Paradiso perduto

Fabio84
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Paradiso perduto

Messaggio#1 » martedì 20 ottobre 2020, 0:54

Paradiso perduto

La Luce si dissolse. Buio.
Il Canto si strozzò. Urla.
Piero si sentì cadere.
Un pensiero gli si affacciò alla mente: Laura.
*
Sembrava un gabbiano annegato.
Piero si calò nello Stige fino alla cintola. L’acqua gelida gli strappò un urlo soffocato. Strinse i denti e avanzò nel pantano. Raggiunse lo scoglio dove l’angelo, che galleggiava faccia in giù, si era incagliato. Afferrò il corpo per i riccioli biondi e lo tirò verso la barca
Klaus, che lo aspettava a bordo, gli diede una mano a issarlo.
Una volta salito, Piero mise il palmo della mano davanti al naso del celestiale. Non respirava.
Le labbra del tedesco si aprirono in un sorriso. – Che ti aspettavi?
– Mi sarei stupito del contrario. – Piero ispezionò il cadavere.
Il corpo degli angeli era duro come la roccia e impenetrabile come se fosse ancora vivo.
Piero divaricò le ali e scoprì un fodero aderente la schiena, che culminava all’altezza delle scapole, con un’elsa incastonata di gemme.
Klaus si arricciò i baffi. – Abbiamo trovato un bel tesoro.
Piero estrasse la spada.
L’alone di luce bluastra che si sprigionò, diradò la nebbia che aleggiava sull’acqua e illuminò a giorno il circondario. Piero si guardò attorno: nuvole bianche galleggiavano come iceberg, chiese ridotte a macerie sporgevano appena sopra il pelo del fiume, crostoni di Eliseo, coperti di prati e fiori, emergevano come faraglioni.
Un angolo di Paradiso sprofondato all’Inferno.
Si sentì una forte zaffata di zolfo.
Delle urla gutturali si alzarono da un punto imprecisato dietro un’isola fatta di candelabri e altari.
– Non qui – sibilò Klaus, spaventato.
Piero rinfoderò la spada con un fruscio. L’oscurità si calò di nuovo attorno a loro.
*
– La spada ha conservato del potere divino. – Klaus soppesò la lama. – Il Diavolo non è riuscito a distruggere tutto il Paradiso.
Piero si accomodò sul bordo della barca. – Quell’arma sembra come Dio l’ha donata ai cherubini.
– Potremmo chiamarla AmmazzaDiavoli. Se provassero ad attaccarci avrebbero pane per i loro denti. Dobbiamo mostrarla a tutti gli altri.
Piero concesse mezzo pensiero agli altri profughi del Paradiso. Schioccò le labbra. – Potrei utilizzarla per cercare Laura.
Il tedesco esalò un sospiro. – Il tuo chiodo fisso.
Piero annuì. – Dio è morto, dobbiamo trovare qualche altro obiettivo.
Quando la Luce si era spenta all’improvviso e il coro degli Angeli aveva smesso di risuonargli nella testa, Piero non aveva rimpianto la Beatitudine. Emozioni che credeva sopite si erano fatte strada, emergendo dal suo cuore. Tra queste il ricordo di sua moglie Laura, strappata al suo amore prima in vita e poi, in maniera eterna, nella morte.
Dio non conosce pietà per i suicidi.
Klaus lo riportò al presente. – Cosa pensi di fare? Lanciarti allo sbaraglio nei gironi dell’inferno brandendo l’Ammazzadiavoli? Dovresti appena capire dov’è.
Piero rise e roteò il fodero tra le mani: – Se conserva ancora del potere, forse le regole di Dio sono ancora valide.
– E cosa ne vorresti fare?
Piero estrasse la spada dal fodero.
– Andrò direttamente da lei. – Si premette forte la lama alla gola e diede uno strappo secco.
*
Uno strillo acuto gli martoriò i timpani.
L’odore di zolfo era asfissiante.
Si guardò attorno: si trovava in una landa grigiastra e malata, al cui centro sorgeva una foresta di alberi rinsecchiti.
Il vento che spazzava i rami scheletrici, sorreggeva il volo di creature empie, dal viso di donna e dalle fattezze di falco: arpie.
Una dozzina di queste si lanciarono in picchiata su di lui.
Piero trovò a terra l’Ammazzadiavoli ma non riuscì a impugnarla: l’elsa gli bruciò le mani.
Urlò di disperazione e capì: un peccatore non sarebbe stato degno di impugnarla.
Si sentì sbattere a terra e crivellare il corpo di morsi e di graffi.
*
Si risvegliò rinchiuso nel tronco di un albero, con solo la testa che sporgeva dalla corteccia.
Il dolore che provava era così intenso che pregò di svenire.
Si guardò attorno: era nella foresta.
– Piero! – Al suo fianco, imprigionata in un altro tronco, c’era Laura. La donna piangeva sangue e lacrime. – Cosa ci fai qui?
Nonostante le fitte lancinanti si sforzò di sorridere: – Ti ho trovato, finalmente.
Sotto la sferzata del vento, i rami dei due alberi si accarezzarono.
A suo modo aveva trovato un angolo di Paradiso.



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Re: Paradiso perduto

Messaggio#2 » martedì 20 ottobre 2020, 0:57

Ciao Fabio! Caratteri e tempo ok, buona LIVIO GAMBARINI EDITION!

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Eugene Fitzherbert
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Re: Paradiso perduto

Messaggio#3 » mercoledì 21 ottobre 2020, 15:21

Ciao, Fabio,
mi pare (ma potrei sbagliarmi) che sia il primo racconto tuo che leggo. Se non fosse così, allora scusami, è che sono rincoglionito di mio.

La storia parte da un buon presupposto (non originalissimo, Supernatural vive di paradiso caduto e dio morto da almeno dodici stagioni), e lo sviluppa in chiave intima, seguendo la quest di un solo personaggio, alla ricerca della sua moglie.
Il risultato finale è dolceamaro e questa è una buona cosa. Un po' meno buona è la strada che lui percorre per arrivare fino lì. In pratica, si suicida. Perché non l'ha fatto prima?
Un'altra incongruenza, anche se un po' più piccola, è: se sono sullo Stige, stanno già all'inferno. Perché suicidarsi per arrivare a cercare la moglie, quando con la AmmazzaDiavoli può farsi strada direttamente di girone in girone?

