Disco Inferno

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Fagiolo17
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Disco Inferno

Messaggio#1 » martedì 20 ottobre 2020, 0:43

Disco Inferno

Mi sporgo sul bancone superando una bionda distratta e agito una mano verso il barman.
«Cosa ti preparo?» La musica è assordante, il tunz tunz mi rimbomba nei timpani.
Sollevo indice e medio. «Due cuba libre, poco ghiaccio.»
Annuisce e riempie i bicchieri di cubetti fino all’orlo. Fanculo.
Tiro fuori dieci euro e glieli allungo.
«Mancherebbero sei euro.»
Sedici euro per due cocktail? Estraggo un’altra banconota dal portafoglio e la appoggio sul bancone appiccicaticcio. Prendo i miei cuba libre e mi ributto nella calca. Spinte, gomitate, pestoni. Sembra una rissa, non una discoteca.
«Scusate, permesso.»
Che merda di posto.
Cerco di infilarmi tra due ragazze che ballano avvinghiate, ma sono come un francobollo e la sua lettera: inseparabili. Matteo si sbraccia dal tavolino. Guarda che lo so dove siamo seduti, vorrei vedere te in questa bolgia infernale. Se continuano a spintonarmi giuro che sbarello. E poi che fetore, mi ricorda lo spogliatoio delle superiori dopo l’ora di ginnastica.
«Oh Achille, vieni che ti presento Rosaly.»
Rosaly? Che cazzo di nome è Rosaly?
«Piacere.» Vorrei stringerle la mano, fisso i bicchieri e il tavolino occupato dalle giacche. Matteo viene in mio soccorso. Afferra i cocktail, ne offre uno a Rosaly e si attacca alla cannuccia dell’altro.
Spalanco la bocca. «Uno era mio!»
«Non ti sento.» Alza le spalle senza smettere di ballare.
Matteo si avvicina a Rosaly, con il mio cuba libre sollevato sopra la testa, appoggia la mano libera sulla sua pancia nuda e la stringe. Ancheggia e il liquido nel bicchiere trasborda finendo sulla mia giacca.
«Merda Matte, sta attento!»
Mi dà le spalle e sbaciucchia il collo di Rosaly, spostando con il naso una ciocca di capelli ramati. L’unica sera in cui non prendo la macchina deve trovarsi una da portare in branda? È assurdo!
Sfilo il fazzoletto dalla tasca della giacca e lo strofino sulla macchia. Me la porto al naso. Ci vuole dell’acqua.
«Matte, vado un secondo in bagno.» Non mi considera, è troppo impegnato a tubare.
Il bagno è dal lato opposto del locale. Mi intrufolo nella folla abbassando la testa per schivare un tizio alto il doppio di me che agita i gomiti come se fosse una gallina. Ma non si vergogna?
«Cofa caffo hai da guafdafe?»
«Io non stavo–»
Mi colpisce con un pugno dritto alla mascella che mi ribalta all’indietro. La giacca finisce sotto alle suole di un ragazzetto che si dimena indiavolato. Sollevo la schiena da terra, la camicia mi frusta la pelle con uno schiocco umido. Spero non sia vomito. La mascella mi fa un male cane, la sfioro con la punta delle dita e il dolore mi esplode in tutta la bocca.
Ne ho abbastanza!
Attraverso la calca fino alla porta d’uscita. La ragazza del guardaroba, con un cerchietto con le corna da diavoletta inforcato sulla fronte, mi guarda, abbassa gli occhi e poi li rialza di scatto.
«Ehi! Dove pensi di andare?»
«Via da qui! Non ne posso più, è la peggior serata della mia vita.»
«Grazie del complimento, ma non credere che otterrai uno sconto di pena adulandomi.»
«Sconto di pena? Mi prendi per il culo? Non è proprio serata!»
Agguanto la maniglia della porta e la abbasso.
«Perché la porta non si apre?»
La ragazza mi squadra. «Perché è finta.»
Sgrano gli occhi. Prendo la maniglia con entrambe le mani e tiro con forza. Faccio un passo indietro e do una spallata all’anta. Sembra un muro di mattoni.
«È tutto inutile.» Sogghigna.
«Voglio andarmene! Non puoi obbligarmi a rimanere qui.»
«Beh, a dire la verità posso.» Spalanca le braccia verso la pista da ballo. «Benvenuto all’inferno!»
Deglutisco. «Dove?»
«Al tuo inferno personale! Non sei stato uno stinco di santo da vivo, immagino.»
«Da... da…»
«Da vivo! È il tuo primo giorno? Forse ora sei un po’ spaesato, ma non ti preoccupare, mi prederò io cura di te.»
Mi pizzica la guancia con le nocche.
«Spero apprezzerai la prossima canzone.»
Le casse strepitano le note di Disco Inferno a volume folle.
«Goditi la tua dannazione.» Mi soffia un bacio e un sorriso orribile le deforma il viso. Gli angoli delle labbra sfiorano le orecchie e i denti appuntiti scintillano alla luce dello strobo.
Faccio un passo indietro e la folla mi agguanta, mi palpa, mi trattiene in questa discoteca, dove sarà solo pianto e stridor di denti per l’eternità.
Ultima modifica di Fagiolo17 il martedì 20 ottobre 2020, 0:49, modificato 1 volta in totale.



