Al Drago D'oro c'è un cinese che...

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Luca Nesler
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Al Drago D'oro c'è un cinese che...

Messaggio#1 » lunedì 19 ottobre 2020, 23:30

Due anni che dico che m’ammazzo. Alla fine l’ha fatto lei.
Il Drago D’oro, eccolo. Mi asciugo le lacrime e spingo la porta, un campanello suona. Odore di cavolo e olio fritto.
Una signora mi viene incontro «Buonasela». Ha dita grinzose e occhietti che ridono.
«Sera. Sono qui per il signor Fu Xi Chen». Spero d’averlo detto giusto.
Si fa seria e mette un dito sulla bocca. «Vieni.»
Tavoli tondi, poca gente. La signora avrà l’età di mamma, ma ha un fisico asciutto che...
Ma che sto pensando? Lidia, perdonami, sono qui solo per te.
Entra in cucina e mi fa il gesto del gancetto con l’indice. Dei cuochi mi sbirciano attraverso il vapore.
«Salve». Immagino di non essere il primo che entra piangendo.
Apre una porta e mi lascia passare.
Minchia! È pieno di Arbre Magique penzolanti. «Ma quanti sono?».
«Siedi.» Indica un tavolo «Chen alliva».
C’è odore di funghi marci, che schifo. La signora chiude. C’è un’altra porta, verde, di legno. È coperta d’incisioni geometriche. Scricchiola, si spalanca e la stanza si riempie di fumo.
«Oddio!» è quell’odore.
La porta sbatte. Un ragazzo cinese si siede dall’altro lato del tavolo. Occhiali da sole e maniche corte. Mi guarda, sorride. Scuote la testa e tira fuori un pacchetto di Malboro.
«Salve. Sono Robi.»
Sfila una cicca. «Lobi» l’accende «Chi ti detto di me?» Sbuffa verso gli Arbre Magique, corruga la fronte.
«Mi ha consigliato Padre Giorgio, della parrocchia del Sacro—»
«Sì. Allola?»
«È lei Chen, l’eletto?» Mi sembra un po’ stronzo.
Annuisce.
«La mia ragazza si è… uccisa. Padre Giorgio dice che i suicidi vanno all’inferno, ma io so che l’ha fatto a causa mia. L’opprimevo» ricomincio a piangere. «Spero che non stia pagando per me.»
«Sì, figo. Hai poltato soldi?»
Tiro fuori la roba dalle tasche della giacca. «Ecco» riverso tutto sul tavolo. «Ho duemila in contanti e delle collanine d’oro.»
Solleva il groviglio dorato. «Lubate mamma?»
«Nonna.»
Ride, tira il fumo e lo soffia fuori. «Se lagazza all’Infelno, basta. Sennò di più.»
«Perché?»
«Pelché Infelno è una melda. Se vado di niente, fanculo tu e tua lagazza.»
«Non lo sapevo.»
«Dale anche cellulale.»
«Il cellulare?»
«Dale cellulale, dai.»
Ma sì. Se Lidia è dannata, non me ne farò più nulla.
Mi toglie lo smartpohne e lo infila nei jeans. «Hai oggetto di lagazza?»
«Gli occhiali» sono già sul tavolo, stronzo. «Come fai a sapere se c’è? Che è lei?»
«A Infelno nessuno geneloso. Tilo fuoli oggetto e pelsona viene e si plende. E io gualdo e vedo tutto. Di vita, di molte. Di come scopava…» Sorride, la merda. «Cosa fai se c’è?»
Gonfio il petto, deglutisco. «Mi ammazzo. La raggiungo.»
«Ah» mi guarda con la cicca penzolante. «Figo.»
Si alza, fa scivolare soldi e collane sul tavolo e li fa cadere nell’altra mano. Urla qualcosa in cinese, la porta si apre. È la signora di prima. Le scarica nelle mani tutto quanto. Quella mi guarda. Chen apre la porta verde, fumo bollente mi entra in bocca. Chiudo gli occhi e la porta si richiude.
La signora sorride. «Lui tolna plesto.»
Annuisco. «Grazie».
Per padre Giorgio è tempo perso: Lidia è sicuramente all’Inferno. Penso che mi butterò dall’alto. Il palazzo RAI ha sei piani, mi pare. Meglio il multisala, sul lato del fiume.
La porta verde fa entrare un’altra ondata fumosa. Chen viene verso di me con passo molle. Non ha più gli occhiali di Lidia.
«Allora?»
Annuisce «Tua lagazza c’è.»
Mi mordo il labbro, brucia. Maledetto me! Lidia, il suo sorriso...
Scriverò una lettera ai miei.
«Lei detto di lasciale chiavi di appaltamento a me.» Allunga una mano.
Ancora soldi? Tanto io che me ne faccio. Frugo la tasca della giacca.
La signora urla qualcosa. Il ragazzo risponde a tono, l’altra urla ancora e mima uno schiaffo. Chen sbuffa.
«Che succede?»
La donna s’inchina. «Tu scusa mio filio stupido. Fu, dile velità!»
Quello fa spallucce. «Lei detto niente. Lagazza Infelno non pelché sucidio. Lei plovato ammazza te.»
«Me?»
Si gratta il naso.
«Ma perché?»
«Pelché tu lotto coglioni. Semple dile mi ammazzo, mi ammazzo. Lei allola messo veleno. Ma poi bevuto pel sbalio.»
Avevo scambiato i bicchieri mentre prendeva i pop corn. Nel suo ce n’era di più. «Sta stronza!»
«Tloia.»
«E allora… Non mi uccido.»
«Blavo.» Storge la bocca e abbassa gli occhiali da sole. «E anche smetti di lompele coglioni?»
Deglutisco. Lui sorride.
«Ridammi il telefono!»



