oltre alla frase “i miei genitori mi picchiano”, noi non vediamo. Perché ha avuto il bisogno di creare un amico immaginario? Da quanto sono assieme? E poi, il finale; davvero gli interessa così poco che lo portino via? E la separazione da Lucas? Era l’unico appiglio per fuggire e se ne va via così, senza una spiegazione plausibile. Sembra una sorta di prologo stringatissimo.


11. La Macabra Mascherata del 1511 - Fabio Tarusso


Ciao Fabio.


Non lo so, per quanto mi sforzi, trovo il tuo racconto poco esplicativo. Ho colto, leggendo anche gli altri commenti, che il personaggio invisibile della storia è il diavolo e che aspetta le anime come pagamento ma, per il resto, l’ho trovato scritto benissimo ma poco chiaro nei contenuti.


Peccato, a livello stilistico mi era piaciuto (anche se un po’ ripetitivo)

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raffaele.marra
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Messaggio#9 » venerdì 4 settembre 2015, 0:25

Ragazze e ragazzi, ecco la mia classifica con relativi commenti. Perdonatemi per il ritardo ma ho la preoccupante abitudine di rinviare sempre all'ultimo momento. Esattamente come sto facendo con la mia morte: ci penserò all'ultimo momento della mia vita.

 

1° - La sindrome di Olivia B. – Ambra Stancampiano

Un racconto surreale però al contempo didascalico, ondeggiante tra una ironica iperbole e una concretezza amara che fa riflettere. Mi è piaciuto, soprattutto perché è originale e declina al meglio il tema del mese. A me ha fatto venire in mente alcuni concetti del decadentismo, in particolare l’equivalenza tra vita e arte; qui abbiamo una sorta di equivalenza tra vita e immagine fotografica, il che, a ben vedere, è una amara considerazione sull’attualità. Forse ho viaggiato troppo con la mente, ma se così fosse sarebbe comunque merito di quanto hai scritto. Quindi complimenti e continua così.

 

2° - Voglio la bicicletta di E.T. – Fernando Nappo

Sicuramente un bel racconto, caratterizzato da uno stile che è tutt’uno con la trama, anzi le dà forza e la sostiene. Devo dire che il fatto che la madre sia morta è abbastanza prevedibile, ma non credo che il tuo intento fosse quello di creare un racconto “a sorpresa”. Si tratta invece di un racconto delicato, amaro e assolutamente realistico. Complimenti.

 

3° - L’amante silenziosa – Alberto della Rossa

Un racconto misterioso, che si offre a diverse interpretazioni. L’amante silenziosa sembra esistere solo per colui che la ama, e dunque sembra non essere una donna in carne e ossa ma un’entità spirituale, forse la musica stessa. Oppure l’amante è qualcosa di ancora più intenso e affascinante della musica, il che giustificherebbe il fatto che il racconto si sofferma molto più sul prima e sul dopo del concerto. Ma può darsi che la mia interpretazione sia errata, il che non è necessariamente un aspetto negativo del tuo racconto. Ho apprezzato molto i riferimenti armonici che citi, essendo pienamente d’accordo sul fatto che un accordo maggiore con settima minore rappresenti uno stato di tensione che necessita di sfociare in qualcosa di più definitivo, insomma una ottima metafora dell’essere innamorati. Ho invece apprezzato meno il concetto di “accordo giusto” nel finale: da amante della musica mi aspettavo che tu mi rivelassi davvero un accordo in grado di rappresentare l’appagamento in cui versa il protagonista in quella scena.

Detto ciò, confermo che il tuo stile è davvero interessante, ben misurato e ricco di stimoli capaci di suggerire in maniera chiara luoghi e sensazioni. Per restare nel campo musicale, credo che il tuo racconto sia un pezzo jazz, vale a dire una di quelle performance in cui si apprezza immediatamente la bravura stilistica mentre il contenuto lascia un tantino spiazzati.

 

4° - Vorrei poterti toccare – Eleonora Rossetti

Sei partita da una buona intuizione, un’idea di virus che (e non era affatto semplice) mi sembra originale e potenzialmente vincente. Lo sviluppo della storia è influenzato dalla brevità imposta del testo, e questo penalizza un po’ quell’idea che meriterebbe, a mio parere, una trattazione più ampia e articolata. Comunque hai dalla tua uno stile molto ben controllato, equilibrato e perfettamente funzionale al testo narrato.

 

5° - Lucas – Jhonnycato

Sono rimasto a lungo indeciso prima di esprimere un giudizio sul tuo racconto. Credo che esso abbia un fascino intenso che lega il lettore al testo, nonostante non si tratti di una storia del tutto originale e, proprio per questo, risulta piuttosto prevedibile. Però, continuo a dire, riesce a incuriosire lo stesso e leggerlo fino alla fine è comunque piacevole. Insomma, non mi sento né di penalizzarlo né di osannarlo. Ma si tratta certamente di una buona prova, questo è fuori di dubbio.

