Pagina 1 di 1
Gruppo LA BAMBINA E IL NAZISTA: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 17 novembre 2020, 1:59
da antico
BENVENUTI ALLA SCILLA BONFIGLIOLI EDITION, LA TERZA DELL'OTTAVA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 147° ALL TIME!Questo è il gruppo LA BAMBINA E IL NAZISTA della SCILLA BONFIGLIOLI EDITION con SCILLA BONFIGLIOLI nelle vesti di Guest Star. Gli autori del gruppo LA BAMBINA E IL NAZISTA dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo TULLO OSTILIO.
I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo L'ULTIMA SOGLIA. Questo è un gruppo da NOVE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da SCILLA BONFIGLIOLI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo all'occorrenza per eccesso. Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti
RANK D'ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso del
RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nel corso dell'Era in corso e che non hanno acquisito punti nel RANK ALL TIME sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Importante accorgimento: in quest'Era il gruppo con il Leader della classifica non potrà mai essere quello con più racconti, motivo per cui quando ci sarà un numero diverso di racconti per gruppo, come in questa edizione, gli ultimi racconti verranno assegnati saltandolo.
E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo LA BAMBINA E IL NAZISTA:Luna Padana, di Luca Fagiolo, ore 00.44, 4085 caratteri
La carezza dell’amore, di Gabriele Dolzadelli, ore 23.19, 4211 caratteri
Sogni di carta, di Emiliano Maramonte, ore 00.46, 3939 caratteri
Il mestiere di famiglia, di Andrea Leonardi, ore 23.53, 4208 caratteri
Bigliettino, di Giulio Marchese, ore 00.30, 4219 caratteri
Collezioni, di Debora Dolci, ore 00.34, 4135 caratteri
Bad Trip, di Danilo Riccio, ore 23.35, 4232 caratteri
Drago galattico, di Gianmaria Generoso, ore 22.59, 4235 caratteri
Il lago, di Vincenzo Pandolfi, ore 00.22, 4156 caratteri
Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 26 NOVEMBRE per commentare i racconti del gruppo TULLO OSTILIO. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 27 NOVEMBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo TULLO OSTILIO e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora:
date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro. Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo. Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la
classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo TULLO OSTILIO.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti. BUONA SCILLA BONFIGLIOLI EDITION A TUTTI!
Re: Gruppo LA BAMBINA E IL NAZISTA: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 19 novembre 2020, 20:57
da Pretorian
Ecco i miei commenti e la mia classifica.
1) Sogni di carta, di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano e piacere di leggerti.
Questo racconto ha scritto IL SIGNIFICATO! Grande così fin dalla prima riga! Battute a parte, ho apprezzato la scelta di satireggiare su certe dinamiche deviate della nostra società e di farlo dal punto di vista del... Capitalismo? Le scene sono ben delineate e tuttosommato credibili: sono cose che effettivamente si potrebbero tranquillamente all'inaugurazione di qualche negozio di elettronica. Forse, se proprio avessi voluto osare un tanti no di più, avresti potuto virare verso una violenza più estrema, in modo da solleticare visivamente e da portare all'estremo il SIGNIFICATO. Gusti miei, eh: alla fine, il risultato è ottenuto comunque. è stata comunque una buona prova.
Alla prossima!!
2)Collezioni, di Debora Dolci
Ciao Debora e piacere di leggerti.
Dunque, il racconto parte da buone premesse. Abbiamo una protagonista che si annoia a un'asta di opere d'arte e si infila in un'area riservata, dove trova delle opere mostruose. La descrizione che hai fatto delle due statue è interessante, ma è in questo punto che cominciano i problemi. La protagonista sembra avere delle visioni, ma non si capisce se siano causate dalle statue o dall'alcol (lo scopo poteva essere appunto quello di mantenere il dubbio, ma se la visione e le parole che vengono dette non sembrano avere a che fare con l'opera, allora la sospensione non regge). In egual misura, la sua "epifania" sembra forzata (bello il riferimento al vero significato della parola mostro, ma da dove salta fuori? E quale volo pindarico permette ad Arianna di ricondurlo a una valutazione della sua condizione) il finale più o meno rientra nei ranghi ed è soddisfacente, ma risente comunque del caos nella parte precedente.
Un consiglio? Ripensa con calma la parte centrale, magari con più caratteri, e ne verrà sicuramente fuori un bel testo.
Alla prossima!
3)Bad Trip, di Danilo Riccio
Ciao Danilo e piacere di leggerti.
racconto interessante e non privo di un certo humour. Sicuramente, va migliorato lo stile, spesso prono al raccontato, soprattutto se sovraccaricato di descrizioni. I dialoghi tra Spina e Stefy funzionano a tratti: alcuni scambi di battute sono effettivamente divertenti e sensati, altri sono fin troppo costruiti e stridono con l'aria "dozzinale" che vuoi dare di loro. La frase finale di spina, soprattutto, finisce per essere uno spiegone che disvela i suoi motivi e il twist alla base del rituale fatto da Stefy è un modo corretto di operare una conclusione, ma converrai con me che è dannatamente poco efficace. Tagliando qualche frase non necessaria nelle parti precedenti, avresti potuto agilmente recuperare caratteri per un finale in cui, al posto dello spiegone, avresti potuto rendere protagonisti le azioni di Spina e del demone.
Nel complesso, funzionale, ma potevi fare di meglio.
Alla prossima!
4)La carezza dell’amore, di Gabriele Dolzadelli
Ciao, Gabriele e piacere di leggerti.
Ti dirò la verità, l'impressione che ho di questo racconto è del riassunto di una bella storia. Ci sono tutti gli elementi per un bel racconto e anche i personaggi mostrano un abbozzo di quello che potrebbe essere una psicologia complessa e interessante. Il problema è che tutto compresso in uno spazio palesemente inadeguato. Nel primo terzo del racconto introduci tre personaggi diversi, ognuno con una descrizione e con l'inserimento dei rapporti con la narratrice-protagonista: è un wall of text che rende il tutto pesantemente indigesto. Il prosieguo è più scorrevole, ma non di molto: succedono tante cose, ognuna delle quali meriterebbe un approfondimento idoneo, senza il quale finiscono a diventare un mero elenco di cose. Non ho molto altro da dire: è una storia con uno spunto interessante e scritta con uno stile efficace, ma ristretta in uno spazio così misero da perdere la gran parte delle sue potenzialità.
Peccato.
5) Luna Padana, di Luca Fagiolo
Ciao Luca e piacere di leggerti.
Devo dire, questo racconto mi sembra abbastanza al di sotto dei tuoi ultimi lavori. Lo stile è buono, anche se vi sono alcune sbavature dettate sicuramente dalla fretta (ad esempio "urlo dalla disperazione" che è uno scostamento tell in un testo che si mantiene perlopiù corretto) ma la storia risente di una eccessiva prevedibilità. Il finale della storia si intuisce praticamente dalla riga uno e la sfuriata di Riccardo è così improvvisa e intensa da sembrare finta: molto probabilmente, avrebbe reso molto di più con un più comodo numero di caratteri. Oltre a questo, si fatica a comprendere dove si trovino i personaggi: sono sul bordo di un burrone, al lato di una strada , oltre la quale c'è un fiume? Se i personaggi si muovono in un ambiente confuso, le loro interazioni con esso non saranno chiare e il lettore finirà per perdersi.
Peccato.
Alla prossima volta.
6)Bigliettino, di Giulio Marchesi
Ciao, Giulio e piacere di leggerti.
Il racconto è scritto bene. Sei riuscito a tenere la narrazione abbastanza equilibrata verso il mostrato, nonostante la prima persona sia per natura portata verso il tell. D'altra parte, e nonostante un finale decisamente ben costruito, ammetto di faticare parecchio a comprendere il senso di tutta la storia. La protagonista... uccide gente di professione? Gente che si fa uccidere di sua spontanea volontà? è una compagnia della buona morte? Insomma, sembra che tu dia per scontato questo dettaglio, ma non lo è. Devi spiegare bene quello che sta succedendo, o non si capirà nulla. Anche il personaggio di Spiky sembra fuori luogo: sembra uno spacciatore, ma in realtà è uno che mette in contatto per questi lavori? Insomma, l'ho letto tutto più volte e ancora non riesco a capire.
Peccato, perché il racconto non pecca certamente dal lato dello stile.
Alla prossima!
7)Il mestiere di famiglia, di Andrea Leonardi
Ciao, Andrea e piacere di leggerti.
Il tuo racconto offre gli ultimi momenti di un padre e di un figlio in un setting fantasy. Scelta interessante, ma sfortunata. Mi spiego: gli elementi d'ambientazione in questa storia sono allo stesso tempo troppo marcati per poter essere considerati dei meri elementi di "contorno" utili a colorare la storia (l'intera parte finale è legata al fatto che i morti si trasformino) ma troppo vaghi per poter davvero essere comprensibili (perché i morti si trasformano? Che rituale deve essere fatto? Perché stavano cacciando un'idra? Sono dubbi a cui non dai risposta e che sono fondamentali per capire il senso della vicenda). Il risultato è un racconto troppo immerso nella sua ambientazione per poter essere considerato "universale", ma con troppi pochi elementi di comprensione perché si possano capire gli elementi principali. Quando si scrive di letteratura "di genere "(fantasy, fantascienza e via discorrendo) quello di considerare certi elementi tanto chiari per il lettore quanto sono chiari nella nostra testa è un errore molto comune. Sono sicuro che imparerai a gestirlo.
P.S.: se posso suggerire, per indicare le frasi interrotte dei personaggi, meglio usare i puntini di sospensione "...", piuttosto che il trattino "-".
Alla prossima!
8)Il lago, di Vincenzo Pandolfi
Ciao Vincenzo e piacere di leggerti.
Escludendo la citazione di Nietche sul finale, Il racconto è diviso in due parti, ossia quella del dialogo con il nipote e la storia vera e propria. La parte con il nipote è ben scritta, ma funziona poco: non conoscendo le dinamiche che legano i due personaggi, il conflitto emotivo che dovrebbe essere suscitato dalla partenza del nipote resta molto labile, quindi il motore stesso della storia poco motivato. La seconda parte è migliore, ma non è esente da dubbi: insomma, da come lo spieghi, sembra che quella sia stata la prima occasione in cui il vecchio ha incontrato Nessie (?), eppure si comporta come se già lo conoscesse, anzi, ha rischiato la sua vita per poterlo salvare dai pescatori senza scrupoli. Insomma, in entrambi i casi sembra che alla storia manchi qualche pezzo. Forse ti converrebbe riscriverla con un più ampio numero di caratteri a disposizione.
Alla prossima!
9)Drago galattico, di Gianmaria Generoso
Ciao, Gianmaria e piacere di leggerti.
Allora la storia è davvero difficile da seguire, sia per l'azione confusa e i continui cambi di scena, sia, soprattutto, perché hai inserito troppi elementi d'ambientazione senza spiegarli. Quando scrivi racconti brevi con un'ambientazione particolare devi riuscire a fornire elementi essenziali quanto basta alla trama, senza lasciare parti sospese. Se esagweri, il lettore non riuscirà a comprender eil racconto, perché gli mancano gli strumenti necessari e il racconto, come in questo caso, sarà di difficile o nulla comprensione. Ricorda: non tutto quello che è chiarissimo nella tua testa, è automaticamente chiaro per chi legge.
è una lezione che si impara in fretta ;-)
Alla prossima!
Re: Gruppo LA BAMBINA E IL NAZISTA: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 22 novembre 2020, 12:19
da Proelium
Arriva la mia classifica con commenti sparsi a seguire. Sempre così dura da stilare...! Ho scelto di premiare i pezzi che a distanza di giorni mi sono rimasti più impressi per sostanza e declinazione del tema. Tema centrato per tutti, eccetto “Bigliettino”. Menzione d’onore per “Il mestiere di famiglia”: nonostante le imprecisioni tecniche l’ho apprezzato particolarmente.
1) Sogni di carta
2) Mestiere di famiglia
3) La carezza dell’amore
4) Collezioni
5) Bad trip
6) Luna Padana
7) Il lago
8) Bigliettino
9) Drago galattico
Ciao Luca,
piacere di leggerti. Tema centrato e prosa funzionante, svelta e decisa. Nulla da dire sulle modalità di scrittura, sai senz’altro come muoverti. Tecnicismi a parte, ritengo che per centrare il tema tu abbia giocato un po’ troppo sul sicuro. Il tuo setting è prevedibile, eventi ed esistenti sfiorano lo stereotipo e, benché tutto fili liscio, non è riuscito a coinvolgermi più di tanto. Cose che succedono, immagino, quando si è in lotta con l’orologio.
Ti rimando al racconto di Gabriele Dolzadelli, che ho trovato simile al tuo per declinazione del tema. Non è esente da imperfezioni (ne parlerò con lui), ma mi ha colpito per i suoi personaggi più complessi e credibili.
Alla prossima!
Ciao Gabriele,
piacere di rileggerti. Ancora una volta, malgrado la “granitica realtà” di un tuo scritto, sei riuscito a farmelo apprezzare. Tema centrato: una declinazione di questo tipo era prevedibile, ma sei riuscito a svilupparla in maniera originale e, lasciamelo dire, molto espressiva. Incipit pazzesco che conquista, ma soprattutto ti copre le spalle quando abbassi il ritmo per inquadrare la vicenda. Bene la profondità che hai dato ai personaggi, pur osando parecchio. Sono tanti e il rischio di confondere i punti di vista c’è. Anche la scelta del “Santone deus-ex-machina” è meno solida di quello che promette. Ma è un racconto che, malgrado tutto, regala tanto al lettore.
Alla prossima!
Ciao Emiliano,
piacere di rileggerti. Rispetto all’ultima volta, te lo dico subito, mi hai fatto divertire molto di più! Ho apprezzato la deformazione grottesca, ma calzante, di una realtà sempre più mostruosa. Hai presente la clip di “Going Under” degli Evanescence? Per un attimo, invece che alla coda del super, mi sono sentito sprofondare laggiù. Giusti i tempi della messa a fuoco: tensione e consapevolezza crescono di pari passo nel lettore. Tutto perfetto, verrebbe da dire, se non ci fosse una criticità enorme: il protagonista, nonché voce narrante. Non puoi chiudere senza dirci chi è. Un pazzo furioso che si compiace del caos, Satanasso in persona, un politico, un banchiere, il direttore della filiale, il genius loci del super...? Il cerchio va chiuso, o lasci il lettore con un pugno di mosche. E dopo una bomba così, un po’ gli girano anche. Orologio tiranno, forse: ho visto che hai consegnato quasi sul gong. Non so, ma mi sa che a te gireranno anche di più.
Alla prossima!
Ciao Andrea,
piacere di leggerti. Ho apprezzato davvero tanto il concept, setting compreso, che hai dato al racconto. Un’idea davvero buona, intensa e originale – personalmente la ritengo la migliore del tuo girone – per centrare il tema in un solco tutto tuo.
Ciò ti dà un vantaggio che compensa, spero, le mazzate tecniche che sto per infliggerti (a fin di bene). La sequenza centrale è lenta. Troppo. Dilungandoti così tanto ne hai smorzato il dramma. E fallo morire, questo padre-behemot, invece di girarci attorno all’infinito! Non disturbargli il trapasso con comparsate a caso. Condensa le battute, soprattutto quelle allusive da intendere a posteriori. Usa anche i silenzi: spesso dicono di più. So che è uno snodo cruciale, ma è nell’apoteosi finale che ti giochi tutto. Il lettore deve arrivarci carico.