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antico
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Re: Al Drago D'oro c'è un cinese che...

Messaggio#2 » lunedì 19 ottobre 2020, 23:35

Ciao Luca e benvenuto nell'Ottava Era! Tutto ok con caratteri e tempo, divertiti in questa LIVIO GAMBARINI EDITION!

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maurizio.ferrero
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Re: Al Drago D'oro c'è un cinese che...

Messaggio#3 » martedì 20 ottobre 2020, 20:34

Ciao Luca, è sempre un piacere!

La tua storia mi ha convinto, anche se c'è qualche dettaglio che mi stona, ma vado con ordine.
Mi piace l'idea che il protagonista si rechi da un "santone" cinese per sapere dove sia finita l'anima della sua ragazza morta. Bello il colpo di scena finale, in cui si scopre che si è uccisa per errore. L'idea, in generale, funziona. Il dialogo è condotto con un buon ritmo, le descrizioni asciutte e ben piazzate.
Come dicevo, un po' di cose mi hanno stonato:
- I cinesi che parlano con la L. Si tratta di un falso stereotipo. Anche se è vero che i cinesi non hanno il suono "R" nella loro lingua natale, possono impararlo. Ho sentito parlare cinesi che sono in Italia solo da un paio d'anni e riescono a pronunciarlo benissimo. Ora, data l'ironia generale del racconto ci può anche stare, ma condotto per tutto il testo e così a lungo mi è parso fastidioso. Forse avresti potuto far parlare solo la madre con la L e il figlio, un po' più giovane e "sgamato", avrebbe potuto avere una pronuncia normale.
- C'è una frase che non mi torna. «Se lagazza all’Infelno, basta. Sennò di più.» «Perché?» «Pelché Infelno è una melda. Se vado di niente, fanculo tu e tua lagazza.» «Non lo sapevo.» «Dale anche cellulale.»; Ecco, in questa sequenza di dialogo non riesco a capire perché prima gli dica che basta se la ragazza è all'inferno (cosa che effettivamente è) e poi gli chieda anche il cellulare. Forse è solo formulata male, ma non mi torna.
- La ragazza ha tentato di uccidere il protagonista perché "è un rompicoglioni". Questo dettaglio del suo carattere non si intuisce da come hai imbastito la storia, sembra solo un ragazzo disperato pronto a fare di tutto pur di rivederla. Forse avresti potuto caratterizzarlo in modo da renderlo un po' più fastidioso.

A presto!

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Sirimedho
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Re: Al Drago D'oro c'è un cinese che...

Messaggio#4 » mercoledì 21 ottobre 2020, 11:25

E qui arriva Nesler, e arrivano i problemi! Che problemi? Il racconto è davvero molto divertente, con dei passaggi strepitosi (“Ridammi il telefono!”, “lumate mamma? Nonna”, il cinese che prova a rubargli l’appartamento…), ma è davvero troppo, troppo, politicamente scorretto. Ormai la Disney mette gli avvertimenti che anche gli Aristogatti sono razzisti perché c’è un gatto con gli occhi a mandarla e le bacchette, ma quella è acqua fresca rispetto a questo racconto! Tra “l” e “arbre magique”
Mi chiedo se riscritto in modo da lasciare i cinesi senza farne la parodia lo renderebbe meno forte e, onestamente, penso di no, penso che andrebbe bene lo stesso.
Dal punto di vista della narrazione, c’è giusto da dire che ogni tanto il divertimento supera il velo del lasciare verosimile il racconto (questo povero disperato che si vuole suicidare, ma si entusiasma per il fisico asciutto della signora).
E quindi ora mi trovo a dover decidere: dò sfogo al lettore in me che ha apprezzato tantissimo il racconto, o dò sfogo alla mia parte bacchettona che vorrebbe censura e pentimento? Mannaggia a te! :-)

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Luca Nesler
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Re: Al Drago D'oro c'è un cinese che...

Messaggio#5 » mercoledì 21 ottobre 2020, 15:15

maurizio.ferrero ha scritto:Ciao Luca, è sempre un piacere!