Tecnicamente: la narrazione soffre di un po' troppo tell, come si usa dire; troppe parti raccontate e non mostrate, e soprattutto manca di alcuni dettagli che avrebbero reso la vicenda più interessante e il protagonista più vicino. Cerca sempre di non essere vago. Se un personaggio sta soffrendo, cerca di farmi sentire il suo stesso dolore. Se deve fare una decisione che lo dilania, allora, devo essere dilaniato anche io lettore.
Un'ultima cosa: la parte introduttiva, per quanto poetica e evocativa, è un po' confusa. Solo quando sono arrivato allo spiegone di metà storia, ho capito che si riferiva alla caduta del paradiso; ecco, a quel punto, non serviva neanche più, perché lo spiegone era molto più efficace per catapultarmi in mezzo alla storia.

A parte queste note a margine, mi sono goduto la lettura. Alla prossima!

Fabio84
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Re: Paradiso perduto

Messaggio#4 » mercoledì 21 ottobre 2020, 19:53

Ciao Eugene,
penso che sia la prima volta qui.
Grazie dei commenti =)
Per quanto riguarda i tuoi suggerimenti:
- non conoscevo la trama di Supernatural ma... dodici stagioni?!?! è praticamente infinito!
- per la parte del raccontato, è una cosa che devo sistemare. Se hai tempo, potresti indicarmi un paio di esempi nel testo (a parte il megaspiegone)?
- perché non si è suicidato prima: purtroppo ho tagliato molte robe dal testo. Diciamo che Piero ne ha avuto la sicurezza una volta morto non trovando la moglie in Paradiso.
- perché dallo Stige non va nel girone dei suicidi aprendosi la strada con l'ammazzadiavoli? Avrebbe impiegato troppo tempo a menare fendenti e preferiva una scorciatoia. Questo purtroppo non si evince bene: avevo cercato di metterlo con questa frase " Andrò direttamente da lei".Non mi è venuta bene.
- La parte introduttiva era per fare un aggancio in mezzo al racconto che purtroppo non ha dato l'effetto che desideravo.

Grazie e a presto!

Fabio

Eugene Fitzherbert ha scritto:Ciao, Fabio,
mi pare (ma potrei sbagliarmi) che sia il primo racconto tuo che leggo. Se non fosse così, allora scusami, è che sono rincoglionito di mio.

La storia parte da un buon presupposto (non originalissimo, Supernatural vive di paradiso caduto e dio morto da almeno dodici stagioni), e lo sviluppa in chiave intima, seguendo la quest di un solo personaggio, alla ricerca della sua moglie.
Il risultato finale è dolceamaro e questa è una buona cosa. Un po' meno buona è la strada che lui percorre per arrivare fino lì. In pratica, si suicida. Perché non l'ha fatto prima?
Un'altra incongruenza, anche se un po' più piccola, è: se sono sullo Stige, stanno già all'inferno. Perché suicidarsi per arrivare a cercare la moglie, quando con la AmmazzaDiavoli può farsi strada direttamente di girone in girone?

Tecnicamente: la narrazione soffre di un po' troppo tell, come si usa dire; troppe parti raccontate e non mostrate, e soprattutto manca di alcuni dettagli che avrebbero reso la vicenda più interessante e il protagonista più vicino. Cerca sempre di non essere vago. Se un personaggio sta soffrendo, cerca di farmi sentire il suo stesso dolore. Se deve fare una decisione che lo dilania, allora, devo essere dilaniato anche io lettore.
Un'ultima cosa: la parte introduttiva, per quanto poetica e evocativa, è un po' confusa. Solo quando sono arrivato allo spiegone di metà storia, ho capito che si riferiva alla caduta del paradiso; ecco, a quel punto, non serviva neanche più, perché lo spiegone era molto più efficace per catapultarmi in mezzo alla storia.

A parte queste note a margine, mi sono goduto la lettura. Alla prossima!

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Laura Cazzari
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Re: Paradiso perduto

Messaggio#5 » mercoledì 21 ottobre 2020, 20:38

Ciao Fabio, nota anche nel tuo racconto la citazione all’inferno di Dante. Il marito che rinuncia a un paradiso perduto per stare tra i dannati insieme alla moglie è un’immagine poetica. Il tema è centrato, ma la storia per come l’hai narrata non mi ha provocato alcun sentimento. Ci sono delle belle immagini, ma ho percepito un po’ di confusione generale e un passaggio un po’ forzato tra la prima e la seconda parte del racconto. Limando un po’ può venir fuori qualcosa di carino.
Laura Cazzari

Edoardo Foresti
Messaggi: 132

Re: Paradiso perduto

Messaggio#6 » mercoledì 21 ottobre 2020, 20:44

Ciao Fabio! Credo sia la prima volta che ti leggo, provo a dirti la mia sul testo sperando possa esserti utile.
Prima di tutto, in generale, trovo che il brano racconti un conflitto semplice ma con cui è facile empatizzare, cosa che nel mio caso è successa, ma con uno stile per certi versi traballante.
Il primissimo frammento risulta poco chiaro: non abbiamo ancora il contesto e capiamo a cosa si stia riferendo solo verso la metà del testo. La prosa risente nel complesso di uno stile non molto immersivo: ho apprezzato i dettagli sensoriali come la puzza di zolfo o l'acqua gelida, ma ci sono anche verbi filtro come "sentire" e "guardare" che creano distacco dal portatore di punto di vista. Lo stesso vale anche per le parti in "tell", che descrivono azioni invece che "mostrarle" direttamente. Questo influisce soprattutto sulla comprensione della vicenda: descrivere una breve azione invece che mostrarla non pesa troppo nel complesso, ma purtroppo lo stesso non vale se si parla di elementi importanti per comprendere il contesto.
Nel complesso ho l'impressione che la storia avrebbe giovato di caratteri aggiuntivi, il contesto fantasy rende più difficile incastrare tutti i pezzi del puzzle e aggiunge punti interrogativi nella mente del lettore che necessitano di risposte. Qui ti capisco bene, ci casco spesso pure io e mi devo sempre imporre di evitare di di scrivere in difetto d'informazioni, soprattutto quando i caratteri scarseggiano.
Detto questo la storia è riuscita a farmi empatizzare con Piero, è un conflitto che tratta un tema universale e che arriva dritto al petto del lettore. Ho anche apprezzato quei dettagli mostrati qua e là che creano atmosfera e coerenza nell'ambientazione.
A presto!