Su MC ci sono penne smaliziate che, anche con idee neutre, riescono a portarsi a casa i contest grazie alla tecnica. Che si impara. Le idee no. Ti lascio con un complimento che è anche un monito: le idee come questa devono fare il mazzo a tutti.
Alla prossima!
Ciao Giulio,
piacere di leggerti. Non so, c’è qualcosa che non mi torna in questo racconto. Il tema dell’accarezzare i mostri, intanto, non lo vedo così centrato: qui vedo solo mostri di dubbia natura che si compiacciono di cercarsi nel male. Aggancio al cliffhanger finale che fa il suo mestiere, ma è artificioso. Oltre il tecnicismo a effetto, però, ci trovo ben poco di sensato. È un po’ la sensazione che mi lascia questo testo: tanto artificio che funziona all’apparenza, buono per far leva su quei meccanismi che stupiscono il lettore – e tu lo sai bene, per questo li usi! – ma che si inceppa nella sostanza... almeno per chi non ci sta a farsi prendere per il naso. Scusa se ti ho un po’ smontato ma non era il caso di girarci troppo intorno.
Alla prossima!
Ciao Debora,
piacere di leggerti, credo sia la prima volta. Parto dal tema, che hai centrato a modo tuo in maniera originale: buona l’idea dei “mostri artistici” da collezione. Anche lo scenario che tratteggi è inatteso e insolito. Sicuramente l’inquadramento iniziale si poteva gestire meglio, ma non mi è dispiaciuto. Passiamo all’economia del racconto. Ritengo che la parte centrale sia quella meglio riuscita: la descrizione del “mostro” è vivida e inquietante al punto giusto. Crea una tensione degna da cliffhanger finale, e forse sarebbe stato meglio tenertela come ultimo botto. Anche perché, dopo l’epifania centrale, il racconto si trascina ingarbugliandosi sempre di più. C’è di mezzo un triangolo con Arturo e Valerio, questo si intuisce, ma non le tensioni che ci sono dietro... un bel problema se il racconta punta a fare tombola con loro. C’è poi quel riferimento a Luigi (chi è costui?) che confonde ulteriormente le cose. Temo che, anziché scioglierla, l’ebbrezza dionisiaca abbia offuscato la voce narrante. L’ho letto e riletto ma all’infuori di una prodigiosa tensione, anche erotica, verso l’opera – c’è un satiro di mezzo, e ci sta – l’ultimo scambio di battute non è affatto risolutivo.
Alla prossima!
Ciao Danilo,
piacere di leggerti. Il pezzo funziona bene fino all’apparizione del demone. Descrizione tesa e incisiva di quello che è tutto fuorché un cane: credo sia il punto meglio riuscito del racconto, anche dal punto di vista stilistico. Centri il tema, purtroppo perdendoti, con ciò che accade dopo. Dispersivo il dialogato su evocazione e cornificazioni varie, ma ne ho apprezzato il taglio umoristico. Finale azzeccato... in effetti a quel punto era l’unico possibile.
Alla prossima!
Ciao Gianmaria,
piacere di leggerti e benvenuto nel contest più crudele della galassia! Che dire del tuo drago? Ho apprezzato la sequenza di ricerca, attesa e incontro con Nat. Per il resto occorre rimboccarsi le maniche. Coraggiosi ma sbilanciati i dialoghi: già nella sequenza dell’incipit si trascinano sovrabbondanti, occorre tagliarli e sveltirli. Appunto dubbioso sulla schiusa dell’uovo leggendario: il saggio ne ha paura e consiglia la fuga, ma Nat rimane e, a dispetto dei timori del vecchio, ha ragione. Come va interpretata questa discordanza? Non sono riuscito a capirlo. Anche la scelta del drago “leggendario”, benché di grido, credo spari un po’ troppo alta. In un setting come il tuo un semplice draghetto sarebbe stato abbastanza e, forse, ti avrebbe condotto a un finale più credibile.
Ricorri a un’ellissi smisurata in cui ritroviamo Nat imperatore. Avrebbe senso, vista la comprovata potenza del drago, ma tutto ciò che succede dopo è talmente esagerato, compresso e strampalato che è difficile da digerire. Forse con più caratteri e disimpegno a disposizione l’esito sarebbe stato più equilibrato.
Alla prossima!
Ciao Vincenzo,
piacere di leggerti e benvenuto su MC. Esporsi e mettersi in gioco per migliorare, anche a costo di critiche e mazzate, è positivo e fa crescere: anch’io me lo ripeto ogni volta che metto piede nell’Arena!
Mi allineo abbastanza alle riflessioni di Agostino, sintetiche ma accurate.
Le tre sequenze si distinguono chiaramente ma non sono molto sinergiche. Non ho particolari reticenze verso l’incipit raccontato, a parte qualche virgola che puoi ottimizzare. È un avvio lento, ma crea una buona atmosfera. Poi arriva Archie, insieme all’analessi che ci riporta indietro: ciò che accade sul lago è interessante ma poco evocativo. Pistole e bombe non aiutano: al tuo posto avrei giocato con ramponi, fiocine e una lampara che, magari al buio, illuminasse a tratti i contorni del mostro. Mi piace molto la scelta ambigua del vecchio affondato ma sopravvissuto come uno spettro: personalmente le avrei dato ancora più risalto con qualche cenno già all’inizio. Il fatto che il vecchio sia denigrato da tutti, nipote compreso, potrebbe accostarsi fin da subito al fatto che la storia è già nota a chiunque, benché non ci creda nessuno. E uno sguardo finale che riflette l’abisso (contro citazione di Poe) che il nonno fa al nipote potrebbe gettare una nuova luce sulla vicenda. A proposito, uno dei miei racconti preferiti in assoluto è “Il colombre” di Buzzati. Visto e letto il tuo racconto, non posso che consigliartelo.
Alla prossima sfida!
Re: Gruppo LA BAMBINA E IL NAZISTA: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 22 novembre 2020, 12:20
da Nevan
La mia classifica, basata su 3 parametri principali:
Elaborazione del tema -
Impatto emotivo -
Tecnica scrittoria :
1) Sogni di carta, di Emiliano Maramonte
► Mostra testo
Ciao Giacomo, piacere di conoscerti e di averti letto!
Adotterò una valutazione in forma molto schematica, per essere più chiaro sui vari punti:
PRO
+ L'interpretazione cinica e pungente di “mostruosità” è molto originale, che ti ha permesso di centrare in pieno il tema.
+ Lo stile del racconto è molto immersivo e scorrevole, e ottenere questo effetto con una totale assenza di dialoghi rende ancor più merito alla tua padronanza tecnica.
CONTRO
- Nonostante la prosa fili liscia come l’olio, lo stesso non si può dire della velocità della scena, poiché l'uso della prima persona al tempo presente rende la sequenza un po’ statica. E' più una successione di cose che avvengono, non si percepisce alcuna climax nel processo che parte dall'attesa dell'acquisto all'appagamento del bene materiale ottenuto.
- Non è specificata la natura del protagonista. Non so se questo sia un effetto voluto oppure no. Potrebbe essere una qualunque entità: lo spirito tossico del capitalismo, il demone del consumismo, l’ingordigia effimera dell’uomo... Viene lasciato troppo spazio all'interpretazione del lettore, e questa mancanza di identificazione non a tutti potrebbe piacere.
- Il contesto in cui si “si muove” questa spietata essenza è un po' confuso: un’inaugurazione? Il primo giorno di Black Friday? La sera del 23 dicembre? Una svendita per fallimento? Non vi sono abbastanza elementi per capirlo.
- Non è ben chiaro chi sia il destinatario di questa mostruosità. Chi sono i veri mostri? E' forse lo spirito consumistico che alberga in tutti noi oppure sono le stesse persone, nella loro mostruosa vacuità spirituale, ad essere disposte a riempirsi costantemente di futili istinti?
Anche se visivamente i contro sembrano più abbondanti rispetto ai pro, l'impressione generale è stata più che positiva. Buona sfida!
2) Luna Padana, di Luca Fagiolo
► Mostra testo
Ciao Luca, leggere il tuo racconto è stato molto piacevole! Ti faccio i complimenti per la tecnica stilistica, con la quale sei riuscito a rendere molto scorrevole la prosa, verosimili i dialoghi e, cosa non semplice, a trasmettere l’atmosfera freddolosa percepita dalla protagonista.
Creare un climax di tensione disponendo di così pochi caratteri non è affatto semplice, quindi complimenti per esserci riuscito. Hai comunicato l’idea di un rapporto malato le cui crepe vengono finalmente alla luce, configurando la mostruosità del tema nell’ossessione di Riccardo verso una donna che non accetta non essere più sua.
Se posso permettermi un paio di appunti critici, ho trovato un po’ forzato il fatto che Matilde, dopo aver comunicato la rottura del rapporto a Riccardo, decida comunque di seguirlo in un contesto pericoloso che le mette non poca inquietudine, per giunta di notte e isolato. Diciamo che le premesse di un risvolto potenzialmente drammatico le avrebbe qualunque donna con un minimo di sensibilità.
Infine, ho dovuto rileggere diverse volte la parte finale in cui lei lo uccide spingendolo per la strada. E’ una dinamica che non mi è stata trasferita in maniera intuitiva: come fa Matilde ad avere una tale forza da spingere un uomo, che perdipiù la tiene sollevata per le spalle e sospesa su uno strapiombo, e farlo andare così indietro da farlo arretrare dal guardarail fino alla carreggiata, e senza che lei finisca per cadere e rotolare verso il fiume (visto che perderebbe la presa del compagno) ?
Detto ciò, in generale il tuo racconto mostra molti pregi a fronte di un paio di lievi difetti, che magari sono dettati dalla mia errata comprensione soggettiva.
Quindi complimenti ancora! ;)
3) La carezza dell’amore, di Gabriele Dolzadelli
► Mostra testo
Ciao Gabriele, piacere di conoscerti.
Spero non sia un problema se adotto un approccio schematico alla valutazione:
PRO
+ Mi è piaciuta parecchio la chiave originale con cui hai approcciato il tema, la mostruosità del voler fare del bene a tutti i costi (o almeno così l'ho interpretata), che può ritorcersi contro di noi. Bravo.
+ La tua prosa è fluida, molto scorrevole
+ Descrizione molto accurata dei gesti e delle ambientazioni.
CONTRO
- La grande immersività che riesci a trasmettere a livello visivo non trova riscontro ma anche sul piano emotivo. Mi spiace, ma non sono riuscito a provare empatia per la protagonista o un qualche altro genere di sentimento. Forse il motivo di questo gap risiede nel fatto che hai inserito ben quattro personaggi in una porzione di testo molto ridotta, che ti ha portato ad un tratteggio della personalità molto basico: Salang e Manuel sembrano delle sagome bidimensionali la cui comparsa su pagina è solo funzionale all'interazione con la protagonista. L'amica Beatrice è l'unica ad avere delle caratteristiche che emergono (la negatività, l'invidia), ma sono prive di contestualizzazione. Magari qualche battuta di dialogo in più e qualche personaggio in meno avrebbero reso meno decorativo il tuo cast.
- La protagonista non mi ha trasmesso quel senso di insofferenza verso la sua situazione sentimentale, di cui accenni solo all'inizio. Non ho capito bene dove voglia andare a parare con le sue azioni, troppo frammentate nelle diverse interazioni che ha con gli altri tre personaggi.
Comunque è stata una lettura piacevole, e questo ha un suo peso! Buona sfida!
4) Il lago, di Vincenzo Pandolfi
► Mostra testo
Ciao Vincenzo, piacere di leggerti e di conoscerti!
Come ormai fatto in altri thread, adotterò un approccio schematico per esporti le mie impressioni, che mi sembra un modo efficace per visualizzare punti di forza e di debolezza del brano:
PRO+ Tra i racconti letti finora, il tuo è uno di quelli che ha centrato il tema con maggior efficacia ed originalità: i veri mostri sono gli uomini che intendono appropriarsi del mostro con metodi violenti; mentre la "carezza" del vecchio nei confronti della creatura è manifestata sotto forma di protezione da qualsivoglia malvivente.
+ La prosa è abbastanza scorrevole. Se non fosse per i alcuni dialoghi un po' troppo fusi nella prosa, la lettura filerebbe liscia come l'olio.
CONTRO Nel vecchio bar del porto, le reti appese al soffitto, vecchi strumenti da pesca e quadri a di barche alle pareti, l’odore del mare appiccicato all'aria. Odore di paura, di attesa, più che di salsedine.
- Iniziare una narrazione con un blocchetto di descrizione in tell non è il massimo, perchè il flusso dell'azione rimane fermo ai blocchi di partenza fintanto che non è finita la fotografia (statica) dell'ambientazione.
Archie guarda il bicchiere del vecchio. – Domani andiamo via – gli dice, e distoglie lo sguardo per non vedere la reazione. - E dove andate? – chiede il vecchio, ma sa già. – Non importa – chiude. – Stavo da solo pure prima che venivate voi -
- In questo dialogo non hai staccato le battute di Archie da quello di suo nonno. Ad ogni cambio di interlocutore saresti dovuto andare a capo.
Ma che ci sta, nel lago?
- L’espressione sa un po’ di vernacolo, poteva essere detta in modo meno regionale. Inoltre, la virgola che spezza "sta" da "nel" spero sia un refuso.
L’altro, con lo sguardo crudele, tira fuori degli strumenti strani, quelli per prendere le rotte.
- Una descrizione un po' generica considerando chi la sta facendo. Poiché il Punto di Vista è quello di un vecchio marinaio, quantomeno avrebbe dovuto riconoscere che tipo di strumenti nautici fossero.
L’’altro, con lo sguardo crudele, tira fuori degli strumenti strani, quelli per prendere le rotte. Indica con un gesto un punto preciso della carta al pescatore. -Questo è il punto – gli ordina. Senza lasciargli aprire bocca, l’uomo seduto accanto a lui avvicina la pistola alla faccia del pescatore e carica il colpo in canna.
- Anche qui, come nell'altro caso, se inserisci una battuta di dialogo a seguito dell'azione di un certo personaggio, alla quale poi fai seguire il gesto di un altro, dovresti andare a capo per rendere distinte le due operazioni.
Una risata strana, enigmatica.
L’uomo con lo sguardo cattivo si avvicina al pescatore
- Ho accorpato queste due descrizioni perchè presentano lo stesso problema: aggettivi generici che non rendono l'idea di come davvero siano risate e sguardi. Usa descrizioni più particolareggiate per dare al lettore la vera idea di come sia una risata strana, uno sguardo enigmatico o cattivo.
L’altro tira fuori un oggetto dalla borsa, e lo carica, come una sveglia. Poi lo lascia cadere in acqua. – Reggetevi forte – dice, e poco dopo un boato scuote l’acqua sotto il lago.
- Qui si ha l'impressione di una bomba in stile Looney Tunes, con tanto di candelotti di dinamite legati da un orologio. Posto che la pesca tramite bombe sia con un timer, perchè dovrebbero impostarne uno se la detonazione avviene pochi secondi dopo? Inoltre, il vecchio marinaio, che di tecniche di pesca ne conoscerà, dovrebbe saper definire "bomba da pesca" un qualcosa che vede essere lanciato in acqua per la caccia ad un mostro marino.
sbilanciando la barca che si capovolge al rallentatore
- Quel "rallentatore" sa troppo di cinematografico forzato, non aggiunge niente alla scena. Realisticamente perchè delle persone dovrebbero cadere da una barca in modalità "slow motion" ?
il mostro si avvicina, dal fondo
- La virgola non ci deve essere lì.
Il vecchio è stanco, prova a nuotare, poi si lascia andare, giù, a fondo, nel lago.