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Re: Disco Inferno

Messaggio#2 » martedì 20 ottobre 2020, 0:49

Ecco il vincitore dell'ultima edizione! Ciao Luca! Caratteri e tempo ok, divertiti in questa LIVIO GAMBARINI EDITION!

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Emiliano Maramonte
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Re: Disco Inferno

Messaggio#3 » martedì 20 ottobre 2020, 18:46

Ciao Luca!
Ci rivediamo ancora nell'infernale Arena (e in questo caso l'aggettivo ci sta proprio bene!), e mi ha fatto molto piacere ritrovarti.
Sul racconto ho poco da dire, nel senso che mi ha strappato un paio di sorrisetti, è godibile, ben condotto, con pochissimi appunti stilistici e tecnici, anche se l'ho trovato davvero poco brillante dal punto di vista dell'intuizione, come anche il colpo di scena finale, ampiamente prevedibile sin quasi dall'inizio. Insomma, niente storia "wow", ma tutto sommato accettabile. Mi sarebbe piaciuto che riducessi un pochino la parte introduttiva a favore di un approfondimento del perché il protagonista si sia meritato la dannazione eterna: non mi è bastato che qualcuno dicesse "non sei stato uno stinco di santo in vita...".
Tema centrato.

In bocca al lupo!
Emiliano

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Pietro D'Addabbo
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Re: Disco Inferno

Messaggio#4 » mercoledì 21 ottobre 2020, 11:45

Ciao Luca,

tema rispettato, sebbene la freccia mi sembri sfiorare il cerchio dei cinque punti piuttosto che il centro del paglione.
Ci mostri infatti un neodefunto al suo primo giorno di patimenti, quindi con il protagonista già immerso nell'ambientazione infernale, mentre la traccia suggerisce un moto a luogo, un cambio quindi che nel tuo racconto avviene solo come passaggio dall'incoscienza alla piena consapevolezza del proprio stato.
Mi lascia perplesso l'entità della pena. Se è commisurata a quel che l'uomo ha fatto in vita, il suo peccato deve essere stato l'essere poco più che sgarbato, sensazione corroborata anche dalle reazioni ostili che descrivi ad ogni cosa che gli accade. Nonostante io sia un introverso avviato all'inguaribilità, metterei la firma per trovarmi in un Inferno che sia paragonabile ad una pessima serata in discoteca, pensando a quanto peggio potrei patire. Né l'immagine del sorriso della diavolessa riesce ad evocare che, in effetti, questo sia solo l'inizio.
Lo stile di scrittura lo trovo piacevole, scorrevole e senza pecche, accompagna bene il lettore fino alla fine della storia.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Fagiolo17
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Re: Disco Inferno

Messaggio#5 » mercoledì 21 ottobre 2020, 14:51

Ciao Emiliano e grazie del commento.

Credo che il fulcro di questo racconto non fosse il motivo per cui Achille è all'inferno, quanto la sua sorpresa nel rendersi conto di esserci finito e scoprirlo come una "pessima serata" in discoteca. Ognuno ha l'inferno che merita!

Sul discorso della prevedibilità invece... credo non fosse facile capire dove sarei andato a parare prima dell'incontro con la ragazza del guardaroba, perché la storia da lì in poi era totalmente diversa oltre ad eccedere di molto il numero di caratteri: Achille colpito al volto raggiungeva il bagno dove incontrava una ragazza in lacrime. Amareggiato dal successo dell'amico con Rosaly decideva di provarci e la portava fuori dal locale. La ragazza dopo alcune battute del tipo "non te lo meriti", "lasciami perdere" e via dicendo si scopriva essere una succube che lo spediva dritto all'inferno piena di sensi di colpa (motivo per cui stava piangendo poco prima.)

Sicuramente non è un racconto da wow e si poteva fare di meglio su questo sono d'accordo.

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Eugene Fitzherbert
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Re: Disco Inferno

Messaggio#6 » mercoledì 21 ottobre 2020, 15:08

Ciao, Luca,
ben trovato.
Il tuo racconto è piacevole e ben orchestrato fino alla sorpresa finale. C'è una buona scelta di dettagli, e l'ambientazione caotica della discoteca è ben resa, con il carnaio di corpi sudati e puzzolenti.
Quando il protagonista arriva dall'amico con i cocktail, mi sono disorientato perché pensavo che fosse seduto, invece era in piedi. Quando ho riletto, sono riuscito a orientarmi nuovamente. Piccola sbavatura.
Per giustificare il finale punitivo, forse sarebbe stato meglio calcare la mano sul disagio del protagonista nei confronti delle discoteche. Ma in definitiva, dice chiaramente che è un posto di merda, e me lo faccio bastare.

Alla prossima.

