Salve a tutti, ecco la mia classifica.
Leggere queste storie è stato un immenso piacere! Ho imparato davvero molto nel leggerle, e di questo sono grata.
Voglio dire che stilare questa classifica è stata un'ardua impresa, davvero. C'erano storie ottime sotto ogni punto di vista, e storie che sulla forma arrancavano un poco ma non nel contenuto. Davvero è stata un'impresa, se avessi potuto mettere più di un titolo in un unico posto avrebbe aiutato :P
1)
Amiche per la vita di Pretorian
2)
Specchio specchio di Alessio Vallese
3)
Il gambero di Aquileia di Matteo Mantoani
4)
Istinti naturali di Pietro, Miriam e Paola D'Addabbo
5)
Viaggio introspettivo di Laura Cazzari
6)
Riscoprirsi altrove di Davide Manucci
7)
Due facce della stessa medaglia di Arianna Cazzari
Ecco i commenti:
1)
Amiche per la vita di Pretorian
Ciao Pretorian, è un piacere leggerti.
Ammetto che non ho molto da dire su questo testo. Lo intendo in maniera totalmente positiva.
Inizio subito mostrando due piccoli refusi che ho trovato:
sposta un atro scatolone
che non l’abbia veduto
I personaggi li ho trovati buoni e ho particolarmente apprezzato le loro dimostrazioni di affetto (sì, lo ammetto, sono una di quelle persone disgustose che adorano gli abbracci e roba varia, ancor di più quando leggo!).
Le descrizioni le ho trovate ottime e lo stile molto pulito.
Approvo i quattro bonus e anche il tema, e voglio esprimere un certo apprezzamento su come è stato trattato un tema tipico del YA. Se l'adolescenza è il periodo in cui noi dobbiamo scontrarci con l'allontanamento di persone a noi care, mi piace come Elena non accetta tale realtà.
L'ho trovata una lettura interessante.
Mi dispiace che questo commento sia così spoglio, ma ho veramente poco da dire. Mi è piaciuto veramente tanto, il crescendo di emozioni nel climax mi ha fatto rimanere con il fiato sospeso, e volevo dare un piccolo pugno ad Elena alla fine.
Insomma, ottimo lavoro!
2)
Specchio specchio di Alessio Vallese
Ciao Alessio, è un piacere leggerti.
Ammetto che questa storia mi ha lasciata molto perplessa. Ma in senso totalmente positivo.
L'incipit è ottimo. Ottimo uso del mostrato e il senso di nostalgia, del passato, è molto evidente e traspare molto bene. Mi ha fatto mancare i corridoi del mio vecchio liceo.
Le descrizioni sono ottime: semplici, dritte al punto, e con molti riferimenti sensoriali. Ottimo.
In particolare, ho apprezzato tanto la descrizione del "secondo" magazzino: come si mostra che è lo stesso che Bert ha visitato vent'anni prima senza dirlo apertamente.
I dialoghi tra Bert e Max sono stati fantastici da leggere. Di norma non sono una grande fan dell'infarcimento di dialoghi con parolacce, ma personalmente qua l'ho trovato ottimo.
Ho solo una cosa che mi rende ancora perplessa: il fatto della chiave. Però sono sicura che sia una mia mancanza, un dettaglio che io non ho colto, e non un errore della trama. Almeno spero!
Insomma, veramente ottimo. Non ho molto altro da dire.
Lascio la parola ai giudici ovviamente, ma confermo i bonus e il tema.
3)
Il Gambero di Aquileia di Matteo Mantoani
Ciao MentisKarakorum, è un piacere leggerti.
Ottimo racconto, strutturato molto bene. Ammetto che non sono particolarmente avvezza al genere storico, ma questo mi è piaciuto molto.
A mio avviso, anche se lascio l'ultima parola ai giudici, confermo il tema e i bonus, anche se ammetto che la presenza dello specchio l'ho trovata un po' debole. Non mento dicendo che in un primo momento ho pensato che fosse un elemento inutile, ma arrivata alla fine mi sono ricreduta. Eppure, continuo a pensare che fosse un elemento "debole", e forse inserire più riferimenti ai sensi di colpa di Gotfrid avrebbe aiutato a renderlo più presente e la sua separazione finale più significativa di quanto non lo sia già.
L'incipit l'ho trovato molto buono, con un buon ritmo e un'atmosfera "aulica" che ho trovato molto azzeccata. Quando il Patriarca è inciampato, ho soffocato una risata anche io.
Unica frase dove vorrei esprimere un'opinione:
Quando inciampò, Gotfrid non ne fu sorpreso.
Il clangore del pastorale placcato in argento che si schiantava al suolo sovrastò il coro liturgico.
