Gruppo SANGUE SUL GIGLIO: Lista racconti e classifiche

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Gruppo SANGUE SUL GIGLIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 20 ottobre 2020, 2:31

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BENVENUTI ALLA LIVIO GAMBARINI EDITION, LA SECONDA DELL'OTTAVA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 146° ALL TIME!

Questo è il gruppo SANGUE SUL GIGLIO della LIVIO GAMBARINI EDITION con LIVIO GAMBARINI nelle vesti di Guest Star.

Gli autori del gruppo SANGUE SUL GIGLIO dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo INFERNO.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo VITA NOVA.


Questo è un gruppo da DIECI racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da LIVIO GAMBARINI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo all'occorrenza per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK D'ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso del RANK DELLA SETTIMA ERA (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nel corso dell'Era in corso e della SETTIMA sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Importante accorgimento: in quest'Era il gruppo con il Leader della classifica non potrà mai essere quello con più racconti, motivo per cui quando ci sarà un numero diverso di racconti per gruppo, come in questa edizione, gli ultimi racconti verranno assegnati saltandolo.

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo SANGUE SUL GIGLIO:

L’affare Pirelli, di Andrea Lauro, ore 23.42, 3628 caratteri
Dio si è stancato, di Andrea Leonardi, ore 00.18, 4210 caratteri
Catabasi, di Giorgia D’Aversa, ore 00.35, 4173 caratteri
Roma, di Mauro Lenzi, ore 00.57, 3994 caratteri
Al Drago D’oro c’è un cinese che…, di Luca Nesler, ore 23.30, 4240 caratteri
L’unica soluzione, di Roberto Romanelli, ore 23.46, 3381 caratteri RACCONTO RITIRATO DALL'AUTORE, PERTANTO NON DOVRA' ESSERE INSERITO NELLA CLASSIFICA DEL GRUPPO (se vorrete commentarlo, l'autore non potrà che gradire in quanto il motivo della sua decisione non concerne con l'edizione in corso)
Il posto che meriti, di Stefano Moretto, ore 23.34, 4218 caratteri
Inferno Edition, di MentisKarakorum, ore 23.56, 4133 caratteri
Una tranquilla serata d’inferno, di Ivan Cominelli, ore 00.36, 4196 caratteri
Peccato di Cera, di Filippo Sassi, ore 00.53, 4147 caratteri

Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 29 OTTOBRE per commentare i racconti del gruppo INFERNO. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 30 OTTOBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo INFERNO e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo INFERNO.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.

BUONA LIVIO GAMBARINI EDITION A TUTTI!



ernst
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Re: Gruppo SANGUE SUL GIGLIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » martedì 20 ottobre 2020, 23:04

Classifica

1. Al drago d'oro c'è un cinese che...
2. Roma
3. L'affare Pirelli
4. Dio si è stancato
5. Catabasi
6. L'unica soluzione
7. Inferno Edition
8. Una tranquilla serata d'inferno
9. Il posto che ti meriti
10. Peccato di Cera



Commenti - (prendeteli per quello che sono: personalissime opinioni di un non addetto ai lavori)


1. Al drago d’oro c’è un cinese che…

Mi hai fatto davvero divertire. Hai preso stereotipi e li hai sapientemente mescolati con un’idea originale.
Il contrasto tra questi due elementi rende il racconto familiare ma nello stesso tempo interessante. Lo stile è sicuro, sintetico e ben curato. Il tema è ampiamente rispettato. Le uniche imperfezioni che ci sono a mio avviso:

1- Non si capisce subito che Lidia è la compagna. Quando il protagonista fa pensieri sconci sulla signora cinese poi si pente e chiede scusa alla mamma. Nella riga successiva introduci il nome Lidia della quale però non specifichi il rapporto con il protagonista. Per questo a una prima lettura pare essere proprio la mamma questa Lidia.

2- Il protagonista pensa “immagino di non essere il primo che entra piangendo”, ma un attimo prima aveva fatto pensieri sconci. Difficilmente una persona che sta piangendo ed è veramente triste fa pensieri sconci. Questo fa sembrare la lacrime un po’ finte, quasi fossero più per il senso di colpa di averla fatta suicidare che per la perdita in sé. Ovviamente dipende da cosa volevi far arrivare al lettore. Se era proprio questo che intendevi comunicare va bene, però allora poi stona la volontà del protagonista di suicidarsi invece di godersi la libertà acquisita. Comunque comprendo che essendo un racconto divertente ci sta che ci siano elementi portati all’eccesso ed estremizzati.

3- La parlata cinese stereotipata è molto godibile e divertente in un racconto così breve, in uno più lungo mi avrebbe stufato.

Come vedi sono davvero finezze, forse anche legate molto alla soggettività. Il racconto funziona molto bene, complimenti ancora.




2. Roma

A livello di storia è il mio preferito dei 10. Non è un’idea nuova o mai vista, ma funziona molto bene e in poche righe mi hai fatto immedesimare nella sofferenza delle generazioni che hanno vissuto la guerra. Lo stile di scrittura è molto buono, si vede che è stato scritto da uno che ci sa fare. Il problema è che c’è troppa confusione. Una buona dose di confusione è ottima per rendere al meglio la concitazione delle scene che descrivi, ma troppa rende infruibile il racconto.

1- So che è tradizione in molte parti d’Italia chiamare il nipote con il nome del nonno per tramandare la memoria, ma forse in questo racconto li avrei distinti con due nomi diversi. Oppure se proprio ti sta a cuore questa usanza avresti potuto far chiamare dal nonno con un nomignolo o un diminutivo/vezzeggiativo il nipote.

2- “le lancette dell’orologio girano in senso antiorario” non l’ho capita subito come espressione, forse sono un po’ lento io a comprendere. Comunque avresti potuto utilizzare un’altra espressione più chiara per rendere un viaggio nel tempo e nella memoria.

3- “se vuoi vederlo non hai molto tempo” non si capisce bene a chi si riferisce. In prima battuta pensavo al nonno, ma lui non muore. Poi credo di aver capito che si riferisce alla vicenda che spinge il nonno a portare i fiori in mare. Oltretutto non credo funzioni benissimo l’interazione tra la donna e il nipote. Perché lei dovrebbe conoscerlo o aver volontà di mostrargli l’accaduto? È un espediente narrativo che zoppica un po’. Non si capisce nemmeno bene la vera natura della donna. È inverosimile che si tratti di una donna vera, un antico amore del nonno, su una nave da guerra. Una metafora dell’Italia? Una metafora della città di Roma? Alla fine ho capito che si tratta della Roma, una nave da battaglia affondata nel 1943 dai nazisti. Però è davvero di difficile comprensione per me che pur conoscendo la storia non ho approfondito fino a questo livello di dettaglio la seconda guerra mondiale. “Avrebbero dovuto darmi una fine onorevole, hanno scelto di vendermi al nemico. Ma non avrò il disonore delle mie sorelle” essendo andato a informarmi sulla vicenda della Roma questa frase assume un significato preciso, senza l’approfondimento il significato mi sarebbe rimasto completamente ignoto. Comunque credo che essere consegnata agli alleati fosse comunque meno disonorevole di aver servito sotto i fascisti.

4- “prima che giunga la seconda lancia” non ho trovato riscontri su questo termine utilizzato in questa accezione. Forse ondata o un sinonimo sarebbe stato più appropriato.

5- L’espediente del colpo di sole è un po’ banale, ma in un racconto abbastanza classico come questo ci può anche stare, soprattutto perché altrimenti il racconto avrebbe avuto poca aderenza al tema.

Facendo maggiore chiarezza su questi punti il racconto funzionerebbe molto bene e sarebbe fruibile anche da lettori non così esperti di storia militare. Il pezzo comunque è buono. Le emozioni che volevi trasmettere mi sono arrivate e questa è una cosa molto importante.




3. L’affare Pirelli

L’idea è a mio avviso banale. La rivincita di un sottoposto sul capo è un sogno segreto di molti e per questo è già stata descritta innumerevoli volte e senza un guizzo di novità risulta una cosa già sentita. Però lo stile è sicuro, snello. Il racconto si legge in un fiato. Per questo ho voluto premiarti con il terzo posto, perché mi ha colpito il tuo modo di scrivere pulito e chiaro. Cosa non funziona:

1- avevi ancora qualche carattere a disposizione, li avresti potuti usare per spiegare meglio la truffa che ha commesso Franco. Un non addetto ai lavori e digiuno di economia come me fa fatica a comprendere la portata del reato.

2-I dialoghi sono buoni ma non ottimi. Sembrano però un po’ impostati, poco naturali. I due personaggi dicono esattamente ciò che mi aspetterei dicessero due persone in quella situazione senza nessun elemento di novità

3- Il plot twist è un po’ scialbo. La narrazione non sembra cambiare ritmo da quel punto di svolta che mescola le carte in tavola. Io avrei calcato maggiormente la mano.

4- Franco è odioso, ma non abbastanza. Anche qui avrei cercato di esagerare per far trasparire in un racconto così breve la natura dispotica del personaggio.

La storia è senza pretese, ma il “Va’ all’inferno” appena sussurrato alla fine è una goduria. Il tutto narrato sapientemente fanno di questo pezzo un buon racconto.





4. Dio si è stancato

L’idea del giustiziere di omofobi ricattatori è abbastanza originale e nel complesso mi piace. Forse però la storia che avevi in testa è troppo corposa per essere concentrata in un racconto così breve. Senza una spiegazione sul giustiziere faccio fatica ad immedesimarmi e a capire il racconto che sembra monco. Forse avresti potuto sacrificare un po’ di azione (che risulta abbastanza banale e prevedibile) per fornire qualche dettaglio in più. Lo stile è buono.

1- “L’acciaio riflette il bagliore dell’area” non è chiara come espressione

2- “chiesa maledetta dimenticata da Dio” senza altri elementi che indichino di trovarci in una chiesa veramente maledetta non credo che sia un’espressione che uno utilizzerebbe realmente nel momento in cui sta implorando un aiuto salvifico dall’Alto. Risulta un po’ un controsenso.

3- Le citazioni della divina commedia sono un po’ banali. Avresti potuto trovare qualche citazione più ricercata e forse anche di maggiore effetto per indicare le intenzioni del giustiziere

4- “Arrenditi Francesco” si poteva rendere in maniera più credibile e paurosa.
Senza un preambolo mi è difficile odiare Francesco per le sue azioni e tifare per la giustizia divina.

La mancanza di una spiegazione penalizza un’idea buona che sarebbe potuta salire sul podio. D’altra parte una narrazione sicura e senza scricchiolii troppo evidenti ci regalano comunque un discreto racconto!



5. Catabasi

In questo racconto narri la catabasi di Teseo e Piritoo successiva alla profezia dell’oracolo di Delfi. Non mi convince fino in fondo questo lavoro perché non aggiunge nulla di nuovo a una vicenda abbastanza conosciuta. Inoltre rimane su livelli abbastanza bassi perdendo la spinta eroica ed emozionale propria dell’epica, arrivando anche ad annoiare. Lo stile è buono, si vede che sai scrivere, anche se il mio gusto personale predilige frasi più snelle per rendere maggiormente fruibile il testo.

1- Non è chiarissimo il primo passaggio. Scrivi che Teseo sguaina la spada per un semplice riflesso perché nessuno gli sbarrava la strada. Ma il riflesso è incondizionato perché non condizionato dalla volontà, ma è una risposta involontaria a uno stimolo. Se lo stimolo viene a mancare è più appropriato indicarla come abitudine.

2- Nessuno sbarra la strada a Teseo, però poi dici che le anime dei morti pur tenendosi a distanza rapiscono la sua attenzione. Questo produce un controsenso. Una rielaborazione dei primi due pensieri renderebbe più chiara la scena a mio avviso.

3- “Gli occhi vitrei della divinità” non funziona senza un verbo

Un’idea in potenza buona ma sviluppata senza originalità penalizzano in classifica un racconto ben scritto.



6. L’unica soluzione

Ho provato a rileggere il racconto più volte. Mancano troppi elementi per comprendere la storia. Non si comprende bene il rapporto tra Veronica e Gianna, se entrambe desiderano la stessa cosa o se una ha plagiato l’altra. Non si capisce a cosa serva il potere a cui tanto tengono. Avrei utilizzato i caratteri restanti per fornire qualche dettaglio in più. È un vero peccato perché la vicenda sembra veramente interessante. Mi ha colpito la descrizione del famiglio e delle vite variabili dei gatti.

1- “riuscì a dire dopo un tempo che le parve infinito” cozza con “dove si trovava però il tempo non aveva nessun diritto” e con “milioni di stelle morirono e altrettante nacquero mentre confermava per l’ennesima volta la sua condanna”. In un posto dove il tempo non è importante ci si estranea e diviene difficile dire se sia passata mezz’ora oppure quattro ore.

È un peccato non avere elementi che permettano una maggiore comprensione di questo testo che mi ha incuriosito ed è ben scritto.



7. Inferno Edition

Mi lascia un po’ perplesso l’inizio. Non si comprende come il protagonista si sia trovato in quella situazione. L’idea di utilizzare come espediente narrativo un gioco da tavola non è proprio nuovissima. Le dinamiche di un gioco come Monopoli sono ben chiare a tutti e questo rende prevedibile la narrazione che termina nel modo più banale: in prigione, senza soldi ed essendo l’inferno edition le sbarre sono pure infuocate. La vicenda sembra oltretutto parecchio forzata per soddisfare il tema del contest.
È un peccato che tu non abbia inserito qualche elemento di originalità perché lo stile invece è ottimo, la narrazione snella, i dialoghi credibili. Questo racconto è un esercizio di stile che non viene supportato da una buona idea e per questo finisce indietro nella classifica.




8. Una tranquilla serata d’inferno

Mancano informazioni fondamentali per farsi un’idea generale del racconto. Chi è il protagonista? Dove è rinchiuso e perchè? Qual è il suo scopo (oltre a evadere ovviamente)? In un racconto breve ovviamente i dettagli che si possono fornire sono limitati però bisogna delineare in maniera sufficiente almeno il protagonista per permettere al lettore di immergersi nella vicenda. Lo stile è buono, la storia funziona. I dialoghi sono credibili. Il problema è che sembra un frammento di una storia molto più lunga e questo penalizza il pezzo.

1- “gli occhi azzurri della giovane si fissano nei miei” non mi fa impazzire come espressione

2- “ Mi spingo con i piedi da terra” può essere migliorata

3- Un solo “Vai all’inferno” buttato in mezzo alla narrazione è un po’ poco. Il tema assegnato non lo hai molto rispettato



9. Il posto che meriti

L’idea non è molto originale. La posticcia e stereotipata caratterizzazione del protagonista non funziona molto. Anche l’anagramma di inferno come nome per l’azienda è un po’ banale. La seconda parte non approfondisce alcuni dettagli che avrebbero dato originalità alla storia. L’idea dei social per esempio non viene sviluppata a dovere. In che modo Lucifero potrebbe migliorare la sua immagine? Comunque il pezzo è scritto in modo più che discreto. Hai mostrato e non raccontato la vicenda e questa è un’ottima cosa.

1- la frase di chiusura non mi convince. “di solito auguro ai nuovi dipendenti di andare all’inferno per incoraggiarli, ma tu sei già dove meriti” se ti riferisci al suo inferno personale non ha molto senso perché anche se il lavoro è discutibile gli permette comunque di uscire dalla sua situazione di mantenuto. Se invece ti riferisci al lavoro (che è un inferno) non ha senso perché è la stessa condizione di tutti i suoi colleghi quando sono stati neoassunti a loro volta, quindi perché agli altri dirlo e a lui no?

2- “Loro e il loro fanclub” è un’espressione che ormai è stata usata così tante volte da essere diventata un cliché




10. Peccato di Cera

Utilizzare come espediente narrativo le dinamiche di un gioco da tavola è un qualcosa di già visto. Se questo gioco poi è Monopoli diventa ancora meno originale in quanto è conosciutissimo e questo rende la storia estremamente prevedibile. Nota di merito: “Bruciai senza sciogliermi. Solo in quel momento scoprii di essere fatto di legno” è un’espressione che mi è piaciuta. Però poi la storia in sé regge poco. Perché “dopo centinaia di gare le regole erano cambiate”? Senza una spiegazione plausibile diventa solamente una forzatura per rispettare il tema del contest. (Se la spiegazione dovesse essere una punizione a Cera, come il titolo potrebbe suggerire, per una sorta di colpa non si capisce quale sia quest'ultima)

1- Nella prima frase toglierei il punto e virgola

2- Forse è meglio “allungò il braccio e pescò dagli Imprevisti. Che io preferivo perché più movimentati”

Lo stile non è male, però una narrazione più snella in alcuni punti avrebbe reso più fruibile e più chiaro il testo.

Daniel Travis
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Re: Gruppo SANGUE SUL GIGLIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » mercoledì 21 ottobre 2020, 18:29

Ecco la mia classifica.

1. Al Drago D'oro c'è un cinese che... di Luca Nesler
2. L'affare Pirelli di Andrea Lauro
3. Una tranquilla serata d'inferno di Ivan Cominelli
4. Catabasi di Giorgia D'Aversa
5. Inferno Edition di MentisKarakorum
6. Roma di Mauro Lenzi
7. Dio si è stancato di Andrea J. Leonardi
8. L'unica soluzione di Roberto Romanelli
9. Il posto che meriti di Stefano Moretto
10. Peccato di Cera di Filippo Sassi

E i miei commenti.

1. Al Drago D'oro c'è un cinese che... di Luca Nesler
Devo cominciare a commentare prima di Maurizio, mi ruba tutte le osservazioni.
Non sono stato disturbatissimo dalla L preponderante, ma ha pizzicato un po' anche me, da bravo abitante di quartiere ad alta concentrazione di gente cinese/di origine cinese, nel modo sbagliato usata così - spalmata cioè su entrambi i personaggi cinesi e onnipresente (è il tipo di pronuncia che, più spesso, va e viene tra chi è bilingue).
Il resto funziona: mi sarebbe piaciuto un po' di setup in più per la rompicoglionizia del protagonista, un filo in più di melodramma, ma anche così va alla grande, e i dialoghi del nostro mistico e il finale sono quanto di meglio ho letto finora in questa edizione. Mi hai divertito, davvero, e non è cosa da poco.

2. L'affare Pirelli di Andrea Lauro
La tua abilità è ormai pressoché una certezza nei contest Minuti Contati: ritmo, stile, chiarezza della trama sono pulitissimi, come al solito.
L'ambientazione di questo racconto non tocca molto le mie corde - ho sempre schivato qualunque professione che potrebbe rendermela familiare con metodo - e l'alternarsi di dialogo pronunciato e immaginato a volte inceppa un po' il ritmo, specie quando si inseguono più punti fermi, ma il testo è, as usual, di grande efficacia.
Leggerti è un piacere.

3. Una tranquilla serata d'inferno di Ivan Cominelli
Avrei preferito che qualcuno andasse all'Inferno - o ci dovesse andare -, invece è stato l'Inferno a raggiungere gli uomini. Poco male, le due cose non saranno vicine di casa, ma vivono nello stesso quartiere.
La prosa stretta mi lascia un'impressione di contemporaneità che l'ambientazione contraddice, ma questo non è necessariamente un difetto. Il racconto funziona: ha un buon ritmo, è molto visivo - approccio che, volente o nolente, condivido - e dinamico, sa di popcorn davanti a un blockbuster divertente. L'Inferno, forse, arriva troppo tardi. Costruire, discretamente, verso la rivelazione le avrebbe datto tutto un altro valore - di rivelazione, appunto, non di cosaimpossibilechesuccedeall'improvviso.
Bella prova, però.

4. Catabasi di Giorgia D'Aversa
Copio brutalmente il commento di Maurizio: ottima narrazione della vicenda mitologica, che casca un po' sul finale. L'ultimo scambio di battute, anziché chiudere il racconto con uno scoppio, cade un po' nel vuoto: sarebbe accattivante nel bel mezzo del testo, magari, ma non è forte abbastanza da chiuderlo. Resta un ottimo esercizio di stile e potrebbe migliorare un sacco con una rivisitazione del finale - che potrebbe essere un cambiamento di trama ma anche "solo" di stile, ritmo, tono...

5. Inferno Edition di MentisKarakorum
Classica storia di vendetta col twist del Monopoly, va giù come coca cola.
Un paio di annotazioni: se un uomo a cui ho sparato in testa si presentasse al mio cospetto vivo e vegeto, avrei un filo d'ansia anche prima di rivedere il buco. Inoltre, proprio perché è una storia abbastanza classica - in senso buono -, forse valeva la pena giocarci un po' di più: un momento di autentico vantaggio per il protagonista, o uno di apparente stress per Frankie, o anche solo eco di voci infernali a ogni nuovo acquisto avrebbero reso ancora più divertente il pezzo.
Niente male, comunque.

6. Roma di Mauro Lenzi
Niente da dire su stile, tono ed estetica, eppure questo racconto ha preso un morso troppo grande da masticare per la sua forma attuale, mi pare: gli avvenimenti passati s'intuiscono, ma senza uno o due accenni mirati al contesto si rischia di passare più tempo a chiedersi "Aspetta, chi sono i nemici? Dov'è il tradimento? A cosa si riferisce...?" e a volere interpellare Google che a godersi il racconto.
Tutte le buone storie fanno sbocciare domande, ma di norma più appassionate che puramente informative.
Certo, se si coglie al volo il contesto storico l'esperienza di lettura è tutt'altra, immagino.
Resta una buona prova, ma dà un filo meno di quanto potrebbe.

7. Dio si è stancato di Andrea J. Leonardi
Sporco ma buono, se mi passi la franchezza.
È un buon incipit, ma come ha già detto Maurizio, da solo mi lascia l'impressione di un'ottima pietanza che mi è stata sottratta prima che potessi finirla. Insomma, continua così, ma infiocchetta il tutto con un finalino per i rompipalle come me, al prossimo giro, magari.
Per quanto riguarda il castigatore, invece, sono partito pensando che fosse Gesù Cristo in persona - avrebbe anche senso che controlli le fiamme infernali, tutto sommato: c'ha passato tre giorni di fuoco, nell'abisso, ai tempi, no? -, ma quel ci verso la fine mi ha confuso: Dio ha sfornato una pletora di figli per punire i peccatori? E come mai? Tanto alla morte finiscono comunque giù, no? Poi ho riletto la descrizione, e mi pare estremamente... Dantesca. Ma questo rende ancora più confuso quel noi...
Insomma, mi sarebbe piaciuto sapere di più anche su quello.
Dite - pun intended - la vostra ché ho detto la mia.

8. L'unica soluzione di Roberto Romanelli
Di quando in quando ci vuole qualche strega da vecchio film, che tratta con Lucifero e l'inferno e ha gatti stregati come familiari.
Il pezzo resta però sospeso, parziale: cosa rende importante questa specifica istanza del rituale per le protagoniste e, dunque, per noi? Cosa comporta ripeterlo se, visto che non è la prima volta, la dannazione è già assicurata? Sembra una vera e propria scelta, ma a meno che non ci siano gradazioni diverse di dannazione, perché una dovrebbe avere dubbi tra Dannata Ora e Dannata poi? Quale posta in gioco giustifica l'intensità della prima parte, visto tutto ciò? Mi piacerebbe vedere approfondito anche il ruolo di Orione: muore in vece della strega, ma resuscita in un battibaleno. Lungi da me mettere il dito tra autore e magic system, ma che senso - rettifico: che peso - ha? Non sarebbe più d'impatto, e pure più ragionevole, utilizzare un sacrificio vero e proprio, permanente insomma? Altrimenti, resuscitare per resuscitare, tanto vale che lo faccia la strega in persona (a meno che il motivo non sia letteralmente che "i gatti hanno più vite", tipo, di loro, geneticamente proprio, che mi pare un tantino tirato e richiederebbe un setup più deciso).

9. Il posto che meriti di Stefano Moretto
Ottima premessa, anche se, avendo fatto da social media manager a un paio di clienti, trovo più probabile che l'abbia inventato direttamente Lucy, il mestiere.
L'esecuzione barcolla un filo di più: la punteggiatura andrebbe rivista (prova a leggere Mi raccomando ultimamente certe recensioni ci hanno proprio stesi come è scritto, tutto d'un fiato) e qualche goccia di caratterizzazione in più non guasterebbe (la moglie in particolare pecca di monodimensionalità, darle una battuta un po' più unica potrebbe arricchire il testo e indurci a detestare sottilmente il protagonista un po' di più, quindi a godere di più del finale).
Insomma: non mi dispiacerebbe rileggerlo dopo una rapida revisione.

10. Peccato di Cera di Filippo Sassi
Idea fertile, scelta coraggiosa, esecuzione migliorabile.
Ricalco i commenti precedenti: un giro di revisione puramente formale non farebbe male al racconto. Dopo le prime righe, quando il contesto diventa effettivamente chiaro, seguire la vicenda non è un grosso problema... Finché non arriva l'Imprevisto Vai all'Inferno e la pedina viene gettata tra le fiamme. Versione molto specifica del gioco? Home rule? Giocatori dannati/demoniaci? Non so se è la fretta, ma questo finale mi è passato proprio sopra la testa, o comunque appena fuori portata.
Il finale con il narratore che muore - all'istante, oltretutto - narrando al passato remoto mi ha fatto un po' storcere il naso. Non è un monologo interiore, ma neanche un racconto fatto in universe da qualcuno; appare come puro artificio, e mi astrae un po' troppo dalla vicenda.
Resta un'idea fertile, resta una scelta coraggiosa, e resta un'esecuzione che non manca di qualche guizzo, anche formale - rivedrei il testo per riproporlo, fossi in te.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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maurizio.ferrero
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Re: Gruppo SANGUE SUL GIGLIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » sabato 24 ottobre 2020, 20:15

L’affare Pirelli
Mi è piaciuto molto il tuo racconto, perché realizza un sogno che ogni dipendente cova dentro di sé: mettere nella merda il proprio capo. L'ho interpretato come una sorta di storia di catarsi.
Tema centrato quindi, e in maniera ottimale. Mi piace che in tutta questa storia anche il protagonista debba compiere un sacrificio, ovvero la perdita del lavoro a cui ha dato tutto. Chiaro segno che la disperazione portata oltre un certo limite spinge le persone a non tornare più indietro.
Unica nota, che non è un errore ma una minuzia legata al mio gusto personale: avrei preferito che il "va all'inferno" finale il protagonista lo dicesse apertamente al capo, invece che mimarlo con le labbra. Ma è un dettaglio soggettivo che non va a minare la qualità dell'ottima storia.

Dio si è stancato
A quanto ho capito il protagonista del tuo racconto è un omofobo ricattatore che si trova inseguito da una creatura sovrannaturale (un diavolo forse, ma ho dei dubbi; più sotto ti dico).
La scena c'è ed è ben descritta, ma trovo che all'insieme manchi qualcosa. Mi sarebbe piaciuto sapere qualcosa di più sui peccati del protagonista.
Il dubbio sulla natura del suo inseguitore mi viene dalla frase "Dio ci ha mandato in tutto il mondo, ormai". Tutto fa pensare che sia un diavolo, ma se lo è davvero, perché prende ordini da Dio? La cosa avrebbe potuto entrare meglio nella storia se fosse stata introdotta un po' meglio.
Il finale manca di mordente. Si è già capito da parecchio dove sarebbe andato a parare, manca quell'elemento inaspettato che lo avrebbe reso davvero interessante.

Catabasi
Prima di tutto ammetto la mia ignoranza in materia di mitologia greca. Se a Teseo ci posso ancora arrivare, per Piritoo sono dovuto andare a cercare chi fosse.
Mi pare di capire che tu abbia scritto una versione romanzata di un mito, affrontandolo con un metodo di scrittura contemporaneo. Ottimo esercizio di stile.
La scrittura è buona, le descrizioni semplici ed efficaci, il pdv di Teseo è mantenuto bene per tutta la durata del testo.
A quel "Gli occhi vitrei della divinità" verso la fine mi sembra che manchi un verbo per completare la frase.
Da un punto di vista narrativo però mi pare che manchi qualcosa. Ho letto il racconto due volte, la prima da completo ignorante e la seconda avendo letto qualcosa del mito su cui è basato. Il finale manca un po' di mordente.
Data la modernizzazione dello stile di scrittura avresti potuto dare più sostanza alla storia cambiando drasticamente il finale o aggiungendo degli elementi che lo rendessero più appassionante. Lasciato così, tutta la storia rimane un (ottimo) esercizio di stile.

Roma
Ho parecchi dubbi sul tuo racconto. Per quanto le immagini mi siano chiare e ben descritte, non credo di aver compreso del tutto il senso della vicenda.
Nonno e nipote sono in barca, il nipote ha una visione della guerra combattuta dal nonno, dopodiché si sveglia.
Il finale "era una sogno" è una cosa che non mi ha mai convinto. Da al lettore la sensazione di essere stato preso in giro, che la lettura fatta sia stata inutile.
Credo che tu abbia cercato di inserire delle figure metaforiche all'interno della vicenda, come la ragazza che viene uccisa. Non ho però capito se Roma fosse riferito proprio alla capitale ceduta al nemico o fosse magari il nome del sottomarino.
Infine mi ha mandato un po' in confusione che nonno e nipote avessero lo stesso nome. Non è una cosa così inusuale, però di primo acchito ho fatto fatica a capire chi stesse parlando nel pezzo finale.

Al drago d’oro c’era un cinese che…
La tua storia mi ha convinto, anche se c'è qualche dettaglio che mi stona, ma vado con ordine.
Mi piace l'idea che il protagonista si rechi da un "santone" cinese per sapere dove sia finita l'anima della sua ragazza morta. Bello il colpo di scena finale, in cui si scopre che si è uccisa per errore. L'idea, in generale, funziona. Il dialogo è condotto con un buon ritmo, le descrizioni asciutte e ben piazzate.
Come dicevo, un po' di cose mi hanno stonato:
- I cinesi che parlano con la L. Si tratta di un falso stereotipo. Anche se è vero che i cinesi non hanno il suono "R" nella loro lingua natale, possono impararlo. Ho sentito parlare cinesi che sono in Italia solo da un paio d'anni e riescono a pronunciarlo benissimo. Ora, data l'ironia generale del racconto ci può anche stare, ma condotto per tutto il testo e così a lungo mi è parso fastidioso. Forse avresti potuto far parlare solo la madre con la L e il figlio, un po' più giovane e "sgamato", avrebbe potuto avere una pronuncia normale.
- C'è una frase che non mi torna. «Se lagazza all’Infelno, basta. Sennò di più.» «Perché?» «Pelché Infelno è una melda. Se vado di niente, fanculo tu e tua lagazza.» «Non lo sapevo.» «Dale anche cellulale.»; Ecco, in questa sequenza di dialogo non riesco a capire perché prima gli dica che basta se la ragazza è all'inferno (cosa che effettivamente è) e poi gli chieda anche il cellulare. Forse è solo formulata male, ma non mi torna.
- La ragazza ha tentato di uccidere il protagonista perché "è un rompicoglioni". Questo dettaglio del suo carattere non si intuisce da come hai imbastito la storia, sembra solo un ragazzo disperato pronto a fare di tutto pur di rivederla. Forse avresti potuto caratterizzarlo in modo da renderlo un po' più fastidioso.

L’unica soluzione
Credo mi sfugga qualche elemento del tuo racconto. La storia parte con quello che sembra la fine di un amore romantico. Due ragazze si lasciano e una, per la disperazione, decide di farsi tirare sotto da una macchina. Si scopre poi che in realtà le due sono streghe e la morte costituiva parte di un piano ben preciso per andare all'inferno e parlare con il diavolo. Buon plot twist.
A questo punto mi sfugge il finale. Non riesco a capire quale movente abbia spinto le due ad affrontare un rischio simile ("riottenere il potere" è molto generico e non aggiunge nulla ai fini della storia, perché non si sa in cosa consista questo potere né come sia stato perso).
Nelle battute finali, inoltre, sono andato in confusione perché hai mantenuto fermo il PdV su Veronica per praticamente tutto il racconto, salvo poi fare un breve stacco su Gianna che poteva essere evitato ("Per Gianna Orione era uno strumento, uno dei tanti che il loro signore le aveva dato.")
Insomma, mi pare proprio che manchi davvero qualcosa alla narrazione, un elemento che faccia comprendere meglio la vicenda e le dia un po' di spessore.
A parte quella sbavatura finale, per il resto mi pare ben scritto.

Il posto che meriti
l racconto soffre un po' l'essere diviso in due tempi distinti, con una prima parte utile a fare capire la situazione, ma che poteva essere evitata del tutto o, al contrario, imbastita con una situazione più corposa che rendesse più tridimensionale il personaggio della moglie.
La seconda, d'altro canto, soffre dell'essere molto prevedibile. Già dall'anagramma del nome della società e del soprannome del capo si capisce dove la storia andrà a parare. Un guizzo di originalità in più non avrebbe guastato, oppure una caratterizzazione diversa dei personaggi, anche perché non è la prima volta che il diavolo viene rappresentato come il feroce manager di un'azienda.
Essenzialmente buono, ma di molto migliorabile.

Inferno edition
Il tuo racconto mi è sembrato una rivisitazione della "partita a scacchi con la morte". Interessante l'idea di mettere in mezzo il Monopoli, ciò che mi stupisce davvero è che tu non sia stato l'unico ad averla avuta, seppure con implicazioni diverse.
Che dire? La storia è carina, a tratti ironica, scorre bene senza impegnare. Sarebbe stato molto interessante dare un vero senso alla partita tra il morto e il suo assassino. Mi spiego meglio: le motivazioni sono chiare e funzionano, ma perché stanno giocando proprio a Monopoli e non a un qualsiasi altro gioco? Mi viene da pensare che potesse essere una passione dell'uomo assassinato, ma questo non viene confermato da nessuna parte.
Un po' troppo prevedibile il finale.

Una tranquilla serata d’inferno
Il tuo racconto mi è piaciuto. L'ambientazione della prigione in cui i galeotti vengono fatti combattere tra loro dalle guardie è un classico che dà sempre soddisfazioni. La scena d'azione è ben descritta e chiara, anche se mancano dei dettagli (ad esempio, quando parli per la prima volta del mazzafrusto dell'orso, non si capisce da dove l'abbia tirato fuori).
Il punto debole del tuo racconto è, purtroppo, il finale. La liberazione della "ragazza" dalla prigione dà inizio a una serie di fatti che purtroppo non vedremo mai. Si tratta a tutti gli effetti di un buon incipit, che mi sarebbe piaciuto vedere sviluppato ulteriormente ma che all'interno di un contest per racconti di piccolo formato ti penalizza.
Tema preso molto di striscio, ma c'è. La prigione è un inferno, e la creatura liberata potrebbe essere un'entità demoniaca... Ma non lo sapremo mai.

Peccato di cera
Idea bizzarra la tua. Non sei stato l'unico che ha associato il tema del contest al Monopoli, e la cosa mi ha sorpreso parecchio. In ogni caso, dopo una fase di straniamento iniziale dovuta alla bizzarra ambientazione, si inizia a intuire la situazione abbastanza presto e se ne ha la conferma definitiva quando parli di "imprevisti e probabilità".
Il racconto mi lascia con dei dubbi. Si tratta di un esercizio di stile interessante quello di narrare il pdv di un oggetto inanimato, ma non mi è per nulla chiara la situazione esterna. Perché il "padrone" sta giocando a Monopoli in un ambiente che sta andando a fuoco? La necessità di mantenere focalizzato il pdv ti fa giustamente evitare la risposta a questa domanda, ma l'insieme ne perde, perché non viene fornita alcuna spiegazione.
Occhio ad alcuni refusi forse dettati dalla fretta, tipo " uno mi lanciò persino addosso una delle case che acquistammo acquistate due turni prima".


CLASSIFICA
1. L'affare Pirelli di Andrea Lauro
2. Una tranquilla serata d'inferno di Ivan Cominelli
3. Al Drago d'oro c'è un cinese che... di Luca Nesler
4. Catabasi di Giorgia D'Aversa
5. Peccato di cera di Filippo Sassi
6. Inferno Edition di MentisKarakorum
7. Dio si è stancato di Andrea J. Leonardi
8. Il posto che meriti di Stefano Moretto
9. L'unica soluzione di Roberto Romanelli
10. Roma di Mauro Lenzi

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Re: Gruppo SANGUE SUL GIGLIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » domenica 25 ottobre 2020, 16:57

Avete ricevuto tre classifiche, ve ne mancano sei.

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Re: Gruppo SANGUE SUL GIGLIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » domenica 25 ottobre 2020, 17:28

CLASSIFICA

1. Al Drago D’oro c’è un cinese che…, di Luca Nesler
2. Roma, di Mauro Lenzi
3. Catabasi, di Giorgia D’Aversa
4. Inferno Edition, di MentisKarakorum
5. Una tranquilla serata d’inferno, di Ivan Cominelli
6. L’affare Pirelli, di Andrea Lauro
7. Il posto che meriti, di Stefano Moretto
8. Peccato di Cera, di Filippo Sassi
9. Dio si è stancato, di Andrea Leonardi

COMMENTI

L’affare Pirelli, di Andrea Lauro
Racconto che non mi ha preso molto. Ci sono troppi luoghi comuni: “piccolo frocetto”, il matrimonio perso per non avere alcun risultato in cambio, “ti voglio fuori in mezz’ora” (che in Italia in mezz’ora non ci vai nemmeno se sei un consulente a partita IVA, e non sembra questo il caso) e altre.
Capisco il conflitto, ma questi cattivi tutti di un pezzo e queste vittime così sacrificali mi sembrano troppo stereotipati.
L’uso di un termine strano come “transazione” sicuramente rende il tutto più strano. Cos’è questa transazione? Una vendita di un immobile, di un bene, di un derivato? Non penso di aver mai sentito nessuno chiamare una vendita una transazione, così mi suona innaturale.
Anche il timing sembra poco chiaro. Franco ha “siglato” la transazione e un attimo dopo parte la denuncia per insider trading. Fa pensare ad una transazione con firma digitale, inviata ad un server in qualche modo, ma allora cos’è questo contratto che ha trovato?
Rispetto al tema, lo trovo rispettato a metà, perché manca la maiuscola dell’inferno: “Vai all’Inferno!”.


Dio si è stancato, di Andrea Leonardi
L’inutile fuga di un peccatore, direzione l’Inferno.
Ho trovato il racconto troppo “raccontato”. All’inizio il personaggio in fuga, Francesco, sta scappando e sembra conscio che ne va della sua vita, ma in tutto questo riporta una serie di dettagli che ben difficilmente riuscirebbe a cogliere in quel frangente: che le file di panche sono una ventina, che ce ne siano altre ai lati, che passa davanti ai dipinti dei santi.
Sono strane anche le reazioni a quel che dice chi lo sta inseguendo. Perché pensa che sia pazzo? Cosa è successo prima che nel racconto non viene detto per avergli fatto pensare di rischiare di essere ucciso.
Anche considerarsi così innocente, tanto che i Santi dovrebbero proteggerlo, mi sembra incongruente con quello che faceva nella vita.
In questo paragrafo c’è probabilmente un salto dovuto ad un taglio dell’ultimo minuto:

Andrea J. Leonardi ha scritto:Come fa a sapere anche il mio nome? È pazzo. Completamente pazzo. Un invasato che crede di essere chissà chi. Santo non lo so, uno qualunque di questa chiesa maledetta dimenticata da Dio. Non potete permettere che un innocente muoia qua.

Forse non ho capito bene chi sia, ma il linguaggio dell’inquisitore mi fa davvero strano, questo mix di citazioni dantesche e linguaggio colloquiale. Immagino che sia uno degli angeli vendicatori dell’Apocalisse, ma perché dire “arrenditi”? Arrenditi a Dio? Alla punizione? L’effetto che mi passa è più da scena western con lo sceriffo che insegue il cattivo di turno sparandogli tra i piedi per fargli paura.
L’idea di una sorta di Apocalisse personale mi sembra interessante, ma forse dare uno spazio al fuggitivo di realizzare le sue colpe la avrebbe resa più coinvolgente.
Tema centrato.


Catabasi, di Giorgia D’Aversa
Cosa di più affascinante di una discesa negli inferi? Il tema è parzialmente centrato, perché non mi sembra che risponda ad una esortazione di “Vai all’Inferno”, quanto ad una intenzione del personaggio.
Versione rivista del mito, che però sembra molto rispettosa dell’originale, al punto che si arriva alla fine senza esserne particolarmente presi.
Una frase che mi è sembrata strana è questa:
Giorgia D'Aversa ha scritto:Teseo prese posto e la pietra contro la schiena lo fece rabbrividire. «Perdona la sua insolenza, ma è ciò che ci è stato vaticinato: è sconveniente non rispettare il volere degli Dei.»

Strana perché Teseo sta parlando con un Dio, il cui volere è palesemente diverso dal vaticinio. Dà un’idea di ineluttabilità, mentre mi sembra che in questo mito ci sia una scelleratezza, una gioventù, un voler rompere gli equilibri che non ho ritrovato nel testo.
Buona prova ma migliorabile, in particolare uscendo dal solco del mito originale, nel qual caso lo avrei posizionato anche più in alto.


Roma, di Mauro Lenzi
Tema centrato, in una versione metaforica; non vi è proprio l’esortazione di andarci, ma lo fanno le forze nemiche.
All’inizio, mi sembra che questo nipote sia un po’ troppo maleducato verso il nonno, tenendo conto che lo ha accompagnato in questa cerimonia, non è proprio come fossero andati a compare un quotidiano insieme:
Mauro Lenzi ha scritto:“Ora possiamo andare?”
Stringe una rosa bianca tra le dita nodose. “Abbi rispetto, Dante. Vorrei che vedessi cosa abbiamo passato; allora capiresti.”
Stappo la bottiglia e mi piazzo al suo fianco.
“E cos’avreste passato, sentiamo.”

All’inizio pensavo che la donna fosse incorporea, una figura fantasmagorica, visto che gli altri non sembravano percepirli, per cui è stato abbastanza stupefacente quando rimane ferita. Non avevo però colto alla lettura che fosse un “doppio” della nave, per cui quando parla degli Angeli della morte e del Giudizio ho pensato solo ad una metafora dell’attacco subìto. E naturalmente mi sono davvero perso quando dice che sarebbe stata venduta al nemico (ma come? È praticamente morta!), né sono riuscito in nessun modo a capire chi fossero le sorelle.
Nella mia non comprensione del doppio, quando Nonno Dante dice che era bellissima e si chiamava Roma ho pensato che fosse la ragazza, magari da lui amata.
Alla fine si scopre che è una visione, ma questo era chiaro sin dall’inizio, e in questo racconto ci sta.
A pelle, lo trovo da una parte un buon racconto, scritto molto bene nella parte “guerresca” meno nel contorno, ma presuppone una complicità da parte del lettore (ad esempio considerare “bella” una nave da guerra) che non è sempre disponibile (come nel mio caso), per cui forse qualche parola in più per accompagnare questo processo sarebbe utile, altrimenti rimane una scena di guerra e basta.

Al Drago D’oro c’è un cinese che…, di Luca Nesler
E qui arriva Nesler, e arrivano i problemi! Che problemi? Il racconto è davvero molto divertente, con dei passaggi strepitosi (“Ridammi il telefono!”, “lumate mamma? Nonna”, il cinese che prova a rubargli l’appartamento…), ma è davvero troppo, troppo, politicamente scorretto. Ormai la Disney mette gli avvertimenti che anche gli Aristogatti sono razzisti perché c’è un gatto con gli occhi a mandarla e le bacchette, ma quella è acqua fresca rispetto a questo racconto! Tra “l” e “arbre magique”
Mi chiedo se riscritto in modo da lasciare i cinesi senza farne la parodia lo renderebbe meno forte e, onestamente, penso di no, penso che andrebbe bene lo stesso.
Dal punto di vista della narrazione, c’è giusto da dire che ogni tanto il divertimento supera il velo del lasciare verosimile il racconto (questo povero disperato che si vuole suicidare, ma si entusiasma per il fisico asciutto della signora).
E quindi ora mi trovo a dover decidere: dò sfogo al lettore in me che ha apprezzato tantissimo il racconto, o dò sfogo alla mia parte bacchettona che vorrebbe censura e pentimento? Stavolta ha prevalso il lettore.

Il posto che meriti, di Stefano Moretto
Il buon infingardo trova un lavoro. Solo che scopre che Lucy è un Lucifero… che shock! Fortuna che Lucifero è un buono, che vuole usare un signore che nella vita non ha fatto nulla per farsi promuovere sul web: che coraggio da parte sua!
Tema centrato per negazione, visto che Lucy non gli augura di andare all’inferno.
Salvo il fatto tecnico che le credenziali siano su un file mi sembra una cosa da far gridare vendetta al responsabile della sicurezza, mi sembra che i dialoghi filino bene. La storia però non mi sembra molto originale, né il comportamento del “fesso” così credibile, trova tutto bellissimo ed è tutto troppo sui binari.
Rendendolo più emotivamente significativo, mi sembra che ci sia spazio per renderlo più interessante.

Inferno Edition, di MentisKarakorum
Tema centratissimo, con la carta “Go to hell!”.
Ho apprezzato il parallelo del rimanere senza soldi del protagonista con quello della vittima - in effetti sembra che tutto il racconto puntasse proprio ad arrivare a far emergere questa vendetta così chiara.
L’idea di rendere vivo il gioco del Monopoli è già stata usata, cosicché la parte del giro sulle case o l’estrazione delle carte non è così interessante, ed anche il sentimentalismo della vittima che ricorda il suo negozietto al momento di pagare le tasse non convince molto.
Rimane però che questo cattivaccio che rimane coinvolto nel giocare sulla sua stessa avidità è interessante.
Quindi il mio giudizio è misto, ottima storia costruita però su un copione un po’ troppo scontato. Mi chiedo se lasciando inalterato l’inizio e il finale, ma senza passare per il Monopoli, non ne uscirebbe una storia davvero eccezionale.

Una tranquilla serata d’inferno, di Ivan Cominelli
Mi sembra che all’Inferno i personaggi tutti ci siano già, anche senza la forza oscura del finale. Il tema però è rispettato solo in parte, perché l’esortazione ad andare all’Inferno non la trovo.
La storia si dipana in modo quasi obbligato, il combattimento è ben raccontato anche se non so quanto realistico: dopo essere stato picchiato così duramente, il protagonista ed una la spada con una efficacia dubbia contro soldati sicuramente più in forma di lui dopo una prigionia.
Il finale arriva troppo presto. C’è una giovane che sorride e un attimo dopo un ruggito infernale: cosa è successo alla ragazza? In che si è trasformata?
Mi rimane anche il dubbio su questi soldati. Cosa fanno, perché sapevano non solo cosa fosse la ragazza ma anche il modo per bloccarla? In tutto il racconto sembrano soldatacci crudeli e basta, ma alla fine rimane il dubbio che fossero qualcosa di diverso. I dialoghi sul resistere un minuto o due mi sembrano un po’ troppo stereotipati, così come la reazione troppo blanda del protagonista (dopo aver sentito cosa doveva fare, non li manda nemmeno a quel paese? Nessuna reazione?).
Mi sembra che la tecnica ci sia, ma il racconto non mi convince fino in fondo.

Peccato di Cera, di Filippo Sassi
In questo gruppo, un secondo racconto basato sul Monopoli: e poi non si dica che non è un gioco affascinante!
Il tema è rispettato ancora con la carta “Vai All’Inferno”.
Mi sembra che si sia calcata un po’ troppo la mano per far pensare ad un percorso reale, di questo personaggio di cera che poi di cera non è, ma senza dare reale vita alle cose. Ad esempio, perché pensa di essere di cera?
Qualche spunto l’ho trovato interessante, come questo:
PhilStones ha scritto:Volevo fuggire via, ma tremavo così tanto da non poter nemmeno ragionare. Ecco cosa provava Mela quando singhiozzava.

Non ho capito invece perché il gioco, che evidentemente prima era più normale, si sia trasformato in demoniaco.
Il finale mi sembra che rimandi un po’ troppo al soldatino di stagno di Andersen per poterlo apprezzare.
Con questa cronistoria del viaggio del personaggio, non sono riuscito a entrare nel racconto, rimanendo troppo esterno a quegli umani così, fammi dire, bestiali che ci stanno intorno di cui però non si sa nulla.

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Debora D
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Re: Gruppo SANGUE SUL GIGLIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » lunedì 26 ottobre 2020, 15:07

Ecco la mia classifica, sofferta soprattutto per il podio
Classifica
[list=] Al drago d’oro c’è un cinese che…, Luca Nesler
Il posto che meriti, Stefano Moretto
Catabasi, Giorgia d’Aversa
L’affare Pirelli, Andrea Lauro
Inferno edition, MentisKarakorum
Una tranquilla serata d’inferno, Ivan Cominelli
Roma, Mauro Lenzi
Dio si è stancato, Andrea J. Leonardi
Peccato di cera, Filippo Sassi[/list]

L’affare Pirelli, Andrea Lauro
Ciao Andrea, piacere di leggerti. Spero che questo commento ti sia utile.
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Dio si è stancato, Andrea J. Leonardi
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Catabasi, Giorgia D’Aversa
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Roma, Mauro Lenzi
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Al Drago d’oro c’è un cinese che…, Luca Nesler
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Il posto che meriti, Stefano Moretto
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Inferno edition, Mentis Karakorum
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Una tranquilla serata d’inferno, Ivan Cominelli
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Peccato di cera, Filippo Sassi
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antico
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Re: Gruppo SANGUE SUL GIGLIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » martedì 27 ottobre 2020, 14:14

Dovete ancora ricevere quattro classifiche.

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Re: Gruppo SANGUE SUL GIGLIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » mercoledì 28 ottobre 2020, 22:14

Classifica
1) Inferno Edition, di MentisKarakorum,
2) Al Drago D’oro c’è un cinese che…, di Luca Nesler
3) Una tranquilla serata d'inferno - Ivan Cominelli
4) Catabasi, di Giorgia D’Aversa
5) L’affare Pirelli, di Andrea Lauro
6) Dio si è stancato, di Andrea Leonardi
7) Roma, di Mauro Lenzi
8) Il posto che meriti, di Stefano Moretto
9) Peccato di Cera, di Filippo Sassi

Commenti

L’affare Pirelli, di Andrea Lauro
Ciao Andrea,
ho individuato due cose che ho molto apprezzato e due che mi hanno lasciato perplesso.
Parto da queste:
- il fatto che la vicenda Pirelli che da il titolo al racconto rimanga sullo sfondo, secondo me impedisce al lettore di empatizzare col protagonista. Non sono ub fan degli spiegoni o del tutto chiaro ma qui forse qualche dettaglio in più non avrebbe guastato.
- I personaggi e la trama tendono un po’ al clichè. Forse anche a causa del punto precedente.
Gli elementi che mi hanno impressionato sono:
- i dialoghi. Lì ho trovati costruiti molto bene. Sembra di leggere una sceneggiatura
- il ritmo complessivo del racconto è buono. SI legge bene senza particolari intoppi
Buon contest

Dio si è stancato, di Andrea Leonardi
Ciao Andrea,
la tua discesa agli inferi si avvale addirittura di citazioni del sommo. Di questo tuo racconto ho apprezzato:
- quasi tutto del misterioso personaggio con l’accendino. Ha attirato la mia attenzione e ancora adesso mi chiedo chi sia
- i movimenti del protagonista e l’azione in generale.
Mi hanno lasciato dei dubbi invece:
- L’ambientazione, una chiesa mi è sembrata un po’ troppo ovvia per una operazione di giustizia divina
- Il quasi di prima: del personaggio antagonista non mi è piaciuto come si svela al protagonista. Troppo didascalico, è in opposizione con l’alone di mistero che crei.
Buon Contest

Catabasi, di Giorgia D’Aversa
Ciao Giorgia,
il tuo racconto mi ha ricordato i libri di Laura Orvieto con i quali sono cresciuto.
Due cose che mi sono piaciute e due migliorabili
- apprezzo molto l’intento di dare nuova vita alla mitologia greca adeguandone a oggi il linguaggio e i canoni narrativi.
- Mi è piaciuto il ritmo che hai impresso alla narrazione.
Credo che tu debba tenere conto invece:
- del fatto che un racconto deve contenere in se tutto il necessario per essere compreso, il fatto che il lettore se ne vada a googolare non depone a favore della narrazione che
- Alcuni passaggi poco plausibili (tipo la motivazione del vaticinio come ti è già stato fatto nottare). Forse trovare motivazioni plausibili per le azioni dei personaggi deve essere parte dello sforzo di modernizzazione del mito.
A rileggerti.

Roma, di Mauro Lenzi
Ciao Mauro, la tua versione dell’inferno si nutre di uno senario bellico. Quando si fa riferimento a fatti reali, in un racconto breve c’è sempre il rischio che qualcosa di necessario alla comprensione ne rimanga fuori.
I punti di forza del tuo racconto sono :
- nella descrizione degli scenari , veramente molto suggestiva e coinvolgente
- nel ritmo e nella coerenza all’interno di ogni spezzone
Gli elementoi che mi sono sembrati migliorabili sono

- il collegamento tra le scene attuali e quelle del passato, in quanto non si capisce cosa genere l’immersione nello scenario bellico del nipote
- il finale … nonostante rimanga il dubbio se sia un sogno o no questo espedeiente narrativo è un po’ troppo logoro.
A rileggerci.

Al Drago D’oro c’è un cinese che…, di Luca Nesler

Ciao Luca, del tuo girone il tuo racconto è uno di quelli che mi convince di più .
- E’ chiaro nella trama e nello stile ed è divertente
- È un modo originale di trattare il tema
Tra i suoi difetti:
- lo steleotipo del cinese … l al posto di r ma soprattutto i verbi all’infinito. Non per una questione di politically correct ma per la leggibilità del testo che risulta appesantito. Una delle abilità dello scrittore, secondo me è quella di rendere il più possibile in Italiano quella che tu chiami l’atmosfera da ristorante cinese.
- Il personaggio della donna. Non si capisce a che titolo decide di aiutare il protagonista, forse qualcosa in più su di lei ce l’avresti dovuto dire..
Comunque complimenti.

Il posto che meriti, di Stefano Moretto
Ciao Stefano,
il tuo racconto ci mostra un restyling di immagine dell’inferno e di Lucifero.
Ho apprezzato:
- l’idea, molto divertente
- il tono del racconto, leggibile e scorrevole
Mi hanno invece destato perplessità
- L’anagramma di inferno e l’identità di Lucy … se il tuo obiettivo era creare un po’ di suspance e curiosità nel lettore, tutto finisce con la fine del primo spezzone.
- La trama mi sembra soffrire del fatto che tutto viene alla luce abbastanza presto e una volta scoperta la situazione, nonostante qualche scambio di dialogo piacevole il racconto non offre molto.

Inferno Edition, di MentisKarakorum,

Ciao Mentis,
il nesso tra Monopoli e inferno deve esserci in due lo avete trovato nella stessa sera!
Del tuo racconto mi è piaciuto
- il ritmo scandito da una narrazione tipicamente hardboiled che si sposa bene col tema
- la trama e la risoluzione finale
Trovo invece che il tutto migliorerebbe con
- un filino in più di contesto che faccia capire al lettore come mai strozzino e vittima si trovino nella stessa stanza
- le reazioni del tuo protagonista, a parte nel finale sembra che niente di tutto quello che accade lo sorprenda veramente.
Complimenti e a rileggerti.

Una tranquilla serata d'inferno - Ivan Cominelli

Ciao Ivan,
il tuo inferno è un carcere medievali in cui si praticano combattimenti tra i detenuti con scommesse dei soldati.
I punti di forza per me sono :
- l’azione ben mostrata con un linguaggio adeguato
- il finale aperto che pur concludendo l’arco narrativo lascia al lettore un sapore di mistero
Non mi sono piaciuti invece:
- il titolo, non rappresenta il racconto ed è già sentito mille volte
- la mancanza di dettagli che aiutino il lettore ad ambientarsi meglio nell’Universo che costruisci (ad esempio su quale base nasce l’alleanza tra Orso e Arduino? La frase che pronuncia il primo mi sembra non sufficiente)
A rileggerti.

Peccato di Cera, di Filippo Sassi

Ciao Filippo ,
un altro racconto in cui si traccia un misterioso collegamento tra monopoli e Inferno.
Del tuo racconto ho apprezzato :
- il modo in cui rendi realistiche le vicende del gioco
- la voce narrante, si lascia seguire piacevolmente nelle sue vicende di candela segnaposto
Quello che invece mi desta perplessità
- il fatto che metafore e allegorie ti fanno perdere un po’ il polso nella coerenza degli avvenimenti
- alcuni lati oscuri (il contesto in cui si svolge la partita)
A rileggerti

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jimjams
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Re: Gruppo SANGUE SUL GIGLIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » giovedì 29 ottobre 2020, 0:37

1. Inferno Edition, di MentisKarakorum
2. Al Drago D’oro c’è un cinese che…, di Luca Nesler
3. L’affare Pirelli, di Andrea Lauro
4. Roma, di Mauro Lenzi
5. Dio si è stancato, di Andrea Leonardi
6. Catabasi, di Giorgia D’Aversa
7. Una tranquilla serata d’inferno, di Ivan Cominelli
8. Il posto che meriti, di Stefano Moretto
9. Peccato di Cera, di Filippo Sassi


1. Inferno Edition, di MentisKarakorum
Ciao, Mentis. Anche il tuo è un racconto molto gradevole dal mio punto di vista. Buono lo stile, quasi niente da dire. Buona l'idea, molto divertente, la apprezzo molto e ti ha dato modo di giocare con le regole e le caselle del Monopoly in versione infernale. La narrazione tiene e scorre bene. Se devo trovare un punto di debolezza, per i miei gusti, sono le due frasi finali: Nessuna risposta.
Le fiamme accendono l’impermeabile."" Non so cosa, ma sento che c'è un modo più incisivo di chiudere. Per il resto ottima prova. Tema ovviamente centrato.

2. Al Drago D’oro c’è un cinese che…, di Luca Nesler
Ciao, Mauro. Eh, perbacco, questo è un racconto con la N di meNare. Ce n'è per tutti. Hai fatto un bel calderone di luoghi comuni infarciti di ironia e l'effetto mi piace. Leggendo sono riuscito a vedere la scena, sentire le voci, tanto di cappello per la narrazione, funziona bene. Con un filino di coraggio in più potevi arrivare al weird, ci manca poco. Vedi il fumo infernale e gli alberelli appesi per contrastarne il fetore, troppo bello. Insomma, forse sarò una voce isolata ma a me questo raccontaccio piace un sacco. Proprio tanto. Se proprio devo darti una spinta, eccola: esagera.

3. L’affare Pirelli, di Andrea Lauro
Ciao, Andrea. Ho trovato questo racconto molto bello. Mi piace la scrittura, che specie nella prima parte procede bella fluida, perfetta. Non so bene dove ma alla fine forse qualcosa cigola, forse nei dialoghi finali, ma niente che sia riuscito a individuare in prima battuta. Dunque voto pieno per la scrittura, la tecnica. Funziona. La storia è se vogliamo un classico, ma come tutti i classici fa sempre effetto. Anche questa funziona. Insomma, è il primo che leggo, come sempre non ho letto alcun commento di altri, vediamo come sono gli altri, per ora questo mi pare uno di quelli buoni. Bravo.

4. Roma, di Mauro Lenzi
Ciao, Mauro. Il tuo racconto scorre piuttosto bene e la lettura è avvincente, specialmente nella parte centrale. C'è qualche intoppo, e forse anche qualcosa di troppo qui e lì, forse nel tentativo di lasciare indizi ("La lascio contro un armadio di metallo con una targa: “Munizioni contraeree” e corro." che importa la targa al fine del racconto?). Rimane comunque capace di tenere il lettore sul pezzo. Non credo che tutti riusciranno a capire, se non dopo una bella googlata, che stai raccontando la storia della resa e consegna della flotta italiana dopo l'armistizio. Peraltro non apprezzo particolarmente la descrizione del fatto come un tradimento, ma riconosco che venne percepito dai marinai italiani ( e quindi allegoricamente dalla nave) come tale. Sul tema sono di bocca buona e accetto l'aggancio. In generale un ottima prova, prevedo te la vedrai con i migliori.

5. Dio si è stancato, di Andrea Leonardi
Ciao, Andrea. Il tuo racconto utilizza un'idea che mi aspetto di trovare più volte in questo contest e che personalmente ho cercato di evitare. Per renderla forse più interessante condisci il tutto con due fattori: i richiami danteschi; la storia dell'uomo. Lo spunto, lo ammetto, è intrigante, specialmente per l'intreccio con Dante. Più lineare il discorso della storia dell'uomo, che giustifica la punizione divina. Ora, da una parte sono affascinato dall'idea di questa commistione inferno vero - inferno dantesco, dall'altra questo è un gioco molto difficile da sostenere. Per farmi capire cito una delle difficoltà che ti sei accollato. La prima citazione non è tra le più famose, almeno per gente come me che non ha una memoria robustissima. Ho individuato il richiamo alla seconda, ovviamente, ma la prima mi ha lasciato perplesso. E quando il lettore si fa una domanda del genere il pericolo è che stacchi la lettura per togliersi la curiosità. Ancora, il legame devi in qualche modo cucirlo alla storia, perché alla fine chi legge non rimanga con l'idea che sia gratuito. In conclusione, idea di base non troppo inattesa, idee di appoggio interessanti ma difficili da integrare tra loro e non ci sei completamente riuscito, secondo me. Hai voglia di stupire e gli spunti ci sono. Sarà interessante continuare a leggerti.

6. Catabasi, di Giorgia D’Aversa
Ciao, Giorgia. Ho letto il tuo racconto un paio di volte, poi ho capito cosa non mi soddisfa. E non è colpa tua, peraltro. Ma parliamo prima di quello che va bene. Secondo me va bene il tema, va bene la scrittura (ma poi ti spiegherò che è proprio qui che scatta nel mio cervello un piccolo rifiuto), e va quasi bene il finale (ok, va bene, ma era troppo facile). Il problema è che non mi fa provare alcuna emozione. Da una parte questo è comprensibile, perché io non sento un racconto del genere come lo sentirebbe un uomo dell'antichità. Dall'altra in me scatta la domanda: si poteva fare diversamente? E la risposta è che forse potevi scegliere di lasciarti andare, da una parte o dall'altra. Ovvero scriverlo in maniera esageratamente antica, così da sembrare un racconto di un aedo greco, oppure, al contrario, renderlo comico, grottesco (cosa che io avrei adorato). Ma dovendolo giudicare per come è, dico in sintesi: scrittura ok, storia accettabile ma non emozionante, tema ok.

7. Una tranquilla serata d’inferno, di Ivan Cominelli
Ciao, Ivan. Di questo racconto mi piace l'idea, lo svolgimento (con qualche dubbio sul combattimento, ma ci sta che sia un filo surreale, nella mia testa la scena vedeva Bud Spencer come Orso e Terence Hill come Arduin, perciò...). Mi piace anche l'idea di finale, ma mi piace meno il fatto che la nostra ragazza sia appena delineata e quindi troppo sbiadita per soddisfare un lettore. Mancanza di spazio? A volte si deve sacrificare qualche dettaglio in questo contest... Insomma una bella prova. Giudizio positivo.

8. Il posto che meriti, di Stefano Moretto
Ciao, Stefano. Il tuo racconto scorre abbastanza bene. Io non sono uno che si sofferma sulla forma ma c'è qualche cosina da sistemare o che magari non piace a me ("Sentiti libero di metterti" mi fa l'effetto del gesso sulla lavagna). L'idea non è originalissima (mi aspettavo varie interpretazioni della stessa idea), ma è comunque graziosa. Potevi forse riuscire a renderla meno evidente da subito, anche se capisco che non sarebbe stato troppo facile. Gradevole, ma probabilmente non sarà in cima alla mia classifica personale.

9. Peccato di Cera, di Filippo Sassi
Ciao, Filippo. Interessante che in un gruppo siano capitati due racconti che coinvolgono il gioco del Monopoly. Forse l'associazione prigione inferno è più naturale di quello che si possa pensare. Altrettanto interessante è notare che i due racconti sono così diversi. Per stile, con il tuo che imposta il pov sul segnalino del gioco, idea molto divertente. Per storia, anche se alla fine entrambi i racconti si imperniano sul tragico imprevisto. Al di là del confronto tutta la storia è centrata sul segnalino, sui suoi sentimenti, sulle sue vicissitudini, mentre è molto sfumata la partita vista dal padrone. Nonostante questo io credo di capire che ci sia un bel salotto, con un ricco camino, dove crepita un gran fuoco. E che i giocatori abbiamo deciso, magari per noia, di bruciare i segnalini che vanno in prigione. Be' io ho una certa immaginazione. Un trucco poteva essere quello di saltare proprio alla fine sul pov del giocatore, magari con una singola frase che chiudeva e spiegava tutto. Forse.

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antico
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Re: Gruppo SANGUE SUL GIGLIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » giovedì 29 ottobre 2020, 11:56

Dovete ancora ricevere due classifiche.

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Puch89
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Re: Gruppo SANGUE SUL GIGLIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » giovedì 29 ottobre 2020, 16:30

CLASSIFICA:

1. Al Drago D'oro c'è un cinese che... - Luca Nesler
2. L'affare Pirelli - Andrea Lauro
3. Inferno Edition - MentisKarakorum
4. Catabarsi - Giorgia D'Aversa
5. Il posto che meriti - Stefano Moretto
6. Una tranquilla serata d'Inferno - Ivan Cominelli
7. Peccato di cera - Filippo Sassi
8. Dio si è stancato - Andrea Leonardi
9. Roma - Mauro Lenzi

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Andrea Lauro - L'affare Pirelli
Ciao Andrea, sempre lieto di leggerti.
Il tuo racconto, al solito, mi è piaciuto. Ma devo dire che forse stavolta in quanto a storia mi sei sembrato un po' sottotono... non saprei. Magari mi hai sempre abituato fin troppo bene con un livello altissimo per stile e trama, ma stavolta boh, forse è a me che non è arrivata più di tanto. Cioè non fraintendere, è una bella rivalsa sul dipendente sfruttato dal capo che a sua volta fa le infami veci dell'azienda. Si respira la giusta tensione che viene sciolta egregiamente alla fine, ci sta tutto e questo mi è piaciuto.
Forse è il contesto in cui si svolge la cosa di per sé che non ho amato molto, ma credo sia un problema mio, più che tuo.
E sicuramente mi hai abituato a finezze migliori :D
Per il resto buona gestione dei tempi di trama e del punto di vista, il tema c'è tutto! Buona edizione, alla prossima.

Andrea Leonardi - Dio si è stancato
Piacere di leggerti Andrea.
Questo racconto non è malvagio, non mi dispiace diciamo, c'è una buona parte descrittiva che padroneggi abbastanza bene e hai avuto un paio di idee buone, la citazione dantesca fa molto "Gambarini Edition". L'utilizzo della prima persona ha la capacità di far empatizzare il lettore col personaggio portatore di pdv, ma in questo caso, secondo me, non hai saputo padroneggiarla al meglio. Il modo in cui viene gestito il pdv va contestualizzato con ciò che il protagonista sta vivendo, entra nelle sue corde e deve riflettersi nel modo in cui comunica col lettore, direttamente e indirettamente. E tu hai dato troppo spazio a troppe descrizioni e troppo "raccontate", come una lista della spesa. Se il portatore di pdv in prima persona sta fuggendo in preda al panico e ai suoi "peccati", difficilmente riuscirà a stimolare tutti i suoi sensi e tradurli in una lista di osservazioni abbastanza sterili. Il mood va a farsi friggere, è il prezzo da pagare quando si usa la prima persona. Per il resto non è male, finale abbastanza scontato e con poco mordente ma non mi è dispiaciuto. Una discreta prova. Alla prossima!

Catabasi - Giorgia D'Aversa
Ciao Giorgia, lieto di leggerti.
Voglio iniziare col dirti che io non sono un grande conoscitore della mitologia greca se non in modo molto superficiale.
Premesso ciò, il racconto mi è piaciuto. La scrittura è fluida, il ritmo calzante e le descrizioni evocative, e quest'ultime in particolare per il tipo di racconto che ti sei prefissata di portarci direi che è fondamentale. Soprattutto Ade, l'ho apprezzato moltissimo. Si vede che ne conosci, che scrivi di mitologia con cognizione e grande passione, altrimenti non avresti sfornato un racconto così bello. Per l'attinenza al tema diciamo che è un po' un ni. Si discende agli inferi, quindi si, ma il senso netto dell'esclamazione in verità va un po a perdersi ma credo che sia ampiamente perdonabile. Il finale credo sia l'unica pecca di questo racconto, a mio vedere, ma riconosco che è molto opinabile e soggettivo. Davvero una buona prova, a presto rileggerti!

Roma - Mauro Lenzi
Ciao Mauro.
Questo racconto secondo me avrebbe un gran potenziale se riscritto facendo tesoro di ciò che i miei "colleghi" ti hanno riferito.
Perché credimi, ha un bel potenziale. Tu scrivi bene, le idee ci sono e anche originali, ma in questo caso sono state gestite in modo poco funzionale. La cosa che infastidisce di più è il fatto storico che se non si conosce non permette di fruire al meglio del racconto. Al di fuori di questo contest non sarebbe assolutamente un problema, anzi, ma qui dentro in parte lo è, quindi diciamo che ha un peso, oltre al fatto che se per capire appieno un racconto mi occorre la spiegazione dell'autore, fatto storico conosciuto o meno, allora significa che qualcosa non ha funzionato (ci sono caduto anch'io tranquillo). Il tema tutto sommato c'è, come prima prova è comunque notevole, quindi hai tutti i requisiti per migliorare di molto. Spero di rileggerti presto.

Al Drago D'oro c'è un cinese che... - Luca Nesler
Ciao Luca, era da un po' che non ti leggevo.
Questo racconto trasuda grezzume sporco da tutti i porti, ed è bello proprio per questo. Il protagonista è un povero cristo, ma si rende partecipe di una situazione grottesca al limite tra la parodia e il serio, ed è una cosa che ho apprezzato un sacco.
Mi sarebbe piaciuto vedere forse qualcosa in più sul lato serioso della cosa, ma capisco che non c'era né l'intenzione né lo spazio per poterlo fare. Il discorso delle L diciamo che mi infastidisce a metà, perché forse ne hai abusato è vero, ma relegare la cosa solo alla madre e non al figlio come suggerito forse lo avrebbe privato di quella vena di demenza che a me è piaciuta tanto. Nella mia mente il santone aveva la faccia di Mr. Chao di "Una notte da leoni", ho provato a dissociarmi ma non ci sono riuscito ma il risultato è stato positivo. Davvero un bel racconto, il tema è ovviamente centrato. Un consiglio, come ti è già stato detto, la prossima volta osa di più perché questo è un genere che ti riesce bene. Alla prossima!

Il posto che meriti - Stefano Moretto
Il racconto è in bilico sul piacente e il noioso, ma più tendente verso il primo.
Il problema secondo me è l'assenza di pathos o di un elemento che porti il lettore a sensibilizzare con la discesa all'inferno del protagonista, con la punizione che lo spetta. Perché è vero si che ne parli, ma poco e in maniera troppo superficiale per poter far leva, e visto che è il perno centrale della questione il tutto si risolve con un "Racconto carino si, dai. Però... mh."
Non è facile far fluire bene parole intenzioni e climax in pochi caratteri e il tuo scritto èuna buona partenza per andare lavorare su alcuni aspetti che vanno assolutamente migliorati, in modo tale che i successivi possano essere migliori del precedente, e così via. Il tema c'è, l'asticella è verso l'alto, quindi forza così. Alla prossima!

Inferno Edition - MentisKarakorum
Piacere di leggerti Mentis.
Ma sai che questa è un'idea davvero originale? Non è la prima volta che mi ci imbatto, ma in questo tuo racconto l'ho trovata davvero ben sfruttata. Sul serio, lì per lì ero rimasto un po' sull'attenti per via di un'aspettativa non troppo rosea, ma poi è andata che è un piacere, sono arrivato alla fine senza rendermene conto. Una versione infernale del Monopoly con le sue regole, l'idea di base è più allettante del protagonista, che di per sé non spicca ma è ben inserito e quindi fa il suo lavoro. Il finale è prevedibile, te lo dico francamente, ma hai tenuto una buona padronanza del ritmo e dello stile, e come ho già detto l'idea di base sostiene il tutto piacevolmente quindi è di sicuro un pollice in su. Il tema è centrato.

Una tranquilla serata d'Inferno - Ivan Cominelli
Ciao Ivan.
Il genere che hai voluto dare al racconto mi va a toccare corde sensibili, quindi per me parte già con una nota di vantaggio.
Il contesto è forse sfruttato un po troppo, ma tu hai saputo dargli un certo tono quindi scorre, il che non è roba da poco, fa sempre piacere immaginarsi certe scene, specie quando ben costruite. Ecco, sul combattimento forse hai tentennato un po, ma la pecca più grande, come già ti è stato detto, penso sia stato più un'ingenuità in buona fede che realmente intenzionale, e cioè la leggerezza con cui hai trattato la ragazza, che sotto sotto è il perno del racconto. Purtroppo è sempre difficile capire in fase di stesura a cosa è meglio rinunciare e cosa tenere, i caratteri sono pochi e le sfumature tante, selezionare quelle giuste e intrecciarle a modo richiede un duro lavoro di discernimento e tanta palestra, e questo è il luogo giusto. Il finale mi è piaciuto.
Tema centrato, una buona prova. Alla prossima.

Peccato di cera - Filippo Sassi
Piacere di leggerti.
Avere due racconti che trattano della stessa cosa è davvero raro, ma evidentemente il tema si prestava alla cosa, perché altrimenti è assurdo. Allora, come ho detto all'autore dell'altro racconto analogo, l'ambientazione è interessante e come ha già detto Maurizio è anche un bell'esercizio di stile, quindi tanto di cappello sia per l'idea che per le intenzioni.
Però ecco, in questo caso, non volermene, ho preferito l'altro racconto per il semplice motivo che a fine lettura sono riuscito a darmi tutte le risposte che erano state sollevate durante la lettura, cosa che qui non accade. Il che è un peccato, perché la scelta è stata coraggiosa e hai proprietà di linguaggio, soprattutto una certa evocatività nelle descrizioni che in racconti del genere sono fondamentali. Ti sei un po' perso verso la fine, ma è pur vero che sta molto nella fantasia di chi legge in casi come questi.
Una buona prova, molto migliorabile, ma buona. Spero di leggere altro di tuo in futuro.

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Re: Gruppo SANGUE SUL GIGLIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#13 » giovedì 29 ottobre 2020, 19:33

Dovete ancora ricevere una classifica.

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Pilaf
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Re: Gruppo SANGUE SUL GIGLIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#14 » giovedì 29 ottobre 2020, 23:57

Classifica
1Inferno Edition, MentisKarakorum
2 Al Drago d'Oro c'è un cinese che..., Luca Nesler
3 Catabasi, Giorgia D’Aversa
4 L’affare Pirelli, Andrea Lauro
5 Il posto che meriti, Stefano Moretto
6 Dio si è stancato, Andrea Leonardi
7 Roma, Mauro Lenzi
8 Una tranquilla serata d’inferno, Ivan Cominelli
9 Peccato di Cera, Filippo Sassi



1 Affare Pirelli
Mi è piaciuta molto la scrittura chiara e precisa. L'uso del mostrato e di verbi di movimento rendono il dialogo scorrevole. Per i contenuti, il mio giudizio non è altrettanto positivo. I dialoghi sembrano la brutta copia di una pellicola di serie b americana. Il tema non è molto centrato e i personaggi sono un po' troppo stereotipati. Se non ci fossero state queste sbavature, sarebbe stato perfetto.

2 Dio si è stancato
Nel complesso non è male, ma manca troppo. La scrittura è buona, scorrevole e facile da leggere. Il clima di tensione si percepisce bene e il conflitto c'è. Il tema è più centrato dell'Affare Pirelli, ma i dialoghi sono troppo pesanti e troppo carichi di informazioni (danno un idea di raccontato). Il colpo di scena ci può stare, ma troppo frettoloso. Il conflitto c'è. Tutto sommato, mi è piaciuto.

3 Catabasi
La scrittura è buona, con il mostrato la situazione di tensione e di ansia tra i due personaggi è resa molto bene. Si poteva fare di più con le descrizioni e Il conflitto si poteva aumentare. Il finale è un po' troppo sbrigativo, poteva essere affrontato meglio. Penso che la catabasi si sposi molto bene con il tema della competizione. Alcune parti incerte penalizzano lievemente un ottimo racconto.

4 Roma
Il testo scorre con una scrittura pulita e veloce, si può immaginare la scena di battaglia molto bene grazie alle descrioni accurate e sensoriali dei cadaveri e dell'odore di polvere da sparo. Lunico dubbio è sul contenuto troppo evanescente all'inizio e difficile da immaginare. Tutto sembra troppo fumoso E spesso mi sono dovuto fermare per capire cosa stesse succedendo. A parte questa sbavatura, racconto più che valido.

5 Al Drago D'oro c'è un cinese che...
Racconto più che buono, ottima scrittura e ottimi dialoghi. Tema divertente che spicca rispetto a tutti gli altri. Dialoghi ben architettati e convincenti, tranne per l'uso della L troppo fastidioso. L'esperienza che coinvolge i sensi ci sta tutta e le descrzioni centellinate rendono bene l'idea del ristorante. Forse sul finale ci si poteva lavorare di più. Ottimo testo.

6 Il posto che meriti
Anche qui, nulla da dire. La scritura è molto buona e il tema è centrato in chiave ironica. La prima parte a mio parere è inutile e si potrebbe tagliare. I dialogi sono ottimi e scorrono piacevolmente, forse un po' la punteggiatura va rivista. Il conflitto c'è ma è rilegato solo all'antefatto. La descrizione dell'ufficio open space è veramente buona, così come l'incontro con la moglie. Complimenti, bel testo.

7 Inferno Edition
Anche qui, stile molto buono con pochissime sbavature. Mi concentro sul tema della partita, veramente originale descritta bene, si percepisce il conflitto e la tensione. I dialoghi un po' tropo stereotipati fanno perdere un po' di mordente. Conclusione degna del tema e centratissima. Forse attraverso una linea di dialogo si poteva scoprire perché fosse braccato dallo strozzino. Ottimi contenuti, davvero ben fatto.

8 Una tranquilla serata d'inferno
Davvero bella ambientazione. La classica prigione in cui si fa a botte per il piacere delle guardie non tramonta mai. Il finale forse è la parte più debole, insieme all'uso di qualche verbo di percezione che va ad inficiare sul mostrato. Forse, Orso poteva essere caratterizzato di più. Il tema, a mio avviso, è poco centrato in quanto si fa riferimento all'Inferno con la lettera maiuscola. Per mio gusto personale, lo approvo.

9 Peccato di cera
Un inizio un po' faticoso che rende difficile immaginare la scena. Come in Inferno Edition lo svolgersi del gioco demoniaco è descritto molto bene, anche se con alcuni interrogativi lasciati irrisolti. Il tema è parzialmente centrato con la carta Vai all'Inferno, ma non del tutto. Qualche informazione in più sui padroni avrebbe aiutato la comprensione. A parte queste critiche, ho apprezzato lo stesso il testo.

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Re: Gruppo SANGUE SUL GIGLIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#15 » venerdì 30 ottobre 2020, 0:28

Avete ricevuto tutte le classifiche, nei prossimi giorni arriverà anche la mia.

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antico
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Re: Gruppo SANGUE SUL GIGLIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#16 » domenica 1 novembre 2020, 21:09

Ecco a voi la mia classifica!

1) L’affare Pirelli, di Andrea Lauro
Ottimo racconto. Solo un appunto e riguarda quel VA ALL'INFERNO mimato con le labbra... Perché? Fatico anche a visualizzarmelo e non ha un corrispettivo nel testo, tipo che fosse una chiusa in cui il protagonista facesse il verso al capo. Lo vedo come uno scivolone sul finale che andrebbe corretto. Per il resto, nulla da segnalare, procede fluido e determinato verso la sua meta. Pollice su con il meno rappresentato da quel finale.
2) Al Drago d’Oro c’è un cinese che…, di Luca Nesler
Molto buono, davvero. Divertente, ben studiato e gestito. Due problemucci che però ti hanno già fatto notare: 1) la parte in cui il cinese chiede di più in caso non si trovasse all'Inferno è un pelo arzigogolata e stona in un impianto così fluido e 2) troppe L, esagerato davvero e diventa fastidioso... Un giusto compromesso poteva essere quello di fare pallare così la signola mentre il figlio avrebbe potuto recuperare la r, ma con un modo di parlare tronco ("Se ragazza in Inferno bene, ma se io fare viaggio a vuoto tu dare di più perché io incazzato"). Detto questo, per me è un pollice quasi su proprio perché sono interventi un po' più invasivi di quelli che ho chiesto a Lauro nel suo racconto.
3) Inferno Edition, di Mentiskarakorum
Niente da dire, un'altra grande penna su Minuti Contati. Hai pagato lo scotto del primo MC sul fronte contenuti mancanti perché ho sentito la necessità di un maggiore contesto e sarebbe stato perfetto il dettaglio sul negozio di giochi, ma sarebbe servito anche un accenno sul perché Ernie fosse capitato in quel luogo specifico: vero, lasciare indeterminato ha il suo perché, però mi sembra che in questo caso siano superiori i malus rispetto ai bonus. Per il resto, gran bella conduzione della partita cui, per cercare il pelo nell'uovo, ci sarebbe da prestare una maggiore attenzione all'andamento della pecunia nel portafoglio di Ernie, tanto da aumentare il pathos. Concludendo, per me un pollice tendente verso l'alto in modo brillante.
4) Catabasi, di Giorgia D’Aversa
Una lettura piacevole per un racconto ben condotto che, però, risulta, a mio parere, poco efficace nel finale nel quale chiudi e basta, senza dare quel quid che probabilmente sarebbe servito per fare evolvere definitivamente il testo da esercizio ottimamente eseguito a racconto con i controcaxxi. Male il dover googlare perché vuol dire che qualcosa manca, il finale si limita a seguire il mito, ma con un'importante mancanza: quella degli scranni che divengono carne degli stessi protagonisti. Non si percepisce il dopo, la pena, una chiusa vera e propria. Ci porti fino lì e poi ci abbandandoni senza fornirci chiavi di lettura che diano un senso più generaleo un plus che ci faccia dire wow. Per me un pollice su bello solido, ma senza quella marcia in più.
5) Roma, di Mauro Lenzi
Credo che sia un racconto che naufraga nel suo stesso concept perché, semplicemente, non c'era spazio sufficiente per, allo stesso tempo, informare il lettore e farlo empatizzare con la nave da guerra Roma in modo da andare oltre una semplice esposizione dell'idea stessa. Tra l'altro, mi sembra anche troppo azzardato chiamare con lo stesso nome i due protagonisti, mi ha parecchio rallentato nel momento in cui ho dovuto capirlo perché sembrava più un errore da parte tua. Intendiamoci, scritto bene e si legge bene, in più mi ha fatto venire voglia di ricercare il nome ROMA in contesto guerra per capire cosa fosse, però la mia idea è questa: per tua stessa ammissione, fatichi sui racconti brevi, ma il problema mi sembra essere che tu cerchi di piegare concept per racconti lunghi in una dimensione non consona perdipiù tentando di mantenere una struttura simile che, per forza di cose, non può esplicarsi con la stessa forza. Quindi il mio consiglio è di variare e di cercare nuove vie perché tanto i 20/30 mila li padroneggi (e bene) mentre qui la sfida è adattarti in un format diverso. Per me un pollice tendente all'alto in modo poco brillante che si posiziona davanti al pari votato racconto di Leonardi per una maggiore difficoltà di esecuzione.
6) Dio si è stancato, di Andrea Leonardi
Diciamo che già in partenza l'idea alla base del racconto non era il massimo perché un'epurazione divina operata nei confronti degli omofobi è uno spunto, ma non può reggere un intero racconto, o al massimo lo può fare con difficolta se non sostenuto da ulteriori spunti interni. Qui, invece, ci hai messo poco plus, nel senso che la sensazione è che ti sia limitato a svolgere il compitino subendo anche un po' il racconto stesso e questo causa una certa stanchezza su un finale che non stupisce limitandosi a chiudere logicamente. Detto questo, è cmq un racconto valido e si legge bene, però non riesco ad andare oltre un pollice tendente verso il positivo in modo poco brillante.
7) Una tranquilla serata d’inferno, di Ivan Cominelli
C'è un bel ritmo, ma mancano elementi che aiutino a contestualizzare e a chiudere nel modo più funzionale. La ribellione di Orso rimane un mistero come l'identità della ragazza liberata e del perché proprio con il protagonista. Ho letto che hai dovuto combattere con i caratteri e tutto torna, quindi ho poco altro da aggiungere. Un pollice tendente verso il positivo perché si legge bene e ha una direzione, però non molto brillante per quanto già esposto. In classifica finisci dietro ai pari votati racconti di Lenzi e di Leonardi proprio a causa di questa sensazione di mancanza.
8) Il posto che meriti, di Stefano Moretto
C'è più contrasto tra il protagonista e la moglie che tra lui e Lucifero e questo è un bel problema soprattutto considerato che il focus del racconto sta nella seconda parte e che per ottimizzarlo il primo consiglio sarebbe di eliminare la prima per inglobarla nella successiva. C'è qualcosa che non funziona in questo Lucifero, insomma. Ma anche nel protagonista perché sembra che il lavoro lo abbia cercato, che si sia redento, insomma. Tanto per cominciare, doveva essere più chiaro che il lavoro gli era precipitato tra le braccia senza sforzo da parte sua. Secondariamente, avresti dovuto lavorare meglio tra il suo essere pigro e fallito dentro in contrapposizione un Lucifero che, a questo punto, avrebbe dovuto assumere quasi una figura positiva, di vendicatore di personaggi negativi. Ecco, in questo testo non riesci a fare uscire la negatività del tuo protagonista, tutto rimane troppo soft. Per me un pollice tendente al positivo perché si legge comunque bene, ma molto stirato.
9) Peccato di Cera, di Filippo Sassi
Sembra quasi la partita a Monopoli dell'altro racconto del gruppo, quello di Mentiskarakorum. Qui c'è da lavorare su due aspetti fondanti: la parte iniziale quasi respingente, almeno fino a quando si capisce che si tratta di una partita a Monopoli, e la chiusa che rimane totalmente inspiegata con l'irrazionale che entra nella partita senza un senso apparente. Allo stato attuale sembra più un esercizio, ma ho letto le modalità di scrittura e ci sta, in così poco tempo o viene subito un'idea forte e chiara o si rischia di seguirne una troppo criptica incasinandola cercando di chiarirla. Direi un pollice ni tendente più verso il positivo, curioso di rileggerti nei prossimi mesi.

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