Ira de Dios - Moreno Marchetti
Inviato: martedì 20 ottobre 2020, 0:32
Il mio piede sprofondava a ogni passo: la sabbia di Tortuga Bay non forniva sostegno. Tra i compiti del quartiermastro, quello di paciere nelle successioni al comando era il più infame. Raggiunsi la battigia. Don Andrés l’Andaluso se ne stava in piedi nudo con il suo grosso membro rivolto verso il mare. Il suo Jolly Roger sventolava sulla Ira de Dios ancorata in rada.
-Il mare ha parlato, avrò cento anni ancora sul ponte di comando.
-Don Andrés, Ed Bounty ha scelto la spada.
-Il mare esige sangue di serpe al tramonto.
Tutto era rosso, il sole, il fuoco dei falò, l’ira del tradito e l’ira del traditore. Urla di uomini, stridore di ferro. L’Andaluso lacerò con la sua sciabola moresca le carni del ventre di Ed Bounty. Bounty Ed pieno di oppio e di rum, spinse l’Andaluso contro il cerchio di fuoco che delimitava il campo di battaglia. La polvere da sparo che impregnava i suoi vestiti si incendiò. Il Cavaliere dell’Apocalisse sferrò alla gola dell’inglese il fendente che terminò il “duelo a muerte”. La ciurma ammutolita non fece tempo a indietreggiare che il mare avanzò, si nutrì del sangue, spense le fiamme dell’Andaluso e si ritrasse.
Un acre odore di zolfo e salsedine ammorbava l’aria. Don Andrés con gli occhi iniettati di sangue, di nuovo nudo e con la sciabola ancora sguainata ci scrutò intensamente. Gli uomini erano atterriti da quello sguardo che aveva appena mandato all’inferno colui che osò contendergli il comando.
-Hombres! Il debito con il mare è stato ripagato! Il debito con la mia collera è ancora aperto. Quindici uomini seguiranno Bounty Ed negli inferi entro l’alba.
-Don Andrès, la Ira de Dios è un galeone da 32 cannoni! Serve la ciurma al suo completo per manovrare in battaglia - cercai di intercedere per l’equipaggio.
L’Andaluso se ne andò verso la sua tenda senza proferire parola.
Mi sedetti attorno al fuoco con la mia razione di rum. L’inglese era già un lontano ricordo per tutta la ciurma. I cuochi di bordo si adoperarono per arrostire i caproni selvatici catturati sull’isola e gli uomini erano intenti a bere e a cantare in onore di Don Andrés. Ma non per chiedere la grazia o implorare magnanimità: la paura della morte non albergava nei loro cuori. Le urla e i gomiti si alzavano perché era l’unica cosa che sapevano fare sulla terraferma. La notte caraibica ebbe inizio mentre i primi ubriachi cominciavano a cadere sulla spiaggia. Il mare avanzò, li prese e si ritrasse per portarli nel girone dei traditori. Prima due, poi quattro. Ancora e ancora per fermarsi solo e soltanto al “decimoquinto”.
Albeggiò presto quella mattina, l’Andaluso aveva già raggiunto la Ira de Dios a nuoto e proprio in quel momento sparò con il cannone una bordata che colpì la spiaggia sollevando la sabbia dietro di noi. Quello era il segnale! La ciurma aveva un’ora per salpare l’ancora. Diedi gli ordini agli uomini per iniziare le operazioni di imbarco. I marinai, bestemmiando, con ancora il rum in corpo, caricarono l’accampamento sulle scialuppe ed entro il tempo stabilito iniziò la manovra per lasciare Tortuga Bay.
-Spiegate il Trinchetto, il Parrocchetto e il Velaccio - gridò il nostromo, mentre mi diressi verso il castello di poppa per discutere la rotta.
-Facciamo vela verso l’Havana - rispose secco Don Andrés vedendomi entrare nell’alloggio del capitano. Riferii al timoniere.
La Ira de Dios filava veloce sulle acque oceaniche, le onde si infrangevano silenziose contro le paratie. Dopo parecchie ore di navigazione avvistammo una nave da guerra spagnola. Don Andrés l’Andaluso comparve sul ponte di comando.
-Iniziamo l’abbordaggio!
-Don Andrés, è una fregata da cento cannoni!
-Non alberga paura en el corazon de un pirata!
Sfilammo il Jolly Roger e issammo bandiera della corona spagnola. Poi iniziammo l’avvicinamento mentre gli uomini sottocoperta preparavano cannoni e polvere. Solo al tramonto riuscimmo a portarci in scia della Nuestra Señora de Atocha.
-Issate bandiera nera!