Puramente personale, ma "il clangore del pastorale placcato in argento" mi ha rallentato troppo la scena. Si è già visto che il Patriarca è inciampato, e ora volevi mostrare la reazione del "pubblico", ma quella frase secondo me rallenta troppo e fa perdere il filo.
Un'altra parte che mi ha fatto un po' storcere il naso è stata quando il tema viene esplicitamente nominato da Maddalena. L'ho trovato un po' forzato e piuttosto... stonante.
Riguardo il resto, non ho altro da dire: ho particolarmente apprezzato il tema elaborato su più livelli (il diavolo che viene perdonato, Gotfrid che trova il perdono nonostante le barbarie, "anche i nobili inciampano").
La trama l'ho trovata semplice ma d'effetto, che non reputo mai un problema, anzi.
Lo stile l'ho trovato pulito e non troppo pesante, a parte per quella frase che ho menzionato più sopra.
Veramente ottimo lavoro! Complimenti.
4)
Istinti naturali di Pietro, Miriam e Paola D'Addabbo
Ciao Pietro, un piacere leggerti.
Mi è piaciuta molto l'idea dietro!
Confermo il tema e i bonus, a parte uno. Quello del flashback/flashforward l'ho trovato usato in una maniera un po' troppo bizzarra e forzata.
Cerco di spiegarmi meglio: la riconciliazione tra Josephine e Rosalba avviene principalmente tramite la scena finale, dove si rivela che il PoV è quello di Rosalba. Ma quella stessa scena l'ho trovata come un espediente forzato per mostrare la riconciliazione, rendendo tutte le scene "nel presente" un po' inutili.
Se rimuovessimo le scene ambientate nel presente, rimarremmo solo con la domanda "si saranno riappacificate?", domanda a cui comunque otteniamo solo una risposta piuttosto vaga.
Per questo lo trovo un poco forzato. Leggo dai tuoi commenti che doveva essere spiegata meglio la scena di riconciliazione, e posso comprendere il limite di 20k caratteri.
Ovviamente, l'ultima parola spetta ai giudici!
Detto questo, passo ai lati positivi. L'idea mi è piaciuta molta e come viene sfruttata, le descrizioni le ho trovate molto evocative, soprattutto quella nella casa della nonna. Al momento immaginavo me stessa con dei biscotti in mano!
Voglio solo mostrare un errore:
Il merlo indiano della nonna le fa eco
≪Entrate. Entraaateee.≫ con una vocetta gracchiante.
Penso qui tu sia andato a capo troppo presto.
Comunque, il mio commento iniziale non ha rovinato il mio apprezzamento della storia.
Lo stile l'ho trovato ottimo, i personaggi ben caratterizzati, l'idea azzeccata.
Ottimo lavoro.
5)
Viaggio introspettivo di Laura Cazzari
Ciao Laura, è un piacere leggerti.
Allora, premetto subito che ho adorato molto l'idea: ho un certo debole per le storie di questo genere perciò mi ha coinvolto fin da subito. Lo stile l'ho trovato buono, molto pulito, e i simbolismi che si susseguono li ho apprezzati molto (la scena con i geyser mi ha colpito particolarmente, così come la scena della lucciola che si sofferma a guardare i ricordi di sua figlia nel fiume).
Lascerò la parola ai giudici, ma per me i bonus sono tutti da attribuire, così come il tema è stato azzeccato. Mi piace pensare che "nulla è come sembra" non sia solo legato all'esperienza di pre-morte, ma anche alla confessione della protagonista. Mi piace molto come hai utilizzato lo specchio in questo contesto.
Però ho delle note dolenti da commentare.
Inizio da cose puramente tecniche e di forma. Ho notato un paio di refusi e piccole accortezze di punteggiatura che inserirò qui:
Un campo di fiori, completamente grigio si estende sotto i miei piedi per diversi chilometri.
Dopo grigio manca una virgola, oppure toglila direttamente dopo fiori.
Sono sola in mezzo al prato grigio. L’unica cosa che vedo accanto a me è un albero e da questo albero spunta una lanterna.
C'è una ripetizione forzata di "albero". Forse un semplice "da cui" avrebbe perfettamente funzionato.
Alzo la testa per cercare di capire contro cosa ho sbattuto.
Viene ripetuto due volte il fatto che abbia sbattuto.
Lo specchio è sparito e al suo pasto è tornata la melodia che avevo sentito prima.
"Posto" al posto di pasto.
Torno al presente, gli occhi pieni di lacrime, ripendo a correre.
"Riprendo"
Però questi sono cose di poco conto, lo ammetto, facilmente sistemabili con una rilettura.
La lucciola si trasforma nuovamente in lampione, poi sembra svanire.
