Peccato di Cera

PhilStones
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Peccato di Cera

Messaggio#1 » martedì 20 ottobre 2020, 0:53

Tutti credevano che il mio successo fosse legato alla maggiore altezza. Ma quelle non erano gara di velocità, anzi, molto era legato al caso; come l’ultima, fortunata mossa del mio proprietario.
Voleva evitare a tutti i costi la Prigione: non so a qual divinità si rivolse, ma funzionò. Tra l’altro, il Carabiniere responsabile non era al solito posto: che non avessero allentato un po’ le punizioni?
Contrassi il busto per sembrare ancora più dritto e superai il ciccione così in fretta che per poco non rotolò via. Faceva più caldo del solito, anche se, dagli indumenti gonfi dei padroni, là fuori doveva essere inverno: chi è fatto di cera come me deve prestare il doppio dell’attenzione al cambiamento delle temperature.
Via Roma era già piena di abitazioni e fui costretto a scavalcarla a piè pari, mentre in Largo Augusto c’era solo una casupola dipinta di rosso, così insignificante che avrei potuto calciarla in bocca al suo proprietario senza creare disordine. Dietro l’abitato correvano più file di binari, per infilarsi nelle lamiere lucenti della Stazione Orientale. La zona era nobile, il fiore all’occhiello della città: possibile che una misera stazione, tra l’altro la più curata, potesse intimorire a tal punto gli acquirenti?
Mi fermai davanti alla casa in attesa di ordini. Sulla strada stava crescendo via via uno strato di fuliggine. Mi inclinai un poco per guardare meglio il vicinato. Una folata di vento mi fece oscillare e scagliò per aria la polvere nera. Per produrne così tanta, dovevano esserci centinaia di locomotive tutt’intorno alla stazione, che sputavano fumo senza sosta: ma non c’erano treni nei paraggi e nemmeno nubi di vapore all’orizzonte.
Il ciccione mi raggiunse. Fece un rapido inchino e continuò: ero sempre stato in cima all’albo d’oro, ma quel gesto era troppo ossequioso per uno come lui. Prima di entrare in stazione si voltò e mi gettò un’ultima occhiata, le due macchie sul capo ben visibili anche da una via di distanza. Mi invidiava più degli altri e non incrociava mai il mio sguardo. Qualcosa non andava.
La voce del padrone mi scosse. Pregò i suoi Dei e baciò i dadi; rotolarono sul cartone alle mie spalle, tra i plichi di Imprevisti e Probabilità, che oggi erano d’insoliti colori, viola e nero. Uscì un pericoloso Due, che mi portava dritto negli Imprevisti. Sferrò un pugno sul tavolo.
Superai la Stazione Orientale per fermarmi subito dopo. Del ciccione nessuna traccia: doveva essersi nascosto in sala d’aspetto. Il mio proprietario si guardò intorno con occhi infuocati; allungò il braccio e pescò l’Imprevisto. Che io preferivo perché erano più movimentati. Lo lesse e bestemmiò. Cosa ci toccava? Perché oggi era così nervoso?
Iniziai a tremare. Tra gli altri padroni si levarono insulti ed esultanze; uno mi lanciò persino addosso una delle case che acquistammo acquistate due turni prima. Che stava succedendo?
Il mio proprietario mi sollevò tra pollice e indice e mi baciò. Alle sue spalle, un muro di fiamme si agitava oltre una porta spalancata. Dal tavolo credevo fosse solo un camino. Volevo fuggire via, ma tremavo così tanto da non poter nemmeno ragionare. Ecco cosa provava Mela quando singhiozzava.
Qualcuno degli altri doveva darmi spiegazioni: forse Fungo, che aveva passato tutto il tempo a nascondersi e ora se ne stava al sicuro in Stazione. Mi sporsi, ma un anello di fumo circondava la città e i miei compagni si distinguevano appena. Lampi magenta esplodevano in quella nebbia irreale.
Il biglietto dell’Imprevisto era nell’altra mano del padrone. Esitai, paralizzato dal terrore. Purtroppo era alla mia altezza. Lessi.
Vai all’Inferno!
Che voleva dire? Dopo centinaia di gare, le regole erano cambiate? Forse era solo un modo più colorito di chiamare la Prigione. Una lugubre risata si levò dal tavolo.
Il mio proprietario ringhiò e con il dorso dell’altra mano spazzò via tuti i suoi capitali, che caddero come foglie, sino a perdersi nel fumo. Chiuse gli occhi.
Mi scagliò verso l’esterno, nelle fiamme arrabbiate. Neanche il tempo di salutare gli altri: un imprevisto, un bacio, poi l’Inferno. Bruciai senza sciogliermi. Solo in quel momento scoprii di essere fatto di legno.

