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Gruppo LOS ANGELES 1932: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 21 luglio 2020, 0:40
da antico
BENVENUTI ALLA 100 METRI PIANI OLYMPIC EDITION, LA 143° ALL TIME, seconda prova delle Olimpiadi della Scrittura 2020 di Minuti Contati!Questo è il gruppo LOS ANGELES 1932 della 100 METRI PIANI OLYMPIC EDITION. Gli autori del gruppo LOS ANGELES 1932 dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo BERLINO 1936.
I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo AMSTERDAM 1928. Questo è un gruppo da SETTE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati dal COMITATO OLIMPICO composto da FRANCO FORTE, MAURO LONGO, SARA SIMONI, FRANCESCO NUCERA e MAURIZIO BERTINO. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo all'occorrenza per eccesso. Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti
RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ancora ottenuto punti nel RANK ALL TIME sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). A prescindere da tutto, ho inoltre forzato in modo che l'unico racconto con MALUS fosse assegnato al gruppo da OTTO partecipanti.
E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo LOS ANGELES 1932:Un altro tentativo, di Mario Pacchiarotti, ore 22.59, 1500 caratteri
Una nuova gara, di Emiliano Maramonte, ore 22.44, 1497 caratteri
La mossa, di Andrea Lauro, ore 22.47, 1469 caratteri
Nike, di Danilo Riccio, ore 22.46, 1476 caratteri
Il Castello di Don Mario, di Giulio Marchese, ore 23.00, 1421 caratteri
Azzardo, di Edoardo Foresti, ore 22.52, 1413 caratteri
Io voglio vincere!, di Fagiolo17, ore 22.58, 1496 caratteri
Avete tempo fino alle 23.59 di lunedì 27 LUGLIO per commentare i racconti del gruppo BERLINO 1936. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 28 LUGLIO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. In questa edizione non ci sarà la classifica dell'Antico.
NB: avete SETTE giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo BERLINO 1936 e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, SETTE giorni sono anche troppo pochi. E ancora:
date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro. Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo. Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la
classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo BERLINO 1936.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.BUONA 100 METRI PIANI OLYMPIC EDITION A TUTTI!
Re: Gruppo LOS ANGELES 1932: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 21 luglio 2020, 13:06
da coccolino
1) Azzardo, di Edoardo Foresti
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Le tue mani scorrono sulla tastiera e ne premono i tasti. Nel tuo petto, il cuore martella.
Il secondo "tuo" si può togliere.
Espiri. Sullo schermo del portatile, nell'angolo in basso a destra, l'orologio digitale segna le 22:05.
Nell'angolo in basso a destra e orologio digitale sono dettagli superflui. Basta orologio sullo schermo del portatile per farci capire.
Che cosa può partorire una mente non così competitiva come la tua?
Il senso della frase è okay, ma andrebbe riscritta.
Ti gratti la nuca e fissi la discussione con le regole della prova e le sue parole in blu, rosso e giallo.
Guardati, sei seduto tutto scomodo. Appoggi i piedi a terra e raddrizzi la schiena. Le 22:13 e non hai ancora trovato un'idea convincente, ma almeno hai una buona postura.
Carino! Mi ha fatto quasi ridere.
Manca solo il titolo, nel suo rettangolo bianco sopra il brano.
In questo caso avrei lasciato l'idea del titolo per ultimo, ma immagino tu abbia ricalcato il flusso di pensieri.
Che sorpresa, hai voglia di vincere.
Non mi dispiace. Ha senso solo in questo contesto, ma non posso neanche dire che non mi abbia lasciato nulla. Quantomeno è "vero", inoltre c'è una buona dose di autoironia. Tra quelli del tuo gruppo è il mio preferito.
EDIT: Sei ancora molto, molto lontano da scrivere qualcosa per cui "pagherei". Scusa se suono cattivo, ma spero che gli altri facciano lo stesso con me.
2) La mossa, di Andrea Lauro
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La Brigida mi sfila davanti con il tacco dodici. Che è, si è ossigenata? Quest’anno non c’è storia: il premio Ragazza della Porchetta sarà mio.
Ok! Ho capito subito il tema del racconto e l'obiettivo. Ottimo inizio, posto che il tuo stile non è affatto il mio genere.
Mi sono pure allenata di fronte allo specchio. Appena l’insaccato andrà su e partirà la riffa, farò la mossa: una mano al fianco, l’altra in alto, polso piegato all’indietro e palmo al cielo. E via di sopracciglia. Importa poco che a penzolare sia una porchetta o un cervo d’oro: è come lo si presenta.
Ho capito le mosse della ragazza, ma la storia dell'insaccato non mi è chiara: andrà su da dove? È sul palco? Cosa c'entra con le varie mosse della protagonista? Non hai stabilito le regole del concorso e sono un po' spaesato.
S’è alzato il vento. La Brigida sorride a destra e a manca, la stupida; ma quest’anno non ce la farà.
Credo che la tua intenzione sia dare far capire al lettore che la classe sociale dei personaggi e dell'io narrante sia bassa, ma il tono del racconto non mi fa immedesimare con il personaggio. Vorrei empatizzare con lei, ma mi sembra solo rancorosa.
Dal megafono la voce metallica sputa
Questa costruzione non mi convince perché non capisco il nesso tra il verbo "sputare" e l'effetto sonoro che ha sul megafono. Vuol dire che gracchia? O è l'annunciatore a parlare in modo poco chiaro?
«E siamo all’atteso momento, siore e siori. Tutti pronti per la riffa finale con la porchetta del Paliniii!»
Ho capito che parlano in dialetto, ma cos'è una riffa? In quanto lettore non ho molta voglia di andarlo a cercare. Finché è siore e siori (anche se non mi piace per niente) posso scusarlo, ma solo finché capisco il significato.
Ci disponiamo ai lati.
Ai lati di cosa?
I braccialetti d’oro della nonna faranno un figurone.
Possiamo far dedurre che faranno un figurone se sottolinei il fatto che scintillano o fornisci altri dettagli sulla loro bellezza o valore.
La Brigida mi tira un’occhiata.
Non mi è chiaro il significato di "tirare" un'occhiata. La cambierei in un'espressione che evochi qualcosa di più concreto.
Un colpo di tuono.
La gente guarda su. Pioggia vien giù diritta, scava nella polvere davanti allo stand.
«Al tendone! Via via!»
La folla si dilegua. Uno si ferma, prende in braccio il bambino e corre.
