Una questione infernale

Avatar utente
Puch89
Messaggi: 228

Una questione infernale

Messaggio#1 » martedì 22 settembre 2020, 0:59

Una questione infernale
di Magno Alessio

Dopo mezz’ora di attesa arrivò Jules sgommando, scese dalla Ford sgangherata con la valigetta in mano e lanciò un’occhiata all’orologio scuotendo la testa. Era già il crepuscolo. Poco male, dopotutto la luce del sole non avrebbe aiutato stavolta.
«Scusa il ritardo Vincent, cosa abbiamo stavolta?»
«La solita merda, da quel che ho letto sul rapporto.»
Ci trascinammo svogliati lungo il vialetto trasandato fino alla porta. C’era un fetore nauseabondo, simile a quello di un mattatoio abbandonato, con la carne rimasta appesa ai ganci a frollare per qualche secolo.
«Allora… Marcus Morrison. Si, la casa è questa.»
«I vicini che ce li hanno segnalati cosa hanno riferito?»
«Più o meno il solito.»
«Più o meno?»
«Si, i sintomi sono quelli di sempre, l’unica differenza è che stavolta pare abbia sconfinato in pieno giorno.»
Jules si tirò su gli occhiali da sole fissandomi come se avessi insultato il suo single malt preferito. «Come sarebbe a dire in pieno giorno?»
«Eh, è strano lo so. A quanto riferiscono i vicini sembrava apposto, rispettava il coprifuoco e non c’era nessun segno evidente. Finché ieri dopo il brunch non ha invitato loro figlio e… beh, si sa che il brunch mette fame.»
Suonai il campanello, ma nessuno venne ad aprire. Lo suonai ancora due, tre volte.
Alla quarta Jules decise di passare alla maniere forti; controllare l’uscita sul retro.
Per lui non c’era violenza peggiore che quella di entrare dentro qualcosa passando da dietro. Dopo aver fatto il giro dell’abitazione, scoprimmo che anche la porta della veranda era macchiata di sangue, ma almeno non era chiusa a chiave.
«Occhi aperti mi raccomando, tieniti pronto.»
Jules fece un cenno di assenso, poi entrammo.
Dentro sembrava tutto nella normalità, almeno in apparenza. Dopo aver perlustrato il pian terreno andammo di sopra, ma anche lì tutto taceva. La casa era vuota.
«Non è che siamo arrivati troppo tardi?» disse Jules mentre richiudeva la camera da letto alle sue spalle.
«Impossibile che sia scappato, sai che non sono coscienti delle loro azioni… finché non mangiano i figli dei vicini. Poveri cristi.»
«Eh si. I rapporti col vicinato sono ai minimi storici. C’è da aver paura a dimenticare di comprare il sale o lo zucchero oggi giorno.»
Di colpo sentimmo dei rumori sordi provenire dal piano di sotto, qualcosa che veniva percosso con forza. Ci guardammo sottecchi e scendemmo piano le scale.
Capimmo che i colpi provenivano in direzione di un’intercapedine che celava una porticina malmessa. Una cantina.
Inaspettatamente, la porticina si aprì con violenza.
Ne uscì un uomo sulla cinquantina, che corrispondeva alla descrizione sul rapporto.
Mi avvicinai piano, poggiando la mano sulla fondina.
«Signor Morrison?»
Non rispose.
Mi avvicinai di più, eravamo quasi faccia a faccia. L’uomo sorrise, mostrando denti giallastri, sporchi di sangue.
«JULES, LA VALIGETTA!
In una manciata di secondi l’uomo si trasformo in un’accozzaglia di carne putrefatta, un abominio composto di cadaveri dagli occhietti insanguinati e una bocca mostruosamente grande. Mi allontanai correndo. Il demone iniziò a inseguirmi in modo impacciato, sembrava un budino gelatinoso di carne morta.
«Merda, che schifo!»
Jules aprì la valigetta più in fretta che poteva, ne tirò fuori uno stereo a cassone, di quelli che andavano di moda trent’anni fa. Lo poggiò in terra e premette play. Gli altoparlanti iniziarono a vomitare a tutto volume “Creep” dei Radiohead.
Il mostro arrestò di colpo l’inseguimento, iniziando a ribollire in modo repentino, fin quando non esplose in un boato. Eravamo ricoperti di pezzi di carne e organi putrescenti, l’intera casa era diventata una bomboniera scarlatta degna di un film splatter.
«Figata!» urlò Jules sovrastando la canzone e sputacchiando un pezzo di duodeno. «Assurdo che dei fottuti demoni siano deboli a ‘sta roba qui»
Tirai un sospiro di sollievo.
«Anche all’inferno hanno i loro problemi.»
Uscimmo dalla casa impiastrati dalla testa ai piedi. Fuori trovammo i due vicini che avevano fatto la segnalazione avvicinarsi con timore.
Alzai un pollice in segno di vittoria verso la coppia.
Avere un pessimo vicinato può essere una questione davvero infernale.



Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: Una questione infernale

Messaggio#2 » martedì 22 settembre 2020, 1:01

Ciao Alessio! Pronto per questa nuova Era! Tutto ok con caratteri e tempo, buona SARA BILOTTI EDITION!

Avatar utente
Puch89
Messaggi: 228

Re: Una questione infernale

Messaggio#3 » martedì 22 settembre 2020, 1:26

Metto le mani avanti e chiedo scusa per eventuali refusi e qualche a capo sbagliato ma ho spaccato il minuto.

Avatar utente
Fagiolo17
Messaggi: 519

Re: Una questione infernale

Messaggio#4 » mercoledì 23 settembre 2020, 19:27

Ciao Alessio, mi è piaciuta la trama del racconto, molto particolare e fuori dagli schemi. Ci sono alcuni passaggi che non mi convincono e che non sono chiarissimi.
Ti lascio qualche parere più nel dettaglio, si tratta solo della mia opinione ovviamente. :)
Dopo mezz’ora di attesa arrivò Jules sgommando, scese dalla Ford sgangherata con la valigetta in mano e lanciò un’occhiata all’orologio scuotendo la testa. Toglierei uno dei due gerundi. Il secondo ad esempio: lanciò un’occhiata all’orologio, scosse la testa.
C’era un fetore nauseabondo, simile a quello di un mattatoio abbandonato, con la carne rimasta appesa ai ganci a frollare per qualche secolo. Bella questa similitudine.
«Allora… Marcus Morrison. Si, la casa è questa.» Sì, con l’accento, stessa cosa anche in un paio di punti più sotto, ma ho letto ora che hai spaccato il minuto.
Apposto. In questo caso credo sia A POSTO.
Per lui non c’era violenza peggiore che quella di entrare dentro qualcosa passando da dietro. Togliere QUELLA DI, lascerei solo il CHE e sfoltirei un pochino. Per lui non c’era violenza peggiore che entrare da dietro. E poi la attaccherei alla frase sopra, mandandola a capo stacca troppo.
Dopo aver fatto il giro dell’abitazione, scoprimmo che anche la porta della veranda era macchiata di sangue, ma almeno non era chiusa a chiave. Perché ANCHE? Immagino tu abbia tagliato una scena in cui si vedeva del sangue e hai dimenticato questo ANCHE.
Dentro sembrava tutto nella normalità, almeno in apparenza. Avrei messo qualche dettaglio più specifico, così non riesco a immaginarmi cosa trovano.
Ci guardammo sottecchi. Mmmm sottecchi?
Capimmo che i colpi provenivano in direzione di un’intercapedine che celava una porticina malmessa. CAPIMMO CHE sta male. Bastava partire da I COLPI. E anche in direzione rallenta la lettura: I colpi provenivano da un’intercapedine che celava una porticina malmessa.
Inaspettatamente, la porticina si aprì con violenza. Toglierei l’inaspettatamente.
Ne uscì un uomo sulla cinquantina, che corrispondeva alla descrizione sul rapporto. Anche qui avrei messo qualche dettaglio, ma il tempo e il numero di battute sono tiranni.
«JULES, LA VALIGETTA! In linea di massima non apprezzo l’uso del maiuscolo su frasi intere. Il punto esclamativo alla fine mi dà già l’idea che sia un grido.
Il demone iniziò a inseguirmi in modo impacciato, sembrava un budino gelatinoso di carne morta. Mi piace molto il budino gelatinoso di carne morta.
Il mostro arrestò di colpo l’inseguimento. Il mostro si arrestò di colpo.
iniziando a ribollire in modo repentino. Occhio al verbo iniziare, l’hai usato anche sopra e non è mai il massimo usare iniziare, cominciare ecc.
Fuori trovammo i due vicini che avevano fatto la segnalazione avvicinarsi con timore. Refuso.
In conclusione mi è piaciuta molto l’idea, ma non ho capito il setting. È molto interessante, ma troppo nebuloso e mi lascia con più domande che risposte. Una buona prova.