Fabio84
Messaggi: 170

Re: Paradiso perduto

Messaggio#7 » mercoledì 21 ottobre 2020, 20:53

Ciao Laura,
grazie del commento =)
Si, il riferimento è dantesco anche se penso di avere fatto casino: voelvo intendere l'Acheronte che se ricordo bene è il fiume che "porta" all'Inferno. Se fosse lo Stige sarebbero già ben dentro!
Sì, la tua impressione è corretta: il tutto è un po' confusionario. Sono partito con un'idea in testa e a un certo punto ho cambiato direzione (nell'idea originale anche il diavolo doveva essere morto, ma per mancanza di tempo ho optato per qualcosa "di più semplice" ma con ricetta un po' scadente). Da qui, credo, anche lo stacco tra la prima e la seconda parte.
Mi fa piacere che hai apprezzato certe immagini.

Ciao Edoardo,
grazie dei suggerimenti =)
Credo che sia la prima volta che mi commenti =)
Per lo stile sì, mi è stato detto anche la scorsa volta, purtroppo già ho avuto difficoltà con la trama, figuriamoci col resto...
La prima parte doveva fare da gancio alla parte intermedia, ma il risultato non è stato dei migliori.
Per quanto riguarda la parte immersiva ti chiedo se mi puoi fare un esempio del "guardare" e " sentire" su come avrei potuto farlo meglio. Sarebbe d'aiuto =)
Grazie per l'attenzione che ci hai messo

Fabio

Edoardo Foresti
Messaggi: 132

Re: Paradiso perduto

Messaggio#8 » mercoledì 21 ottobre 2020, 21:24

Fabio84 ha scritto:Ciao Laura,
grazie del commento =)
Si, il riferimento è dantesco anche se penso di avere fatto casino: voelvo intendere l'Acheronte che se ricordo bene è il fiume che "porta" all'Inferno. Se fosse lo Stige sarebbero già ben dentro!
Sì, la tua impressione è corretta: il tutto è un po' confusionario. Sono partito con un'idea in testa e a un certo punto ho cambiato direzione (nell'idea originale anche il diavolo doveva essere morto, ma per mancanza di tempo ho optato per qualcosa "di più semplice" ma con ricetta un po' scadente). Da qui, credo, anche lo stacco tra la prima e la seconda parte.
Mi fa piacere che hai apprezzato certe immagini.

Ciao Edoardo,
grazie dei suggerimenti =)
Credo che sia la prima volta che mi commenti =)
Per lo stile sì, mi è stato detto anche la scorsa volta, purtroppo già ho avuto difficoltà con la trama, figuriamoci col resto...
La prima parte doveva fare da gancio alla parte intermedia, ma il risultato non è stato dei migliori.
Per quanto riguarda la parte immersiva ti chiedo se mi puoi fare un esempio del "guardare" e " sentire" su come avrei potuto farlo meglio. Sarebbe d'aiuto =)
Grazie per l'attenzione che ci hai messo

Fabio

Ciao Fabio, è bello vedere una persona così desiderosa di migliorare. Premettendo che io per primo sono qui per imparare, provo a dirti la mia. Credo che nel complesso basti rimuovere i verbi filtro e scrivere in forma attiva. Ad esempio: "Si sentì sbattere a terra." e "Sbatté a terra." implicano la stessa cosa, ma la seconda è più immediata. Oppure in "Urlò di disperazione e capì: un peccatore non sarebbe stato degno di impugnarla.", quel "e capì" è implicito.
Mentre "Uno strillo acuto gli martoriò i timpani." funziona, perché è un frase non filtrata, per farti un altro esempio.
Comunque ripeto, con questa mentalità sei già a metà dell'opera secondo me, a presto!

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Pietro D'Addabbo
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Re: Paradiso perduto

Messaggio#9 » giovedì 22 ottobre 2020, 10:11

Ciao Fabio,

tema centrato, è stato piacevole leggerti. Il tuo racconto mi ha ricordato "Al di là dei sogni", un film meraviglioso del 1998 con Robin Williams, in cui un marito va in cerca della moglie una volta approdato nell'aldilà. Questo 'rievocare altro' però non è affatto un difetto, solo la prova di aver scelto un tema che abbia già fatto breccia in altri autori con una sensibilità simile alla tua.

Un racconto come questo però avrebbe meritato la narrazione in prima persona (un personaggio che racconta gli eventi che sta vivendo, in quanto protagonista o comprimario). Quella in terza crea un effetto spettatore riducendo l'empatia del lettore.
Il testo iniziale, così 'punteggiato', crea un effetto quasi sonoro, che mi sarebbe piaciuto in un componimento poetico a sé stante, ma funziona poco come incipit per questo racconto.
Anche le prime righe del testo vero e proprio creano una confusione che ritarda l'immersione nella storia. La tua similitudine col gabbiano infatti sarebbe stata molto più immediata e comprensibile spostando la frase dopo "incagliato", oppure rendendo il soggetto esplicito 'l'angelo' anzichè omesso. Leggendo infatti mi aspettavo una spiegazione all'immagine del gabbiano nella frase successiva e non capivo come il calarsi attivamente di Piero nel fiume lo facesse somigliare ad un gabbiano, per giunta annegato. L'angelo, il reale soggetto omesso dalla prima frase, compare solo dopo altre tre frasi.