Nel finale hai ribaltato le premesse senza dare troppe spiegazioni, e questo secondo me funziona. Detto questo in generale il racconto non mi è piaciuto molto, ma in questo caso ho l'impressione sia più una questione di gusti. Trovo che tu abbia abbastanza proprietà di linguaggio, ma detesto i dialetti. Non mi piace il fatto che tu abbia reso la classe sociale della protagonista attraverso un lessico volgare; da lettore, mi stanca subito. Secondo me è sufficiente il contesto (concorso di bellezza della porchetta) con l'aggiunta di altri dettagli.
3) Una nuova gara, di Emiliano Maramonte
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La corsia sembrava infinita.
Credo che con un punto di vista a focalizzazione interna dovresti dire "La corsia era infinita"
Michele era sfiancato, ma sentiva che poteva farcela.
Sentiva lo toglierei.
Braccia premurose si protesero verso di lui.
Ho capito che cerchi di nascondere l'identità degli infermieri fino alla fine, ma così vedo delle braccia che sbucano dal nulla. Dovresti trovare un'espressione più naturale.
«Non lo aiutate» ammonì l’uomo vicino al traguardo.
Vicino è superfluo
Era commossa e preoccupata. Voleva dimostrarle che non aveva mai mollato.
Due cose: commossa e preoccupata non sono espressioni facciali del personaggio, ma l'impressione che il protagonista ne ricava. Cioè: "sembra" commossa e "sembra" preoccupata. A volerle rendere in maniera più vivida dovresti mostrare i gesti della madre (si porta le mani alla bocca, stringe un fazzoletto, ecc). Oppure cambiare tutto.
Costrinse i muscoli a uno sforzo immane. L’uomo al traguardo lo fissava fiero e attento.
"L'uomo al traguardo" è tutto in virtù del ribaltamento finale, ma ha senso che il protagonista o il narratore onnisciente si riferiscano a lui in questo modo così vago?
«Forza, Michele! Manca poco!» lo incitarono i tifosi.
Stesso appunto di prima.
«Non mi fregherai di nuovo» sussurrò alla vita.
La vita è qualcosa a cui si possono sussurrare frasi? È una costruzione un po' brutta, anche considerato che il protagonista ha 14 anni. È una cosa imposta da te (scrittore) che però non riflette davvero il personaggio (a parer mio, eh)
Quando Michele toccò la linea disegnata sul pavimento, gli infermieri esultarono.
A una prima lettura il ribaltamento ha funzionato, ma tieni presente le cose di prima. Inoltre sarebbe meglio rendere più vivida l'immagine degli infermieri che esultano (gridai di gioia, saltano, ecc)
Michele sorrise, si accasciò sfinito ma soddisfatto. Essere un campioncino a 14 anni non era da tutti.
L'ultima frase mi fa pensare a un narratore onnisciente. In effetti è l'unico modo per giustificare il ribaltamento finale, ma è tutto molto "preparato". Dovresti cercare di nascondere i dettagli utili in modo più naturale. Per esempio con una focalizzazione interna in cui il protagonista chiama per nome gli infermieri senza specificare la loro professione.
Una nuova gara era appena iniziata.
L'ultima frase è retorica. La toglierei.
4) Il Castello di Don Mario
► Mostra testo
Non si entra nel castello di Don Mario. In paese lo sanno tutti.
«Ti sfido ad entrarci»
In questo caso sarebbe bene specificare chi sta parlando, perché alla prima lettura non mi era chiaro. Marco (suppongo sia lui a parlare) viene introdotto alcune righe dopo.
La nebbia bassa sfocava gli oggetti rendendoli evanescenti, spettrali.
Quali oggetti? Questa costruzione non evoca un'immagine nella mia mente. Sarebbe stato meglio fare degli esempi (lapidi, la rete, ecc).
«E piantala!» Viviana gli tirò un pugno sulla spalla. «Ahi!»
Se la metti così vuol dire che "Ahi" è stato detto da Viviana, ma in questo caso immagino sia stato Marco. Dovresti andare a capo, credo.
«Mai più?»
«Mai più, per una settimana»
«Affare fatto.»
Carina la battuta, peccato che venga sprecata con l'ultimo "Affare fatto". Avrei visto meglio un insulto di Viviana, o una cosa del genere.
Poi si coprì bocca e naso con l’incavo del gomito
Non posso dirti che sia sbagliata, semplicemente coprirsi con l'incavo del gomito è un'espressione che non mi piace.
A ogni passo sembrava di affondare in una melma viscida ed appiccicosa.
Perché? Se affonda vuol dire che il pavimento è viscido o instabile? O è una sensazione olfattiva dovuta all'aria pesante? In questo caso allora "affondare" non c'entra.
Qualcosa si mosse tra i mobile.
Questo non è chiaro. È una sensazione visiva o uditiva? Va specificato, altrimenti non ho un'immagine chiara nella mente.
Prese a respirare lentamente, grandi boccate di ossigeno misto a merda.
Le parolacce non mi piacciono, soprattutto se il resto del testo non è scurrile. Ha tolto immedesimazione.
«Ti piacerebbe se qualcuno entrasse a casa tua senza invito, per rubare?»
"Per rubare" è superfluo, puoi toglierlo. Si capisce molto bene dalla situazione.
Viviana non si voltò neppure.
Se corre a più non posso senza descrivere ciò che vede, deduciamo che non si sia voltata.
Solo un prestito, lo prendo come un invito.
Il finale non è super chiaro ma mi è comunque abbastanza piaciuto perché mi sono chiesto cosa succederà a Viviana.
In generale non mi sento di promuovere il racconto. Anche se il finale è abbastanza ben riuscito, non ho trovato elementi molto originali. Inoltre la scrittura può migliorare.
5) Io voglio vincere!, di Fagiolo17
► Mostra testo
«Vedo.» dice il Rosso.
L'inizio mi fa pensare sia un racconto in terza persona. Il protagonista arriva diverse righe dopo, invece sarebbe meglio metterlo subito.
Socchiude l’occhio destro invaso dal fumo del sigaro e fissa il tizio seduto dopo di lui.
Due cose: "Occhio invaso dal fumo", non è una buona costruzione perché l'occhio al massimo è coperto dal fumo. Secondo, il tizio seduto dopo di lui non specifica esattamente "dove". Destra, sinistra? Quando leggevo non riuscivo a visualizzarlo.
È il mio turno. Ho un Dieci e un Asso. Se esce una Donna faccio scala. «Rilancio.»