La luce, però, sembra rimanere per permettermi di vedere, un po’ più chiaramente, quel posto innaturale.
La foresta sembra trasformarsi, tutto quello che prima era infantile e gioioso adesso è più adulto e cupo.
Ora, disclaimer totale: NON sono una scrittrice professionista, né una editor. Ho solo studiato da autodidatta e con la mia esperienza, ma una delle cose che spesso leggo è di evitare i verbi come "sembrare". Qui penso sia un buon esempio. La lucciola "sembra" svanire, la luce "sembra" rimanere, la foresta "sembra" trasformarsi.
Se togli i sembra, le frasi hanno un effetto maggiore. La lucciola
svanisce, la luce
rimane, la foresta
si trasforma.
Ovviamente, prendi questo consiglio un po' con le pinze, sono anche delle sensazioni che ho avuto io leggendo :)
- D’accordo lo ammetto: l’incidente è stato colpa mia, volevo morire. Adesso, però, portami via.
Urlo con tutto il fiato che ho in corpo, e questa volta riesco a udire la mia voce.
Qui cambierei la punteggiatura, aggiungendo un bel punto esclamativo. Non mi pare stia urlando! (Anche se ammetto che dirlo come una confessione funziona comunque, ma stona con la spiegazione che dai dopo).
Ho inoltre un altro problema con la formattazione della storia.
Dopo un dialogo dove descrivi le azioni di qualcuno, non serve andare a capo.
Esempi:
- Tu.
Risponde semplicemente il lampione.
- La luce ha varie forme.
Risponde semplicemente alla mia domanda inespressa, accoccolandosi sulla mia spalla.
Basta aggiungerlo dopo. Ammetto che leggerlo era un po' strano. Sembravano azioni che accadevano all'esterno del dialogo, quando invece lo accompagnavano.
Ora parlerò del contenuto.
Come ripeto, la trama l'ho trovata buona, e l'ho trovato un buon "viaggio" nella mente della protagonista. Le descrizioni le ho trovate piuttosto azzeccate e in tema con il sense of wonder, anche se penso che se la protagonista avesse agito in qualche scena avrebbe avuto un effetto migliore. Il miglior esempio che mi viene in mente è quando raggiunge la foresta con i castelli volanti (descrizione molto buona!): per rendere tutto più "tangibile" forse la protagonista avrebbe potuto provare a toccare uno degli alberi, ad esempio.
Ho una nota dolente su una questione di contenuto: durante il viaggio veniamo a conoscenza di alcune persone importanti per Alysia, ad eccezione di una. James.
Viene solo detto che si conoscono da sempre, ma nella visione di lui non c'è proprio menzione, al contrario di Emily. Vedere Emily aspettare il risveglio dell'amica ha un certo effetto dopo averla conosciuta durante il viaggio, ma per James questo effetto è praticamente assente. Qualche riferimento su di lui durante il viaggio avrebbe aiutato parecchio.
Insomma, il tema mi è piaciuto molto, l'idea la trovo molto buona, ma la storia in sé l'ho trovata un po' "piatta": la protagonista non reagisce molto di fronte a cosa succede (ad eccezioni di alcune scene verso la fine). Penso che qualche riferimento in più alla questione della sua "scelta" sull'incidente avrebbe reso più interessanti le cose. Però ho comunque apprezzato.
6)
Riscoprirsi altrove di Davide Manucci
Ciao Davide, è un piacere leggerti.
Purtroppo ho delle note un po' dolenti riguardo questa storia.
Ma voglio andare con ordine.
Ottimo incipit, davvero. Il mood della scena è immediatamente comprensibile, la protagonista è caratterizzata in poche righe e abbiamo subito una buona idea di partenza su di lei e qual è la sua vita di tutti i giorni (ho particolarmente apprezzato il dettaglio della madre e della cioccolata calda: come descrivere un rapporto di affetto con poche parole!). Veramente ottimo.
Ho solo una piccola domanda: proprio nella prima frase, Gaia dice "Musica pesa e ignorante" - musica pesa? Sono giovane ma non avevo mai sentito questo termine, ho provato a cercare su Google ma non mi è uscito niente. È un errore?
Altra frase, poco più avanti, che ho trovato un po' strana:
Si sforzò di ricordare e le tornarono davanti le scene della discussione della sera prima
"Davanti?"
Forse era meglio un "in mente"?
I problemi della storia insorgono quando Orfeo fa la sua prima apparizione.
Aprì la porta e sorrise per nascondere tutta la vergogna e l’imbarazzo che provava in quel momento ma restò immobile a guardare quel tizio grasso e vestito come se lo avessero immerso nell’arcobaleno che la fissava sorridente.
