L'odore delle bugie

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi di gioco sono quattro:
1) Il primo dicembre sveleremo il tema deciso da Flavia Imperi. I partecipanti dovranno scrivere un racconto e postarlo sul forum.
2) Gli autori si leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Gli SPONSOR leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) Il BOSS assegnerà la vittoria.
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Stefano.Moretto
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L'odore delle bugie

Messaggio#1 » domenica 20 dicembre 2020, 3:27

L’odore dell’erba tagliata impesta tutto corridoio. La porta dell’aula è aperta, i miei compagni di classe sono già entrati. Michael sta guardando il monitor del suo banco. I capelli sono arruffati come sempre, adoro la loro tonalità castana, così simile alla mia. Si passa una mano davanti alla bocca per sbadigliare.
Mi passo le mani tra i capelli, sono in ordine. Scorro le dita sulle mie lunghe orecchie da San Bernardo. Anche quelle sono in ordine. La mia coda si dimena come un’ossessa, sembra che debba spazzare il pavimento. Devo calmarmi prima di entrare, non posso farmi vedere scodinzolare. Sarebbe tutto più facile se fossi anch’io umana. Un paio di primini mi fissano dall’altro lato del corridoio. Non riesco a sentire cosa dicono, di sicuro parlano di me. Immagino non ci fossero tante chimere da dove arrivano. Per fortuna questo è l’ultimo anno per me.
Prendo un respiro ed entro in aula. Michael si volta verso di me, mi sorride e alza la mano per salutarmi. A ogni passo verso di lui il cuore batte più forte. La coda ha ripreso ad agitarsi e di sicuro sono rossa con un pomodoro. Mi siedo accanto a lui. Si è messo un forte profumo agrumato.
«Ciao Michael.»
«Ciao Prisca, come sono andate le vacanze estive?»
I suoi occhi verdi si piantano nei miei.
«Una noia mortale, dai miei nonni non c’era niente da fare. Te?»
«Le solite cose.» Scrolla le spalle. «Sai, nel gruppo si è sentita la tua mancanza.»
Accendo il monitor della mia postazione per distogliere lo sguardo da quegli occhi ipnotici. Lo schermo nero impiega diversi secondi a illuminarsi.
Lancio un’occhiata al resto della classe. Claire sta guardando la sua immagine riflessa nello specchietto del portacipria. I capelli corvini le arrivano appena al collo, se li è tagliati quest’estate? Si volta verso di me e assottiglia gli occhi.
Michael mi poggia una mano sulla spalla. Devo trattenere la coda dallo scodinzolare ancora.
«Lasciala perdere, non le piace essere osservata.»
Torno a fissare il monitor. «Sì, lo so.»
In classe entrano il professor Aurelio e una ragazza che non avevo mai visto prima. Ha i capelli rasati ai lati della testa, mentre dalla cima della fronte fin dietro di lei sono tenuti lunghi e raccolti in una treccia che le arriva fino alla vita. I suoi occhi gialli hanno un taglio felino. Ci fissa con un ampio sorriso, gira la testa per scrutare tutta l’aula. Sul lato del suo collo, appena sopra il colletto della camicia, spuntano i tagli delle branchie. Una chimera.
Si gira verso di me, i suoi occhi indugiano per un istante, il suo sorriso si fa più ampio e mi fa l’occhiolino.
Il professor Aurelio si schiarisce la voce.
«Quest’anno avrete una nuova compagna. Il suo nome è Venice, i suoi genitori si sono trasferiti da poco in città. Vedete di andare d’accordo.»
Di poche parole come sempre.
Venice raggiunge il mio banco e si china verso di me. Cosa vuole? Vuole sedersi qui? Emana un odore di salsedine che copre il profumo di Michael.
«Era da un sacco che non vedevo un’altra chimera!» I suoi denti sono acuminati come pugnali e disposti su più file, sembrano volermi divorare a ogni parola. «Come ti chiami?»
Provo a rispondere, ma le parole mi muoiono in gola. La sua mano si avvicina alle mie orecchie.
Il professore dà un colpetto di tosse.
«Socializzerete durante la ricreazione. Ora iniziano le lezioni.»
Venice si gira e solleva la mano in segno di scusa. «Certo, scusi prof.»
Salvata dalla rigidità del professore.
«Ehi.» Michael mi sussurra all’orecchio «La nuova ragazza sembra forte, eh?»
«S… sì. Sembra… simpatica.»
Lo sguardo di Michael segue Venice fino in fondo alla classe. Le sue labbra sono inarcate in un sorrisetto. Non si sarà preso una cotta per la ragazza squalo?

-

La campanella copre le parole del professor Aurelio con il suo suono acuto. Premo sul monitor per chiudere l’ebook Storia del Secondo Impero Romano.
Michael si alza e si dirige verso il fondo della classe. Alcuni compagni di classe stanno accerchiando il banco di Venice, Chris si appoggia al suo banco.
«Venice, come la città italiana?»
Lei accavalla le gambe. Sorride ancora come quando è arrivata in classe.
«In famiglia abbiamo tutti nomi che richiamano il mare. A me è andata bene, mia sorella l’hanno chiamata Oceano.»
Tira la testa all’indietro e ride. I ragazzi attorno a lei ridono. Michael ride. Anche le ragazze si alzano per andarle vicino, attorno al suo banco si crea uno stormo di ragazzi, non riesco neanche più a vederla. Claire è rimasta al suo posto, ha tirato fuori il portacipria e ci si sta specchiando. Gira la testa a destra e a sinistra fissando lo specchietto, come se cercasse la minima imperfezione.
«Prisca.» Uno dei ragazzi sta pronunciando il mio nome. «Si chiama Prisca.»
La testa di Venice spunta da sopra quelle degli altri, i suoi occhi viaggiano per la classe e si piantano su di me.
«Prisca!» Si fa largo tra i ragazzi. «È da un bel po’ che non vedo un’altra chimera! Di che generazione sei?»
Si siede sopra il mio banco e mi sorride con i suoi lunghi denti acuminati. Attorno a noi si accalca il resto della classe.
«Terza… terza generazione. Mio nonno è stato il primo, lo hanno creato qui in città.»
Venice sgrana gli occhi e avvicina il suo volto al mio.
«Terza? Ecco perché sei così vistosa. Io sono della sesta, ormai non mi restano tanti tratti. I miei dicono che il bisnonno aveva pure una grossa pinna tra le scapole!»
I suoi capelli in effetti ricordano una pinna per come sono acconciati. Forse li tiene per questo.
Una mano si poggia leggera sulla mia testa. Michael è dietro di me, le sue dita passano delicate sopra le mie orecchie da San Bernardo.
«Oggi pomeriggio volevamo portare Venice a fare un giro della città, vieni anche tu Prisca?»
Ho ripreso a scodinzolare. Blocco la coda anche se il contatto con la sua mano non me lo rende facile.
«Certo!»
La campanella suona di nuovo, i ragazzi si disperdono. Venice mi sorride, i suoi denti sembrano più affilati ogni volta che li vedo.
«Grande!»
Torna al suo posto, i ragazzi la guardano passare e scorrono lo sguardo dal basso all’alto come se dovessero scansionarla.
Michael si risiede accanto a me.
«Sei contenta che adesso c’è un’altra chimera a scuola?»
Non lo so. È così estroversa e spaventosa.
«Sì, credevo che non ne avrei viste fino all’università.»
Michael sorride e io mi sento al sicuro.