La fregata appena si accorse del pericolo virò e sparò una bordata contro di noi che squarciò parte della prua. Dall’equipaggio si elevarono grida di terrore quando il mare si aprì e si prese la nave nemica. L’Andaluso si produsse in una diabolica risata: ora avrebbe avuto davvero altri centro anni sul ponte di comando.
-Il mare ha parlato, avrò cento anni ancora sul ponte di comando.
-Don Andrés, Ed Bounty ha scelto la spada.
-Il mare esige sangue di serpe al tramonto.
Tutto era rosso, il sole, il fuoco dei falò, l’ira del tradito e l’ira del traditore. Urla di uomini, stridore di ferro. L’Andaluso lacerò con la sua sciabola moresca le carni del ventre di Ed Bounty. Bounty Ed pieno di oppio e di rum, spinse l’Andaluso contro il cerchio di fuoco che delimitava il campo di battaglia. La polvere da sparo che impregnava i suoi vestiti si incendiò. Il Cavaliere dell’Apocalisse sferrò alla gola dell’inglese il fendente che terminò il “duelo a muerte”. La ciurma ammutolita non fece tempo a indietreggiare che il mare avanzò, si nutrì del sangue, spense le fiamme dell’Andaluso e si ritrasse.
Un acre odore di zolfo e salsedine ammorbava l’aria. Don Andrés con gli occhi iniettati di sangue, di nuovo nudo e con la sciabola ancora sguainata ci scrutò intensamente. Gli uomini erano atterriti da quello sguardo che aveva appena mandato all’inferno colui che osò contendergli il comando.
-Hombres! Il debito con il mare è stato ripagato! Il debito con la mia collera è ancora aperto. Quindici uomini seguiranno Bounty Ed negli inferi entro l’alba.
-Don Andrès, la Ira de Dios è un galeone da 32 cannoni! Serve la ciurma al suo completo per manovrare in battaglia - cercai di intercedere per l’equipaggio.
L’Andaluso se ne andò verso la sua tenda senza proferire parola.
Mi sedetti attorno al fuoco con la mia razione di rum. L’inglese era già un lontano ricordo per tutta la ciurma. I cuochi di bordo si adoperarono per arrostire i caproni selvatici catturati sull’isola e gli uomini erano intenti a bere e a cantare in onore di Don Andrés. Ma non per chiedere la grazia o implorare magnanimità: la paura della morte non albergava nei loro cuori. Le urla e i gomiti si alzavano perché era l’unica cosa che sapevano fare sulla terraferma. La notte caraibica ebbe inizio mentre i primi ubriachi cominciavano a cadere sulla spiaggia. Il mare avanzò, li prese e si ritrasse per portarli nel girone dei traditori. Prima due, poi quattro. Ancora e ancora per fermarsi solo e soltanto al “decimoquinto”.
Albeggiò presto quella mattina, l’Andaluso aveva già raggiunto la Ira de Dios a nuoto e proprio in quel momento sparò con il cannone una bordata che colpì la spiaggia sollevando la sabbia dietro di noi. Quello era il segnale! La ciurma aveva un’ora per salpare l’ancora. Diedi gli ordini agli uomini per iniziare le operazioni di imbarco. I marinai, bestemmiando, con ancora il rum in corpo, caricarono l’accampamento sulle scialuppe ed entro il tempo stabilito iniziò la manovra per lasciare Tortuga Bay.
-Spiegate il Trinchetto, il Parrocchetto e il Velaccio - gridò il nostromo, mentre mi diressi verso il castello di poppa per discutere la rotta.
-Facciamo vela verso l’Havana - rispose secco Don Andrés vedendomi entrare nell’alloggio del capitano. Riferii al timoniere.
La Ira de Dios filava veloce sulle acque oceaniche, le onde si infrangevano silenziose contro le paratie. Dopo parecchie ore di navigazione avvistammo una nave da guerra spagnola. Don Andrés l’Andaluso comparve sul ponte di comando.
-Iniziamo l’abbordaggio!
-Don Andrés, è una fregata da cento cannoni!
-Non alberga paura en el corazon de un pirata!
Sfilammo il Jolly Roger e issammo bandiera della corona spagnola. Poi iniziammo l’avvicinamento mentre gli uomini sottocoperta preparavano cannoni e polvere. Solo al tramonto riuscimmo a portarci in scia della Nuestra Señora de Atocha.
-Issate bandiera nera!
La fregata appena si accorse del pericolo virò e sparò una bordata contro di noi che squarciò parte della prua. Dall’equipaggio si elevarono grida di terrore quando il mare si aprì e si prese la nave nemica. L’Andaluso si produsse in una diabolica risata: ora avrebbe avuto davvero altri centro anni sul ponte di comando.