Mio parere opinabile: non c'è bisogno di specificare le carte che il protagonista ha in mano, anche perché me le sono dimenticate quasi subito. "Se esce donna faccio scala", è sufficiente a far salire la tensione e far capire la posta in gioco.
«Sicuro ragazzino? Siamo abituati a fare sul serio da queste parti.» il tizio alla mia sinistra puzza più del mio cavallo, coi pochi denti che si ritrova biascica le parole.
È un dialogo un po' falso, troppo costruito. A parer mio sono due frasi fatte poste l'una accanto all'altra.
«Ho detto rilancio.»
Questo mi è piaciuto di più, è più vero.
Mi agito sulla sedia e il mio revolver urta contro il piede del tavolo.
"Agitarsi" può voler dire molte cose, non è chiaro quale movimento del ragazzino faccia urtare il revolver.
Inoltre sarebbe stata un'occasione perfetta per far salire ulteriormente la tensione, tipo un'allusione degli altri giocatori: "Hai un revolver lì?"
Stringo i pugni finché non mi fanno male.
Ho visto questa costruzione milioni di volte, non mi piace per niente. In vita mia non ho mai stretto i pugni finché mi facevano male. È una cosa molto rara che viene però molto abusata.
Lo sparo rimbomba nel saloon.
Il Rosso schizza in piedi. Lo Sdentato è riverso a terra con un buco in testa. Il mio revolver fuma.
«Coppia d’Assi batte coppia di Re. Ho vinto.»
Il finale mi è piaciuto, posto che non trovo un gran significato al racconto. Serve più a delineare il personaggio, cosa che secondo me è riuscita abbastanza. Lo troverei più riuscito come incipit.
6) Nike, di Danilo Riccio
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L’IMC, International Mecha Championship, è la più importante competizione mondiale per giovani piloti, nata dall’unione delle principali MegaCorporazioni, per promuovere pace e…
Questo attacco sa molto di spiegazione. Non credo che in una vera competizione direbbero queste cose. Puoi lasciare più non detto qui e lasciar capire più tardi.
Butto un occhio all’orologio olografico sul muro.
Do un'occhiata.
Altre tre ore, evvai.
Questa espressione ha ridotto l'immersività. Non ho capito se era entusiasta oppure no.
Il Nike è ancora rannicchiato nel suo pod di trasporto.
Adesso ho capito che il Nike è un Mecha e non la marca. Troppo tardi però, visto che il racconto ruota attorno a questo.
Eppure è una vista che mi fa provare emozioni contrastanti:
Si può togliere e il senso secondo me non ne risente.
L’IMC promuove la pace, perché è più economico di una guerra su vasta scala. Le Corp possono misurarselo in uno stadio, guadagnando soldi con contratti pubblicitari.
Questo è parecchio banale.
Perché lo faccio? Per i soldi? Possibile, un contratto in un team Mecha ti risolve diversi problemi, sì.
A chi sta rispondendo? Chi gli ha posto questa domanda? Se vuoi dire che lo fa per i soldi, non ha senso che lui stesso si ponga la domanda.
Nah
Questo è da togliere.
Il Nike mi guarda, attraverso il pod. Lo sa. Anche se è solo un’arma. Forse sono pazzo davvero, come dicono nel mio team.
“Lo faccio perché voglio vincere. Per me stesso e basta.”
Non trovo un senso al racconto, sembra più un incipit. Hai descritto la situazione in cui il protagonista si trova, ma non c'è alcun tipo di guizzo finale, ribaltamento o conclusione che me lo facciano apprezzare come opera a sé.
7) Un altro tentativo, di Mario Pacchiarotti
► Mostra testo
Ciao, chiedo scusa in anticipo, questa è la prima analisi che faccio di un testo.
La prima cosa che mi viene in mente è che questo non mi sembra un racconto perché non c'è un arco narrativo o una crescita dei personaggi. In 1500 caratteri abbiamo conosciuto il protagonista, che alla fine però continua a fare quello che ha sempre fatto. Assomiglia più a una descrizione.
Getto in terra con rabbia il foglio...
In questo caso rabbia è ridondante perché se lo getti a terra sei arrabbiato.
Come in un brutto mix da aspirante DJ queste...
Questo esempio è molto specifico e mi aspettavo che venisse approfondito. Perché al protagonista viene in mente un mix da dj? Cosa c'entra con lui?
Paolo quasi si spaventa, lo vedo.
Questa costruzione non mi convince perché non riesco a visualizzare qualcuno che "quasi si spaventa". Che espressione ha?
Gratto...
Gratto...
Gratto...
Forse... forse potrei fare...
...un altro tentativo.
Questo sarebbe stato il momento perfetto per un colpo di scena / ribaltamento di prospettiva. In altre parole "quello che hai letto finora non è ciò che sembra". Avrebbe dato un bellissimo senso al racconto, che però è stato monocorde.
Re: Gruppo LOS ANGELES 1932: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 22 luglio 2020, 11:29
da antico
Una classifica ricevuta, ve ne mancano altre sei.
Re: Gruppo LOS ANGELES 1932: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 23 luglio 2020, 0:40
da raffaele.marra
Salve a tutti e ben ritrovati. Questa è la mia classifica. Di seguito troverete i commenti.
1° - Una nuova gara - Emiliano Maramonte
2° - Un altro tentativo - Mario Pacchiarotti
3° - La mossa - Andrea Lauro
4° - Il Castello di Don Mario - Giulio Marchese
5° - Azzardo - Edoardo Foresti
6° - Io voglio vincere! - Fagiolo
7° - Nike - Danilo Riccio
1° - Una nuova gara - Emiliano Maramonte
Un racconto che punta molto sull'effetto sorpresa, su un piccolo innocente inganno iniziale mirato a illudere che si tratti di una gara, mentre in realtà si tratta di ben altro. Tutto il testo sembra tenere ben presente questo intento di inganno finalizzato alla sorpresa finale e, devo dire, funziona abbastanza bene. Certo, a volte alcuni termini o alcuni passaggi risultano un tantino forzati, troppo evidentemente finalizzati al suddetto inganno; ma è anche vero che tutto ciò lo si evince solo con il senno di poi, mentre durante la lettura tutto sembra scorrere in maniera liscia e senza particolari forzature. Trovo lo stile un po' troppo essenziale, per i miei gusti; manca di particolare ricercatezza e del tentativo di rendere le frasi belle, oltre che funzionali al narrato. Ma ciò, oltre che un personale punto di vista, è probabilmente una pretesa un po' eccessiva per una "100 metri piani" edition. Quindi, bene!
