Il consesso

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GiulianoCannoletta
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Il consesso

Messaggio#1 » lunedì 21 dicembre 2020, 22:30

Galean allungò il passo per evitare di accumulare ulteriore ritardo. Il ritmico rintocco dei suoi stivali sul pavimento di pietra era l'unico rumore ad accompagnarlo in quel tragitto.
Le fiaccole lungo il muro illuminavano a malapena l'ambiente, ma Galean sarebbe stato capace di orientarsi nei corridoi del palazzo anche nel buio più assoluto.
Giunse infine alla porta di legno. Dalla parte opposta giungeva un chiacchiericcio soffuso. Il consesso era già iniziato. Si sistemò la maschera nera a coprire gli occhi e il naso e prese un bel respiro. Poi spinse leggermente la robusta anta e fece il suo ingresso nella sala.
Una frase interrotta a metà, un istante d'imbarazzo mentre una mezza dozzina di teste ruotavano nella sua direzione. I volti erano coperti da maschere nere come la sua, ma Galean riusciva a intravedere le espressioni infastidite e adirate dei presenti.
“Sei in ritardo.” L'uomo a capo della tavola rettangolare incrociò le braccia sul petto. Era l'unico a indossare una maschera bianca.
“Mi perdoni Gran Maestro.” Galean chinò il capo. “Non succederà più.”
“Riprendo da dove sono stato interrotto.” Aldair, seduto sul lato sinistro del tavolo, poggiò il mento ossuto sui pugni. La voce gracchiante trasudava spocchia. Le maschere erano una formalità, retaggio degli antichi usi, ma in un raduno di così misere dimensioni era facile identificare i propri interlocutori. “La situazione nell'entroterra si aggrava ogni giorno di più. Le statue della Dea sono date alle fiamme, il Credo è messo in discussione, le menzogne della Gilda degli Scienziati si fanno strada fra le menti deboli.”
“Miscredenti!” Viseon batté i palmi sul tavolo. “Miserabili infedeli. Quando evocherò tempeste di fuoco sui loro villaggi si pentiranno di aver messo in discussione le vie del Credo.”
Galean si avvicinò alla dispensa e iniziò a riempire i calici di vino. Come membro più giovane della Cerchia dei Maghi anche quella rientrava fra le sue incombenze. Si premurò di portare il primo bicchiere di vino al Gran Maestro.
“Porta pazienza amico mio.” Il Gran Maestro afferrò il calice senza degnarlo di uno sguardo e bevve un sorso. “Verrà presto il momento della resa dei conti. La nostra magia è più antica del mondo ed è sorretta dalla vera fede. È la Dea a guidarci, la scienza non può nulla di fronte a noi. La Gilda sarà presto travolta dal nostro potere e relegata all'oblio che merita.”
Cenni e borbottii di assenso.
“Ma se il popolo smarrisce la fede nella Dea, la nostra magia ne risentirà.”
“È così, è la diffusione del Credo che garantisce il potere della Cerchia dei Maghi.”
“Vorrà dire che, se sarà necessario, torneremo a imporre la fede con il terrore.”
“Se dovrà scorrere il sangue per preservare la vera via, che scorra!”
Galean rimase in piedi in un angolo, silenzioso spettatore del consesso. In attesa. Viseon fu il primo. Strozzato dal suo stesso furore, cominciò a tossire. Si portò le mani al collo, bevve un altro sorso di vino. Poi si strappò la maschera per respirare meglio, mentre il volto diveniva paonazzo.
Uno dopo l'altro i sei maghi iniziarono a contorcersi fra rantoli strozzati e rigoli di bava bianca.
Il Gran Maestro resistette più di tutti. Vagò con lo sguardo fino a incrociare quello di Galean.
“Sei stato tu.” La voce incredula aveva un che di spettrale, mentre le dita ossute scavavano con disperazione sulla gola. “Traditore. Com'è stato possibile? Questa sala è protetta da ogni attacco.”
Galean si avvicinò al suo antico mentore, sul suo viso si andò disegnando un sorriso compiaciuto.
“È protetta dagli attacchi magici, dagli incantesimi di ogni tipo e dalla primitiva alchimia. Ma il vero potere, ormai, si trova altrove. Quello che vi ho versato nel vino è un veleno di tutt'altro tipo, un composto artificiale prodotto dalla Gilda degli Scienziati. Impossibile per voi da individuare.”
Il Gran Maestro non poteva più sentirlo. Galean sfilò la maschera bianca dalla testa esanime del vecchio e sostituì quella che aveva indosso. La Gilda lo avrebbe ricompensato generosamente per il servizio che aveva reso al mondo quella sera.
Che la vecchia via scivolasse nell'oblio. Una nuova era poteva avere inizio.