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Andrea76
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Re: Disco Inferno

Messaggio#7 » mercoledì 21 ottobre 2020, 15:13

Ciao Luca, quando è uscita la traccia del contest il primo istinto che ho avuto è stato quello di scrivere un racconto che avesse la stessa ambientazione del tuo. Le reminiscenze mi avevano riportato a “Dopo mezzanotte”, un vecchio numero di Dylan Dog in cui L’Indagatore dell’incubo si ritrova in un locale notturno che se non sbaglio si chiamava proprio “Inferno”. Lì pero Dylan Dog ci era finito dopo una serie di episodi sfortunati che avevano già in precedenza innalzato la temperatura della storia.
Il problema del tuo racconto è che, secondo me, non hai avuto lo spazio sufficiente per delineare un conflitto. Non basta il prezzo troppo alto dei cocktail o il fatto che l’amico rimorchi e lui no per giustificare il plot twist. Te lo dice uno che ha un’allergia per le discoteche. Ma credo che esistano Inferni peggiori. Penso a una visione a reti unificate di Temptation Island. Oppure a una cena a lume di candela con mia suocera.
Detto questo, ti salva lo stile e la tecnica narrativa immersiva di cui fai buon uso. Il racconto, nonostante tutto, scorre come acqua fresca.

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Fagiolo17
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Re: Disco Inferno

Messaggio#8 » mercoledì 21 ottobre 2020, 18:56

PietroD'Addabbo ha scritto:Ciao Luca,

tema rispettato, sebbene la freccia mi sembri sfiorare il cerchio dei cinque punti piuttosto che il centro del paglione.
Ci mostri infatti un neodefunto al suo primo giorno di patimenti, quindi con il protagonista già immerso nell'ambientazione infernale, mentre la traccia suggerisce un moto a luogo, un cambio quindi che nel tuo racconto avviene solo come passaggio dall'incoscienza alla piena consapevolezza del proprio stato.
Mi lascia perplesso l'entità della pena. Se è commisurata a quel che l'uomo ha fatto in vita, il suo peccato deve essere stato l'essere poco più che sgarbato, sensazione corroborata anche dalle reazioni ostili che descrivi ad ogni cosa che gli accade. Nonostante io sia un introverso avviato all'inguaribilità, metterei la firma per trovarmi in un Inferno che sia paragonabile ad una pessima serata in discoteca, pensando a quanto peggio potrei patire. Né l'immagine del sorriso della diavolessa riesce ad evocare che, in effetti, questo sia solo l'inizio.
Lo stile di scrittura lo trovo piacevole, scorrevole e senza pecche, accompagna bene il lettore fino alla fine della storia.


Ciao Pietro. Ho visto alcuni commenti di altri autori che hanno letto in modo molto più stringente la traccia così come hai fatto tu. Io l'ho interpretata in senso più ampio (non utilizzando la frase stessa e non raccontando l'ingresso all'inferno) e sto giudicando i racconti con questo metro. Non so se faccio bene o male o se dovrei richiedere maggiore attinenza...
In quanto alla pena, ho ipotizzato qualcosa di parecchio sgradevole per un introverso: una festa infinita, da solo, dove non puoi bere, non puoi parlare coi tuoi amici, c'è puzza di sudore e gente a caso ti prende a pugni, ti spintona e ti pesta i piedi.
Mi sembrava un inferno se non altro moderno! :P

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Fagiolo17
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Re: Disco Inferno

Messaggio#9 » mercoledì 21 ottobre 2020, 18:59

Eugene Fitzherbert ha scritto:Ciao, Luca,
ben trovato.
Il tuo racconto è piacevole e ben orchestrato fino alla sorpresa finale. C'è una buona scelta di dettagli, e l'ambientazione caotica della discoteca è ben resa, con il carnaio di corpi sudati e puzzolenti.
Quando il protagonista arriva dall'amico con i cocktail, mi sono disorientato perché pensavo che fosse seduto, invece era in piedi. Quando ho riletto, sono riuscito a orientarmi nuovamente. Piccola sbavatura.
Per giustificare il finale punitivo, forse sarebbe stato meglio calcare la mano sul disagio del protagonista nei confronti delle discoteche. Ma in definitiva, dice chiaramente che è un posto di merda, e me lo faccio bastare.

Alla prossima.


Ciao Eugene, e grazie del commento.
La frase "guarda che lo so dove siamo seduti" trae in inganno. Dovevo esprimerla diversamente! grazie dell'appunto.
Non ho avuto troppo spazio per evidenziare il suo odio per le discoteche. Speravo bastasse la sensazione di disagio a giustificarlo come un "inferno".

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Fagiolo17
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Re: Disco Inferno

Messaggio#10 » mercoledì 21 ottobre 2020, 19:03

Andrea76 ha scritto:Ciao Luca, quando è uscita la traccia del contest il primo istinto che ho avuto è stato quello di scrivere un racconto che avesse la stessa ambientazione del tuo. Le reminiscenze mi avevano riportato a “Dopo mezzanotte”, un vecchio numero di Dylan Dog in cui L’Indagatore dell’incubo si ritrova in un locale notturno che se non sbaglio si chiamava proprio “Inferno”. Lì pero Dylan Dog ci era finito dopo una serie di episodi sfortunati che avevano già in precedenza innalzato la temperatura della storia.
Il problema del tuo racconto è che, secondo me, non hai avuto lo spazio sufficiente per delineare un conflitto. Non basta il prezzo troppo alto dei cocktail o il fatto che l’amico rimorchi e lui no per giustificare il plot twist. Te lo dice uno che ha un’allergia per le discoteche. Ma credo che esistano Inferni peggiori. Penso a una visione a reti unificate di Temptation Island. Oppure a una cena a lume di candela con mia suocera.
Detto questo, ti salva lo stile e la tecnica narrativa immersiva di cui fai buon uso. Il racconto, nonostante tutto, scorre come acqua fresca.