FILIPPO SASSI



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antico
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Re: Peccato di Cera

Messaggio#2 » martedì 20 ottobre 2020, 0:56

Ciao Filippo e benvenuto nell'Arena! Ok con il tempo, ma sei leggermente fuori con i caratteri (appena 5, ma sufficienti per il malus minimo!). Hai tempo fino all'una per modificare ed evitare la penalizzazione!

PhilStones
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Re: Peccato di Cera

Messaggio#3 » martedì 20 ottobre 2020, 1:34

Buona sera Antico!
Scusa Ho letto tardi. Tra l’altro vedo ora una ripetizione che avrei potuto correggere...

Comunque Word, compresa la firma, mi conteggia 4175 caratteri. Anche qua mi dice che sono sotto al numero Sacro

Grazie

Filippo

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antico
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Re: Peccato di Cera

Messaggio#4 » martedì 20 ottobre 2020, 1:43

Sì, in effetti ho preso io un abbaglio... Mi scuso, non sei in malus. Cribbio, leggevo 4247 invece di 4147...
Buona LIVIO GAMBARINI EDITION!

PhilStones
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Re: Peccato di Cera

Messaggio#5 » martedì 20 ottobre 2020, 1:53

Nessun problema
Un po’ di brivido dopo la scrittura intensa tempra la mente!
Ancora grazie per l’opportunità

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maurizio.ferrero
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Re: Peccato di Cera

Messaggio#6 » mercoledì 21 ottobre 2020, 11:43

Ciao Filippo e benvenuto!

Idea bizzarra la tua. Non sei stato l'unico che ha associato il tema del contest al Monopoli, e la cosa mi ha sorpreso parecchio. In ogni caso, dopo una fase di straniamento iniziale dovuta alla bizzarra ambientazione, si inizia a intuire la situazione abbastanza presto e se ne ha la conferma definitiva quando parli di "imprevisti e probabilità".
Il racconto mi lascia con dei dubbi. Si tratta di un esercizio di stile interessante quello di narrare il pdv di un oggetto inanimato, ma non mi è per nulla chiara la situazione esterna. Perché il "padrone" sta giocando a Monopoli in un'ambiente che sta andando a fuoco? La necessità di mantenere focalizzato il pdv ti fa giustamente evitare la risposta a questa domanda, ma l'insieme ne perde, perché non viene fornita alcuna spiegazione.
Occhio ad alcuni refusi forse dettati dalla fretta, tipo " uno mi lanciò persino addosso una delle case che acquistammo acquistate due turni prima".

A presto!

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Sirimedho
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Re: Peccato di Cera

Messaggio#7 » mercoledì 21 ottobre 2020, 12:30

In questo gruppo, un secondo racconto basato sul Monopoli: e poi non si dica che non sia un gioco affascinante!
Il tema è rispettato ancora con la carta “Vai All’Inferno”.
Mi sembra che si sia calcata un po’ troppo la mano per far pensare ad un percorso reale, di questo personaggio di cera che poi di cera non è, ma senza dare reale vita alle cose. Ad esempio, perché pensa di essere di cera?
Qualche spunto l’ho trovato interessante, come questo:
PhilStones ha scritto:Volevo fuggire via, ma tremavo così tanto da non poter nemmeno ragionare. Ecco cosa provava Mela quando singhiozzava.

Non ho capito invece perché il gioco, che evidentemente prima era più normale, si sia trasformato in demoniaco.
Il finale mi sembra che rimandi un po’ troppo al soldatino di stagno di Andersen per poterlo apprezzare.
Con questa cronistoria del viaggio del personaggio, non sono riuscito a entrare nel racconto, rimanendo troppo esterno a quegli umani così, fammi dire, bestiali che ci stanno intorno di cui però non si sa nulla.
Ultima modifica di Sirimedho il mercoledì 21 ottobre 2020, 14:36, modificato 1 volta in totale.

PhilStones
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Re: Peccato di Cera

Messaggio#8 » mercoledì 21 ottobre 2020, 14:30

Grazie dei commenti e dei suggerimenti!