La tua storia mi ha convinto, anche se c'è qualche dettaglio che mi stona, ma vado con ordine.
Mi piace l'idea che il protagonista si rechi da un "santone" cinese per sapere dove sia finita l'anima della sua ragazza morta. Bello il colpo di scena finale, in cui si scopre che si è uccisa per errore. L'idea, in generale, funziona. Il dialogo è condotto con un buon ritmo, le descrizioni asciutte e ben piazzate.
Come dicevo, un po' di cose mi hanno stonato:
- I cinesi che parlano con la L. Si tratta di un falso stereotipo. Anche se è vero che i cinesi non hanno il suono "R" nella loro lingua natale, possono impararlo. Ho sentito parlare cinesi che sono in Italia solo da un paio d'anni e riescono a pronunciarlo benissimo. Ora, data l'ironia generale del racconto ci può anche stare, ma condotto per tutto il testo e così a lungo mi è parso fastidioso. Forse avresti potuto far parlare solo la madre con la L e il figlio, un po' più giovane e "sgamato", avrebbe potuto avere una pronuncia normale.
- C'è una frase che non mi torna. «Se lagazza all’Infelno, basta. Sennò di più.» «Perché?» «Pelché Infelno è una melda. Se vado di niente, fanculo tu e tua lagazza.» «Non lo sapevo.» «Dale anche cellulale.»; Ecco, in questa sequenza di dialogo non riesco a capire perché prima gli dica che basta se la ragazza è all'inferno (cosa che effettivamente è) e poi gli chieda anche il cellulare. Forse è solo formulata male, ma non mi torna.
- La ragazza ha tentato di uccidere il protagonista perché "è un rompicoglioni". Questo dettaglio del suo carattere non si intuisce da come hai imbastito la storia, sembra solo un ragazzo disperato pronto a fare di tutto pur di rivederla. Forse avresti potuto caratterizzarlo in modo da renderlo un po' più fastidioso.

A presto!


Ciao Maurizio, grazie del commento!
Il discorso del cellulare è semplicemente che il ragazzo, sospettando che lui non abbia più di quello che gli ha dato, chieda qualcosa in più, a mo' di garanzia o forse solo approfittando del momento di turbamento del ragazzo, essendo lui un imbroglioncello.
A scanso di equivoci: qui dalle mie parti di ristoratori cinesi che abitano da decenni in Italia che parlano con la classica "L" ce ne sono parecchi. Volevo solo restituire l'atmosfera da ristorante cinese, però capisco che l'effetto possa risultare pesante.
Grazie ancora!
Alla prossima!

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Luca Nesler
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Re: Al Drago D'oro c'è un cinese che...

Messaggio#6 » mercoledì 21 ottobre 2020, 15:24

Sirimedho ha scritto:E qui arriva Nesler, e arrivano i problemi! Che problemi? Il racconto è davvero molto divertente, con dei passaggi strepitosi (“Ridammi il telefono!”, “lumate mamma? Nonna”, il cinese che prova a rubargli l’appartamento…), ma è davvero troppo, troppo, politicamente scorretto. Ormai la Disney mette gli avvertimenti che anche gli Aristogatti sono razzisti perché c’è un gatto con gli occhi a mandarla e le bacchette, ma quella è acqua fresca rispetto a questo racconto! Tra “l” e “arbre magique”
Mi chiedo se riscritto in modo da lasciare i cinesi senza farne la parodia lo renderebbe meno forte e, onestamente, penso di no, penso che andrebbe bene lo stesso.
Dal punto di vista della narrazione, c’è giusto da dire che ogni tanto il divertimento supera il velo del lasciare verosimile il racconto (questo povero disperato che si vuole suicidare, ma si entusiasma per il fisico asciutto della signora).
E quindi ora mi trovo a dover decidere: dò sfogo al lettore in me che ha apprezzato tantissimo il racconto, o dò sfogo alla mia parte bacchettona che vorrebbe censura e pentimento? Mannaggia a te! :-)


Ciao Stefano! Eh sì, io sono un tipo problematico.
Ti lascio felicemente ai tuoi dubbi di classifica se premiarmi o punirmi!
Riguardo al politically correct disneyano e compagnia bella, io sono più propenso a trovarlo ridicolo che utile. Anzi, controproducente, perché non fa che sottolineare puerili differenze cercando di fingere che non esistano.
Lungi da me dal prendere in giro chicchessia, come dicevo a Maurizio, ho sentito spesso persone immigrate dalla Cina parlare in quel modo, quindi, cercando di restituire una situazione realistica, l'ho riportato nel testo.
Mi capita di leggere/sentire gli abitanti dell'Alto Adige come delle persone che parlano italiano con accento tedesco marcato. Ma è così: qui, le persone dei paesi più piccoli parlano proprio così. Non lo trovo offensivo, nonostante io non sia così e abiti in Alto Adige. Penso sia un discorso simile.
Diverso sarebbe dire che tutti i cinesi sono qualcosa o qualcos'altro (o farli tutti coi dentoni tipo Colazione da Tiffany). Qui si tratta di un difetto di pronuncia in una lingua che non è la loro e che è abbastanza comune viste le differenze linguistiche.
Aggiungo che la scrittura dovrebbe infrangere barriere e non erigerne.
Almeno questo è il mio parere che condivido per poterne parlare. Sono sempre discussioni arricchenti e interessanti.
Sicuramente non voglio offendere nessuno.
In ogni caso sono molto contento che il testo ti abbia divertito!
Grazie mille del commento!
Alla prossima!

