Gruppo Milena Vallero

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi di gioco sono quattro:
1) Il primo ottobre sveleremo il tema deciso da Debora Spatola. I partecipanti dovranno scrivere un racconto e postarlo sul forum.
2) Gli autori si leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Gli SPONSOR leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) Il BOSS assegnerà la vittoria.
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Spartaco
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Gruppo Milena Vallero

Messaggio#1 » martedì 20 ottobre 2020, 17:37

Immagine

Questo gruppo è dedicato a Milena Vallero, vostra Giudice.
I concorrenti dovranno leggere, commentare e classificare i partecipanti del gruppo Francesco Nucera e verranno classificati da quelli del gruppo Cristiano Saccoccia. Le classifiche ricevute faranno media con quella del Lettore Anonimo e quella stilata dal Giudice.

Questo è il gruppo Milena Vallero de La Sfida ad Avvento con Debora Spatola come giudice.

Andranno in semifinale i vincitori di ogni gruppo e la migliore seconda. La migliore seconda sarà quella che avrà almeno 5 punti di vantaggio sul terzo classificato. In caso di più racconti nelle stesse condizioni si farà un giro di votazioni per decidere chi portare avanti.


Vediamo i racconti ammessi:

Il maestro, di Proelium consegnato il 16/10 alle 11:10
L'ultima volta, di Luca Fagiolo consegnato il 18/10 alle14:05
La Gara, di AndyVox consegnato il 18/10 alle 23:31
Solo un gioco, di Mauro Lenzi consegnato il 18/10 alle 22:29



Avete tempo fino alle 23.59 di mercoledì 28 ottobre per commentare i racconti del gruppo Francesco Nucera
Chi non postasse anche solo un commento verrà squalificato.
Chi non postasse la classifica verrà squalificato
Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul gruppo Francesco Nucera. Vi avverto che saremo fiscali e non accetteremo classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradiamo essere avvertiti, sapete come trovare i moderatori. Vi ricordiamo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo.

I racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a Spartaco.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo Anonimo.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri thread.

BUONA SFIDA A TUTTI!



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Pretorian
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Re: Gruppo Milena Vallero

Messaggio#2 » venerdì 23 ottobre 2020, 23:28

Ecco commenti e classifica. Complimenti a tutti, soprattutto ai primi due classificati: vi assicuro che non è stato facile assegnare il primo posto, perché i due racconti sono entrambi eccellenti.

1) Solo un gioco, di Mauro Lenzi
Ciao Mauro e piacere di leggerti.

Il racconto è eccellente, sia dal punto di vista stilistico che da quello della trama. Andre ed Enrico sono ottimi personaggi e il modo in cui hai saputo costruire il loro lento avvicinarsi mi ha davvero colpito. Niente fughe in avanti, niente strappi improvvisi, niente volgarità: Enrico diventa attratto fisicamente da Andrea tanto quanto comincia a essere attratto dalla sua persona e dalla sua dolcezza. CI sono romanzi che impiegano centinaia di pagine per ottenere lo stesso effetto che tu hai ottenuto in 20k caratteri e questa è un'ottima cosa. Il punto più debole del racconto, come ti è già stato fatto notare, è il finale: l'intervento di Kristian incappucciato e di Isabella fa svoltare la trama, ma il colpo di scena rimane inespresso e si consuma in modo frettoloso. Fino all'ultimo mi sono aspettato un ulteriore colpo di scena, come la complicità segreta di Andrea al loro gioco, oppure un finale tragico, con l'omicidio dei genitori malvagi. La chiusura che dai, invece, sembra monca e ha un sapore troppo simbolico per una vicenda che ha una grande carica umana. Peccato, perché il resto è davvero eccellente.
Alla prossima!!

