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Gruppo ESERCITI DEI SANTI: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 20 ottobre 2020, 2:14
da antico
BENVENUTI ALLA LIVIO GAMBARINI EDITION, LA SECONDA DELL'OTTAVA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 146° ALL TIME!Questo è il gruppo ESERCITI DEI SANTI della LIVIO GAMBARINI EDITION con LIVIO GAMBARINI nelle vesti di Guest Star. Gli autori del gruppo ESERCITI DEI SANTI dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo VITA NOVA.
I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo OTTONE VISCONTI. Questo è un gruppo da NOVE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da LIVIO GAMBARINI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo all'occorrenza per eccesso. Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti
RANK D'ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso del
RANK DELLA SETTIMA ERA (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nel corso dell'Era in corso e della SETTIMA sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Importante accorgimento: in quest'Era il gruppo con il Leader della classifica non potrà mai essere quello con più racconti, motivo per cui quando ci sarà un numero diverso di racconti per gruppo, come in questa edizione, gli ultimi racconti verranno assegnati saltandolo.
E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo ESERCITO DEI SANTI:Disco Inferno, di Luca Fagiolo, ore 00.49, 4198 caratteri
Paradiso perduto, di Fabio Aloisio, ore 00.54, 4214 caratteri
Associazione Donatori di Eieculato, di Wladimiro Borchi, ore 23.52, 4170 caratteri
Il cappello, di Isabella Valerio, ore 00.19, 3125 caratteri
La pena dello smistamento, di Andrea Partiti, ore 22.47, 4092 caratteri
Il suggerimento, di Eleonora Rossetti, ore 23.36, 4186 caratteri
L'Inferno, di Arianna D’Angelo, ore 23.52, 3362 caratteri
Lo sfogo di Paperino, di Riccardo Olago, ore 23.49, 4219 caratteri
La fortuna nella sfortuna, di Stefano Impellitteri, ore 00.31, 4230 caratteri
Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 29 OTTOBRE per commentare i racconti del gruppo VITA NOVA. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 30 OTTOBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo VITA NOVA e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora:
date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro. Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo. Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la
classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo VITA NOVA.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti. BUONA LIVIO GAMBARINI EDITION A TUTTI!
Re: Gruppo ESERCITI DEI SANTI: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 21 ottobre 2020, 20:42
da Laura Cazzari
Complimenti a tutti ragazzi per come avete saputo interpretare il tema.
Ecco la mia classifica e a seguire i commenti.
1. Il cappello, di Isabella Valerio
2. L’inferno, di Arianna D’Angelo
3. Disco Inferno, di Luca Fagiolo
4. Paradiso perduto, di Fabio Aloisio
5. La pena dello smistamento, di Andrea Partiti
6. Il suggerimento, di Eleonora Rossetti
7. Associazione Donatori di Eieculato, di Wladimiro Borchi
8. La fortuna nella sfortuna, di Stefano Impellitteri,
9. Lo sfogo di Paperino, di Riccardo Olago
Disco Inferno, di Luca Fagiolo
Ciao Luca, mi è piaciuta la tua idea di rivisitazione dell’infermo di Dante in chiave moderna con torture moderne. L’effetto sorpresa del finale si perde perché già il titolo fa intuire dove vuoi andare a parare, avresti potuto giocare di più col colpo di scena. Anche a me sarebbe piaciuto sapere cosa ha fatto di male in vita per meritarsi la disco infermo. Comunque, tema centrato e buono lo stile.
Paradiso perduto, di Fabio Aloisio
Ciao Fabio, nota anche nel tuo racconto la citazione all’inferno di Dante. Il marito che rinuncia a un paradiso perduto per stare tra i dannati insieme alla moglie è un’immagine poetica. Il tema è centrato, ma la storia per come l’hai narrata non mi ha provocato alcun sentimento. Ci sono delle belle immagini, ma ho percepito un po’ di confusione generale e un passaggio un po’ forzato tra la prima e la seconda parte del racconto. Limando un po’ può venir fuori qualcosa di carino.
Associazione Donatori di Eieculato, di Wladimiro Borchi,
Ciao Wladimiro è un piacere tornare a leggerti. Sicuramente il tema dell’inferno c’è e gli hai anche dato una tua interpretazione fuori dal comune e piuttosto esilarante. Il paragone dell’inferno col mondo attuale fa riflettere. Tuttavia, questa volta non hai centrato il colpo secondo me. Il racconto è un po’ piatto senza grandi guizzi. So che sei capace di fare molto meglio.
Il cappello, di Isabella Valerio,
Ciao Isabella, piacere di rileggerti. Le tue descrizioni iniziali mi piacciono sempre. Mi piace come hai descritto le colpe del medico e la giustizia che gira sulla terra con un cappello che rivela i peccati. Ricorda un pochino il cappello di Harry Potter. Il tema c’è.
Trovo solo una piccola incongruenza, la contadina gli mette il cappello e poi dici che lui lo indossò, ma ce l’aveva già in testa… non è chiaro. Qui invece manca un apostrofo “Era un inevitabile quadratura”
Nel complesso comunque una buona prova.
La pena dello smistamento, di Andrea Partiti,
Ciao Andrea, la tua immagine dell’inferno l’ho trovata molto ironica e teatralmente estremizzata. Il tema c’è.
Il passaggio dove dice di essere un disinfestatore è esilarante. Mi piace che tu abbia scelto di descrivere tutto con un dialogo. Tuttavia, all’inizio è davvero troppo frammentato e ridondante. Smorza il ritmo della narrazione, anche sul finale secondo me potevi fare di meglio. Il passaggio che diche che non conta se non vede le anime che ha sterminato non mi è chiaro. Da migliorare
Il suggerimento, di Eleonora Rossetti
Ciao Eleonora, piacere di rileggerti. Allora non si può dire che nel tuo racconto non ci sia il tema richiesto! Appena ho iniziato a leggere il tuo racconto ho pensato “finalmente un racconto che non è ambientato all’inferno”. Il tuo stile di scrittura mi piace, è fluido e immersivo, ma la storia che hai scelto di raccontare non mi convince. Prima il protagonista dice che cerca di vedere il buono in tutti e poi in invece gli brucia tanto da andare all’inferno e tornare completamente trasformato? Per me non fila molto il passaggio.
L'Inferno, di Arianna D’Angelo,
Ciao Arianna, devo dire che il tuo racconto mi è piaciuto. Ho apprezzato l’argomento che hai scelto di trattare e come hai svolto il tema richiesto. Solo non mi sono chiari alcuni passaggi, parli di rivincita per sé e per tutti, ma in realtà alla fine non vince nessuno. E non capisco il motivo della permanenza in aula della protagonista se aveva già deciso di farla finita; voleva provare a vedere se le cose sarebbero cambiate da sole? Comunque, buona prova.
Lo sfogo di Paperino, di Riccardo Olago,
Ciao Riccardo, benvenuto nell’arena. Il titolo del tuo racconto ha attirato subito la mia attenzione. Sicuramente hai scelto un modo originale per interpretare il tema. Ammetto tuttavia, che vedere il mio personaggio preferito così sboccato mi ha un po’ turbata. Purtroppo, il tuo racconto manca un po’ di grinta. I dialoghi sono piatti e senza nessun guizzo particolare. Il racconto non scorre fluido e la storia alla fine non lascia molto al lettore. Ci sono passata anche io le prime volte su questa arena, ma se tieni a mente i consigli di chi è nella tua stessa barca migliorerai sicuramente. Non mollare e alla prossima.
Occhio ai refusi: “Continuò allegra Zio Paperone”; “Attaccò paperino”. Qui, invece, parenti è famiglia è un po’ ridondante: parenti né amici né tanto meno una famiglia.
La fortuna nella sfortuna, di Stefano Impellitteri,
Ciao Stefano, benvenuto nell’Arena. Come primo racconto devo dire che non è male, sei riuscito a creare una storia che stesse nei caratteri, con un inizio e una fine. Il tema è appena sfiorato secondo me. Alcuni passaggi descrittivi non ti sono riusciti appieno. Come ad esempio questa frase: Il silenzio dei loro pensieri fece affiorare grida strazianti dai piani di sotto, urla che mentre parlavano non erano distinguibili.
L’ultima frase è ridondante non serviva. Inoltre, secondo me c’è un buco narrativo, ossia come è possibile che i diavoli abbiamo il fascicolo con tutta la vita del delinquente, ma non sappiano che è stata la moglie a fargli quello? Da migliorare, ma un buon primo tentativo.
Re: Gruppo ESERCITI DEI SANTI: Lista racconti e classifiche
Inviato: venerdì 23 ottobre 2020, 13:15
da Andrea76
Salve e complimenti a tutti per i racconti, in ognuno dei quali ho trovato qualcosa di buono.
Ecco i miei commenti in ordine di classifica:
1) ASSOCIAZIONE DONATORI DI EIACULATO, di Wladimiro Borchi
Ciao Wladimiro, il tuo racconto mi ha divertito. È scritto in una maniera che lo rende altamente credibile, nonostante la situazione descritta che in ogni caso rispetta il tema del contest.
L’idea che l’Inferno sia più divertente del Paradiso è qualcosa di già sentito. Tu però la metti in scena bene con la smaterializzazione di Francesca per via della Messa in suo suffragio fatta dalla madre. Basta un pensiero impuro per guadagnarsi la dannazione eterna. Mi è piaciuto molto questo finale.
2) IL SUGGERIMENTO, di Eleonora Rossetti
Ciao Eleonora, il tuo racconto mi è piaciuto per il cambiamento che riesci ad innescare nel protagonista. Considerato il limite di battute, lo hai reso credibile attraverso il passaggio all’Inferno. Nonostante manchi di una vera e propria immersione nella prima parte, la storia scivola via grazie a un linguaggio secco che non la appesantisce, anzi. Ho trovato però non chiarissima la scena all’Inferno. Di chi è la voce? Forse sono io a non aver capito, ma credo sia importante sapere chi sia perché è da lì che si snoda la vicenda. Quel passaggio è nebuloso, almeno per me. Per il resto, ti ho letto con piacere.
3) LA FORTUNA NELLA SFORTUNA, di Stefano Impellitteri
Ciao Stefano, il tuo racconto è ben scritto e personalmente ho trovato che abbia i dettagli che debba avere. Non toglierei né aggiungerei nulla, salva forse una descrizione più precisa della trasformazione iniziale di Furcus. Trattandosi dell’incipit sarebbe stato più efficace soffermarsi su cosa effettivamente cambia del suo aspetto. L’ho trovato un racconto chiaro e scorrevole, senza grossi intoppi nel flusso di lettura. Il plot twist però risente dello “spiegone” finale che sbattuto lì, in una battuta troppo lunga, fa perdere un po’ di mordente al racconto. Per il resto una buona prova.
4) DISCO INFERNO, di Luca Fagiolo
Ciao Luca. Il problema del tuo racconto, secondo me, è che non hai avuto lo spazio sufficiente per delineare un conflitto. Non basta il prezzo troppo alto dei cocktail o il fatto che l’amico rimorchi e lui no per giustificare il plot twist. Te lo dice uno che ha un’allergia per le discoteche. Ma credo che esistano Inferni peggiori. Penso a una visione a reti unificate di Temptation Island. Oppure a una cena a lume di candela con mia suocera.
Detto questo, ti salva lo stile e la tecnica narrativa immersiva di cui fai buon uso. Il racconto, nonostante tutto, scorre come acqua fresca.
5) LA PENA DELLO SMISTAMENTO, di Andrea Partiti
Ciao Andrea, il tuo è un racconto che si regge quasi tutto sul dialogo tra il protagonista e lo Smistatore. E lo fa bene perché a parte qualche ridondanza tutto ciò che si dicono (soprattutto quello che dice lo Smistatore) è credibile. Il finale invece non risponde alle aspettative perché manca di un qualsiasi elemento che dia circolarità alla scena e che in qualche modo risolva il conflitto che è stato premesso. Peccato perché questa carenza rende il racconto un po’ mozzo.
Nulla da dire invece sul tuo stile che ha sia ritmo che movimento.
6) IL CAPPELLO, di Isabella Valerio
Ciao Isabella, mi piace molto la tua scrittura. È così precisa nei dettagli da farti non solo vedere ma toccare i particolari che descrivi, che siano persone o cose. Mi piace l’idea di una Giustizia Superiore incarnata nella vecchina. Ho trovato però dei difetti nella costruzione dell’intreccio: il cappello che prima è sulla testa di Edoardo e poi non c’è più; il ricordo della ragazzina molestata che a mio avviso dovrebbe essere successivo alla sua visione al fine di giustificarne la sollecitazione; il cambio repentino di pdv che tutto sommato sa un po’ di “spiegone” finale. A parte questi elementi che ne rallentano il flusso di lettura, colpisce molto la vividezza del tuo racconto. A presto.
7) L’INFERNO, di Arianna D’Angelo
Ciao Arianna, tema fortissimo il tuo, e più che mai attuale. Ma non sono riuscito a percepirlo, purtroppo. Credo che la cosa sia dipesa dal linguaggio impersonale che hai usato. La narrazione onnisciente fa sentire la vicenda troppo distante per poter essere interiorizzata. Come ti hanno già scritto, entrare nel dettaglio del punto di vista di Myriam avrebbe aiutato e di molto il coinvolgimento del lettore. Mi auguro tu abbia la voglia di riprendere in futuro questo racconto perché ha delle basi potentissime. E magari di cambiargli il finale: all’Inferno non dovrebbe andarci Myriam ma i suoi bulli. Se non può essere meritocratica la realtà, che lo sia almeno la fantasia.
8) PARADISO PERDUTO, di Fabio Aloisio
Ciao Fabio, l’idea del tuo racconto è buona. Mi piace l’ambientazione che hai ben dettagliato (nuvole come iceberg, chiese in rovina, crostoni di Eliseo, ecc.) e mi piace il desiderio del protagonista di raggiungere la moglie. Mi piace anche come hai costruito in sequenze la scena, trovo corretta la struttura che le hai dato. La storia però non mi ha coinvolto, non sono riuscito a percepire l’affanno di Piero. Come qualcun altro ti ha già scritto mancano dei dettagli sensoriali che facciano sentire al lettore lo sforzo del protagonista. Peccato perché credo che lavorando sulla prosa in questo senso, poteva venirne fuori un buon racconto. Alla prossima!