Daniel Travis
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Re: Al Drago D'oro c'è un cinese che...

Messaggio#7 » mercoledì 21 ottobre 2020, 17:44

Devo cominciare a commentare prima di Maurizio, mi ruba tutte le osservazioni.
Non sono stato disturbatissimo dalla L preponderante, ma ha pizzicato un po' anche me, da bravo abitante di quartiere ad alta concentrazione di gente cinese/di origine cinese, nel modo sbagliato usata così - spalmata cioè su entrambi i personaggi cinesi e onnipresente (è il tipo di pronuncia che, più spesso, va e viene tra chi è bilingue).
Il resto funziona: mi sarebbe piaciuto un po' di setup in più per la rompicoglionizia del protagonista, un filo in più di melodramma, ma anche così va alla grande, e i dialoghi del nostro mistico e il finale sono quanto di meglio ho letto finora in questa edizione. Mi hai divertito, davvero, e non è cosa da poco.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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Luca Nesler
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Re: Al Drago D'oro c'è un cinese che...

Messaggio#8 » mercoledì 21 ottobre 2020, 18:45

Daniel Travis ha scritto:Devo cominciare a commentare prima di Maurizio, mi ruba tutte le osservazioni.
Non sono stato disturbatissimo dalla L preponderante, ma ha pizzicato un po' anche me, da bravo abitante di quartiere ad alta concentrazione di gente cinese/di origine cinese, nel modo sbagliato usata così - spalmata cioè su entrambi i personaggi cinesi e onnipresente (è il tipo di pronuncia che, più spesso, va e viene tra chi è bilingue).
Il resto funziona: mi sarebbe piaciuto un po' di setup in più per la rompicoglionizia del protagonista, un filo in più di melodramma, ma anche così va alla grande, e i dialoghi del nostro mistico e il finale sono quanto di meglio ho letto finora in questa edizione. Mi hai divertito, davvero, e non è cosa da poco.


Riccardo, che dire, grazie mille. Sicuramente questa cosa della "L" l'ho sottovalutata e i vostri suggerimenti sarebbero ottimi per una revisione. Sul battere Maurizio sul tempo sarà dura. Lui è secondo solo ad Alexandra, non so se mi spiego...
Grazie mille del commento!
Alla prossima!

Daniel Travis
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Re: Al Drago D'oro c'è un cinese che...

Messaggio#9 » mercoledì 21 ottobre 2020, 21:01

Felice di avere aiutato, non dare troppo peso alla cosa comunque: quando parlo di L, e non solo, sto andando intenzionalmente a cercare modi di rifinire un testo che mi ha già convinto un sacco; il pero nerr'uovo, insomma.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

alexandra.fischer
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Re: Al Drago D'oro c'è un cinese che...

Messaggio#10 » venerdì 23 ottobre 2020, 19:31

Luca Nesler Tema centrato. Mi piace la storia di questo ragazzo che va in un ristorante cinese (che nasconde una sala per richiamare le anime dall’inferno in cucina. Curiosi gli Arbre Magique). Il dialogo fra il Nostro e l’eletto Chen per riavere l’amata Lidia (e anche quello con la signora che lo introduce nel locale, che ho immaginato come la proprietaria) è scoppiettante. Rendi bene la diversità delle due parlate e anche il temperamento cinese (mercanti, e in vena di trattare su tutto, è vero. Hai studiato). Certo che però l’Eletto, avidità degna di un membro da Triade a parte, è dissacrante nella rivelazione: Lidia si è tolta la vita nel tentativo di uccidere il…Nostro, stufa della depressione di lui. Il quale alla fine, cambia idea e si riprende...almeno il cellulare.

Attento:
«’Sera»
‘Sta stronza.
«Fu, dile velità» (ma non si chiama Chen?)
A che servono gli Arbre Magique? Io lo avrei motivato, magari dal Punto di Vista del Nostro con qualcosa tipo: "E dire che non bastano a togliere questa puzza".

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Debora D
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Re: Al Drago D'oro c'è un cinese che...