- Il lettore sa già che la scena si sta svolgendo in un lago, non occorre specificarglielo.
il viso bianco dalla rabbia
- Forse “rosso dalla rabbia”. In ogni caso, sarebbe stata un’espressione formulare, che vanno evitate.
- Perchè gli avventori del bar, nel sopraggiungere di Archie, si ammutoliscono e nascondono dietro le carte da gioco? Cos’ha Archie di così intimidatorio?
- Sui tre stranieri che vanno a caccia del mostro avrei gradito saperne qualcosa di più: perchè ne vanno a caccia (vendetta? fama? soldi? prova di coraggio?) ? Da dove vengono? Senza un adeguato tratteggio, sembrano tre sagome che fanno cose.
La citazione finale nietzschiana è un bel tocco, però ai fini della centratura del tema non serviva. Come detto, lo hai centrato perfettamente. Visto il numero ristretto di caratteri a disposizione, potevi impiegarli per affinare la prosa.
Spero di rileggerti presto! Buona sfida, Vincenzo! ;) 5) Bad Trip, di Danilo Riccio
► Mostra testo
Ciao Danilo, piacere di leggerti e di scriverti!
Spero non ti dispiaccia se adotterò un approccio molto schematico:
PRO+ La prosa è molto scorrevole, si fa leggere in maniera liscia e disinvolta.
+ Sei riuscito a trasmettermi l'atmosfera punk/fattona di questi due svalvolati (che me li immagino un po' sullo stile di Sid Vicious).
+ Ammiro il tuo coraggio nell'usare la terza persona (cosa che hanno fatto in pochissimi), che in un racconto breve con un simile limite di caratteri, rende sicuramente più ostica la creazione di immersività rispetto alla prima persona.
+ Hai fatto emergere bene il carattere stronzo e bullo di Stefy, al punto che si prova un certo piacere nel vederla morire.
+ Il tema della mostruosità è stato abbastanza colpito, hai posto il focus sulla mostruosità interna di coloro che, spesso senza motivo, ci portiamo appresso nella vita.
CONTRO“Senti, sfigato cagasotto, se credi che ci vada io a controllare cosa TU hai investito, ti sbagli di grosso. Dovevi proprio fartelo quell’ultimo acido dopo il festival, vero, coglione?”
“Ma non capisci, Spina? È un demone! Uno VERO! Non le cazzate che Barbara dice di evocare con i suoi rituali da baraccone, questo è reale, in carne ed ossa! Ed è mio!”
“Mentre eri a fumare peyote ho incontrato una tizia, abbiamo fatto un rito di evocazione. Credevo che volesse provarci con me, anche perché in effetti ricordo che abbiamo scopato, ma a quanto pare diceva la verità!”
“Ma sei impazzita, donna? Io quel coso nella mia macchina non ce lo metto, fosse pure Belzebù in persona. Tu e le tue stronzate da strega, Stefy! Che cazzo ce ne facciamo di ‘sta bestiaccia? E comunque mi spiace, mi sa che te l’ho ammazzato. Siamo in mezzo al niente, dove vuoi portarlo? Al massimo posso dargli una badilata in testa e sopprimerlo. E poi lo seppelliamo, se vuoi.”
“Sentimi bene, stronzo. Io ho fatto un rito per evocare questa creatura, capisci, fattone del cazzo? La tizia ha detto che avrei dovuto dare la cosa che conta di più al mondo per me per averlo, e quindi esigo il mio demone! Lo esigo! Quindi aiutami, brutto scemo, prima che ti prenda a cazzotti.”
- Salvo qualche battuta di Spina, la maggior parte delle frasi di dialogo tra lui e Stefy sono troppo lunghe e artefatte, talvolta quasi altisonanti. Spesso sfociano addirittura in monologhi/spiegoni che danno un senso di inverosimiglianza. I dialoghi dovrebbero essere composti di battute secche e realistiche. I monologhi possono esserci, certo, ma solo in determinati contesti e con determinate tipologie di personaggio.
OH CAZZO, OH CAZZO HO UCCISO UN CANE.
- Come detto prima riguardo al corsivo, anche l'uso del caps lock (così come anche quello del prolungamento delle vocali per gli urli) è una soluzione un po' "pigra" per trasmettere l'enfasi di un pensiero o di una battuta.
“Merda, è vivo?”
“Senti, sfigato cagasotto, se credi che ci vada io a controllare cosa TU hai investito, ti sbagli di grosso. Dovevi proprio fartelo quell’ultimo acido dopo il festival, vero, coglione?”
- Qui non capisco perchè lei inveisca subito contro Spina. Lo chiama "cagasotto" senza un motivo, visto che lui si è limitato a chiedersi se ciò che hanno investito sia vivo, senza accennare al fatto di non volerlo appurare. Quella di Stefy è un'incazzatura forzata, in questo frangente.
“Mentre eri a fumare peyote ho incontrato una tizia, abbiamo fatto un rito di evocazione. Credevo che volesse provarci con me, anche perché in effetti ricordo che abbiamo scopato, ma a quanto pare diceva la verità!”
- Di chi sta parlando Stefy? Quando è avvenuto tale incontro? Prima del viaggio o durante una sosta? Dove l’ha incontrata? Chi è questa tizia, una sciamana, una strega, una chiromante? Dunque Stefy è bisessuale? Troppi dettagli lasciati in sospeso.
“Sai, era una vera stronza, credeva di essere la cosa più importante del mondo. Mi insultava, mi menava e per quanto riguarda le corna, ti batto per numero e dimensioni. Era un mostro. Come tutte le altre che ho avuto. Beh, se vuoi s’è liberato un posto sul sedile davanti.”
- Oltre che essere inverosimilmente lunga, questa frase è uno spiegone mascherato da monologo.
L’urlo belluino di Spina è terrificante.
Sbatte la testa di Stefy contro il lunotto posteriore, più volte.
Quando torna in sé, Spina vede che il mostro sta divorando il cervello di Stefy attraverso la scatola cranica sfondata. Sembra più sano.
- C'è una climax di eventi talmente condensata da non renderne la drammaticità che merita. In poco più di due righe hai compresso:
1) La rabbia che esplode in Spina
2) Un'intera azione di aggressione
3) La dinamica di un corpo che si accascia, del mostro che, agonizzante, le si avvicina alla testa ed inizia a cibarsi del contenuto.
4) L'improvviso vigore riacquisito da parte del mostro. Tutte questi questi elementi avrebbero richiesto una costruzione di almeno il triplo dei caratteri.
- L’uso del corsivo per descrivere il pensato è una tecnica un po’ desueta e oggi decisamente superata. Tutti gli artifici grafici/paratestuali per ottenere l'effetto del mostrato sono un po' una scorciatoia. Immagina sempre di leggere il tuo brano a qualcuno che non ne può vedere il testo. Non potrà rendersi conto di ciò che è in corsivo o in caps lock.
- Chi sono esattamente Spina e Stefy? Due amici? Due fidanzati? Due scopamici senza fissi legami? Due viaggiatori che si sono incrociati occasionalmente? Non è specificato. Viene solo accennato al carattere vagamente sottomesso di Spina nei confronti di Stefy.
- Questa, secondo me, è la criticità più grande di tutte: servono almeno un paio di letture attente per rendersi conto che il protagonista è Spina e non Stefy. Il Punto di Vista è troppo lontano, mostra i personaggi quasi sempre in coppia, senza entrando all'interno di nessuno uno di loro. Il fatto che ogni tanto vengano esplicati i pensieri di Spina è l'unico indizio che aiuti il lettore a capirlo, ma sono troppo frammentati da poter essere autosufficienti.
Non me ne volere per la puntigliosità, è solo un modo per dirti che, con le dovute accortezze stilistiche, il brano sarebbe stato ancor più emozionante. Perchè, leggere la vicissitudine di Stefy e Spina è stata comunque un'emozione divertente! Buona sfida! ;) 6) Collezioni, di Debora Dolci
► Mostra testo
Ciao Debora, piacere di leggerti e di conoscerti!
Nelle valutazioni uso un approccio estremamente schematico, trovandomici più a mio agio.
PRO+ Sei riuscita a trasmettere la sensazione di noia data dalla partecipazione controvoglia ad un evento di nicchia. Si percepisce l'insofferenza della protagonista, sia dai continui sorsi alcolici sia per come tenta di defilarsi dal gruppo.
CONTRO Dietro di lui c’è una pezza di tartan imbrattata di vernice azzurra tirata su un telaio di metallo.
una figura in ginocchio con le nocche a terra. Il corpo è in decomposizione, il bronzo cola come liquame. Non ci sono occhi o naso o bocca. Accanto c’è un vecchio accovacciato, le gambe aperte, il cervello scoperchiato, la lingua lunga che lambisce il cranio.
- Occhio alle descrizioni in tell, bloccano il flusso della scena. Cerca sempre di far emergere i dettagli di ambientazione tramite l'interazione con i personaggi, non spiattellare al lettore una fotografia statica.
staccò
- Piccolo refuso, sicuramente dato dalla fretta. Però stai attenta, che in questo caso altera addirittura il tempo dell'azione.
Sussurro. «Soffri? Per cosa soffri? Sei un mostro, siamo tutti mostri.»
«Sembra che io non possa fare a meno di accarezzare i mostri...»
Devo ricordarmi i mostri.
- C'è la sensazione che il tema del mostro sia stato infilato un po' a forza, non essendo chiaro quale sia il concetto di mostruosità espresso dalla scena e dalla protagonista, essendoci solo frasi decontestualizzate con all'interno la parola "mostro" o "mostri".
- Non si intuisce bene quale sia il focus del racconto: l'insofferenza della donna alle costrizioni, fisiche e sociali, del compagno? La tendenza spendacciona di quest'ultimo? La psiche suggestionabile della protagonista? Il desiderio di evasione?
- Lasci qua e là degli indizi sul rapporto violento subito da Arianna, ma senza approfondirne le dinamiche pregresse.
- Idem come sopra: nelle ultime righi accenni ad un sentimento clandestino che intercorre tra Arianna e Valerio, ma anche qui non vi è alcun approfondimento sugli equilibri di tale rapporto.
Ti auguro una buona sfida, e spero di rileggerti presto! ;)
7) Il mestiere di famiglia, di Andrea Leonardi
► Mostra testo
Ciao Andrea, piacere di leggerti e di conoscerti!
Ho visto che non disdegni l'approccio schematico, nemmeno io! Quindi procedo come sempre:
PRO+ La lettura scorre liscia, alterni sapientemente dialoghi e prosa.
+ Il setting fantasy è reso abbastanza bene.
CONTRO piega la bocca in una smorfia di dolore.
Gli occhi si velano di orgoglio.
- Occhio alle espressioni formulari, sono modi facili di tell per evitare descrizioni accurate in mostrato.
Chiude gli occhi per il dolore.
- Forse qui ci sarebbe stato meglio un "strizza" invece di un semplice "chiudi", per rendere meglio la sofferenza patita.
Papà.
- Sarà una sciocchezza, ma qui ci avrei visto bene un punto esclamativo, giusto per sottolineare il sussulto di consapevolezza del figlio per la dipartita del padre.
attorno la sagoma eterea del corpo di mio padre. I bordi tremano, la pelle scolorisce, diventa trasparente
- Qui hai un po' invertito il flusso cronologico: se un corpo sta diventando piano piano trasparente, non può già essere etereo prima del processo di affievolimento materiale.
- Il tema mi sembra solo sfiorato in maniera tangente, la frase finale per rientrarvi sa un po' di forzatura.
- Inserire troppi personaggi in una porzione di testo così ridotta non è il massimo per il loro tratteggio psicologico e la costruzione dell'empatia, oltre che per la memoria del lettore. Tant'è che i vari Makka, Isaru, Ohlland, Sett sembrano un po' tutti personaggi bidimensionali che fanno cose.
- I linee "-" per interrompere i discorsi sono visivamente un po' bruttine a vedersi, meglio i tre puntini di sospensione. Ma questo è più gusto personale.
- Il twist finale del padre che ritorna sotto forma di behemoth azzera la tensione drammatica del trapasso del padre che fino a quel momento si stava costruendo. Questa trasformazione (o resurrezione) scombussola un po' il focus del racconto: il dolore di un parente che ci lascia o un rituale magico praticato da una qualche tradizione?
Perdonami se sono stato un po' pignolo, ma ti ho scritto un parere come sarebbe piaciuto riceverlo a me. Buona sfida!
8) Bigliettino, di Giulio Marchese
► Mostra testo
Ciao Giulio, piacere di leggerti e di conoscerti.
Spero non ti dispiaccia se adotterò un approccio schematico, ma mi sembra il mondo più efficace per rendere visibili tutti i vari aspetti.
PRO+ Non so se era tua intenzione, ma sei riuscito a trasmettere perfettamente il carattere antipatico di una ragazzina spocchiosa e capricciosa.
+ I dialoghi sono fatti di battute brevi e verosimili (anche se in alcuni frangenti la protagonista usa un registro adatto ad una persona più matura)
+ Sei rimasto nel numero massimo di personaggi consigliabile da inserire in un testo così breve.
CONTROimpermeabile nero e cappuccio sulla testa.
- Questo è tell descrittivo. Occhio. Cerca di far emergere le descrizioni dalle azioni e interazioni dei personaggi.
Metto le mani sui fianchi e spingo il petto in fuori. «E dai! Sono o non sono la tua cliente migliore?» Sbuffa. «Non sono nemmeno sicuro di poterti definire cliente… Ho qualcosa, ragazzina, ma non ho niente per te.»
- Qui hai messo sulla stessa riga di testo dialoghi e azioni di due personaggi diversi. Da "Sbuffa" in poi saresti dovuto andare a capo.
Il tizio indossa un gilè color jeans su una camicia bianca e un cravattino rosso a pois gialli.
- Altra descrizione in tell, come quella di Spiky.
una poltrona, un tempo doveva essere rossa ma ora è marrone, con quella specie di spugna gialla che esce dagli strappi
- E' una descrizione inutile che non aggiunge niente né alla storia né all'atmosfera. E' un peccato sprecare in questo modo cosi tanti caratteri, visto che quelli totali a disposizione già sono pochi.
Ruota di qua e di la
- Che cosa sta ruotando? Non si capisce.
Mi guarda come a valutarmi
- Ennesimo tell. Potevi rendere meglio il fatto che il tizio valutasse la protagonista mostrandone piccoli gesti della testa o micro espressioni facciali.
Mi inchino di fronte a questo stronzo.
lo stronzo ha ancora quel dannato sorrisetto
- Perchè improvvisamente la protagonista prova tutto questo astio nei confronti del ragazzino? Da cosa deriva?
Tremo, non riesco a trattenermi. È un sogno che si avvera!
- Che cosa è un sogno che si avvera? L'accoltellamento? Perchè diventa eccitata in modo così repentino?
- In generale vi è una confusione su più fronti: Quale è esattamente la professione losca della ragazza? Che cosa va a fare in quel garage? Perchè ha un tizio "di fiducia" che le passa dei bigliettini? Cos'è che avrebbe fatto per 82 volte? Il ragazzino cosa sarebbe, un mostro umanoide? Cos'è questo portale che conduce in paradiso? Così, a naso, sembra una scena tratta dalla serie "Supernatural", ma senza capire chi, cosa, come o perchè stia succedendo.
- Il tema non è stato centrato, se non per la menzione della parola "mostro" in un paio di occasioni forzate.
- I personaggi di contorno, nonostante non siano tantissimi, sono delle sagome in 2D sullo sfondo, funzionali solo per la loro interazione con la protagonista. Sarebbe stato apprezzabile un approfondimento su chi fosse quello Spiky, o sull'identità del ragazzo/mostro.