9) LO SFOGO DI PAPERINO, di Riccardo Olago
Ciao Riccardo, l’idea di base del tuo racconto è così buona che quasi quasi te la rubo (sto scherzando): passare da un linguaggio vignettistico a un dialogo alla Bukowski è uno spunto davvero interessante. Il problema è la resa, almeno secondo me. Mi starebbero bene i dialogue tag affettati della prima parte se poi tu riuscissi davvero a invertirli. Mi spiego, il monologo finale in cui Paperino s’incazza non è abbastanza… incazzato. Il personaggio non evolve, il suo cambiamento rimane un’intenzione che alla fine non lo emancipa dall’atmosfera fumettistica. Se avessi concluso con un monologo, che so, alla Palahniuk, allora sì che l’effetto sarebbe stato straniante e mi avrebbe divertito. Purtroppo, almeno per me, questo non è accaduto e il tuo racconto non ha guadagnato quel peso che invece avrebbe potuto avere. Alla prossima!
Re: Gruppo ESERCITI DEI SANTI: Lista racconti e classifiche
Inviato: sabato 24 ottobre 2020, 18:12
da Pietro D'Addabbo
Ecco la mia classifica di gradimento, ma complimenti a tutti in ugual modo!
1) L'Inferno
2) Il suggerimento
3) Paradiso perduto
4) La pena dello smistamento
5) La fortuna nella sfortuna
6) Il Cappello
7) Associazione Donatori di Eiaculato
8) Disco Inferno
9) Lo sfogo di Paperino
- Disco Inferno
Tema rispettato. Ci mostri un neodefunto al suo primo giorno di patimenti, quindi con il protagonista già immerso nell'ambientazione infernale. Nel tuo racconto avviene il passaggio del protagonista dall'incoscienza alla piena consapevolezza del proprio stato di dannato.
Confermo che mi lascia perplesso l'entità della pena. Se è commisurata a quel che l'uomo ha fatto in vita, il suo peccato deve essere stato l'essere poco più che sgarbato, sensazione corroborata anche dalle reazioni ostili che descrivi ad ogni cosa che gli accade. Metterei firma per trovarmi in un Inferno che sia paragonabile ad una pessima serata in discoteca, pensando a quanto peggio potrei patire. Né l'immagine del sorriso della diavolessa riesce ad evocare che, in effetti, questo sia solo l'inizio.
Lo stile di scrittura lo trovo piacevole, scorrevole e senza pecche, accompagna bene il lettore fino alla fine della storia.
- Paradiso perduto
Tema centrato, è stato piacevole leggerti. Il tuo racconto mi ha ricordato "Al di là dei sogni", con Robin Williams.
Un racconto come questo però avrebbe meritato la narrazione in prima persona. Quella in terza crea un effetto spettatore riducendo l'empatia del lettore.
Il testo iniziale, così 'punteggiato', crea un effetto quasi sonoro, che mi sarebbe piaciuto in un componimento poetico a sé stante, ma funziona poco come incipit per questo racconto. Anche le prime righe del testo vero e proprio creano una confusione che ritarda l'immersione nella storia.
La sospensione dell'incredulità manca per alcuni dettagli, che sarebbe stato necessario inserire o chiarire meglio.
In ogni caso, i sentimenti che metti in campo sono potenti e coinvolgenti, ho la sensazione che tu abbia le corde giuste per ottenere molto di più.
-Associazione Donatori di Eiaculato
Racconto piuttosto divertente, un pizzico di goliardia per illustrare l'assurdità dietro certi precetti almeno in teoria imposti dalla religione. Un contraltare in un aldilà tutto da esplorare, con una Virginia ben poco vergine nel ruolo che fu di Virgilio.
Va riconosciuta l'originalità dell'idea, sebbene a tratti il racconto pecchi, per assurdo, di coerenza. L'inferno infatti ospita questo assurda parodia di quello che i testi sacri ed il catechismo propongono, eppure il paradiso è solo del tipo 'canonico/cattolico', con la sfera di luce?
Mi sarebbe piaciuto prendessi in considerazione una delle tante altre versioni di paradiso per fare da contraltare, avresti ottenuto un effetto 'weird' ancora più convincente verso la permanenza all'inferno.
Credo tu abbia seminato qualcosa che ha il potenziale per diventare molto più esteso, più divertente e più convincente di come già non sia.
-Il Cappello
A livello di trama mi trovano d'accordo sia i dubbi riguardo la presenza dell'uomo in quel luogo remoto, casualmente a portata di vendetta da parte della vecchia, sia il dettaglio irrealistico della solitudine del medico quando è a tu per tu con la sua paziente.
La scelta che più mi ha estraniato però è stata quella di usare una pistola come arma di vendetta. Un colpo di pistola è molto rapido, quasi misericordioso, nonché molto occidentale come metodo di vendetta. Una volta che hai fatto accettare al lettore l'esistenza di una vecchia con un cappello magico leggi-pensiero, non hai invece letteralmente limiti alla fantasia da cinema gore per infliggere la giusta punizione al peccatore.
-La pena dello smistamento
Il racconto l'ho trovato piacevole. Il lungo dialogo iniziale è pienamente funzionale e coinvolgente, tanto che sarei stato entusiasta se fosse stata portata all'estremo la scelta tenendo il dialogo anche per la seconda parte del racconto, per illustrare la scelta dell'arma, l'annuncio del primo avversario, la sorpresa di fronte al 'rischio' inesistente di sconfitta, infine la comprensione del tedio eterno che attende il protagonista come pena infernale.
Per disegnare meglio quest'ultimo punto, il tedio eterno, occorreva un secondo e un terzo scontro, per tracciare una linea piatta e monotona di scontri senza storia e senza agonismo. Da questo punto di vista il finale è troppo aperto e fa disperdere tutta la suspence abilmente creata fin là.
-Il suggerimento
Devo rassicurarti, era giunto pienamente il "Chiudi la porta" infernale che veniva letto dal protagonista come un suggerimento, messo in pratica imponendo isolamento e compartimentazione ai colleghi sottoposti. Il protagonista sembra agire nel modo tipico di una certa attitudine mentale definita 'ad alto funzionamento' ma che mostra i suoi limiti in ambito sociale. Difatti egli non si rende conto di efficientare l'ufficio a scapito della qualità di vita altrui. Il tutto ben raccontato e piacevole.
Mi lascia leggermente perplesso unicamente il ricorso ad un espediente esoterico in un racconto molto realistico. Se tu avessi fatto ricorso piuttosto ad un mezzo onirico per intraprendere il breve viaggio che hai descritto in cui ricevere il 'suggerimento infernale', saresti rimasta nel realismo e meritato, metaforicamente, il bacio accademico.
-L'Inferno
Ci mostri l'Inferno personale di questa ragazza vittima della crudeltà dei propri coetanei, mentre il mondo gira indifferente mantenendo i suoi riti quotidiani. Molto toccante.
Stilisticamente, andrò controcorrente rispetto agli altri commenti dicendo che vedo indovinata, in un racconto come il tuo, la scelta della terza persona. La tesi che va per la maggiore nella narrativa moderna suggerisce di generare empatia e identificazione con il protagonista attraverso l'uso della narrazione in prima persona, che aiuta nell'immedesimazione. Al contrario la terza persona crea un effetto spettatore che genera distacco. Proprio questo distacco è indovinato nel tuo caso, perché si finisce per immedesimarsi in tutti i compagni di scuola, in tutti gli adulti che, dopo che il fatto è accaduto, hanno indagato sull'ultima giornata di Myriam. Essi si chiederanno perché non avessero colto i segnali della sua sofferenza, sentendo appunto di essere stati spettatori inconsapevoli del dramma, mentre quando finalmente sono diventati onniscenti come il narratore essi sono ormai diventati anche impotenti rispetto alla tragedia appena compiutasi.
Ci sono occasioni in cui questo stile è indovinato e questa è per me una di quelle.
-Lo sfogo di Paperino
Hai trovato un modo originale di declinare il tema, ma l'impressione che ne ho avuto è stata quella di leggere la sceneggiatura di un fumetto sboccato, inviata dall'autore dei testi al disegnatore, in cui contano i dialoghi ed il resto del testo è asettica descrizione perché il pathos lo metteranno i disegni.
Credo che osare molto di più avrebbe aiutato a demolire l'imprinting di questi personaggi nelle nostre menti di lettori Disney. Far diventare più dissacrante il tuo racconto lo avrebbe reso più convincente.
-La fortuna nella sfortuna
Il racconto ruota intorno a una idea che trovo divertente, un errore 'infernale' che porta all'assoluzione di un peccatore da nona bolgia. Finale poco sorprendente, perché alcuni dettagli preannunciano che appunto si trattava di un errore. In ogni caso, la soluzione finale ha il merito di strappare il sorriso beffardo cercato dall'autore.
Re: Gruppo ESERCITI DEI SANTI: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 25 ottobre 2020, 10:28
da Eugene Fitzherbert
Ecco i commenti:
DIsco inferno
Ciao, Luca,
ben trovato.
Il tuo racconto è piacevole e ben orchestrato fino alla sorpresa finale. C'è una buona scelta di dettagli, e l'ambientazione caotica della discoteca è ben resa, con il carnaio di corpi sudati e puzzolenti.
Quando il protagonista arriva dall'amico con i cocktail, mi sono disorientato perché pensavo che fosse seduto, invece era in piedi. Quando ho riletto, sono riuscito a orientarmi nuovamente. Piccola sbavatura.
Per giustificare il finale punitivo, forse sarebbe stato meglio calcare la mano sul disagio del protagonista nei confronti delle discoteche. Ma in definitiva, dice chiaramente che è un posto di merda, e me lo faccio bastare.
Alla prossima.
Paradiso perduto
Ciao, Fabio,
mi pare (ma potrei sbagliarmi) che sia il primo racconto tuo che leggo. Se non fosse così, allora scusami, è che sono rincoglionito di mio.
La storia parte da un buon presupposto (non originalissimo, Supernatural vive di paradiso caduto e dio morto da almeno dodici stagioni), e lo sviluppa in chiave intima, seguendo la quest di un solo personaggio, alla ricerca della sua moglie.
Il risultato finale è dolceamaro e questa è una buona cosa. Un po' meno buona è la strada che lui percorre per arrivare fino lì. In pratica, si suicida. Perché non l'ha fatto prima?
Un'altra incongruenza, anche se un po' più piccola, è: se sono sullo Stige, stanno già all'inferno. Perché suicidarsi per arrivare a cercare la moglie, quando con la AmmazzaDiavoli può farsi strada direttamente di girone in girone?
Tecnicamente: la narrazione soffre di un po' troppo tell, come si usa dire; troppe parti raccontate e non mostrate, e soprattutto manca di alcuni dettagli che avrebbero reso la vicenda più interessante e il protagonista più vicino. Cerca sempre di non essere vago. Se un personaggio sta soffrendo, cerca di farmi sentire il suo stesso dolore. Se deve fare una decisione che lo dilania, allora, devo essere dilaniato anche io lettore.
Un'ultima cosa: la parte introduttiva, per quanto poetica e evocativa, è un po' confusa. Solo quando sono arrivato allo spiegone di metà storia, ho capito che si riferiva alla caduta del paradiso; ecco, a quel punto, non serviva neanche più, perché lo spiegone era molto più efficace per catapultarmi in mezzo alla storia.
A parte queste note a margine, mi sono goduto la lettura. Alla prossima!
Associazione Donatori Eiaculato
Ciao, WLAD!
Che schifo.
Un oceano che può metterti incinta! Ma ti rendi conto che tragedia? E non si saprebbe mai chi è il padre!
A parte questo, il racconto è godibile, proprio perché è sporco e volgare.
Solo che il vero problema è che manca un po' di conflitto. In pratica l'ho vissuto come una specie di Lonely planet deell'inferno, recitata dalla sua amica morta. Sì, c'è la fase in cui Francesca cerca di fare l'avvocatessa per cercare di andarsene, ma è qualcosa di molto impalpabile.
Dal punto di vista tecnico, non ho niente da rilevare. È scritto in maniera canonica. Forse alcuni passaggi un po' raccontati, ma servono a risparmiare caratteri.
Alla prossima, amico!
Il cappello
Ciao, Gennibo/Isabella,
ben trovata.
Ti hanno fatto già notare il problema del cappello che viene indossato quando già è in testa. In realtà quella scena ha anche altre sbavature. Non credo che sia preciso dire che il protagonista ricordi il disegno azteco: voglio dire è in Perù, sulle Ande, che il disegno sia azteco è abbastanza un dato di fatto. Poi: come fa a capire che sono due fori di proiettile? capisco che vuoi creare la metonimia narrativa che ti porterà al colpo di pistola successivamente, ma allora devi aggiungere dei dettagli che lascino pensare al letto che siano fori di proiettile (bordi bruciacchiati, macchie scure e secche), senza buttare in mezzo un pensiero che potrebbe sembrare una forzatura.
Poi: non capisco il flashback come funzioni. La ragazzina è addormentata in sala prima dell'intervento (e non può essere da sola, perché ci sarebbe vicino almeno un(')infermiere e l'anestesista? È in recovery room dopo l'intervento (e vale la stessa cosa di prima)?
La parte della droga: scrivi: si accese del fumo; immagino che il riferimento sia al "fumo" che è la versione colloquiale dell'hashish, che è resina estratta dai fiori di cannabis (detta in maniera semplicistica) e solidificata in panetti. Ma purtroppo il protagonista ha comprato dell'erba (di natura tutta da verificare, e probabilmente di qualità incredibile visti gli effetti allucinogeni).
Interessante la sessualizzazione della bambina durante il sogno a occhi aperti, però se vuoi creare il collegamento con le sue malefatte, allora dovresti mostrare dei particolari che facciano tornare alla memoria la bambina che ha stuprato in ospedale e siccome l'hai descritta ampiamente, avresti solo l'imbarazzo della scelta.
Sul finale, presumo che la vecchina rappresenti una sorta di personificazione della giustizia e mi sta bene. Sarebbe stato meglio se la giustizia fosse andato a trovare il protagonista e non il contrario. Ma non c'è problema, queste sono quisquiglie.
Attenta alla gestione del PDV: in un racconto così breve saltare da uno all'altro può essere deleterio perché hai pochi elementi per caratterizzare i cambi di prospettiva. Focalizzati su uno (in questo caso il chirurgo porco) e tienilo fino alla fine: la storia avrebbe funzionato lo stesso.