Messaggio#11 » sabato 24 ottobre 2020, 10:44

Ciao Luca, piacere di leggerti. Prima di tutto: bel titolo, mi ha incuriosito subito, sembra l’inizio di una barzelletta. E bell'inizio, subito intrigante.
Il racconto è ben costruito con una conclusione divertente e inaspettata. Anche a me ha infastidito l’eccesso di L, non solo per la questione dello stereotipo culturale (conosco cinesi che parlano così e altri che non hanno un filo di accento), ma pure perché non favorisce la fruibilità del testo. Ad esempio, ho riletto questa frase due volte prima di abbozzare un’interpretazione:
Se vado di niente, fanculo tu e tua lagazza.

Lo stile è molto buono, non sempre fluido, ma è pulito ed efficace nel far immaginare i luoghi. Complimenti, per ora uno dei racconti che mi è parso più coeso e convincente.

Ora mi trasformo in una beta reader pignola, però.

«Oddio!» è quell’odore.
Quale odore? Chen emana odore di funghi marci?

«Gli occhiali» sono già sul tavolo, stronzo.
Detto così non si capisce se sia un beat, un pensiero diretto o una parte della battuta che è finita fuori dalle caporali. Inoltre quando li ha messi sul tavolo? Il lettore non lo ha visto farlo.
Qui?
Tiro fuori la roba dalle tasche della giacca. «Ecco» riverso tutto sul tavolo. «Ho duemila in contanti e delle collanine d’oro.»
Solleva il groviglio dorato. «Lubate mamma?»

Ma dato che roba è un termine generico, viene spiegato da soldi e collanine e dall’espressione groviglio dorato che non si adatta agli occhiali.

Dietrologie varie.
Mi domando questo: se lei ha bevuto il veleno perché lui ha scambiato i bicchieri, lui era lì; quindi ha visto tutto? Ha agito? Come ha capito che era suicidio?
Arriva dal cinese sapendo che lei si è suicidata, ma non sa del veleno…

Tutte queste osservazioni sono venute fuori alla seconda lettura, alla prima c'era soprattutto curiosità per l’idea divertente offuscata da un minimo di fastidio per le troppe L. Quindi bravo e continua così!
Spero di esserti stata utile. Buona scrittura!

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Stefano Impellitteri
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Re: Al Drago D'oro c'è un cinese che...

Messaggio#12 » sabato 24 ottobre 2020, 11:23

Ciao Luca, molto piacere.
Ho già completato i commenti del mio gruppo, ne aggiungo uno sotto la tua storia perché è quello che mi è piaciuto di più tra i racconti letti. Mi è piaciuta sia la narrazione che l'idea.
Alcune osservazioni che ti hanno fatto sono corrette: ci sta lo stereotipo delle "L", però è vero che rallenta la lettura, magari avrei fatto solo la donna iniziale con quella pronuncia per portare l'idea, poi quando entra invece altri non l'hanno, è anche un modo per caratterizzare i personaggi. Il mostrato è ottimo, e te lo dice uno che predilige l'alternanza tra mostrato e raccontato perché a volte mi risulta pesante. Forse per via del taglio divertente e della poca lunghezza, invece di risultarmi pesanti ho sentito un ottimo ritmo.

Sono quì per migliorare, se avessi voglia di darmi dei consigli sul mio lavoro, non può che farmi piacere. il racconto è la fortuna nella sfortuna.
:)

Edoardo Foresti
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Re: Al Drago D'oro c'è un cinese che...

Messaggio#13 » sabato 24 ottobre 2020, 12:46

Ciao Luca! Non devo commentarti, ma ho comunque voluto lasciarti un messaggio. Ormai ti leggo sempre volentieri e hai nuovamente dimostrato uno stile trasparente e chiaro, con una voce definita. A me l'impostazione volutamente comica e per certi versi surreale è piaciuta, ti lascio anche una postilla sulla questione delle "l": a me, e lo dico da persona attenta al politicamente corretto, non ha dato problemi vista soprattutto l'impostazione del racconto. Mio parere soggettivo, te lo lascio come feedback aggiuntivo.
Alla prossima!

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Luca Nesler
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Re: Al Drago D'oro c'è un cinese che...

Messaggio#14 » sabato 24 ottobre 2020, 16:47

alexandra.fischer ha scritto:Luca Nesler Tema centrato. Mi piace la storia di questo ragazzo che va in un ristorante cinese (che nasconde una sala per richiamare le anime dall’inferno in cucina. Curiosi gli Arbre Magique). Il dialogo fra il Nostro e l’eletto Chen per riavere l’amata Lidia (e anche quello con la signora che lo introduce nel locale, che ho immaginato come la proprietaria) è scoppiettante. Rendi bene la diversità delle due parlate e anche il temperamento cinese (mercanti, e in vena di trattare su tutto, è vero. Hai studiato). Certo che però l’Eletto, avidità degna di un membro da Triade a parte, è dissacrante nella rivelazione: Lidia si è tolta la vita nel tentativo di uccidere il…Nostro, stufa della depressione di lui. Il quale alla fine, cambia idea e si riprende...almeno il cellulare.