- Questa è più di gusto personale: i trattini "-" per troncare le frasi sono poco eleganti a vedersi, opta magari per i tre puntini di sospensione.
Spero non me ne vorrai di tutti questi appunti, ma se ho investito tutto questo tempo nello scriverli è perchè credo fermamente nel reciproco aiuto e supporto a migliorare. Buona sfida! ;) 9) Drago galattico, di Gianmaria Generoso
► Mostra testo
Ciao Gianmaria, piacere di leggerti e di conoscerti!
Ormai mi trovo bene ad applicare un approccio schematico alle analisi, secondo me è un buon modo per mettere subito a fuoco punti di forza e di criticità:
PRO+ Il tema lo hai più o meno centrato, il mostro indomabile per tutti, in realtà bisognoso della giusta "carezza".
CONTRO- Dal punto di vista stilistico, una delle criticità più rilevanti è un abuso del gerundio. In pratica vi è quasi un gerundio per ogni attività compiuta dai personaggi. Fai attenzione, perchè è un tempo che presuppone la contemporaneità rispetto ad altre azioni, e nella maggior parte dei casi lo hai invece piazzato in coppia con altri gesti che non potevano avvenire nello stesso tempo. Inoltre, in più di un'occasione hai addirittura concatenato più gerundi nella stessa frase.
- Vi è qua e là l'uso di avverbi modali (o avverbi in -mente). Sono un campanello di allarme che segnala una difficoltà nel descrivere il come viene compiuta una determinata azione, delegata ad avverbi generici che non specificano nulla.
- Così come per il gerundio, vi è una sovrabbondanza di speech tags, peraltro sempre gli stessi: 'Sussurrò', 'Rispose', 'Gridò', 'Chiese' e 'Disse'. Contando che vi sono circa una quarantina di battute nel tuo racconto, la media statistica con cui ricorri agli stessi tags è oltremodo eccessiva (ne avresti potuti scremare almeno due terzi). Se architetti una scena come si deve, non avrai nemmeno bisogno di specificare al lettore chi sta dicendo cosa, lo capirà da solo. Ad ogni modo, se proprio li volessi usare, magari prova ad impiegarli con più varietà.
P.s. Non è necessario specificare 'Chiese' o 'Gridò' laddove nelle rispettive battute vi sono già i relativi punti interrogativi ed esclamativi. Quest'ultimi sono auto esplicativi, non abbisognano di essere spiegati
nero come la pece
- Occhio alle espressioni formulari, da evitare come la peste.
Quegli eterni occhi iniettati di magma lo fissavano, in attesa.
- Come dovrebbero essere degli occhi eterni?
—Qui i draghi depositano le proprie uova. Avviene quasi una nascita al giorno da centinaia di anni e abbiamo trovato il modo di predirle. Portandoti davanti all’uovo nel momento giusto avverrà l’imprinting, e il drago sarà tuo, per sempre.
— Cerca di capire, la nostra razza ha colonizzato tutta la galassia, ma siamo in guerra da duemila anni con una razza aliena, e il tuo drago è l’unica cosa che può aiutarci! Dovremo convertirlo in una macchina di morte per salvare l’universo!
- Fai attenzione agli spiegoni, non sono molto eleganti per descrivere i retroscena di una storia. L'unico effetto che hanno è quello di interrompere il flusso della scena. Oltretutto, se li mascheri in forma di dialogo, otterrai anche l'effetto di rendere quest'ultimo artefatto e inverosimile.
- Nell'ultima parte del racconto fai accadere una tale quantità sproporzionata di eventi rispetto ai pochi caratteri cui tu gli dedichi. Nel giro di una decina di righe avvengono le seguenti cose:
1) Nathret riesce a dominare un tipo di drago noto per la sua natura selvaggia
2) Il drago impara il suo nuovo nome e crea un legame con Nathret
3) Nathret viene eletto imperatore
4) La popolazione viene invasa da un aereo/astronave
5) L'umano spiega il motivo della sua visita e reclama a sé il drago
6) Nathret pone fine al confronto uccidendo l'uomo.
Ora, una quantità tale di eventi messi così in elenco uno di seguito all'altro, senza un minimo di architettura descrittiva, azzera totalmente il fattore emotivo della sequenza. Come si dice: troppa carne al fuoco.
- Vi sono parecchi elementi della storia che sono a malapena abbozzati e che avrebbero richiesto un adeguato approfondimento.
1) Nathret & Co. a quale tipo di civiltà/razza appartengono?
2) Qual'è la storia dietro questo antico rituale di imprinting?
3) In che modo Nathret sarebbe diventato un imperatore?
4) Come fa Nathret a sapere che quello che esce dal "drago metallico" è un uomo?
5) Se Nathret è, come sembra, un alieno, come fa a comunicare con l'umano?
6) Perchè Nathret si pone in modo così aggressivo nei confronti dell'uomo? Cosa lo spinge ad ucciderlo?
Spero non me ne vorrai per tutti questi appunti, ma vedendo del potenziale, è giusto mostrarti come alimentarlo al massimo. Buona sfida Gianmaria! ;)
Re: Gruppo LA BAMBINA E IL NAZISTA: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 22 novembre 2020, 16:29
da filippo.mammoli
Eccomi con la classifica e i commenti, questi ultimi seguendo l'ordine del gruppo.
1. La carezza dell'amore, di Gabriele Dolzadelli
2. Luna Padana, di Luca Fagiolo
3. Bad Trip, di Danilo Riccio
4. Sogni di carta, di Emiliano Maramonte
5. Il lago, di Vincenzo Pandolfi
6. Bigliettino, di Giulio Marchese
7. Collezioni, di Debora Dolce
8. Drago galattico, di Gianmaria Generoso
9. Il mestiere di famiglia, di Andrea Leonardi
Luna Padana, di Luca Fagiolo
Ciao Luca,
Ben trovato nell'arena.
Ho apprezzato molto il tuo racconto, fin dalle prime battute. La narrazione in prima persona è sempre molto immersiva, ma nasconde delle insidie che tu sei stato bravo a schivare. Il presagio di tragedia aleggia nell'aria già dai primi dialoghi e immaginavo che qualcuno ci avrebbe rimesso la pelle. Solo che mi hai spiazzato perché tutto portava a pensare alla reazione scomposta di lui per gelosia o mancata a accettazione della realtà.
Anche in questo hai saputo mischiare e coprire bene le carte. Il ritmo e il linguaggio sono ottimi e ben modulati. Se all'inizio facevi pensare a un mostro un po' troppo classico, quello che si rivela alla fine lo è molto meno e il tema è sicuramente centrato.
Bravissimo.
La carezza dell'amore, di Gabriele Dolzadelli
Ciao Gabriele,
Piacere di leggerti ancora un volta.
Mi è capitato molto spesso di trovarmi a valutare un tuo racconto e non ne ricordo uno brutto, uno sbagliato o uno fuori tema.
La tua scrittura è una di quelle che più apprezzo all'interno dell'arena, lineare, efficace e senza troppi fronzoli. Ma arriva, eccome se arriva.
L'idea di una carezza che toglie il dolore la ritengo un'interpretazione geniale del tema anche perché, nella tuo intreccio, lascia nel dubbio di chi sia alla fine il vero mostro e chi sia più bisognoso di carezze.
Lo stacco finale, con la protagonista di fronte alla sua guida spirituale che si trova a dover rivelare la sua mostruosa mancanza di empatia, l'ho trovato bellissimo e struggente.
Complimenti!
Sogni di carta, di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano e ben ritrovato.
La tua trattazione del tema è davvero originale e questo è un punto di forza.
Il tuo mostro che a tutti vien voglia di accarezzare non è un mostro reale nel senso di qualcuno in carne e ossa (persona o animale più o meno verosimile), ma è quello del consumismo, ugualmente presente nella nostra società e dagli effetti assai visibile e nefasti sulla psiche dei più. La prosa è ottima, come al solito, e la descrizione delle varie fasi del delirio che scatta nella corsa al superfluo è tinteggiata anche con tratti di ironia. Tutto bene, tutto chiaro, però forse mi è mancato un guizzo finale che rendesse conto della giusta tensione che hai saputo creare lungo il racconto.
Comunque una buona prova.
Il mestiere di famiglia, di Andrea Leonardi
Ciao Andrea,
Piacere di leggerti.
Ho dovuto leggere tre volte il tuo racconto e alla fine penso di essermi raccapezzato. L'ambientazione e lo stile sono quelle del Fantasy classico e fin qui niente di male anche se non incontra in pieno il mio gusto, ma questo è solo un particolare. Credo che invece la storia sia oggettivamente non gestita al meglio, nel senso che si fa fatica all'inizio a seguire il dialogo, chi fa cosa e chi dice cosa a chi, forse qualche dialogue tag avrebbe aiutato, e poi metti troppa carne al fuoco. In quattromila battute non è facile caratterizzare bene personaggi e dare loro un ruolo definito all'interno della storia, ma forse si poteva sfoltire un po'. Infine il tema. Credo di aver capito che il mostro fosse il padre, quello in cui si trasforma dopo il trapasso e le carezze quelle del figlio che combatte con lui. Tema riconoscibile ma che mi sembra un po' tirato per i capelli.
Alla prossima.
Bigliettino, di Giulio Marchese
Ciao Giulio e ben ritrovato nell'arena.
Ritengo che il tuo sia un buon racconto, al netto di qualche refuso e di un po' di confusione nei dialoghi, ho dovuto leggerlo due volte per cogliere appieno il senso della storia, ma non è questo il problema.
Per i dialoghi, credo che qualche tag in più avrebbe aiutato. Trovo il tuo stile molto coinvolgente, una prima persona gestita bene, con ritmo serrato e narrazione molto essenziale che a me piace in modo particolare.
Ma... c'è un ma ed è la gestione del tema.
Se è vero che c'è un mostro, anzi volendo ce ne sono due perché alla fine il vero mostro si rivela essere il ragazzo, non trovo l'aggancio con la voglia di accarezzarlo.
Collezioni, di Debora Dolci
Ciao Debora, piacere di leggerti.
Il tuo racconto parte molto bene secondo me.
Attraverso descrizioni dettagliate e ricche di particolari ci porti dentro al mondo un po' finto e ovattato delle mostre d'arte, dove spesso dei veri troiai sono venduti come capolavori d'arte moderna. Nella parte centrale ho faticato un po', forse per colpa dei particolari eccessivi e dei rapporti tra i personaggi in gioco, che speravo si chiarissero, ma così non è stato, almeno per me. Arturo è il suo compagno? E se sì, cosa rappresenta Valerio? Un amico?
Il tuo stile non mi dispiace, ma come detto, l'ho trovato un po' confusionario nella parte centrale.
Quanto al tema, direi che c'è tutto ma non colgo il nesso con la storia di loro due e la statua mostro da accarezzare mi pare resti un corpo estraneo rispetto al nucleo della storia. Una frase che mi ha spiazzato del tutto è quella in cui lei dice ad Arturo che andrà a dormire da sua madre. L'ho trovata fuori contesto perché non mi era chiaro il fatto che vivessero insieme e non capisco a cosa possa portare.
Alla prossima.
Bad Trip, di Danilo Riccio
Ciao Danilo,
Secondo me il racconto funziona molto bene.
L'ho dovuto rileggere, ma dopo ogni cosa è andata al suo posto. Forse c'è una fase centrale un po' convulsa, ma costringere questo piccolo film in poco più di quattromila battute non è facile. Ho apprezzato molto lo stile e il linguaggio sporco, con cui hai caratterizzato personaggi e ambientazione da fattoni di Pulp fiction.
Mi piace la trasformazione del mostro e del protagonista maschile. Unica incongruenza la trovo nel fatto che Stefy a un certo punto sembra ricordare a malapena il rapporto saffico con la strega e poi afferma con certezza e rabbia che le aveva donato quanto aveva di più caro.
Il twist finale è forte e spassoso allo steso tempo.
Bravo.
Drago galattico, di Gianmaria Generoso
Ciao Gianmaria e ben trovato.
Ti dico subito in tutta onestà che le storie che pescano nel mondo del Fantasy classico e in particolare quelle relative ai draghi con tutto l'universo che li circonda non incontrano il mio gusto personale. Questo però è un particolare che non deve influire più di tanto sul giudizio del tuo racconto.
Ho trovato i dioghi iniziali un po' troppo farciti di dialogue tag, che se è vero che aiutano a capire chi dice cosa e come lo dice, rallentano un po' il ritmo della narrazione ed è bene non abusarne.
Per il resto il tuo stile è buono anche se non sono riuscito a farmi prendere troppo dagli avvenimenti.
Non trovo grande attinenza con il tema. Vedo il mostro, ma nessuna voglia di accarezzarlo, o forse si deve fare uno sforzo di immaginazione per arrivarci.
Il finale poi, mi è sembrato davvero un po' frettoloso e slegato con il resto della storia. Hai infilato qiesto tizio che esce dal macchinario e vuole per sé il drago meccanico senza farci capire cosa ci sia dietro.
Alla prossima
Il lago, di Vincenzo Pandolfi
Ciao Vincenzo,
Piacere di leggerti.
Mi è piaciuto molto il tuo incipit che ci porta dentro al mondo ei pescatori con tutti i particolari e gli odori del caso. Quello che però mi ha un po' disturbato, sono state due frasi, una del vecchio e una di Archie.
"Stavo da solo pure prima che venivate voi". Ora, sebbene possa capire che un pescatore non è propriamente un letterato, fargli sbagliare il congiuntivo, sperando che sia voluto, mi stona troppo.
L'altra frase è "Ma che ci sta nel lago?" dove quel "che ci sta" invece di "cosa c'è" non mi fa impazzire.
Per il resto il racconto è scritto molto bene e ci fai vedere tutto quello che succede. Anche la tensione è buona e il tema è centrato in modo molto originale.
Mi piace anche il finale, che lascia aperto e indefinito il senso della storia. La citazione di Nietzsche, sebbene pertinente, la trovo un po' forzata. Sembra quasi che volessi ribadire il tema perché non eri troppo convinto di averlo preso in pieno. E soprattutto non ne avevi bisogno.
Comunque una buona prova.
Re: Gruppo LA BAMBINA E IL NAZISTA: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 22 novembre 2020, 18:34
da Giacomo Puca
La mia classifica:
1. La carezza dell’amore, di Gabriele Dolzadelli
2. Collezioni, di Debora Dolci
3. Bad Trip, di Danilo Riccio
4. Sogni di carta, di Emiliano Maramonte
5. Luna Padana, di Luca Fagiolo
6. Bigliettino, di Giulio Marchese
7. Il mestiere di famiglia, di Andrea Leonardi
8. Il lago, di Vincenzo Pandolfi
9. Drago galattico, di Gianmaria Generoso
I commenti:
► Mostra testo
Ciao Gabriele, piacere di leggerti (credo sia la prima volta).
Tema
Centrato in modo particolare e originale, ben fatto.
Stile
Punto debole del racconto. Abbastanza buono da rendere la storia chiara, ma anche molto anonimo. La voce narrante sembra stia scrivendo un tema.
Forse è vero, come ti hanno detto, che hai scelto una storia troppo grande per stare dentro 4242 caratteri, e hai fatto un riassunto.
L'incipit del racconto poi è qualcosa che non vorrei mai dover leggere, una specie di libretto delle istruzioni del tipo: "adesso ti spiego per bene tutti i rapporti e i caratteri e poi ti racconto la storia."
Se vuoi far capire l'amore della protagonista per il fidanzato che la picchia, converrebbe architettare qualcosa di più concreto.