Il dubbio che ti è stato già esposto circa la modalità della 'scorciatoia' presa da Piero per andare dalla moglie lo condivido, anche se in maniera leggermente diversa. Come si può morire quando si è già morti? Piuttosto che solo un'arma, occorrerebbe che Piero trovi anche il modo di resuscitare per poter morire di nuovo da suicida. Oppure forse gli 'esuli' del Paradiso sono tornati sulla terra con i loro corpi? In questo caso non sono riuscito a cogliere questo dettaglio.

In ogni caso, i sentimenti che metti in campo sono potenti e coinvolgenti, ho la sensazione che tu abbia le corde giuste per ottenere molto di più.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Giacomo Puca
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Re: Paradiso perduto

Messaggio#10 » giovedì 22 ottobre 2020, 20:19

Ciao Fabio, eccomi di nuovo a commentare un tuo racconto.

Tema
Centrato, anche se di trama ho avuto problemi a capire se si inizi all'inferno o ci si vada solo nel finale.

Stile
Tasto dolente, ho avuto parecchia difficoltà a seguire la storia, è tutto un po' troppo confuso, specialmente la prima parte.
Ci sono frasi poco chiare come:
-Sembrava un gabbiano annegato.
-Quell’arma sembra come Dio l’ha donata ai cherubini.

Non sono riuscito a capire se gli eventi siano narrati 5 minuti o 500 anni dopo la caduta del paradiso.
Il personaggio di Klaus è un enigma: chi è? Che ruolo ha? Pare un po' buttato lì.

Se vuoi capire degli esempi di tell, eccotene un paio:
Piero concesse mezzo pensiero agli altri profughi del Paradiso. È tell perché stai raccontando che Piero ha un pensiero. In show sarebbe direttamente un pensiero, qualcosa che ha a che fare con questi profughi. Tipo: E tutte quelle anime in paradiso? Devo aiutarle... Schioccò le labbra. – Potrei utilizzarla per cercare Laura.

Quando la Luce si era spenta all’improvviso e il coro degli Angeli aveva smesso di risuonargli nella testa, Piero non aveva rimpianto la Beatitudine. Emozioni che credeva sopite si erano fatte strada, emergendo dal suo cuore. Tra queste il ricordo di sua moglie Laura, strappata al suo amore prima in vita e poi, in maniera eterna, nella morte. È un super-tell. Dovresti architettare delle scene per far pervenire queste info. Spoiler: con 4242 caratteri non è possibile. Magari una piccola scena simbolica per Laura, che so:
Piero sfila da sotto la camicia un ciondolo. Lo apre in due, e mostra la foto a Klaus. "la vedi questa? Me l'hanno strappata in vita e adesso pure nella morte." Piero rimette a posto il ciondolo, fa cenno a Klaus di ridargli la spada. "posso rinunciare al paradiso, non a lei."

Altro esempio di tell:
Piero trovò a terra l’Ammazzadiavoli ma non riuscì a impugnarla: l’elsa gli bruciò le mani.
Urlò di disperazione e capì: un peccatore non sarebbe stato degno di impugnarla.
Si sentì sbattere a terra e crivellare il corpo di morsi e di graffi.

Resa in show, potrebbe essere (è un esempio fatto in fretta, niente di bello, solo per capirci):
L'AmmazzaDiavoli era nella terra brulla, a due passi. Si lanciò sull'elsa, la strinse. La mano sfrigolò, l'elsa era come brace, come poggiare la mano sulla piastra della stufa. Piero si guardò la mano pulsante, l'aquila istoriata a rilievo sull'elsa adesso ornava in forma di vesciche tutto il palmo. Il peccato di suicidio... un peccatore non può brandire questa spada.
Qualcosa gli esplose sul petto, potente come il calcio di un cavallo. Volò in aria, si schiantò a terra. I ciottoli spigolosi della landa gli si conficcarono nella schiena. Si toccò il petto, grondava di sangue caldo...

A un certo punto hai pure un errore di pdv: quando arriva nella landa la descrive come se la vedesse dall'alto. Ma lui è a terra, quindi quel che potrebbe vedere è la terra brulla e in lontananza degli alberi, non può certo sapere se si tratti di una foresta e men che meno che è al centro di una landa.



Trama
La trama è bella, l'idea che qualcuno rappresenti per il protagonista il paradiso, più del paradiso stesso è veramente valida. Il finale agrodolce è anch'esso interessante. Un plauso per il titolo, contiene l'ambiguità tra paradiso "vero" e Laura, nonché la citazione a Milton.
Una cosa che non ho capito: un angelo può suicidarsi? Tutta la faccenda del suicidio per andare all'inferno non è proprio chiara, anche perché già sono concetti sfuggenti, senza una spiegazione diventa difficile seguire.


Valutazione finale.
Per la seconda volta mi trovo a leggere un tuo lavoro, per la seconda volta si tratta di lavori che hanno problemi stilistici evidenti (in questo i problemi sono seri perché ostacolano molto la comprensione), eppure un'idea di base più stuzzicante e interessante della media dei racconti che ho letto fin'ora. Questa alla fine è una buona notizia, la tecnica si impara, la fantasia... molto meno temo.

Per qualsiasi cosa scrivi pure.
A rileggerci,
Giacomo.
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

Fabio84
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Re: Paradiso perduto

Messaggio#11 » giovedì 22 ottobre 2020, 21:46

Ciao Pietro,
grazie per la lettura e per i suggerimenti =)
L'immagine del gabbiano è stata messa lì per spiazzare il lettore rispetto il primo capitolo. Il risultato che si è ottenuto è stato quello "d'incagliarlo"!
Ho pensato alla tua proposta ed è meglio: inutile rallentare la lettura così tanto.
Per la scorciatoia mi rendo conto che è stata posta male. La mia idea iniziale è che la spada servisse, tra le altre cose, per punire la gente mandandola all'Inferno: un licenziamento in tronco dal Paradiso. Siccome la spada conservava ancora questo potere, Piero se lo è autoinflitto (una specie di suicidio). Cervellotico!
Grazie
ciao

Fabio
PietroD'Addabbo ha scritto:Ciao Fabio,

tema centrato, è stato piacevole leggerti. Il tuo racconto mi ha ricordato "Al di là dei sogni", un film meraviglioso del 1998 con Robin Williams, in cui un marito va in cerca della moglie una volta approdato nell'aldilà. Questo 'rievocare altro' però non è affatto un difetto, solo la prova di aver scelto un tema che abbia già fatto breccia in altri autori con una sensibilità simile alla tua.