-

Mi rigiro nel letto, il dischetto olografico se ne sta nel palmo della mano, spento. Neanche una lucina. Stringo il pugno e lo agito. Dammi un cenno di vita. Ti prego.
Il centro del disco emette un flash blu. Ha risposto. La chat viene proiettata in aria.

Chris: Ehi Prisca, cosa fai stasera?

Sbuffo e chiudo la sua chat. Sa che mi piace Michael, perché insiste?
Il dischetto si illumina di nuovo, questa volta è lui

Michael: Scusami Pri, ho promesso a Venice di accompagnarla a vedere i fuochi stasera.

Lo aveva promesso anche a me un mese fa, se n’è dimenticato?. Non è giusto che ora lo monopolizzi. Sollevo la testa dal cuscino e avvicino il dischetto alla bocca.
«Lo avevi detto anche a me. Non possiamo andarci tutti insieme?»
Le mie parole compaiono sotto le sue. Ributto la testa sul letto.
Un altro flash azzurro.

Michael: È che volevo stare un po’ con lei, sai non si è ancora ambientata, non volevo stressarla con troppa gente.

«Passate molto tempo insieme ultimamente.»

Michael: Non fare la gelosa, lo sai che sei la mia cucciolina.

Scodinzolo. Sono la sua cucciolina.
Un altro flash blu.

Chris: Stasera fanno i fuochi, ti va di andarci insieme?

Spengo il dischetto.

-

Michael sta chiacchierando con Venice fuori dalla classe. Ridono. Una fitta al petto mi attanaglia.
Claire si guarda nel suo portacipria. Cos’ha da fissarlo tanto? Cosa ci vede dentro? Si volta verso di me e mi lancia un’occhiataccia. Sostengo il suo sguardo. Nessuna delle due vuole cedere per prima. Chiude il portacipria con uno colpo secco.
«Che vuoi?»
Sorrido. Ho vinto io.
«Se continui a usare quello specchio durante le lezioni te lo sequestreranno di nuovo.»
«Fatti gli affari tuoi.»
Lo riapre e torna a guardarcisi.
Chris passa accanto al suo banco e le poggia una mano sulla spalla.
«Nervosa, oggi?»
«Dille di non fissarmi.»
Chris passa lo sguardo su di me con un sopracciglio alzato. Gli faccio la linguaccia.
«Provaci.»
Lui solleva le mani e se ne va. Bravo, non ti mettere in mezzo.
Michael rientra in classe, mi si siede accanto e fissa il monitor. Odora di salsedine.
«Com’è andata ieri sera?»
Scrolla le spalle.

-

Chiudo piano la porta del bagno e raggiungo il lavandino. I miei occhi riflessi allo specchio sono lucidi. Devo farmela passare prima che riprendano le lezioni. Sono contenta di essere un San Bernardo: le orecchie stanno giù di loro, non devo preoccuparmi di non farle apparire tristi.
La porta del gabinetto dietro di me si apre. Mi giro, Claire è davanti a me. Metà del suo volto è verde e screpolato come fosse fatto di squame. No, è davvero fatto di squame verdi. Mi fissa con gli occhi sgranati e la bocca semiaperta. Le squame assumono una tonalità giallastra.
Sono pietrificata. Vorrei dirle qualcosa, ma non riesco a formulare una frase. Socchiude gli occhi e mi fissa col suo solito sguardo astioso. La sua pelle passa dal giallo al rosso e si attenua fino a tornare alla sua solita carnagione pallida. Le squame si richiudono, la sua pelle è di nuovo perfetta.
«Sei una cagna o un cerbiatto?»
«Cosa… cosa?»
Sbuffa. «Mi fissi come se io fossi un camion e tu aspettassi di essere stirata. Mi chiedevo se magari avevi un po’ di sangue da cervo nelle vene. Però visto che non ti ho sentita entrare magari sei solo un topolino.»
Come fa ad essere così calma?
«Tu… tu sei…»
«Già.»
«E non hai mai—»
«Senti.» Sbatte la mano sul lavandino. «Se vuoi andare in giro a dire che sono un camaleonte, fallo. Magari se lo fai Michael tornerà a guardarti in faccia per cinque minuti. Potrebbe pure farti pat pat sulla testa. Ti piaceva tanto, vero?»
Abbasso lo sguardo.
«Non lo farei mai.»
Ride.
«Certo che no. Tu sei la brava cagnolina, non faresti mai nulla per ferire gli altri.»
Gli occhi mi si inumidiscono, le piastrelle del pavimento si fanno sfocate.
«Perché… perché sei così cattiva con me?»
«Cattiva?» Il suo volto diventa violaceo. «Lascia che ti racconti una storia, cagnolina.»

-

Jackie aprì la porta di casa sua. Le pareti del salotto erano coperte da mobili rossi e gialli pieni di libri, custodie colorate di film e, in alto, miniature di antiche navi a vela. In un angolo c’erano tre spade ricurve impilate una sull’altra, i foderi erano verde smeraldo.
«Vieni Claire, andiamo in camera mia.»
Mi prese per mano e mi trascinò via. Le pareti di camera sua erano tappezzate di poster degli Sky Apogee. Quelli sopra il suo letto ritraevano la band in costumi dai colori sgargianti in posa con i loro strumenti. Sopra la scrivania erano appesi quelli del cantante Chad, il suo preferito.
Mi avvicinai a lei per sussurrarle all’orecchio.
«Ehi Jackie, hai chiesto ai tuoi se ci accompagnano al concerto di Maggio?»
Lei sorrise e annuì.
«Sì, ci porta lei! Domani prendiamo i biglietti!»
Gli Sky Apogee dal vivo, per la prima volta! Dovevo cambiare colore del volto, non potevo restare pallida, un rosso tenue sarebbe stato più spontaneo.
Jack smise di sorridere, i suoi occhi spalancati erano fissi su di me. Mi portai una mano al viso, i polpastrelli toccarono il bordo di una squama. Persi un battito.
«Aspetta Jackie, posso spiegarti.»
«La tua faccia.»
Si allontanò da me, anch’io indietreggiai.
«Sì, io… non sono… cioè, ecco—»
«Chimera.»
Pregai che riuscisse a gestire la notizia. Che potessimo continuare a essere amiche.
Jackie lanciò un urlo disumano.
Mi portai le mani alle orecchie e mi accovacciai per terra. Persi il controllo della mia pelle, tutto il mio corpo divenne squamoso e verdognolo come una lucertola.
La madre di Jackie corse in camera e la prese tra le braccia.
«Che succede piccola?»
Si girò e mi vide. Sgranò gli occhi, sollevò Jackie e la portò via dalla stanza.