Es la voce narrante racconta che tutto inizia quel giorno che dopo aver mentito al medico del pronto soccorso, esce e decide di comprare un regalo a Manuel, per poterlo veder dipingere e poi magari far pace facendo l'amore.
Non serve essere super specifici, ma piazzare giusto qualche dettagli qui e lì, convertire sentimenti/emozioni in qualcosa che coinvolga il lettore, più di un pigro Manuel mi picchiava ma io l'amavo.
Trama
Molto, molto bella. È uno di quei casi in cui mi sono detto: "cacchio, questa sì che è un'idea che mi sarebbe piaciuto avere!"
Il concetto secondo cui togliendo la nostra parte peggiore non saremmo migliori ma solo monchi è molto interessante, ha un suo spessore filosofico, implicazioni infinite. Complimenti, veramente.
Valutazione finale.
Un racconto molto bello, dotato di una sua complessità, nonché originalità. Stile migliorabile.
-----------
Ciao Debora, ho il piacere di leggere e commentare il tuo racconto.
Tema
Centrato. La nostra protagonista colleziona uomini-mostri, relazioni malate da cui però non riesce a sottrarsi.
Stile
Lo stile ha luci e ombre. C'è la volontà palese di usare uno show puro, ma ci sono molti passaggi in cui ho fatto fatica a seguire la scena, insomma ho fatto parecchia confusione.
Un cameriere si muove sul parquet tra colonnine di vetro Non ho capito, cosa sono queste colonne di vetro? Il fatto che si parli di flute poi non aiuta, perché colonnine di vetro mi ha fatto pensare che tu ti stessi riferendo ai gambi dei flute.
il bronzo cola come liquame. Suona male, sembra uno scioglilingua.
il cervello scoperchiato, la lingua lunga che lambisce il cranio. Il cranio proprio della statua stessa? Se sì, dovresti descrivere meglio, perché una lingua di solito non è così lunga. Passa sul naso? Passa di lato?
Barcollo, la statua si contrae. Troppo vino.
Occhi di opale nero su un volto scavato mi fissano. È un uomo piegato in avanti, ha zampe caprine su cui è in bilico come se stesse per cadere.
La statua si contrae, cioè si restringe? Si rannicchia?
Gli occhi di chi sono? Quest'uomo caprino da dove è uscito? È la protagonista che si è mossa e sta vedendo un'altra statua o è la statua che si è mossa?
Arpiona il petto con dita lunghe e scarne che affondano.
Ma arpiona nel senso che si muove o nel senso che è immortalato nell'atto di arpionare? E soprattutto, il petto di chi arpiona?
Un passo e potrei cadere. Un passo suo o della statua?
Chiediti sempre se la frase può essere ambigua letta da altri, alle volte basta un aggettivo possessivo a risolvere la questione.
Refusi:
perché èfreddo
Altro problema: i due personaggi maschili sono quasi indistinguibili, tant'è che per ben 2 letture non avevo intuito fossero due persone distinte. Sono personaggi molto simili ed è facile confondersi, forse una distinzione più marcata tra i due sarebbe una buona idea.
Ti faccio i complimenti per come hai caratterizzato i personaggi. La protagonista remissiva e Arturo odioso sono resi egregiamente. Brava.
Anche l'espressione: Lascio il bicchiere su un altro vassoio fluttuante. è un guizzo ben riuscito.
Trama
Se ho capito tutto, la protagonista viene subito attratta dalla mostruosità dei soggetti scolpiti, e ha una illuminazione: è tutta la vita che "accarezza" mostri, tanto che potrebbe collezionarli. E le collezioni sono sempre legate da un concetto...
L'unico elemento che non ho colto è la parte mostro/prodigio e il movimento della statua: che ruolo giocano nella vicenda?
Valutazione finale
Una storia che mette al centro il tema (cosa non facile) e che dipinge personaggi con poche pennellate ma buone. Unica vera pecca l'ambiguità frequente che rallenta la lettura è contrasta la comprensione. Una buona prova.
Per qualsiasi cosa, scrivi pure.
Giacomo
-----------------
Ciao Kiljedayn, piacere di leggerti.
Tema
Forse sono io a non aver colto qualcosa che avrei dovuto cogliere, ma non mi sembra che il tema sia stato centrato.
Stile
Scorrevole, la lettura è chiara.
Appunti sparsi (eventuali miei esempi hanno solo lo scopo esprimere meglio la mia posizione. Non sto salendo in cattedra, non voglio cambiare o correggere il tuo lavoro, e soprattutto sono esempi brutti nati per spiegare il concetto e non per essere ben realizzati.)
Punto di vista: la storia è narrata dal punto di vista di Spina, ma all'inizio sembra quasi che il punto di vista plani dall'esterno dell'auto verso l'interno e solo dopo si saldi al pdv.
Pensiero in caps lock: OH CAZZO, OH CAZZO HO UCCISO UN CANE. Non è una cosa particolarmente elegante, e di solito si evita di usare il caps lock per esprimere enfasi ma si usa il corsivo. Nel tuo caso hai usato già il corsivo per il pensiero quindi o usi un !, oppure decidi di usare «» per i dialoghi e "" per i pensieri diretti del pdv, così da avere il corsivo dedicato esclusivamente all'enfasi.
Battute di dialogo quali:
-“Ma sei impazzita, donna? Io quel coso nella mia macchina non ce lo metto, fosse pure Belzebù in persona. Tu e le tue stronzate da strega, Stefy! Che cazzo ce ne facciamo di ‘sta bestiaccia? E comunque mi spiace, mi sa che te l’ho ammazzato. Siamo in mezzo al niente, dove vuoi portarlo? Al massimo posso dargli una badilata in testa e sopprimerlo. E poi lo seppelliamo, se vuoi.”
-“Sentimi bene, stronzo. Io ho fatto un rito per evocare questa creatura, capisci, fattone del cazzo? La tizia ha detto che avrei dovuto dare la cosa che conta di più al mondo per me per averlo, e quindi esigo il mio demone! Lo esigo! Quindi aiutami, brutto scemo, prima che ti prenda a cazzotti.”
-“Sai, era una vera stronza, credeva di essere la cosa più importante del mondo. Mi insultava, mi menava e per quanto riguarda le corna, ti batto per numero e dimensioni. Era un mostro. Come tutte le altre che ho avuto. Beh, se vuoi s’è liberato un posto sul sedile davanti.”
Le ho trovate troppo lunghe ed esageratamente didascaliche. È come se tu avessi avuto paura che, senza spiegare ogni cosa, il lettore non avrebbe capito.
Prendiamo ad esempio l'ultima battuta. Abbiamo già visto come la ragazza lo tratta male, la parte sull'infedeltà si può eliminare senza grossi problemi o far emergere in altri punti (vedi di seguito). Io avrei trovato più incisiva una battuta breve, qualcosa tipo:
Gli occhi del ragazzo e della bestia si incontrano. "Beh, se vuoi s'è liberato un posto in macchina."
Magari potresti giusto aggiungere una battuta che faccia percepire il disprezzo per la ragazza, tipo "Attento a non esagerare con quella. È carne parecchio acida."
Un altro appunto riguarda il mostrato Specialmente nel climax della vicenda, è un peccato che la scena sia così appiattita dallo stile:
Lo schiaffo di Stefy è così forte che perfino l’essere mostruoso ammutolisce.
È l’ultima goccia.
L’urlo belluino di Spina è terrificante.
Sbatte la testa di Stefy contro il lunotto posteriore, più volte.
Capisco ovviamente la limitatezza dei caratteri ma avresti dovuto mostrare meglio questa sequenza, es:
Stefy carica il braccio e sgancia sulla faccia di spina una sberla. Il ciaf è tanto forte che il mostro ammutolisce.
Sulla guancia di spina, cinque fettine di pelle pulsano e scottano. L'impronta delle cinque dita.
Spina digrigna i denti, fa un passo verso Stefy che indietreggia. Spina urla un "Basta!" che riecheggia nonostante la nebbia, afferra stefy dai capelli, la trascina di peso verso il posteriore della macchina. Solleva in alto la testa della ragazza, "questo è per le corna" Spina abbatte la testa di Stefy sul lunotto, fa il rumore di incidenti senza cinture di sicureazza. Spina tira su la ragazza dai capelli. Lo sguardo di Stefy è un misto di incredulità e terrore, gli incisivi non ci sono più, sono a terra mescolati e indistinguibili dai vetri.
"E questo è per tutte le volte che mi hai chiamato coglione," spina sbatte ancora la testa di Stefy sull'auto.
Ancora.
Ancora
Ancora.
Quando non c'è più nemmeno un frammento di vetro da rompere usando la testa di Stefy, Spina smette.
Trama
La trama funziona, non mi sembra ci siano buchi o irregolarità. Il finale vendicativo sulla ragazza stronza è sempre piacevole.
Valutazione finale.
Preso a sé questo è un racconto piacevole, e qualche pecca stilistica si risolve in fretta. Ribadisco che tematicamente non mi sembra molto azzeccato, ma se vorrai darmi delucidazioni le accoglierei volentieri.
Un saluto,
Giacomo
------------------
Ciao Emiliano, piacere di rileggerti.
Tema
Centrato. C'è una sorta di entità astratta che si bea nell'accarezzare i mostri, persone abbruttite dall'aver rinunciato a ogni spirito critico riguardo le proprie tendenze all'acquisto.
Stile
La storia scorre, ma c'è una fumosità, una vaghezza che secondo me toglie forza al racconto. Il punto di forza dovrebbe essere la caratterizzazione della voce narrante, che però risulta abbastanza anonima. Come ha detto qualcuno "il modo in cui descrivi il mondo, descrive te stesso".
Sia chiaro, è una roba complicatissima ma sarebbe stato fantastico percepire di più la personalità di questa entità, mentre affermazioni come " Ci sarà da sgomitare e, perché no?, ci sarà da lottare con le unghie e con i denti. Ed è proprio questo che voglio." sono scialbe.
Quando hai pensato a questa entità, l'hai vista come qualcosa di astratto o ti sei immaginato un correlativo oggettivo? Per esempio lo spirito del consumismo potrebbe essere un vecchio signore inglese grasso o magari un tizio alla Steve Jobs... dare un corpo e un carattere all'entità potrebbe essere utile. Anche mostrare la sua trasformazione pre-post "abbuffata" potrebbe essere interessante.
Trama
Non c'è molto da dire sulla trama, è la descrizione di una svendita. Non è il massimo, ma si adatta allo scopo della narrazione, quindi direi che è ok.
Valutazione finale.
Idea originale, manca secondo me di mordente, non sfrutta appieno le potenzialità che avrebbe. Resta una prova interessante.
Per qualsiasi cosa, scrivi pure.
Giacomo.
------------------
Ciao Luca, piacere di leggerti (la prima volta se non sbaglio XD).
Tema
Così così. Nel senso che nel finale c'è qualcosina, ma sembra messo lì giusto per rientrare nei paletti tematici e comunque in modo non proprio aderente al tema dato. Forse non ho colto io qualcosa, ma non mi sembra che la ragazza dimostri una particolare propensione a carezzare mostri, né emerge qualcosa del genere dal suo background.
Stile
Come al solito lo stile è buono. Un grosso neo è stato quello di ambientazione, ho fatto un po' di fatica con il setting. Per esempio io li immagino seduti su un guardrail che affaccia su uno strapiombo. Ma poi Riccardo si alza? Si alza lato strada suppongo, o cosa? Poi quando la solleva per le spalle e la gira non ci ho proprio capito più niente.
Trama
La trama non ha buchi ma è molto basilare, non c'è mai qualcosa che colpisca, un guizzo. Il finale peraltro non mi convince perché buttando sotto l'auto Riccardo, finisce in galera quasi sicuramente.
Valutazione finale
Un racconto non brutto, ma che mi è sembrato poco ispirato e meno preciso rispetto ai tuoi standard. Mi ha ricordato un po' pranzo dai vicini, solo che lì il twist era comunque più originale e godeva di un impatto visivo maggiore rispetto a quello che hai architettato qui.
Come al solito, per qualunque cosa scrivi pure.
Un saluto,
Giacomo
----------------------
Ciao Giulio, piacere di leggerti
Tema
Forse è per via del fatto che non ho ben capito il senso del tuo racconto, ma non ravvedo molta aderenza al tema
Stile
Punto di forza del racconto, chiaro e funzionale. Non ho molto da aggiungere.
Trama
Non ho capito il senso della vicenda. Forse l'ambiguità sta nel fatto che la protagonista sembri in certe fasi una cliente e in altre una fornitrice di servizi. Per esempio all'inizio sembra che cerchi qualcosa per lei, come una droga o una qualche esperienza, però poi nella narrazione sembra che sia una che "fa servizi".
L'ambiguità di cui sopra indebolisce anche il colpo di scena finale, perché quando ho letto della trasformazione, non sapendo bene il ruolo della ragazza, non capisco nemmeno come prendere questa sorpresa.
Valutazione finale
Racconto scritto in modo chiaro ma con una trama che non sono riuscito a cogliere, forse ci sono "pezzi" di informazione che sarebbe stato utile inserire per chiarire maggiormente la vicenda.
Per qualsiasi cosa scrivi pure,
Giacomo
--------------------
Ciao Andrea, piacere di leggerti.
Tema
C'è anche se faccio fatica a capire quanto bene e con quanto rilievo (vedi dopo)
Stile
Lo stile non mi dispiace, la storia è chiara. Un appunto però è sull'abuso di puntini di sospensione. Ne hai messi una vagonata, laddove i tre puntini dovrebbero essere qualcosa di usato con parsimonia. Anche le interruzioni di dialogo (che ritengo corretto inserire con – e non con ...) sono un po' troppe. Tutti questi puntini e trattini sono fastidiosi e fanno trasparire tutta l'artificialità dei dialoghi.
Trama
Ci può stare, secondo me, il non sapere in cosa consiste il rituale. Ci può stare il non sapere perché le persone diventano mostri quando muoiono. Quello che però non mi piace e che "l'accarezzare i mostri" del protagonista non sia spiegato. All'inizio pensavo fosse una specie di modo di dire, magari in gergo accarezzare i mostri vuol dire fare qualcos'altro.
Grossomodo la storia è: il padre muore, lui aspetta che si trasformi e lo accarezza come faceva coi mostri da bambino. Non ho colto il senso.
Un altro difetto di trama è la lentezza, non succede quasi niente per buoni 4/5 della narrazione.
Valutazione finale
Un racconto che mi ha lasciato un po' confuso, non ho ben capito dove andasse a parare.
Per qualsiasi cosa scrivi pure,
Giacomo
-----------------
iao Vincenzo, eccomi a commentare il tuo racconto.
Tema
Centrato. Non ho ben capito se la citazione aggiunga un tassello importante, ma anche senza quella la storia gira in modo abbastanza rilevante intorno all' "accarezzare un mostro"
Stile
La storia è chiara, ma non scorrevolissima. Alcune pecche:
- L'impaginazione. Specialmente i primi 2 paragrafi sono un "wall of text" che invoglia molto poco alla lettura e sicuramente ostacola ritmo e comprensione. Maggior "aria" nel testo farebbe bene.
- Scelte stilistiche, specialmente il narratore onnisciente, tendono a smorzare parecchio la storia. Non ho sentito né tensione né connessione coi personaggi.
L’altro tira fuori un oggetto dalla borsa, e lo carica, come una sveglia. Poi lo lascia cadere in acqua. Come devo immaginare questi oggetti? Come sveglie? Non puoi scrivere "un oggetto", il lettore non sa cosa immaginare.
Trama.