Attento:
«’Sera»
‘Sta stronza.
«Fu, dile velità» (ma non si chiama Chen?)
A che servono gli Arbre Magique? Io lo avrei motivato, magari dal Punto di Vista del Nostro con qualcosa tipo: "E dire che non bastano a togliere questa puzza".


Ciao Alexandra! Mi fai venire in mente che anche Stefano aveva fatto un accenno agli Arbre Magique a cui non ho risposto. Quei deodoranti sono lì per il tanfo dovuto alle esalazioni infernali che escono dalla porta. Quello è il puzzo a cui il protagonista accenna.
Si chiama Fu Xi Chen, dove Chen è il cognome e Xi il patronimico (credo...).
Grazie mille per il commento gratis!
Alla prossima!

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Re: Al Drago D'oro c'è un cinese che...

Messaggio#15 » sabato 24 ottobre 2020, 16:55

Debora D ha scritto:Ciao Luca, piacere di leggerti. Prima di tutto: bel titolo, mi ha incuriosito subito, sembra l’inizio di una barzelletta. E bell'inizio, subito intrigante.
Il racconto è ben costruito con una conclusione divertente e inaspettata. Anche a me ha infastidito l’eccesso di L, non solo per la questione dello stereotipo culturale (conosco cinesi che parlano così e altri che non hanno un filo di accento), ma pure perché non favorisce la fruibilità del testo. Ad esempio, ho riletto questa frase due volte prima di abbozzare un’interpretazione:
Se vado di niente, fanculo tu e tua lagazza.

Lo stile è molto buono, non sempre fluido, ma è pulito ed efficace nel far immaginare i luoghi. Complimenti, per ora uno dei racconti che mi è parso più coeso e convincente.

Ora mi trasformo in una beta reader pignola, però.

«Oddio!» è quell’odore.
Quale odore? Chen emana odore di funghi marci?

«Gli occhiali» sono già sul tavolo, stronzo.
Detto così non si capisce se sia un beat, un pensiero diretto o una parte della battuta che è finita fuori dalle caporali. Inoltre quando li ha messi sul tavolo? Il lettore non lo ha visto farlo.
Qui?
Tiro fuori la roba dalle tasche della giacca. «Ecco» riverso tutto sul tavolo. «Ho duemila in contanti e delle collanine d’oro.»
Solleva il groviglio dorato. «Lubate mamma?»

Ma dato che roba è un termine generico, viene spiegato da soldi e collanine e dall’espressione groviglio dorato che non si adatta agli occhiali.

Dietrologie varie.
Mi domando questo: se lei ha bevuto il veleno perché lui ha scambiato i bicchieri, lui era lì; quindi ha visto tutto? Ha agito? Come ha capito che era suicidio?
Arriva dal cinese sapendo che lei si è suicidata, ma non sa del veleno…

Tutte queste osservazioni sono venute fuori alla seconda lettura, alla prima c'era soprattutto curiosità per l’idea divertente offuscata da un minimo di fastidio per le troppe L. Quindi bravo e continua così!
Spero di esserti stata utile. Buona scrittura!


Ciao Debora! Grazie per il commento!
Ti ringrazio per i complimenti e ancora di più per le indicazioni su cosa non è chiaro e cosa ti ha risuonato. Sempre preziosi. Mi dai diversi spunti su cui riflettere, quindi sicuramente mi sei stata utile (sii pure sempre pignola!).
I titoli di solito mi vengono una merda, ma stavolta ho provato a sperimentare qualcosa fuori dai miei soliti canoni, quindi ti ringrazio anche per il feedback su quello. Non ero sicuro funzionasse.
Alla prossima!

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Re: Al Drago D'oro c'è un cinese che...

Messaggio#16 » sabato 24 ottobre 2020, 16:58

Stefano Impellitteri ha scritto:Ciao Luca, molto piacere.
Ho già completato i commenti del mio gruppo, ne aggiungo uno sotto la tua storia perché è quello che mi è piaciuto di più tra i racconti letti. Mi è piaciuta sia la narrazione che l'idea.
Alcune osservazioni che ti hanno fatto sono corrette: ci sta lo stereotipo delle "L", però è vero che rallenta la lettura, magari avrei fatto solo la donna iniziale con quella pronuncia per portare l'idea, poi quando entra invece altri non l'hanno, è anche un modo per caratterizzare i personaggi. Il mostrato è ottimo, e te lo dice uno che predilige l'alternanza tra mostrato e raccontato perché a volte mi risulta pesante. Forse per via del taglio divertente e della poca lunghezza, invece di risultarmi pesanti ho sentito un ottimo ritmo.