Alla prossima e spero di esserti stato d'aiuto!
La pena dello smistamento
Ciao, Andrea,
bentrovato!
Il racconto si fa leggere, non c'è dubbio.
Il dialogo all'inizio è molto teatrale, veloce, anche se le battute così veloci tendono a sovrapporsi e ingarbugliarsi, soprattutto considerando che i due, lo smistatore e lo smistato, hanno lo stesso lessico e nessuno dei due mostra degli intercalari che lo differenzino.
La seconda parte, poi, diventa un racconto in prosa 'normale', ma personalmente ho trovato discutibile la scelta di raccontare al passato remoto in prima persona. Il dialogo precedente ci ha messo nel bel mezzo dell'azione, in un istante presente e continuo. Avresti dovuto continuare con il presente anche dopo, sarebbe stato più coerente.
Nel complesso, un racconto valido, con qualche pecca da sperimentazione.
Alla prossima.
Il suggerimento
Ciao, Eleonora,
bentrovata!
È sempre un piacere leggerti.
Il racconto mi ha divertito, è leggero, veloce.
La storia è per forza di cose tranciata, con alcuni passaggi lasciati in sospeso, preferendo chiedere al lettore di trovarne la giusta chiave di lettura. Purtroppo questo penalizza la definizione delle sfaccettature della qualità del personaggio, tra cui la fondamentale ingenuità. D'altronde è il prezzo da pagare quando si scrivono microracconti.
Tutto sommato l'ho trovato gradevole, sono arrivato alla fine, ma mi sono rimasti aperti alcuni interrogativi. Càpita.
Alla prossima!
L'inferno
Ciao, Arianna,
bentrovata qui su minuti contati.
Storia decisamente toccante e con finale drammatico. Chissà se veramente andrà all'inferno, la povera ragazza bullizzata. Io spero di no. Almeno un po' di pace dopo la morte se la merita.
Dal lato tecnico, ci sono alcune cose da sistemare: devi cominciare a prendere dimestichezza con lo show don't tell, in modo da catalizzare subito e senza interruzione l'attenzione del lettore. Le intrusioni e i commenti da narratore onnisciente, per quanto possano sembrare belli e accattivanti, sono purtroppo deleteri per il flusso narrativo, a meno che non stai scrivendo per esempio un testo umoristico (E NON È il tuo caso!). Allo stesso modo, dosa le informazioni in modo da non doverle nascondere al lettore solo per fargli spalancare la bocca con un forzatissimo effetto wow.
Attenzione sulla formattazione dei dialoghi.
In definitiva: un racconto con una storia drammatica (diversa da quelle che ho letto finora!) e che necessita di un po' di aggiustamenti.
Alla prossima!
Lo sfogo di Paperino
Ciao, Riccardo,
welcome nell'arena.
Le fan fiction, perché alla fine questo è il tuo racconto, hanno sempre lo svantaggio di partire con personaggi già formati e con caratteristiche note. Nel tuo caso, hai preferito ribaltare la situazione e far prendere la vendetta a Paperino, trasformando un inizio di racconto topolinesco in un roba trash sboccata. Ok. Avresti potuto spingerti oltre, visto che il fumetto è anche grafico e lasciare che Paperino FACESSE COSE e non si limitasse a parlare.
La trama (semplice e lineare) si apriva a risvolti di ogni tipo, tu hai preferito la via della parola.
Quindi veniamo al dialogo. Primo appunto: nella formattazione del dialogo di usano i Trattini - - , OPPURE le virgolette alte " ", oppure il caporali « ». Scegline uno che ti piace e usa SEMPRE quello, senza mischiarli, altrimenti diventa un casino seguire le battute.
Secondo: i tuoi personaggi si muovono mentre parlano. Questo fa sì che si crei anche un po' di azione tra una battuta e l'altra. Si avvicinano l'uno all'altro, muovono le braccia, cambiano espressione del volto. Questi sono alcuni esempi per arricchire un dialogo.
Terzo: Attenzione all'uso smodato di punti interrogativi, esclamativi e interrogativi/esclamativi. Servono, ma sarebbe meglio alternarli a frasi meno urlate, proprio per creare dinamismo. Anche quando si litiga, ci sono dei momenti in cui uno parla più piano e poi esplode.
Lavora con questi spunti, se sei d'accordo. A presto!
La fortuna nella sfortuna
Ciao, Stefano,
credo che sia la prima volta che leggo qualcosa di tuo.
Il racconto è acerbo. Ha una serie di punti da sistemare. La trama ha dei passaggi un po' arditi: come ti hanno fatto notare, per un diavolo, per giunta messo all'ingresso dell'inferno, dovrebbe venire facile capire se uno ha un peccato o meno. Il fatto che i due protagonisti siano messi lì per caso, per sostituire il capo aggiusta un po' le cose, ma non basta, e questo ti fa pesare il finale che è uno spiegone.
A questo aggiungiamo che alcune reazioni sono sconclusionate: per esempio, i due diavoli hanno un problema serio sul posto di lavoro, problema che potrebbe tramutarsi in un gran casino per loro se Minosse si incazza. Il primo fa una battuta (per altro bellissima, che sarebbe stata migliore se fosse stata ancora più volgare: anziché eiaculare in continuazione, VENIRE in continuazione), a quel punto il secondo diavolo non ride, perché nella battuta è racchiusa tutta la tensione e lo stress. Sarebbe stato meglio se si fosse grattato la testa, e avesse commentato: e ora che minchia facciamo?
La questione del finale, che ti ho accennato. Ci sono due problemi. Il primo è il cambio di punto di vista. Passi agli occhi dell'uomo, lasciando da parte i diavoli e questo se può sembrare fico, ti dico che non lo è, perché l'uomo non è affatto caratterizzato e a me non frega niente di lui, perché io lettore ho empatizzato fino a quel momento con i diavoli. Voglio sapere come va a finire LA LORO storia, visto che sono i protagonisti e hanno visibilmente fatto un casino.
Il secondo problema è il dialogo assurdo tra l'uomo e l'angelo che è a sua volta una sua vittima. È uno spiegone, brutto con tanto di commento e le reazioni sono sconclusionate: una donna uccisa vede il suo CARNEFICE accanto a lei in paradiso e che fa: gli chiede 'Cosa ci fai qui?'. No good.
Questo solo per darti qualche spunto di riflessione, non la prendere sul personale, eh! Il fine di queste chiacchiere sul forum è proprio quello di migliorare, migliorare e migliorare, capire se ci sono degli errori e correggerli PRIMA che si incancreniscano e non ti permettano di diventare un bravo scrittore!
Alla prossima.
E ora la classifica, con tutte le difficoltà del caso...
1. Il suggerimento
2. Disco inferno
3. Associazione donatori di Eiaculato
4. La pena dello smistamento
5. L'inferno
6. Paradiso perduto
7. Il cappello
8. Lo sfogo di paperino
9. La fortuna nella sfortuna
Re: Gruppo ESERCITI DEI SANTI: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 25 ottobre 2020, 16:30
da antico
Avete già ricevuto quattro classifiche, ve ne mancano sei.
Re: Gruppo ESERCITI DEI SANTI: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 25 ottobre 2020, 19:52
da Edoardo Foresti
Parto dai commenti, li lascio di seguito in ordine cronologico:
Disco Inferno, di Luca Fagiolo► Mostra testo
Ciao Luca! Leggerti è sempre un piacere.
Trovo che la parte in cui il testo è meno riuscito sia relativa all'empatia verso il portatore di punto di vista: da introverso apprezzo l'idea di una discoteca come Inferno personale e capisco bene perché possa risultare sgradevole e caotico. All'atto pratico, però, non sapendo come e perché Achille sia finito lì, la sorpresa rimane tendenzialmente fine a sé stessa. Mi rendo conto che in queste prove i caratteri non siano mai abbastanza, ma avrei comunque preferito anche solo dei piccoli dettagli per contestualizzare, seminati qua e là.
Detto questo, tutto il resto funziona. Lo stile è chiaro, apprezzo sempre una narrazione così immersiva e focalizzata. Fila che è un piacere e questo è un forte punto a tuo vantaggio, visto che personalmente trovo fondamentale curare anche il lato tecnico.
Insomma, anche se poteva esserci un po' più di mordente ci sono ritmo e scorrevolezza, è una buona prova.
A presto!
Paradiso perduto, di Fabio Aloisio► Mostra testo
Ciao Fabio! Credo sia la prima volta che ti leggo, provo a dirti la mia sul testo sperando possa esserti utile.
Prima di tutto, in generale, trovo che il brano racconti un conflitto semplice ma con cui è facile empatizzare, cosa che nel mio caso è successa, ma con uno stile per certi versi traballante.
Il primissimo frammento risulta poco chiaro: non abbiamo ancora il contesto e capiamo a cosa si stia riferendo solo verso la metà del testo. La prosa risente nel complesso di uno stile non molto immersivo: ho apprezzato i dettagli sensoriali come la puzza di zolfo o l'acqua gelida, ma ci sono anche verbi filtro come "sentire" e "guardare" che creano distacco dal portatore di punto di vista. Lo stesso vale anche per le parti in "tell", che descrivono azioni invece che "mostrarle" direttamente. Questo influisce soprattutto sulla comprensione della vicenda: descrivere una breve azione invece che mostrarla non pesa troppo nel complesso, ma purtroppo lo stesso non vale se si parla di elementi importanti per comprendere il contesto.
Nel complesso ho l'impressione che la storia avrebbe giovato di caratteri aggiuntivi, il contesto fantasy rende più difficile incastrare tutti i pezzi del puzzle e aggiunge punti interrogativi nella mente del lettore che necessitano di risposte. Qui ti capisco bene, ci casco spesso pure io e mi devo sempre imporre di evitare di di scrivere in difetto d'informazioni, soprattutto quando i caratteri scarseggiano.
Detto questo la storia è riuscita a farmi empatizzare con Piero, è un conflitto che tratta un tema universale e che arriva dritto al petto del lettore. Ho anche apprezzato quei dettagli mostrati qua e là che creano atmosfera e coerenza nell'ambientazione.
A presto!
Associazione Donatori di Eieculato, di Wladimiro Borchi► Mostra testo
Ciao Wladimiro!
Che dire, hai scritto un brano decisamente bizzarro, dal titolo fino alla fine. E devo dire che l'ho apprezzato. Sul lato tecnico non c'è molto da dire: il testo scorre, è chiaro, Francesca e Virginia hanno una loro "voce" che traspare da subito. Segnalo solo un "mentre" e quel "fissava le onde da almeno un'ora" che rendono tutto un pelino meno immersivo, ma sto proprio trovando il pelo nell'uovo.
Sui dialoghi: la prima battuta l'ho assegnata a Francesca e non a Virginia, visto che la frase precedente fa riferimento alla prima. Ho dovuto rileggere per contestualizzare meglio.
Ultima considerazione: la storia in sé è carente di un vero e proprio conflitto. Francesca non ha fatto nulla di male per finire all'Inferno, se non qualche bravata da ragazza, e il testo critica proprio quella moralità cristiana così eccessiva da condannare persino i pensieri "impuri". Se ho apprezzato la critica, così come le altre frecciatine di carattere sociale sul finale, trovo che un conflitto più deciso sarebbe stato la ciliegina sulla torta.
Comunque rimane un brano decisamente bizzarro e d'impatto, mi ha strappato un sorriso in più occasioni, nel complesso è chiaro e scorrevole. Per me è sicuramente promosso.
A presto!
Il cappello, di Isabella Valerio► Mostra testo
Ciao Isabella! Questa è la prima volta che ti leggo, spero che il mio commento risulti utile.
Prima di tutto, il testo mi ha dato una sensazione particolare, quella che di solito mi suscita il realismo magico: un costante senso di sospensione tra la realtà e l'onirico. Il tema c'è e non è difficile capire perché Edoardo se ne vada dritto all'Inferno.
Sul lato tecnico ho solo due perplessità. Prima di tutto ho notato anche io, come segnalato prima di me, l'incongruenza del cappello. In secondo luogo, ammetto di non aver troppo apprezzato la gestione del punto di vista. Da una parte mi ha fatto strano il balzo da Edoardo alla anziana peruviana, giustamente lui non poteva mostrarci nulla da morto, ma avrei preferito uno stacco per passare a un frammento conclusivo focalizzato su lei. Inoltre, piuttosto che inserire il flashback a posteriori mi sarebbe piaciuto vedere quella scena in apertura. Così avresti avuto tre frammenti, che con questi caratteri a disposizione capisco essere una scelta che non avrebbero apprezzato tutti, ma personalmente trovo che avrebbero reso tutto più scorrevole.
Nel complesso, comunque, il testo funziona. Ho trovato un'atmosfera particolare e il conflitto c'è eccome.
A presto!
La pena dello smistamento, di Andrea Partiti► Mostra testo
Ciao Andrea! Credo sia la prima volta che ti leggo, spero che il mio commenti ti sia utile.
Prima di tutto, sicuramente il tema è centrato. Hai sperimentato con un brano impostato principalmente come un ininterrotto scambio di battute. Devo dire che qui funziona, ho sempre distinto chi stesse dicendo cosa e non lo trovo scontato in un dialogo del genere, che potrebbe rischiare di far perdere il filo al lettore.
Credo che la parte meno riuscita sia, invece, la seconda. Prima di tutto, parlando di tecnicismi, segnalo l'uso del verbo "bruciare" ripetuto nelle prime due frasi. Poi, parlando in generale delle mie impressioni, seppur il flusso della lettura rimanga scorrevole, devo dire che il finale manca di quel brio che mi sarei aspettato dal climax. Mi spiego meglio: il dialogo riesce benissimo a creare anticipazione verso l'ultimo frammento. Quello che accade, però, è che ci troviamo invece di fronte alla prima sfida, semplice e completamente nelle mani del condannato. Non c'è un forte conflitto, una vera e propria difficoltà da superare, fisica o psicologica. Ben diverso sarebbe stato leggere dei round finali con un protagonista stremato, o di uno scontro che metta in difficoltà la sua morale.
Nel complesso, purtroppo il testo perde mordente sul finale. Ho comunque apprezzato la sperimentazione, è sempre bello leggere testi meno canonici.