Abbastanza lineare, forse la citazione finale dovrebbe svelare qualcosa di più, ma sinceramente non ho colto.
Ci sono un po' di risposte che mancano. Per esempio non sappiamo cosa vogliono di preciso gli antagonisti. Perché scelgono proprio il vecchio? Perché i cattivi affondano, visto che hanno dei fucili che possono lasciare? Non indossano mica un'armatura.
Quanto tempo intercorre tra l'adesso narrativo e il flashback? Da come scrivi il vecchio nel flashback è già vecchio, quindi potrebbe essere una cosa successa solo da giorni o magari da anni.
Valutazione finale.
È un racconto che dipinge una vicenda interessante soprattutto sugli effetti che ha "l'accarezzare" un mostro. Stile da rendere più incisivo e chiarire qualche passaggio di trama.
Per qualsiasi cosa scrivi pure,
Giacomo.
-------------------
Ciao gian, eccomi a commentare il tuo racconto.
Tema
Certamente centrato anche se non in modo particolarmente brillante né sembra essere il fulcro del racconto.
Stile
Lo stile è chiaro ma non scorrevolissimo, ci sono un sacco di piccoli passaggi che potrebbero essere rimaneggiati per rendere la narrazione più vivace.
Ti faccio un esempio di passaggio problematico:
Gridò Naiveel, aprendo violentemente la tenda della sua stanza e tirandogli un mestolo sulla schiena.
Qui direi che c'è già molto da lavorare. Per prima cosa l'uso del gerundio è infelice perché:
1. È un tempo verbale "fiacco". Senti come Aprì suona più netto di Aprendo, o come tirò è più netto di tirandogli.
2. Contemporaneità: quando si usa il gerundio di solito si intende che l'azione descritta è contemporanea. Ora mi risulta difficile immaginare che Naiveel grida, apre la tenda e tira una mestolata allo stesso tempo.
L'uso di gerundio e avverbio in mente poi è una specie di combinazione letale per il lettore, prolissa e debole allo stesso tempo. Aprendo violentemente può essere sostituita con il più incisivo e breve Spalancò.
Trama
Se ho ben capito Nat deve prendere possesso del suo drago, si scopre che non è quello previsto ma Rakh, lui diventa imperatore, scopre che esiste un mondo esterno e moderno, il mondo esterno chiede il suo aiuto per una guerra aliena millenaria, lui rifiuta e uccide questi uomini esterni.
Forse 4242 caratteri per una storia simile tendono ad essere ordini di grandezza meno di quelli necessari. La svolta e il finale mi hanno lasciato interdetto, non ho ben capito quale fosse il punto della narrazione. Aggiungiamo a questo che i primi due paragrafi sono al limite del superfluo, caratteri preziosi che avresti potuto risparmiare per la parte succosa del racconto.
Un altro appunto riguarda la frase – manca circa un minuto, sediamoci. Considerata l'ambientazione fantasy non moderna, è difficile credere che qualcuno possa stimare il tempo con una precisone simile. Sarebbe stato meglio usare un altro espediente (clessidra, posizione del sole...). Inoltre il fatto che manchi meno di un minuto e quindi si seggano e addirittura lui si addormenti mi è parsa assurda. Se manca un minuto al risveglio del mio drago stai certo che non mi siedo e se mi siedo di certo non mi addormento (salvo narcolessia).
Valutazione finale
La storia non mi ha convinto, ho la sensazione che fosse moolto più grande nella tua testa e che sia stata mutilata per rientrare nei caratteri. Resta il pregio della chiarezza.
Per qualsiasi cosa rispondi pure.
Giacomo.
Re: Gruppo LA BAMBINA E IL NAZISTA: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 22 novembre 2020, 19:38
da Davide_Mannucci
Ecco la mia classifica e i commenti:
1) Sogni di carta
2) Luna padana
3) La carezza dell'amore
4) Collezioni
5) Bad Trip
6) Bigliettino
7) Il lago
8) Il mestiere di famiglia
9) Drago galattico
1)
Ciao Emiliano, piacere di leggerti!
Tema centrato alla grande e stile coinvolgente e immersivo. Sono riuscito a sentire e vedere questo demone consumista, il capitalismo che gode della follia da effimera rincorsa all'acquisto. Davvero bravo. Hai un modo di maneggiare gli strumenti del mestiere davvero affascinante. Non trovo difetti nel tuo racconto se non quello di suscitare una profonda invidia in me che sto muovendo i primi passi nella narratologia applicata :) Tuttavia il contest(o) riesce a trasformare quel "profonda" in sana e fa da stimolo per migliorarsi e e migliorare.
Tema quindi ok, stile capace di calarti decisamente nella scena e nel personaggio e in grado di metterti addosso una buona dose di agorafobia! Complimenti.
A rileggerti!
2)
Ciao Luca, piacere di averti letto!
Premetto che tu sei la mia prima volta nella prima volta. Ok, niente panico, ti spiego :D Sono nuovo in MC ed è la prima volta che partecipo un contest e la prima volta che commento qualcuno. Tutto questo per dirti che probabilmente dovrò imparare anche a commentare e a muovermi bene tra le righe :)
Che dire? Mi è piaciuto molto, il tema è centrato e lo stile è ottimo, si vede che hai in mano gli strumenti del mestiere. Ho apprezzato particolarmente l'apparente assenza di un plot twist perché in realtà il twist stava proprio in quella presunta assenza. Leggevo con una sgradevole sensazione di calma prima della tempesta e mi aspettavo la follia di uno dei due da un momento all'altro. Direi quindi che mi hai provocato l'aritmia cardiaca giusta! Bravissimo!
Anche l'ambientazione confusa secondo me è un punto a favore perché a momenti facevi inciampare pure me e questo contribuiva a dar quella sensazione spiacevole "oddio e ora che succede? Ma dove cazzo è la strada?". Bravissimo/bis.
Unica nota forse stonata la frase sull'accarezzare i mostri, forse un po' forzata ma non è una cosa che disturba perché alla fine dà quel pizzico di follia anche a lei che rende il racconto inquietante. E il fatto che sembri semplice ma che lasci una sensazione di totale disagio mi porta a dire che hai centrato i miei gusti e le corde con cui solitamente mi accingo alla lettura. Podio per me!
Bravo e a rileggerci presto!
3)
Ciao Gabriele, piacere di aver letto un tuo racconto!
Mi è piaciuta davvero l'atmosfera asiatica in cui hai immerso la tua storia; leggevo e, a tratti, mi hai ricordato l'inquietante freddezza romantica dei testi di Murakami e quindi applausi per te! Lo stile è solo a tratti faticoso ma in generale è buono e riesce a calarti perfettamente nella malata necessità di quell'amore avvelenato. Apprezzabile il finale per la semplicità con cui hai trattato e "risolto" un tema decisamente complesso (amare i mostri).
Buon lavoro davvero!
4)
Ciao Debora, molto piacere di leggerti.
Il tuo racconto mi è davvero piaciuto e non poco. Ho apprezzato molto lo stile. Riesci davvero a farmi sentire tutta la noia della protagonista. Ottimo l'equilibrio tra show e tell. Ci sono momenti in cui fai descrizioni in perfetto tell ma che non disturbano né, secondo me, si intende, spezzano o scorrere della scrittura. Riesci a tratti a mettere la telecamera in testa ad Arianna. Apprezzabile la fotografia che fai di ciò che sta alle spalle di Valerio. Un tell mostrato potrei dire :) Naturalmente parlo da incompetente ma in questo caso mi è piaciuto l'equilibrio stilistico. Si vede che c'è uno studio e una preparazione dietro.
Ho letto le tue spiegazioni e, rileggendolo sono chiare anche le zone d'ombra che ti avevano fatto notare altri. Bravissima!
5)
Ciao Danilo. piacere di aver letto il tuo racconto. Molto ben realizzata l'atmosfera da film horror semiserio anni 70 e altrettanto azzeccata la vena umoristica che percorre tutto il racconto. Al netto di alcuni tratti di raccontato, lo stile è decisamente buono e riesce a far toccare con mano alcune caratteristiche dei personaggi, ad esempio mi ha fatto rimanere sulle palle lei...e cavolo se ho goduto quando ha tirato le cuoia. Ecco, questo fa la scrittura immersiva. Non ci sei riuscito sempre ma quando lo hai fatto lo hai fatto alla grande.
Ottimo lavoro.
6)
Ciao Giulo, piacere di leggerti.
Nel racconto ho apprezzato davvero tanto lo stile. Sei riuscito a caratterizzare molto bene la protagonista e la scrittura scorre che è un piacere. Si vede che sai come muoverti con le tecniche che sembrano decisamente cosa tua. Quello che mi ladcia perplesso è la curiosità che ho anche dopo il finale. Che succede? Aspetta che rileggo perché non ho capito bene. Ecco, questo è quello che pensavo alla seconda lettura. La storia sembra davvero interessante ma quel sembra deve decisamente sparire quando si tratta di un racconto. Peccato perché l'idea e l'ambientazione sembrano e sono davvero buone e portano la valutazione verso il positivo, soprattuto, ripeto, per lo stile che ho apprezzato molto.
A rileggerti!
7)
Ciao Vincenzo e piacere di averti letto.
Il racconto mi piace, è buona l'idea e la figura del vecchio è davvero affascinante, anche se avrei avvolto di mistero la sua figura già dall'inizio. Ok per lo scemo del porto ma lo avrei reso ancora più inquietante e spettrale. Buona la scrittura e ottimo lo stile, malgrado il narratore onnisciente. Vorrei rileggerlo con molta più immersione e con PdV inchiodati ai protagonisti, sono sicuro che la storia, che è buona, ne trarrebbe beneficio. L'incipit, anche se si arrende alla fotografia statica, mi ricorda atmosfere da beat generation e mi piace.
A rileggerci!
8)
Ciao Andrea, piacere di averti letto!
Il tema è centrato quasi in calcio d'angolo direi e non perché la frase del finale sembri forzata, no, quello ci può stare. Parlo invece della sensazione di disagio che si ha nel non capire il perché questo benedetto Sett accarezzi i mostri. Per il resto direi che il racconto si distingue per lo stile scorrevole e l capacità di immergere il lettore nella storia. A tratti si ha la sensazione di leggere il capitolo di un'opera fantasy e non un racconto autoconclusivo. Ottima a mio parere l'ambientazione fantasy. Un po' di lentezza nel far morire quel povero futuro mostro ma nel complesso una buona prova.
A presto
9)
Ciao Gianmaria, piacere di averti letto.
Purtroppo non sono riuscito a calarmi bene nel tuo racconto, vuoi perché lo stile non è del tutto scorrevole per i motivi che altri ti hanno fatto notare - su tutto i gerundi e gli speech tags - vuoi per la macedonia di elementi che spiazza un po'. Sono sicuro che nella tua testa c'è un progetto o un'idea che hai provato a condensare in 4242 caratteri e questo ti ha penalizzato. Ben centrato il tema.
A rileggerti!
D.
Re: Gruppo LA BAMBINA E IL NAZISTA: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 22 novembre 2020, 19:44
da antico
Avete già ricevuto cinque classifiche e sono tutte regolari.
Ne dovete ricevere altre cinque.
Errata corrige: erano quattro.
Re: Gruppo LA BAMBINA E IL NAZISTA: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 22 novembre 2020, 21:44
da Filippo Santaniello
Ciao,
ecco la mia classifica e relativi commenti,
buona serata a tutti!
1 Bad Trip di Danilo Riccio
2 Luna Padana di Luca Fagiolo
3 La carezza dell’amore di Gabriele Dolzadelli
4 Sogni di carta di Emiliano Maramonte
5 Il lago di Vincenzo Pandolfi
6 Il mestiere di famiglia di Andrea Leonardi
7 Drago galattico di Gianmaria Generoso
8 Collezioni di Debora Dolci
9 Bigliettino di Giulio Marchese
1 Bad Trip di Danilo Riccio
Ciao Danilo, racconto delirante, mi è piaciuto proprio per questo, anche se il finale avresti dovuto curarlo meglio perché si chiude frettolosamente. Poco importa. La storia si legge d’un fiato. Le azioni sono comprensibili e i personaggi ben delineati. Solo un appunto. La frase “Non fa in tempo a concludere il pensiero che qualcosa viene colpito dalla macchina”, funziona meglio se girata: “Non fa in tempo a concludere il pensiero che la macchina colpisce qualcosa.” Un’accortezza che rende la lettura più scorrevole. Bye, bye, a rileggerti!
2 Luna Padana di Luca Fagiolo
Ciao Luca,
ti faccio i complimenti per la scrittura precisa e ricca di immagini coinvolgenti che ormai è un tuo marchio di fabbrica, in quanto mi stupì anche nel tuo procedente racconto. Inoltre ti faccio i complimenti per aver centrato il tema che non era affatto semplice con una storia d’amore e morte amara e raffinata. Il concetto del tuo messaggio arriva forte e chiaro: bisogna assecondare i propri mostri per salvarsi la vita, ma se uno riesce a essere più furbo di loro, tanto di guadagnato. Podio meritato!
3 La carezza dell’amore di Gabriele Dolzadelli
Ciao Gabriele,
bel racconto, molto profondo e più complesso di quanto possa sembrare a una prima lettura. È una metafora del dolore come matrice di vita e creazione. Il mostro non è chi rivela il suo lato più spietato ma chi cerca a tutti i costi di volerci cambiare, modificando il nostro DNA creativo, e uccidendoci nel momento in cui spengono la nostra individualità. Complimenti per essere riuscito a tratteggiare un’ottima psicologia dei personaggi in così poco spazio. Sei da podio!
4 Sogni di carta di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano, il tuo “Sogni di carta” mi è piaciuto anche se, dall’inizio fino a quando non spieghi a cosa è dovuta questa sete di bramosia, mi sono sentito spaesato non avendo chiaro il mondo che stavi raccontando. Quando poi contestualizzi la realtà, ti dimentichi di spiegare a chi appartiene la voce narrante, e secondo me questa è la pecca più grossa del racconto. Mi hai lasciato a bocca asciutta. Mi sarebbe piaciuto sapere di più, ma nonostante questo il racconto si colloca fra i migliori del gruppo anche se non sale sul podio.
5 Il lago di Vincenzo Pandolfi
Ciao Vincenzo, due cose ho apprezzato di questo racconto: l’ambientazione da osteria lacustre nel primo paragrafo, molto ben descritta, e lo stile che, soprattutto in certi passaggi, si fa ricercato, quasi da letteratura d’altri tempi. Ciò che non mi ha convinto è il flashback perché sembra che il vecchio sia già vecchio e a volte lo chiami pescatore creando confusione in chi legge. Inoltre il flashback si chiude col vecchio che affonda nel lago. Quindi sembrerebbe morto. Lo salva il mostro? Questo non lo spieghi e si crea disordine. Ciò nonostante rimane una buona prova di narrativa. A rileggerti!
6 Il mestiere di famiglia di Andrea Leonardi
Ciao Andrea, è stato un piacere leggere il tuo racconto. Ho apprezzato la prosa scorrevole e scattante e i dialoghi che, anche se eccessivamente singhiozzanti e spezzati, danno l’idea della drammaticità della situazione. Quello che mi è piaciuto meno, forse, è l’idea alla base della storia, probabilmente è un problema mio perché mastico pochissimo fantasy. In sostanza non ho capito il finale. Perché il padre si trasforma in demone e perché appaiono catene che lo immobilizzano? Poi il protagonista dice: “Ora ricordo…” Ma nel racconto non si capisce cosa dovrebbe ricordare, almeno io purtroppo non l’ho capito, forse anche per questo il racconto mi ha lasciato un po’ perplesso al di là dello stile che, ripeto, è più che buono.