2) L’ULTIMA VOLTA di Luca Fagiolo
Ciao, Luca e piacere di leggerti.
Il racconto è interessante ed è molto ben scritto. L'idea del mutante in grado di cambiare aspetto non è nuovissima, ma il fatto che descrivi il dolore della metamorfosi, legandolo, tra l'altro, al doversi infliggere danni fisici, è estremamente interessante. Ho apprezzato soprattutto la scena in cui il protagonista e O'Braian parlano sulla veranda, per il modo malinconico con cui hai saputo rendere il tutto, legando verità e finzione in modo eccellente. Sulla narrazione, niente da dire: in alcuni punti ti sei avvicinato molto al tell, ma hai saputo mantenerti nel complesso in un buon equilibrio. Se posso farti due appunti, direi che la scena del bar, così com'è, fornisce ben poco alla vicenda e sarebbe eliminabile quasi in blocco. Inoltre, per chi ha visto The Boys, il nome Doppenganger legato a un personaggio in grado di cambiare aspetto suona fin troppo scontato.
Dettagli per un racconto eccellente.

Alla prossima!

3) La Gara, di AndyVox
Ciao Andy e piacere di leggerti.

Dunque, ammetto che il tuo racconto mi lascia abbastanza perplesso. Mi sembra di intuire uno scopo satirico nella vicenda in cui la ragazza più bella viene violentata, ma tutta la storia sembra oltrepassare la linea che c'è tra satira e nosense e vira pesantemente in quest'ultimo campo. I personaggi si comportano tutti in modo strano: sono maneschi senza ragione e con un'intensità priva di alcuna logica (basta pensare a Giuseppe che fa a suo fratello un... suplex (???) solo per farlo tacere, o al protagonista, che mette le mani addosso al matto senza motivo).Il discorso tra il protagonista e il Matto, poi, è ancora più insensato. Il protagonista non sembra avere effettivamente un vero motivo per parlare con il Matto e le sue frasi di incoraggiamento sembrano non avere altro scopo che spingere il Matto a parlare, permettendogli di fare quello che poi è uno spiegone sulla condizione del protagonista e sull'ambientazione della vicenda. Sono informazioni importanti, ma, fornite in questo modo diventano pesanti. D'altra parte, l'ambientazione è confusa: troppo similare a un'ambientazione moderna per poter essere distropica, troppo strampalata per poter essere solo satira. Anche la spiegazione che hai cercato di dare alle "Gare" risulta frettolosa e sembra avere più lo scopo di ammiccare all'attuale condizione che una vera volontà informativa. Concludo suggerendoti anche di modificare l'inizio della vicenda: è confuso e pieno di infodump che non aggiungono niente alla vicenda, ma rendono la lettura lenta fin dalle prime righe.

Alla prossima!

4) Il maestro, di Proelium
Ciao, Proelium e piacere di leggerti.

Devo dirlo, il racconto presenta pecche molto pesanti e ammetto di aver fatto molta fatica ad arrivare fino in fondo. Lo stile è pesante, pieno di aggettivi e avverbi che spesso aggiungono poco alla narrazione. L'uso spropositato di termini aulici o comunque ricercati, poi, invece di impreziosire il testo, lo rende ancor più lento e poco digeribile. Buona la scelta di usare frasi di un solo periodo per cercare di ottenere la massima resa possibile, ma questo è un metodo che non si può usare all'infinito, soprattutto se quello che stai descrivendo non sono singole azioni, ma l'elenco di avvenimenti molto lontani nel tempo. Qui passiamo al secondo problema: la storia è allo stesso tempo lentissima e succinta. Ci sono numerosissimi eventi, personaggi e luoghi, ma, a parte Malasorte e, in minima parte, Quadrifoglio, sono tutti trattati di sfuggita e senza il minimo approfondimento. L'effetto che hai ottenuto è quello di una sorta di "riassunto" di una storia più lunga, più simile a quei wall of text che nei romanzi servono per raccontare il passato di un personaggio: sono elementi utili ma sono apprezzabili solo come unicum in narrazioni più lunghe, non hanno nessuna capacità di resistere da soli. Da ultimo, anche il contesto della storia presenta lacune: gli elementi per un'ambientazione fantasy decente ci sono, ma, anche qui, ne metti troppi e senza curarti minimamente di approfondirli in modo efficace. Chi sono i chierici? Cos'era l'antico impero? Che legame c'è tra la Dea e Malasorte? Chi era Hektron? Sono tutte domande a cui non fornisci nemmeno il minimo appiglio di risposta e che finiscono per rendere il testo incomprensibile, anzi, per dare al lettore l'idea che si sia perso qualcosa e questo è persino peggio.
Peccato.