A presto!
Il suggerimento, di Eleonora Rossetti► Mostra testo
Ciao Eleonora! Non è la prima volta che ti leggo e lo faccio anche questa volta con piacere.
Hai scritto un buon testo, scorrevole e chiaro. La cosa che più ho apprezzato è il fatto che, anche con pochi caratteri a disposizione, tu abbia delineato una sorta di arco di trasformazione del personaggio, che da morigerato e sensibile al giudizio altrui diventa proprio lo stereotipo del capo cinico e incurante dei suoi dipendenti. Interessante anche la caratterizzazione del portatore di punto di vista, così ligio al dovere da seguire alla lettera il suggerimento ricevuto.
Credo che l'unico mio dubbio riguardi la scelta di avere un pov che si rivolga direttamente al lettore, come qui: "Che volete, sono fatto così, cerco sempre il lato positivo, anche quando è arduo trovarne uno.", perché da una parte lo stile è coerente con i toni surreali del brano, dall'altra è un elemento che troviamo sporadicamente nel testo e avrei preferito o un'impostazione ancor più surreale e "confidenziale" tra pov e lettore, oppure una più classica con un'immersione ancor più decisa (immersione che comunque c'è eccome e ho apprezzato).
Insomma, salvo qualche mia minuscola perplessità ho sicuramente apprezzato la prova. A presto!
L'Inferno, di Arianna D’Angelo► Mostra testo
Ciao Arianna! Credo sia la prima volta che ti leggo e spero che il mio commento ti sia utile.
Dare un riscontro personale sul tuo testo mi risulta difficile: sono una di quelle persone che bada molto allo stile, all'immersione offerta dalla prosa, e al tempo stesso è innegabile che conti anche l'aspetto più emotivo della lettura, altrimenti leggeremmo solo esercizi di stile.
Sul lato tecnico mi spiace ripete quello che hanno già fatto notare altri utenti, ma in sostanza trovo anche io che una narrazione non focalizzata crei una distanza che, a parità di fattori, rende più difficile creare empatia nel lettore. Devo però ammettere che questo è, finora, il brano che mi più mi ha scosso a livello emotivo, perché trovo innegabile l'impatto di un tormento interiore così forte e del suo tragico esito.
Quindi, come dicevo, c'è un conflitto tra testa e cuore, perché il testo è veicolato con uno stile che va a minare l'immersione dei lettori, ma veicola una storia sicuramente d'impatto che ho apprezzato.
A presto!
Lo sfogo di Paperino, di Riccardo Olago► Mostra testo
Ciao Riccardo! Ti leggo per la prima volta, mi auguro che il mio commento sia utile.
Hai scritto un brano decisamente bizzarro e mi è difficile commentarlo, anche in modo soggettivo e basandomi sulla "pancia".
Cerco di partire da quelle che sono considerazioni più solide e tecniche: come ha scritto anche Giacomo prima di me, il testo pecca nello stile. In sostanza, al testo manca quella narrazione che mostra dettagli vividi e concreti nel "qui e ora", al posto di raccontare i fatti da una posizione di distacco. Faccio qualche esempio: i riferimenti temporali come "mentre" e "poi" spezzano quella premessa implicita di trovarsi di fronte a un flusso continuo di eventi. So che possono sembrare appunti fin troppo specifici, ma sono piccole cose che nel complesso si fanno sentire, personalmente. Lo stesso vale per gli avverbi di modo in "-mente", oppure i dialogue tag: si spiega ciò che si potrebbe mostrare con azioni e reazioni concrete dei personaggi.
Per quanto riguarda la storia in sé, ho trovato surreale lo scenario presentato, in senso positivo. Quello che manca credo sia una struttura più solida: i caratteri erano pochi ma, seppur lo sfogo di Paperino mi abbia causato forte stupore e mi abbia strappato un sorriso, non ho trovato quel qualcosa in più che mi convincesse appieno.
Torno alla considerazione iniziale: giudicare il tuo brano è difficile, perché se non ho apprezzato le scelte stilistiche ho trovato originale il concept presentato, pur mancando di quel guizzo che mi avrebbe conquistato fino in fondo.
Detto questo, mi rendo conto che il mio commento possa risultare molto puntiglioso, la mia intenzione è solo quella di dare un feedback nel modo più utile possibile e spero sia passato questo intento, ho preferito dare un parere completo e sincero in linea con la filosofia del forum.
A presto!
La fortuna nella sfortuna, di Stefano Impellitteri► Mostra testo
Ciao Stefano! Questa è la prima volta che ti leggo, ti dico la mia sperando possa esserti utile.
Nel complesso, una nota positiva è la scorrevolezza del testo: non mi sono mai dovuto fermare per rileggere parti confuse, cosa non scontata e che apprezzo. A questa fluidità si accompagna però una prosa che non ho trovato del tutto riuscita. Ho avuto l'impressione che ci sia stato il tentativo di mostrare e non di raccontare, in linea con il principio "show don't tell", ma con qualche incertezza sulla scelta dei dettagli da porre all'attenzione del lettore. Come hanno fatto notare altri prima di me l'ambientazione non traspare con molta vividezza.
Per quanto riguarda la storia e i personaggi, trovo che l'idea sia carina, ma resa con qualche frase che cade nello "spiegone", come l'ultimissima che esplicita qualcosa ormai chiaro al lettore. Ho avuto anche io perplessità sulla chiave inglese, ma ho letto che hai chiarito la cosa. Il buco di trama, invece, ammetto di non averlo notato subito. Personalmente, infine, trovo che la storia non abbia un conflitto ben delineato: Furcas e Alastore rischiano guai, ma il secondo sembra più preoccupato del portatore di punto di vista e, sul finale, la tensione si allenta perché viviamo la vicenda dagli occhi del peccatore graziato da un errore di valutazione.
Detto questo, leggo che è la tua prima volta qui. Mi rendo conto che la mia sequela di osservazioni possa suonare pesante, ma preferisco provare a dare impressioni sincere e (si spera) utili, sempre e comunque. Comunque, come primo approccio al forum non è affatto male! Peccato per quegli elementi meno solidi come le parti in "tell" e i piccoli "infodump", che rendono la storia meno immersiva e coinvolgente, ma sono tutti elementi su cui si può lavorare.
A presto!
E infine la classifica. Non me ne vogliate ma, per forza di cose, alla fine bisogna prendere delle decisioni, anche se sofferte. Trovo sempre difficile conciliare "testa" e "cuore". Ma bando alle ciance, la lascio di seguito:
1) Il suggerimento
2) Disco inferno
3) Associazione donatori di Eiaculato
4) L'inferno
5) Paradiso perduto
6) Il cappello
7) La pena dello smistamento
8) La fortuna nella sfortuna
9) Lo sfogo di paperino
Re: Gruppo ESERCITI DEI SANTI: Lista racconti e classifiche
Inviato: lunedì 26 ottobre 2020, 16:47
da Giacomo Puca
La mia classifica:
1. Disco inferno
2. Paradiso perduto
3. La fortuna nella sfortuna
4. Associazione Donatori Eiaculato
5. La pena dello smistamento
6. Il suggerimento
7. Il Cappello
8. Lo sfogo di Paperino
9. L'Inferno
I commenti:
► Mostra testo
Ciao Fagiolo, a quanto pare è destino che io valuti i tuoi racconti!
Tema.
Centrato anche se in modo meno preciso di altri racconti "avversari". Certamente c'è l'inferno ma non ci si sofferma sul processo o il viaggio o i meccanismi dell'andarci.
Stile
Come al solito uno stile chiaro, forse un po' meno pulito del tuo solito. Ci sono un po' di errorini (che considero tali perché do per scontato che tu stia seguendo uno stile show 100%, qui e ora... cose così)
una bionda distratta. Questa è una di quelle cose border line. È al 100% un pensiero lecito del pdv, eppure ha il difetto di impedire a chi legge di "vedere" la bionda distratta perché non sappiamo in che modo pdv deduca il suo essere distratta. Essendo una cosa di poco conto, potevi tranquillamente tagliare o sostituire con qualcosa di "visuale", come una bionda imbronciata o una bionda sudata.
Lo stesso discorso vale per la frase alla fine: un sorriso orribile le deforma il viso. Gli angoli delle labbra sfiorano le orecchie e i denti appuntiti scintillano alla luce dello strobo.
Che pdv percepisca il sorriso come orribile è lecito, ma noi non lo vediamo. Ce lo mostri la frase immediatamente dopo, il che rende quel sorriso orribile che deforma il viso del tutto superfluo.
Ci sono altri difetti, più evidenti:
E poi che fetore, mi ricorda lo spogliatoio delle superiori dopo l’ora di ginnastica. Non dire che ricorda... un ricordo. → Che fetore, puzza come lo spogliatoio dopo l'ora di ginnastica ai tempi del liceo.
Frasi che sono "poco focalizzate":
Cerco di infilarmi tra due ragazze che ballano avvinghiate, ma sono come un francobollo e la sua lettera: inseparabili.
Frase particolarmente infelice. Non solo è inutile perché l'immagine è già chiara senza la parte dopo la virgola. Di peggio c'è che è un fraseggio mentale talmente assurdo che fa uscire dall'immersione. Sembra più una battuta che pdv farebbe raccontando la cosa a posteriori.
Faccio un passo indietro e la folla mi agguanta, mi palpa, mi trattiene in questa discoteca, dove sarà solo pianto e stridor di denti per l’eternità.
La prima parte è ok, ma quella chiusa "poetica"? Anche qui sembra raccontato a posteriori.
Ora, a differenza di altri io, non credo che sia un errore scegliere un pdv che ammette di raccontare una storia a posteriori, però devi prendere questa scelta da principio. Siccome hai scelto di narrare "qui e ora" non mi sembra credibile un simile pensiero mentre una massa di invasati ti trascina in una discoteca infernale.
Un paio di frasi che secondo me sono poco chiare.
Matteo si avvicina a Rosaly, con il mio cuba libre sollevato sopra la testa, appoggia la mano libera sulla sua pancia nuda e la stringe. Questa l'ho letta dieci volte, forse alla fine ho capito cosa manca: scommetto che lei è di spalle! Però io l'immaginavo non di spalle e quindi avevo questa immagine assurda del suo amico che va e le mette la mano sulla pancia, come si fa con le donne incinte XD. Ma se fosse di spalle, il pdv non vedrebbe che la pancia è nuda. Oppure l'ha già vista ma non ce l'ha detto e avrebbe dovuto per evitare incomprensioni.
L’unica sera in cui non prendo la macchina deve trovarsi una da portare in branda? È assurdo! Questa proprio non l'ho capita. Forse intendi che Achille è in macchina con Matteo e non vuole fare il terzo incomodo?
Trama
Qui ti faccio i complimenti. A differenza di "pranzo coi vicini" l'idea è più originale e interessante (e probabilmente più "personale"). Il finale mi ha sorpreso, non è prevedibile. Forse sarebbe stato interessante aggiungere anche un solo, piccolo elemento "strano" che suggerisca la situazione anomala, qualcosa che rileggendo da principio ti faccia dire "ah, vedi! Già da qui potevo capire!"
Valutazione finale.
Racconto divertente e ben scritto. Non ho ancora stilato la classifica ma sei certamente in lotta per la parte più alta. Purtroppo sono onesto e mi toccherà vederti scappare in classifica. A parte gli scherzi ottimo lavoro.
A rileggerci,
Giacomo.
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Ciao Fabio, eccomi di nuovo a commentare un tuo racconto.
Tema
Centrato, anche se di trama ho avuto problemi a capire se si inizi all'inferno o ci si vada solo nel finale.
Stile
Tasto dolente, ho avuto parecchia difficoltà a seguire la storia, è tutto un po' troppo confuso, specialmente la prima parte.
Ci sono frasi poco chiare come:
-Sembrava un gabbiano annegato.
-Quell’arma sembra come Dio l’ha donata ai cherubini.
Non sono riuscito a capire se gli eventi siano narrati 5 minuti o 500 anni dopo la caduta del paradiso.
Il personaggio di Klaus è un enigma: chi è? Che ruolo ha? Pare un po' buttato lì.
Se vuoi capire degli esempi di tell, eccotene un paio:
Piero concesse mezzo pensiero agli altri profughi del Paradiso. È tell perché stai raccontando che Piero ha un pensiero. In show sarebbe direttamente un pensiero, qualcosa che ha a che fare con questi profughi. Tipo: E tutte quelle anime in paradiso? Devo aiutarle... Schioccò le labbra. – Potrei utilizzarla per cercare Laura.
Quando la Luce si era spenta all’improvviso e il coro degli Angeli aveva smesso di risuonargli nella testa, Piero non aveva rimpianto la Beatitudine. Emozioni che credeva sopite si erano fatte strada, emergendo dal suo cuore. Tra queste il ricordo di sua moglie Laura, strappata al suo amore prima in vita e poi, in maniera eterna, nella morte. È un super-tell. Dovresti architettare delle scene per far pervenire queste info. Spoiler: con 4242 caratteri non è possibile. Magari una piccola scena simbolica per Laura, che so:
Piero sfila da sotto la camicia un ciondolo. Lo apre in due, e mostra la foto a Klaus. "la vedi questa? Me l'hanno strappata in vita e adesso pure nella morte." Piero rimette a posto il ciondolo, fa cenno a Klaus di ridargli la spada. "posso rinunciare al paradiso, non a lei."
Altro esempio di tell:
Piero trovò a terra l’Ammazzadiavoli ma non riuscì a impugnarla: l’elsa gli bruciò le mani.
Urlò di disperazione e capì: un peccatore non sarebbe stato degno di impugnarla.
Si sentì sbattere a terra e crivellare il corpo di morsi e di graffi.
Resa in show, potrebbe essere (è un esempio fatto in fretta, niente di bello, solo per capirci):
L'AmmazzaDiavoli era nella terra brulla, a due passi. Si lanciò sull'elsa, la strinse. La mano sfrigolò, l'elsa era come brace, come poggiare la mano sulla piastra della stufa. Piero si guardò la mano pulsante, l'aquila istoriata a rilievo sull'elsa adesso ornava in forma di vesciche tutto il palmo. Il peccato di suicidio... un peccatore non può brandire questa spada.
Qualcosa gli esplose sul petto, potente come il calcio di un cavallo. Volò in aria, si schiantò a terra. I ciottoli spigolosi della landa gli si conficcarono nella schiena. Si toccò il petto, grondava di sangue caldo...