7 Drago galattico di Gianmaria Generoso
Ciao Gianmaria, mi sa che è la prima volta che leggo qualcosa di tuo. Devo dire che il tuo racconto non mi ha suscitato grandi emozioni. Vuoi il genere (il fantasy non è il mio pane quotidiano) vuoi lo stile in cui i punti di vista cambiano repentinamente, non sono riuscito a provare empatia verso il personaggio principale e di conseguenza ho trovato difficoltoso estrarre il senso della trama, soprattutto il finale, con questo brutale mix tra mondo fantasy e mondo reale che mi ha scombussolato. L’idea del drago da accudire invece l’ho trovata carina. Avrei puntato più su quella, tralasciando il resto. A presto e buona domenica!
8 Collezioni di Debora Dolci
Ciao Debora, complimenti per lo stile preciso e asciutto, nulla da eccepire sulla prosa e scorrevolezza del testo, qualcosa scricchiola invece quando si cerca di comprendere il senso del racconto. I mostri sono gli uomini di cui si circonda la protagonista e la statua si personifica in loro? E lei perché adora collezionarli? Forse mi sono perso qualcosa. Perdonami ma non riesco a giudicare pienamente il testo perché ho fatto fatica a immedesimarmi nell’azione. Spero di poter essere più abile nell’interpretare il tuo scritto alla prossima occasione.
9 Bigliettino di Giulio Marchese
Ciao Giulio,
iniziare il racconto con “un auto” senza apostrofo non è un bel “bigliettino” da visita, ma non sono i refusi il problema, bensì il senso di ciò che hai voluto raccontare che, a mio avviso, rimane troppo ambiguo per dargli una valutazione positiva. In sostanza, ci ho capito poco. Forse è colpa mia, ma credo che il lettore debba sforzarsi il meno possibile per afferrare il senso di ciò che sta leggendo. Se chiediamo al lettore di sforzarsi, rischiamo di perderlo, e io purtroppo tra le tue righe non mi sono più ritrovato. Spero di poter leggere al più presto qualcosa di nuovo di tuo!
Re: Gruppo LA BAMBINA E IL NAZISTA: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 24 novembre 2020, 20:53
da antico
Avete già ricevuto sei classifiche e ve ne mancano ancora tre.
Re: Gruppo LA BAMBINA E IL NAZISTA: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 25 novembre 2020, 9:53
da PhilStones
Buongiorno.
Ammetto che non è stato semplice stilare la classifica.
In caso di posizione dubbia ho valorizzato idea e essaggio, perdonando un po' stile e refusi (questi ultimi di certo dovuti al poco tempo disponibile alla di correzione).
1 - Luna padana
2 - Sogni di carta
3 - Bad trip
4 - La carezza dell’amore
5 - Collezioni
6 - Bigliettino
7 - Il lago
8 - Il mestiere di famiglia
9 - Drago Galattico
Luna padana
Ciao Luca, mi fa piacere leggerti per la prima volta.
Io apprezzo il mostrato minimale, quindi non ho avuto problemi rispetto ad altri. L’unico punto in cui ho fatto fatica a capirà la dinamica é stato quando lui la stringe a sé
Buoni i dialoghi, mi sono sembrate solo un po’ troppo lunghe le due battute dopo “non fare cazzate...”, dato il momento concitato.
Non mi aspettavo che lei avesse la capacità e la lucidità di farlo fuori, forse con qualche centinaio di caratteri in più avresti approfondito meglio la forza di Matilde (che fino alla finale mi era sembrato abbastanza innocua).
Comunque buona prova!
Sogni di carta
Ciao Emiliano, è un piacere leggerti.
Fino a metà pensavo fosse ad un mega concerto! La tensione è cresciuta a dovere sino alla fine, mi sarebbe piaciuto avere qualche indicazione sul Pdv per immedesimarmi. Rimanere in bilico tra uno spettro, un essere umano, un vampiro, una mosca... secondo me ha tolto potenzialità. Anche perché un essere umano fa fatica a sentire l’odore del desiderio e della paura
A parte questo, io apprezzo molto di più i racconti che trasmettono messaggi piuttosto che semplici scene o sequenze divertenti da leggere, ma che non stimolano riflessione (quindi giudizio super-personale e non quantificabile). Pertanto bravo, in piena settimana del Black Friday e in piena pandemia un bel fiume di carne stampato sui vetri ci stava!
Bad trip
Ciao Danilo, é un piacere leggerti.
Mi piace molto la scrittura diretta e immersiva, ma se parti dicendo che in macchina ci son Spina e stefy... fino a dopo la metà credevo fossero in tre di ritorno dal concerto!
Infatti ho dovuto rileggere i dialoghi perché non capivo più chi si avvicinava e chi trombava chi!
Molto bella l’idea delle vocazione del demone in cambio della cosa più preziosa: come già detto da altri, anche io avrei asciugato i dialoghi ed enfatizzato sul sacrificio per ottenere il demone cane/stegosauro/homo habilis.
La carezza dell’amore
Ciao Gabriele é un piacere leggerti.
La tua scrittura é scorrevole e ho seguito tutto senza problemi. Purtroppo in così poche parole farci stare una storia complessa é impossibile e hai compresso certi passaggi. Dei quattro personaggi presentati nelle prime righe avresti potuto togliere Bea, risparmiando caratteri per la coreana. Il fidanzato va già bene così.
A proposito: di Manuele ho avuto un’idea molto più nitida nell’ultima parte, dove descrivi la sua stanza.
Buona prova!
Collezioni
Ciao Debora!
La mostra e lo stile mostrato mi piacciono!
Come già detto da altri, il racconto da quando tocca la scultura in avanti si complica un po’. In particolare non si capisce bene cosa le stia succedendo e l’arrivo dei due uomini di cui non si sa molto (soprattutto Valerio), complicano la cosa. Anche a una seconda lettura, concentrandomi su un eventuale triangolo amoroso, non sono riuscito a sciogliere tutti i nodi.
Con un po’ d’ordine lo spunto davvero interessante potrebbe crescere ancora.
Bigliettino
Ciao Giulio, un piacere leggerti.
Mi piacciono le ambientazioni ‘urban fantasy’. Qua fatico a capire però le caratteristiche dei personaggi e il ruolo che hanno (lei sembra una mezza svitata? Una sadica?) Magari con qualche spiegazione in più sarebbe stato tutto ancora più scorrevole. Infatti lo stile é buono e si legge bene.
Oltre a quanto già elencato dagli altri, ti segnalo due refusi:
- qual’é
- do
Ho letto molta potenzialità, ma ci manca qualcosa.. soprattutto sull’ “accarezzatura”
Il lago
Ciao Vincenzo,un piacere leggerti.
Ti dico subito che parto molto ben disposto verso ambientazioni decadenti immerse nella nebbia,in anni non definiti e con personaggi al limite del surreale
Sullo stile non concordo con gli altri. Scrivi bene, ma ci sono cose che mi colpiscono molto e devo fartele notare.. Mi sembra strano che nessuno l’abbia enfatizzato prima, ma dopo la descrizione dell’osteria del lago.. usi una decina di volte in poche righe le parole ‘guardò’ e ‘sguardo’ (o cose analoghe tipo ‘fissare’). Questo indebolisce molto la descrizione già in pieno raccontato.
Parte della spiegazione del tema è lasciata a un aforisma.. ma chi non conosce o non coglie l’aforisma resta spaesato nel momento più importante, cioè quando si aspetta una rivelazione.
Se ci sono dei dialoghi è meglio andare a capo e tirarli fuori dal muro di testo, per rendere più facile e scorrevole la lettura!
Vado giù peso, ma spero che tutti e tre i consigli ti siano utili!
Il mestiere di famiglia
Ciao Andrea!
Un piacere leggerti e, soprattutto, trovare un ambientazione fantastica.
Oltre alle annotazioni già fatte, ti segnalo un “stringo il corpo a me”.
E ribadisco alcune cose già dette detto: troppi puntini o lineette mi hanno reso difficile seguire i dialoghi, in un racconto che sarebbe filato liscio fino alla fine.
Anche introdurre molti personaggi con un nome definito o dare per scontato che la gente sappia cosa sia un behemoth possono rallentare la lettura.
Avrei velocizzato la morte del padre e spiegato meglio la ‘carezza’.
A parte queste cose, ho apprezzato il setting e ho avvertito il dolore del figlio e l’ansia pe L l’arrivo di Isaru!
Drago Galattico
Ciao Gianmaria,
Purtroppo mi sono un po’ perso nella narrazione. Non tanto per gli eventi che, a parte speech T e gerundi, si riescono a seguire, ma per la scelta delle sequenze mostrate. Siamo partiti dalla madre che lo prende a mestolate e siamo arrivati a una guerra intergalattica tra esseri (umani?) che chiedono aiuto ai draghi per sconfiggere gli alieni!
Ho apprezzato certe descrizioni e sono convinto che con un po’ di lavoro su stile e dialoghi puoi migliorare molto
Re: Gruppo LA BAMBINA E IL NAZISTA: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 25 novembre 2020, 11:54
da antico
Tutte le classifiche che avete ricevuto sono regolari, ve ne mancano ancora due.
Re: Gruppo LA BAMBINA E IL NAZISTA: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 25 novembre 2020, 23:14
da Gennibo
Ecco qui la mia classifica:
1) Sogni di carta
2) La carezza dell’amore
3) Drago galattico
4) Collezioni
5) Bad trip
6) Luna Padana
7) Il lago
8) Bigliettino
9) Mestiere di famiglia
Sogni di carta di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano e piacere di leggerti! Questo racconto a me è piaciuto moltissimo, ho trovato fantastica la voce narrante astratta che si compiace della lotta umana alla rincorsa di cose effimere, per me hai reso bene il personaggio. La scrittura è buona.
L’unica pecca è la difficoltà che ho avuto ad entrare nella storia,
Ad esempio: Li osservo sin dalle prime luci del giorno. (chi?)
Barlume malato, frenesia dell’attesa (io qui ancora non sono entrata nella storia)
Se invece partissi con:
Sono accampati lungo il marciapiede…
E alla fine della descrizione dici: Li osservo sin dalle prime luci del giorno. (secondo me sin questo modo si potrebbe visualizzare meglio la scena, che ne dici?)
A parte questo dettaglio minimo per me l’idea c’è ed è forte, e anche il tema è centrato.
Molto bravo.
Luna Padana di Luca Fagiolo
Ciao Luca e piacere di leggerti! Il tuo stile mi è piaciuto molto, ho trovato la tecnica di narrazione molto equilibrata. Riguardo la storia, l’ho trovata un po’ forzata, giusto per entrare nel tema (lei che lo segue invece di andarsene, gli siede accanto dove c’è un baratro e l’auto arriva al momento giusto per servire il racconto. Forse far notare che non era il primo veicolo a passare di lì, anche se il posto non è proprio trafficato.) Ho apprezzato la battuta della ragazza sui mostri da accarezzare per sopravvivere, e anche il riferimento a Babbo Natale. Tutto sommato un buon lavoro.
Alla prossima e buona Edition!
La carezza dell’amore di Gabriele Donzadelli
Ciao Gabriele e piacere di leggerti. Ho apprezzato l’idea del tuo racconto, scritto con degli echi di leggenda asiatica, sono d’accordo che con uno stile più immersivo si poteva empatizzare di più con la protagonista e l’amica non è proprio a fuoco; trovo normale che Beatrice non capisca l’amica che voglia restare con un uomo violento. La frase: “non riusciva biasimarla” io non l’ho capita. Perché avrebbe dovuto biasimarla per averle dato un consiglio di grande buon senso? Comunque potrebbe capirla e non essere d’accordo. A parte questo dettaglio c’è tanto. La storia mi è piaciuta molto, l’ho trovata profonda e originale.
Alla prossima e buona Edition!
Il mestiere di famiglia di Andrea Leonardi
Ciao Andrea e piacere di leggerti, la storia non mi ha entusiasmato, ho trovato tante descrizioni, che non mi sono dispiaciute, ma poco su cui empatizzare, forse troppe informazioni che sfuocano il punto importante che è il rapporto morte del padre/reazione del figlio. In più, tutte quelle parole interrotte mi hanno rallentato la lettura. La storia non è male, penso sarebbe da rivedere.
A presto e buona Edition!
Bigliettino di Giulio Marchese
Ciao Giulio, ho letto la prima riga del tuo racconto e ho visualizzato la scena, ma già dalla seconda ho cominciato a farmi delle domande, ad esempio: chi è Spiky?
Mi aspetto che se è la sua cliente migliore lui sappia già la sua età, e il “particolarismi” mi ha fatto sorridere, mi sono chiesta, ma chi parla così?
Rileggendolo, capisco il senso della “sadica bastarda”.
Un ragazzino emaciato mi aspetta seduto su una poltrona, un tempo doveva essere rossa…(qui mi sono persa perché per come hai scritto la frase è il ragazzino ad essere rossa) Potresti scrivere: La poltrona su cui mi aspetta un ragazzino emaciato un tempo doveva essere rossa….
Sono inciampata al: ma chi si sente. E quando dici: sono andati via contenti, intendi che sono morti felici e quindi masochisti?
Ho trovato la storia difficile da seguire ma il finale l’ho trovato buono, con questa ragazza egocentrica e sadica che trova qualcuno peggio di lei.
Non ho capito l’attinenza al tema.
Un racconto che secondo me non arriva dove vorrebbe, ma comunque una prova interessante.
Alla prossima!
Collezioni di Debora dolci
Ciao Debora, ho trovato il tuo racconto interessante. Ho notato con piacere uno studio sullo stile che non è male.
La scrittura per me è buona, però ho faticato a seguirti. I mostri ci sono, e se ho capito bene sono a doppio livello, quelli umani e quelli dipinti, ma non sono ancora sicura di aver colto il senso del racconto. Una pecca che per me fa scivolare il racconto nelle zone più basse della classifica, ma che con una migliore focalizzazione potrebbe schizzare in alto.
A rileggerti presto!
Il Lago di Vincenzo Pandolfi
Ciao Vincenzo e piacere di leggerti, io adoro l’ambientazione marina e sono entrata con felice curiosità nel tuo racconto.
Devo però dire che ci sono diverse cose che mi hanno perplesso e altre che mi hanno lasciato con domande cui non sono riuscita a rispondere.
Tipo: si gioca a carte senza parlare. (quel “senza parlare” lo toglierei, perché poi dici: “Le sente le parole che dicono”; e poi ancora: “Nessuno parla più.”)
Non capisco come collocare il secondo stacco. È il vecchio che parla al ragazzo? Se sì dovrebbe esserci una lineetta di dialogo. Oppure il un pensiero del vecchio che ricorda, allora il tempo verbale dovrebbe cambiare, e magari essere in corsivo, per accentuare la differenza tra le due narrazioni.
Hai reso tutta questa ambientazione marina, per poi dire che c’è qualcosa di misterioso in un lago, mi chiedo: ma in così pochi caratteri, perché nominare entrambi?
La scrittura è interessante, e mi dispiace di non aver capito la storia.
Spero di rileggerti la prossima volta, nel frattempo buona Edition!
Bad Trip di Danilo Riccio
Ciao Danilo, del tuo racconto mi è piaciuto lo stile della scrittura, riguardo la storia, ci ho trovato dei dello spiegato che avrei preferito non ci fosse, tipo: “sembra di stare in un film dell’orrore.” (se lo hai mostrato non servirebbe la spiegazione) “Abbiamo tirato sotto un cane o un ciclista” (perché tra le tante cose proprio quelle due?) “i due escono dalla vettura” e poi: “se credi che ci vada io a controllare cosa TU hai investito” (se lei esce è perché vuole andare a vedere, o no?)