“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
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Re: Il consesso

Messaggio#2 » lunedì 21 dicembre 2020, 22:52

Ciao Giuliano, primo a consegnare! Tutto ok con caratteri e tempo, buona Davide Del Popolo Riolo Edition!

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Il consesso

Messaggio#3 » venerdì 25 dicembre 2020, 21:54

Ciao Giuliano. Piacere di leggerti.
Credo che sostanzialmente ci siano almeno due problemi in questo racconto.
Il primo è la presenza massiccia di infodump. Anzi, è quasi tutto infodump. Nella prima parte viene dato largo spazio a un dialogo tra maghi in cui si rimbalzano tra di loro informazioni che sono già in loro possesso. Tutti loro sanno della situazione, della decadenza della magia e della presenza della gilda degli scienziati. Ma parlano in maniera artificiosa per dare queste informazioni (per loro scontate) al lettore che non le conosce. Questo metodo rende il tutto un po' grottesco e si poteva risolvere con dialoghi più stringati e più riflessioni introspettive da parte del protagonista in merito alla situazione, così che queste informazioni ci giungessero in un modo più naturale. Stesso problema sul finale, con l'assassino che fa un altro spiegone in merito al veleno. Spiegone ancora più inutile dato che il suo interlocutore muore perfino prima che l'altro finisca di parlare.
Il secondo problema è che la mancanza dell' introspezione porta anche a non conoscere a fondo il protagonista e le sue motivazioni. Abbiamo un uomo che ha avuto come mentore il più alto in carica tra i maghi, che ha la sua fiducia, tanto che nessuno controlla il vino che versa. Eppure arriva a tradirli in favore della Scienza. Perché? Non è un'informazione da poco, dato che l'intero racconto si basa su questa sua scelta e questo suo cambiamento. Da lettore ho concluso l'ultima riga con un senso di insoddisfazione per non aver avuto questa risposta, non empatizzando con il protagonista. Alla prossima!

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GiulianoCannoletta
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Re: Il consesso

Messaggio#4 » venerdì 25 dicembre 2020, 23:07

Gabriele Dolzadelli ha scritto:Ciao Giuliano. Piacere di leggerti.
Credo che sostanzialmente ci siano almeno due problemi in questo racconto.
Il primo è la presenza massiccia di infodump. Anzi, è quasi tutto infodump. Nella prima parte viene dato largo spazio a un dialogo tra maghi in cui si rimbalzano tra di loro informazioni che sono già in loro possesso. Tutti loro sanno della situazione, della decadenza della magia e della presenza della gilda degli scienziati. Ma parlano in maniera artificiosa per dare queste informazioni (per loro scontate) al lettore che non le conosce. Questo metodo rende il tutto un po' grottesco e si poteva risolvere con dialoghi più stringati e più riflessioni introspettive da parte del protagonista in merito alla situazione, così che queste informazioni ci giungessero in un modo più naturale. Stesso problema sul finale, con l'assassino che fa un altro spiegone in merito al veleno. Spiegone ancora più inutile dato che il suo interlocutore muore perfino prima che l'altro finisca di parlare.
Il secondo problema è che la mancanza dell' introspezione porta anche a non conoscere a fondo il protagonista e le sue motivazioni. Abbiamo un uomo che ha avuto come mentore il più alto in carica tra i maghi, che ha la sua fiducia, tanto che nessuno controlla il vino che versa. Eppure arriva a tradirli in favore della Scienza. Perché? Non è un'informazione da poco, dato che l'intero racconto si basa su questa sua scelta e questo suo cambiamento. Da lettore ho concluso l'ultima riga con un senso di insoddisfazione per non aver avuto questa risposta, non empatizzando con il protagonista. Alla prossima!