-

Gli occhi di Claire sono lucidi. Emana un tenue odore salato.
«Rimasi da sola in quella stanza finché mia madre non venne a prendermi. Non rividi più Jackie, le cambiarono scuola.»
Vorrei dirle qualcosa, ma anche la mia coda è immobile a sfiorare il pavimento.
«Dici che sono cattiva con te, ma ti permetti il lusso di giudicare senza sapere niente degli altri. Guarda chi è davvero il tuo padroncino.»
Si estrae un dischetto olografico dalla tasca e me lo porge. Lo prendo e la sua chat si materializza a mezz’aria.

Michael: Esci oggi?
Claire: Vi portate dietro la cagnolina?
Michael: Certo.
Claire: Non ti sei stufato di portartela dietro?
Michael: Ti diverti anche tu a vedercela gironzolare attorno.
Claire: Neanche un po’.
Michael: Dai, la convinco a mettersi un guinzaglio.
Claire: Credi di essere divertente?
Michael: Ti preoccupi per lei?
Claire: Mi dà fastidio che ci perdi tempo dietro.
Michael: Dai, lo sai che sei tu la mia cucciolina.
Claire: Non chiamarmi così.

Mi tremano le gambe. Claire si è portata il portacipria al viso e si sta guardando ogni angolo della pelle.
«Ora hai capito? Gli umani sono tutti così.»
La sua pelle è candida come la neve. Afferro uno dei miei orribili orecchi da San Bernardo e lo tiro.
«Perché?» La mia voce è rotta. Il volto di Claire e tutto il bagno sono sfocati. «Perché ho questi cosi? Se fossero normali—»
«Piantala di piagnucolare.»
Lascio la presa. Claire mi fissa accigliata.
«Dovresti essere contenta che si è staccato da te. Adesso tormenterà Venice e tu passerai la fine dell’anno tranquilla.»
Mi passo le maniche della camicia sugli occhi. Mi guardo allo specchio, ho ancora gli occhi rossi.
«Credi che Venice lo sappia?»
«Non so e non mi importa.»
Mi passa accanto, le nostre spalle si sfiorano.
«E pensare che a qualcuno piaci sul serio.»

-

Venice sta con le spalle poggiate contro lo stipite della porta dell’aula, osserva il corridoio a braccia incrociate. Solleva una mano per salutarmi. L’odore di salsedine è più forte del solito. Mi sale la nausea.
«Ehi, Prisca. Oggi andiamo al centro commerciale, vieni con noi?»
Sorride. I suoi denti acuminati emergono come tante file di soldati pronti alla carica. Anche se mi fa paura è l’occasione per metterla in guardia.
«Certo, dovevo giusto comprarmi un paio di cose.»
«Fantastico! Ci ritroviamo alle cinque davanti al negozio di animali.»
«Devi prendere qualcosa lì?»
Mi fa l’occhiolino.
«Il mio ragazzo vorrebbe prendere un cagnolino, pensavo di fargli un regalo.»
«Non sapevo avessi il ragazzo.» È la prima volta che parlo di questo argomento con un’altra ragazza. «Che tipo è?»
«Oggi pomeriggio lo vedrai, viene anche lui.»
Claire arriva dal corridoio e si ferma davanti a noi. In mano ha il portacipria aperto a cui lancia occhiate di sfuggita.
«Vi spostate? Devo entrare.»
È uscita prima di me dal bagno, dov’è stata finora?
Mi faccio da parte e chino la testa. Venice le sbarra il passaggio.
«Ehi Claire, stavo giusto dicendo a Prisca che oggi andiamo al centro. Vieni?»
Claire mi guarda con gli occhi socchiusi, le sorrido. Tira un sospiro.
«Se proprio devo.»
«Grande, allora alle cinque.»
Venice si scansa e Claire entra in classe.

-

Il corridoio del centro commerciale è deserto. Venice è già davanti al negozio, ha una busta di carta in mano. Lancio un’occhiata all’orologio appeso alla vetrina: siamo in anticipo di un quarto d’ora.
«Ciao Prisca. Sei in anticipo.»
Mostra quel sorriso pieno di denti.
«Anche tu.» Indico la busta. «Hai già preso il regalo?»
Emette un mugolio di assenso ed estrae dalla borsa un grosso collare rosso.
«Ti piace? Ha pure il guinzaglio estensibile fino a cinque metri.»
L’odore del cuoio è forte, si sente che è nuovo di zecca.
«È grande. Che cane vuole prendere il tuo ragazzo?»
«Ha detto che gli piacerebbe un Setter.»
«Carino.»
Non è ancora arrivato nessuno, è il momento perfetto per parlarle.
«Senti Venice, riguardo Michael, ecco—»
«Hai paura che te lo rubi?»
«Cosa?»
«Ho visto come lo guardi.» Mi fa l’occhiolino. «Non ti preoccupare, non è il mio tipo. E poi anche lui è preso da te.»
Il corridoio attorno a noi si fa sfocato. Cosa significa? Michael ha mentito anche a lei? E se Claire mi avesse mostrato un dischetto falso? Perché sto scodinzolando ora?
«Non è questo.» Scuoto la testa. «Il fatto è che ho paura che si prenda gioco di me perché sono una chimera, e non vorrei che…»
«Che lo facesse anche con me?»
Annuisco. Il sorriso di Venice si fa più ampio.
«Capisco. Non ti devi preoccupare, so badare a me stessa. Oh, ecco che arrivano.»
I nostri compagni di classe stanno risalendo il corridoio. Michael è in testa al gruppo e in disparte c’è anche Claire. Venice va verso di loro.
«Ehi Michael, guarda qua.»
Prende il collare e glielo agita davanti.
«Ooh.» Michael lo afferra e gioca con l’apertura. «È perfetto, grazie Venice!»
Cosa sta succedendo? Non era per il suo ragazzo?
Michael si gira verso di me.
«Ehi Prisca, perché non te lo provi?»
I nostri compagni di classe ridono. Il sangue mi si gela nelle vene
«Eh?»
«Dai, provalo. Non è perfetto per un Setter?»
Setter. Un Setter. Per lui io sono un Setter.
La parola rimbomba nella mia testa come una pugnalata.
Non ha neanche idea di chi io sia.
Claire mi osserva dietro al branco con uno sguardo triste e scuote la testa.
Faccio un passo indietro.
«Non sono un Setter.»
«Che?»
«Non sono un Setter!»
La mia voce esce fuori acuta come un latrato. La classe scoppia a ridere. Il volto di Michael si contorce in un ghigno.
«Che carina la cagnolina quando si arrabbia.»
Per loro solo una cagna. Mi si bagnano gli occhi, i loro volti si fanno sfocati. Aveva ragione Claire, non avrei dovuto fidarmi di loro.
Qualcuno esce dal gruppo e si avvicina.
«Piantala Michael.»
«Che vuoi Chris? Stiamo solo giocando.»
Chris si pianta tra me e lui.
«Ti sembra che lei si stia divertendo?»
«Che ti frega? È solo una cagn—»
Chris lo colpisce al volto con un pugno. Michael vola a terra, il collare rotola via.
La classe si zittisce. Venice scoppia in una risata sguaiata, così forte che deve tenersi la pancia.
Mi asciugo gli occhi con le maniche per essere sicura di ciò che sto vedendo. Claire si è avvicinata, mi poggia una mano sulla spalla e mi spinge via. Michael si tiene la mascella e si gira verso Venice.
«Fai qualcosa invece di ridere, stronza!»
«Scusa, tesorino.» Venice ha le lacrime agli occhi dal ridere. «È che sei così patetico in questo momento.»
Dal negozio escono due uomini della sicurezza.
«Cosa succede?»
Chris si gira, il suo sguardo è apatico come se non fosse successo nulla.
«Ho pestato quello stronzo.»