Ciao Andrea, e grazie del commento.
Il problema che ho avuto all'inizio era creare un conflitto che spingesse a proseguire nella lettura. Non riuscendo a figurarmi nulla di adatto alla trama o sperando il lettore si incuriosisse per la serie di disavventure e per il disagio imperante e si lasciasse condurre fino al finale che spiegava il motivo di così tanta sfortuna in una sera sola.
Probabilmente Temptation Island sparato in loop come in Arancia Meccanica sarebbe stato da ban immediato da Minuti Contati per uso di immagini troppo violente!

Edoardo Foresti
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Re: Disco Inferno

Messaggio#11 » mercoledì 21 ottobre 2020, 20:13

Ciao Luca! Leggerti è sempre un piacere.
Trovo che la parte in cui il testo è meno riuscito sia relativa all'empatia verso il portatore di punto di vista: da introverso apprezzo l'idea di una discoteca come Inferno personale e capisco bene perché possa risultare sgradevole e caotico. All'atto pratico, però, non sapendo come e perché Achille sia finito lì, la sorpresa rimane tendenzialmente fine a sé stessa. Mi rendo conto che in queste prove i caratteri non siano mai abbastanza, ma avrei comunque preferito anche solo dei piccoli dettagli per contestualizzare, seminati qua e là.
Detto questo, tutto il resto funziona. Lo stile è chiaro, apprezzo sempre una narrazione così immersiva e focalizzata. Fila che è un piacere e questo è un forte punto a tuo vantaggio, visto che personalmente trovo fondamentale curare anche il lato tecnico.
Insomma, anche se poteva esserci un po' più di mordente ci sono ritmo e scorrevolezza, è una buona prova.
A presto!

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Fagiolo17
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Re: Disco Inferno

Messaggio#12 » mercoledì 21 ottobre 2020, 20:18

Edoardo Foresti ha scritto:Ciao Luca! Leggerti è sempre un piacere.
Trovo che la parte in cui il testo è meno riuscito sia relativa all'empatia verso il portatore di punto di vista: da introverso apprezzo l'idea di una discoteca come Inferno personale e capisco bene perché possa risultare sgradevole e caotico. All'atto pratico, però, non sapendo come e perché Achille sia finito lì, la sorpresa rimane tendenzialmente fine a sé stessa. Mi rendo conto che in queste prove i caratteri non siano mai abbastanza, ma avrei comunque preferito anche solo dei piccoli dettagli per contestualizzare, seminati qua e là.
Detto questo, tutto il resto funziona. Lo stile è chiaro, apprezzo sempre una narrazione così immersiva e focalizzata. Fila che è un piacere e questo è un forte punto a tuo vantaggio, visto che personalmente trovo fondamentale curare anche il lato tecnico.
Insomma, anche se poteva esserci un po' più di mordente ci sono ritmo e scorrevolezza, è una buona prova.
A presto!


Ciao Edoardo e grazie mille del commento.
Hai ragione, qualche dettaglio in più il nostro povero Achille lo avrebbe meritato. Ho cercato di creare empatia per gli avvenimenti sfortunati che gli capitano, avrei voluto avere almeno il doppio dei caratteri per dire qualcosa in più su di lui e sulla sua vita prima dell'inferno.
Grazie dei commenti sullo stile, sto cercando di migliorare da quel punto di vista per arrivare ad una forma più immersiva possibile, sono contento piano piano stia funzionando.
A presto!

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Laura Cazzari
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Re: Disco Inferno

Messaggio#13 » mercoledì 21 ottobre 2020, 20:38

Ciao Luca, mi è piaciuta la tua idea di rivisitazione dell’infermo di Dante in chiave moderna con torture moderne. L’effetto sorpresa del finale si perde perché già il titolo fa intuire dove vuoi andare a parare, avresti potuto giocare di più col colpo di scena. Anche a me sarebbe piaciuto sapere cosa ha fatto di male in vita per meritarsi la disco infermo. Comunque, tema centrato e buono lo stile.
Laura Cazzari

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Fagiolo17
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Re: Disco Inferno

Messaggio#14 » mercoledì 21 ottobre 2020, 21:18

Laura Cazzari ha scritto:Ciao Luca, mi è piaciuta la tua idea di rivisitazione dell’infermo di Dante in chiave moderna con torture moderne. L’effetto sorpresa del finale si perde perché già il titolo fa intuire dove vuoi andare a parare, avresti potuto giocare di più col colpo di scena. Anche a me sarebbe piaciuto sapere cosa ha fatto di male in vita per meritarsi la disco infermo. Comunque, tema centrato e buono lo stile.