Ciao Gabriele, grazie per il commento!
Ho scelto di fornire le informazioni di contesto tramite i dialoghi perché mi sembrava più elegante rispetto a delegare tutto all'introspezione del protagonista. Temevo che in quel caso scaturisse di più l'effetto "spiegone". In realtà una certa ridondanza nei dialoghi fra i vecchi maghi era voluta, volevo appunto creare l'atmosfera di un potere autoreferenziale e incartato su se stesso, che viene poi spazzato via dal nuovo che avanza.
Riguardo alle motivazioni del tradimento finale ho cercato più che altro di farle emergere dal contesto. Il protagonista percepisce che quella forma di potere è al tramonto e decide di schierarsi con il nuovo potere che si appresta a rimpiazzarla.
Grazie per le tue osservazioni, a rileggerci presto!
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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Il consesso

Messaggio#5 » sabato 26 dicembre 2020, 1:22

Premessa: Gabriele, se in futuro dovessimo trovarci di nuovo nel medesimo gruppo, dovrò fare in modo di commentare prima di te, visto che in quasi tutti i racconti che abbiamo commentato mi sono ritrovato a condividere quasi in toto quanto da te scritto. :D

Scherzi a parte, Gabriele ha centrato in pieno i due problemi principali di questo brano, Giuliano: presenza massiccia d’infodump e totale assenza d’introspezione causata da un narratore troppo distaccato dal POV.
A ciò si aggiunge la tendenza a raccontare, anziché mostrare. In più passaggi rifuggi infatti dalla concretezza delle azioni del protagonista per rifugiarti in più rassicurati (e semolici) descrizioni. Un esempio su tutti:

Le fiaccole lungo il muro illuminavano a malapena l'ambiente, ma Galean sarebbe stato capace di orientarsi nei corridoi del palazzo anche nel buio più assoluto.
Perché dirmi che Galean sarebbe stato capace di orientarsi anche al buio anziché mostrarmi la sua sicurezza? Ad esempio, visto che dici che l’ambiente è malamente illuminato, potresti dire che Galean potrebbe raccogliere una fiaccola ma non lo fa, continuando invece a muoversi a passi decisi verso la sua meta.

Poi spinse leggermente la robusta anta e fece il suo ingresso nella sala.
Qui invece un suggerimento imparato a mia volta tempo fa: se un’azione è successiva a un’altra, 9 volte su 10 non serve scrivere “poi”. Quel poi rallenta soltanto l’azione e rende meno incisiva l’azione successiva alla precedente pausa (già descritta tramite l’accenno al “bel respiro”).

Questi sono solo due esempi, anche se il testo è pieno di passaggi piccoli e grandi che andrebbero rivisti nelle fondamenta, a partire dai dialoghi infodumposi. A tal proposito, l’impressione è che tu abbia voluto condensare un universo troppo ampio e appartenente a un testo di ben altre dimensioni solo per farlo rientrare nei limiti della competizione, il che è un peccato.
lupus in fabula

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GiulianoCannoletta
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Re: Il consesso

Messaggio#6 » sabato 26 dicembre 2020, 10:58

JohnDoe ha scritto:Premessa: Gabriele, se in futuro dovessimo trovarci di nuovo nel medesimo gruppo, dovrò fare in modo di commentare prima di te, visto che in quasi tutti i racconti che abbiamo commentato mi sono ritrovato a condividere quasi in toto quanto da te scritto. :D

Scherzi a parte, Gabriele ha centrato in pieno i due problemi principali di questo brano, Giuliano: presenza massiccia d’infodump e totale assenza d’introspezione causata da un narratore troppo distaccato dal POV.
A ciò si aggiunge la tendenza a raccontare, anziché mostrare. In più passaggi rifuggi infatti dalla concretezza delle azioni del protagonista per rifugiarti in più rassicurati (e semolici) descrizioni. Un esempio su tutti:

Le fiaccole lungo il muro illuminavano a malapena l'ambiente, ma Galean sarebbe stato capace di orientarsi nei corridoi del palazzo anche nel buio più assoluto.
Perché dirmi che Galean sarebbe stato capace di orientarsi anche al buio anziché mostrarmi la sua sicurezza? Ad esempio, visto che dici che l’ambiente è malamente illuminato, potresti dire che Galean potrebbe raccogliere una fiaccola ma non lo fa, continuando invece a muoversi a passi decisi verso la sua meta.