-

Chris è seduto al banco accanto al mio. Tiene i gomiti piantati sul banco e la testa poggiata sulle mani. Le nocche sono fasciate. Ha un tenue odore dolce.
Mi siedo al mio posto.
«Cosa ti hanno detto gli agenti?»
Scrolla le spalle.
«Gli ho spiegato la situazione e all’esterno del negozio c’erano le telecamere di sorveglianza. Mi hanno sgridato un po’, niente di che.»
«Non avresti dovuto.»
«Non l’ho mica fatto solo per te.»
«Che intendi?»
Con un cenno del capo mi indica l’altro lato della classe. Claire è seduta al suo posto, la sua pelle è verde e squamosa. Il portacipria è a terra aperto, il vetro è incrinato.
«È entrata stamani, ha sbattuto quel coso a terra e ha cambiato colore senza dire una parola.»
«Tu lo sapevi?»
«L’ho beccata l’anno scorso, quando eravamo compagni di banco. Ti ricordi quando il prof le sequestrò il portacipria? Tenere sotto controllo la pelle senza lo specchio per ore non dev’essere facile.»
Claire mi guarda e sorride, la sua pelle si tinge di giallo.
«Immagino che vedere Venice così spontanea, anche nel suo essere una stronza, le abbia fatto venire voglia di essere se stessa.»
In fondo alla classe Venice ride fissando il monitor. Mi saluta con un cenno della testa. Sembra che ieri non sia successo niente.
Non vedo Michael in classe.
Chris apre sul monitor la cartella con gli ebook.
«È stata Claire a dirmi che ti stavi cacciando nei guai, ieri. A quanto pare ha passato un sacco di tempo a cercare di scollarti quegli stronzi di dosso.»
Il suo sguardo passa da me al monitor. Il suo odore si fa più intenso, sta provando un’emozione forte.
«Posso fidarmi di te?»
«Dovresti imparare da sola a decidere di chi fidarti, non credi?»
Ha ragione. Per la fiducia ci sarà tempo, questa volta.
Scodinzolo.



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Stefano.Moretto
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Re: L'odore delle bugie

Messaggio#2 » domenica 20 dicembre 2020, 3:37

TEMA: Nulla è come sembra
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Bonus 1: Protagonisti adolescenti (Young Adult) -3
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Bonus 2: Almeno una scena che generi “sense of wonder” -2
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Bonus 3: Uso di flashback e/o flashfoward -2
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Bonus 4: Uno specchio deve essere importante nella trama -2
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Spartaco
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Re: L'odore delle bugie

Messaggio#3 » lunedì 21 dicembre 2020, 22:23

A TUTTI I PARTECIPANTI:
Se volete che La Sfida diventi qualcosa di più di un esercizio di scrittura sta a voi impegnarvi. Anche nella fase dei commenti cercate di superare i vostri limiti. Fate critiche costruttive, cercate le lacune dei racconti che dovete leggere e non fatevi problemi nell’esprimere il vostro pensiero in maniera onesta.
La perfezione non passa da queste parti ma insieme potete aiutarvi a migliorare.
Ultima nota, affinché la comunità cresca, se non l’avete fatto vi consiglio di iscrivervi al gruppo Facebook de La Sfida a…
https://www.facebook.com/groups/215238252346692

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MatteoMantoani
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Re: L'odore delle bugie

Messaggio#4 » giovedì 24 dicembre 2020, 15:48

Ciao Stefano. Piacere di leggerti. Ecco i miei umilissimi commenti al tuo racconto: se a volte ti paiono crudi vedili come i consigli di un collega dilettante (come immagino sia tu), non come giudizi divini.
Bando alle ciance!

Prime impressioni: Hai stimolato la parte del mio cervello che si occupa di tenere più lontani possibili i miei ricordi del liceo. E questo è solo un punto a favore per te. Le mie lodi non si fermano qui, ne troverai ancora.
Aderenza al tema: Il tema è ok. Per i bonus ho dei dubbi solo sullo specchio e sul sense of wonder, ma qui si esprimeranno i Giudici.
Punti di miglioramento: Purtroppo le belle idee e la trama semplice ma incisiva non sono accompagnate da una narrazione altrettanto buona. Innanzitutto ci sono molte (troppe) ripetizioni che fanno sospettare che tu non abbia riletto il pezzo a sufficienza. I dettagli visivi (e olfattivi, dato che giustamente il tuo pdv è un ibrido umano/cane) ci sono, però li avrei accentuati di più. Gli odori che descrivi sono paragonabili alle percezioni di un uomo, perché non sottolineare di più che il tuo pdv ha l'olfatto potenziato? Mi viene in mente il racconto Hellraiser, in cui il pdv percepisce addirittura il gusto di un pezzetto di bistecca rimasto conficcato tra i denti dal giorno prima. Avresti potuto dire che l'odore dell'erba tagliata del corridoio era forte come se avessero tagliato l'erba l'altro ieri, o qualcosa del genere.. un problema è anche legato al modo con cui introduci alcuni dettagli sull'aspetto del pdv. È molto difficile rendere un aspetto alieno del pdv se la narrazione è in prima persona, la tua protagonista specifica dettagli del proprio aspetto senza un vero motivo, ad esempio "i capelli castani di un colore molto simile al mio": un po' forzato dirlo così, il pdv non ha bisogno di specificarlo. All'inizio spiattelli un dettaglio sulle orecchie da San Bernardo, quando potevi invece rivelare a tempo debito questa caratteristica, magari quando il ragazzo le accarezza, oppure con una battuta di dialogo. Vedi, descrivere queste cose nel modo giusto è molto difficile, ma se ti riesce bene l'effetto è spettacolare, pensa al racconto La Sentinella .
Qualche scivolone anche nella descrizione di Venice, ha occhi felini ma è più simile a un pesce, e la frase dalla cima della fronte fin dietro di lei sono tenuti lunghi e raccolti in una treccia che le arriva fino alla vita scricchiola un po': quel "dietro di lei" e "fino alla vita" non vanno molto bene. Avrei preferito un riferimento alla schiena (attento, il pdv ha la tipa di fronte e le vede la treccia che sta dietro. Meglio specificarlo quando si gira).
Qualche battuta di dialogo suona un po' artificiosa: quando si scopre che Claire è una camaleonte e fa quella battuta sul camion. Anche la sua reazione mi sembra incoerente: si dà tanto da fare per nascondere il suo vero aspetto, però quando viene scoperta non batte ciglio.
Il flashback cambia bruscamente il pdv, anche se Claire sta raccontando. Non avrei criticato qui l'uso appunto di un raccontato puro, o un monologo, è quello che ci si aspetta di trovare, quando un personaggio inizia a raccontare qualcosa.
Alcune cose riguardo al tuo world building: mi è un pochino difficile pensare a umani che provano attrazione fisica per esseri molto diversi, addirittura incrociati con pesci o cani (so che ci sono esempi a bizzeffe in letteratura e nel cinema di cose simili: come ho detto è una cosa personale, lo stesso motivo per cui per me il film Avatar non ha senso). Impressione mia. Puoi tranquillamente dissentire.
Punti di forza: l'idea è certamente molto buona e proietta direttamente alle ansie adolescenziali legate all'accettazione e ai grandi amori non corrisposti. Che il pdv sia in parte cane è una bellissima metafora dell'innamorato cagnolino portato agli estremi. La cattiveria gratuita dei compagni di classe potrebbe fare arricciare i palati più esigenti (alla fine ogni bulletto è un bambino spaventato bla bla bla) però qui fa il suo lavoro e scatena empatia. Le emozioni del pdv scandite dalla coda che scodinzola sono una bella idea che fa vedere che ti sei calato nel personaggio prima di scrivere.
Conclusioni: peccato davvero per gli scivoloni che ti ho fatto notare, con un po' di revisione le belle idee che hai avuto potrebbero veramente trovare la giusta espressione e colpire le corde sensibili di tutti quelli che hanno avuto almeno una cottarella non corrisposta (il 100% delle persone insomma). Tutto sommato una buona prova, simile a un diamante grezzo da strofinare con tanto buon olio di gomito per farlo splendere.
Alla prossima!