Un racconto come questo però avrebbe meritato la narrazione in prima persona (un personaggio che racconta gli eventi che sta vivendo, in quanto protagonista o comprimario). Quella in terza crea un effetto spettatore riducendo l'empatia del lettore.
Il testo iniziale, così 'punteggiato', crea un effetto quasi sonoro, che mi sarebbe piaciuto in un componimento poetico a sé stante, ma funziona poco come incipit per questo racconto.
Anche le prime righe del testo vero e proprio creano una confusione che ritarda l'immersione nella storia. La tua similitudine col gabbiano infatti sarebbe stata molto più immediata e comprensibile spostando la frase dopo "incagliato", oppure rendendo il soggetto esplicito 'l'angelo' anzichè omesso. Leggendo infatti mi aspettavo una spiegazione all'immagine del gabbiano nella frase successiva e non capivo come il calarsi attivamente di Piero nel fiume lo facesse somigliare ad un gabbiano, per giunta annegato. L'angelo, il reale soggetto omesso dalla prima frase, compare solo dopo altre tre frasi.

Il dubbio che ti è stato già esposto circa la modalità della 'scorciatoia' presa da Piero per andare dalla moglie lo condivido, anche se in maniera leggermente diversa. Come si può morire quando si è già morti? Piuttosto che solo un'arma, occorrerebbe che Piero trovi anche il modo di resuscitare per poter morire di nuovo da suicida. Oppure forse gli 'esuli' del Paradiso sono tornati sulla terra con i loro corpi? In questo caso non sono riuscito a cogliere questo dettaglio.

In ogni caso, i sentimenti che metti in campo sono potenti e coinvolgenti, ho la sensazione che tu abbia le corde giuste per ottenere molto di più.
Ultima modifica di Fabio84 il giovedì 22 ottobre 2020, 21:57, modificato 1 volta in totale.

Fabio84
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Re: Paradiso perduto

Messaggio#12 » giovedì 22 ottobre 2020, 21:57

Ciao Giacomo,
anche questa volta grazie per il commento molto approfondito. =)

Sullo stile, sì, mi sto impegnando per migliorarlo; gli esempi sul testo mi sono d'aiuto. Perfetto, ma devo entrare nell'ordine di idee di applicarli bene.
Alcune cose non sono state esplicitate bene e quindi capisco la confusione generata: su quanto hai menzionato per la caduta del Paradiso, non avevo neanche io le idee troppo chiare e la cosa è trasparita, purtroppo.
Klaus non serve molto sull'economia del racconto.
Sull'errore del PDV in effetti è una scena aerea, non va bene.
Per la spiegazione del suicido, come da post precedente, è un po' cervellotica:
La mia idea iniziale è che la spada servisse, tra le altre cose, per punire la gente mandandola all'Inferno: un licenziamento in tronco dal Paradiso. Siccome la spada conservava ancora questo potere, Piero se lo è autoinflitto (una specie di suicidio).
Grazie per la chiusa finale: con questo genere di suggerimenti ed esercizio posso migliorare la tecnica.
Rispetto all'altra volta, per esempio, non credo di avere abusato di dialogue tag =D
Ciao e grazie

Fabio

Edit: sul tema: si inizia vicino all'inferno. Anche qui ho creato confusione: ho menzionato lo Stige (che è il fiume che si trova DENTRO l'Inferno), quando in realtà sarebbe stato corretto dire l'Acheronte (quello di Caron Dimonio), che è il fiume che segna l'ingresso all'Inferno.

Giacomo Puca ha scritto:Ciao Fabio, eccomi di nuovo a commentare un tuo racconto.

Tema
Centrato, anche se di trama ho avuto problemi a capire se si inizi all'inferno o ci si vada solo nel finale.

Stile
Tasto dolente, ho avuto parecchia difficoltà a seguire la storia, è tutto un po' troppo confuso, specialmente la prima parte.
Ci sono frasi poco chiare come:
-Sembrava un gabbiano annegato.
-Quell’arma sembra come Dio l’ha donata ai cherubini.

Non sono riuscito a capire se gli eventi siano narrati 5 minuti o 500 anni dopo la caduta del paradiso.
Il personaggio di Klaus è un enigma: chi è? Che ruolo ha? Pare un po' buttato lì.

Se vuoi capire degli esempi di tell, eccotene un paio:
Piero concesse mezzo pensiero agli altri profughi del Paradiso. È tell perché stai raccontando che Piero ha un pensiero. In show sarebbe direttamente un pensiero, qualcosa che ha a che fare con questi profughi. Tipo: E tutte quelle anime in paradiso? Devo aiutarle... Schioccò le labbra. – Potrei utilizzarla per cercare Laura.

Quando la Luce si era spenta all’improvviso e il coro degli Angeli aveva smesso di risuonargli nella testa, Piero non aveva rimpianto la Beatitudine. Emozioni che credeva sopite si erano fatte strada, emergendo dal suo cuore. Tra queste il ricordo di sua moglie Laura, strappata al suo amore prima in vita e poi, in maniera eterna, nella morte. È un super-tell. Dovresti architettare delle scene per far pervenire queste info. Spoiler: con 4242 caratteri non è possibile. Magari una piccola scena simbolica per Laura, che so:
Piero sfila da sotto la camicia un ciondolo. Lo apre in due, e mostra la foto a Klaus. "la vedi questa? Me l'hanno strappata in vita e adesso pure nella morte." Piero rimette a posto il ciondolo, fa cenno a Klaus di ridargli la spada. "posso rinunciare al paradiso, non a lei."