Invece di “Ho ucciso un cane” potresti dire: “l’ho ucciso” senza specificare che cosa, tanto poi lo spieghi. Non è ovvio che lui sia così cornuto e infelice, visto che quando lei gli dice di aver scopato la tipa non fa una piega. E come ti hanno già fatto notare c’è questo cambio repentino di lui che uccide lei e ci lasci con l’impressione che abbiamo saltato qualche informazione importante.
Drago Galattico di Gianmaria
Ciao Gianmaria, ho letto che prima di me ci sono state abbastanza spiegazioni su come potresti migliorare il testo. Anche io ho trovato la storia un po’ difficile da seguire, ma l’idea mi è piaciuta molto, e anche il finale con l’umano che preferisce tenersi il mostro ed eliminare quelli che secondo lui sono i veri mostri.
Sarà che a me i draghi affascinano. Secondo me potrebbe uscirne qualcosa di interessante.
Spero di rileggerti presto!
Re: Gruppo LA BAMBINA E IL NAZISTA: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 26 novembre 2020, 18:12
da antico
Manca una sola classifica.
Re: Gruppo LA BAMBINA E IL NAZISTA: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 26 novembre 2020, 18:15
da KikaClemer
antico ha scritto:Manca una sola classifica.
È la mia. Arriva subito.
Ti avevo inviato un messaggio attraverso questo sito, ma non so se ti sia giunto.
Re: Gruppo LA BAMBINA E IL NAZISTA: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 26 novembre 2020, 18:18
da antico
KikaClemer ha scritto:antico ha scritto:Manca una sola classifica.
È la mia. Arriva subito.
Ti avevo inviato un messaggio attraverso questo sito, ma non so se ti sia giunto.
Ti rispondo qui: no, non mi è arrivato alcun tuo messaggio. Sicura di aver fatto PM? Cmq hai tempo fino a stasera alle 23.59, il mio compito è di fare il noioso ricordandovelo ;) Ps: mi raccomando, insieme alla classifica riposta tutti i tuoi commenti!
Re: Gruppo LA BAMBINA E IL NAZISTA: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 26 novembre 2020, 18:59
da KikaClemer
1) IL LAGO di Vincenzo Pandolfi
2) LA CAREZZA DELL’AMORE di Gabriele Dolzadelli
3) BAD TRIP di Danilo Riccio
4) LUNA PADANA di Luca Fagiolo
5) COLLEZIONI di Debora Dolci
6) SOGNI DI CARTA di Emiliano Maramonte
7) BIGLIETTINO di Giulio Marchese
8) IL MESTIERE DI FAMIGLIA di Andrea J. Leonardi
9) DRAGO GALATTICO di Gianmaria Generoso
Il lago- di Vincenzo Pandolfi
Ciao Vincenzo,
il tuo racconto ha suscitato in me proiezioni di ciò che hai sapientemente descritto.
L’ambientazione è ricca di particolari funzionali.
Avrei preferito fosse sviluppato meglio il legame che unisce il nonno al nipote.
Il vecchio del lago è una figura interessante, si respira profondità ed un animo pieno di segreti difficili da custodire. Non mi appare mai come un matto o uno sciocco come pensano gli altri personaggi ai margini.
Il finale è ambiguo e confusionale.
Molto bella la scena in barca.
Stile ricercato e scorrevole.
Alla prossima!
La carezza dell’amore - Gabriele Dolzadelli
Ciao Gabriele,
è stato un piacere leggerti. Hai sviluppato molto bene il tema che ci è stato richiesto.
Mi ha incuriosita fin da subito la tecnica della carezza dell’amore e non sei stato per nulla banale.
Non so se tu volessi scrivere di più, se hai tagliato delle parti o meno, ma nel complesso vedo il tutto come un sunto di un racconto pregno di dettagli e mi aggrego a chi ti ha già detto che sarebbe interessante dar maggiore spazio ai personaggi.
Ciò che avviene nel tuo racconto si svolge così velocemente che quasi non si ha il tempo di farsi amici i personaggi e questa è l’unica nota dolente.
Complimenti per l’idea è buon contest!
Bad trip- di Danilo Riccio
Ciao Danilo,
la trama è ben strutturata nonostante vi sia, verso la fine, una evoluzione che a mio avviso necessità di più informazioni o dettagli.
Non sono riuscita ad entrare in empatia con i personaggi, ma il racconto appare completo e sensato.
Mi fa piacere tu abbia speso caratteri per dare una spiegazione alla presenza del mostro rendendolo più accettabile.
Il tema è centrato: il mostro che si nutre della superficialità e malignità di Stefy aprono un mondo su quel che è stata la storia “d’amore” fra i due personaggi.
Ho apprezzato la lettura!
Luna Padana - di Luca Fagiolo
Ciao Luca e tanto piacere,
con rammarico noto che molto di ciò che avrei voluto dirti, è già stato scritto da qualcun altro.
Anche io, come molti, penalizzo alcuni punti dove non sono ben chiari i movimenti e le posizioni dei personaggi nella storia, a questo proposito ho dovuto lavorare di fantasia aggiungendo ciò che, in alcuni commenti, hai ammesso avresti potuto inserire.
Il tuo racconto non mi dispiace affatto, anche se a mio personale gusto avrei cambiato il finale: un personaggio che viene lasciato dalla fidanzata e poco dopo muore non mi convince molto.
Non sono riuscita ad entrare in empatia con Matilde poiché il suo codardo atteggiamento e la leggerezza con la quale sembra aver affrontato la rottura, non hanno suscitato in me alcuna simpatia seppur comprendo che, in alcuni casi, l’istinto di sopravvivenza ha la meglio.
Al contrario, mi sono legata a questa figura maschile che sembra aver perso la via per tornare a “casa”, una lucidità che gli consenta di soffrire, sì, ma senza ledere persona alcuna.
Direi tema centrato a pieno.
Collezioni- di Debora Dolci
Ciao Debora,
il tuo racconto e molto interessante e caratteristico.
Lo scenario è un ottimo punto di partenza per lo sviluppo del racconto, ma ho avuto qualche problema lungo la lettura, poiché da un certo punto in poi c’è un po’ di confusione.
Non ho colto subito la presenza di due state e due figure maschili.
L’idea è molto buona e probabilmente se tu avessi avuto maggiore spazio di espressione ne sarebbe venuta fuori una storia più scorrevole.
Gli elementi da te citati sono molteplici, ma in così poco spazio dovresti chiederti quali sono gli elementi chiave che aiutano il racconto ed i lettori a cogliere ciò che tu vuoi far trasparire.
A mio avviso hai elaborato molto bene il tema.
Buon contest.
Sogni di carta - di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano,
non nego di essermi inizialmente ritrovata in un contesto poco chiaro, non avendo intuito chi fosse la voce narrante.
Decisamente particolare il tuo racconto e la scelta di interpretare questo tema utilizzando una delle tante schiavitù alla quale resta ben ancorata l’umanità.
Il tono sarcastico alleggerisce il racconto dandogli quel pizzico in più che ne caratterizza i contorni.
In alcuni casi avrei utilizzato la punteggiatura in maniera differente, ma il racconto resta chiaro e scorrevole.
Buon contest!!
Bigliettino- di Giulio Marchese
Ciao Giulio,
trovo il tuo racconto ombroso e rude.
L’ambientazione è descritta molto bene e penso sia fondamentale per attribuire più caratteri ai personaggi.
Mi piacerebbe dirti di aver colto quel che tu hai celato, ma anche io mi trovo davanti ad un racconto che non riesco a percepire appieno.
Interessante lo sviluppo del tema per quanto riguarda la parte del mostro, ma non so in che modo i tuoi personaggi lo accarezzino.
Il finale mi è piaciuto molto, non me lo aspettavo!!!
Piacere di averti letto.
Il mestiere di famiglia- di Andrea J. Leonardi
Ciao Andrea,
non essendo tra le prime a commentare dovrò purtroppo ripetere ciò che altri hanno già detto in precedenza.
Premetto che non ho una predilezione per il fantasy, salvo davvero pochi scritti, detto ciò, la storia non è del tutto scorrevole poiché si inceppa in alcuni punti dove non viene ben specificato a cosa servano determinate cose o come funzionino (es. rito).
Credo di aver colto la tua intenzione nella morte del padre: renderlo un passaggio significativo e ricco, forse è per questo che ti sei dilungato e, ti dirò, non mi dispiacciono le scene tragiche che si prolungano se esposte in un determinato modo, ma nel tuo racconto vi sono delle interferenze che non mi hanno concesso la vicinanza ai personaggi con annessa commozione.
Ho letto che il tuo racconto ha dovuto subire dei tagli e l’unico consiglio che mi sento di darti è di ponderare bene cosa tenere e cosa tirare via oppure provare a porti delle domande chiave per valutare se nel tuo racconto ci sia o meno la risposta perché bisogna sempre tenere a mente che purtroppo chi legge non è nella testa dello scrittore e deve basarsi su quanto scritto.
Drago Galattico- di Gianmaria Generoso
Ciao Gianmaria,
non amo il genere fantasy, ma trovo il tuo racconto simpatico ed intrigante.
La nota dolente è che, essendo pregno di di particolari, spiegazioni, leggende e quant’altro, la storia risulta poco chiara e scorrevole.
La tua scelta ricade su una trama che a mio avviso necessita nettamente di più caratteri per potersi estendere in maniera efficace.
Il tema del temibile mostro sotto forma di drago, domabile da una sola persona, è centrato.
Anche sul finale ritrovo aggiunte che appesantiscono il racconto rendendolo più complesso.
L’idea di partenza è molto elaborata, ma ho l’idea tu abbia dovuto effettuare parecchi tagli e lo scritto ne risente.
A presto.
Re: Gruppo LA BAMBINA E IL NAZISTA: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 26 novembre 2020, 19:06
da antico
Avete ricevuto tutte le classifiche.
Re: Gruppo LA BAMBINA E IL NAZISTA: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 29 novembre 2020, 20:38
da antico
Ecco a voi la mia classifica per il vostro gruppo, grazie a tutti per le letture.
1) La carezza dell’amore, di Gabriele Dolzadelli
L'hai fatto di nuovo ed ecco un altro racconto semplice solo all'apparenza, ma denso di un'interpretazione assai interessante di molte dinamiche che si possono trovare nella nostra attualità. Non mi ha convinto solo il personaggio di Sulang perché mi sembra presentato senza un'adeguata contestualizzazione e quindi appare un po' come un deus ex machina. Ottima l'interpretazione del tema. Pollice quasi su per me.
2) Bad Trip, di Danilo Riccio
Racconto ben ideato cui manca giusto qualcosina sul fronte "cosa più importante per Stefy", nel senso che alla fine ci si arriva, ma sforzandosi e in un racconto così breve dovrebbe essere più chiaro. Arzigogolata la questione tema, ma ci rientra. Per il resto, poco da dire perché crei una situazione molto interessante e, come già detto, ben progettata. Sto su un pollice tendenteverso l'alto in modo brillante, per un pelo non sono arrivato al quasi su.
3) Sogni di carta, di Emiliano Maramonte
Idea molto buona e svolgimento preciso tranne per quanto riguarda il senso generale. Che fosse il consumismo era, probabilmente, la soluzione più scontata e, pertanto, ormai superata dall'attualità perché se n'è parlato e riparlato. Diverso sarebbe stato, visti anche i tempi, se tu avessi portato la riflessione sulla vittoria del consumismo anche sulla necessità di distanziamento sociale in epoca covid, cosa di cui abbiamo avuto esempio anche in queste settimane: sarebbe stata una marcia in più, un guizzo che avrei premiato con il massimo. Cosa che ti avrebbe permesso di esplorare anche le motivazioni alla base dell'acquisto compulsivo come soluzione a una società che, evidentemente, non fornisce il necessario o il sufficiente, agli individui che la compongono. Restando al primo livello perdi un po' di incisività e si acquisce il senso di mancanza relativamente a un finale poco aggressivo, quasi spento. Resta un lavoro più che buono cui assegno un pollice tendente verso l'alto in modo brillante.
4) Luna Padana, di Luca Fagiolo
Stile impeccabile, dalla tua penna uscirebbe bene anche una pernacchia e non scherzo. Ciò non toglie che non tutti gli ingranaggi filino belli oliati perché la doppia strategia messa in opera dalla ragazza per sopravvivere giunge poco preparata e si sente una discreta forzatura. Il problema credo risieda in una preparazione troppo lunga in cui lei rimane sostanzialmente passiva e neppure il lettore percepisce che stia studiando come uscire dalla situazione mancando inoltre una semina per suggerire che avrebbe potuto cavarsela dimostrando tanta arguzia e ferocia. Per me un pollice tendente verso l'alto in modo solido anche se non brillante.
5) Collezioni, di Debora Dolci
Racconto difficile da giudicare perché scritto con estrema attenzione e tocco delicato, ma l'impressione che ne ho tratto è di una qual certa indeterminatezza della storia all'atto della stesura. Ci sono alcuni elementi importanti (quali i polsi lividi) che non vengono ripresi e neppure confermati in modo chiaro, ma lasciati troppo sullo sfondo. Lo stesso discorso sulle collezzioni mi è sembrato posto in una forma ancora acerba e da definire. Insomma, sicuramente un pollice tendente al positivo che si piazza nello stesso slot del racconto di Fagiolo e in classifica alle sue spalle proprio perché meno definito.
6) Il mestiere di famiglia, di Andrea Leonardi
L'ambientazione fantasy è carina, ma occhio che un'impostazione simile si scontra con la brevità dei 4000 caratteri. Un fantasy, soprattutto quelli attuali, si sviluppa su saghe semi infinite con una preparazione certosina dei protagonisti, cosa che permette di fare deflagrare la scena nei momenti topici: qui, per forza di cose, ti giochi il pathos. Ma il difetto più grave di questo testo, a mio parere, è il tema che sembra davvero appiccicato a forza in quanto non si capisce quale sia il valore aggiunto del suo accarezzare i mostri che escono dalle anime dei defunti. Direi un pollice tendente verso l'alto perché è una lettura piacevole, ma al pelo.
7) Bigliettino, di Giulio Marchese
Non ho molto da aggiungere a quanto già detto da altri perché concordo su uno stile ottimo e in continuo miglioramento (al netto di quel refuso obrobrioso subito in partenza) come concordo sull'assenza di un senso chiaro e poca attinenza evidente al tema (anche se c'è, a ben vedere). Penso che gran parte del problema stia nel non evidenziare in modo chiaro che si tratta di sadismo e masochismo e che nessuno sia morto fino a quel momento. Qualcosina in più anche sul tipo che reclama il suo turno andrebbe detta. Direi un pollice ni tendente verso l'alto solo ed esclusivamente per la strategia da te scelta, poco efficace.
8) Il lago, di Vincenzo Pandolfi
Un racconto capace di creare belle immagini, ma che non riesce a definirle. Il flashback narrato al presente come la cornice confonde e mancano informazioni sia nell'uno che nell'altra: si va dalla relazione tra il vecchio e il ragazzo al perché venga portato al centro del lago da quei tizi al cosa vogliano al come se n'è uscito da quella situazione. Bruttino, infine, definire i tre sulla barca in quel modo, soprattutto quello dallo sguardo TRUCE che non è propriamente un aspetto oggettivo come il puntare una pistola o l'avere i capelli lunghi. Insomma, da definire meglio. Direi un pollice ni che finisce dietro al racconto di Marchese perché meno definito.