Alla prossima!

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maurizio.ferrero
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Re: Gruppo Milena Vallero

Messaggio#3 » sabato 24 ottobre 2020, 18:24

Il Maestro
Sbaglio, o non è la prima volta che ci parli di Malasorte? Ho ricordi di un tuo vecchio racconto con un sacerdote come protagonista, ma sinceramente non ricordo se sia lo stesso personaggio.
Parliamo però di questo.
Preferisco dirtelo chiaro e tondo: ho fatto molta fatica. La prima persona completamente narrata è pesante da gestire, la totale assenza di dialoghi non aiuta. L'idea è quella di trovarsi davanti a un massiccio Wall of Text che in alcuni punti diventa molto difficile da seguire.
Mi è piaciuta l'idea di fondo: l'epopea di un giovane sacerdote morto e poi resuscitato, che infine incontra il suo dio. Ma devo purtroppo dirti anche che se fosse stato scritto con un intento stilistico diverso, con più scene e dialoghi diretti, l'avrei trovato di molto più digeribile.
E penso anche che non te la saresti cavata con soli 20000 caratteri!
Tema e bonus sono presi

L'ultima volta
Il tuo racconto mi è piaciuto molto. Ho sempre trovato affascinante il concept del "supereroe senza costume", e ho adorato il modo in cui il protagonista deve servirsi del suo potere. La scena in cui si prende a martellate per trasformarsi ha quel gusto splatter che mi piace.
Gusti personali a parte, ho trovato la tua storia molto ben scritta. Le descrizioni sono brevi, concise e immediate. Ottima scrittura trasparente.
A livello di trama buona risoluzione degli eventi, anche se ho trovato un po' deprimente che il protagonista venga utilizzato come mero diversivo. Con quello che sa fare potrebbe essere sfruttato in maniera molto più efficace, ma penso che sia anche questo il senso della storia: un povero Cristo in grado di fare cose straordinarie, ma che conduce una vita di merda.
Tema e bonus sono presi.

La gara
Il tuo racconto scorre abbastanza bene, ma presenta qualche problema.
L'idea è interessante, anche se ho fatto un po' fatica a trovare un senso logico in queste gare in cui "chi vince, perde", ma devo dire che non sono un grande fan delle distopie. Forse mi sarebbe andata giù meglio se i fatti alla base di questa "grande crisi" fossero stati spiegati meglio. Ma forse è anche un mio parere soggettivo.
Venendo a questioni un po' più tecniche, il racconto è ben scritto e scorre, ma manca di mordente. Questo problema è un po' causato dalla passività del protagonista (come già detto da Eugene) e un po' dal fatto che la quasi totalità del racconto è un dialogo botta e risposta tra il protagonista e il matto, che da un certo punto di vista sembra messo lì a puro uso del lettore per spiegare meglio la storia delle gare.
Il finale è una bella botta nei reni. Si capisce dove vuoi andare a parare, ma è comunque ben piazzato.
Tema e bonus ci sono.