Sono quì per migliorare, se avessi voglia di darmi dei consigli sul mio lavoro, non può che farmi piacere. il racconto è la fortuna nella sfortuna.
:)


Ciao Stefano, piacere mio. Sono molto contento che ti sia piaciuto e sono d'accordo sul discorso delle "L". Era da bilanciare meglio.
Interessante quello che dici del mostrato/raccontato. Può essere che la tua valutazione sia corretta. Teniamo d'occhio questa cosa per scoprire di più in merito ;)
Ti ringrazio molto per il commento, specie perché spontaneo. Ricambierò sicuramente commentando il tuo racconto al massimo delle mie possibilità e sincerità.
Alla prossima!

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Luca Nesler
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Re: Al Drago D'oro c'è un cinese che...

Messaggio#17 » sabato 24 ottobre 2020, 17:00

Edoardo Foresti ha scritto:Ciao Luca! Non devo commentarti, ma ho comunque voluto lasciarti un messaggio. Ormai ti leggo sempre volentieri e hai nuovamente dimostrato uno stile trasparente e chiaro, con una voce definita. A me l'impostazione volutamente comica e per certi versi surreale è piaciuta, ti lascio anche una postilla sulla questione delle "l": a me, e lo dico da persona attenta al politicamente corretto, non ha dato problemi vista soprattutto l'impostazione del racconto. Mio parere soggettivo, te lo lascio come feedback aggiuntivo.
Alla prossima!


Ciao Edoardo! Wow, mi fai arrossire! Mi fa molto piacere il tuo commento. Grazie per il feedback: più sono meglio è.
Sei stato davvero gentile.
Alla prossima!

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marco.roncaccia
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Re: Al Drago D'oro c'è un cinese che...

Messaggio#18 » mercoledì 28 ottobre 2020, 22:10

Ciao Luca, del tuo girone il tuo racconto è uno di quelli che mi convince di più .
- E’ chiaro nella trama e nello stile ed è divertente
- È un modo originale di trattare il tema
Tra i suoi difetti:
- lo steleotipo del cinese … l al posto di r ma soprattutto i verbi all’infinito. Non per una questione di politically correct ma per la leggibilità del testo che risulta appesantito. Una delle abilità dello scrittore, secondo me è quella di rendere il più possibile in Italiano quella che tu chiami l’atmosfera da ristorante cinese.
- Il personaggio della donna. Non si capisce a che titolo decide di aiutare il protagonista, forse qualcosa in più su di lei ce l’avresti dovuto dire..
Comunque complimenti.

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jimjams
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Re: Al Drago D'oro c'è un cinese che...

Messaggio#19 » mercoledì 28 ottobre 2020, 23:52

Ciao, Mauro.
Eh, perbacco, questo è un racconto con la "N di meNare". Ce n'è per tutti. Hai fatto un bel calderone di luoghi comuni infarciti di ironia e l'effetto mi piace. Leggendo sono riuscito a vedere la scena, sentire le voci, tanto di cappello per la narrazione, funziona bene. Con un filino di coraggio in più potevi arrivare al weird, ci manca poco. Vedi il fumo infernale e gli alberelli appesi per contrastarne il fetore, troppo bello. Insomma, forse sarò una voce isolata ma a me questo raccontaccio piace un sacco. Proprio tanto. Se proprio devo darti una spinta, eccola: esagera.

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Luca Nesler
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Re: Al Drago D'oro c'è un cinese che...

Messaggio#20 » giovedì 29 ottobre 2020, 11:07

marco.roncaccia ha scritto:Ciao Luca, del tuo girone il tuo racconto è uno di quelli che mi convince di più .
- E’ chiaro nella trama e nello stile ed è divertente
- È un modo originale di trattare il tema
Tra i suoi difetti:
- lo steleotipo del cinese … l al posto di r ma soprattutto i verbi all’infinito. Non per una questione di politically correct ma per la leggibilità del testo che risulta appesantito. Una delle abilità dello scrittore, secondo me è quella di rendere il più possibile in Italiano quella che tu chiami l’atmosfera da ristorante cinese.
- Il personaggio della donna. Non si capisce a che titolo decide di aiutare il protagonista, forse qualcosa in più su di lei ce l’avresti dovuto dire..
Comunque complimenti.


Ciao Marco, sono contento che il racconto ti abbia convinto e che sia tutto chiaro. Concordo col discorso della leggibilità. Lo terrò presente in situazioni analoghe perché è una cosa che ho sottovalutato.
Ti ringrazio per il commento!
Alla prossima!

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Luca Nesler
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Re: Al Drago D'oro c'è un cinese che...

Messaggio#21 » giovedì 29 ottobre 2020, 11:13

jimjams ha scritto:Ciao, Mauro.
Eh, perbacco, questo è un racconto con la "N di meNare". Ce n'è per tutti. Hai fatto un bel calderone di luoghi comuni infarciti di ironia e l'effetto mi piace. Leggendo sono riuscito a vedere la scena, sentire le voci, tanto di cappello per la narrazione, funziona bene. Con un filino di coraggio in più potevi arrivare al weird, ci manca poco. Vedi il fumo infernale e gli alberelli appesi per contrastarne il fetore, troppo bello. Insomma, forse sarò una voce isolata ma a me questo raccontaccio piace un sacco. Proprio tanto. Se proprio devo darti una spinta, eccola: esagera.