 

6° - L’altro lato del Big Bang – Angelo Frascella

L’idea di base, a mio parere, è grandiosa e potrebbe portare a storie molto interessanti e originali. Nel tuo caso, ovviamente, si notano le difficoltà dovute alla mancanza di caratteri: l’idea dell’universo ad elastico meritava di essere presentata con più calma: sarebbe stato bello descrivere le prime “visioni” ottenute dagli scienziati e le loro reazioni alla scoperta, così come sarebbe stato interessante mostrare altri eventi al contrario o, addirittura, raccontare il momento esatto in cui il tempo rimbalza su sé stesso nel punto di massima espansione dell’universo. Insomma, sto dicendo che da questa idea devi far venire fuori qualcosa di più corposo, non puoi limitarla ad un racconto di tremila caratteri. È come se tu avessi avuto una splendida stoffa e ti fossi limitato a tirarne fuori un semplice fazzoletto, anche un po’ sfilacciato…

 

7° - La macabra mascherata del 1511 – Fabio Tarussio

Non è bello penalizzare un racconto così ben scritto, in cui lo stile ha spessore e ricercatezza ed è perfettamente consono al testo e all’ambientazione descritta. Però è anche vero che si tratta di un racconto la cui trama ha il suo forte nell’evocazione di un fatto storico che andrebbe studiato a parte, aggiungendo cioè al testo del racconto un altro testo che descriva in maniera esaustiva tale avvenimento. Insomma, se io avessi conosciuto l’evento come te, sicuramente mi sarei esaltato nel riconoscerlo in questo bel racconto. Così, invece, resta un senso di insoddisfazione generale, ed è un peccato perché, come ti dicevo, lo hai scritto molto bene (soprattutto nella parte iniziale).

 

8° - L’invisibile – Diego Ducoli

Questo racconto ha di buono il coraggio e l’originalità. Pecca però di superficialità in alcuni punti, apparendo a tratti addirittura ingenuo. Certo, non si tratta di un racconto “impegnato”, quindi una certa semplicità sarebbe anche ammissibile, probabilmente dovuta. Ma continuo a pensare che qualche cosa vada rivista un tantino (il ciclo dell’attrice è inverosimile, la macchia sulla gonna altrettanto, il fatto che una simile scena venga girata così tutta intera ancora di più). Lo stile asseconda quella semplicità e quella linearità che il racconto trasmette.

 

9° - Mayflower – Marina Di Paola

C’è qualcosa da rivedere, forse più nello stile che nel contenuto di questo racconto che ha la logica semplice di una favola nera. Credo che i dialoghi vadano gestiti con più attenzione, soprattutto nell’intento di rendere un po’ più appassionante la vicenda che, allo stato attuale, risulta piuttosto distante e statica. C’è di buono un’idea che ha degli spunti di originalità e che, con qualche accorgimento, potrebbe davvero dare vita ad un bel racconto.

 

10° - Un insolito regalo da un uomo discreto – Alessandra Corrà

Credo che andrebbe curato meglio lo stile di questo racconto che, allo stato attuale, non convince del tutto. Si tratta di un’idea non proprio originale ma che comunque governi in maniera piuttosto efficace. Tuttavia non c’è sufficiente enfasi e tutto scorre in maniera piuttosto anonima, senza pathos. Inoltre ho qualche dubbio sulla perfetta adesione al tema del mese. In definitiva si tratta di un racconto da rivedere qua e là per farlo diventare qualcosa di veramente interessante.

 

11° - Pulizie generali – Chiara Rufino

Si tratta di un racconto fortemente penalizzato dalla mancanza di tempo più che di caratteri. Credo che avresti dovuto leggerlo e rileggerlo più volte per poter governare meglio l’evolversi di questa vicenda che potenzialmente non è male, ma il modo in cui è presentata non le rende affatto giustizia. Ad esempio avresti dovuto giostrare meglio l’effetto sorpresa quando si capisce che il protagonista è un nano e per giunta un ladro. Insomma, con un po’ più di lavoro, che ti invito a spendere per questo racconto, potresti ottenere sicuramente un risultato migliore. Quindi, datti da fare.