Solo un gioco
Veramente bello il tuo racconto. L'intera storia è pervasa da un erotismo per nulla velato, ma mai volgare. È una cosa molto difficile da rendere, perché la sensazione è sempre quella di camminare su un filo in cui da una parte si dice troppo, dall'altra troppo poco.
Ho trovato il protagonista e soprattutto Andrea veramente ben caratterizzati. Il cambiamento affrontato dal protagonista è molto ben tracciato, e mi piace che tu sia riuscito a giocare sulla sua omofobia che nasconde in realtà un'attrazione. Per quanto riguarda Andrea, nel corso della storia sei riuscito a tracciare perfettamente la disperazione e la voglia di fuga di quest'ultimo, senza mai svelare nulla di esplicito fino alla sequenza finale.
Se devo proprio trovargli un difetto, il pezzo finale è il punto debole del racconto. Funziona, è efficace, è sensato, ma arriva e si conclude troppo in fretta, almeno dal mio punto di vista.
Si tratta comunque di un dettaglio (forse anche un parere personale) che non inficia la qualità generale del racconto.
Tema e bonus ci sono.


Classifica
1. Solo un gioco di Mauro Lenzi
2. L'ultima volta di Luca Fagiolo
3. La Gara di AndyVox
4. Il maestro di Proelium

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Eugene Fitzherbert
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Re: Gruppo Milena Vallero

Messaggio#4 » lunedì 26 ottobre 2020, 22:54

Ecco i commenti.

L'ultima volta
Ciao, Luca,
ben trovato.
Bel racconto davvero. Scritto bene, con un buon uso dei dettagli. Forse per rendere ancora migliore lo svolgimento della trama, avresti dovuto calcare un po' la paranoia di O'Brian, in modo da giustificare il suo comportamento alla festa. Sulla scena del bar, ti hanno fatto già notare che forse è un po' ridondante, visto che non aggiunge niente al personaggio: ci dà solo le informazioni sul fatto che collabori con la polizia; niente che non possa essere messo in un flusso di informazioni prima o dopo.
Sulla trasformazione dolorosa, è bella, ben resa, e mi ha ricordato un Lupo mannaro Americano a Londra, dell'imperituro John Landis. Well Done!
Il finale è una normale evoluzione della storia, anche se resta in ombra il motivo delle malefatte di O'Brian, cose che magari che ci avrebbero reso meglio la dimensione del villain di turno.
Ma d'altronde se non frega un cazzo a Kurt, perché dovrebbe fregare a noi?
Alla prossima!

La gara
Ciao, Andy,
bentrovato alla Sfida.

Il tuo racconto scorre per bene, ha un ritmo costante, senza grossi scossoni, a parte la rivelazione finale, che comunque non è un vero colpo di scena perché il Matto alla fine mette tutto in chiaro, anche se non è esplicito. Il tema mi ha ricordato la Lotteria, il racconto capolavoro di Shirley Jackson, con la piccola differenza che la Jackson aggiunge una serie di particolari che rendono il rito della lapidazione sensato: serve a portare buon auspicio ai raccolti a venire.
Nel tuo caso, la ragazza viene sacrificata solo perché è bella... e poi? Cosa porta questo rituale? Quali sono i vantaggi per il sindaco a mandare sua figlia al massacro? Purtroppo non è accennato, neanche dal matto.

Seconda cosa: il racconto manca di conflitto. Nel senso che il tuo protagonista, nonostante l'evidente collegamento con la futura vittima, non fa nulla. Non è impegnato a salvarla, non la condanna del tutto. Anzi, addirittura se ne va. Si tappa le orecchie, ma non fa nulla. A dirla tutta il tuo protagonista è tanto inerte che non reagisce neanche alle angherie di due ragazzi che se la prendono con lui per qualcosa che non si sa cosa sia. Tra l'altro questa scena ai fini del racconto è discutibile, visto che non porta nulla di nuovo. Mi aspettavo di vedere ritornare i due ragazzi, ma invece sono rimasti relegati nell'ombra della comparse.

Terza cosa: Il matto. Si esprime in modo troppo ordinario per essere lo scemo del villaggio. E soprattutto fa discorsi troppo lunghi. È buona norma dosare la lunghezza delle battute spezzarle con movimenti del corpo o tic verbali o muscolari, per movimentare lo scambio.

Rifletti su quanto ti ho scritto e dimmi che ne pensi!
Buon lavoro comunque. Alla prossima.