- Visti i feedback, qualche indizio in più non avrebbe guastato. In particolare sulla figura dei padroni, di cui viene detto pochissimo. Ci si aspetta siano umani e per il protagonista fanno delle cose inusuali. Senza altre precisazioni il lettore potrebbe restare spaesato, invece che incuriosito.
- Ho scelto di umanizzare una pedina, in questo caso la candela, la più alta di tutte le altre e convinta di essere fatta di cera. Il padrone lancia i dadi, pregando una qualche divinità: la sorte o la scelta di un Dio fanno andare avanti la candela, fino alla fine violenta e inaspettata, dove la verità sul materiale che la compone, uguale a quello delle altre pedine, viene messa alla luce. E con lei vanno in fumo anche i capitali del suo proprietario.
Forse troppa allegoria e troppi pochi dettagli per il lettore!
- sapevo che il finale sarebbe stato simile al soldatino di stagno, ma, viste le differenti premesse, ho deciso di procedere. Non so dire se si tratti di un cliché. Nella fiaba il soldatino finisce nel fuoco per l’invidia del diavoletto, ma essendosi meritato la pietà della fatina, lei fa fondere la sua amata con lui (...sembra quasi un lieto fine..!!!)

Grazie ancora

Filippo

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Sirimedho
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Re: Peccato di Cera

Messaggio#9 » mercoledì 21 ottobre 2020, 14:40

Nella versione del Monopoli che abbiamo a casa la candela non c’è (abbiamo controllato sulla scatola), ecco perché non capivo l’altezza e la cera! E per di più i segnalini sono di metallo.
Misteri del Monopoli e le sue diecimila versioni!

Daniel Travis
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Re: Peccato di Cera

Messaggio#10 » mercoledì 21 ottobre 2020, 18:12

Idea fertile, scelta coraggiosa, esecuzione migliorabile.
Ricalco i commenti precedenti: un giro di revisione puramente formale non farebbe male al racconto. Dopo le prime righe, quando il contesto diventa effettivamente chiaro, seguire la vicenda non è un grosso problema... Finché non arriva l'Imprevisto Vai all'Inferno e la pedina viene gettata tra le fiamme. Versione molto specifica del gioco? Home rule? Giocatori dannati/demoniaci? Non so se è la fretta, ma questo finale mi è passato proprio sopra la testa, o comunque appena fuori portata.
Il finale con il narratore che muore - all'istante, oltretutto - narrando al passato remoto mi ha fatto un po' storcere il naso. Non è un monologo interiore, ma neanche un racconto fatto in universe da qualcuno; appare come puro artificio, e mi astrae un po' troppo dalla vicenda.
Resta un'idea fertile, resta una scelta coraggiosa, e resta un'esecuzione che non manca di qualche guizzo, anche formale - rivedrei il testo per riproporlo, fossi in te.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

PhilStones
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Re: Peccato di Cera

Messaggio#11 » mercoledì 21 ottobre 2020, 19:20

Sirimedho: ho proprio ragione! Mi sono documentato e anche la versione “originale” ha tante varianti... Pensavo che la candela, il fungo e la mela fossero universali, come l’alba e il tramonto!

Travis: grazie dei suggerimenti e dei problemi segnalati. Seguendo Gambarini e apprezzando la saga di Eternal War ho saputo di quest’evento e mi sono iscritto! Purtroppo erano le 22 e mi sono buttato nella scrittura senza considerare la difficoltà nel produrre un racconto breve e non avere tempo di revisionarlo. La mentalità e l’impostazione del lavoro sono differenti, così come gli obiettivi che, mea culpa, avevo sottovalutato.
Se mi permetti una domanda: cosa intendi con ‘riproporlo’?

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Debora D
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Re: Peccato di Cera

Messaggio#12 » lunedì 26 ottobre 2020, 14:46

Ciao Filippo, piacere di leggerti.
Un bel titolo che però non ho collegato al contenuto del testo. Di che peccato si parla? L'imprevisto? Il padrone che sta giocando ha fatto qualcosa?
Insolito che due concorrenti dello stesso gruppo abbiano pensato al Monopoly, questo mi dice anche quanto ormai il vecchio gioco sia all'interno del nostro pensiero.