A un certo punto hai pure un errore di pdv: quando arriva nella landa la descrive come se la vedesse dall'alto. Ma lui è a terra, quindi quel che potrebbe vedere è la terra brulla e in lontananza degli alberi, non può certo sapere se si tratti di una foresta e men che meno che è al centro di una landa.
Trama
La trama è bella, l'idea che qualcuno rappresenti per il protagonista il paradiso, più del paradiso stesso è veramente valida. Il finale agrodolce è anch'esso interessante. Un plauso per il titolo, contiene l'ambiguità tra paradiso "vero" e Laura, nonché la citazione a Milton.
Una cosa che non ho capito: un angelo può suicidarsi? Tutta la faccenda del suicidio per andare all'inferno non è proprio chiara, anche perché già sono concetti sfuggenti, senza una spiegazione diventa difficile seguire.
Valutazione finale.
Per la seconda volta mi trovo a leggere un tuo lavoro, per la seconda volta si tratta di lavori che hanno problemi stilistici evidenti (in questo i problemi sono seri perché ostacolano molto la comprensione), eppure un'idea di base più stuzzicante e interessante della media dei racconti che ho letto fin'ora. Questa alla fine è una buona notizia, la tecnica si impara, la fantasia... molto meno temo.
Per qualsiasi cosa scrivi pure.
A rileggerci,
Giacomo.
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Ciao Stefano, eccomi a valutare il tuo racconto.
Tema
Centrato, la storia non si limita a parlare di inferno, ma pone la sua attenzione proprio sull'andare all'inferno. Ben fatto.
Stile
Lo stile si fa apprezzare per la scorrevolezza, l'assenza di passaggi intricati o parti "pesanti".
Una difetto ricorrente è però la vaghezza. Un peccato in quanto dimostri di sapere come descrivere bene (esempio l'uomo legato è ben descritto).
Nello specifico:
Sono vaghe le ambientazioni. Sembra che le cose avvengano nel nulla. Ho immaginato tutta la prima scena come avvenisse nello studio di un fisioterapista. Motivo? Perché abbiamo solo un lettino e una tendina e una scrivania, tutta roba che mi aspetto di trovare dal massaggiatore.
Anche i personaggi sono poco "visibili". Per esempio la trasformazione iniziale è del tutto "invisibile". Sarebbe bastato mostrare che il personaggio sbatte corna e ali contro la porta e si trasforma in uomo per entrare.
Furcas cambiò la sua forma demoniaca in quella umana; possibile che in un posto del genere non avessero messo delle porte sufficientemente grandi da passare con le ali? «Al, si può sapere cosa c’è di così urgente?»
→potrebbe diventare→
Le corna caprine di Furcas si incastrarono sotto l'architrave, le ali membranose colpirono gli stipiti. Furcas pestò due volte uno zoccolo, uno sbuffo di fumo e tornò umano. Almeno qui potrebbero mettere delle porte più larghe! «Al, si può sapere cosa c’è di così urgente?»
Disclaimer: è un esempio per capirsi, non voglio certo salire in cattedra.
Nota: io ho immaginato che abbia corna e ali perché così mi immagino un demone, ma nella tua testa potrebbe essere completamente diverso. Nel migliore dei casi io immagino una cosa diversa da quella che avevi in mente ma che è funzionale alla storia, nel peggiore dei casi invece quel che io immagino cozza con la narrazione e dovrò tornare indietro per cercare di capirci qualcosa.
Il primo blocco di racconto è scritto quindi discretamente, salvo difettucci di vaghezza. La parte finale invece cala di qualità.
La prima frase del secondo blocco è particolarmente brutta, per via della combo: verbo all'imperfetto (camminava) e avverbio in -mente.
In paradiso un’anima beata camminava, si bloccò di colpo nel riconoscere qualcuno che non pensava minimamente di incontrare.
→l'avresti potuta rendere→
L'anima beata si alzò dalla panchina e prese il vialetto lastricato di nuvole. Salutò un angelo, fece cenno a un santo in saio e...
quel naso, quegli occhi. Conosceva quell'anima sorridente, ma come poteva essere lì?!
In questo modo si capisce che siamo in paradiso senza doverlo dire. Si capisce che l'ha riconosciuto senza doverlo dire.
Un appunto: hai presente com'è fatta una chiave inglese? Non credo che vada bene per stritolare capezzoli XD.
Trama
La trama è divertente ma c'è un buco di sceneggiatura importante.
I due demoni sono in possesso di un registro contenente tutti i dettagli della vita del peccatore. Come fanno a non sapere che il dildo, i calci... sono frutto di un'aggressione e non sono stati una pratica erotica?
Valutazione finale
Un racconto che mi ha divertito. Ha i suoi difetti come tutti i racconti, specialmente se scritti in poche ore, ma traspare lo sforzo fatto per produrre qualcosa di originale e fruibile.
Per qualsiasi cosa sono aperto alla discussione.
A rileggersi!
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Ciao Wladimiro, rieccomi a commentare un tuo racconto.
Tema
Centrato C'è l'inferno, c'è la spiegazione di come vi si finisce.
Stile
Il tuo stile è sempre al solito pulito, non ci sono passaggi intricati o poco chiari. Prima o poi ti convertirai alla nostra religione dello show al 100%, fino ad allora ti combatteremo come un fiero nemico XD. Sei un campione d'era, di certo non mi metterò a dirti come e dove modificare da tell a show, le tue sono scelte, di certo non ignoranza.
Trama
Qui sono molto in difficoltà, per due motivi.
Il primo problema è che effettivamente accade poco. Tutta la narrazione si concentra sulla descrizione di un mondo alternativo, un inferno sui generis assolutamente interessante ma... questo mi porta al secondo problema.
Il secondo problema è che ho notato molte somiglianze con "Dannazione" di Chuck Palahniuk. Ora se quelle idee che hai avuto le hai avute da te, io te lo dico sei un fottuto genio. Però ci sono davvero una marea di somiglianze col romanzo: le ambientazioni fatte di sperma sprecato e feti abortiti, il finire all'inferno per un qualsiasi "peccatuccio"... Sia ben chiaro, se anche fosse non si tratta di mero copiare. Hai mescolato il tutto ad elementi "originali" come la storia delle 72 vergini, il non far incazzare il principale... Inoltre è assolutamente plausibile venire in contatto con certe immagini, dimenticare di averle sentite/lette e poi ritrovarsele nel cervello anni dopo. A me capita.
Valutazione finale.
Sei sempre uno dei più difficili da valutare. Il racconto in sé risulta più simile a un incipit che a un'opera autoconclusiva. Molte delle parti più interessanti come detto mi sembrano di chiara ispirazione. Nel caso tu volessi discuterne, sono sempre aperto al dialogo.
Un saluto,
Giacomo.
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Ciao Andrea, contento di leggerti.
Tema
Centrato, la storia narra un "andare all'inferno" quindi il tema c'è ed è anche sfruttato.
Stile
Disclaimer: eventuali suggerimenti non sono un "salire in cattedra". Sono solo esempi inventati sul momento per far capire meglio la mia posizione!
Del primo blocco ho apprezzato la brillantezza. Il dialogo serve a fornire informazioni ma lo fa senza essere pedante. Forse qualche battuta è un po' "innaturale" tipo
— Come no?
— Tutte balle, comandamenti peccati regole e regolette. Contano solo le anime.
Sarebbe stato più incisivo, a mia opinione
— Come no?
— Tutte balle, comandamenti peccati regole e regolette.Contano solo le anime.
La stringatezza della risposta, oltre a sembrare più realistica darebbe maggior senso al successivo "cioè?"
Altro esempio:
— Non ho mai ucciso nessuno!
— Nessuna persona, mai specificato anime umane io. Non faccio favoritismi.
— Animali… tutti?
Forse qualcosa del genere era più d'effetto:
— Non ho mai ucciso nessuno!
— Non hai mai ucciso nessuno... umano.
Queste sono tuttavia questioni trascurabili rispetto al vero difetto del primo blocco: l'assoluta assenza di... tutto. Non abbiamo ambiente, personaggi, oggetti. Niente, solo voci parlanti.
Un vero peccato considerando che hai imbastito una sequenza dialogica rinunciando al alla forma di comunicazione più importante che abbiamo: il linguaggio del corpo.
La seconda parte accenna l'ambientazione, ma comunque resta vaga. Non saprei come immaginare l'arena. Tipo anfiteatro dell'antica Roma?
Trama
L'idea è interessante: l'uomo e gli organismi complessi hanno l'anima. Ogni anima privata della morte naturale, ha diritto alla sua vendetta.
Il preambolo iniziale carica di aspettative il finale, aspettative che per me sono deluse.
Non succede niente di interessante, tutta la parte dove lo scrittore dovrebbe sorprendermi, i "livelli successivi" di questa specie di arena deathmatch sono lasciati alla fantasia del lettore, che deve accontentarsi di un ragnetto.
Un esempio/suggerimento, giusto per spiegarmi:
Far iniziare il secondo blocco con lui stremato, vesti lacere, circondato da mucchi di scarafaggi carbonizzati. Manca solo l'ultimo avversario e poi sarà paradiso.
Si apre la gabbia ed esce fuori... un labrador! Il labrador di quando il protagonista era bambino!
Il labrador si avvicina scodinzolando, il protagonista si lancia sul cane, lo stringe.
Il cane lo lecca. Il cane lo morde al collo, scappa via e lo lascia sanguinante sul cemento.
Mentre l'anima del protagonista inizia l'espulsione in direzione inferno, lo smistatore spiega che quello è l'amato labrador del protagonista. Quello che la nonna gli raccontava fosse scappato quando il protagonista aveva quattro anni. Invece non era vero. Lui l'aveva chiuso nel bagagliaio dell'auto per gioco e l'aveva lasciato lì, distratto dai cartoni in tv. Distratto in quel caldo, caldissimo pomeriggio di luglio...
Ecco perché è il boss finale, perché sarebbe stato difficilissimo per lui ucciderlo... e infatti perde.
Valutazione finale.
Un racconto che promette molto nella prima parte ma il finale lascia un po' a bocca asciutta. I dialoghi divertenti riescono a tenere in piedi il tutto ma non possono fare miracoli.
Per qualsiasi cosa scrivi pure.
A rileggersi!
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Ciao Eleonora, eccomi a valutare il tuo racconto
Tema
Centrato. Si tratta non solo di inferno ma proprio di andarci.
Stile
Lo stile è scorrevole, non ci sono passaggi ostici o intricati, il che è un bene.
La scelta di usare perlopiù il "raccontato" invece del "mostrato" penalizza la qualità. Non siamo mai nella scena, è tutto un po' distaccato. Nella parte all'inferno c'è già maggiore focalizzazione, ma anche qui la scena sembra avvenire in un "vuoto". Come dovrei immaginare la scena? I lampi rossastri illuminano l'orizzonte, quindi siamo all'aperto?
Un altro difetto è la caratterizzazione del personaggio; cose come " Si sono tutti tramutati in copie malriuscite di Perseo che rifugge lo sguardo della Medusa" sono palesemente una metafora elaborata a tavolino, a freddo, dall'autore e messa in bocca al pdv. A meno che il pdv non sia un appassionato di mitologia classica, non è realistico un pensiero simile da parte di un sempliciotto odiato dai colleghi.
Trama
L'idea di andare veramente all'inferno sotto suggerimento è ottima. Però non ho capito cos'è successo.
Lui arriva all'inferno, ne viene cacciato, diventa più stronzo. Ma lui all'inferno tutto quel che prova è calore, assenza di peso, e sente un'urlo. Non ho capito cosa abbia innescato la trasformazione.
Valutazione finale
Idea di base molto valida, realizzazione che avrebbe goduto maggiormente di uno stile più incisivo e meno raccontato. Non ho colto il senso della vicenda.
A rileggersi,
Giacomo.
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Ciao Isabella, piacere di rileggerti.
Tema
Centrato. Una sola domanda: perché la scelta della battuta finale "vai al diavolo" e non il più tematicamente aderente "vai all'inferno"?
Stile
Non scorrevolissimo, un po' troppo "lirico" per i miei gusti. Tutto si esemplifica con la frase iniziale: lunghissima, senza virgole, con 3 soggetti diversi.
La "questione cappello" è già stata discussa. Dico la verità, non do troppo peso a queste incongruenze se non minano la trama. Considerati i tempi stretti può capitare.
La gestione del pdv non è il massimo e sul finale è veramente confusa. Il salto di pdv è talmente repentino che in prima istanza ho pensato che l'anima del chirurgo fosse saltata nella vecchia.
Trama
Se ho ben capito la dinamica degli eventi è:
Il chirurgo dalle oscure abitudini si reca fin sulle Ande per consumare erba.
Mette un cappello "magico" rivivendo una delle sue malefatte.
Fuma, ha la visione di una ragazza che direi sia la stessa dell'operazione.
La ragazza gli spara, e lui capisce che in realtà è la vecchia.
La vecchia si riprende il cappello e aspetta la prossima vittima.
Ora io non ho colto il... senso. Perché lui è lì? Vi è stato attirato? Lo spirito vendicativo ha un modo per attrarre i malvagi?
Se lui si reca lì per una esperienza mistica, sarebbe stato meglio evitare "erba" che sembra che sia andato sulle Ande per una canna, ma usare termini più specifici, che denotano la natura ritualistica del consumo: Ayahuasca, Psilocybe...
Valutazione finale.
È il secondo tuo racconto che leggo, è confermo la prima impressione: tra tutti quelli che ho letto fin'ora sei una delle poche con una "voce" riconoscibile. In questo racconto però ci sono parecchie cose che non mi tornano, dalle scelte stilistiche alla trama. Resta interessante l'effetto onirico che trasmetti nei tuoi testi.
A rileggersi,
Giacomo
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Ciao Rick, eccomi a commentare il tuo racconto.
Tema
Hai scelto di trattare in modo figurato la traccia del tema. Per quanto mi riguarda è lecito, quindi direi centrato.
Stile
Scelta sicuramente originale quella di utilizzare i personaggi del mondo di paperino, ricalcando anche altri elementi tipici del fumetto (paper-cola, tut tut). Lo stile usato non dà problemi di comprensione.