Ciao Laura e grazie del commento.
Disco Inferno è una canzone un po' vecchiotta che mi ha dato l'idea per il racconto. Mi sembrava giusto usarla come titolo del racconto.
Non pensavo avrebbe svelato troppo riguardo alla storia.
Grazie ancora.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Disco Inferno

Messaggio#15 » mercoledì 21 ottobre 2020, 21:59

Fagiolo17 ha scritto:Ciao Pietro. Ho visto alcuni commenti di altri autori che hanno letto in modo molto più stringente la traccia così come hai fatto tu. Io l'ho interpretata in senso più ampio (non utilizzando la frase stessa e non raccontando l'ingresso all'inferno) e sto giudicando i racconti con questo metro. Non so se faccio bene o male o se dovrei richiedere maggiore attinenza...
In quanto alla pena, ho ipotizzato qualcosa di parecchio sgradevole per un introverso: una festa infinita, da solo, dove non puoi bere, non puoi parlare coi tuoi amici, c'è puzza di sudore e gente a caso ti prende a pugni, ti spintona e ti pesta i piedi.
Mi sembrava un inferno se non altro moderno! :P


Lungi da me voler essere il depositario della corretta interpretazione, era solo una sensazione mia personale, certamente coerente con l'idea che mi ha guidato nella scelta del mio racconto.
Sono d'accordo con te sul fatto che ci sia ben poco nella vita di un introverso che possa assomigliare di più ad un inferno, e te lo dice uno che per corteggiare una ragazza si è offerto di portare lei e tre amiche in discoteca e poi, di fronte alla scoperta che ci si dimenasse in una vera bolgia, si é 'friendzonato' da solo (appartandosi e addormentandosi nella veranda vista mare) placido, solitario e tranquillo fino alle 5 del mattino, quando si è svegliato in tempo per fare l'autista per il ritorno alla piccola comitiva femminile.
Purtroppo il tuo protagonista non ce lo presenti come introverso o misantropo o toccofobico, solo come infastidito. Sembra che, se non fosse per la collezione di piccole disavventure, lui in un ambiente del genere sarebbe a suo agio. La sensazione che ho avuto è di una serata per lui 'sfigata', passami il termine, dalla quale non può andar via. Non sufficiente a considerarla un inferno. A meno che, con qualche carattere in più a disposizione, non si generi la sensazione di escalation della punizione: i ballerini si cambiano, diventando motociclisti borchiati che pogano, poi il pavimento diventa prima caldo al punto di sciogliere le scarpe e poi un tappeto di porcospini, ecc... Sciogliendo la briglia alla fantasia mi avresti convinto di più.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Giacomo Puca
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Re: Disco Inferno

Messaggio#16 » sabato 24 ottobre 2020, 21:45

Ciao Fagiolo, a quanto pare è destino che io valuti i tuoi racconti!

Tema.
Centrato anche se in modo meno preciso di altri racconti "avversari". Certamente c'è l'inferno ma non ci si sofferma sul processo o il viaggio o i meccanismi dell'andarci.

Stile
Come al solito uno stile chiaro, forse un po' meno pulito del tuo solito. Ci sono un po' di errorini (che considero tali perché do per scontato che tu stia seguendo uno stile show 100%, qui e ora... cose così)

una bionda distratta. Questa è una di quelle cose border line. È al 100% un pensiero lecito del pdv, eppure ha il difetto di impedire a chi legge di "vedere" la bionda distratta perché non sappiamo in che modo pdv deduca il suo essere distratta. Essendo una cosa di poco conto, potevi tranquillamente tagliare o sostituire con qualcosa di "visuale", come una bionda imbronciata o una bionda sudata.
Lo stesso discorso vale per la frase alla fine: un sorriso orribile le deforma il viso. Gli angoli delle labbra sfiorano le orecchie e i denti appuntiti scintillano alla luce dello strobo.
Che pdv percepisca il sorriso come orribile è lecito, ma noi non lo vediamo. Ce lo mostri la frase immediatamente dopo, il che rende quel sorriso orribile che deforma il viso del tutto superfluo.

Ci sono altri difetti, più evidenti:
E poi che fetore, mi ricorda lo spogliatoio delle superiori dopo l’ora di ginnastica. Non dire che ricorda... un ricordo. → Che fetore, puzza come lo spogliatoio dopo l'ora di ginnastica ai tempi del liceo.

Frasi che sono "poco focalizzate":
Cerco di infilarmi tra due ragazze che ballano avvinghiate, ma sono come un francobollo e la sua lettera: inseparabili.
Frase particolarmente infelice. Non solo è inutile perché l'immagine è già chiara senza la parte dopo la virgola. Di peggio c'è che è un fraseggio mentale talmente assurdo che fa uscire dall'immersione. Sembra più una battuta che pdv farebbe raccontando la cosa a posteriori.
Faccio un passo indietro e la folla mi agguanta, mi palpa, mi trattiene in questa discoteca, dove sarà solo pianto e stridor di denti per l’eternità.
La prima parte è ok, ma quella chiusa "poetica"? Anche qui sembra raccontato a posteriori.
Ora, a differenza di altri io, non credo che sia un errore scegliere un pdv che ammette di raccontare una storia a posteriori, però devi prendere questa scelta da principio. Siccome hai scelto di narrare "qui e ora" non mi sembra credibile un simile pensiero mentre una massa di invasati ti trascina in una discoteca infernale.

Un paio di frasi che secondo me sono poco chiare.
Matteo si avvicina a Rosaly, con il mio cuba libre sollevato sopra la testa, appoggia la mano libera sulla sua pancia nuda e la stringe. Questa l'ho letta dieci volte, forse alla fine ho capito cosa manca: scommetto che lei è di spalle! Però io l'immaginavo non di spalle e quindi avevo questa immagine assurda del suo amico che va e le mette la mano sulla pancia, come si fa con le donne incinte XD. Ma se fosse di spalle, il pdv non vedrebbe che la pancia è nuda. Oppure l'ha già vista ma non ce l'ha detto e avrebbe dovuto per evitare incomprensioni.