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Stefano.Moretto
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Re: L'odore delle bugie

Messaggio#5 » venerdì 25 dicembre 2020, 11:11

MentisKarakorum ha scritto:Ciao Stefano. Piacere di leggerti. Ecco i miei umilissimi commenti al tuo racconto: se a volte ti paiono crudi vedili come i consigli di un collega dilettante (come immagino sia tu), non come giudizi divini.
Bando alle ciance!

Prime impressioni: Hai stimolato la parte del mio cervello che si occupa di tenere più lontani possibili i miei ricordi del liceo. E questo è solo un punto a favore per te. Le mie lodi non si fermano qui, ne troverai ancora.
Aderenza al tema: Il tema è ok. Per i bonus ho dei dubbi solo sullo specchio e sul sense of wonder, ma qui si esprimeranno i Giudici.
Punti di miglioramento: Purtroppo le belle idee e la trama semplice ma incisiva non sono accompagnate da una narrazione altrettanto buona. Innanzitutto ci sono molte (troppe) ripetizioni che fanno sospettare che tu non abbia riletto il pezzo a sufficienza. I dettagli visivi (e olfattivi, dato che giustamente il tuo pdv è un ibrido umano/cane) ci sono, però li avrei accentuati di più. Gli odori che descrivi sono paragonabili alle percezioni di un uomo, perché non sottolineare di più che il tuo pdv ha l'olfatto potenziato? Mi viene in mente il racconto Hellraiser, in cui il pdv percepisce addirittura il gusto di un pezzetto di bistecca rimasto conficcato tra i denti dal giorno prima. Avresti potuto dire che l'odore dell'erba tagliata del corridoio era forte come se avessero tagliato l'erba l'altro ieri, o qualcosa del genere.. un problema è anche legato al modo con cui introduci alcuni dettagli sull'aspetto del pdv. È molto difficile rendere un aspetto alieno del pdv se la narrazione è in prima persona, la tua protagonista specifica dettagli del proprio aspetto senza un vero motivo, ad esempio "i capelli castani di un colore molto simile al mio": un po' forzato dirlo così, il pdv non ha bisogno di specificarlo. All'inizio spiattelli un dettaglio sulle orecchie da San Bernardo, quando potevi invece rivelare a tempo debito questa caratteristica, magari quando il ragazzo le accarezza, oppure con una battuta di dialogo. Vedi, descrivere queste cose nel modo giusto è molto difficile, ma se ti riesce bene l'effetto è spettacolare, pensa al racconto La Sentinella .
Qualche scivolone anche nella descrizione di Venice, ha occhi felini ma è più simile a un pesce, e la frase dalla cima della fronte fin dietro di lei sono tenuti lunghi e raccolti in una treccia che le arriva fino alla vita scricchiola un po': quel "dietro di lei" e "fino alla vita" non vanno molto bene. Avrei preferito un riferimento alla schiena (attento, il pdv ha la tipa di fronte e le vede la treccia che sta dietro. Meglio specificarlo quando si gira).
Qualche battuta di dialogo suona un po' artificiosa: quando si scopre che Claire è una camaleonte e fa quella battuta sul camion. Anche la sua reazione mi sembra incoerente: si dà tanto da fare per nascondere il suo vero aspetto, però quando viene scoperta non batte ciglio.
Il flashback cambia bruscamente il pdv, anche se Claire sta raccontando. Non avrei criticato qui l'uso appunto di un raccontato puro, o un monologo, è quello che ci si aspetta di trovare, quando un personaggio inizia a raccontare qualcosa.
Alcune cose riguardo al tuo world building: mi è un pochino difficile pensare a umani che provano attrazione fisica per esseri molto diversi, addirittura incrociati con pesci o cani (so che ci sono esempi a bizzeffe in letteratura e nel cinema di cose simili: come ho detto è una cosa personale, lo stesso motivo per cui per me il film Avatar non ha senso). Impressione mia. Puoi tranquillamente dissentire.
Punti di forza: l'idea è certamente molto buona e proietta direttamente alle ansie adolescenziali legate all'accettazione e ai grandi amori non corrisposti. Che il pdv sia in parte cane è una bellissima metafora dell'innamorato cagnolino portato agli estremi. La cattiveria gratuita dei compagni di classe potrebbe fare arricciare i palati più esigenti (alla fine ogni bulletto è un bambino spaventato bla bla bla) però qui fa il suo lavoro e scatena empatia. Le emozioni del pdv scandite dalla coda che scodinzola sono una bella idea che fa vedere che ti sei calato nel personaggio prima di scrivere.
Conclusioni: peccato davvero per gli scivoloni che ti ho fatto notare, con un po' di revisione le belle idee che hai avuto potrebbero veramente trovare la giusta espressione e colpire le corde sensibili di tutti quelli che hanno avuto almeno una cottarella non corrisposta (il 100% delle persone insomma). Tutto sommato una buona prova, simile a un diamante grezzo da strofinare con tanto buon olio di gomito per farlo splendere.
Alla prossima!


Ciao Mantis, grazie mille per la tua valutazione.
Purtroppo in questa sfida ho sofferto del problema opposto al normale MC: ho speso una quantità enorme di tempo per la progettazione e troppo poco per la scrittura. Non fraintendere: ho riletto il testo, ma non è mai facile vedere i problemi di una propria creatura. Soprattutto per quanto riguarda le ripetizioni, sono per me un grosso problema, è un errore che commetto spesso nei miei testi anche se mi sforzo sempre di evitarle. Ci sto lavorando seriamente, quindi se anche in futuro vedrai questo problema ti prego di farmelo notare che devo imparare a superarlo.
Grazie anche per tutte le tue altre critiche, sono punti su cui avrei dovuto focalizzare meglio la mia attenzione, soprattutto il modo in cui ho descritto i personaggi. Farò tesoro di questa valutazione per le mie opere future. Sono molto contento che comunque tu sia riuscito a trovare qualcosa di buono, mi fa davvero piacere.
Grazie ancora!