 

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alberto.dellarossa
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Messaggio#10 » venerdì 4 settembre 2015, 14:36

Ambra stancampiano
Ciao Ambra, mi piace l'idea di base del racconto, la trovo molto originale pur mantenendo quell'appeal da weird tales. Tuttavia il racconto presenta principalmente due difetti: il primo legato al pdv, che nel corso della narrazione appare evidente essere quello dell'agente ma che dalle prime battute sembra quasi essere onnisciente; questo genera un certo straniamento nel lettore che legge il tutto come un cambio in corsa di narratore. Ho dovuto leggere il racconto un paio di volte per assicurarmi che tutto filasse a dovere. Il secondo problema è relativo alla sospensione d'incredulità: non è che non possa funzionare la figura dell'esperto d'arte che si fa indagatore dell'incubo: la letteratura ne è piena, basti pensare a Lovecraft che in diversi racconti mette in gioco personaggi che professionalmente parlando non c'entrano una cippa con le indagini, ma che sono semplicemente catturati nella rete narrativa. Il problema è che hai poco spazio per attuare un efficace patto col lettore. Questo aspetto viene aggravato da piccole stonature, tipo il comportamento dimesso dell'esperto in confronto a una parcella (gia pronta peraltro) stellare o il comportamento schizoide dell'agente. Ripeto, la trama funziona, eccome, ma il tutto va sistemato. Sono certo anche che nella sua forma originale di 5k il racconto fosse molto più efficace.

Marina81
Ciao Marina, benvenuta su Mc. Il tuo racconto presenta diverse ingenuità. Tralascio gli aspetti stilistici e formali, sui quali si può lavorare facilmente, per concentrarmi sulla narrazione: passi le tre righe iniziali che nulla aggiungono o nulla tolgono alla storia, ciò che ho trovato più debole è stata la costruzione dei personaggi, in particolar modo quella di Consuelo che risulta ai limiti della credibilità: quale persona porgerebbe un invito in maniera allegra per raccontare un segreto di quella portata? Ma soprattutto se la cosa è avvenuta molto tempo addietro perché esplodere soltanto adesso? Perché l'amica non fa una piega e ordina due Invisibili senza prima chiedersi se non sia il caso di chiamare la neuro? Con questo non voglio assolutamente dire che tutto vada spiegato, ma ciò che descrivi deve essere coerente a sé stesso e ai personaggi.

Johnnycato
Ciao Johnny, il racconto si presebta scritto in maniera molto lineare e didascalica. La forma è buona, ma la mancanza più rilevante è la totale assenza di suspance. Sapevo come sarebbe andata a finire dalla primissima riga. Il punto non sta nella mancanza di originalità della trama - sono il primo a sostenere che l'originalità è qualcosa di molto relativo rispetto alla costruzione, alla forma e allo stile (comprensivo degli aspetti retorici) - quanto nella gestione della narrazione che non genera alcuna tensione. Prova a ripensare il racconto in termini narrativi diversi, sono sicuro che ne guadagnerà moltissimo

Alessandra corrà
Racconto buono nello sviluppo narrativo e nella geatione sei tempi della storia che però risulta viziato da una forma non sempre buona. Mi spiego meglio: in alcune frasi.la consecutio temporum vacilla e alcuni periodi non sono ben costruiti e ho rilevato la presenza di almeno un anacoluto. Il punto è che la forma non risulta volutamente imperfetta come nel caso del racconto di Fernando, lasciando il dubbio che la causa sia una disattenzione del narratore. Ti consiglio di rivedere il racconto con attenzione sotto l'aspetto formale, mentre poco da dire sullo stile adottato, adeguato alle esigenze narrative.

Raffaele Marra
Ciao Raffaele. Un gran bel racconto, una struttura lineare al servizio dell'introspezione del protagonista. Bella l'ambientazione e toccanti i pensieri del povero soldato, di fronte a un dilemma esistenziale: nel buio gli uomini sono tutti uguali. Il racconto lascia spazio per pensare e anche se finisce in una blackbox, ritengo che sia assolutamente adeguata allo stile cercato: uno di quei casi in cui è opportuno rompere le regole per piegarle alle proprie esigenze narrative. Bellissimo e amaro il confronto alla luce del fiammifero, una guerra di Piero al buio. Bravo.

Chiara rufino
Chiaran col tuo racconto parti relativamente bene per poi perderti. Non ho visto nulla che non vada nella forma, ma lo sviluppo narrativo rimane sospeso. Lascia delle domande inespresse, il che non è necessariamente un male, ma lo fa nei tempi sbagliati. Abbiamo alcuni elementi che poco aggiungono alla narrazione e che di fatto rubano spazio a un migliore sviluppo della storia. Alcuni rapporti narrativi causa effetto sono deboli. Peccato per l'intuizione dell' "opera d'arte", attorno alla quale si addensano le aspettative del lettore che purtroppo rimangono inespresse. Prova a rivedere il tutto, senza limitarti nei caratteri.

Eleonora Rossetti
Eccellente racconto, bella storia che mi ha ricordato un po' "cecità" di Saramago - e sono quasi certo che anche l'ambientazione latina sia un omaggio - ma soprattutto sono rimasto incantato da come hai saputo gestire il ribaltamento di prospettiva: sulle prime pensavo davvero fosse un fantasma e poi tutti i tasselli sono andati al proprio posto davvero un'ottima prova, brava!