Solo un gioco
Ciao, Mauro
Bentrovato!
Il tuo è un bel racconto davvero, con una buona resa del rapporto tra i due (Andrea e Enrico). Sei riuscito a rendere in maniera equilibrata il cambiamento, anche se molto di Enrico resta nell'ombra. Dammi un attimo e ti spiego cosa intendo.
Come spiegato da altri più bravi me, il finale è la parte più problematica (per modo di dire). La scena di violenza e l'azione sono un po' confuse e non particolarmente verosimili. Un uomo morso all'inguine, con il pene sanguinante non si accascia al suolo esanime, ma reagisce, o ci prova, almeno. NOn puoi scaraventare una donna a terra e sperare che resti lì da sola. Non metti una pistola in un racconto e non la fai sparare.
E poi, ci sono alcune linee di dialogo e alcuni commenti che si potrebbero essere ancora migliore.
Ti faccio degli esempi, perché è giusto discutere a fondo di queste cose, che ci servono (a tutti e due) a crescere.

1) "Non mi va di bere qualcosa di così carico già nel pomeriggio; giusto l’odore, poi lo caccerò nel cesso."
Quando ho letto questo commento, ho pensato che lui non volesse bere perché probabilmente stava cercando di limitare l'alcool, ma poi invece ho realizzato che volesse semplicemente sprecare il wiskey di Kristian per puro vandalismo. Questo è un elemento importante della rivalità tra i due. Avresti dovuto calcare la mano su questa decisione. Scrivere 'Non mi va di bere' è molto debole, ma sottolineare che l'unico intento è quello di buttare il wiskey nel cesso, è molto diretto.

2)“Mi spiace per prima. Non pensavo fossi innamorato.”
“Co- cosa?”
“Di Isabella. L’ho capito dalla faccia che hai fatto.”
Un brivido mi gela la schiena. Prendo fiato. “Doveva essere una faccia molto patetica.”
Andrea piega la testa di lato. Socchiude le labbra in un sorriso dolce. “Al contrario, era molto tenera.”

Qui. Secondo me, per rendere meglio l'imbarazzo, potresti provare a togliere completamente la risposta di Enrico, che risulta molto finta. È stato appena punto sul vivo, uno dei suoi segreti più reconditi svelato da un tipo che PER ORA non gli va tanto a genio, preferirebbe stare zitto, e a quel punto Andrea interviene a dirgli che la faccia è tenera. Il silenzio di Enrico varrebbe più di qualsiasi linea di dialogo. Prova a vedere come viene.
Al massimo, se proprio vuoi tenergli la battuta, lui potrebbe dire, un po' sulle sue: Che faccia?
Mi sono spiegato?

3) Il finale.
O meglio la sequenza finale, in generale. Molto teatrale, con l'entrata in scena degli antagonisti in serie, uno dopo l'altro. Però appunto è molto teatrale e basta. Non è drammatica. La presenza della pistola fa parte del 'gioco', credo, ma non ha una reale importanza nell'economia della storia. Alla fine, Enrico è un dipendente, un sottoposto, non ha nessuna posizione di vantaggio sui due tanto da dover esser minacciato con una pistola.
Forse dovresti ripensare la scena, se vuoi che finisca così, con il lietofine della fuga romantica. Oppure stravolgere tutto e far morire Enrico, pure per sbaglio, con il colpo di pistola sparato per sbaglio che lo colpisce al torace. Così Andrea, nel tentativo di liberarsi della prigionia, perde l'unico amico che aveva.
Insomma, possiamo stare qui a parlarne per millenni.

Concludendo:
Il tuo è un ottimo racconto, davvero. Vivido, con una scrittura immersiva ben articolata e una scelta di dettagli per la maggior parte delle volte ben focalizzata. Devi rivedere la costruzione drammatica dei dialoghi, stando attendo ai dialoghi NON OBLIQUI, DIRETTI, come quelli della cameriera che li accoglie. È quasi del tutto irrilevante, a meno che non lo carichi emotivamente, mettendo il riferimento al sesso equivoco di Andrea.
Ti rifaccio i complimenti, e il commento lungo è solo perché il racconto meritava una lunga discussione, soprattutto per sistemare delle piccolezze e renderlo ancora migliore per le fasi finali!
Alla prossima, Mauro!