La lettura è stata un poco lenta. Cominci bene, il modo in cui hai reso tridimensionale il tabellone del Monopoly mi è piaciuto. Dalla pesca del cartoncino degli Imprevisti in poi le cose si fanno più confuse.
Per esempio,
Tra gli altri padroni si levarono insulti ed esultanze; uno mi lanciò persino addosso una delle case
perché gli altri reagiscono così?
Bruciai senza sciogliermi. Solo in quel momento scoprii di essere fatto di legno.
Qui c’è una rottura completa della coerenza. Prima persona al passato. Ma la candela di Monopoly si è sciolta, quindi chi racconta i fatti? L’autore. Perciò la frase presente accende un fuocherello sotto alla ricerca del preziosismo.

Il personaggio PDV pensa tantissimo in tutti i modi, diretto e indiretto. Pensa un po' troppo e trattandosi di una pedina non agisce, ma subisce. Questo rende la sua vicenda meno appassionante.

Alcune osservazioni sulla forma.
Ci sono dei refusi, comprensibili visto l’orario in cui hai caricato il racconto.
qual divinità si rivolse → quale divinità. Il troncamento qual si usa di fronte a vocale.
i suoi Dei → dei non è un nome proprio, dato che lui non sa fin dall’inizio a quale divinità si appelli il suo padrone.
pescò l’Imprevisto. Che io preferivo perché erano più movimentati.→ frase un poco goffa sia nella costruzione che per quanto riguarda l’utilità nel contesto. Puro e semplice gusto mio però, quindi scegli tu se cestinare il suggerimento.

Resta infine il valore dell'esperimento, provare a immedesimarsi in un oggetto animato è molto difficile, questo denota voglia di provare e migliorarsi.
Buona scrittura, buona lettura.
Ci rivediamo in qualche video o live di Rotte Narrative

alexandra.fischer
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Re: Peccato di Cera

Messaggio#13 » martedì 27 ottobre 2020, 20:47

Tema centrato. Il Nostro, che immagino un pupazzo di cera con un’anima di legno, è il protagonista di un gioco da tavolo e finisce nel caminetto dopo aver fallito la missione di catturare un avversario grasso per conto di un Padrone (potrebbe avere qualunque età) appassionato di dadi. L’ambientazione surreale c’è (bella l’immagine della casupola rossa che l’Uomo di Cera potrebbe mangiarsi in un boccone). Il riferimento alle due stazioni sulle prime sembra indicare al Lettore un luogo fisico, ma in realtà, fanno parte del gioco. Poi, che il ciccione sia invidioso e si nasconda e il Fungo sia pavido, ci sta, per rendere ancora di più l’idea del gioco. Mi dispiace che la carriera da albo d’oro del pupazzo si concluda con il biglietto sfortunato che lo manda all’inferno. Narrazione molto alla Angela Carter. In versione rinfrescata.

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marco.roncaccia
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Re: Peccato di Cera

Messaggio#14 » mercoledì 28 ottobre 2020, 22:07

Ciao Filippo ,
un altro racconto in cui si traccia un misterioso collegamento tra monopoli e Inferno.
Del tuo racconto ho apprezzato :
- il modo in cui rendi realistiche le vicende del gioco
- la voce narrante, si lascia seguire piacevolmente nelle sue vicende di candela segnaposto
Quello che invece mi desta perplessità
- il fatto che metafore e allegorie ti fanno perdere un po’ il polso nella coerenza degli avvenimenti
- alcuni lati oscuri (il contesto in cui si svolge la partita)
A rileggerti

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jimjams
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Re: Peccato di Cera

Messaggio#15 » giovedì 29 ottobre 2020, 0:33

Ciao, Filippo.
Interessante che in un gruppo siano capitati due racconti che coinvolgono il gioco del Monopoly. Forse l'associazione prigione inferno è più naturale di quello che si possa pensare. Altrettanto interessante è notare che i due racconti sono così diversi. Per stile, con il tuo che imposta il pov sul segnalino del gioco, idea molto divertente. Per storia, anche se alla fine entrambi i racconti si imperniano sul tragico imprevisto. Al di là del confronto tutta la storia è centrata sul segnalino, sui suoi sentimenti, sulle sue vicissitudini, mentre è molto sfumata la partita vista dal padrone. Nonostante questo io credo di capire che ci sia un bel salotto, con un ricco camino, dove crepita un gran fuoco. E che i giocatori abbiamo deciso, magari per noia, di bruciare i segnalini che vanno in prigione. Be' io ho una certa immaginazione. Un trucco poteva essere quello di saltare proprio alla fine sul pov del giocatore, magari con una singola frase che chiudeva e spiegava tutto. Forse.