Altro esempio di tell:
Piero trovò a terra l’Ammazzadiavoli ma non riuscì a impugnarla: l’elsa gli bruciò le mani.
Urlò di disperazione e capì: un peccatore non sarebbe stato degno di impugnarla.
Si sentì sbattere a terra e crivellare il corpo di morsi e di graffi.

Resa in show, potrebbe essere (è un esempio fatto in fretta, niente di bello, solo per capirci):
L'AmmazzaDiavoli era nella terra brulla, a due passi. Si lanciò sull'elsa, la strinse. La mano sfrigolò, l'elsa era come brace, come poggiare la mano sulla piastra della stufa. Piero si guardò la mano pulsante, l'aquila istoriata a rilievo sull'elsa adesso ornava in forma di vesciche tutto il palmo. Il peccato di suicidio... un peccatore non può brandire questa spada.
Qualcosa gli esplose sul petto, potente come il calcio di un cavallo. Volò in aria, si schiantò a terra. I ciottoli spigolosi della landa gli si conficcarono nella schiena. Si toccò il petto, grondava di sangue caldo...

A un certo punto hai pure un errore di pdv: quando arriva nella landa la descrive come se la vedesse dall'alto. Ma lui è a terra, quindi quel che potrebbe vedere è la terra brulla e in lontananza degli alberi, non può certo sapere se si tratti di una foresta e men che meno che è al centro di una landa.



Trama
La trama è bella, l'idea che qualcuno rappresenti per il protagonista il paradiso, più del paradiso stesso è veramente valida. Il finale agrodolce è anch'esso interessante. Un plauso per il titolo, contiene l'ambiguità tra paradiso "vero" e Laura, nonché la citazione a Milton.
Una cosa che non ho capito: un angelo può suicidarsi? Tutta la faccenda del suicidio per andare all'inferno non è proprio chiara, anche perché già sono concetti sfuggenti, senza una spiegazione diventa difficile seguire.


Valutazione finale.
Per la seconda volta mi trovo a leggere un tuo lavoro, per la seconda volta si tratta di lavori che hanno problemi stilistici evidenti (in questo i problemi sono seri perché ostacolano molto la comprensione), eppure un'idea di base più stuzzicante e interessante della media dei racconti che ho letto fin'ora. Questa alla fine è una buona notizia, la tecnica si impara, la fantasia... molto meno temo.

Per qualsiasi cosa scrivi pure.
A rileggerci,
Giacomo.
Ultima modifica di Fabio84 il giovedì 22 ottobre 2020, 22:14, modificato 2 volte in totale.

Fabio84
Messaggi: 170

Re: Paradiso perduto

Messaggio#13 » giovedì 22 ottobre 2020, 21:57

Ciao Edoardo,
grazie per avermi chiarito =)
a presto

Fabio
Edoardo Foresti ha scritto:
Fabio84 ha scritto:Ciao Laura,
grazie del commento =)
Si, il riferimento è dantesco anche se penso di avere fatto casino: voelvo intendere l'Acheronte che se ricordo bene è il fiume che "porta" all'Inferno. Se fosse lo Stige sarebbero già ben dentro!
Sì, la tua impressione è corretta: il tutto è un po' confusionario. Sono partito con un'idea in testa e a un certo punto ho cambiato direzione (nell'idea originale anche il diavolo doveva essere morto, ma per mancanza di tempo ho optato per qualcosa "di più semplice" ma con ricetta un po' scadente). Da qui, credo, anche lo stacco tra la prima e la seconda parte.
Mi fa piacere che hai apprezzato certe immagini.

Ciao Edoardo,
grazie dei suggerimenti =)
Credo che sia la prima volta che mi commenti =)
Per lo stile sì, mi è stato detto anche la scorsa volta, purtroppo già ho avuto difficoltà con la trama, figuriamoci col resto...
La prima parte doveva fare da gancio alla parte intermedia, ma il risultato non è stato dei migliori.
Per quanto riguarda la parte immersiva ti chiedo se mi puoi fare un esempio del "guardare" e " sentire" su come avrei potuto farlo meglio. Sarebbe d'aiuto =)
Grazie per l'attenzione che ci hai messo

Fabio

Ciao Fabio, è bello vedere una persona così desiderosa di migliorare. Premettendo che io per primo sono qui per imparare, provo a dirti la mia. Credo che nel complesso basti rimuovere i verbi filtro e scrivere in forma attiva. Ad esempio: "Si sentì sbattere a terra." e "Sbatté a terra." implicano la stessa cosa, ma la seconda è più immediata. Oppure in "Urlò di disperazione e capì: un peccatore non sarebbe stato degno di impugnarla.", quel "e capì" è implicito.
Mentre "Uno strillo acuto gli martoriò i timpani." funziona, perché è un frase non filtrata, per farti un altro esempio.
Comunque ripeto, con questa mentalità sei già a metà dell'opera secondo me, a presto!

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Emiliano Maramonte
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Re: Paradiso perduto

Messaggio#14 » giovedì 22 ottobre 2020, 22:46

Ciao carissimo Fabio!
Sono proprio contento di rivederti qui nell'Arena. Ogni volta che compare un tuo racconto le mie aspettative sono sempre molto alte. E in larga parte non sono andate deluse. Con questo racconto però sono rimasto perplesso. L'idea di base è carina anche se non proprio originalissima (ma oggigiorno è impossibile essere davvero originali...); di solito tutte le storie che attengono alle "cose dantesche" suscitano un certo fascino. E qui sei stato abbastanza bravo a tratteggiare un Aldilà innovativo ma a suo modo tradizionale (demoni, distese desolate e sulfuree, lo Stige...). Non ha funzionato la focalizzazione del tuo mondo narrativo. Sin dalle prime battute si capisce che si è all'Inferno, ma poi la storia si stratifica e si dipana attraverso soluzioni un po' fumose che non conciliano la piena comprensione della storia. Inoltre non è facile capire il perché di certi comportamenti: il suicidio, il passaggio da un piano infernale all'altro, la morte ultraterrena... E poi mi sarebbe piaciuto saperne di più della distruzione del paradiso e della morte di Dio.
Sicuramente interessante la conclusione non proprio assimilabile a un "happy end", però tutto sommato consolatoria al punto giusto.
Peccato per uno stile incomprensibilmente impreciso e "grezzo" ("illuminò a giorno il circondario", "circondario" è un termine attinente alle vicinanze di un paese o di un territorio urbano. Potrei farti altri esempi, ma chi mi ha preceduto è stato abbastanza esauriente), e per una narrazione che poteva essere calibrata meglio sul tipo di storia che hai raccontato.
Tema preso, e racconto nel complesso godibile ma non al top, e io che ormai credo di conoscerti un pochino bene dal punto narrativo, dico che puoi fare molto meglio di così.
In bocca al lupo!
Emiliano.