Il maestro
Ciao, Francesco Proelium!
Ci si ribecca in questi lidi.
Stavolta però, il tuo racconto non mi ha preso così tanto.
Il tuo esperimento di usare una prima persona al passato remoto ha reso tutto troppo raccontato (per intenderci: non c'è molta azione diretta, ma solo parole che servono a far capire che qualcosa è successo ma senza che mai si veda). Inoltre la disposizoine del testo non aiuta a velocizzare la lettura. Forse andare a capo un po' di più avrebbe aiutato.
Un'altra cosa che mi ha tenuto un po' lontano dal mood della storia è la scansione temporale, che salta dal passato al presente sena soluzione di continuità, come se tutto fosse un flusso di ricordi. Una struttura del genere, però, ha senso (in minima parte, se vai a sentire i guru della scrittura moderni non dovrebbe esistere questo tipo di approccio raccontato) solo se APRE le strade a qualcosa di tangibile. In pratica, potresti usare le prime righe del tuo testo come introduzione e poi far VIVERE (è proprio il caso di dirlo) il tuo personaggio principale Salomon e farlo muovere, nel suo incontro con Malasorte.
Così come l'hai messo in piedi, il racconto, pieno di belle immagini, belle suggestioni, resta purtroppo incompleto e poco incisivo. Però una cosa è certa: hai messo su carta materiale per almeno una storia da 35k parole! Che aspetti?

E la classifica:

1 - Solo un gioco
2 - L'ultima volta
3 - La gara
4 - Il maestro

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Giacomo Puca
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Re: Gruppo Milena Vallero

Messaggio#5 » mercoledì 28 ottobre 2020, 22:06

La mia classifica

1. Solo un gioco
2. L'ultima volta
3. La gara
4. Il maestro

I commenti

► Mostra testo
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

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Spartaco
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Re: Gruppo Milena Vallero

Messaggio#6 » mercoledì 28 ottobre 2020, 23:08

Classifica e commenti della vostra lettrice anonima

1. L'ultima volta
Il tuo racconto mi è piaciuto moltissimo. La tragedia del protagonista è molto ben costruita, che culmina col suo essere una semplice distrazione di un piano di altri. È il protagonista con l’animo e la storia di una comparsa. Le trasformazioni sono decisamente ben scritte, sono riuscita a vederle in testa tipo film, che è una sensazione che non avevo da un po’. Ottimo, ottimo lavoro.
2. Solo un gioco
Anche il tuo racconto mi è piacito molto. Hai rischiato di scatenare il mio animo da millennial che tende a essere sempre pronto ad offendersi, ma tu hai trattato il tema in maniera per niente delicata, ma, da mio punto di vista, molto attenta. Entrambi i personaggi principali sono realistici e il loro rapporto è vivo durante il racconto. L’unica cosa che ti ha fato finire secondo è il finale un po’ frettoloso. Hai lasciato durante il racconto degli indizi che ci facevano intuire dove saresti andato a parare, per cui la sorpresa non c’era e quindi mi aspettavo una scena interamente costruita, non un finale così…labile.
3. La Gara
La tua storia non è male. Ho però avuto la sensazione che mancasse lo svolgimento. C’è una buona introduzione, forse un po’ facile il trucco di fare spiegare tutto al Matto, un’ottima fine che colpisce, ma che hai evitato di essere inutilmente crudo. Manca un po’ la storia in sé, non succede niente, non c’è una sfida, un percorso, una crescita. Sarei stata molto curiosa di sapere come si fosse svolta la storia d’amore tra il protagonista e la figlia del sindaco!
4. Il maestro
Il tuo racconto è il più difficile da commentare. Penso che il punto di forza del tuo racconto fosse la complessità dei tuoi personaggi, che è stata sepolta dalla tua complessità di linguaggio. Il tuo modo di raccontare è sicuramente molto ricercato: forse un po’ troppo, perché tiene il lettore moto staccato dalla storia. L’unica altra critica he mi viene da dire è che il racconto cade molto nella seconda parte: la prima mi stava piacendo abbastanza, ma poi con la seconda parte non sei riuscito a mantenere la mia attenzione.