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Pretorian
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Re: L'odore delle bugie

Messaggio#6 » domenica 27 dicembre 2020, 17:02

Ciao, Stefano e piacere di leggerti.
Dunque, il racconto è interessante. I protagonisti hanno caratteri ben delineati: soprattutto Prisca (o dovredi dire Nina? ;-)) ha un carattere molto interessante e penso che tu sia riuscito a rendere molto bene il suo essere "diverso" e la sua ricerca, allo stesso tempo, di integrazione e di ricerca di un simile.
Per contro, la vicenda soffre di parecchi problemi, sia di trama che di stile. Per lo stile, sei ancora troppo focalizzato sul narrato, piuttosto che mostrato. Emozioni, sensazioni e azioni dovrebbero essere "spiegati" al lettore al minimo ed essere, piuttosto mostrati con le azioni e le parole. La scelta della prima persona ti facilita il compito, poiché puoi liberamente inserire pensieri e opinioni del narratore, avendo comunque cura che non risultino invadenti al punto da rompere l'immersività della lettura. Per quanto riguarda la trama, invece, penso che il punto più debole sia il flashback di Claire: sono poche righe, di una linearità deprimente. Un'amica di Claire scopre che lei è una chimera e ne ha paura. Punto. Fino alla fine mi sono aspettato un colpo di coda, un qualcosa di eclatante che giustificasse l'astio della ragazza, ma non ho trovato nulla. Insomma, sembra che tu abbia preso le origini di un villain random (da Magneto al Mostro di Frankenstain) e ne abbia scelto la scena più noiosa e scontata. A parte questo, ci sono tutta una serie di dettagli secondari che avrebbero potuto aiutare a migliorare il racconto: ad esempio, un cenno a cosa sono le chimere e come funzionano le generazioni, oppure il fatto che Venice puzzi di salsedine (che non ha senso: la salsedine è l'odore del mare, ma Venice non viene mai mostrata come legata all'acqua. Meglio sarebbe stato dire che odorava di pesce a questo punto) o il fatto che gli occhi di Venice abbiano le pupille verticali come quelli dei gatti, mentre gli squali hanno pupille tonde e molto grosse. Dettagli, ma a volte sono le piccole cose quelle che fanno la differenza.

Alla prossima!

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Re: L'odore delle bugie

Messaggio#7 » domenica 27 dicembre 2020, 20:40

Pretorian ha scritto:Ciao, Stefano e piacere di leggerti.
Dunque, il racconto è interessante. I protagonisti hanno caratteri ben delineati: soprattutto Prisca (o dovredi dire Nina? ;-)) ha un carattere molto interessante e penso che tu sia riuscito a rendere molto bene il suo essere "diverso" e la sua ricerca, allo stesso tempo, di integrazione e di ricerca di un simile.
Per contro, la vicenda soffre di parecchi problemi, sia di trama che di stile. Per lo stile, sei ancora troppo focalizzato sul narrato, piuttosto che mostrato. Emozioni, sensazioni e azioni dovrebbero essere "spiegati" al lettore al minimo ed essere, piuttosto mostrati con le azioni e le parole. La scelta della prima persona ti facilita il compito, poiché puoi liberamente inserire pensieri e opinioni del narratore, avendo comunque cura che non risultino invadenti al punto da rompere l'immersività della lettura. Per quanto riguarda la trama, invece, penso che il punto più debole sia il flashback di Claire: sono poche righe, di una linearità deprimente. Un'amica di Claire scopre che lei è una chimera e ne ha paura. Punto. Fino alla fine mi sono aspettato un colpo di coda, un qualcosa di eclatante che giustificasse l'astio della ragazza, ma non ho trovato nulla. Insomma, sembra che tu abbia preso le origini di un villain random (da Magneto al Mostro di Frankenstain) e ne abbia scelto la scena più noiosa e scontata. A parte questo, ci sono tutta una serie di dettagli secondari che avrebbero potuto aiutare a migliorare il racconto: ad esempio, un cenno a cosa sono le chimere e come funzionano le generazioni, oppure il fatto che Venice puzzi di salsedine (che non ha senso: la salsedine è l'odore del mare, ma Venice non viene mai mostrata come legata all'acqua. Meglio sarebbe stato dire che odorava di pesce a questo punto) o il fatto che gli occhi di Venice abbiano le pupille verticali come quelli dei gatti, mentre gli squali hanno pupille tonde e molto grosse. Dettagli, ma a volte sono le piccole cose quelle che fanno la differenza.

Alla prossima!


Ci ho messo 15 minuti per capire chi era la Nina a cui ti riferivi. Quando ho realizzato ho avuto un flashback del vietnam. Ti odio. Non ci avevo minimamente pensato mentre scrivevo.
Scherzi a parte, ti ringrazio molto per il tuo commento. Sono contento che ti sia piaciuta la caratterizzazione dei personaggi, è un aspetto a cui tenevo. Per quanto riguarda lo stile sto cercando di escludere il narrato dai miei scritti, ma non è sempre facile. Cercherò di migliorare nelle prossime prove.
Il flashback ammetto che è il punto debole della progettazione. Doveva essere il momento in cui veniva spiegata la psicologia di Claire e il perché lo specchio è così importante per lei, ma non è venuto bene come speravo.
I piccoli dettagli mi sarebbe piaciuto riuscire a inserirli per dare più senso d'ambientazione, ma non ci sono riuscito. Un po' colpa del limite dei caratteri, un po' tanto colpa mia che non sono riuscito a inserirli nonostante lo spazio a disposizione.
Ti ringrazio per il prezioso feedback, cercherò di farlo fruttare nelle prossime sfide.

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Laura Cazzari
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Re: L'odore delle bugie

Messaggio#8 » lunedì 28 dicembre 2020, 11:25

Ciao Stefano, comincio col dirti che ho trovato il tuo racconto davvero originale. L’idea delle chimere che vivono tra di noi, con tutti i pregiudizi del caso, trovo che sia una splendida trasposizione fantascientifica di una situazione purtroppo molto attuale.
Il tema devo dire che è presente ed è ben inserito in diversi punti. I bonus anche sono stati inseriti con naturalezza nella trama, forse solo lo specchio non è così importante per la trama ma comunque mi piace come lo hai incluso.
I personaggi sono ben strutturati e credibili, insomma una buona prova bravo.
Laura Cazzari

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Stefano.Moretto
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Re: L'odore delle bugie

Messaggio#9 » lunedì 28 dicembre 2020, 14:50

Laura Cazzari ha scritto:Ciao Stefano, comincio col dirti che ho trovato il tuo racconto davvero originale. L’idea delle chimere che vivono tra di noi, con tutti i pregiudizi del caso, trovo che sia una splendida trasposizione fantascientifica di una situazione purtroppo molto attuale.
Il tema devo dire che è presente ed è ben inserito in diversi punti. I bonus anche sono stati inseriti con naturalezza nella trama, forse solo lo specchio non è così importante per la trama ma comunque mi piace come lo hai incluso.
I personaggi sono ben strutturati e credibili, insomma una buona prova bravo.