2° - Un altro tentativo - Mario Pacchiarotti
Un bel racconto, in cui un tema attuale viene trattato con un buon livello di drammaticità senza però scadere in alcun modo nel patetico. Mi piace molto la tensione che si percepisce man mano che la vicenda va avanti e la realtà si definisce gradualmente lasciando spazio alla sorpresa. Lo stile è ben controllato, direi perfettamente in sintonia con i pensieri del protagonista e con il suo stato di ansia febbrile trattenuta in pochi gesti che, di contro, sembrano statici e pacati. Un bel contrasto, direi, che aumenta la carica drammatica della storia. In definitiva, decisamente una buona prova. Bravo!
3° - La mossa - Andrea Lauro
L'ho letto con molta curiosità e, devo dire, mi ha divertito parecchio. Credo che il merito essenzialmente stia nello stile con cui hai dipinto, con poche frasi, un contesto che si palesa chiaro e credibile nella mente del lettore. Ci si piomba immediatamente in Romagna (e io che sono lucano non ho esitato un attimo a sentirmi proiettato in quel contesto, proprio grazie alle tue notevoli capacità descrittive). La forza di questa immediata "proiezione" del lettore in un contesto ben preciso è data da tutto ciò che si legge: dall'ambientazione appena accennata, dai nomi, dai pensieri, dal modo di esprimersi dei personaggi. L'unica perplessità la ravviso nel finale dove sembra manchi qualcosa di più eclatante, magari non in quello che accade, ma nelle parole che lo descrivono. E' un po' come se il tuo stile che, ripeto, trovo davvero interessante, si sia un tantino tirato indietro sulla chiosa lasciando semplicemente un'immagine finale che è efficace a chiudere la storia ma non lascia il segno come tutto il resto. Comunque, non male!
4° - Il Castello di Don Mario - Giulio Marchese
Sono stato molto titubante su come giudicare questo racconto che, per me, ha aspetti negativi e positivi che si fronteggiano più o meno alla pari. Tra i lati positivi, la caratteristica migliore a parer mio è il finale, che è in grado di lasciare un brivido di terrore nel lettore. Cosa che ritengo piuttosto notevole, vista l'atmosfera del racconto che, per quanto sia ambientato in un contesto che richiama i canoni dell'horror classico, è rappresentato comunque con leggerezza gradevole. Tra gli aspetti negativi mi permetto di inserire lo stile, che mi è sembrato un po' troppo frettoloso, poco curato (per ovvie ragioni) e di conseguenza poco "di supporto" alla qualità totale del racconto. Inoltre, ho l'impressione che il tema della voglia di vincere sia un tantino forzato. Insomma, una prova non entusiasmante ma che possiede comunque alcuni aspetti positivi.
5° - Azzardo - Edoardo Foresti
Mi sono divertito parecchio nel leggerlo, perché, come credo ti diranno un po' tutti, ci ho trovato buona parte di me stesso alle prese con il contest. Ciò che mi è piaciuto particolarmente è questo senso di "scorrere del tempo" che accompagna la lettura (e la scrittura) in maniera, direi, magistrale: si percepisce davvero lo scorrere dell'intera ora che avevamo a disposizione, e con esso si vede crescere nettamente la disperazione dell'autore in difficoltà. Ovviamente, però, non può essere considerato una prova ineccepibile, per il semplice fatto che, al di là di una bella resa di questo flusso di coscienza molto molto concreto e credibile, non si intravede una trama o uno sviluppo narrativo che lascino in qualche modo il segno. Diciamo che hai scritto molto bene, che sei riuscito a incuriosire e interessare il lettore dall'inizio alla fine. Diciamo anche, però, che sarebbe stato molto meglio costruire un racconto con una vera e propria trama.
6° - Io voglio vincere! - Fagiolo
Non mi ha convinto del tutto, nonostante lo abbia trovato molto originale. L'ambientazione sembra essere quella del far-west, ma non ne sono sicuro. Sentire "all-in" mi ha riportato a un tempo più attuale, nonostante si parli di cavalli e di revolver. Questa indecisione sull'ambientazione (che potrebbe essere solo mia), non è comunque un problema significativo. Ciò che non mi convince è la storia in sé, che narra di un giocatore di poker che, pur di vincere, uccide uno dei suoi avversari con un colpo di pistola. La trovo un po' debole, come idea. Magari la scena in sé potrebbe anche essere credibile all'interno di un racconto molto più lungo o, perché no, in un film. Ma presa così, nella sua singolarità, lascia inevitabilmente un senso di indefinito che un tantino delude. Lo stile mi sembra buono, impegnato nella evocazione di un'ambientazione opportuna attraverso i dialoghi, i nomignoli e, in generale, la scelta lessicale. Insomma, una prova non male, però con qualche perplessità.
7° - Nike - Danilo Riccio
Credo sia necessario rivedere qualcosa di questo racconto, che sembra soffrire un po' sia la brevità del testo sia il poco tempo a disposizione. E così, quella che poteva anche essere una buona idea, non ha reso come poteva e il risultato non è del tutto positivo, almeno a mio parere. Hai dovuto necessariamente definire con chiarezza una situazione narrativa complessa e ciò ti ha portato a spendere buona parte del racconto in una lunga descrizione che, se pur funzionale alla definizione del contesto, fa perdere molto il ritmo e lo sviluppo di una trama. E questa, conseguentemente, vacilla. Dispiace, perché potenzialmente l'idea era buona, ma la costrizione spazio-temporale del contest ha imposto un ermetismo che poco le si addice. Mi permetto di consigliarti, al di là delle sorti di questo contest, di riprendere il tuo racconto e ampliarlo come merita. Sono convinto che ne verrà fuori qualcosa di buono. A presto!
Re: Gruppo LOS ANGELES 1932: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 23 luglio 2020, 17:40
da maurizio.ferrero
Un altro tentativo
L'idea di sviluppare una breve immagine su un personaggio affetto da ludopatia è molto buona, mi piace come hai trattato l'argomento legandolo allo sminuimento perpetrato dai genitori nel corso degli anni.
Se devo trovare un problema a questo racconto è che la consapevolezza su cosa stia facendo il protagonista (che hai tentato di mascherare) viene a formarsi ben prima che il gratta e vinci compaia. Non credo tu volessi giocare sul colpo di scena, ma visto che l'intera storia si basa su questo argomento, capire dove andrà a parare fin da subito la rende un po' piatta.