I bonus ve li siete guadagnati tutti entrambi, secondo me!

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Spartaco
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Re: Gruppo Milena Vallero

Messaggio#7 » giovedì 29 ottobre 2020, 0:13

Ecco a voi anche i commenti e la classifica di Milena:

Buongiorno a tutti!

Senza fare troppi preamboli, vado a stilare la classifica di gradimento. Premetto che, mentre per il primo e secondo posto non ho avuto alcun dubbio, terzo e quarto posto mi hanno dato più filo da torcere. Alla fine ho voluto premiare la trama, che nel racconto “medaglia di bronzo” mi è parsa più solida e originale.
In ogni caso, complimenti a tutti, è stato un piacere leggervi.

Classifica
1. L’Ultima Volta
2. Solo un Gioco
3. IL Maestro
4. LA Gara

1. L’Ultima Volta
Un bel racconto, che mi ha divertito. Devo ammettere che la scena del martello mi ha spiazzato. Fino a quel momento paventavo un noioso racconto su droga e criminali… e invece l’autore mi ha (piacevolmente) stupita. Mi è piaciuta un sacco l’idea di un mutaforma che, invece di cambiarsi i connotati con la grazia di Mystica, lo fa a suon di randellate e si auto modella con le mani come se fosse un pezzo di pongo. Non so, la cosa lo rende più umano, aiuta il processo di identificazione nel personaggio. Bella anche la storia e soprattutto molto buono lo stile. Alcune battute, come Kurt che evita di camuffare la voce lasciando sbigottito il cameriere, aiutano a rendere la lettura ancora più vivace e leggera, a tutto vantaggio della trama.
Oh, tra l’altro. Devo ringraziare l’autore per avermi fatto scoprire la parola nuova del giorno: il color ottanio, che non conoscevo.
Beh, commento scarno, ma non avevo molto da far notare, se non che è stato un piacere leggere questo racconto.

Tema e bonus centrati

2. Solo un gioco
Molto, molto interessante, anche se ho trovato il finale alquanto disturbante (ma ciò non è da leggersi come critica, tutt’altro). Mi è piaciuto molto lo stile, scorrevole e fluido; mi è piaciuta moltissimo la storia, inizialmente un po’ da “WTF”, se mi perdonate l’espressione, ma che poi vira verso toni intimi, spiazzanti, che mi hanno fatto pensare e, lo ammetto, anche stare un po’ male (e anche qui, non è da leggersi come critica). Mi sono piaciuti molto i personaggi, soprattutto Andrea. Incredibile come, nonostante tutto, riesca a essere così equilibrato. All’inizio, ovvio, non sembra sia così; dà l’idea di uno svitato o, peggio, di un maniaco. Ma quando i nodi vengono al pettine, la visione che si ha di lui si ribalta… ammetto di aver riletto il racconto due volte, volontariamente, per rivedere le reazioni di Andrea con gli occhi di chi ha tutte le informazioni. E sono coerenti e spontanee. Mi complimento con l’autore.
Se posso fare un appunto, tutta la storia del quadro è abbastanza telefonata. Io ho avuto il sospetto fin dalla prima volta che il ritratto è entrato sulla scena, e mi aspettavo l’arrivo di Kristian da un momento all’altro. Inoltre, i personaggi dei “genitori” (mi fa ribrezzo chiamarli così…) sono un po’ stereotipati; non so, ma i loro dialoghi mi suonavano un po’ forzati, del tipo “non sono cattivo, è che mi disegnano così… e quindi devo comportarmi da essere immondo”. Ma magari è un’impressione tutta mia.
Per il resto, un racconto che ho letto più che volentieri.