L’unica sera in cui non prendo la macchina deve trovarsi una da portare in branda? È assurdo! Questa proprio non l'ho capita. Forse intendi che Achille è in macchina con Matteo e non vuole fare il terzo incomodo?

Trama
Qui ti faccio i complimenti. A differenza di "pranzo coi vicini" l'idea è più originale e interessante (e probabilmente più "personale"). Il finale mi ha sorpreso, non è prevedibile. Forse sarebbe stato interessante aggiungere anche un solo, piccolo elemento "strano" che suggerisca la situazione anomala, qualcosa che rileggendo da principio ti faccia dire "ah, vedi! Già da qui potevo capire!"

Valutazione finale.
Racconto divertente e ben scritto. Non ho ancora stilato la classifica ma sei certamente in lotta per la parte più alta. Purtroppo sono onesto e mi toccherà vederti scappare in classifica. A parte gli scherzi ottimo lavoro.

A rileggerci,
Giacomo.
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

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Fagiolo17
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Re: Disco Inferno

Messaggio#17 » domenica 25 ottobre 2020, 0:02

Giacomo Puca ha scritto:Ciao Fagiolo, a quanto pare è destino che io valuti i tuoi racconti!

Tema.
Centrato anche se in modo meno preciso di altri racconti "avversari". Certamente c'è l'inferno ma non ci si sofferma sul processo o il viaggio o i meccanismi dell'andarci.

Stile
Come al solito uno stile chiaro, forse un po' meno pulito del tuo solito. Ci sono un po' di errorini (che considero tali perché do per scontato che tu stia seguendo uno stile show 100%, qui e ora... cose così)

una bionda distratta. Questa è una di quelle cose border line. È al 100% un pensiero lecito del pdv, eppure ha il difetto di impedire a chi legge di "vedere" la bionda distratta perché non sappiamo in che modo pdv deduca il suo essere distratta. Essendo una cosa di poco conto, potevi tranquillamente tagliare o sostituire con qualcosa di "visuale", come una bionda imbronciata o una bionda sudata.
Lo stesso discorso vale per la frase alla fine: un sorriso orribile le deforma il viso. Gli angoli delle labbra sfiorano le orecchie e i denti appuntiti scintillano alla luce dello strobo.
Che pdv percepisca il sorriso come orribile è lecito, ma noi non lo vediamo. Ce lo mostri la frase immediatamente dopo, il che rende quel sorriso orribile che deforma il viso del tutto superfluo.

Ci sono altri difetti, più evidenti:
E poi che fetore, mi ricorda lo spogliatoio delle superiori dopo l’ora di ginnastica. Non dire che ricorda... un ricordo. → Che fetore, puzza come lo spogliatoio dopo l'ora di ginnastica ai tempi del liceo.

Frasi che sono "poco focalizzate":
Cerco di infilarmi tra due ragazze che ballano avvinghiate, ma sono come un francobollo e la sua lettera: inseparabili.
Frase particolarmente infelice. Non solo è inutile perché l'immagine è già chiara senza la parte dopo la virgola. Di peggio c'è che è un fraseggio mentale talmente assurdo che fa uscire dall'immersione. Sembra più una battuta che pdv farebbe raccontando la cosa a posteriori.
Faccio un passo indietro e la folla mi agguanta, mi palpa, mi trattiene in questa discoteca, dove sarà solo pianto e stridor di denti per l’eternità.
La prima parte è ok, ma quella chiusa "poetica"? Anche qui sembra raccontato a posteriori.
Ora, a differenza di altri io, non credo che sia un errore scegliere un pdv che ammette di raccontare una storia a posteriori, però devi prendere questa scelta da principio. Siccome hai scelto di narrare "qui e ora" non mi sembra credibile un simile pensiero mentre una massa di invasati ti trascina in una discoteca infernale.

Un paio di frasi che secondo me sono poco chiare.
Matteo si avvicina a Rosaly, con il mio cuba libre sollevato sopra la testa, appoggia la mano libera sulla sua pancia nuda e la stringe. Questa l'ho letta dieci volte, forse alla fine ho capito cosa manca: scommetto che lei è di spalle! Però io l'immaginavo non di spalle e quindi avevo questa immagine assurda del suo amico che va e le mette la mano sulla pancia, come si fa con le donne incinte XD. Ma se fosse di spalle, il pdv non vedrebbe che la pancia è nuda. Oppure l'ha già vista ma non ce l'ha detto e avrebbe dovuto per evitare incomprensioni.

L’unica sera in cui non prendo la macchina deve trovarsi una da portare in branda? È assurdo! Questa proprio non l'ho capita. Forse intendi che Achille è in macchina con Matteo e non vuole fare il terzo incomodo?

Trama
Qui ti faccio i complimenti. A differenza di "pranzo coi vicini" l'idea è più originale e interessante (e probabilmente più "personale"). Il finale mi ha sorpreso, non è prevedibile. Forse sarebbe stato interessante aggiungere anche un solo, piccolo elemento "strano" che suggerisca la situazione anomala, qualcosa che rileggendo da principio ti faccia dire "ah, vedi! Già da qui potevo capire!"