Una nuova gara
Il tema è centrato in pieno, bonus aggiuntivo per aver saputo così bene giocare sulla speranza, perché il racconto ne è carico e funziona molto bene.
Le informazioni che vengono svelate mano a mano fanno sì che all'inizio la vicenda sembri una gara, magari una maratona, e solo verso i tre quarti si comprenda in pieno la situazione. Eppure sei riuscito a farlo senza dare false informazioni, senza mentire al lettore. Ottimo.
Forse l'unica nota stonata è quel "lo incitarono i tifosi". Indubbiamente lo sono, ma mi sembra un modo un po' truffaldino di definirli, in un racconto altrimenti trasparente.
La mossa
A questo giro ho qualche dubbio sul tuo racconto. I nomi dei personaggi, parecchio antiquati (Brigida, Ramonda) e l'ambiente della sagra di paese mi hanno subito fatto pensare a un contesto del passato, magari negli anni 50. Poi però hai parlato di euro, e l'immagine che mi ero creato è andata a farsi benedire.
A parte questo, della storia mi ha convinto tutto, compreso lo stile in cui è scritta, eccellente come al solito, tranne il finale. Ci sta il fatto che la pioggia rovini gli intenti della protagonista, è un evento in linea con l'ambiente rustico della sagra. Avrei evitato l'immagine del tizio che prende in braccio il bambino nella folla, è un'immagine che ha poco a che fare con il dramma personale che sta vivendo la protagonista, a cui avrei dedicato qualche parola in più che non fosse un semplice "no".
Nike
Per quanto abbia apprezzato molto l'idea di fondo (che se avesse avuto più spazio per svilupparsi sarebbe stata molto interessante) il tuo racconto presenta qualche problema.
Parte molto bene, con gli altoparlanti che calano subito nel vivo dell'ambientazione e qualche breve insulto che ci fa capire subito che tipo è il protagonista.
Poi, iniziamo i problemi. Tutta la parte centrale, in cui il protagonista spiega cosa sia la competizione tra mech, è un blocco di informazioni gettato in faccia al lettore. Perché il protagonista si sta ripetendo queste cose? Dovrebbe saperle benissimo, le vive tutti i giorni. Ricorda che utilizzare la prima persona vuol dire calarsi in tutto nell'immedesimazione con la voce narrante, ciò che pensa e ciò che NON pensa.
Un altro problema, senz'altro dovuto ai pochi caratteri, è la mancanza di "movimento". Una delle migliori definizioni che ho sentito su cosa sia una storia è "persone che fanno cose". Qui c'è la persona, ma manca l'azione, o meglio c'è, ma è raccontata nel blocco centrale, quando parli del cinese schiantato, cosa che fa percepire un certo immobilismo. Viverla come un breve flashback sarebbe stato più interessante.
Il tema in ogni caso è centrato.
Il castello di Don Mario
Ho qualche dubbio sul tuo racconto, alcune cose non mi tornano.
L'ultima frase è quella che mi colpisce più di tutto "solo un prestito, lo prendo come un invito". Chi sta parlando, il fantasma di Don Mario? A quale invito si riferisce, a quello per entrare? In tal caso perché? Non mi è per nulla chiara.
Quel "grandi boccate di ossigeno misto a merda" è un pugno in un occhio rispetto al resto della storia, che vede per protagonisti dei bambini e non usa un linguaggio scurrile. Non è chiaro poi da dove arrivi il cattivo odore.
Il resto mi sembra scritto abbastanza bene. È una storia basilare, che centra il tema senza particolare originalità. Stravisto il tema del fantasma e della prova di coraggio. Forse mancava giusto un tocco speciale per renderla una buona storia.
Azzardo
Hai fatto un Azzardo, di titolo e di idea, ma per quanto mi riguarda non regge. Non perché sia scritto male (anche se personalmente sopporto poco la seconda persona per una questione puramente stilistica), ma perché non è un racconto, è un flusso di pensieri che funziona solo in questo contesto e che non può vivere di vita propria. Insomma, è la furbata che è venuta in mente a tutti quando il tema del contest è saltato fuori. Sei stato l'unico con il coraggio di scriverla, però... Eh, secondo me c'erano mille trame più interessanti da sviluppare.
Io voglio vincere!
La tua storia mi è piaciuta molto. La voglia di vincere questa mano di poker è tale da far sì che il protagonista vada fuori dalle regole del gioco e si crei la sua strada per una sanguinosa vittoria.
La suspance viene a crearsi molto bene, i dialoghi botta e risposta, brevi, sono molto accattivanti.
Vedo che c'è qualche pasticcio con punteggiatura e maiuscole: virgole fuori posto, maiuscole mancanti dopo un punto e così via. Dall'orario in cui l'hai postato, immagino tu l'abbia buttato dentro di tutta fretta... Per cui non avrai potuto fare molti giri di correzioni. Niente di grave, in ogni caso.
Un buon lavoro.
1. Una nuova gara di Emiliano Maramonte
2. La mossa di Andrea Lauro
3. Io voglio vincere! di Fagiolo17
4. Un altro tentativo di Mario Pacchiarotti
5. Nike di Danilo Riccio
6. Il Castello di Don Mario di Giulio Marchese
7. Azzardo di Edoardo Foresti
Re: Gruppo LOS ANGELES 1932: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 23 luglio 2020, 18:11
da Adry666
Classifica gruppo LOS ANGELES 1932
Ciao a tutti, di seguito la mia classifica “al decimo di secondo” :-)
1. La mossa, di Andrea Lauro, ore 22.47, 1469 caratteri
2. Io voglio vincere!, di Fagiolo17, ore 22.58, 1496 caratteri
3. Una nuova gara, di Emiliano Maramonte, ore 22.44, 1497 caratteri
4. Il Castello di Don Mario, di Giulio Marchese, ore 23.00, 1421 caratteri
5. Azzardo, di Edoardo Foresti, ore 22.52, 1413 caratteri
6. Nike, di Danilo Riccio, ore 22.46, 1476 caratteri
7. Un altro tentativo, di Mario Pacchiarotti, ore 22.59, 1500 caratteri
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Un altro tentativo, di Mario Pacchiarotti
Ciao Mario,
tema centrato.
Descrivi bene, in pochi tratti precisi, il personaggio. La storia è chiara.
Non mi convince invece la modalità di scrittura: troppi punti di sospensione, alla fine stanca.
E proprio il finale non mi soddisfa:
“Gratto...
Gratto...
Gratto...
Forse... forse potrei fare...