Tema e bonus centrati


3. Il Maestro
Parto subito da quello che ho apprezzato. Prima di tutto, l’intensità della storia, così intima. Poi piace lo stile, che trovo molto poetico ed evocativo.
Quello che invece mi ha reso difficile inserire il racconto più in altro in classifica, è stata la necessità di rileggerlo due volte. Non perché fosse scritto male, anzi. Ma perché la quasi totale assenza di dialoghi e di “punti e a capo” ha reso la lettura ostica e, chiedo scusa, mi spiace doverlo dire, un po’ pesante. Sicuramente ciò è in parte dovuto a preferenze personali; io sono un’utilizzatrice seriale di dialoghi e apprezzo molto di racconti con buoni botta e risposta rispetto a muri di testo come questo, per quanto possano essere ben scritti.
Il consiglio che mi sento di dare è comunque sempre di spezzettare un po’ di più il testo, anche visivamente, e di aggiungere qualche dialogo in più; questa seconda accortezza, oltre a rendere la lettura più vivace, ha anche l’indubbio vantaggio di aumentare i livelli di “show” a discapito del “tell”. Ultimo appunto: secondo me ci sarebbe spazio per ampliare il racconto. Non so se fosse già nelle intenzioni dell’autore, ma questa mi sembra quasi più la prefazione a un romanzo che un racconto a sé stante. Nel caso, non mi spiacerebbe seguire ulteriori vicende del chierico Tobias.

Bonus e tema mi sembrano un pochino stiracchiati (a parte quello sulla narrazione in prima persona), ma confermo, presenti.


4. La gara
L’idea di fondo non è affatto male. Una Gara che in qualche modo punisce la bellezza, andando totalmente contro quelle che in teoria sarebbe la normalità; i ribaltamenti del vivere comune sono sempre interessanti e mi piacciono; suonano di sfida alle convenzioni, in certi casi di rivincita dei meno fortunati. Però qui ci sono un paio di cose che non mi convincono.
Prima di tutto i personaggi, poco originali. Il protagonista è il classico ragazzo innamorato; la ragazza del protagonista, come da copione, è bellissima; anzi, è la più bella di tutte; la terza pedina è il consueto folle, che forse così folle non è, unico detentore della Verità (“i poteri forti cielo nascondono”). Mi sembrano tutti abbastanza stereotipati.
Inoltre ho trovato un po’ debole la motivazione alla base delle gare, mi sembra tirata per i capelli. Ok la crisi, ok lamentarsi dei soldi spesi in premi per chi è bello… ma a ben vedere bastava smettere di fare i concorsi, che motivo c’è di fare gare simili? Non c’è un vantaggio per nessuno, solo tanta ansia e disperazione per la sfortunata vincitrice. Avrei forse capito (sebbene, anche in questo caso, sarebbe stato uno stereotipo) se un tizio bruttissimo e bullizzato, diventato mega presidente galattico, avesse indetto queste gare per vendetta…
E poi, oltretutto, se una sfortunata dovesse nascere Claudia Schiffer, penso che con una bella sbronza e cinque minuti di coraggio potrebbe trovare un modo per rovinarsi un po’ i connotati e arrivare quanto meno seconda…ok, la procedura magari sarebbe dolorosa, ma almeno non sarebbe linciata dalla folla nella pubblica piazza…
Ultima cosa: i personaggi presenti all’inizio dove sono finiti?...
Insomma, un po’ di cose qua e là che a mio avviso sarebbero da rivedere. Però nel complesso è un buon racconto, che si legge volentieri.

Tema e bonus centrati

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Spartaco
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Re: Gruppo Milena Vallero

Messaggio#8 » giovedì 29 ottobre 2020, 11:09

Classifica finale:

1 - Solo un gioco Punti 3
2 - L'ultima volta Punti 5
3 - La gara Punti 14
4 - Il maestro Punti 18

Accedono alla semifinale: Solo un gioco e L'ultima volta

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