Fabio Tarussio
Ciao Fabio. Il tuo racconto mi lascia un poco in difficoltà: purtroppo credo tu abbia sprecato una grande occasione. Lo stile e la forma.sono davvero molto buoni: la scena iniziale poi, in forma di versi in prosa, è davvero evocativa. Ciò che inficia pesantemente sono gli equilibri narrativi; troppo peso all'introduzione per proseguire poi con una singola immagine che dovrebbe da sola reggere il peso della narrazione. Il corteo non riesce ad avere la forza narrativa della prima parte e risulta quindi fiacca; lasci intuire qualcosa tramite Antonio, ma senza riferimenti storici risulta davvero troppo ostico intuire il tutto e infatti scivoli verso il didascalico. Scrivi un bel racconto lungo, si intuisce la passione e la competenza storica che possiedi: rendine partecipe il lettore senza affaticarlo con un racconto breve che non ha la possibilità di essere esaustivo.

Diego Ducoli
Ciao Diego il tuo racconto mi ha strappato un sorriso. Simpatica l'idea e direi anche ben realizzata: soprattutto la prima parte risulta molto dinamica e risulta molto efficace lo stop narrativo imposto dalla rivelazione. La macchia di sangue è poi completamente dissacrante, cosa che non ho potuto fare a meno di apprezzare. Che dire, un racconto che ha la sua forza nella quasi totale assenza di trama e nella gestione dello stile tra le due parti. Buona prova.

Fernando Nappo
Fernando il tuo racconto è un'ottima prova, un tema delicato nel quale hai saputo mostrare anche la compassione alal quale le persone possono essere mosse. Fila tutto, il racconto non lascia alcuna zona d'ombra e si prova una forte empatia per il protagonista. L'unico difetto è la forma sgrammaticata forse troppo spinta: bastava molto meno per rendere comunque l'idea, senza per questo appesantire la lettura. Ma tutto sommato è proprio un piccolo difetto a fronte di un bel racconto. Bravo.

Angelo Frascella
Ciao Angelo, si vede che il racconto soffre della mancanza di tempo. D’altronde lo so bene pure io, che ho scritto il racconto in 45 minuti. C’è molta confusione ma, soprattutto TROPPA carne al fuoco. Come ti è già stato fatto notare troppi cambi in solo 3000 caratteri. L’argomento merita una trattazione ben più ampia. Due consigli minori: la frase al contrario della bambina assume significato solo nella rivelazione finale, ma fino a quel momento la sensazione che permane nel lettore è “ma daaaaaiiiiii siamo ancora alle registrazioni al contrario???”; tanto più che l’idea di fondo del racconto (il riavvolgimento) è molto bella. Toglierei inoltre il discorso della psionica, o meglio lo camufferei. Ti dirò, per alcuni versi il tema racconto mi ha ricordato il meraviglioso Damia di Anne McCaffrey.

Classifica:
1) Raffaele Marra
2) Eleonora rossetti
3) Fernando nappo
4) Diego ducoli
5) Ambra stancampiano
6) Fabio tarussio
7) Alessandra corrà
8) Chiara Rufino
9) Angelo Frascella
10) JohnnyCato
11) Marina81

diego.ducoli
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Messaggio#11 » venerdì 4 settembre 2015, 16:32

Ciao ragazzi stasera, figli permettendo rispondo ai vostri commenti sul mio pezzo ma per ora eccovi la classifica.

 

La macabra mascherata del 1511

Ciao Fabio

Un racconto scritto veramente bene, si vede che hai mestiere.

La prima parte è una sorta di Ballate\poesia molto bella e evocativa.

La seconda benché scritta bene mi ha lasciato perplesso. I fatti narrati fanno capo a un fatto storico nel quale non conosco i personaggi e le vicende a mi sono oscure. In quanto lettore non amo sentirmi “ignorante” e un racconto dovrebbe fornire da solo gli elementi che lo rendono fruibile a tutti.

Peccato perchè lo stile è veramente buono.

 

La sindrome di Olivia B.

Ammetto che più della PDV della menager mi sarebbe piaciuto quello di Olivia, possibile che la sua unica preoccupazione sia per il lavoro? Anche la soluzione dello sbiancamento che arriva da un esperto d'arte...beh non molto plausibile tenendo conto dello stuolo di medici che deve aver avuto a disposizione.

Tralasciando questi punti un bel racconto sullo sfruttamento dell'immagine fino in fondo ( o anche della sua assenza)

 

 

L'altro lato del Big Bang

Ciao Angelo

Un idea di base veramente interessante, richiama alla mente un film che ho visto pochi giorni fa, di cui non ricordo il titolo.

Credo che il tuo racconto meriterebbe un respiro più ampio, molto più ampio. Lasciato cosi l'ho trovato troppo confuso, forse per i troppi cambi di PDV e per alcuni particolari che andrebbero approfonditi. Anche lo sprofondare di Jim nelle “visioni” meriterebbe qualche battuta in più ci si potrebbe calare meglio nella sua follia e conseguente suicidio.