Tuttavia un difetto sistematico appesantisce inutilmente la narrazione: dialogue tag onnipresenti, pervasivi, inutili.
Cose come:
Ribattè arrabbiato Paperino
Continuò allegra Zio Paperone
Attaccò paperino evidentemente alterato.
... potrei andare avanti parecchio.
La questione è: se hai paura che il tono della battuta non sia comprensibile (e tieni conto che se hai appena bestemmiato e mandato al diavolo qualcuno si capisce il tono), dovresti ricorrere ad azioni che facciano trasparire l'emozione, non limitarti a dire X è arrabbiato, Y è freddo.
Per esempio
-“Ciao zio. Quale cattivo vento ti porta qui?” Chiese Paperino con aria scocciata. → "Ciao zio," Paperino incrociò le braccia, sbuffò. "Quale cattivo vento di porta qui?"
-“No, che cosa?” Chiese Zio Paperone → Serve specificare che zio paperone chiede... una domanda? Ne dubito.
-“E allora sai che cosa sto per dirti e come te lo dirò?” Chiese Paperino ribollente di rabbia. → "E allora sai che cosa sto per dirti" Paperino era bordeaux, nuvolette di fumo gli uscivano dal becco, "e come te lo dirò?”
Un altro problema, è la frase Era suo zio, Paperon De Paperoni, papero più ricco del mondo e proprietario della casa in cui Paperino risiedeva.
Questo è un infodump, Paperino sa bene chi sia Paperone, quindi la voce narrante piazza questa battuta per informare il lettore. Sebbene sia più tollerabile in una narrazione sopra le righe come la tua, è comunque meglio evitarle. Io dubito che serva dire chi sia Paperone, considerato quanto è famoso, però se proprio vuoi trasmettere al lettore le nozioni riguardo la sua ricchezza e la proprietà della casa, devi farlo attraverso scene mostrate. Magari Paperino si mette in amaca a leggere il giornale, appena prima che arrivi paperoni, e sulla copertina c'è proprio la foto dello zio con la scritta "il papero più ricco del mondo... anche quest'anno." La proprietà della casa invece emergerà naturalmente dai dialoghi, in quanto Paperone chiede l'affitto della casa, quindi si capisce che è sua.
Trama
Mi aspettavo di più. La svolta "cattiva" di paperino è interessante, ma è un climax magro e si trascina un po' troppo senza ulteriori eventi. Avresti potuto spingere di più sull'acceleratore, e sulla stramberia. Sbuca fuori paperina e sparano a paperone per l'eredità, paperino si avventa su paperone e il bodyguard del miliardario lo riempie di botte... insomma hai deciso di entrare nel mondo del bizzarro, fallo per bene.
Una cosa che non ho capito: Paperino ha i bagagli già pronti sulla porta? Com'è possibile?
Valutazione finale
Va lodata l'idea stravagante, la realizzazione non è perfetta ma la storia si segue senza grossi problemi. Come detto, avrei gradito che una volta presa la strada della bizzarria si fosse osato di più.
Per qualsiasi cosa rispondi pure.
A rileggerci,
Giacomo
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Ciao Arianna, proverò a commentare il tuo racconto.
Tema
Centrato, e a suo modo sviluppato in modo abbastanza originale.
Stile
Qui mi accodo ad altri commenti. La scrittura è formalmente corretta, ma la scelta del narratore esterno che racconta la vicenda tende a limitare il coinvolgimento.
Mostrare la storia avrebbe avuto un effetto molto più potente. Per esempio avresti potuto mostrare una scena in cui è derisa (come quella del biglietto). Poi una seconda scena in cui ci fai capire che è una cosa abituale, magari lei che sfoglia un "diario delle umiliazioni" dove sono fittamente riportati tutti gli atti di bullismo che subisce. Infine chiudi con il suicidio. Avresti trasmesso le stesse info ma "iniettando" maggior empatia.
Trama
Lineare, solida. Non ha errori evidenti, ma nemmeno spunti troppo originali.
Valutazione finale.
Un racconto che funziona ma le cui scelte stilistiche impediscono il coinvolgimento emotivo a cui dovrebbe mirare.
Re: Gruppo ESERCITI DEI SANTI: Lista racconti e classifiche
Inviato: lunedì 26 ottobre 2020, 23:23
da Emiliano Maramonte
Ed eccomi qui. Come di consueto, classifica e commenti.
Buona Edizione a tutti!
1. Disco Inferno di Luca Fagiolo
2. Il suggerimento di Eleonora Rossetti
3. La pena dello smistamento di Andrea Partiti
4. Il cappello di Isabella Valerio
5. Paradiso perduto di Fabio Aloisio
6. Associazione Donatori di Eiaculato di Wladimiro Borchi
7. L'Inferno di Arianna D'Angelo
8. La fortuna nella sfortuna di Stefano Impellitteri
9. Lo sfogo di Paperino di Riccardo Olago
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COMMENTI:
Disco inferno di Luca Fagiolo
Sul racconto ho poco da dire, nel senso che mi ha strappato un paio di sorrisetti, è godibile, ben condotto, con pochissimi appunti stilistici e tecnici, anche se l'ho trovato davvero poco brillante dal punto di vista dell'intuizione, come anche il colpo di scena finale, ampiamente prevedibile sin quasi dall'inizio. Insomma, niente storia "wow", ma tutto sommato accettabile. Mi sarebbe piaciuto che riducessi un pochino la parte introduttiva a favore di un approfondimento del perché il protagonista si sia meritato la dannazione eterna: non mi è bastato che qualcuno dicesse "non sei stato uno stinco di santo in vita...".
Tema centrato.
Paradiso perduto di Fabio Aloisio
Sono proprio contento di rivederti qui nell'Arena. Ogni volta che compare un tuo racconto le mie aspettative sono sempre molto alte. E in larga parte non sono andate deluse. Con questo racconto però sono rimasto perplesso. L'idea di base è carina anche se non proprio originalissima (ma oggigiorno è impossibile essere davvero originali...); di solito tutte le storie che attengono alle "cose dantesche" suscitano un certo fascino. E qui sei stato abbastanza bravo a tratteggiare un Aldilà innovativo ma a suo modo tradizionale (demoni, distese desolate e sulfuree, lo Stige...). Non ha funzionato la focalizzazione del tuo mondo narrativo. Sin dalle prime battute si capisce che si è all'Inferno, ma poi la storia si stratifica e si dipana attraverso soluzioni un po' fumose che non conciliano la piena comprensione della storia. Inoltre non è facile capire il perché di certi comportamenti: il suicidio, il passaggio da un piano infernale all'altro, la morte ultraterrena... E poi mi sarebbe piaciuto saperne di più della distruzione del paradiso e della morte di Dio.
Sicuramente interessante la conclusione non proprio assimilabile a un "happy end", però tutto sommato consolatoria al punto giusto.
Peccato per uno stile incomprensibilmente impreciso e "grezzo" ("illuminò a giorno il circondario", "circondario" è un termine attinente alle vicinanze di un paese o di un territorio urbano. Potrei farti altri esempi, ma chi mi ha preceduto è stato abbastanza esauriente), e per una narrazione che poteva essere calibrata meglio sul tipo di storia che hai raccontato.
Tema preso, e racconto nel complesso godibile ma non al top, e io che ormai credo di conoscerti un pochino bene dal punto narrativo, dico che puoi fare molto meglio di così.
Associazione Donatori di Eiaculato di Wladimiro Borchi
Un plauso all'idea bizzarra, siamo nel campo della parodia e del racconto umoristico sopra le righe. E forse è proprio questo il problema. Che racconto è? Non hai dato al testo un registro univoco, quindi anche là dove la storia tenta di prendersi sul serio, poi si smentisce subito con la battuta goliardica o con la "sporcaccionata" da caserma. Ecco, dunque, che ho deciso di valutare questo racconto per quello che credo che sia, e cioè un divertissement con il quale hai divertito te stesso, ma senza vere e proprie pretese o velleità di arrivare chissà dove.
Tutto sommato è ben scritto (come al tuo solito) e godibile, ma manca davvero di una base tematica seria, che può essere solo rinvenuta di striscio nella riflessione sulla nostra realtà, la quale può essere considerata peggiore di un Inferno, dantescamente inteso. Null'altro.
Il cappello di Isabella Valerio
Attendo ogni tuo nuovo racconto con curiosità perché hai la capacità di creare con un narrato evocativo immagini molto intense e sensazioni profonde
In questo racconto, tuttavia, ci sono luci e ombre. Non tutto è chiaro, ci sono diversi punti oscuri che non hai potuto o non sei riuscita a definire bene e ciò va a detrimento della buona riuscita complessiva del testo.
Molto interessante il tema. Dovrebbe emergere una certa riprovazione morale per quegli individui che fanno del turismo sessuale e dei viaggi "scabrosi" uno stile di vita, e penso che tu abbia voluto sottolineare proprio questo aspetto. Ho apprezzato molto l'intuizione del cappello come "talismano" per catalizzare le visioni di un episodio riprovevole, anche se tale passaggio non è proprio chiarissimo e immediato, come anche l'uccisione finale che dovrebbe catapultare Edoardo all'inferno (di fatto agganciandosi al tema del contest).
Peccato per un po' di confusione del punto di vista nel finale e peccato per qualche parte troppo raccontata (ad esempio ho notato che ti soffermi sulla descrizione dei personaggi come se facessi degli identikit. Questo provoca dei veri e propri "fermi immagine" che non giovano al ritmo del racconto. Prova a spezzettare le descrizioni e a disseminarle nell'arco del racconto...).
Occhio a "Atzeche", ma credo sia stata una semplice svista (a Minuti Contati può tranquillamente succedere) e occhio a "legge del contrario", immagino tu volessi dire: "legge del contrappasso" di dantesca memoria.
La pena dello smistamento di Andrea Partiti
Ti risparmio la tiritera sul fatto che non si può costruire un racconto esclusivamente sui dialoghi se non c'è un'idea clamorosa alla base o un motivo molto particolare. E infatti confermo il mio gusto: non amo particolarmente i racconti di questo tipo. Sulla tua capacità narrativa nulla quaestio, ormai ti conosco e so cosa puoi fare, infatti il testo è pulito e ottimamente condotto. Anche l'idea è carina, ma si diluisce nel lungo dialogo che, a tratti, genera un bel po' di confusione (in sostanza troppo spesso non si capisce chi dice cosa).
Buone premesse, conclusione così così, anche perché quando hai insistito sul discorso dell'arena, del Gladiatore, più o meno ho capito dove volevi andare a parare: il dannato che deve affrontare le sue vittime. Non che in ogni racconto che leggo pretendo di trovare colpi di scena clamorosi, però alla fin fine si è sgonfiata la carica narrativa.
Quindi, buona intuizione, tema centrato, buona scrittura, ma storia che non mi ha entusiasmato più di tanto.
Il suggerimento di Eleonora Rossetti
Del tuo racconto (che almeno all'inizio mi ha entusiasmato moltissimo), ho apprezzato la scrittura, pulita e dinamica, e l'intuizione: andare addirittura (e letteralmente) all'Inferno per stravolgere la propria vita. Poi c'ho riflettuto e mi sono detto che forse il presupposto di tutto il racconto è assai fragile. E se il protagonista avesse optato più semplicemente per un patto col diavolo? Capisco che hai voluto introdurre un elemento surreale e/o allegorico, ma hai portato il lettore a una conclusione che non collima con le premesse. In sostanza, alla fine, come risulta cambiato il protagonista? Che cosa è accaduto davvero agli inferi per renderlo all'improvviso un uomo di successo? Ha stretto un patto col demonio? E' diventato egli stesso un demonio? Peccato, questa fumosità non depone a favore dell'efficacia complessiva della trama, per quanto io comunque ne abbia apprezzato l'intuizione di base, come già detto.
Una prova senza infamia e senza lode.
L’inferno di Arianna D’Angelo
La tematica da te scelta è forte ed è, purtroppo, sempre d'attualità. Il bullismo è una piaga sociale e, per il momento, difficile da sradicare. L'ossatura della trama è alquanto canonica: una ragazza in carne viene derisa da tutti e, come atto di sdegno contro il mondo, si suicida. Sipario. Niente di nuovo, sotto il sole, dunque. Non che la storia sia banale, anzi è abbastanza d'impatto, ma è il già visto che la svuota un po' della sua efficacia (stesso inconveniente del racconto che ho presentato a questo contest).
Inoltre emerge uno stridente contrasto tra la preparazione al gesto finale e il risultato; in sostanza, capisco che nella mente di una ragazza derisa, psicologicamente fragile, possano passare mille pensieri, ma se per tutta la seconda parte del racconto hai parlato di rivincita, mi aspettavo un punto di rottura diverso, che non fosse sempre e solo il suicidio. Non che non vada bene così, ma per ingenerare nel lettore un guizzo di stupore e interesse io mi sarei inventato un'altra soluzione più originale.
Per quanto riguarda la parte tecnica, né infamia né lode. E' scritta in maniera "scolastica" (non me ne volere per questo termine, che non è offensivo; è giusto per dire che lo stile fa il suo dovere senza particolari guizzi...), ma necessita di diversi aggiustamenti. Ad esempio, le regole moderne di narratologia (tra cui l'ormai abusato "Show don't tell") non devono diventare delle ossessioni, altrimenti la libertà creativa ne viene in qualche modo imbavagliata, ma non devono neanche essere ignorate del tutto, e, nel tuo racconto alcuni passaggi andrebbero ripensati proprio per dare una maggiore immersività al lettore. Aggiungo che usi troppi possessivi. Qualche volta fai una prova: togli un possessivo e rileggi la frase e ti accorgerai che scorre molto meglio.
Per esempio:
"L’autobus si ferma dinanzi al suo liceo, Myriam scende e, neanche varcato il cancello della scuola sente alle sue spalle una ragazza:"
Togli "suo" e "sue" e rileggi. Cosa ottieni?
Nel complesso un racconto che si fa leggere, ma che secondo me meriterebbe una significativa rielaborazione perché ha buone potenzialità tematiche e di contenuto.
Lo sfogo di Paperino di Riccardo Olago
Le (buone) intenzioni di presentare un testo diverso e originale c'erano tutte, ma sono state spazzate via da uno svolgimento assai carente e ingenuo.
Però siamo a Minuti Contati e, al di là della gara e delle classifiche, abbiamo un obiettivo, e cioè IMPARARE per migliorarci.