Ciao Laura, grazie mille per la valutazione e i complimenti, sono molto felice che il mio racconto ti sia piaciuto! Riguardo lo specchio: non è il fulcro della vicenda e non è di importanza primaria per la protagonista, ma è molto importante per un personaggio secondario che le è vicino (addirittura fondamentale per lei, tanto che la sua rottura ha un significato molto forte). Sono contento che comunque ti sia piaciuto il modo in cui ho deciso di inserire l'elemento.
Grazie ancora!

sprynt
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Re: L'odore delle bugie

Messaggio#10 » martedì 29 dicembre 2020, 18:37

Amore e amicizia sono sicuramente due tematiche caratteristiche degli adolescenti, così come la paura di essere diversi e la derisione di ciò che non è conforme. Un misto di fantasy e racconto adolescenziale, in cui l’aspetto della verità nascosta è ben rappresentato. Non colgo il sense of wonder come descritto nel post, ma più come rivelazione delle vere emozioni dei protagonisti. Il flashback sembrava più un ricordo che una situazione passata che si sovrappone a quella presente. Il ruolo dello specchio, essendo assegnato ad un coprotagonista, pur svolgendo il suo ruolo, perde un po’ di centralità nel racconto a mio parere.
Arianna Cazzari

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Alessio
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Re: L'odore delle bugie

Messaggio#11 » mercoledì 30 dicembre 2020, 16:31

Ciao Stefano,

interessante la tua scuola con le chimere. Hai reso bene il carattere dei personaggi, che però forse sono un pochino stereotipati: il bulletto che si prende gioco della protagonista, il ragazzo con una cotta per lei e che lei non considera, la compagna di classe burbera ma che alla fine si rivela un’amica migliore di altri. Però calati nel giusto contesto e arricchiti dall’elemento fantastico (che rappresenta il “diverso” da prendere in giro) non disturbano, anche se rendono l’ambientazione simile a qualche telefilm americano. Forse avrei caratterizzato un po’ di più Prisca puntando sulla capacità di capire le emozioni dell’interlocutore attraverso l’olfatto e anche sulla sua consapevolezza di ciò.
Sullo stile non ho molto da dire, l’uso del mostrato mi pare in generale buono, un po’ di raccontato qua e là. Anche il punto di vista di Prisca mi è parso sempre coerente. I dialoghi mi sembrano credibili.
Faccio solo un appunto sul flashback: non è un flashback. È solo il racconto di Claire. Avresti dovuto mantenere la narrazione nello stesso tempo della vicenda principale, perché in un flashback è il tuo presente narrativo che si sposta.
In conclusione, una storia non originalissima ma che si regge onestamente, con uno stile tutto sommato adeguato ma migliorabile sotto alcuni aspetti.

Alla prossima.

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Stefano.Moretto
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Re: L'odore delle bugie

Messaggio#12 » lunedì 4 gennaio 2021, 0:16

sprynt ha scritto:Amore e amicizia sono sicuramente due tematiche caratteristiche degli adolescenti, così come la paura di essere diversi e la derisione di ciò che non è conforme. Un misto di fantasy e racconto adolescenziale, in cui l’aspetto della verità nascosta è ben rappresentato. Non colgo il sense of wonder come descritto nel post, ma più come rivelazione delle vere emozioni dei protagonisti. Il flashback sembrava più un ricordo che una situazione passata che si sovrappone a quella presente. Il ruolo dello specchio, essendo assegnato ad un coprotagonista, pur svolgendo il suo ruolo, perde un po’ di centralità nel racconto a mio parere.

Ciao Sprynt, grazie per la tua valutazione.
Il flashback è in effetti un ricordo raccontato, ho cercato di trasformarlo in un flashback vero e proprio cambiando il punto di vista e provando a rendere chiara la transizione spostando la narrazione al passato, può non essere stata una scelta azzeccata.
Lo specchio non è al centro del racconto, questo è certo, tuttavia penso che la sua importanza ci sia ai fini dei rapporti tra i personaggi.
Grazie ancora per il tuo commento!

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Stefano.Moretto
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Re: L'odore delle bugie

Messaggio#13 » lunedì 4 gennaio 2021, 0:25

Alessio ha scritto:Ciao Stefano,

interessante la tua scuola con le chimere. Hai reso bene il carattere dei personaggi, che però forse sono un pochino stereotipati: il bulletto che si prende gioco della protagonista, il ragazzo con una cotta per lei e che lei non considera, la compagna di classe burbera ma che alla fine si rivela un’amica migliore di altri. Però calati nel giusto contesto e arricchiti dall’elemento fantastico (che rappresenta il “diverso” da prendere in giro) non disturbano, anche se rendono l’ambientazione simile a qualche telefilm americano. Forse avrei caratterizzato un po’ di più Prisca puntando sulla capacità di capire le emozioni dell’interlocutore attraverso l’olfatto e anche sulla sua consapevolezza di ciò.
Sullo stile non ho molto da dire, l’uso del mostrato mi pare in generale buono, un po’ di raccontato qua e là. Anche il punto di vista di Prisca mi è parso sempre coerente. I dialoghi mi sembrano credibili.
Faccio solo un appunto sul flashback: non è un flashback. È solo il racconto di Claire. Avresti dovuto mantenere la narrazione nello stesso tempo della vicenda principale, perché in un flashback è il tuo presente narrativo che si sposta.
In conclusione, una storia non originalissima ma che si regge onestamente, con uno stile tutto sommato adeguato ma migliorabile sotto alcuni aspetti.

Alla prossima.


Ciao Alessio, grazie per la tua valutazione.
Sono contento che ti sia piaciuto il contesto che ho creato con questo racconto anche se non brilla di originalità. Forse hai ragione su Prisca, avrei dovuto valorizzarne di più i tratti animali, magari rendendo più chiaro il modo istintivo in cui usa l'olfatto. Ti ringrazio per le considerazioni sullo stile: sto cercando di eliminare il raccontato il più possibile, non è sempre semplice e anche revisionando il testo, essendo appena stato scritto, non è facile "distaccarsene" abbastanza da essere obiettivi.
Riguardo il flashback: la scelta di mettere la narrazione al passato l'ho presa per due motivi. Il primo era rendere chiaro che c'è uno "stacco" narrativo tra le scene: non solo il cambio di punto di vista, ma anche il contesto temporale. Il secondo era per dare un'impressione di "racconto". Ovviamente quelle non sono state le parole precise precise di Claire con Prisca, altrimenti avresti perfettamente ragione a dire che non è un flashback e, soprattutto, mi sarebbe bastato mettere i caporali e renderlo un dialogo. Inoltre non sarebbe stato neanche naturale per come lo raccontava (la mentalità è chiaramente quella della Claire da piccola, la Claire adolescente avrebbe usato parole diverse). Volevo comunque dare l'impressione del "racconto" per permettere al lettore di ambientarsi nello spostamento.
Probabilmente non è stata una scelta azzeccata cambiare la narrazione in questo modo, avrei potuto fare di meglio per rendere più chiaro il passaggio (come mi è stato fatto notare anche in altre valutazioni; ad esempio pare non fosse chiaro fin da subito che il punto di vista era Claire).
Ti ringrazio ancora per il tuo commento