Valutazione finale.
Racconto divertente e ben scritto. Non ho ancora stilato la classifica ma sei certamente in lotta per la parte più alta. Purtroppo sono onesto e mi toccherà vederti scappare in classifica. A parte gli scherzi ottimo lavoro.

A rileggerci,
Giacomo.


Ciao Giacomo!

Grazie mille dei consigli sempre estremamente puntuali. Qui ho cercato di colpire col twist finale senza seminare troppo. Volevo che il povero Achille non sospettasse di essere all'inferno fino all'incontro con la diavoletta del guardaroba, e così anche il lettore!

Sono sicuro che la prossima volta sarà il mio turno di giudicare il tuo racconto!

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Mauro Lenzi
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Re: Disco Inferno

Messaggio#18 » domenica 25 ottobre 2020, 8:34

Ciao Luca,

sono qui nei panni di commentatore guest (cioè imboscato), ho pensato che avresti gradito qualche mia osservazione.
Ho letto i commenti sopra e in generale li trovo sensati.

Anche io sono stato tratto in inganno dal tavolino come Eugene. In più, alla prima battuta del barman... per quanto è evidente che il messaggio sia da barman, arriva proprio dopo un beat del protagonista e questo mi ha confuso, alla prima lettura.

Sulla questione prevedibilità o meno, io non l'ho trovato prevedibile.
Per gusto mio, lo stravolgimento finale è qualcosa che gradisco molto, ma non mi piace quando la storia è concepita come se si dovesse reggere su quello.
Ho letto che il tuo scopo non era quello di spiegare i motivi del perché il protagonista è all'inferno: eppure questo non mi ha permesso di entrare in empatia con lui. Vista l'originalità della pena è normale che il motivo susciti curiosità nel lettore. Più nel dettaglio, il protagonista è in balia degli eventi. Cosa che certamente ha senso, alla fine. Eppure questo mi ha tenuto un po' più distante dalla sua vicenda.

Particolare il fatto del "primo giorno di dannazione", ma mi ha stonato il fatto che la diavolessa destinata ad assisterlo questa cosa non la sapesse.

Ti suggerisco una possibile variante. A un certo punto lui ha la possibilità di compiere un'azione buona o una non buona (spezza la sequenza in cui è in balia degli eventi). Lui sceglie la seconda (evidenza la sua debolezza e mette un seme del perché lui è lì, anche se il lettore lo scoprirà dopo - salvo Emiliano che lo aveva già capito :D ). Questa situazione innesca che la dannazione ricominci dall'inizio e lui non ricordi nulla.
Un esempio del cavolo: la storia inizia che lui entra in discoteca e per qualche motivo si sente già stordito. Nella vicenda qualcuno ha bisogno di lui, ma lui ormai ne ha le scatole piene di quel posto e preferisce andarsene, nonostante l'avviso della guardarobiera, che lui crede che lo stia prendendo per i fondelli. Apre la porta di sicurezza, attraversa una zona di transizione, come un corridoio (con elementi a tua scelta che aumentino il suo senso di confusione e di perdita di memoria.. buio, luci, la botta che gli sale?) e quando apre la porta successiva rientra in discoteca e tutto ricomincia.
Ogni volta avrebbe la possibilità di interrompere la sua pena, se si ravvedesse. Ma non lo sa, e quindi non lo fa.

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Fagiolo17
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Re: Disco Inferno

Messaggio#19 » domenica 25 ottobre 2020, 10:32

Mauro Lenzi ha scritto:Ciao Luca,

sono qui nei panni di commentatore guest (cioè imboscato), ho pensato che avresti gradito qualche mia osservazione.
Ho letto i commenti sopra e in generale li trovo sensati.

Anche io sono stato tratto in inganno dal tavolino come Eugene. In più, alla prima battuta del barman... per quanto è evidente che il messaggio sia da barman, arriva proprio dopo un beat del protagonista e questo mi ha confuso, alla prima lettura.

Sulla questione prevedibilità o meno, io non l'ho trovato prevedibile.
Per gusto mio, lo stravolgimento finale è qualcosa che gradisco molto, ma non mi piace quando la storia è concepita come se si dovesse reggere su quello.
Ho letto che il tuo scopo non era quello di spiegare i motivi del perché il protagonista è all'inferno: eppure questo non mi ha permesso di entrare in empatia con lui. Vista l'originalità della pena è normale che il motivo susciti curiosità nel lettore. Più nel dettaglio, il protagonista è in balia degli eventi. Cosa che certamente ha senso, alla fine. Eppure questo mi ha tenuto un po' più distante dalla sua vicenda.

Particolare il fatto del "primo giorno di dannazione", ma mi ha stonato il fatto che la diavolessa destinata ad assisterlo questa cosa non la sapesse.