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Andrea76
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Re: Paradiso perduto

Messaggio#15 » venerdì 23 ottobre 2020, 13:02

Ciao Fabio, l’idea del tuo racconto è buona. Mi piace l’ambientazione che hai ben dettagliato (nuvole come iceberg, chiese in rovina, crostoni di Eliseo, ecc.) e mi piace il desiderio del protagonista di raggiungere la moglie. Mi piace anche come hai costruito in sequenze la scena, trovo corretta la struttura che le hai dato. La storia però non mi ha coinvolto, non sono riuscito a percepire l’affanno di Piero. Come qualcun altro ti ha già scritto mancano dei dettagli sensoriali che facciano sentire al lettore lo sforzo del protagonista. Peccato perché credo che lavorando sulla prosa in questo senso, poteva venirne fuori un buon racconto. Alla prossima!

Fabio84
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Re: Paradiso perduto

Messaggio#16 » sabato 24 ottobre 2020, 15:28

Ciao Emiliano!
grazie del commento. È vero: sono stato assente per lungo periodo!
Sono stato confuso e confusionario nel fare l'ambientazione. Per quanto riguarda la morte di Dio purtroppo aveva un'idea ben chiara ma arrivato a metà mi sono reso conto che non avrei potuto svilupparla e quindi ho dato una brusca sterzata al racconto. Questo mi ha portato a fare ancora più confusione.
Le annotazioni successive sono anche corrette e soprattutto quella finale: si può fare meglio di così! =D
Ciao

FAbio
megagenius ha scritto:Ciao carissimo Fabio!
Sono proprio contento di rivederti qui nell'Arena. Ogni volta che compare un tuo racconto le mie aspettative sono sempre molto alte. E in larga parte non sono andate deluse. Con questo racconto però sono rimasto perplesso. L'idea di base è carina anche se non proprio originalissima (ma oggigiorno è impossibile essere davvero originali...); di solito tutte le storie che attengono alle "cose dantesche" suscitano un certo fascino. E qui sei stato abbastanza bravo a tratteggiare un Aldilà innovativo ma a suo modo tradizionale (demoni, distese desolate e sulfuree, lo Stige...). Non ha funzionato la focalizzazione del tuo mondo narrativo. Sin dalle prime battute si capisce che si è all'Inferno, ma poi la storia si stratifica e si dipana attraverso soluzioni un po' fumose che non conciliano la piena comprensione della storia. Inoltre non è facile capire il perché di certi comportamenti: il suicidio, il passaggio da un piano infernale all'altro, la morte ultraterrena... E poi mi sarebbe piaciuto saperne di più della distruzione del paradiso e della morte di Dio.
Sicuramente interessante la conclusione non proprio assimilabile a un "happy end", però tutto sommato consolatoria al punto giusto.
Peccato per uno stile incomprensibilmente impreciso e "grezzo" ("illuminò a giorno il circondario", "circondario" è un termine attinente alle vicinanze di un paese o di un territorio urbano. Potrei farti altri esempi, ma chi mi ha preceduto è stato abbastanza esauriente), e per una narrazione che poteva essere calibrata meglio sul tipo di storia che hai raccontato.
Tema preso, e racconto nel complesso godibile ma non al top, e io che ormai credo di conoscerti un pochino bene dal punto narrativo, dico che puoi fare molto meglio di così.
In bocca al lupo!
Emiliano.

Fabio84
Messaggi: 170

Re: Paradiso perduto

Messaggio#17 » sabato 24 ottobre 2020, 15:31

Ciao Andrea,
grazie del commento =)
Sì, all'inizio ho cercato di dedicarmi più alla trama e all'ambientazione, cioè tirare fuori l'idea e la coerenza alla storia.
Mi sono bloccato addirittura lì. Il resto è stato cercare di mettere una pezza qua e là con i risultati che hai evidenziato.
Per la parte di coinvolgimento sì, me ne sono reso conto rileggendo il giorno dopo che insomma il tutto era un po' freddino nonostante si fosse all'inferno...
ciao e grazie

Fabio
Andrea76 ha scritto:Ciao Fabio, l’idea del tuo racconto è buona. Mi piace l’ambientazione che hai ben dettagliato (nuvole come iceberg, chiese in rovina, crostoni di Eliseo, ecc.) e mi piace il desiderio del protagonista di raggiungere la moglie. Mi piace anche come hai costruito in sequenze la scena, trovo corretta la struttura che le hai dato. La storia però non mi ha coinvolto, non sono riuscito a percepire l’affanno di Piero. Come qualcun altro ti ha già scritto mancano dei dettagli sensoriali che facciano sentire al lettore lo sforzo del protagonista. Peccato perché credo che lavorando sulla prosa in questo senso, poteva venirne fuori un buon racconto. Alla prossima!