...un altro tentativo.”
Nel complesso prova sufficiente
Ciao
Adriano
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Una nuova gara, di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano,
tema centrato bene.
Il racconto è sviluppato bene.
Per una sorpresa migliore, secondo me, avresti dovuto sostituire corsia con un sinonimo, la “corsia” mi fa pensare subito a un ospedale e poi a una pista di atletica.
Comunque per la 110 metri va anche bene essere “asciutti” ma forse avrei ricercato qualche vocabolo di verso per strutturare la storia.
Comunque nel complesso buona prova.
Ciao
Adriano
La mossa, di Andrea Lauro
Ciao Andrea,
tema centrato.
Racconto molto simpatico con un bel ritmo. Mi è piaciuto.
Alcune osservazioni: il cambio di punto di vista mi ha un po’ spaesato in alcuni passaggi.
Il finale è un po’ debole, ma capisco che Freud in questi casi comanda.
Nel complesso è una buona prova, sempre un piacere leggerti.
Ciao
Adriano
Nike, di Danilo Riccio
Ciao Danilo,
il tema è abbastanza centrato.
Il racconto si fa leggere ma c’è un grosso problema sul ritmo: le continue infodump rallentano e appesantiscono il compito del lettore. Andrebbero benissimo in un racconto più lungo, qui invece prendono una percentuale sostanziale della storia rallentandola troppo.
A mio avviso, in un racconto così breve dovresti mettere più azione e dialoghi.
Alla prossima
Adriano
Il Castello di Don Mario, di Giulio Marchese
Ciao Giulio,
tema centrato.
La tua storia mi è piaciuta. C’è uno scollamento tra la prima e la seconda parte, ma in un racconto così breve ci può anche stare.
Il finale è simpatico e valorizza il tutto.
Una cosa invece che potresti migliorare è lo stile che hai scelto per la narrazione: troppo semplice e infantile in alcuni parti.
Alla prossima
Adriano
Azzardo, di Edoardo Foresti
Ciao Edoardo,
tema, nel tema, centrato
Il tuo “azzardo” è stato già tentato in passato da varie persone per le sfide di minuti contati; l’esito non è stato mai troppo positivo. È vero che la tua storia scorre bene, ha un buon ritmo, ecc, ma rimane sempre il fatto che l’idea di fondo è una “fuga” dal tema stesso.
Alla prossima
Ciao
Adriano
Io voglio vincere!, di Fagiolo17
Ciao Fag,
nome strano, ma tema centrato anche nel titolo
La tua narrazione sembra una scena western di un film di Sergio Leone, non male. Ci sono alcune imprecisioni ma vista la tipologia id competizione è più che giustificata.
Il finale lascia un po’ interdetti, sembra un po’ troppo “facile” uccidere il compagno di poker per poter vincere.
Nel complesso buona prova
Ciao
Adriano
Re: Gruppo LOS ANGELES 1932: Lista racconti e classifiche
Inviato: venerdì 24 luglio 2020, 13:59
da antico
Quattro classifiche già ricevute, ve ne mancano altre tre.
Re: Gruppo LOS ANGELES 1932: Lista racconti e classifiche
Inviato: sabato 25 luglio 2020, 0:37
da Gennibo
Tutti i racconti avevano qualcosa di interessante, ecco la mia classifica:
1) Una nuova gara
2) Un altro tentativo
3) Io voglio vincere!
4) Azzardo
5) La mossa
6) Nike
7) Il castello di Don Mario
Un altro tentativo - Mario Pacchiarotti.
Ciao Mario e piacere di leggerti, la storia mi è piaciuta molto, per lo stile, per la tristezza e per il senso di fallimento che riesci a trasmettere con questo povero personaggio. Hai così delineato in modo credibile la storia di una dipendenza dal gioco come ultima frontiera rimasta alla realizzazione dei suoi sogni di riscossa. Molto bravo.
Una nuova gara - Emiliano Maramonte
Bello lo stratagemma. Scambiare un importante passo verso la guarigione di un ragazzino rimasto vittima di un incidente, in una gara, compresa di tifosi.
L’idea mi è piaciuta molto, anche se devo ammettere che sono rimasta un momento sperduta nel focalizzare la storia. A parte questo è uno dei racconti che ho apprezzato maggiormente.
La Mossa - Andrea Lauro
Ciao Andrea! Penso che la cosa più indovinata di questo racconto siano le immagini e l’atmosfera da sagra di paese. Io metto sempre scarpe piattissime, nonostante ciò, adoro i personaggi che camminano con dei tacchi dodici.
Carino il premio Ragazza della Porchetta :D
Magari insieme al vento potrebbe alzarsi o strapparsi qualcosa.
Penso che quel “No” andrebbe sviluppato perché è parte importante del racconto, e lasciarlo andare così sminuisce le motivazioni della protagonista.
Comunque una buona prova. Fossi in te ci metterei mano perché vedo delle potenzialità che possono essere facilmente raggiungibili.
Nike - Danilo Riccio
Carina l’ambientazione fantascientifica con il pilota di robot, secondo me potevi iniziare la storia da: L’ultimo avversario… ecc. aggiungendo qualcosa di essenziale della prima parte. Il racconto è carino, però sono stata distratta dalla consapevolezza che il robot e il suo pilota sono descritte come entità diverse, avrei preferito maggiore empatia tra la macchina e il protagonista che sono un Team vincente in contrapposizione con la MegaCorp.
Il Castello di Don Mario - Giulio Marchese
Ciao Giulio, un racconto carino che però in qualche punto manca di un’informazione importante (capire che chi offre il frullato è un bambino come lei) e in altri punti alcune informazioni penso si possano togliere, più che altro perché non sono giustificate. Va bene l’ossigeno, ma perché misto a merda? (Da dove viene quell'odore?) e non ho capito quando dici che affonda in una melma appiccicosa. (almeno fino a quando non ho letto i commenti.)
Mi piace quando lei, cercando una scusa, dice che lo prende a prestito, invece non ho capito il commento della “presenza” più che un invito secondo me era una promessa.
Comunque interessante anche se da rivedere.
Azzardo – Edoardo Foresti
Ciao Edoardo, e piacere di leggerti, carina l’idea di scrivere una storia il più biografica possibile, con annessa molta possibilità di immedesimazione da parte nostra, manca però qualcosa che la renda particolare, un minimo inceppo, un problema qualsiasi, dal gatto che ti cammina sulla tastiera facendo pasticci, a una macchina che sbanda e ti entra in casa o il temporale che mette fuori uso il router, e tu, disperato, cerchi un modo per postare in tempo il racconto, insomma, qualcosa che rompa lo schema della storia.