Gaia lo osservò bene, sembrava proprio lui. Ma che voleva ancora? Aveva già espresso il desiderio e allora? Cos’altro voleva questo ciccione? Forse si era dimenticato qualcosa, o forse non era lui.
Ma Elis non lo vedeva? Ah cacchio, Elis! Gaia mise la testa fuori dalla porta per cercarlo ma vide solo il faccione di Orfeo, o come cavolo si chiamava, che copriva gran parte della visuale.
Orfeo appare un po' come un fulmine a ciel sereno e, per quanto Gaia lo conosca già, noi lettori non sapevamo nulla di lui e la lunghezza della frase non aiuta a elaborare la sorpresa. Forse avrebbe aiutato rallentare un poco la scena, e far sì che Gaia si "fermasse" un secondo di fronte alla figura di Orfeo ("ma restò immobile mentre guardava [...]" è troppo veloce per avere lo stesso effetto), forse poteva anche uscire con un qualcosa tipo "Cosa ci fai TU qui?!" per far capire meglio che Orfeo, in quel momento, è un estraneo.
Il resto della storia va decisamente troppo di fretta: Gaia è confusa (ed è comprensibile), ma anche io come lettrice non riuscivo a raccapezzarmi su ciò che succedeva.
Ho anche qualche nota dolente sull'epilogo: l'ho trovato troppo "sospeso", come una sorta di finale aperto che, sinceramente, non sono riuscita bene a spiegarmi.
L'idea mi è piaciuta e la protagonista l'ho trovata azzeccata, ma il ritmo troppo veloce mi ha veramente disorientata. Mi dispiace!
Per i bonus e il tema, ovviamente lascio la parola ai giudici, ma per me sono confermati tutti, anche se ammetto che la scena del flashback poteva essere un po' più "distaccata" dal flusso di coscienza per far sì che non risultasse troppo amalgamata al resto della narrazione.
7)
Due facce della stessa medaglia di Arianna Cazzari
Ciao sprynt, è un piacere leggerti.
Sono parecchio combattuta su questo testo. Inizio dicendo che approvo il tema, ma non tutti e quattro i bonus.
Ovviamente la parola finale va ai giudici, ma il flashback viene solo menzionato e neanche veramente mostrato, e il sense of wonder non l'ho colto. La rivelazione finale è sorprendente, ma non lo definirei "sense of wonder".
Approvo gli altri due bonus.
Voglio far presente che ci sono un paio di errori, come assenza di spazio dopo un segno di interpunzione e la mancanza di qualche maiuscola nei dialoghi, ma non sono errori troppo gravi e non distolgono dalla lettura.
Detto questo, voglio veramente esprimere il mio apprezzamento per il tema trattato. Non sarà al 100% realistico, ma sono veramente contenta che, per una volta, il DID non venga rappresentato come una cosa da criminali, come tipico nei media. Ho apprezzato veramente tanto che Dorothy e Tea collaborino per "sfruttare" i punti positivi dell'altra persona.
Tornando alla storia, i personaggi li ho trovati caratterizzati abbastanza bene: svolgono bene il loro ruolo, e su quello non ho molto da dire.
L'incipit l'ho trovato buono, c'è un piccolo senso di "curiosità" dovuta alla questione che Tea dice di volersi fare un tatuaggio di Dorothy, quando sembra che non la sopporti. Non lo dico come critica, è stata una cosa che ha veramente preso la mia curiosità.
Ora, passiamo alle note dolenti: il ritmo della storia l'ho trovato troppo veloce, come se fosse una sorta di riassunto di ciò che stava succedendo.
A tal proposito, volevo chiedere una cosa: ho notato che le parti con Dorothy in realtà non sono mai mostrate, ma solo raccontate. Questa scena ne è l'esempio migliore:
Poi però mi viene l’idea di chiederle di sostituirmi all’interrogazione di inglese del giorno dopo. So com’è fatta Dorothy, sbuffa, ma in fondo mi vuole bene, sa che se non mi aiuta lei, rischio la bocciatura e alla fine cede. Io dovrò solo fingermi lei, vestirmi di rosa così che nessuno si accorga dello scambio.
Qui la scena poteva molto facilmente essere estesa e approfondita con un dialogo, che avrebbe esplorato meglio i personaggi, ma non accade.
È stata una scelta voluta?
Detto questo: il tema mi è piaciuto, i personaggi li ho trovati apprezzabili, la trama l'ho trovata buona. La mia unica ripicca è nella forma: ritmo un po' troppo veloce e poco spazio nell'esplorare meglio le sensazioni della protagonista. La scena dove Dorothy pare "sparire" era scritta molto bene, mi sarebbe piaciuto avere più scene di quel genere!