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Paradiso perduto

Messaggio#18 » domenica 25 ottobre 2020, 21:07

Ciao Fabio, piacere di leggerti.
Il tuo racconto è parecchio suggestivo. Sia nelle immagini che hai creato (una su tutte quella dell'angelo che galleggia a faccia in giù) e sia nel contesto che viene appena accennato (una guerra letterale tra il Diavolo e Dio, con il Paradiso che viene distrutto).
Questo ha fatto sì che sia la parte iniziale che quella finale fossero davvero sublimi.
Il problema di questo racconto sta tutto nella parte centrale. Ci sono infatti molte cose che non mi tornano.
1) non si capisce se i due protagonisti abbiano difeso Dio oppure l'abbiano attaccato. Questo dubbio emerge dalla frase "dobbiamo cambiare obiettivo" dopo aver parlato della morte di Dio. Dio era un loro obiettivo? Perché fino a quel momento era parso fossero tra i profughi del Paradiso e quindi suoi difensori;
2) i due protagonisti sono morti o sono vivi? Se sono vivi, come possono essere arrivati al Paradiso? Se sono morti, può un morto suicidarsi? Anche qui non si ha risposta;
3) perché dopo essersi ucciso, il protagonista si ritrova di nuovo con la Ammazzadiavoli con sé?

Insomma, ci sono dei punti oscuri che non mi hanno fatto godere al massimo le potenzialità del racconto. Attendo tue delucidazioni. Intanto, buona prova in ogni caso.

Fabio84
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Re: Paradiso perduto

Messaggio#19 » martedì 27 ottobre 2020, 22:06

Ciao Gabriele,
Grazie del commento! =)
Riguardo i punti che hai annotato:
1) ho riletto la frase ed effettivamente è spaesante. Per come la intendevo io i protagonisti erano dei beati che passavano il loro paradiso beandosi di Dio, della sua luce e del canto degli angeli. Finché il paradiso non è crollato e si sono trovati privi di questo è hanno dovuto sopravvivere e reinventarsi. Detto questo la frase “cambiare obiettivo” è fuorviante. Sarebbe andato meglio una cosa del tipo “Ora che non possiamo più bearci di Dio, dobbiamo trovare uno scopo nell’aldilà.
2) i protagonisti sono morti e sono andati in Paradiso da Beati. Sono rimasto lì finche il paradiso non è crollato sull’inferno. Può un beato morire? Diciamo una via di mezzo...
[quote=“Fabio84”]
La mia idea iniziale è che la spada servisse, tra le altre cose, per punire la gente mandandola all'Inferno: un licenziamento in tronco dal Paradiso. Siccome la spada conservava ancora questo potere, Piero se lo è autoinflitto (una specie di suicidio)[/quote]

3. Diciamo che l’ammazzadiavoli diventa una specie di scorciatoia/teletrasporto verso il girone dei suicidi. Ci ho pensato anche io se dovesse sparire e rimanere con Klaus ma alla fine ho concluso che sarebbe venuta con lui come si fosse veramente trasportato li. Un po’ labile. Era meglio lasciare stare la spada li dov’era!

Spero che questi punti abbiano un po’ chiarito anche se, come hai notato, ci sono alcune parti scricchiolanti.
Ciao e grazie!

Fabio

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rickagram
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Re: Paradiso perduto

Messaggio#20 » mercoledì 28 ottobre 2020, 17:05

Sbaglio a definire il tuo racconto un Fantasy/Soprannaturale? Non sono mai stato un fan del genere ma sinceramente, vorrei leggere una versione completa di questo racconto. Il tema mi pare molto interessante, lo sviluppo della trama è buono e in pochissimo tempo sei riuscito anche a caratterizzare discretamente i personaggi. Non noto errori significativi ma in ogni caso direi anche qui 9/10. Se divenisse prima o poi un libro completo potrei rivalutarlo e dargli un bel 10/10

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Alfabri
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Re: Paradiso perduto

Messaggio#21 » giovedì 29 ottobre 2020, 12:10

Ciao Fabio, piacere di leggerti.
L'aspetto che mi ha lasciato sin da subito interdetto é uno: com'é possibile che un defunto del Paradiso possa togliersi la vita e passare all'inferno? Mi pare una grossa pecca che faccio fatica a giustificarmi. Peraltro la sua pare una morte vera, venendo spedito nel girone "dantesco" dei suicidi. Per il resto, bella l'idea (l'amore terreno che va oltre l'amore eterno) e perlopiú piacevole lo stile (la metafora angelo gabbiano incagliato nelle acque mi é piaciuta molto). Avrei gradito sapere qualcosa in più del rapporto tra il protagonista e Laura. Buona prova.
Alla prossima!

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antico
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Re: Paradiso perduto

Messaggio#22 » venerdì 30 ottobre 2020, 9:20

Forse la ricerca della moglie perduta dovrebbe essere più centrale nel racconto mentre la introduci solo una volta torvato il corpo dell'Angelo e la sua spada. Vero: il suo nome compare già nell'intro, ma poi passa troppo tempo, in rapporto alla dimensione del racconto, prima che tu torni a parlarne introducendola ufficialmente. Nel mentre ci hai fatto mostrato stralci di un combattimento immane nell'Aldilà con conseguente morte di Dio e il lettore si concentra in quella direzione. Poi il suicidio (da giustificare perché il suicidio da morti è difficile da accettare) e la chiusa, bella, ma a quel punto difficile da fare vivere con il giusto pathos a chi legge. Insomma, da riequilibrare, ma lo stile è sempre il tuo: frizzante e leggero, brillante e solido. Direi un pollice tendente verso l'alto, non brillante, ma neppure al pelo.

Fabio84
Messaggi: 170

Re: Paradiso perduto

Messaggio#23 » lunedì 9 novembre 2020, 21:31

Ciao Fabrizio,
grazie per il commento =)
Sì la questione del suicidio è "spinosa", non è troppo chiara ed è al limite della coerenza. Avrei dovuto lavorarci più sopra o darle comunque più solidità.

Ciao Antico,
grazie per i suggerimenti!
È vero: la moglie avrebbe dovuto essere più centrale ma nella mia idea originale il focus principale doveva essere un altro. Purtroppo non sono riuscito a seguire appieno il filone e quindi il risultato è un po' moscio.
Il suicidio è la parte più spinosa ed è difficile da incastrare. Avrei dovuto lavorarci più riguardo (come tante altre cose =p)!

A presto

Fabio

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