PhilStones
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Re: Peccato di Cera

Messaggio#16 » giovedì 29 ottobre 2020, 9:06

Grazie Marco del commento

come hai correttamente segnalato, ho spinto molto su simboli e allegorie. Visto il tema e conoscendo i romanzi di Livio ho fatto questa scelta di proposito: purtroppo ho spinto troppo sull'acceleratore!
Forse con due misteri in meno e una spiegazione in più avrei coinvolto e appagato il lettore, invece che fargli spuntare un punto interrogativo davanti agli occhi da metà brano in avanti!

Filippo

PhilStones
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Re: Peccato di Cera

Messaggio#17 » giovedì 29 ottobre 2020, 9:11

Grazie Jimjams del consiglio

Avrei potuto ridurre la seconda parte evitando di sovraccaricarla di significati nascosti e, uscita di scena la Pedina, inserire un rapido dialogo tra i Proprietari/Giocatori consegnando al lettore una chiava di lettura.
Comunque la stanza buia col camino è la stessa ambientazione a cui pensavo io nello scrivere!

Filippo

PhilStones
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Re: Peccato di Cera

Messaggio#18 » giovedì 29 ottobre 2020, 9:19

Ciao Alexandra, grazie del commento!

hai letto correttamente molti passaggi e sono felice che a qualcuno il messaggio sia arrivato... nonostante alcune mie scelte un po'... ermetiche!
Il fungo (il ciccione) è pavido e goloso; la candela è superba, felice del suo albo d'oro e convinta di essere fatta di cera. Ma il giudizio arriva per tutti, per la candela come per il suo proprietario, per l'uomo e per i suoi peccati.
Forse troppa densità in troppe poche righe e poche spiegazioni rendono difficoltosa la lettura.

Grazia ancora
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Puch89
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Re: Peccato di Cera

Messaggio#19 » giovedì 29 ottobre 2020, 16:24

Piacere di leggerti.
Avere due racconti che trattano della stessa cosa è davvero raro, ma evidentemente il tema si prestava alla cosa, perché altrimenti è assurdo. Allora, come ho detto all'autore dell'altro racconto analogo, l'ambientazione è interessante e come ha già detto Maurizio è anche un bell'esercizio di stile, quindi tanto di cappello sia per l'idea che per le intenzioni.
Però ecco, in questo caso, non volermene, ho preferito l'altro racconto per il semplice motivo che a fine lettura sono riuscito a darmi tutte le risposte che erano state sollevate durante la lettura, cosa che qui non accade. Il che è un peccato, perché la scelta è stata coraggiosa e hai proprietà di linguaggio, soprattutto una certa evocatività nelle descrizioni che in racconti del genere sono fondamentali. Ti sei un po' perso verso la fine, ma è pur vero che sta molto nella fantasia di chi legge in casi come questi.
Una buona prova, molto migliorabile, ma buona. Spero di leggere altro di tuo in futuro.

PhilStones
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Re: Peccato di Cera

Messaggio#20 » sabato 31 ottobre 2020, 13:31

Ciao Puch,
Grazie del commento e del consiglio. L’inesperienza mi ha portato ad essere troppo criptico e a sottovalutare il tempo ristretto. Dato l’incoraggiamento, farò di tutto per essere presente alla prossima sfida!
Filippo

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antico
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Re: Peccato di Cera

Messaggio#21 » domenica 1 novembre 2020, 21:05

Sembra quasi la partita a Monopoli dell'altro racconto del gruppo, quello di Mentiskarakorum. Qui c'è da lavorare su due aspetti fondanti: la parte iniziale quasi respingente, almeno fino a quando si capisce che si tratta di una partita a Monopoli, e la chiusa che rimane totalmente inspiegata con l'irrazionale che entra nella partita senza un senso apparente. Allo stato attuale sembra più un esercizio, ma ho letto le modalità di scrittura e ci sta, in così poco tempo o viene subito un'idea forte e chiara o si rischia di seguirne una troppo criptica incasinandola cercando di chiarirla. Direi un pollice ni tendente più verso il positivo, curioso di rileggerti nei prossimi mesi.

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