Avatar utente
Emiliano Maramonte
Messaggi: 1034
Contatta:

Re: Una questione infernale

Messaggio#5 » mercoledì 23 settembre 2020, 19:29

Ciao Alessio!
Ho letto questo racconto con partecipazione. Ottime premesse per una specie di horror soprannaturale con annessa infestazione demoniaca.
Mi è piaciuto il crescendo sostenuto da una buona suspense, culminata con l’evento splatter della cantina.
I personaggi sono alquanto stereotipati e potrebbero essere intercambiati tra di loro, senza che cambi il senso della trama; mi sarebbe piaciuto avere una caratterizzazione più marcata, chessò il cacciatore di demoni più esperto con un atteggiamento spiccio e ruvido e il suo assistente, magari un novizio imberbe, che è impacciato e ha bisogno di imbeccate. Così come sono, le due figure sono troppo vaghe e grigie.
Avrei gradito qualche input in più sull’infestazione di demoni: magari siamo di fronte a un evento soprannaturale mondiale, si è aperto un varco tra il nostro mondo e l’oltretomba… insomma cose così. Insolita la scelta dei Radiohead per combattere i demoni (a me i Radiohead piacciono un casino, e Creep è una scelta gustosa…), ma anche qui qualche perplessità… Un espediente più efficace? Più da esorcista? Ma forse sono troppo puntiglioso.
Sorvolo sulla regolarità formale, in quanto hai messo le mani avanti, quindi la prendo come una scusante per refusi e imprecisioni.

In generale, racconto gradevole. Raggiunge una buona sufficienza.

In bocca al lupo!
Emiliano

Avatar utente
Ilariya_
Messaggi: 30

Re: Una questione infernale

Messaggio#6 » venerdì 25 settembre 2020, 21:16

Ciao Alessio!

L'idea di base non è male, demoni che infestano le case dei vicini e non sopportano la musica.
Tuttavia, c'è una cosa che non mi convince. Anche se la suspence c'è, perché è evidente che i due protagonisti nella loro ricerca troveranno qualcosa, sconfiggere questo essere mi sembra un po' troppo facile. Lo trovano in cantina, accendono la musica ed hanno finito. Non si avverte l'ansia e la fatica dei personaggi che devono adempiere al difficile compito di salvare le vite dei vicini.
Forse, un po' più di caratterizzazione di persone e luoghi avrebbe potuto far funzionare meglio la storia.

In generale, il racconto si segue abbastanza bene ed il tema è centrato. Una buona prova.

In bocca al lupo!

Ilaria

Avatar utente
Davide Di Tullio
Messaggi: 298

Re: Una questione infernale

Messaggio#7 » venerdì 25 settembre 2020, 23:10

Ciao Alessio

una storia al quanto bizzarra, devo riconoscerlo! Nulla da eccepire sull'intreccio. Hai utilizzato una prima persona con un PDV periferico. Un tipo di PDV che non si vede spesso in giro (lo usava Doyle per raccontare le vicende di Sherlock Holmes, nei panni di Watson). Anche su questo ho poco da dire.
Vedo piuttosto qualche problemino di tipo stilistico. A mio avviso indugi troppo nell'impiego di frasi subordinate.
Utilizzi verbi al gerundio in abbondanza, cosa che è sconsigliata se si vuole dare fluidità e immediatezza alle prosa. Non sempre lo usi con cognizione di causa. Se proprio devi utilizzarlo, occhio a valutare la sincronia degli eventi che unisce. Mi spiego meglio. Quando dici "Jules si tirò su gli occhiali da sole fissandomi" la regola vorrebbe che il tirar su gli occhiali e il fissare l'altro fossero azioni compiute nello stesso tempo. Ma in questo caso non è cosi. Prima Jules tira su gli occhiali e poi lo fissa.