Questa era una grande occasione: darci un'immagine nuova di iconici personaggi dei fumetti. Invece è venuto fuori un botta e risposta in cui i personaggi sono intercambiabili, nel senso che potevi anche, chessò, sostituire Paperino e Zio Paperone con Trump e suo figlio e non sarebbe cambiato nulla.
Ciò che manca davvero è una scintilla.
Non so se hai mai avuto modo di leggere storie in cui sono state prese delle favole tradizionali e sono state completamente stravolte... Abbiamo, ad esempio, i tre porcellini che la fanno pagare al lupo cattivo braccandolo e aprendogli la pancia per srotolargli l'intestino, oppure Hansel e Gretel cacciatori di streghe. Nel tuo racconto c'è un profluvio di parole che non dà alla trama un registro originale. Okay, Paperino si sfoga, okay, non ne può più dei soprusi dello zio, ma come lo fa? Nel peggiore dei modi, da un punto di vista narrativo: straparlando e risultando pure sboccato e fastidioso (per il lettore). Non va bene. La parodia è altro.
Devi lavorare molto sullo stile e su come si dicono le cose. Non mi soffermo sul lato tecnico perché molti prima di me ti hanno fatto notare i tanti difetti su cui dovrai intervenire, però ti consiglio di leggere alcuni dei migliori racconti apparsi qui a Minuti Contati, sono delle vere e proprie "lezioni" di scrittura creativa. Studiali, se puoi, in modo da capire come affrontare le prossime Edition con un approccio diverso.
La fortuna nella sfortuna di Stefano Impellitteri
Vengo al tuo racconto. Lodevole il tentativo di stravolgere certi canoni "danteschi", giocando su un registro umoristico. Alla fine, il tutto mi è sembrato una lunga barzelletta, dove i demoni ci fanno la figura dei fessacchiotti. In fondo, ciò che voglio salvare è proprio il tono leggero e licenzioso, condito anche da alcune battut(acc)e e parolacce che strappano un sorriso. Il resto, purtroppo, è da rivedere, a cominciare da uno stile da sbozzare, dialoghi da alleggerire assolutamente e spiegoni da cassare senza se e senza ma.
La trama ha degli inconvenienti che inceppano il percorso logico ("Questo ha un fascicolo enorme, la lussuria è proprio l’ultimo dei suoi peccati. Ha ucciso, truffato, tradito... vuoi che vada avanti?" In realta Furcus e Alastore avevano la possibilità di sapere tutto sul dannato, ma tu, da malizioso deus ex machina, hai sorvolato su questo per cercare di forzare il colpo di scena finale...), e la chiusura inficia quello che di buono era stato fatto nella parte dedicata ai due demoni.
Ti risparmio la sottolineatura di altri inconvenienti tecnici, già molto ben evidenziati prima del mio intervento, e dico che intravedo delle buone potenzialità sia tematiche che narrative, che spero di vedere nelle prossime Edizioni.
Re: Gruppo ESERCITI DEI SANTI: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 27 ottobre 2020, 12:15
da antico
Dovete ancora ricevere tre classifiche.
Re: Gruppo ESERCITI DEI SANTI: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 27 ottobre 2020, 22:15
da Gabriele Dolzadelli
La fortuna nella sfortuna
Ciao Stefano, piacere di leggerti.
Racconto che, come quello di Andrea sul disinfestatore, punta sulla risata/sorpresa finale, a mò di La sai l'ultima.
Sicuramente interessante lo svolgimento, seppur nella sua risoluzione trovo abbia un po' zoppicato.
Può un demone decidere chi va in Paradiso e chi all'Inferno? Non è decisione dell'entità superiore: Dio?
In genere, con le regole a cui siamo abituati dalla tradizione, Dio decide la destinazione, mentre il Diavolo gestisce semplicemente l'organizzazione dell'Inferno. Quindi penserei a un personaggio che decida in che girone mandare il poveretto, ma non che possa spedirlo in Paradiso. Insomma, è un punto un po' oscuro, su cui ho faticato a chiudere un occhio.
Per il resto funziona, la sorpresa c'è stata e porti il lettore proprio dove lo vuoi portare.
Alla prossima.
Disco Inferno
Ciao Luca, piacere di leggerti.
Il testo scorre molto bene e devo dire che è molto immersivo. Sono riuscito a vivere il mood, per così dire, percepento l'atmosfera della discoteca e le sue dinamiche. Ho trovato la situazione grottesca e divertente, in un certo senso anche originale nella sua rappresentazione dell'Inferno, con ironici riferimenti alla canzone.
Forse l'unico aspetto mancante è che non si comprende il contrappasso. L'Inferno è così per tutti o solo per il protagonista? E se è così solo per lui, c'è dietro una ragione precisa? Ha fatto qualcosa in vita che lo ricollega alla discoteca? Semplice vita dissoluta? Forse un dettaglio che poteva essere colmato. Per il resto, ottima prova.
Paradiso Perduto
Ciao Fabio, piacere di leggerti.
Il tuo racconto è parecchio suggestivo. Sia nelle immagini che hai creato (una su tutte quella dell'angelo che galleggia a faccia in giù) e sia nel contesto che viene appena accennato (una guerra letterale tra il Diavolo e Dio, con il Paradiso che viene distrutto).
Questo ha fatto sì che sia la parte iniziale che quella finale fossero davvero sublimi.
Il problema di questo racconto sta tutto nella parte centrale. Ci sono infatti molte cose che non mi tornano.
1) non si capisce se i due protagonisti abbiano difeso Dio oppure l'abbiano attaccato. Questo dubbio emerge dalla frase "dobbiamo cambiare obiettivo" dopo aver parlato della morte di Dio. Dio era un loro obiettivo? Perché fino a quel momento era parso fossero tra i profughi del Paradiso e quindi suoi difensori;
2) i due protagonisti sono morti o sono vivi? Se sono vivi, come possono essere arrivati al Paradiso? Se sono morti, può un morto suicidarsi? Anche qui non si ha risposta;
3) perché dopo essersi ucciso, il protagonista si ritrova di nuovo con la Ammazzadiavoli con sé?
Insomma, ci sono dei punti oscuri che non mi hanno fatto godere al massimo le potenzialità del racconto. Attendo tue delucidazioni. Intanto, buona prova in ogni caso.
Associazione Donatori di Eiaculato
Ciao Wladimiro. Piacere di leggerti.
Come sempre, ottima prova e stile di scrittura. Il racconto ha anche una sua originalità, soprattutto nel descrivere la geografia di questo ipotetico Inferno. Quello che non si comprende, come ho già scritto per altri racconti, è il contrappasso preciso inerente alle due protagoniste. Non che sia obbligatorio metterlo, potrebbe anche non esistere questa regola, ma nel momento in cui mi trovo davanti un mare di sperma e un monte di feti mi suona qualcosa nel cervello che le metta in relazione a un peccato che riguardi quell'argomento, cosa che però non avviene, se non un accenno a peccati sessuali di gioventù. Non so se mi sono spiegato.
Per il resto, direi ottimo, soprattutto sul finale irriverente.
Alla prossima!
Il cappello
Ciao Isabella, piacere di leggerti.
Il tuo racconto è molto evocativo e interessante. L'idea del cappello e delle visioni non è affatto male anche se la presenza della ragazzina con la pistola, ultimamente, è stato molto abusato su MC e non mi ha entusiasmato. Avrei preferito un altro modo per farlo morire.
Sul resto del pezzo ti direi che sarebbe stato meglio dosare a singhiozzo, durante il racconto, il passato del protagonista. Questo avrebbe reso meno telefonato il finale, perché capendo da subito che è il cattivo di turno, mi sono aspettato dall'inizio che la vecchietta gliel'avrebbe fatta pagare attraverso la visione.
Rimane comunque una buona prova. Alla prossima.
La pena dello smistamento
Ciao Andrea. Piacere di leggerti.
Racconto molto dialogato e poco descrittivo, se non nella parte finale. Nonostante questo, gestito molto bene. Attraverso una conversazione sei stato capace di far immagine il contesto e dare profondità al protagonista, cosa non da poco. Scorrevole, dunque, bizzarro, originale e anche divertente. Forse il fatto di far ridere con la battuta finale fa molto effetto La sai l'ultima, con la videocamera che si avvicina al tuo viso in attesa della risata, però ha funzionato lo stesso. Mi è piaciuto davvero molto e lo premio molto volentieri. A presto!
Il suggerimento
Ciao Eleonora. Piacere di ritrovarti. :)
Il racconto scorre molto bene, anche se ho fatto molta fatica a empatizzare con il protagonista.
Credo sia dovuto principalmente al suo percorso, che ho trovato poco lubrificato, per intenderci.
Quando lui trova il bigliettino e crede sia un suggerimento...Ecco, è a quel punto che si è un po' rotto il patto col lettore. E' stato come una nota stonata. Come può arrivare a una conclusione del genere? Non è molto logica. Penso si poteva gestire diversamente, forse con il protagonista che trae spunto dal bigliettino per percorrere quella strada, non tanto interpretandolo in quel modo. Non so se mi sono spiegato.
Il finale è abbastanza chiaro, seppur non si capisca bene che tipo di patto abbia stretto con il Diavolo o cosa abbia portato al cambiamento. Anche qui poteva essere aggiunto qualche dettaglio in più.
Alla prossima. :)
L'inferno
Ciao Arianna. Ben ritrovata!
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico e stilistico, direi che c'è poco da dire. Il testo scivola e dunque è ben scritto.
Mi soffermerei di più sulla storia. Per quanto sia facile empatizzare per la ragazza protagonista (è evidente l'ingiustizia che subisce, essendo bullizzata) trovo che la storia non coinvolga moltissimo per via del fatto che è telefonata sin dall'inizio.
E' piuttosto palese che tramite la sofferenza lei vada a suicidarsi. Lo si comprende leggendo e non ho avuto un effetto sorpresa sul finale, quello che avrebbe dato un colpo di grazia all'emotività del racconto. Per questo motivo, pur essendo una buona prova, non mi ha lasciato molto. Ma è una questione di gusti personali.
Alla prossima.
Lo sfogo di Paperino
Ciao Riccardo, benvenuto.
La tua idea è molto interessante e originale ma l'ho trovata un po' schiacciata dal peso dei personaggi che hai cercato di stravolgere. Utilizzando un gergo e una sceneggiatura molto fumettistica, ti sei ritrovato a incappare in numerosi infodump che in un racconto così breve sono un macigno notevole per gli occhi del lettore.
A questo, da un punto di vista narrativo, aggiungo che non ho trovato niente di eclatante nella storia, che punta più a sorprendere per le parole volgari utilizzate da Paperino.
Il turpiloquio gratuito non è spesso apprezzato (da me, per esempio, non lo è) e se il lettore non è in sintonia con questo tipo di ironia, il castello crolla immediatamente.
Hai comunque dei buoni guizzi. Sono sicuro che avrai ancora molte perle da sfornare in questo contest.
Alla prossima.
Classifica:
1) La pena dello smistamento
2) Associazione donatori di Eiaculato
3) Disco Inferno
4) Il Cappello
5) Paradiso Perduto
6) La fortuna nella sfortuna
7) L'Inferno
8) Il suggerimento
9) Lo sfogo di Paperino
Re: Gruppo ESERCITI DEI SANTI: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 28 ottobre 2020, 18:07
da antico
Dovete ricevere ancora due classifiche.
Re: Gruppo ESERCITI DEI SANTI: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 29 ottobre 2020, 22:22
da Alfabri
Ecco i miei commenti:
Disco Inferno, di Luca Fagiolo
Ciao Luca, piacere di leggerti.
Il racconto scorre bene, riesce a tenere alta l'attenzione e pur non avendo un colpo di scena finale particolarmente brillante si fa apprezzare per come l'idea di fondo (un inferno personale a base di discoteca) venga seminata nel corso del racconto. Mi sarebbe piaciuto avere qualche suggerimento in più sul tipo di contrappasso vissuto dal protagonista (cosa si può fare di male nella vita per vivere una perenne discoteca nell'aldilà? Bella domanda, forse nemmeno tu hai chiara la risposta). Per il resto, posso solo aggiungere di aver trovato "bruttina" la similitudine tra le ragazze avvinghiate e lettera e francobollo. Un buon lavoro nel complesso.
Alla prossima!
Paradiso perduto, di Fabio Aloisio
Ciao Fabio, piacere di leggerti.
L'aspetto che mi ha lasciato sin da subito interdetto é uno: com'é possibile che un defunto del Paradiso possa togliersi la vita e passare all'inferno? Mi pare una grossa pecca che faccio fatica a giustificarmi. Peraltro la sua pare una morte vera, venendo spedito nel girone "dantesco" dei suicidi. Per il resto, bella l'idea (l'amore terreno che va oltre l'amore eterno) e perlopiú piacevole lo stile (la metafora angelo gabbiano incagliato nelle acque mi é piaciuta molto). Avrei gradito sapere qualcosa in più del rapporto tra il protagonista e Laura. Buona prova.
Alla prossima!
Associazione Donatori di Eieculato, di Wladimiro Borchi
Ciao Wladimiro, piacere di leggerti!
Il racconto, pur trattando il tema di morte e aldilà, è pervaso da un senso di leggerezza, in cui ad un'ambientazione quasi "secolare" abbini un gusto pulp che rende l'insieme veramente godibile. Il messaggio sottotraccia parrebbe essere una demonizzazione della visione cattolica di paradiso e inferno, che ben si sposa con il mio sentire. La vera pecca del racconto è che manca una vera trama nella narrazione, che in fondo si riassume in una grande descrizione e nel veicolare il tuo messaggio in bello stile: però di fatto in questa storia accade ben poco, e ti confesso che questo lascia un po' di amaro in bocca al lettore. Comunque una prova non male. Alla prossima!
Il cappello, di Isabella Valerio
Ciao Isabella.