Io voglio vincere! - Fagiolo17
Ciao Fagiolo, il tuo è un racconto che mi ha ricordato un incipit di Carofiglio, si entra subito nella storia, le pistole mettono in risalto il tipo di gente che c’è, belle le immagini che riesci ad evocare, le caratterizzazioni ci aiutano a seguire la storia, ed è interessante anche il finale, con la battuta che spiega le ragioni dell’omicidio. Bravo.
Re: Gruppo LOS ANGELES 1932: Lista racconti e classifiche
Inviato: sabato 25 luglio 2020, 19:24
da zan
1) Io voglio vincere!
2) La mossa
3) Un altro tentativo
4) Nike
5) Una nuova gara
6) Azzardo
7) Il Castello di Don Mario
Io voglio vincere
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Il racconto mi è piaciuto! Ci si immerge subito nella scena, e con i nomi dei personaggi riesci a renderli vividi al lettore con una descrizione minima. Anche il protagonista è realistico, i suoi pensieri sono in linea con la descrizione... Davvero un bel lavoro. Anche l'idea è molto originale. Per non parlare del finale, adeguato alla storia ma comunque sorprendente. Nel complesso un bel racconto, complimenti!
La mossa
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Del racconto mi è piaciuto particolarmente il tono e lo stile, molto immediati e vivaci, e anche adatti al contenuto del racconto. Si riesce davvero a entrare nella testa della protagonista già nelle prime tre righe, impressionante. E il resto del racconto non smentisce di una virgola l'immagine iniziale.
L'unico piccolo difetto, come hanno detto anche altri prima di me, è il "No" finale. Questo è un errore in cui casco spesso anche io, quindi purtroppo non me la sento di dirti come potresti correggerlo: però è un po' troppo asciutto, ti stacca per un momento dal contesto.
Un altro tentativo
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Il racconto mi è piaciuto, scritto e strutturato piuttosto bene. Anche la scena è facile da visualizzare e il personaggio mi pare ben delineato. Una cosa che avrei cambiato è il finale: secondo me il racconto poteva finire a "Se vinco cambierà tutto.". La parte successiva non aggiunge molto alla scena. Un altro difetto minore è l'abuso dei puntini: in molti casi secondo me non sono necessari. In molti casi basta sostituirli con un punto, o un punto esclamativo. In altri casi, dove li usi per modificare il ritmo della lettura, va benissimo una virgola o un punto e virgola. Per esempio questa parte:
Perdente, fallito, perdente, fallito... un vortice infinito.
Il peggio è che hanno ragione...
Hanno proprio ragione...
L'avrei scritta così:
Perdente, fallito, perdente, fallito! Un vortice infinito.
Il peggio è che hanno ragione; hanno proprio ragione.
Per il resto niente male! Specialmente dato il tempo che avevi a disposizione.
Nike
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L'idea è interessante e attinente al tema, e in generale il racconto mi è piaciuto. Fino a circa i due terzi del racconto, non ho trovato gravi difetti: altri hanno detto che è un'infodump, ma secondo me qui non è un problema visto che l'ambientazione è di fatto complicata, difficile da visualizzare senza un po' di aiuto. Inoltre sono sicuramente meno di 500 caratteri di infodump: forse tanto in rapporto al racconto, ma in generale niente affatto pesante.
C'è un solo difetto che vorrei evidenziare: verso la fine, a partire da "Perché lo faccio? Per i soldi?" ho iniziato a sentirmi guidata per mano, ed è diventato meno interessante. Banalmente, avrei preferito un personaggio esterno che gli chiedesse "Potresti morire! Perché lo fai?", o qualunque altro espediente esterno. Il fatto che se lo domandi da solo è un po' forzato a parer mio. La spiegazione successiva poteva anche continuare nella sua testa, ma manca l'innesco.
Una nuova gara
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Il modo in cui è strutturato il racconto mi piace, così come l'idea. Però devo ammettere che alla prima lettura (quella più importante a mio parere) ho avuto molta difficoltà a visualizzare la scena, al punto da arrivare al plot twist finale più confusa di quanto avrei dovuto essere, e quindi l'ho apprezzato un po' meno.
Il problema è questo: fin quasi alla fine non mi ero resa conto che si trattasse di un bambino. Per me si trattava di un adulto, ho pensato persino che fosse un anziano. Più avanti, ho sospettato qualche forma di disabilità, per cui l'ho immediatamente associato a una gara delle Paralimpiadi. In questo contesto, gli infermieri che esultano verso la fine mi hanno lasciata abbastanza basita, ma ovviamente subito dopo ho capito di essermi semplicemente immaginata il contesto sbagliato.
In questo senso, un minimo accenno iniziale al fatto che il protagonista è un ragazzino mi avrebbe aiutato moltissimo a visualizzare meglio il tutto nella parte iniziale "ingannevole", e avrebbe anche aiutato il plot twist finale.
A parte questo, un bel racconto.
Azzardo
► Mostra testo
Premetto che faccio davvero fatica a leggere racconti in seconda persona, per cui il tuo racconto non mi ha impressionato particolarmente. Ha dei punti di forza: lo scorrere quasi "fisico" del tempo, la resa delle sensazioni. In generale un buon racconto in stile "flusso di coscienza". D'altra parte, sarebbe bastato così poco a creare una trama in questo racconto che se ne sente davvero la mancanza. Come hanno detto altri: persino una piccola distrazione del protagonista avrebbe dato più energia al racconto. E l'idea mi è parsa poco originale (l'abbiamo davvero pensata proprio tutti, a quanto pare, anche se per una frazione di secondo).
Il Castello di Don Mario
► Mostra testo
L'idea è carina, ma a mio parere lo stile si può migliorare. Ad essere onesta non so se posso aggiungere nulla di originale ai commenti che ti hanno già fatto. Ciò che mi è piaciuto di meno è l'introduzione:
Non si entra nel castello di Don Mario. In paese lo sanno tutti.
«Ti sfido ad entrarci»
Siccome non hai ancora introdotto né l'ambiente, né un personaggio, queste due righe restano "sospese nel vuoto" più a lungo di quanto dovrebbero, e finiscono col diventare del tutto concrete solo quando introduci Marco. Credo che una soluzione semplice al problema sia di mettere la riga 3 al primo posto: almeno l'ambiente è già nella testa del lettore, così come Viviana, e Marco sarebbe introdotto una o due righe dopo aver detto "TI sfido ad entrarci".