Tendi anche ad usare un abbondante aggettivazione. Facci caso: spesso gli aggettivi che usi non sono sempre necessari. L'aggettivo rallenta l'immediatezza della prosa, e lo si dovrebbe usare solo quando davvero indispensabile a definire il sostantivo o il verbo a cui si accompagna. Per es. "Ci trascinammo svogliati" il trascinarsi indica di per se il senso di svogliatezza. Quel "svogliato" puoi benissimo toglierlo senza spostare di una virgola il senso di "trascinammo". Stessa cosa per "C’era un fetore nauseabondo"; il fetore è di per se nauseabondo, non è necessario specificarlo con un aggettivo.

Direi che queste sono a mio avviso le criticità più rilevanti. Ci sarebbero altre questioni da considerare, ma sono di minor rilievo e tollerabili, nell'economia complessiva del racconto.
spero di esserti stato utile.
a rileggerci!

Avatar utente
Gennibo
Messaggi: 574

Re: Una questione infernale

Messaggio#8 » sabato 26 settembre 2020, 23:15

Ciao Alessio, mi è piaciuto il ritmo del racconto. I vicini strani ci sono, eccome! All’inizio avrei preferito qualche dettaglio in più sull’ambientazione e qualche aggancio su chi fosse quello che usciva dall’auto.
Lo stile, come del resto hai fatto notare anche tu, non è al massimo della precisione, ma visti i tempi ci sta, e quindi non ti elenco i vari refusi o inesattezze.
La cosa che ho trovato più simpatica è stata l’arma musicale.
Buona edizione e alla prossima!

Avatar utente
wladimiro.borchi
Messaggi: 396

Re: Una questione infernale

Messaggio#9 » lunedì 28 settembre 2020, 15:16

Ciao Alessio,
i refusi che hai dichiarato ci sono. Per assurdo ne ho beccati un paio anche io, che di solito non vedo mai, né i miei, né quelli degli altri.
Allora: la storia non mi è dispiaciuta, ma mi ha lasciato con degli interrogativi.
Il demone si è mangiato il figlio dei vicini (se ho capito bene). I due cacciatori di demoni sono fin troppo abituati allo schifo che devono affrontare, ma i genitori? Potevi mettergli in bocca un paio di battute, anche sul finale, da cui trasparisse il rammarico per aver perso un figlio.
Ci sono alcune sottolineature inutili e forzate. I due cacciatori di demoni commentano, ad esempio, come sia "assurdo che dei fottuti demoni siano" sensibili a "Creep" dei Radiohead. Beh, non importava sottolinearlo perché si era già capito e non trovo molto coerente che i protagonisti lo stiano a rimarcare.
Per il resto un buon racconto, ma ne ho letti di molto migliori fra i tuoi.
A rileggerci presto
Wladimiro

Emamela
Messaggi: 50

Re: Una questione infernale

Messaggio#10 » martedì 29 settembre 2020, 14:37

Ciao Alessio,
l’idea del tuo racconto è molto originale e mi è piaciuta molto. Mi sarebbe piaciuto avere informazioni e dettagli in più sull’ambiente e sui demoni, ma capisco la carenza di caratteri e tempo. Tema centrato. Molto buona la caratterizzazione dei personaggi (in particolare la descrizione del demone con tutta la sua parte splatter) e ancor di più l’uso dell’ironia e del sarcasmo.
Qualche frase l’ho trovata un po’ macchinosa e mi ha rallentato la lettura, ma non troppo.
Nel complesso un buon lavoro.
Alla prossima
Emanuela