 

Mayflower

Ciao Marina

non ho apprezzato molto la modalità scelta per raccontare il brano, scorre tutto un po' piatto.

Secondo me se invece del secondo giro al Mayflower avessi raccontato in prima persona l'esperienza di Consuelo avresti avuto un maggiore effetto.

Alcuni passaggi sono un po' da limare per renderlo un po veloce, lo spiegotto di consuelo non mi è piaciuto rallenta il brano.

 

Lucas

Ciao Johnnycato

Un racconto che in minuti contati non riesce ad esprimersi al meglio.

Troppo raccontato, sia la prima parte che il finale non riescono a trasmettere le giuste emozioni.

Mostrami il dramma del ragazzino, fammi vivere il suo sconforto.

Un racconto che se riuscisse a “mostrare” avrebbe di sicuro un altro effetto.

 

Un insolito regalo da un uomo discreto

Ciao Alessandra

Personalmente non amo molto i monologhi ma il tuo racconto scivola abbastanza bene.

Alcuni passaggi sono delicati e alcune cose sottointendi molto bene.

Se c'è una cosa che mi ha fatto storcere il naso è che il biglietto: è scritto veramente bene e tendo ad associare determinati tipi di violenza all'ignoranza. So che è un mio problema.

Inoltre un regalo come cotechino e lenticchie poteva apprezzarlo solo la mia bis-nonna (ok, l'avrei apprezzato anche io se ci aggiungi la polenta).

 

Nero in normandia

Ciao Raffaele

Un ottima prova. Stile veloce e coinciso, uno dei miei brani preferiti dell'edizione.

L'unico appunto che mi sento di farti è sulla chiusa. L'ultima frase l'avrei tolta non ne capisco il senso, lascia aperta la vicenda ma non capisco in che modo: risponde al fuoco, verrà fucilato e finalmente vedrà il suo antagonista?

Per il resto nulla da dire.

 

Pulizie generali

Ciao Chiara

Idea simpatica penalizzata un pò nella realizzazione, di norma amo sentire i personaggi e i tuoi mi sono passati un po' leggeri. Forse più del PDV di Carlos sarebbe stato interessante quello di Imelda, avrebbe reso il tutto un po' più dinamico.

Poi perché Imelda indossa i tacchi a spillo? Io mi immagino un tacco dodici non è un po' scomoda?

 

 

Vorrei poterti toccare

Ciao Eleonora

L'idea è interessante anche se un po' inverosimile e la chiusa molto toccante.

La prima parte soffre un po', troppo raccontata per farmi entrare appieno nel dramma, la disgrazia della moglie è appena accennata e anche i sentimenti del protagonista non mi sono “arrivati” bene.

Sono sicuro che con il giusto numero di battute ne verrebbe fuori qualcosa di molto buono.

 

Voglio la bici di E.T.

Ciao Fernando

Come ho gia detto non amo molto i racconti a monologo\lettera,ma cercando di non farmi fuorviare dal mio gusto, devo ammettere che la resa  è molto buona.

Certo essere arrestai per una bicicletta mi pare un po' eccessivo, ma forse era solo un modo per dire che l'avevano internato. L'uso degli errori forse è un pelo eccessivo ma comunque non compromette il racconto.

Un buon pezzo.

 

L'amante silenziosa

Ciao Alberto

Un pezzo molto delicato e in qualche modo dolce.

Mi è piaciuto molto, l'unica nota stonata è l'uscita di Jacques e l'arrivo della donna misteriosa l'ho trovato un po' brusco, forse troppo.

Inoltre Jacque deve sapere chi è sta donna l'ha fatta entrare lui? In un camerino è difficile nascondersi.

Un ottima prova.

 

1)Nero in normandia

2)L'amante silenziosa

3)Voglio la bici di E.T.

4)Vorrei poterti toccare

5)Lucas

6)L'altro lato del Big Bang

7)Ls sindrome di Olivia B.

8)un insolito regalo da un uomo discreto

9)La macabra mascherata del 1511

10)Mayflower

11)Pulizie generali

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alessandra.corra
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Messaggio#12 » venerdì 4 settembre 2015, 16:34

Ecco la mia classifica,

1 – L-amante silenziosa - Alberto della Rossa

Ciao Alberto,
dalle prime righe del tuo racconto ho percepito una sorta di indeterminatezza caratteristica questa che possono avere anche alcune fiabe, continuando la lettura ho capito che il testo si indirizzava proprio verso una dimensione onirica. Peraltro ben riuscita, anche grazie a delle immagini di gran impatto, poetiche e delicate.
Niente da dire nemmeno sulla trama, personalmente l’ho trovata molto intrigante. Bravo!