Per il resto, almeno per me era chiaro che si trattava di ragazzini già alla riga 6. D'altra parte, l'ultima riga non mi ha fatto l'effetto sperato. Forse un po' troppo staccata dal contesto?
In generale concordo con gli altri: buona l'idea, ma migliorabile la forma.
Re: Gruppo LOS ANGELES 1932: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 26 luglio 2020, 19:48
da antico
zan ha scritto:
I commenti sono postati sotto i rispettivi thread.
Da regolamento, i commenti devono essere postati anche in questa sede altrimenti la classifica non può essere considerata valida. Ti invito a ripostare la classifica aggiungendo i commenti.
Re: Gruppo LOS ANGELES 1932: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 26 luglio 2020, 19:48
da antico
Un giorno alla scadenza e vi mancano ancora due classifiche.
Re: Gruppo LOS ANGELES 1932: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 26 luglio 2020, 21:02
da zan
antico ha scritto:zan ha scritto:
I commenti sono postati sotto i rispettivi thread.
Da regolamento, i commenti devono essere postati anche in questa sede altrimenti la classifica non può essere considerata valida. Ti invito a ripostare la classifica aggiungendo i commenti.
Chiedo scusa! Provvedo subito.
Re: Gruppo LOS ANGELES 1932: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 26 luglio 2020, 23:40
da DandElion
1. Mario Pacchiarotti – un altro tentativo
2. Andrea Lauro – La Mossa
3. Emiliano Maramonte – una nuova gara
4. Fagiolo17 – Io voglio vincere
5. Giulio Marchese – Il castello di Don Mario
6. Danilo Riccio –Nike
7. Edoardo Foresti – Azzardo
Mario Pacchiarotti – un altro tentativo
Bellissimo, Mario!
Climax perfetto, come sempre, finale un po' scontato/telefonato non appena si capisce dell'esistenza del gratta e vinci. Barista complice e colpevole, che forse dovrebbe farsi un esamino di coscienza. Ed è forse l'unica pecca, che il controcanto alla voce principale non è un coro, ma un sussurro. Molto bello però :)
Emiliano Maramonte – una nuova gara
Ciao Emiliano!
Idea carina, un po' amara. Tutti gli appunti "formali" e anche più di quelli che avevo pensato di farti io, ti sono già stati scritti, mi piacerebbe che lo mettessi nel laboratorio, così da rimaneggiarlo e modificarlo secondo i consigli che ti ha dato coccolino, in maniera severa ma giusta (tutt'altro che coccolosa, ok sono una cojona, ma lo dovevo scrivere)
Per il resto il tema è ben centrato anche se un accenno a cosa abbia avuto Michele almeno sul finale io l'avrei fatto. anche solo "diede un'ultima occhiata al corridoio del reparto di-- chirurgia generale? oncologia? ortopedia? Neurologia?.."
a presto ;)
Andrea Lauro – La Mossa
Ciao Andrea!
Tema centrato, la sfida c'è, l'obiettivo è chiaro, anche se non si capisce bene su cosa si competa/si debba vincere. Festa di paese descritta benissimo (sarà che vivo tra Emilia e Lazio quindi conosco sagre della "qualsiasi cosa", veramente si respira il clima di piazza. Alcuni passaggi potevano essere più chiari, a titolo di esempio: "mi tira una occhiata" (mi aspettavo "mi lancia"), ma come è questa occhiata? torva? di sfida? ammiccante? sprezzante?
La chiusura col bambino portato in salvo sarà anche romantica in qualche modo, ma.. io mi aspettavo che qualcuno portasse in salvo la porchetta!!!!!
Danilo Riccio –Nike
Ciao Danilo,
senza offesa: Neon Genesis Evangelion, ma noioso.
Il racconto parte con un piccolo spiegotto, e già non è il piede giusto. Sostanzialmente nel racconto non succede niente. Se le gare sono gare tanto per ha veramente zero senso uccidere l'avversario a zampate. Se io potessi guidare un bestione di dieci metri di acciaio mi sentirei onnipotente, no mercy for my enemies.
Insomma l'ambientazione mi piace, ma il racconto va rimodellato dandogli un qualche senso più compiuto. Forza!
Giulio Marchese – Il castello di Don Mario
Ciao Giulio!
Carina l'idea della sfida infantile che ci regala un piccolo brivido noir. La maggior parte delle notazioni e dei dubbi che ho in testa te li hanno già fatti notare. Il "merda" non si capisce a cosa si riferisca. c'è polvere? c'è puzza di muffa? c'è veramente un cadavere in putrefazione da qualche parte? Don Mario è vivissimo, ma è il pazzo del paese e non si lava?
La frase finale da' un bell'effetto ma rimane troppo sospesa, quasi annullando il suo stesso senso. Non un brutto racconto, ma ci sono alcune cose da migliorare proprio.
Edoardo Foresti – Azzardo
Ciao Edoardo!
Credo sia la prima volta che ti leggo. Scusami ma parto col pregiudizio, i meta racconti dello scrittore che ha l'ansia da prestazione e la crisi da foglio bianco li mal tollero e questo non fa eccezione alcuna. piatto, poco interessante, ti sei giocato la carta "voglio partecipare e lo farò". ammetto che una volta l'ho fatto anche io, ma in pratica rimane solo il gustoso onere di leggere i racconti altrui.
Sarà meglio, di certo, la prossima volta.
Fagiolo17 – Io voglio vincere
Ciao Fagiolo!
Molto scorrevole il tuo stile, niente male la narrazione. I personaggi sono delineati con pochi dettagli e le descrizioni funzionano.
Avrei accennato qualche tratto in più per far capire che l'ambientazione è western, magari non aspettando le ultime battute per dire "saloon". Mi spiego, "cavallo" può essere un comune fantino odierno, non necessariamente un cowboy, - sono cresciuta a cento metri da un ippodromo, nella mia testa il cavallo non è una roba di altri tempi- e revolver mi richiama più i bassi fondi di qualche città americana che non Wild wild west.
a parte questo è interessante il plot twist e sarei curiosa di sapere come altro può muoversi questo racconto.
Re: Gruppo LOS ANGELES 1932: Lista racconti e classifiche
Inviato: lunedì 27 luglio 2020, 14:08
da antico
Avete ricevuto tutte le classifiche.
Re: Gruppo LOS ANGELES 1932: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 28 luglio 2020, 10:58
da antico