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Pietro D'Addabbo
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Re: L'odore delle bugie

Messaggio#14 » mercoledì 6 gennaio 2021, 3:52

Ciao Stefano, piacere di leggerti

Il tuo a mio parere è il racconto migliore del gruppo, nonché quello più aderente a tutti i bonus richiesti. La storia che dipingi può risultare un po’ sentita poiché utilizza tutti le tematiche e i personaggi classici del genere letterario che era richiesto dalla Sfida, ma il tutto viene immerso in una ambientazione innovativa che hai saputo ben maneggiare. Unico punto che andrei a limare, dato il titolo che fa riferimento ad uno specifico senso, è proprio l’inserimento di un numero maggiore di percezioni sensoriali olfattive. Già ve ne sono, ma sono là dove anche un umano ne percepirebbe. Una piccola spinta in questo senso a mio parere renderebbe più convincente l’immersione nel POV della protagonista.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Stefano.Moretto
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Re: L'odore delle bugie

Messaggio#15 » mercoledì 6 gennaio 2021, 10:31

PietroD'Addabbo ha scritto:Ciao Stefano, piacere di leggerti

Il tuo a mio parere è il racconto migliore del gruppo, nonché quello più aderente a tutti i bonus richiesti. La storia che dipingi può risultare un po’ sentita poiché utilizza tutti le tematiche e i personaggi classici del genere letterario che era richiesto dalla Sfida, ma il tutto viene immerso in una ambientazione innovativa che hai saputo ben maneggiare. Unico punto che andrei a limare, dato il titolo che fa riferimento ad uno specifico senso, è proprio l’inserimento di un numero maggiore di percezioni sensoriali olfattive. Già ve ne sono, ma sono là dove anche un umano ne percepirebbe. Una piccola spinta in questo senso a mio parere renderebbe più convincente l’immersione nel POV della protagonista.

Ciao Pietro
Grazie mille per questo commento, mi ha fatto veramente tanto piacere. Sull'olfatto hai ragione, come mi faceva notare anche mantis avrei dovuto dargli più rilevanza all'interno del testo, nell'idea originale il personaggio doveva essere molto incentrato su questo senso, ma poi mi sono concentrato troppo su altri aspetti e questo non è venuto bene come pensavo.
Grazie ancora!

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Davide_Mannucci
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Re: L'odore delle bugie

Messaggio#16 » giovedì 7 gennaio 2021, 9:40

Ciao Stefano e piacere di leggerti!
Devo dirlo senza remore né filtri: il tuo racconto è strepitoso! Il tema è super centrato e anche i bonus ci sono tutti. A proposito di quelli, trovo il flashback incastrato molto bene. Vero che è raccontato ma nel complesso della storia arriva come un flashback e non spezza il ritmo per niente, per cui il bonus c'è e per come lo hai inserito hai mostrato di saperci fare!
Trovo il dettaglio dello specchio di Claire davvero ben costruito. Mette l'ansia questa chimera preoccupata per la sua pelle. Ho provato la sua preoccupazione. Ottima caratterizzazione di un personaggio secondario. Perfetti i dialoghi. Mi hai tenuto incollato e non ho mai avuto un dubbio su quello che stavo leggendo. Credo di dover prendere appunti su come strutturare e gestire una trama. Complimenti davvero!
Prisca mi ha procurato disagi e scompensi, cioè...tu mi hai trasmesso i suoi, quindi missione compiuta anche per quanto riguarda lei.
L'idea è originale e, anche se sui miei commenti difficilmente ha un peso il gusto personale, mi è piaciuta tantissimo. Lettura interessante, gradevole e totalmente immersa nella storia.
Anche io sono d'accordo sulla necessità di dare più peso al discorso dell'olfatto, perché quella cosa dell'odore di salsedine era davvero interessante e intrigante.
Detto questo, una prova davvero ottima. Bravo!
A presto!
Davide Mannucci

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Stefano.Moretto
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Re: L'odore delle bugie

Messaggio#17 » giovedì 7 gennaio 2021, 10:40

DavideMannucci ha scritto:Ciao Stefano e piacere di leggerti!
Devo dirlo senza remore né filtri: il tuo racconto è strepitoso! Il tema è super centrato e anche i bonus ci sono tutti. A proposito di quelli, trovo il flashback incastrato molto bene. Vero che è raccontato ma nel complesso della storia arriva come un flashback e non spezza il ritmo per niente, per cui il bonus c'è e per come lo hai inserito hai mostrato di saperci fare!
Trovo il dettaglio dello specchio di Claire davvero ben costruito. Mette l'ansia questa chimera preoccupata per la sua pelle. Ho provato la sua preoccupazione. Ottima caratterizzazione di un personaggio secondario. Perfetti i dialoghi. Mi hai tenuto incollato e non ho mai avuto un dubbio su quello che stavo leggendo. Credo di dover prendere appunti su come strutturare e gestire una trama. Complimenti davvero!
Prisca mi ha procurato disagi e scompensi, cioè...tu mi hai trasmesso i suoi, quindi missione compiuta anche per quanto riguarda lei.
L'idea è originale e, anche se sui miei commenti difficilmente ha un peso il gusto personale, mi è piaciuta tantissimo. Lettura interessante, gradevole e totalmente immersa nella storia.
Anche io sono d'accordo sulla necessità di dare più peso al discorso dell'olfatto, perché quella cosa dell'odore di salsedine era davvero interessante e intrigante.
Detto questo, una prova davvero ottima. Bravo!
A presto!

Ciao Davide,
non so che dire, ti ringrazio tantissimo per i complimenti, non mi aspettavo una valutazione così entusiasta. Sono davvero contento che ti sia piaciuto così tanto e sì, l'olfatto avrei dovuto valorizzarlo di più, è la cosa che hanno notato praticamente tutti leggendolo.
Non so che altro dire, grazie mille!

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Davide_Mannucci
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Re: L'odore delle bugie

Messaggio#18 » giovedì 7 gennaio 2021, 10:44

....è scritto bene, mi ha immerso nella storia, mi ha fatto sentire quello che provava la protagonista, ho pure provato il fastidio delle orecchie ciondoloni....in più mi è piaciuto un sacco...posso essere libero di essere entusiasta? :D
Davide Mannucci

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Re: L'odore delle bugie

Messaggio#19 » giovedì 7 gennaio 2021, 12:07

DavideMannucci ha scritto:....è scritto bene, mi ha immerso nella storia, mi ha fatto sentire quello che provava la protagonista, ho pure provato il fastidio delle orecchie ciondoloni....in più mi è piaciuto un sacco...posso essere libero di essere entusiasta? :D

Certo che sì, anzi mi fa davvero tanto piacere. Grazie!

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