2 - Nero in Normandia – Stefano Marra

Ciao Stefano,
ho apprezzato la cura con cui hai scritto il tuo racconto. Uno stile semplice, ma assolutamente efficace che porta a un immediata comprensione del testo, immergendo il lettore da subito nella vicenda.
La trama è accattivante, peraltro credibile. Mi è piaciuta molto l’immagine del protagonista che, poco prima di essere ferito (forse mortalmente), accende il fiammifero e, nella luce, scorge per un attimo gli occhi del suo nemico. Da un tocco di poesia a una vicenda molto amara. Bravo!

3 – Vorrei poterti toccare - Eleonora Rossetti

Ciao Eleonora,
ho trovato molto bello l’inizio del tuo brano. Essendo molto incisivo e calibrato cala subito il lettore su quest’ipotetico virus che annienta, in modo indistinto, i sensi della gente. Mi è piaciuto il pezzo in cui il protagonista si accorge che il socio e la tata, Doris, hanno perso entrambi l’udito. Ho apprezzato meno la seconda parte in cui viene raccontato il dolore di non riuscire più a comunicare in modo diretto nemmeno con la moglie e la figlia. Abbrevierei questo passaggio, magari per aggiungere qualche nozione sul virus, per esempio.

4 - La sindrome di Olivia B. – Ambra Stancampiano

il tuo racconto che vede come protagonista il mondo della moda l’ho trovato molto interessante. Un mondo piuttosto spietato dove le modelle pare siano considerate degli oggetti da vendere per lauti guadagni. Una storia amaro, quindi, ma che riesce a strappare un sorriso. Soprattutto nella chiusa quando viene rivelato, in modo quasi innocente, tutto il cinismo del manager verso la povera modella diventata ormai invisibile, ma pur sempre un oggetto da smerciare. Peccato che i pochi caratteri a disposizione ti hanno penalizzata leggermente, la storia però ha del potenziale.

5 - Lucas – Johnnycato

Ciao Johnny,
il tuo racconto a una prima lettura l’avevo trovato scontato. Rileggendolo pero’ l’ho apprezzato. Soprattutto mi e’piaciuto cio’ che si intuisce nascondersi dietro Lucas, l’amico immaginario, che io a questo punto vedo come l’alter ego del protagonista stesso; ovvero, colui che esprime un’emozione che il bambino invece reprimeva.
Evidentemente, i soprusi subiti dovevano aver reso il protagonista apatico, poco comunicativo e bloccato. La rabbia che provava verso i genitori e’ rimasta inespressa in lui (come capita a molti bambini nelle medesime situazioni), grazie pero’ a Lucas butta fuori e si libera della violenza accumulata (anche se purtroppo verso una malcapitata bambina). L’invisibile, in questo caso, non e’ l’amico immaginato, ma un’emozione, una parte di se’ che non si riesce ad accettare e riconoscere. Bella interpretazione del tema.

6 – L-altro lato del big bang / Angelo Frascella

Ciao Angelo,
affascinante l’idea di delineare un personaggio che riesce, durante la sua avventura nello spazio, a scoprire, dentro la materia oscura dell’universo, come il tempo rimbalzi su se stesso e che diventi, in questo modo, una sorta di veggente intuendo gli eventi futuri e perfino la sua futura morte. Le conseguenze di una tale scoperta avrebbero effetti a livello globale non da poco. Penso agli scienziati che se si appropriassero di una capacità di tal portata potrebbero pilotare a loro piacimento la storia futura dell’umanità. Il tuo racconto è un buon incipit, uno spunto interessante, per poter costruire una storia più corposa ed elaborata rispetto l’attuale che, invece, viene penalizzata dalla mancanza di spazio .

7 – Voglio la bici di E.t. / Fernando Nappo -

Ciao Fernando,
oltre al già citato romanzo, il tuo racconto mi ha ricordato il film, ladri di biciclette.
L’idea di narrare una vicenda amara utilizzando un linguaggio apparentemente innocente, l’ho trovata buona. Anche se, proprio per questo uso smodato di errori grammaticali, mi è risultata difficile la comprensione del testo.
Ciò che non mi ha convinto del tutto però è l’identità del protagonista.
Non si tratta di un bambino, perché così fosse il diverbio con Riccardo non avrebbe assunto quei toni. Forse allora è un ragazzo con qualche handicap? Ma anche in questo caso mi sembra allora esagerata la reazione di Riccardo, soprattutto dopo che questo ha recuperato la sua bicicletta. Anche il fatto che venga portato via dai carabinieri, per un tentato furto, non l’ho trovato molto credibile


8 - L invisibile - Diego Ducoli

Ciao Diego,
devo ammettere che hai avuto decisamente una gran fantasia a interpretare il tema in modo cosi originale. La storia è anche spassosa, effervescente e riesce a divertire. Peccato per alcune lacune “tecniche” che rendono la trama nel suo complesso poco credibile e debole. Anche sullo stile ho trovato qualche fragilità che ha penalizzato il racconto nella sua comprensione. Per esempio, a una prima lettura non ero riuscita a capire chi fosse quest’ipotetico “invisibile” >D

9 – Maryflower / Marina di Paola

Ciao Marina,
l’idea in sé non mi è dispiaciuta. Queste due amiche che trovandosi in un pub, su cui si cela un segreto relativo a uno dei cocktail in elenco sul menù, si raccontano le loro vicende mi sembra un buon incipit per una storia fantasy per ragazzi. Ci sono però, a mio giudizio, alcune cose che dovresti rivedere e che risultano, messe così, un pò troppo ingenue.
Qualche esempio: affermi che Mark era sparito non appena è comparso il fantasma della mamma di Consuelo, ma poi improvvisamente si ritrova sul luogo, come mai? Mi pare un passaggio contradditorio. Ancora, se lui era davvero uno spietato assassino che aveva ucciso altre donne gli è poi bastato scoprire di non avere più la rivoltella con sé per rinunciare ai suoi propositi omicidi? E a Consuelo, invece, le è stato sufficiente cambiar casa per depistare un pazzo del suo calibro?

10 – La macabra mascherata del 1511 – Fabio Tarussio

Ciao Fabio,
nemmeno io conoscevo questo evento verificatosi nel lontano 1511. Una vicenda molto oscura e sanguinosa, tra l’altro, come molti episodi che accadevano nel Medioevo. Sono appassionanti le storie che si rifanno a un evento mischiando notizie reali a elementi puramente fittizi. Mi vengono in mente i romanzi di Irvin D. Yalom, per esempio. Anche l’idea del diavolo che, come un burattinaio, muove i fili degli uomini pur non nuovissima, è una chiave interessante della narrazione. Purtroppo però tutto questo si capisce solo dopo aver letto le tue spiegazioni successive al racconto. Il testo, anche dopo diverse letture, invece rimane nebuloso, contorto e di non facile intuizione.

11 – Pulizie generali / Chiara Rufino

Ciao Chiara,
parto subito dicendoti che ho trovato gradevole l’idea di rappresentare questi nani ladruncoli.
Purtroppo però devo associarmi a ciò che già è stato osservato dagli altri partecipanti: la trama
sarebbe interessante, ma purtroppo ci sono alcuni errori tecnici che hanno penalizzato il tuo lavoro.
Peccato. Certamente con una buona revisione potrebbe diventare un lavoro interessante.



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antico
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Messaggio#13 » lunedì 7 settembre 2015, 21:29

Complimenti davvero a tutti, racconti molto validi. Questa è la mia classifica, domattina posterò quella generale di tutti i gruppi con i qualificati per la fase finale e gli eventuali selezionati extra per la vetrina del sito (senza passare dal laboratorio).
 
1) Nero in Normandia, di Raffaele Marra
Il titolo si disvela nel finale, quella fioca luce del fiammifero capace d'illuminare brevemente i volti. Il protagonista che cerca la divisa del capire, il suo compagno di sventura al quale è sufficiente il colore della pelle per sparare. Una finezza davvero d'altro livello che chiude un racconto condotto con maestria in cui l'invisibile si manifesta nelle assurde categorizzazioni che rendono due uomini nemici. Pollice su con convinzione.
2) Vorrei poterti toccare, di Eleonora Rossetti
Un racconto silenzioso, essere umani privati dei loro sensi e costretti a relazionarsi in un mondo che non gli permetterà più di relazionarsi secondo vecchi schemi, eppure cercano di andare avanti, come la domestica che si reca al lacoro. Molto interessante e ben narrato, colpisce l'immaginazione del lettore, lascia il segno. Un pollice su per me.
3) L’amante silenziosa, di Alberto Della Rossa
Un racconto che riesce a trasmettere una sensazione di sospensione, di delicato, di mistero. Credo manchi qualcosa per la sua piena realizzazione, forse un po' di semina qua e là, ma già così il risultato è molto buono. L'invisibile è quella sensazione che attanaglia, con leggerezza, il protagonista. Procedi quasi per sottrazione, mostrandoci l'inutile per mettere in risalto il sentito di lui. Per me un pollice su.
4) La macabra mascherata del 1511, di Fabio Tarussio
Fabio, benvenuto a Minuti Contati!
Forse il prologo è troppo lungo, ma per il resto ho trovato il racconto davvero bello e interessante. Mi ha portato ad andare a scoprire un pezzo di storia che mi era sconosciuto e a rifletterci. Inoltre hai aggiunto del tuo riuscendo a mixare gli elementi e a lasciare il segno con quella data del pagamento, quando chi ha ordito sarà chiamato a risarcire con la propria vita. Questi contadini al seguito del diavolo mi hanno anche richiamato alla mente l'immagine della caccia selvaggia, bella. Un pollice su per me. Spero di leggerti anche nelle prossime edizioni.
5) Voglio la bici di ET, di Fernando Nappo
Racconto delicato, forse qualche indizio in più sulla natura del protagonista non avrebbe guastato. Si capisce che ha dei problemi, ma rimane sempre aperto lo spiraglio che sia un bambino (anche se poi si capisce che non lo è). Lo stile mi sembra funzionale, l'invisibile è nel disagio nascosto di tanti individui che ci circondano mentre noi, come Riccardo, siamo pronti a urlare subito "al ladro". Una prova positiva, da pollice su, anche se un pelo in più di rifinitura non stonerebbe.
6) La sindrome di Olivia B., di Ambra Stancampiano
Un finale in linea con gli altri tuoi lavori in cui riesci a dare un colpo di coda inserendo, inaspettata, un'ondata di cinismo che colpisce duro e che non può lasciare indifferenti. Qualche dubbio sull'episodio del dottore, troppo affrettata la diagnosi, forse saresti dovuta partire proprio da lì tagliando la prima parte e dando le informazioni necessarie in altro modo. Mi spiego: partire da lì nel senso di far capire che il caso era sotto studio da un bel po' e fare arrivare la soluzione di Corelli quasi per caso, magari dalla lettura di un articolo o altro, ma non come colpo sicuro (arrivo del dottore, risposta). Detto questo il racconto e senz'altro ben organizzato e piacevole, il pollice è tendente all'alto, mi piacerebbe ripostassi nel Lab cercando di risolvere la problematica che ti ho sottolineato.
7) Un insolito regalo da un uomo discreto, di Alessandra Corrà
L'idea di una lettera alla madre da parte di un assassino improvvisato non è male, lievemente deviata, non mi dispiace. Manca uno stile adeguato a supportarla. Mi spiego... A memoria è una delle tue prime incursioni nel genere e il tuo stile è pacato, riflessivo, quasi sognante. Dovresti indurirlo un po', testare, fare delle prove. Per me pollice tendente all'alto, anche se lievemente. Mi sa che Spartaco t'attende nel laboratorio.
8) Mayflower, di Marina Di Paola
Ciao Marina e benvenuta a Minuti Contati!
Occhio che tutta la prima parte è inutile, potevi tranquillamente partire dalle due amiche sedute nel locale e non sarebbe cambiato nulla. Il problema è che utilizzando così tanto spazio per portarle fino a lì poi non ne hai avuto per dare una marcia in più al racconto. Molto interessante la storia narrata dall'amica, riesce ad avvinghiare nelle lettura, però sul più bello finisce con una battuta che è sì conclusiva, ma non soddisfacente. Serve qualcos'altro, ma la strada è senza dubbio giusta. Pollice ni, ma spero vorrai approfittare del laboratorio per postare una nuova versione, secondo me l'idea merita molto.
9) L’invisibile, di Diego Ducoli
Carina l'idea, anche se sa più di barzelletta. Un dubbio: cavolo che mega carrellata per questa pubblicità... il regista è lo stesso de l"Arca Russa"? Questo per dire che non è verosimile. Diversi refusi, alcune ripetizioni, hai dovuto scrivere in fretta e di sicuro non hai riletto. Di fondo, però, lo stile è bello, si sta rafforzando con il passare dei mesi, è straevidente. Un pollice ni tendente al basso, il laboratorio ti aspetta. ;)
10) L’altro lato del Big Bang, di Angelo Frascella
Angelo, qui perdi gran parte della pulizia stilistica che ti contraddistingue e non solo, manchi anche di controllo sul narrato. So in che condizioni hai scritto e hai fatto benissimo a postare perché è tutto allenamento e io stesso quando partecipavo non mi tiravo certo indietro anche perché già solo farcela è un successo e contribuisce a renderci più forti. Detto questo, il pollice è giù. Non c'è un raccordo fra la parte nello spazio e il ritorno sulla Terra, mancano informazioni seminate qui e là su in cosa consiste il progetto, tutto appare ancora poco coeso. Spero che, una volta sistemato con più calma tu possa postare il racconto nel Laboratorio, sono curioso di vederlo nella sua vera forma.
11) Pulizie generali, di Chiara Ruffini
Ciao Chiara e benvenuta a Minuti Contati!
Bella l'idea dei nani, sovverte tutto quanto il lettore può immaginarsi fino al finale. Un po' ingenua però la premessa che basti alzare le telecamere per non mostrarli e celare il furto. Inoltre, se timbrano il cartellino e sono lì per lavoro è chiaro che saranno i primi indagati. L'accenno di critica verso l'ipocrisia di questi sindacati mi è piaciuta, ma va portata avanti seguendo un'altra via. Tempo e caratteri limitati ti hanno tagliato le gambe, ma stai tranquilla: succede praticamente a tutti al primo impatto con MC. Mi piacerebbe dessi una ripassata al testo e lo presentassi nel laboratorio. Non sono io a gestirlo, ma a chiamata mi ripresento anche lì, quindi nel caso fai un fischio. Per il momento il pollice è giù. A presto.

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