Ti suggerisco una possibile variante. A un certo punto lui ha la possibilità di compiere un'azione buona o una non buona (spezza la sequenza in cui è in balia degli eventi). Lui sceglie la seconda (evidenza la sua debolezza e mette un seme del perché lui è lì, anche se il lettore lo scoprirà dopo - salvo Emiliano che lo aveva già capito :D ). Questa situazione innesca che la dannazione ricominci dall'inizio e lui non ricordi nulla.
Un esempio del cavolo: la storia inizia che lui entra in discoteca e per qualche motivo si sente già stordito. Nella vicenda qualcuno ha bisogno di lui, ma lui ormai ne ha le scatole piene di quel posto e preferisce andarsene, nonostante l'avviso della guardarobiera, che lui crede che lo stia prendendo per i fondelli. Apre la porta di sicurezza, attraversa una zona di transizione, come un corridoio (con elementi a tua scelta che aumentino il suo senso di confusione e di perdita di memoria.. buio, luci, la botta che gli sale?) e quando apre la porta successiva rientra in discoteca e tutto ricomincia.
Ogni volta avrebbe la possibilità di interrompere la sua pena, se si ravvedesse. Ma non lo sa, e quindi non lo fa.


Ciao Mauro e grazie mille del commento!
Penso sfrutterò le tue dritte per sistemarlo, mi ha divertito scriverlo.
Qualcosa del tipo rivivere all'infinito la stessa serata!
Non so se rende bene sulla carta, ma nei film è spesso sfruttata!
Grazie ancora di essere passato e di aver commentato!

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Disco Inferno

Messaggio#20 » domenica 25 ottobre 2020, 20:58

Ciao Luca, piacere di leggerti.
Il testo scorre molto bene e devo dire che è molto immersivo. Sono riuscito a vivere il mood, per così dire, percepento l'atmosfera della discoteca e le sue dinamiche. Ho trovato la situazione grottesca e divertente, in un certo senso anche originale nella sua rappresentazione dell'Inferno, con ironici riferimenti alla canzone.
Forse l'unico aspetto mancante è che non si comprende il contrappasso. L'Inferno è così per tutti o solo per il protagonista? E se è così solo per lui, c'è dietro una ragione precisa? Ha fatto qualcosa in vita che lo ricollega alla discoteca? Semplice vita dissoluta? Forse un dettaglio che poteva essere colmato. Per il resto, ottima prova.

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Fagiolo17
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Re: Disco Inferno

Messaggio#21 » martedì 27 ottobre 2020, 19:47

Gabriele Dolzadelli ha scritto:Ciao Luca, piacere di leggerti.
Il testo scorre molto bene e devo dire che è molto immersivo. Sono riuscito a vivere il mood, per così dire, percepento l'atmosfera della discoteca e le sue dinamiche. Ho trovato la situazione grottesca e divertente, in un certo senso anche originale nella sua rappresentazione dell'Inferno, con ironici riferimenti alla canzone.
Forse l'unico aspetto mancante è che non si comprende il contrappasso. L'Inferno è così per tutti o solo per il protagonista? E se è così solo per lui, c'è dietro una ragione precisa? Ha fatto qualcosa in vita che lo ricollega alla discoteca? Semplice vita dissoluta? Forse un dettaglio che poteva essere colmato. Per il resto, ottima prova.


Grazie mille Gabriele.
Quando ho scritto il testo non avevo dato peso al "peccato" che aveva fatto finire il nostro povero Achille all'inferno. Avevo solo pensato di mostrare il suo disgusto per le discoteche per far capire che chi aveva deciso la pena aveva fatto un'ottima scelta. Potevo cercare di seminare perlomeno qualche indizio. Grazie dello spunto.
Sono felice invece che ti sia piaciuto lo stile immersivo.
Grazie ancora del commento e a rileggerci!

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Alfabri
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Re: Disco Inferno

Messaggio#22 » giovedì 29 ottobre 2020, 10:06

Ciao Luca, piacere di leggerti.
Il racconto scorre bene, riesce a tenere alta l'attenzione e pur non avendo un colpo di scena finale particolarmente brillante si fa apprezzare per come l'idea di fondo (un inferno personale a base di discoteca) venga seminata nel corso del racconto. Mi sarebbe piaciuto avere qualche suggerimento in più sul tipo di contrappasso vissuto dal protagonista (cosa si può fare di male nella vita per vivere una perenne discoteca nell'aldilà? Bella domanda, forse nemmeno tu hai chiara la risposta). Per il resto, posso solo aggiungere di aver trovato "bruttina" la similitudine tra le ragazze avvinghiate e lettera e francobollo. Un buon lavoro nel complesso.
Alla prossima!

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rickagram
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Re: Disco Inferno

Messaggio#23 » giovedì 29 ottobre 2020, 22:02

Già il fatto che si ambienta, in una discoteca, il mio incubo, mi spaventa parecchio. Per il resto: racconto strano ma coinvolgente! Devo dire che mi ha lasciato qualche brivido!

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antico
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Re: Disco Inferno

Messaggio#24 » venerdì 30 ottobre 2020, 9:19

Penso che il racconto raggiunga in pieno il suo obbiettivo, che è quello di presentare una scena nella quale fare immergere il lettore al pari del protagonista per poi abbandonarlo senza appiglio alcuno in un inferno come tanti e senza via di fuga. Mi è piaciuto, ma non arrivo al pollice su per via di alcune incertezze che andrebbero risolte in fase di revisione, in particolare il primo scambio di battute con il barman e la non chiarezza circa l'essere seduto o meno di Matteo. Pollice quasi su.

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