Fabio84
Messaggi: 170

Re: Una questione infernale

Messaggio#11 » martedì 29 settembre 2020, 23:20

Ciao Alessio,
il tuo racconto è piacevole da leggere e divertente ("si sa che il brunch mette fame" =D )
La trama di caccia al mostro mi pare buona e lineare.
Segnalo alcune cose augurandomi che possano essere utili:
- farei capire dall'inizio che siamo dal punto di vista di Vincent dicendo che lui "vede" che arriva Jules con la Ford oppure incidendo maggiormente sul senso di attesa (es. "Era da mezz'ora che mi annoiavo sullo smartphone quando arrivò...")
- c'è una doppia ripetizione di "porticina" qui:
"un’intercapedine che celava una porticina malmessa. Una cantina.
Inaspettatamente, la porticina si aprì con violenza."
- secondo me non è chiaro chi pronuncia "«Merda, che schifo!»"
- farei passare le azioni di Jules attraverso i filtri sensoriali/punto di vista di Vincent (soprattutto qui: "Jules aprì la valigetta più in fretta che poteva, ne tirò fuori uno stereo a cassone, di quelli che andavano di moda trent’anni fa. Lo poggiò in terra e premette play. Gli altoparlanti iniziarono a vomitare a tutto volume “Creep” dei Radiohead.")
- per la parte finale: se ho capito bene i vicini che hanno fatto la segnalazione sono gli stessi a cui è stato mangiato il figlio. Non sembrano affatto provati (al massimo sono solo un po' timorosi); Jules e Vincent inoltre sono poco empatici riguardo chi ha appena perso il figlio. Altrimenti, portando all'eccesso, si poteva disumanizzare ulteriormente la cosa: si poteva fare emergere che i vicini fossero preoccupati e ormai sbroccati per la sorte del figlio, mentre Jules e Vincent si preoccupassero solo di avere fatto il loro lavoro.
ciao

FAbio

alexandra.fischer
Messaggi: 2862

Re: Una questione infernale

Messaggio#12 » mercoledì 30 settembre 2020, 18:29

Tema centrato. La storia contiene una nota di umorismo macabro. La coppia di detective dell’occulto chiamata dai vicini per la scomparsa del figlio in corso di brunch a casa di un demone-vampiro di anime tollerato come uno di casa, fintanto che ha rispettato il coprifuoco e non è sconfinato a casa loro in cerca della vittima di turno. Il ricorso alla canzone “Creep” dei Radiohead per far fuori il demoniaco signor Marcus Morrison strappa un sorriso al lettore (vista l’età del demone, c’è da pensare che non gli abbia lasciato ricordi di una giovinezza troppo allegra). Ben resa la scena splatter dell’uccisione a suon di musica.

Attento:
la storia si apre in modo poco chiaro.
Io rivedrei l’incipit così: “Dopo mezz’ora d’attesa vidi arrivare Jules sgommando”.

Attento alla confusione: Si impersonale, Sì affermativo.

Ti segnalo, già corretto: “Sì, la casa è questa”.
“I vicini cosa ci hanno segnalato?”

“Sì, i sintomi sono quelli di sempre…”

Sembrava a posto.

Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: Una questione infernale

Messaggio#13 » lunedì 5 ottobre 2020, 13:51

Da ripulire un po', questo sì. Devo segnalarti che il pdv che hai scelto mi ha messo in difficoltà perché, soprattutto nella prima parte, ho faticato a capire chi facesse cosa. In particolare, mi hanno messo in crisi particolari tipo quello di Jules che guarda l'orologio una volta sceso dalla macchina con il pensiero successivo a opera del protagonista. Molto buona l'ironia che hai disseminato per tutto il testo, ma, anche qui, l'impressione è che sia ancora da oliare per renderlo più fluido. Tema ben sfruttato anche nel tuo caso. Riassumendo, mi posizionerei su un pollice tendente verso l'alto, il racconto può migliorare ancora parecchio, ma è già godibile così.

Torna a “145° Edizione - Sara Bilotti Edition - la Prima dell'Ottava Era (Settembre 2020)”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti