L'erede

Appuntamento fissato per lunedì 16 novembre dalle 21.00 all'una con un tema di Scilla Bonfiglioli!
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Giacomo Puca
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L'erede

Messaggio#1 » martedì 17 novembre 2020, 0:56

L'erede


Sara, mia sorella, è stesa a terra. Rotola tra muro e letto. Avanti e indietro come uno yo-yo. La moquette all’altezza del suo naso è impregnata di sangue scuro.
Anche quella ad altezza inguine.
Papà sul letto ha il colore dell’intonaco. Una sciarpetta annodata intorno alla testa, per tenere chiusa la bocca. Ogni volta che Sara batte contro i piedi del letto, i lobi delle orecchie di papà dondolano.

~~~

Sara non è una brava ragazza, io e papà lo sapevamo. Due ore fa mi telefona, mi dice di portare qualcosa di forte. C’è da festeggiare mi dice. Non dice altro.
Quando entro in casa, chiama dalla stanza di papà. Vieni qui mi dice.
Papà, lo trovo morto sul letto. Pulito e rasato, con la sciarpetta intorno alla testa. Sara seduta al suo fianco. “Non volevo fartelo vedere sporco.” Sorride. “Hai portato da bere?”
Mi sono seduto dall’altro lato del letto. “Che si fa in questi casi?”
“Boh. Nei film la gente racconta le belle storie.”
“Forse dobbiamo chiamare qualcuno.”
“Fatto. Vengono domani mattina.”
“Non subito?”
“Era vecchio”
“Non così vecchio.”
“Comincio io.” Sara si alza la manica destra del maglione. Piega il gomito per farmi vedere la cicatrice sull’ avambraccio. “Fibbia di metallo. Avevo rotto la sua canna da pesca.”
Sara solleva il maglione. Sulla vita sottile c’è una cicatrice a forma di C.
“Attizzatoio. Uscita di nascosto per la cena di classe.”
Poggio la mano su quella di papà. “Ti voleva bene.”
Sara abbassa anche l’altra manica. Il braccio sinistro è scandito da sottili linee di pelle più chiara. Cicatrici di lametta, precise da poter usare l’arto come righello.
Sara picchietta su una cicatrice infossata. Dal lì manca un pezzo di carne grande come un wurstel. “Qui è dove l’osso è uscito. L’inverno scorso.”
“Quando hai perso la verginità.”
“Tutte le volte che faccio l’amore mi viene in mente, quel craack e i plof, plof, plof, del midollo che gocciola a terra.”
“Eri una bambina. Lo sei ancora.”
Sara mi mostra il medio, si tira giù le maniche.
Anche io racconto le mie storie, le uscite di pesca, e le giornate davanti al camino, e di quando mi ha fatto perdere la verginità con una prostituta.
Dopo tutto questo mia sorella si china su papà. Sfiora il suo viso. “Non sia mai che non accarezzi questo mostro per l’ultima volta.” Sara va al tavolino dove ho poggiato l’amaro. Riempie due bicchieri di carta fino all’orlo.
Si guarda intorno. “Qualcuno ne vuole? nessuno?”
“Sara…” mi avvicino.
“Dopo di te ho chiamato parecchia gente. E questo,” Sara fa un cenno verso le persone che non ci sono, “è quanto lo amava il mondo.”
“Non era così male.”
“Sicuro.”
“La mamma gli voleva bene. E io. E in fondo anch—"
“Ah! L’erede fedele.” Sara solleva il bicchiere in un brindisi. “Il maschio di famiglia non si tocca.” Sara beve, la faringe sale e scende finché il bicchiere non è vuoto. Sara lo poggia e mi passa quello pieno.
La respingo con la mano. “Sei stata cattiva, Sara.”
“Bah. Parli facile tu.” Sara tossisce. Beve un sorso dal bicchiere destinato a me e si pulisce le labbra col maglione. “A te non t’ha mai toccat—”
Sara tossisce di nuovo, sputa un’ostrica di muco venata di rosso. “Che cazzo…”
“Hai messo qualcosa nello sciroppo che gli davo io. L’hai ucciso.”
Sara barcolla all’indietro. “No!”
“Volevi che mi dessero la colpa?”
Sara cade a sedere sul letto di papà. I lobi del vecchio ciondolano.
“Se non è così stai tranquilla. Nell’amaro ho aggiunto solo lo sciroppo.”
Sara sgrana gli occhi. Un rigurgito la scuote come se la sua spina dorsale fosse usata come una frusta. Sara si tappa la bocca, vomito nero erutta dagli spazi tra le dita.
Guardando la sgualdrina traditrice e assassina le dico, “ci hai deluso.”
Sara si accascia, rotola tra letto e muro. Si mette a fare lo yo-yo umano.

~~~

La notte fuori dalla finestra è fredda come papà. Nera come il vomito di Sara.
Mi chino su di lei. Le bacio la fronte. “Ti perdono. Anche papà ti perdona.”
Sara ha un tremito, apre gli occhi. “Tu…” solleva il braccio-righello, “e lui…” avvicina la mano al mio viso, “siete uguali.”
“Grazie.”
Sara mi accarezza, la mano calda mi scivola sulla guancia. “Mostri.”
Il braccio crolla a terra, e i suoi occhi si chiudono.

–Giacomo Puca–


In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

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antico
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Re: L'erede

Messaggio#2 » martedì 17 novembre 2020, 1:05

Ciao Giacomo! Tutto ok con i parametri, buona SCILLA BONFIGLIOLI EDITION!

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MatteoMantoani
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Re: L'erede

Messaggio#3 » mercoledì 18 novembre 2020, 8:33

Ciao Giacomo,
non devo commentare il tuo racconto, però ci tenevo a dirti che mi è piaciuto. Rispetto all'altro lavoro che ti avevo commentato, l'ho trovato molto più scorrevole e molto snello. Usi il mostrato molto bene, mi piace questa similitudine con lo yoyo. Unica cosa che mi ha fatto tornare indietro a rileggere un pezzetto è il dialogo all'inizio: è un pochino lungo e dopo un paio di battute ho perso il filo di chi parlava, forse potresti metterci un beat ad un certo punto. Anche la battuta "Comincio io" sembra slegata dalle altre, forse qui ci stava molto bene qualcosa a spezzare il dialogo, però magari l'hai fatto per motivi di spazio.
Le figure che usi per descrivere le scene stavolta mi sono arrivate subito, l'ostrica di catarro è un pochino ardita come scelta per i miei gusti (sul momento sono andato a chiedermi se avesse mangiato appunto un'ostrica), poi ho capito che intendevi solo alla forma e sono andato avanti.
Comunque un ottimo gioco sul pdv che vede il padre maschilista in modo molto diverso da Sara, ottima idea.
Spero che venga valutato bene anche dagli altri, non mi stupirei se arrivasse in cima alla classifica. Buona gara!

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GiulianoCannoletta
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Re: L'erede

Messaggio#4 » mercoledì 18 novembre 2020, 21:40

Ciao Giacomo, piacere di averti letto. Il racconto mi è piaciuto moltissimo, interessante l'interpretazione del tema, la scena è resa bene, ottimi i personaggi nonostante il poco spazio a disposizione. L'unico dubbio che mi è rimasto riguarda l'introduzione, non saprei dire se quelle righe iniziali aumentano l'interesse o neutralizzano il colpo di scena.
Complimenti, spero di rileggerti presto.
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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Stefano Impellitteri
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Re: L'erede

Messaggio#5 » mercoledì 18 novembre 2020, 22:39

L'erede

Ciao Giacomo, molto piacere.
La narrazione non è male, risulta un po' incasinata la scelta di iniziare con sara che fa lo yo-yo. Apprezzo l'essere andato fuori dagli schemi rispetto l'aver fatto una semplice storia sui mostri. risulta un po' incoerente però nella trama, se il figlio maschio aveva scoperto dello sciroppo e va con già l'amaro pronto, perchè non ha salvato suo padre? bella però la tematica affrontata della figlia femmina che subisce le percosse mentre il maschi può far tutto, come anche il passaggio del testimone.

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Giacomo Puca
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Re: L'erede

Messaggio#6 » giovedì 19 novembre 2020, 2:45

MentisKarakorum ha scritto:Ciao Giacomo,
non devo commentare il tuo racconto, però ci tenevo a dirti che mi è piaciuto. Rispetto all'altro lavoro che ti avevo commentato, l'ho trovato molto più scorrevole e molto snello. Usi il mostrato molto bene, mi piace questa similitudine con lo yoyo. Unica cosa che mi ha fatto tornare indietro a rileggere un pezzetto è il dialogo all'inizio: è un pochino lungo e dopo un paio di battute ho perso il filo di chi parlava, forse potresti metterci un beat ad un certo punto. Anche la battuta "Comincio io" sembra slegata dalle altre, forse qui ci stava molto bene qualcosa a spezzare il dialogo, però magari l'hai fatto per motivi di spazio.
Le figure che usi per descrivere le scene stavolta mi sono arrivate subito, l'ostrica di catarro è un pochino ardita come scelta per i miei gusti (sul momento sono andato a chiedermi se avesse mangiato appunto un'ostrica), poi ho capito che intendevi solo alla forma e sono andato avanti.
Comunque un ottimo gioco sul pdv che vede il padre maschilista in modo molto diverso da Sara, ottima idea.
Spero che venga valutato bene anche dagli altri, non mi stupirei se arrivasse in cima alla classifica. Buona gara!


Ciao Mentis, grazie per essere passato a commentare. Sono felice che questo ti sia piaciuto. Sulla parte del dialogo mi sembra strano che non si capisca chi parli perché è uno scambio botta e risposta tra gli unici due personaggi in scena. Comunque mi prendo l'appunto. Quel "comincio io" messo così serviva proprio a dare lo stacco, a far capire che mentre lui tergiversa, lei vuole scaricarsi del peso che porta.
Grazie ancora, e a rileggersi!
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Giacomo Puca
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Re: L'erede

Messaggio#7 » giovedì 19 novembre 2020, 2:47

GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Giacomo, piacere di averti letto. Il racconto mi è piaciuto moltissimo, interessante l'interpretazione del tema, la scena è resa bene, ottimi i personaggi nonostante il poco spazio a disposizione. L'unico dubbio che mi è rimasto riguarda l'introduzione, non saprei dire se quelle righe iniziali aumentano l'interesse o neutralizzano il colpo di scena.
Complimenti, spero di rileggerti presto.


Ciao e grazie per il commento. L'idea di quella scena iniziale è "distrarre" il lettore sul finale, ma cercare di sorprenderlo con tutti i retroscena della vicenda e sul fatto che la persona che all'inizio sembra la vittima è in realtà anche una carnefice... diciamo che l'avvelenamento di lei non mi interessava tanto come colpo di scena, quanto raccontare il retroscena di una famiglia malata.
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Giacomo Puca
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Re: L'erede

Messaggio#8 » giovedì 19 novembre 2020, 2:49

Stefano Impellitteri ha scritto:L'erede

Ciao Giacomo, molto piacere.
La narrazione non è male, risulta un po' incasinata la scelta di iniziare con sara che fa lo yo-yo. Apprezzo l'essere andato fuori dagli schemi rispetto l'aver fatto una semplice storia sui mostri. risulta un po' incoerente però nella trama, se il figlio maschio aveva scoperto dello sciroppo e va con già l'amaro pronto, perchè non ha salvato suo padre? bella però la tematica affrontata della figlia femmina che subisce le percosse mentre il maschi può far tutto, come anche il passaggio del testimone.


Ciao Stefano, grazie per il commento. In realtà, nei miei piani, il figlio maschio che lascia fare la sorella è solo l'altra faccia della medaglia di una famiglia malata. La figlia è autolesionista, lui invece che non ha subito violenze ma le ha viste, è come desensibilizzato alla cosa, trova anzi piacere nel prendere il posto di capofamiglia (da cui il titolo).
Grazie ancora e a presto!
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Andrea76
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Re: L'erede

Messaggio#9 » giovedì 19 novembre 2020, 11:22

Ciao Giacomo, la forza di questo racconto sta nella chiarezza. I dettagli (azzeccati e non sovrabbondanti) per descrivere l’ambientazione e poi i dialoghi (credibili) per caratterizzare la psicologia dei due personaggi danno un ottimo senso realistico alla scena. Testo scorrevole, godibile. Forse la storia dell’abuso paterno è un po’ inflazionata, ma il fatto di averla raccontata non dal punto di vista dell’abusata – ribaltando poi la stessa da ruolo di vittima a quella di carnefice - la rende più che leggibile.
Un appunto. La frase di Sara “Non sia mai che non accarezzi questo mostro per l’ultima volta” sospende il senso di credibilità della scena. Non è verosimile, mi sembra scritta apposta per far quadrare il tema. Almeno io, da lettore, credo di aver bisogno di qualcosa, ad esempio di un ricordo positivo del padre evocato da Sara, per giustificarla. Un attimo prima lei ha ricordato tutte le violenze subite, come potrebbe poco dopo avere voglia di accarezzarlo?
In ogni caso il tuo racconto si legge bene dall’inizio alla fine, per cui il bilancio è più che positivo.
A presto.

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Giacomo Puca
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Re: L'erede

Messaggio#10 » giovedì 19 novembre 2020, 17:11

Andrea76 ha scritto:Ciao Giacomo, la forza di questo racconto sta nella chiarezza. I dettagli (azzeccati e non sovrabbondanti) per descrivere l’ambientazione e poi i dialoghi (credibili) per caratterizzare la psicologia dei due personaggi danno un ottimo senso realistico alla scena. Testo scorrevole, godibile. Forse la storia dell’abuso paterno è un po’ inflazionata, ma il fatto di averla raccontata non dal punto di vista dell’abusata – ribaltando poi la stessa da ruolo di vittima a quella di carnefice - la rende più che leggibile.
Un appunto. La frase di Sara “Non sia mai che non accarezzi questo mostro per l’ultima volta” sospende il senso di credibilità della scena. Non è verosimile, mi sembra scritta apposta per far quadrare il tema. Almeno io, da lettore, credo di aver bisogno di qualcosa, ad esempio di un ricordo positivo del padre evocato da Sara, per giustificarla. Un attimo prima lei ha ricordato tutte le violenze subite, come potrebbe poco dopo avere voglia di accarezzarlo?
In ogni caso il tuo racconto si legge bene dall’inizio alla fine, per cui il bilancio è più che positivo.
A presto.


Ciao Andrea, e grazie per i complimenti. Sono felice che il racconto ti sia piaciuto.
Alla questione che sollevi, riguardo la carezza, do due argomentazioni:
- Argomentazione di trama: l'ha ucciso, accarezzarlo è un modo per "scagionarsi", come a dire "vedi, nonostante tutto gli volevo bene"
- Argomentazione intima: quello è comunque suo padre, per quanto lo odi, non vuole rinunciare comunque a un'ultima carezza. È una cosa comune provare sentimenti contrastanti per "il mostro", basta leggere la cronaca.

Alla prossima ;)
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Andrea Lauro
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Re: L'erede

Messaggio#11 » sabato 21 novembre 2020, 11:29

Ciao Giacomo, una buona prova condotta bene. L’unico problema è come hai presentato i personaggi: senza particolari appigli, all’inizio immaginavo una bambina che faceva avanti e indietro come uno yo-yo. Quindi ho figurato un papà trentacinquenne, poi son dovuto tornare indietro. Pensaci: nella progettazione dai quel minimo di dettagli per fugare questo genere di dubbi.

La storia è buona, giochi sul plot twist per arrivare a quanti sono i mostri nella scena. Anche il flashback è ben condotto. Solo un appunto:
    Sara tossisce di nuovo, sputa un’ostrica di muco venata di rosso. / “Che cazzo…”
Nel dialogo seguente, seppur breve, mi sono chiesto chi stesse parlando. Attenzione all’uso degli a-capo (a maggior ragione perché è un punto di semina).
Buona edition!
andrea

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Giacomo Puca
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Re: L'erede

Messaggio#12 » sabato 21 novembre 2020, 15:10

Andrea Lauro ha scritto:Ciao Giacomo, una buona prova condotta bene. L’unico problema è come hai presentato i personaggi: senza particolari appigli, all’inizio immaginavo una bambina che faceva avanti e indietro come uno yo-yo. Quindi ho figurato un papà trentacinquenne, poi son dovuto tornare indietro. Pensaci: nella progettazione dai quel minimo di dettagli per fugare questo genere di dubbi.

La storia è buona, giochi sul plot twist per arrivare a quanti sono i mostri nella scena. Anche il flashback è ben condotto. Solo un appunto:
    Sara tossisce di nuovo, sputa un’ostrica di muco venata di rosso. / “Che cazzo…”
Nel dialogo seguente, seppur breve, mi sono chiesto chi stesse parlando. Attenzione all’uso degli a-capo (a maggior ragione perché è un punto di semina).
Buona edition!
andrea


Ciao Andrea, grazie per il commento.
Sulla questione presentazione hai ragione, non ho pensato che qualcuno potesse immaginarsi i personaggi più giovani di quanto fossero.

L'altro appunto non mi è molto chiaro.
Sara tossisce di nuovo, sputa un’ostrica di muco venata di rosso. “Che cazzo…”
“Hai messo qualcosa nello sciroppo che gli davo io. L’hai ucciso.”
Sara barcolla all’indietro. “No!”
“Volevi che mi dessero la colpa?”
Sara cade a sedere sul letto di papà. I lobi del vecchio ciondolano.
“Se non è così stai tranquilla. Nell’amaro ho aggiunto solo lo sciroppo.”

Mi piacerebbe capire dove e perché hai avuto dubbi sull'attribuzione. Forse è ambigua la prima battuta (hai messo...) e da lì l'attribuzione sbagliata si ripercuote a cascata su tutte le altre battute?

Grazie ancora per gli spunti, e buona edition!
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Andrea Lauro
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Re: L'erede

Messaggio#13 » sabato 21 novembre 2020, 16:00

Giacomo Puca ha scritto:
L'altro appunto non mi è molto chiaro.
Sara tossisce di nuovo, sputa un’ostrica di muco venata di rosso. “Che cazzo…”


Scusa, errore mio. Sono andato a rileggere, il passaggio è chiaro. Avevo messo la modalità lettura, e per quanto ingrandissi o diminuissi il carattere quel "che cazzo..." mi andava a capo, come fosse un nuovo periodo. No no, è corretto, l'hai scritto corretto e tutto torna.

andrea

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Giacomo Puca
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Re: L'erede

Messaggio#14 » sabato 21 novembre 2020, 16:41

Andrea Lauro ha scritto:
Giacomo Puca ha scritto:
L'altro appunto non mi è molto chiaro.
Sara tossisce di nuovo, sputa un’ostrica di muco venata di rosso. “Che cazzo…”


Scusa, errore mio. Sono andato a rileggere, il passaggio è chiaro. Avevo messo la modalità lettura, e per quanto ingrandissi o diminuissi il carattere quel "che cazzo..." mi andava a capo, come fosse un nuovo periodo. No no, è corretto, l'hai scritto corretto e tutto torna.

andrea


Perfetto, grazie ancora!
Giacomo
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Charlesdexter
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Re: L'erede

Messaggio#15 » sabato 21 novembre 2020, 17:57

Ciao Giacomo,
l’idea di base è quella di creare una tensione tra il fratello, il padre, e la sorella, il tipico terzetto degli orrori che compone tante famiglie in apparenza serene. Devo dirti che fin dall’inizio non mi ha preso, sia per alcune sciatterie stilistiche, come ad esempio la ripetizione del nome Sara, Sara, Sara, sia per una dinamica non chiara col fratello, che da suo complice, accomunato dalle sevizie infanti, all’improvviso si rivela fedele al padre. Bene che tu abbia inserito il colpo di scena, ma l’effetto generale è confusionario e lavorerei come prima cosa sullo sciogliere questa matassa, rendendola più chiara.

Ci sono alcune ripetizioni nel testo, oltre alla già pluricitata Sara: “altezza e altezza”, “dice” e “dice”.

La scena tra Sara e il padre è confusa, sono un po’ troppo aggrovigliati perchésia chiara al lettore.

In questo pezzo invece: “anche io racconto le mie storie, le uscite di pesca, e le giornate davanti al camino, e di quando mi ha fatto perdere la verginità con una prostituta”, puoi drammatizzare la scena, invece che raccontarla, così come ha già fatto Sara raccontando le sue esperienze.

Alla prossima!

Charlesdexter
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Re: L'erede

Messaggio#16 » sabato 21 novembre 2020, 17:58

Ciao Giacomo,
l’idea di base è quella di creare una tensione tra il fratello, il padre ormai defunto, e la sorella, il tipico terzetto degli orrori che compone tante famiglie in apparenza serene. Devo dirti che fin dall’inizio non mi ha preso, sia per alcune sciatterie stilistiche, come ad esempio la ripetizione del nome Sara, Sara, Sara, sia per una dinamica non chiara col fratello, che da suo complice, accomunato dalle sevizie infanti, all’improvviso si rivela fedele al padre. Bene che tu abbia inserito il colpo di scena, ma l’effetto generale è confusionario e lavorerei come prima cosa sullo sciogliere questa matassa, rendendola più chiara.

Ci sono alcune ripetizioni nel testo, oltre alla già pluricitata Sara: “altezza e altezza”, “dice” e “dice”.

La scena tra Sara e il padre è confusa, sono un po’ troppo aggrovigliati perchésia chiara al lettore.

In questo pezzo invece: “anche io racconto le mie storie, le uscite di pesca, e le giornate davanti al camino, e di quando mi ha fatto perdere la verginità con una prostituta”, puoi drammatizzare la scena, invece che raccontarla, così come ha già fatto Sara raccontando le sue esperienze.

Alla prossima!

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Giacomo Puca
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Re: L'erede

Messaggio#17 » sabato 21 novembre 2020, 20:05

Charlesdexter ha scritto:Ciao Giacomo,
l’idea di base è quella di creare una tensione tra il fratello, il padre ormai defunto, e la sorella, il tipico terzetto degli orrori che compone tante famiglie in apparenza serene. Devo dirti che fin dall’inizio non mi ha preso, sia per alcune sciatterie stilistiche, come ad esempio la ripetizione del nome Sara, Sara, Sara, sia per una dinamica non chiara col fratello, che da suo complice, accomunato dalle sevizie infanti, all’improvviso si rivela fedele al padre. Bene che tu abbia inserito il colpo di scena, ma l’effetto generale è confusionario e lavorerei come prima cosa sullo sciogliere questa matassa, rendendola più chiara.

Ci sono alcune ripetizioni nel testo, oltre alla già pluricitata Sara: “altezza e altezza”, “dice” e “dice”.

La scena tra Sara e il padre è confusa, sono un po’ troppo aggrovigliati perché sia chiara al lettore.

In questo pezzo invece: “anche io racconto le mie storie, le uscite di pesca, e le giornate davanti al camino, e di quando mi ha fatto perdere la verginità con una prostituta”, puoi drammatizzare la scena, invece che raccontarla, così come ha già fatto Sara raccontando le sue esperienze.

Alla prossima!


Ciao Charlesdexter, grazie per le riflessioni.

Quella delle ripetizioni è una cosa che dipende un po' dai gusti. Insomma, ci sono persone che ritengono che uno scrittore debba evitarle come la peste, anche solo per sfoggiare il suo vocabolario, secondo altri (me compreso) la ripetizione non è un grosso problema, salvo che non avvenga a brevissima distanza.
Considera pure che la ripetizione è la base di una marea di figure retoriche, e infatti l'esempio di altezza:

La moquette all’altezza del suo naso è impregnata di sangue scuro.
Anche quella ad altezza inguine.


è assolutamente voluto, per creare un impatto e giocare col suono.
Resta lecito che non ti piaccia, ci ragionerò su.


Riguardo la relazione tra Sara e il fratello, non ho ben capito da cosa avresti colto una loro complicità. Non c'è un singolo momento in cui questa complicità emerga. Per esempio quando lei dice "era vecchio" e lui risponde "non così vecchio", e soprattutto quando scopriamo che Sara è stata colpita con un attizzatoio, e lui risponde "ti voleva bene" (!).

La parte di discorso diretto, in cui lui narra i bei momenti passati col padre prende questa forma per tre ragioni:
1. Banalmente, limitare il numero di caratteri.
2. Interesse: sarebbero descrizioni noiose di belle giornate padre/figlio.
3. Caratterizzare il pdv. Infatti il narratore che racconta la storia è come se minimizzasse quelle giornate, desse per scontato che fossero così diverse da quelle di Sara. È un indizio del fatto che lui consideri assolutamente normale la differenza di trattamento che il padre riservava loro.

Grazie ancora, e alla prossima
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

Charlesdexter
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Re: L'erede

Messaggio#18 » sabato 21 novembre 2020, 23:23

Giacomo Puca ha scritto:
Charlesdexter ha scritto:Ciao Giacomo,
l’idea di base è quella di creare una tensione tra il fratello, il padre ormai defunto, e la sorella, il tipico terzetto degli orrori che compone tante famiglie in apparenza serene. Devo dirti che fin dall’inizio non mi ha preso, sia per alcune sciatterie stilistiche, come ad esempio la ripetizione del nome Sara, Sara, Sara, sia per una dinamica non chiara col fratello, che da suo complice, accomunato dalle sevizie infanti, all’improvviso si rivela fedele al padre. Bene che tu abbia inserito il colpo di scena, ma l’effetto generale è confusionario e lavorerei come prima cosa sullo sciogliere questa matassa, rendendola più chiara.

Ci sono alcune ripetizioni nel testo, oltre alla già pluricitata Sara: “altezza e altezza”, “dice” e “dice”.

La scena tra Sara e il padre è confusa, sono un po’ troppo aggrovigliati perché sia chiara al lettore.

In questo pezzo invece: “anche io racconto le mie storie, le uscite di pesca, e le giornate davanti al camino, e di quando mi ha fatto perdere la verginità con una prostituta”, puoi drammatizzare la scena, invece che raccontarla, così come ha già fatto Sara raccontando le sue esperienze.

Alla prossima!


Ciao Charlesdexter, grazie per le riflessioni.

Quella delle ripetizioni è una cosa che dipende un po' dai gusti. Insomma, ci sono persone che ritengono che uno scrittore debba evitarle come la peste, anche solo per sfoggiare il suo vocabolario, secondo altri (me compreso) la ripetizione non è un grosso problema, salvo che non avvenga a brevissima distanza.
Considera pure che la ripetizione è la base di una marea di figure retoriche, e infatti l'esempio di altezza:

La moquette all’altezza del suo naso è impregnata di sangue scuro.
Anche quella ad altezza inguine.


è assolutamente voluto, per creare un impatto e giocare col suono.
Resta lecito che non ti piaccia, ci ragionerò su.


Riguardo la relazione tra Sara e il fratello, non ho ben capito da cosa avresti colto una loro complicità. Non c'è un singolo momento in cui questa complicità emerga. Per esempio quando lei dice "era vecchio" e lui risponde "non così vecchio", e soprattutto quando scopriamo che Sara è stata colpita con un attizzatoio, e lui risponde "ti voleva bene" (!).

La parte di discorso diretto, in cui lui narra i bei momenti passati col padre prende questa forma per tre ragioni:
1. Banalmente, limitare il numero di caratteri.
2. Interesse: sarebbero descrizioni noiose di belle giornate padre/figlio.
3. Caratterizzare il pdv. Infatti il narratore che racconta la storia è come se minimizzasse quelle giornate, desse per scontato che fossero così diverse da quelle di Sara. È un indizio del fatto che lui consideri assolutamente normale la differenza di trattamento che il padre riservava loro.

Grazie ancora, e alla prossima


Ciao di nuovo Giacomo, devo ammettere che quando ho letto il racconto era notte fonda e mi suonava diverso, alla luce della rilettura invece tutto acquista più senso e mi trovo anche d'accordo con le tue osservazioni. In particolare il passaggio che mi ha tratto in errore è stato questo:
"Anche io racconto le mie storie, le uscite di pesca, e le giornate davanti al camino, e di quando mi ha fatto perdere la verginità con una prostituta".
L'episodio della prostituta mi aveva fatto sembrare il protagonista anch'egli vittima.
Per quanto riguarda la ripetizione, se è scelta consapevolmente allora nulla da obiettare.
Rimane l'osservazione sulla prima scena un po' confusa e lo yo-yo umano finale.
Riformulerò la mia personale classifica alla luce di quanto ho maturato adesso.
Alla prossima!

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Giacomo Puca
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Re: L'erede

Messaggio#19 » domenica 22 novembre 2020, 15:57

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Ciao di nuovo Giacomo, devo ammettere che quando ho letto il racconto era notte fonda e mi suonava diverso, alla luce della rilettura invece tutto acquista più senso e mi trovo anche d'accordo con le tue osservazioni. In particolare il passaggio che mi ha tratto in errore è stato questo:
"Anche io racconto le mie storie, le uscite di pesca, e le giornate davanti al camino, e di quando mi ha fatto perdere la verginità con una prostituta".
L'episodio della prostituta mi aveva fatto sembrare il protagonista anch'egli vittima.
Per quanto riguarda la ripetizione, se è scelta consapevolmente allora nulla da obiettare.
Rimane l'osservazione sulla prima scena un po' confusa e lo yo-yo umano finale.
Riformulerò la mia personale classifica alla luce di quanto ho maturato adesso.
Alla prossima!


Grazie per la ri-valutazione. A rileggerci ;)
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Re: L'erede

Messaggio#20 » domenica 22 novembre 2020, 17:28

Giacomo Puca ha scritto:Grazie per la ri-valutazione. A rileggerci ;)

Scusami, purtroppo a volte la stanchezza fa brutti scherzi.
A rileggerci!

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Re: L'erede

Messaggio#21 » lunedì 23 novembre 2020, 5:02

Ciao Giacomo, piacere di leggerti.
Allora, non ho letto altri commenti per non incappare nei giudizi degli altri. L'introduzione iniziale, secondo me, poteva benissimo evitarla, perché arrivato a nemmeno metà del racconto era ovvio che le cose non potessero andare diversamente. Sarebbe accaduto qualcosa a Sara e l'unico che poteva rendersi partecipe era suo fratello, non scontato certo ma molto plausibile, motivo per cui ha rovinato il finale. L'intenzione di introdurre la storia con un incipit fuori dalle righe mi è piaciuto, ma non come l'hai utilizzato. Per il resto una buona prova tutto sommato, sebbene mi rimanga il dubbio di come il fratello di Sara sapesse preventivamente cosa avesse fatto sua sorella e agire di conseguenza per vendicarsi. Mi sembra tutto troppo automatico.
Rivedrei l'inizio e le "meccaniche" del plot twist, ma c'è potenziale. Prova discretamente buona.

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Giacomo Puca
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Re: L'erede

Messaggio#22 » martedì 24 novembre 2020, 0:33

Puch89 ha scritto:Ciao Giacomo, piacere di leggerti.
Allora, non ho letto altri commenti per non incappare nei giudizi degli altri. L'introduzione iniziale, secondo me, poteva benissimo evitarla, perché arrivato a nemmeno metà del racconto era ovvio che le cose non potessero andare diversamente. Sarebbe accaduto qualcosa a Sara e l'unico che poteva rendersi partecipe era suo fratello, non scontato certo ma molto plausibile, motivo per cui ha rovinato il finale. L'intenzione di introdurre la storia con un incipit fuori dalle righe mi è piaciuto, ma non come l'hai utilizzato. Per il resto una buona prova tutto sommato, sebbene mi rimanga il dubbio di come il fratello di Sara sapesse preventivamente cosa avesse fatto sua sorella e agire di conseguenza per vendicarsi. Mi sembra tutto troppo automatico.
Rivedrei l'inizio e le "meccaniche" del plot twist, ma c'è potenziale. Prova discretamente buona.


Ciao Puch, grazie per la valutazione.
Diciamo che ho provato a sperimentare con la struttura della storia e con "l'anticipazione". Infatti il fulcro della vicenda non voleva essere tanto il twist (ammettiamolo, non sarebbe stato questo grande colpo di scena), quanto lavorare sull'intimità dei personaggi. Il vero obiettivo che volevo raggiungere era questa sorta di passaggio di eredità da padre a figlio, con una figlia incapace di odiare fino in fondo i due.
Sull'automatismo della trama, e la possibilità di vendetta non hai tutti i torti, anzi. Però la limitatezza di caratteri avrebbe reso difficile spiegare tutto. Il poco tempo non aiuta.
Grazie ancora e a alla prossima.
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

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Stefano.Moretto
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Re: L'erede

Messaggio#23 » martedì 24 novembre 2020, 9:47

Ciao Giacomo
Devo dire che il tuo racconto mi ha colpito molto, la parte centrale mi ha preso così tanto che mi ero pure dimenticato dell'anticipazione che fa da "spoiler" per poi ricordarmela di colpo quando Sara riprende a fare lo "yoyo umano". Un effetto azzardato che magari non funziona su tutti, ma se funziona è un bel colpo. Probabilmente su un testo più lungo avresti avuto più margine per "fregare" la memoria del lettore, i limiti di lunghezza rendono questo trucco difficile da usare, ma per me ha funzionato.
E niente, mi hai fatto venire i brividi, non so come altro commentare la sensazione che mi ha dato questa lettura.
Riguardo lo stile, come hanno già commentato altri prima di me "l'ostrica di muco" è stata l'unica figura retorica troppo azzardata, anche a me ha causato un'interruzione della lettura.
A parte questo l'unica cosa che mi ha dato un po' fastidio è che ripeti tantissime volte "Sara" anche quando, senza scriverlo, sarebbe chiaramente il soggetto sottinteso. Un esempio:
“Ah! L’erede fedele.” Sara solleva il bicchiere in un brindisi. “Il maschio di famiglia non si tocca.” Sara beve, la faringe sale e scende finché il bicchiere non è vuoto. Sara lo poggia e mi passa quello pieno.

Avevi a disposizione una carta molto potente, ovvero la prima persona combinata con il fatto che nella stanza ci sono solo due persone, ma non l'hai usata. In questo contesto se un'azione è compiuta da qualcuno che non è il punto di vista, ed è una cosa evidente poiché è raccontato in prima persona, allora per esclusione chi compie l'azione è l'altra persona. Di conseguenza il soggetto sottinteso funziona sempre senza limitazioni di uso.
Ovviamente bisogna scrivere il nome del personaggio qualche volta anche perché altrimenti uno se lo scorda, però qui viene ripetuto decisamente troppe volte (vedi esempio sopra).

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marco.roncaccia
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Re: L'erede

Messaggio#24 » martedì 24 novembre 2020, 18:06

Ciao Giacomo
I mostri sporchi si lavano in famiglia, si potrebbe dire.
Del tuo racconto ho apprezzato:

- il modo in cui hai trattato il tema.
- La trama, forse una delle migliori di questo gruppo

Trovo invece che il racconto migliorerebbe con:
- una maggiore cura del linguaggio (alcune linee di dialogo mi sembrano troppo sbrigative) e della grafica (per i dialoghi meglio i caporali che le virgolette )
- una maggiore caratterizzazione emotiva dei personaggi: non sembra una scena in cui due figli si trovano al cospetto di un genitore morto, il tutto procede in un mood di tranquillità che a mio avviso stona col contesto)

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Giorgia D'Aversa
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Re: L'erede

Messaggio#25 » mercoledì 25 novembre 2020, 10:13

Ciao Giacomo!
Ti dico subito che il tuo racconto mi è piaciuto molto. Sin dal primo paragrafo si avverte un'angoscia sottile che pervade tutta la narrazione e sfocia nel climax finale, trascinando il conflitto in maniera davvero ottima per tutto il brano. I due personaggi, sia la voce narrante che Sara, sono ben delineati e caratterizzati anche nello spazio esiguo che avevi a disposizione; il loro carattere, insieme allo spaccato drammatico e assurdo che hai descritto, dà forza all'intero racconto. Utilizzi bene il mostrato per descrivere i dettagli significativi che danno potenza alla storia. Quindi davvero bravo, perché sono rimasta ipnotizzata dall'inizio alla fine!

Però visto che sono una spacca maroni (e a maggior ragione visto che il tuo racconto mi è piaciuto tanto) ci tengo a fare due appunti sul testo :)
Sara, mia sorella, è stesa a terra.

Dal momento che in tutto il brano usi molto bene la tecnica del mostrato (eccezion fatta per la piccola parte di raccontato che usi come collegamento all'inizio della parte centrale), nel primo pezzo che è in show devo essere puntigliosa: qui non è necessario specificare che sia la sorella, il protagonista lo sa bene. A mio avviso ti bastava sostituire il nome proprio con "mia sorella" poco più avanti.

Sara beve, la faringe sale e scende finché il bicchiere non è vuoto. Sara lo poggia e mi passa quello pieno.

Penso che qui avresti potuto senza problemi evitare di ripetere il nome, anche perché il diritto d'azione ce l'aveva lei.

Finito il momento puntiglioso. Complimenti ancora!

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Giacomo Puca
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Re: L'erede

Messaggio#26 » mercoledì 25 novembre 2020, 16:53

Stefano.Moretto ha scritto:
► Mostra testo


Ciao Stefano, grazie per la valutazione.
Sono onorato di sentirti dire di averti dato i brividi, è forse il miglior complimento che un aspirante scrittore possa ricevere. Riguardo gli altri punti, sono cose che già anche gli altri mi hanno fatto notare. L'ostrica e le ripetizioni di Sara non funzionano. Per le prossime scritture vedrò di risolvere la questione.
Grazie ancora e alla prossima!
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

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Re: L'erede

Messaggio#27 » mercoledì 25 novembre 2020, 16:59

marco.roncaccia ha scritto:
► Mostra testo


Ciao marco, grazie per il commento.
Sono contento tu abbia apprezzato la mia trattazione del tema e la trama.
Riguardo i "difetti" provo a risponderti.
Per quanto riguarda i segni tipografici per il dialogo, si tratta veramente solo di preferenze. Io per esempio odio i dialoghi col trattino, però non potrò mai dire a chi lo usa che sarebbe meglio usare le caporali, perché è meramente una questione personale.

I dialoghi "sbrigativi" sono più che altro un mio tentativo di lasciare che i non-detti creassero atmosfera e tensione.

Sulla caratterizzazione emotiva mi sento di darti molta più ragione. Sempre nei miei racconti i personaggi tendono a una certa freddezza. Ovviamente una parte di questa freddezza è voluta (in questo racconto), ma resta un difetto di cui faccio una gran fatica a liberarmi.
Grazie ancora, e a rileggerci!
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Re: L'erede

Messaggio#28 » mercoledì 25 novembre 2020, 17:09

Giorgia D'Aversa ha scritto:Ciao Giacomo!
► Mostra testo


Ciao Giorgia! Grazie per il commento dettagliato e puntiglioso.
Partiamo col presupposto che sei liberissima di rompere i maroni ai miei racconti, è una cosa preziosa e gradita XD
Ciò detto, sono felice che il racconto ti sia piaciuto e ti ringrazio per i complimenti.

Sulla questione ripetizioni hai ragione da vendere, è uno dei difetti che mi perseguita. Prima o poi guarirò.

Sul "mia sorella" in tell hai anche ragione. Tuttavia era voluto, avendo immaginato la narrazione raccontata a posteriori dal pdv, che quindi ogni tanto inserisce dei piccoli inserti il tell. Diciamo che sto sperimentando con le tecniche per "cercare una mia strada".

Grazie ancora per la puntigliosità e i complimenti. A rileggerci!
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

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Mauro Lenzi
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Re: L'erede

Messaggio#29 » venerdì 27 novembre 2020, 17:26

Ciao Giacomo!
Ho pochissimi minuti per un breve commento, ma vorrei farlo e casomai approfondiamo dopo.

Leverei il paragone con lo yo-yo perché mi sembra che abbia un effetto negativo sulla drammaticità della scena, rendendola un po' ridicola. Giustificherei se fosse divertente, ma non mi pare lo sia ma neppure credo fosse nelle tue intenzioni.


Papà, lo trovo morto sul letto.
Leverei la virgola.

Non ho capito l'utilità della sciarpetta ai fini del racconto. è qualcosa che esula dalla mia esperienza funebre.
In più, quando hai parlato dei lobi delle orecchie che dondolano, mi è sembrato un dettaglio un po' troppo peculiare... dei lobi così lunghi? Oltre al fatto che mi ero immaginato sta sciarpetta che coprisse le orecchie quindi ho dovuto rivedere la mia immagine mentale. Niente di tremendo, ma mi son detto: ma ce n'era bisogno? Strana la sciarpetta, improbabili i lobi ciondolanti... anche ripetuti. A che pro?


Non mi intendo di traumi, ma da dove esce un osso manca poi un pezzo di carne grosso come un wurstel? Chiedo, magari può succedere proprio così. A me è sembrato eccessivo...


Anche io racconto le mie storie, le uscite di pesca, e le giornate davanti al camino, e di quando mi ha fatto perdere la verginità con una prostituta.
Ma che bel discorso indiretto. è_é lo avrai fatto per un motivo, suppongo.


Guardando la sgualdrina traditrice e assassina le dico, “ci hai deluso.”
Gerundio, le dico (particolare la virgola che introduce la battuta...). Come costruzione non mi ha convinto.

La scena finale, beh come teatralità ci sta. Come realismo sono più dubbioso. Ma dopo tutto quel contorcersi, mi aspettavo che fosse stecchita. Invece ha come un momento di lucidità e assenza di dolore.

Ooops fine del tempo, non riesco a dirti cosa mi è piaciuto mi spiace è_é
continuo poi.

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Re: L'erede

Messaggio#30 » venerdì 27 novembre 2020, 18:14

Tema centrato. Il mostro, in questo caso, è il fratello di Sara. Punto di forza: Mi è piaciuta la sua vendetta. Ha messo lo sciroppo avvelenato nell’amaro che ha offerto alla sorella (quindi un liquore dolciastro, tipo Amaro di Sirmione). Altri punti di forza: le descrizioni iniziali dei corpi del padre e della sorella. L’aver fatto mostrare alla sorella i segni delle sevizie subite dal padre e anche averla fatta alludere a violenze incestuose (e le sevizie sono nate per aver rotto la canna da pesca ed aver partecipato a una cena di classe). E anche la resa, in pochi caratteri, di un mondo fatto di due pesi e due misure: lei picchiata per aver scoperto il sesso, lui addirittura accompagnato dal padre a scoprirlo attraverso le mercenarie. E in ogni caso, lui fa intravedere una complicità padre-figlio (andavano a pesca insieme) e una concordia di fondo con il padre (come lui, la vede come un’eterna bambina, che qui ha avuto il suo ultimo castigo). Bella la resa della scarsa popolarità del padre: è Sara che ha dovuto avvertire i parenti e conoscenti del decesso.
Punti deboli:
Te li segnalo qui sotto.
Attento alla spaziatura: Sulla vita sottile c’è una cicatrice a forma di C. “Attizzatoio. Uscita di nascosto per la cena di classe”.
Ti riporto le parti corrette: würstel.
Si guarda intorno: “Qualcuno ne vuole, nessuno?” (questa frase disorienta il Lettore, perché finora hai dato l’idea che nella camera fossero in tre: i due fratelli e il padre morto. Se fosse il mio racconto, la riscriverei dandole un significato sarcastico, qualcosa tipo: “Si vede com’era benvoluto, il caro papino. Guarda quanti ospiti. Benvenuti, c’è dell’amaro. Qualcuno ne vuole, nessuno?”)
A carico della trama: Sara come ha ucciso il padre? Una sciarpa intorno alla testa non dice molto, se fosse stato il mio racconto avrei fatto sentire il rumore di una lavatrice che andava e fatto notare la mancanza del cuscino nel letto.

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Fagiolo17
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Re: L'erede

Messaggio#31 » venerdì 27 novembre 2020, 21:53

Ciao Giacomo.
Che bel racconto!
Mi è piaciuto un sacco sia lo stile (e su questo non avevo dubbi) che la gestione della narrazzione.
Hai creato conflitto e curiosità con la parte iniziale e poi ci hai spiegato quanto era accaduto.
Complimenti davvero!

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Re: L'erede

Messaggio#32 » venerdì 27 novembre 2020, 22:20

Mauro Lenzi ha scritto:Ciao Giacomo!


Leverei il paragone con lo yo-yo

Lo yo-yo è stato bocciato quasi da tutti. Ho capito l'antifona, avete tutti avuto un'infanzia triste. O forse ce l'ho avuta io.

Papà, lo trovo morto sul letto.
Leverei la virgola.

Tu non puoi nemmeno immaginare quante volte ho messo e tolto quella virgola. E ancora adesso non ho deciso se ci deve stare oppure no.

Non ho capito l'utilità della sciarpetta ai fini del racconto.

Per evitare che la bocca resti bloccata aperta con il rigor mortis. È una pratica abbastanza comune, specie quando i servizi funebri non sono prontamente sul posto (come nel mio caso).
lobi delle orecchie che dondolano, mi è sembrato un dettaglio un po' troppo peculiare... dei lobi così lunghi?

Altro dettagli che è piaciuto poco. Sarà che ho visto un sacco di vecchi che hanno i lobi grossi e penzolanti XD

Non mi intendo di traumi, ma da dove esce un osso manca poi un pezzo di carne grosso come un wurstel? Chiedo, magari può succedere proprio così. A me è sembrato eccessivo...

A rileggerlo adesso suona esagerato anche a me. Volevo dare l'idea di quelle cicatrici che restano infossate...

Anche io racconto le mie storie, le uscite di pesca, e le giornate davanti al camino, e di quando mi ha fatto perdere la verginità con una prostituta.
Ma che bel discorso indiretto. è_é lo avrai fatto per un motivo, suppongo.

Non per un motivo, ma addirittura 3.
1. Banalmente, limitare il numero di caratteri.
2. Interesse: sarebbero descrizioni noiose di belle giornate padre/figlio.
3. Caratterizzare il pdv. Infatti il narratore che racconta la storia è come se minimizzasse quelle giornate. È un indizio del fatto che lui consideri assolutamente normale la differenza di trattamento che il padre riservava loro (non a caso sono speculari con le cose che racconta la sorella)

Ooops fine del tempo, non riesco a dirti cosa mi è piaciuto mi spiace è_é

Grrrazie.
XD
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Re: L'erede

Messaggio#33 » venerdì 27 novembre 2020, 22:25

alexandra.fischer ha scritto:.


Ciao Alexandra, grazie per il commento. E grazie anche per l'individuazione errori, evidentemente hai il radar.

La sciarpetta serviva a tenere chiusa la bocca del padre. È una pratica comune con i morti, serve ad evitare che con il sopraggiungere del rigor mortis restino a bocca spalancata.

Trama: il padre è morto per frequente consumo di sciroppo avvelenato. La sorella lo ha pulito per bene per non far venire sospetti al fratello (che però aveva intuito tutto e pianificato la vendetta). Se avessi avuto la possibilità di modifica, avrei semplificato un po'.

Grazie ancora e a rileggerci.
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

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Re: L'erede

Messaggio#34 » venerdì 27 novembre 2020, 22:26

Fagiolo17 ha scritto:Ciao Giacomo.
Che bel racconto!
Mi è piaciuto un sacco sia lo stile (e su questo non avevo dubbi) che la gestione della narrazzione.
Hai creato conflitto e curiosità con la parte iniziale e poi ci hai spiegato quanto era accaduto.
Complimenti davvero!


Ehilà Luca, grazie per essere passato a leggere e grazie per i complimenti.
A presto!
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

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Re: L'erede

Messaggio#35 » domenica 29 novembre 2020, 10:51

Giacomo Puca ha scritto:
Leverei il paragone con lo yo-yo

Lo yo-yo è stato bocciato quasi da tutti. Ho capito l'antifona, avete tutti avuto un'infanzia triste. O forse ce l'ho avuta io.

Beh non avevo fratelli o sorelle da tentare di uccidere. Ma poi ho fatto due figli e assisto ai loro tentativi, tra loro e verso di me. ^^

Giacomo Puca ha scritto:
Papà, lo trovo morto sul letto.
Leverei la virgola.

Tu non puoi nemmeno immaginare quante volte ho messo e tolto quella virgola. E ancora adesso non ho deciso se ci deve stare oppure no.

Io rivedrei la frase intiera, che tanto è tellosetta ^^

Giacomo Puca ha scritto:
Ma che bel discorso indiretto. è_é lo avrai fatto per un motivo, suppongo.

Non per un motivo, ma addirittura 3.
1. Banalmente, limitare il numero di caratteri.
2. Interesse: sarebbero descrizioni noiose di belle giornate padre/figlio.
3. Caratterizzare il pdv. Infatti il narratore che racconta la storia è come se minimizzasse quelle giornate. È un indizio del fatto che lui consideri assolutamente normale la differenza di trattamento che il padre riservava loro (non a caso sono speculari con le cose che racconta la sorella)

Faccio le consuete premesse. Non dimentico certo che ci stiamo confrontando su racconti scritti con forti limitazioni di tempo e caratteri; al tempo stesso mi limito a dare i miei suggerimenti su come migliorarli; né più né meno.
1. certo, però diciamocelo, col tuo livello di bravura non ne hai bisogno.
2. capisco, a questo non avevo pensato a una prima lettura.
3. questo, se ti interessa, era passato; in altre parole sei riuscito nel tuo intento di trasmetterlo, almeno con me.
Ciò non toglie che il discorso indiretto mi è sembrato un artificio non necessario. Sarebbe stato più efficace ripensare la scena, in cui lui glissa il discorso. Guarda, avrei preferito piuttosto un infodump... ma tu avresti saputo gestirlo :)

Ooops fine del tempo, non riesco a dirti cosa mi è piaciuto mi spiace è_é

Part II è_é

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Re: L'erede

Messaggio#36 » lunedì 30 novembre 2020, 16:51

Mauro Lenzi ha scritto:Io rivedrei la frase intiera, che tanto è tellosetta ^^

Faccio le consuete premesse. Non dimentico certo che ci stiamo confrontando su racconti scritti con forti limitazioni di tempo e caratteri; al tempo stesso mi limito a dare i miei suggerimenti su come migliorarli; né più né meno.
1. certo, però diciamocelo, col tuo livello di bravura non ne hai bisogno.
2. capisco, a questo non avevo pensato a una prima lettura.
3. questo, se ti interessa, era passato; in altre parole sei riuscito nel tuo intento di trasmetterlo, almeno con me.
Ciò non toglie che il discorso indiretto mi è sembrato un artificio non necessario. Sarebbe stato più efficace ripensare la scena, in cui lui glissa il discorso. Guarda, avrei preferito piuttosto un infodump... ma tu avresti saputo gestirlo :)


Ti dirò, al di là del fatto che il limite di tempo e caratteri spinga verso certe soluzioni (infodump, tell, discorso indiretto...), sto deliberatamente inserendoli perché inizio a dubitare di certe regole e principi.

E comunque sto aspettando ancora i tuoi complimenti, marrano!
XDXD
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

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Re: L'erede

Messaggio#37 » giovedì 3 dicembre 2020, 18:58

Qui assegno un pollice su anche se sono stato incerto fino all'ultimo per una forma che mi sembrava migliorabile, ma il fatto è che il fascino del tuo stile sta anche in questa "sporcizia" che, a naso, sento e che sarebbe un male etichettare perché il risultato finale è ottimo e quindi è funzionale. M'interessa parecchio il tuo stile e sto mettendolo a fuoco mese dopo mese. Detto questo: plot ottimo, personaggi ben delineati, tema perfetto anche se lo hai forzato un pelo con quell'uscita di Sara su NON SIA MAI. Complimenti.

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Re: L'erede

Messaggio#38 » venerdì 4 dicembre 2020, 22:59

Giacomo Puca ha scritto:Ti dirò, al di là del fatto che il limite di tempo e caratteri spinga verso certe soluzioni (infodump, tell, discorso indiretto...), sto deliberatamente inserendoli perché inizio a dubitare di certe regole e principi.

Aha! Qua potrebbe partire un discorso molto interessante, ma questo topic non è la sede giusta.

In modo meno deciso di te, anch'io mi sono posto il dubbio e ho, diciamo, iniziato a contemplare l'idea di non prendere per oro colato certe idee, ma non ho ancora trovato la spinta a discostarmene... sarà perché le alternative mi sembrano meno allettanti. Di mio tendo a essere in generale più tollerante verso l'infodump, meno verso il tell (anche se c'è modo e modo) ma a digerire l'indiretto faccio proprio fatica. Per le parti non rilevanti preferisco, piuttosto che sorvolarle con un tell, ometterle con quegli stacchi temporali, che proprio tu mi hai criticato.
Non posso che essere molto curioso verso questa tua sperimentazione.

Giacomo Puca ha scritto:E comunque sto aspettando ancora i tuoi complimenti, marrano!
XDXD

Peccatore ed eretico! Ti posso concedere un "sì, tutto quello che ha detto l'Antico..."
Ma davvero, la storia stava in piedi con una certa semplicità, senza bisogno di arzigogoli o particolari artifizi; tutto si svela con gradualità e armonia, per cui posso dirti che mi è sembrata ben congegnata. Non ho gradito l'anticipazione iniziale, ma non la ritengo un errore e anzi penso che tu abbia fatto bene a metterla; quantomeno per la sperimentazione.
Affascinante il protagonista la cui personalità contorta parte in sordina ma si svela coi giusti tempi, di pari passo con la storia. Senz'altro, se cattivo lo si può definire, sembra proprio uno di quelli che mi piacciono. Avesse avuto più spazio potrei dirlo con più certezza, ma se il buongiorno si vede dal mattino...
beh quindi dai, te la sei cavata! bleh bleh! ;D
Ultima modifica di Mauro Lenzi il venerdì 4 dicembre 2020, 23:01, modificato 1 volta in totale.

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Re: L'erede

Messaggio#39 » martedì 8 dicembre 2020, 1:28

Mauro Lenzi ha scritto:Aha! Qua potrebbe partire un discorso molto interessante, ma questo topic non è la sede giusta.

In modo meno deciso di te, anch'io mi sono posto il dubbio e ho, diciamo, iniziato a contemplare l'idea di non prendere per oro colato certe idee, ma non ho ancora trovato la spinta a discostarmene... sarà perché le alternative mi sembrano meno allettanti. Di mio tendo a essere in generale più tollerante verso l'infodump, meno verso il tell (anche se c'è modo e modo) ma a digerire l'indiretto faccio proprio fatica. Per le parti non rilevanti preferisco, piuttosto che sorvolarle con un tell, ometterle con quegli stacchi temporali, che proprio tu mi hai criticato.


Certamente avremo modo di parlare della questione. Infodump, discorso indiretto, tell sono strumenti che dipendono molto da come si scrive (persona, tempo, vicenda in corso o raccontata a posteriori, quantità di pdv...).
La mia critica agli stacchi non era agli stacchi in sé quando alla loro applicazione in quel contesto, che mi dava un po' l'effetto "spezzatino".

Mauro Lenzi ha scritto:Peccatore ed eretico! Ti posso concedere un "sì, tutto quello che ha detto l'Antico..."
beh quindi dai, te la sei cavata! bleh bleh! ;D

Buona continuazione di edition!
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

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