Ciao Mario, felice che il racconto ti sia piaciuto tanto e che tu abbia trovato la narrazione immersiva. Sono molto contento che l'effetto abbia funzionato abbastanza bene.
Rifletterò sul tuo suggerimento di esagerare. Probabilmente hai ragione.
Grazie mille del commento!
Alla prossima!

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Puch89
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Re: Al Drago D'oro c'è un cinese che...

Messaggio#22 » giovedì 29 ottobre 2020, 15:39

Ciao Luca, era da un po' che non ti leggevo.
Questo racconto trasuda grezzume sporco da tutti i porti, ed è bello proprio per questo. Il protagonista è un povero cristo, ma si rende partecipe di una situazione grottesca al limite tra la parodia e il serio, ed è una cosa che ho apprezzato un sacco.
Mi sarebbe piaciuto vedere forse qualcosa in più sul lato serioso della cosa, ma capisco che non c'era né l'intenzione né lo spazio per poterlo fare. Il discorso delle L diciamo che mi infastidisce a metà, perché forse ne hai abusato è vero, ma relegare la cosa solo alla madre e non al figlio come suggerito forse lo avrebbe privato di quella vena di demenza che a me è piaciuta tanto. Nella mia mente il santone aveva la faccia di Mr. Chao di "Una notte da leoni", ho provato a dissociarmi ma non ci sono riuscito ma il risultato è stato positivo. Davvero un bel racconto, il tema è ovviamente centrato. Un consiglio, come ti è già stato detto, la prossima volta osa di più perché questo è un genere che ti riesce bene. Alla prossima!

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Luca Nesler
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Re: Al Drago D'oro c'è un cinese che...

Messaggio#23 » giovedì 29 ottobre 2020, 20:00

Puch89 ha scritto:Ciao Luca, era da un po' che non ti leggevo.
Questo racconto trasuda grezzume sporco da tutti i porti, ed è bello proprio per questo. Il protagonista è un povero cristo, ma si rende partecipe di una situazione grottesca al limite tra la parodia e il serio, ed è una cosa che ho apprezzato un sacco.
Mi sarebbe piaciuto vedere forse qualcosa in più sul lato serioso della cosa, ma capisco che non c'era né l'intenzione né lo spazio per poterlo fare. Il discorso delle L diciamo che mi infastidisce a metà, perché forse ne hai abusato è vero, ma relegare la cosa solo alla madre e non al figlio come suggerito forse lo avrebbe privato di quella vena di demenza che a me è piaciuta tanto. Nella mia mente il santone aveva la faccia di Mr. Chao di "Una notte da leoni", ho provato a dissociarmi ma non ci sono riuscito ma il risultato è stato positivo. Davvero un bel racconto, il tema è ovviamente centrato. Un consiglio, come ti è già stato detto, la prossima volta osa di più perché questo è un genere che ti riesce bene. Alla prossima!


Ciao Alessio! Vero, era un po'. Molto lieto che ti sia piaciuto! Direi che Mr. Chao potrebbe rendere benissimo l'idea. Non ci ho pensato ma il personaggio truffaldino e sbattone ci somiglia. Per lato serioso cosa intendi? Io parto sempre con un'idea seria, ma poi i risvolti parodistici mi divertono troppo e mi faccio prendere la mano.
Cercherò di recepire il consiglio!
Grazie mille del commento!
Alla prossima!

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antico
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Re: Al Drago D'oro c'è un cinese che...

Messaggio#24 » domenica 1 novembre 2020, 20:20

Molto buono, davvero. Divertente, ben studiato e gestito. Due problemucci che però ti hanno già fatto notare: 1) la parte in cui il cinese chiede di più in caso non si trovasse all'Inferno è un pelo arzigogolata e stona in un impianto così fluido e 2) troppe L, esagerato davvero e diventa fastidioso... Un giusto compromesso poteva essere quello di fare pallare così la signola mentre il figlio avrebbe potuto recuperare la r, ma con un modo di parlare tronco ("Se ragazza in Inferno bene, ma se io fare viaggio a vuoto tu dare di più perché io incazzato"). Detto questo, per me è un pollice quasi su proprio perché sono interventi un po' più invasivi di quelli che ho chiesto a Lauro nel suo racconto.

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Luca Nesler
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Re: Al Drago D'oro c'è un cinese che...

Messaggio#25 » lunedì 2 novembre 2020, 21:12

Grazie Antico, eh sì, problematiche recepite. Un'altro contest utile e prezioso. Grazie mille del commento!

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