Subito una annotazione di carattere storico che nessuno ti ha ancora fatto: gli aztechi stavano in Messico, in Peru si è sviluppata la civiltà Inca. Piccolo dettaglio da pignolo ovviamente. Aldilà dei rilievi che ti sono stati fatti, tutti piuttosto corretti, la cosa che mi ha convinto meno è la scelta della pistola come arma per eliminare il chirurgo malfattore: perché un'anziana fattucchiera sudamericana dotata di cappello magico avrebbe mai dovuto uccidere la propria vittima con la pistola? Questa scena meritava probabilmente una maggiore ibridazione tra sogno e realtà, con la comparsa della ragazza che avrebbe potuto ucciderlo diversamente (a mani nude? a morsi tramutandosi in mostro?) mentre in realtà il reale responsabile sarebbe stato direttamente il cappello, che la vecchia avrebbe recuperato conclusa l'opera (in questo modo tra l'altro si sarebbe capito il ruolo della donna senza bisogno della spiegazione finale). Una prova discreta comunque a mio parere.
Alla prossima!
La pena dello smistamento, di Andrea Partiti
Ciao Andrea, piacere di leggerti.
Ho letto parecchi tuoi racconti da queste parti, e li ho sempre trovati molto piacevoli. Questo devo dirti che fa purtroppo parzialmente eccezione.
Provo a spiegarmi: il botta e risposta del dialogo iniziale conferisce un carattere sostanzialmente comico alla storia, in cui il contrappasso assume una valenza grottesca ma con anche una potenziale declinazione gore. Qui sinceramente mi aspettavo che la storia schiacciasse sull'acceeleratore, rivelando una svolta critica o delle sfide inenarrabili.
In realtà il tutto si sgonfia in un nulla, senza peraltro lasciare tracce del sapore comico-grottesco dell'inizio. Secondo me su questo aspetto dovresti lavorare, dando un po' di "pepe" al finale che, per quando tu abbia cercato di giustificare come una sorta di punizione nell'iterazione infinita, così com'è ha davvero poco carattere. Prova appena sufficiente, per me.
Alla prossima!
Il suggerimento, di Eleonora Rossetti
Ciao Eleonora, piacere di leggerti.
Mi duole andare sostanzialmente controcorrente rispetto a tutte le altre valutazioni, ma devo ammettere che il tuo racconto non mi è piaciuto. Probabilmente, sia chiaro, perché sono io a non averlo capito (o a non avere gli strumenti per farlo).
Proviamo a ricostruire i fatti: il caposettore di un'ufficio, uomo positivo e diligente, che prende a cuore il proprio lavoro, viene per questo motivo massacrato dai propri sottoposti. Allora decide grazie al suggerimento di un bigliettino di scoprire come andare all'inferno. Ok, alt. Perché mai tutto ciò? Qui io mi perdo proprio, non capisco la logica di questo avvenimento.
Andiamo avanti. Pertanto il nostro protagonista si applica per raggiungere l'inferno, applica il rituale migliore eccetera… Arriva sulla soglia dell'inferno e? Frase in maiuscolo sulle porte chiuse. A capo la storia si scioglie nell'epilogo "positivo", in cui l'ambiente sembra tornare quello efficiente e senza critiche che il caposettore avrebbe sempre desiderato. Perché? Cosa causa il cambiamento? Cosa ha visto sulla soglia dell'inferno? Cos'è cambiato nella sua testa e nella gestione dell'ambiente di lavoro? E' sufficiente dividere l'open space in loculi e mettere l'obbligo di richiesta scritta per alzarsi per trasformare un posto di lavoro in cui i dipendenti hanno uno spirito ribelle nell'ambiente di lavoro perfetto?
Ti ripeto, mi duole dirtelo e soprattutto andare controcorrente, ma io non ne vengo proprio a capo, e la mia valutazione è pertanto insufficiente, mi dispiace.
Alla prossima!
L'Inferno, di Arianna D’Angelo
Ciao Arianna, piacere di leggerti.
Mi accodo a chi non ha trovato particolari spunti di interesse in questo racconto. La trama è lineare e un po' prevedibile, tanto da minare l'impatto emotivo del racconto. Nel continuo affermare con sicurezza l'imminente rivincita della ragazza vedo più che altro un flebile tentativo di sviare il lettore dalla conclusione più ovvia, che invece puntualmente si verifica. D'altra parte devo dire che l'argomento trattato non è di certo banale e merita sempre di essere affrontato, e tutto sommato rispetto al tema proposto ti sei destreggiata con una soluzione piuttosto originale, quindi direi che il bilancio del racconto è sufficiente.
Alla prossima!
Lo sfogo di Paperino, di Riccardo Olago
Ciao Riccardo e piacere di leggerti.
Condivido la gran parte dei suggerimenti che ti son stati già dati, cerca di farne tesoro perchè sono veramente preziosi. Quello che posso aggiungere dal mio punto di vista è di prestare una maggiore cura agli aspetti grammaticali, nel testo ci sono parecchi errori: "Continuò allegra Zio Paperone", "nipostastro", "sborrato di deposito ad arruggine" sono i primi esempi che ritrovo. Anche sul piano delle scelte lessicali si può fare di meglio: nelle prime tre righe usi l'espressione "sull'amaca" tre volte, oppure sul finale usi impropriamente il verbo sfruttare. Anche dal punto di vista descrittivo c'è qualche falla: Paperino è sull'amaca, arriva Paperone e mentre gli parla entra in casa roteando il bastone (perchè mai, se sta parlando con Paperino fuori in giardino?). Dopo lo sfogo, tra l'altro, Paperino, dopo aver preso la valigia già pronta (?), esce e sbatte la porta, ma il momento in cui rientra ce lo siamo perso.
Credo che, come avrai intuito, ci sarà parecchio da lavorare su questo racconto, ma tieni duro, è normale per tutti all'inizio!
Alla prossima!
La fortuna nella sfortuna, di Stefano Impellitteri
Ciao Stefano, piacere di leggerti.
Il racconto si regge tutto sull'equivoco della morte del peccatore che "stranamente" i due demoni, benchè alle prime armi, non sono stati in grado di decodificare. Un po' forzato. Ancora più forzato è che questi demoni smistatori infernali abbiano la possibilità di rispedire le anime in paradiso, senza un "controllo all'ingresso" da parte dei piani superiori. In sostanza credo (come capita a me del resto) che ti sia saltata in mente quest'idea comica, un po' barzellettistica, e abbia provato in tutti i modi a farla funzionare, e il risultato non è stato ottimale.
La cosa che meno mi è piaciuta è tuttavia lo stacco tra prima e seconda parte del racconto: nella prima metà la vicenda si incentra sui due "poveri diavoli" e il loro dilemma, nella seconda cambi completamente punto di vista per chiudere il discorso, lasciando una profonda sensazione di slegatura e disarmonia nel racconto.
Dal punto di vista dello stile, devo dire che nel complesso il racconto scorre bene senza intoppi, le scelte lessicali sono globalmente azzeccate e il tutto risulta piacevole da leggere.
Ultimo dettaglio: "Sul lettino c’era l’anima priva di coscienza di un uomo". Qui c'è qualquadra che non cosa, secondo me :-) Non credo che un'anima possa essere priva di coscienza, e, nel caso, un dildo nel didietro mi pare roba più di corpo che di anima xD
Nel complesso ritengo il racconto più che sufficiente, comunque.
Alla prossima!
Ed ecco la mia classifica:
1) Paradiso perduto, di Fabio Aloisio
2) Disco Inferno, di Luca Fagiolo
3) Associazione Donatori di Eieculato, di Wladimiro Borchi
4) Il cappello, di Isabella Valerio
5) La fortuna nella sfortuna, di Stefano Impellitteri
6) La pena dello smistamento, di Andrea Partiti
7) L'Inferno, di Arianna D’Angelo
8) Il suggerimento, di Eleonora Rossetti
9) Lo sfogo di Paperino, di Riccardo Olago
Re: Gruppo ESERCITI DEI SANTI: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 29 ottobre 2020, 23:23
da antico
Avete ricevuto tutte le classifiche, nei prossimi giorni riceverete anche la mia.
ERRATA CORRIGE: dovete ancora ricevere una classifica.
Re: Gruppo ESERCITI DEI SANTI: Lista racconti e classifiche
Inviato: venerdì 30 ottobre 2020, 1:00
da antico
Tempo scaduto.
Non avete ricevuto una classifica e l'autore che non ve l'ha postata verrà squalificato.
Allo stesso tempo, anche nel vostro gruppo un autore non ha postato correttamente la sua e quindi viene squalificato: RIckagram. Per conteggiare quindi la vostra classifica di gruppo il suo racconto verrà estratto da ogni classifica che avete ricevuto.
Nei prossimi giorni riceverete anche i miei commenti e classifica.
Re: Gruppo ESERCITI DEI SANTI: Lista racconti e classifiche
Inviato: venerdì 30 ottobre 2020, 13:17
da antico
Ecco la mia classifica per il vostro gruppo, una qualità media davvero alta.
1) Associazione Donatori di Eieculato, di Wladimiro Borchi
Nulla da dire, per me questo racconto centra in pieno il bersaglio: è divertente, è in tema, è ben condotto, ha una bella chiusa. Il personaggio di Virginia è particolarmente riuscito, t'è uscito proprio bene. No problem con il contrasto perché durante tutto il testo Francesca cerca una via di fuga tranne poi decidere che quello che è successo le sta bene e quindi stop, lo accetta. Per me un pollice su. Nb: nota di demerito solo per il titolo, non mi piace e non lo trovo così perfetto per il racconto.
2) Disco Inferno, di Luca Fagiolo
Penso che il racconto raggiunga in pieno il suo obbiettivo, che è quello di presentare una scena nella quale fare immergere il lettore al pari del protagonista per poi abbandonarlo senza appiglio alcuno in un inferno come tanti e senza via di fuga. Mi è piaciuto, ma non arrivo al pollice su per via di alcune incertezze che andrebbero risolte in fase di revisione, in particolare il primo scambio di battute con il barman e la non chiarezza circa l'essere seduto o meno di Matteo. Pollice quasi su.
3) L’Inferno, di Arianna D’Angelo
Il racconto mi è piaciuto molto e credo che le tue scelte siano decisamente funzionali alla protagonista. Solo, ritengo che un pelo più di indagine psicologica andrebbe fatta, più che altro per definire meglio il suo avvicinamento al suicidio, quelle ore che devono essere le ultime, quella sua rivincita che tale non appare, ma che per lei lo è. Insomma, scavare di più, ma senza esagerare, giusto qualche pennellata ben data e c'è da trovare l'equilibrio perfetto. Per me un pollice quasi su proprio per questo motivo. A pari valutazione con il racconto di Fagiolo tendo a preferire il suo proprio per essere riuscito a immergere maggiormente il lettore nel cortocircuito vissuto dal protagonista.
4) Il cappello, di Isabella Valerio
Idea fantastica, va assolutamente rilavorato per sistemare i problemi e, fuori dai vincoli di MC, per capire se con un respiro maggiore può rendere di più. La figura della vecchia è estremamente riuscita e ho adorato questo suo aspettare in un angolo sperduto del mondo. Poi, vero, c'è il problema del cappello, del sistema per ucciderlo, della necessità di oliare meglio per rendere il tuo più efficace, però bello. Per me un pollice tendente verso l'alto in modo brillante.
5) La pena dello smistamento, di Andrea Partiti
Idea molto buona costruita su una strategia efficace che però non riesci a mettere in pratica appieno. Forse troppo lunga la prima parte, tende ad avvitarsi un po' su se stessa. Attenzione anche a una virgola mancante che fa stoppare il flusso di lettura, fondamentale in un racconto come questo. Il finale, poi, pur essendo sufficientemente efficace, mi è apparso un pelo monco perché si ferma al disvelare il giochetto sul quale è costruito il tutto, ma in tal modo rimane freddo mentre il riuscire a far percepire al lettore il tedio infinito di quello che aspettava il protagonista sarebbe stato, probabilmente, preferibile. Per me un pollice tendente verso l'alto in modo convinto anche se non brillante.
6) Il suggerimento, di Eleonora Rossetti
L'idea del racconto è molto carina, ma ci sono, a mio avviso, alcune criticità. La prima persona è funzionale al farce entrare nella mentalità del protagonista, ma l'immersione non mi sembra così riuscita, tanto che al punto di svolta mi è sembrato non naturale il suo prendere l'insulto per suggerimento e, di conseguenza, adoperarsi per soddisfare la richiesta. La stessa accelerazione successiva, tesa al risolvere il problema, mi è sembrata innaturale e questo, evidentemente, perché, nonostante la rilettura, i punti cardine del carattere del protagonista non mi si erano definiti in modo chiaro in testa. Nulla da dire sul finale con il suggerimento infernale messo in pratica in modo letterale. Per me un pollice tendente verso l'alto in modo convinto, ma non brillante. Stessa valutazione del racconto di Partiti che posiziono davanti al tuo perchè più efficace nel preparare il "terreno" nella mente del lettore.
7) Paradiso perduto, di Fabio Aloisio
Forse la ricerca della moglie perduta dovrebbe essere più centrale nel racconto mentre la introduci solo una volta torvato il corpo dell'Angelo e la sua spada. Vero: il suo nome compare già nell'intro, ma poi passa troppo tempo, in rapporto alla dimensione del racconto, prima che tu torni a parlarne introducendola ufficialmente. Nel mentre ci hai fatto mostrato stralci di un combattimento immane nell'Aldilà con conseguente morte di Dio e il lettore si concentra in quella direzione. Poi il suicidio (da giustificare perché il suicidio da morti è difficile da accettare) e la chiusa, bella, ma a quel punto difficile da fare vivere con il giusto pathos a chi legge. Insomma, da riequilibrare, ma lo stile è sempre il tuo: frizzante e leggero, brillante e solido. Direi un pollice tendente verso l'alto, non brillante, ma neppure al pelo.
8) La fortuna nella sfortuna, di Stefano Impellitteri
Prima volta che ti leggo, se non sbaglio, e direi che hai un'ottima penna. Il racconto mi ha divertito anche se anch'io trovo che sia un pelo forzata la questione legata agli ultimi istanti di vita dell'anima in oggetto. Altra debolezza, decisamente strutturale, ma voluta, è il fatto che il tutto si riconduca a una sorta di battuta finale, cosa che se è vero che mi porta a valutare con un pollice tendente verso l'alto, è anche vero che limita il plus di piacere mettendoti in difficoltà in una classifica costruita su racconti tanto validi quanto quelli con cui ti sei trovato a competere. A parità di giudizio con il racconto di Aloisio, tendo a preferire il suo per una maggiore difficoltà di esecuzione. Curiosissimo di leggerti nelle prossime edizioni.