Poi spinse leggermente la robusta anta e fece il suo ingresso nella sala.
Qui invece un suggerimento imparato a mia volta tempo fa: se un’azione è successiva a un’altra, 9 volte su 10 non serve scrivere “poi”. Quel poi rallenta soltanto l’azione e rende meno incisiva l’azione successiva alla precedente pausa (già descritta tramite l’accenno al “bel respiro”).

Questi sono solo due esempi, anche se il testo è pieno di passaggi piccoli e grandi che andrebbero rivisti nelle fondamenta, a partire dai dialoghi infodumposi. A tal proposito, l’impressione è che tu abbia voluto condensare un universo troppo ampio e appartenente a un testo di ben altre dimensioni solo per farlo rientrare nei limiti della competizione, il che è un peccato.


Ciao Alessandro, grazie per le osservazioni e per le indicazioni che mi hai dato.
Per quanto riguarda l'infodump avevo l'impressione di star dando le informazioni fondamentali alla comprensione, ma evidentemente sono andato in eccesso. Sicuramente da evitare, soprattutto in brani così brevi. Per il discorso sul pdv, a posteriori mi rendo conto di risultare molto distaccato. È un problema che riscontro in molti miei scritti e su cui sto iniziando a lavorare (e questo forum su cui sono da poco è decisamente un ottimo strumento).
Grazie davvero, anche per i riferimenti precisi. A rileggerci presto!
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Julio Cortázar

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wladimiro.borchi
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Re: Il consesso

Messaggio#7 » lunedì 28 dicembre 2020, 11:54

Ciao Giuliano,
in questo caso condivido le critiche che ti sono state mosse da chi mi ha preceduto.
Non sono stato troppo infastidito dall'infodump ma è indubbio che tutto il dialogo del consesso sia un enorme spiegone un po' artefatto.
Detto questo, secondo me, avresti potuto migliorare di molto il lavoro, puntando sul PDV del protagonista e, magari, usando i suoi "pensieri" per anticipare un astio interiore rispetto a ciò che appariva dai suoi gesti miti e accondiscendenti.
Avresti, forse, un po' anticipato il finale (peraltro nemmeno troppo dosando attentamente gli indizi), ma fatto guadagnare in tensione generale della storia.
Una prova discreta, in ogni caso.
A rileggerci presto
W

Edoardo Foresti
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Re: Il consesso

Messaggio#8 » lunedì 28 dicembre 2020, 21:34

Ciao Giuliano! Prima volta che ti leggo, spero che il mio commento possa risultarti utile.
Mi spiace sempre riprendere i commenti di altri utenti per motivare la mia posizione, ma qui mi trovo pressoché d'accordo con quanto detto da chi mi ha preceduto. Ad ogni modo, mi spiego meglio e ti espongo la mia opinione in modo più approfondito.
Prima di tutto, la questione infodump. Pur essendo i dialoghi ottimi per veicolare informazioni, la realizzazione risulta un po' artificiale, come se si avvertisse la voce del narratore attraverso quella del pdv.
A proposito di pdv, l'assenza della sua interiorità che, come suggeriva Wladimiro, potrebbe essere resa attraverso i suoi pensieri, crea un po' di distacco. Non aiuta il fatto di usare il "raccontato", o "tell", per veicolare concetti e dare contesto, in modo distaccato e meno vivido.
L'impressione che ho avuto è che questa storia necessitasse di più spazio, in modo da partire con più informazioni e conoscendo meglio il pdv e le sue motivazioni.
Detto questo, l'intrigo imbastito mi ha coinvolto e personalmente ci ho visto del potenziale. C'è la tensione scienza-religione, le sette, il complotto verso un cambio di paradigma. Temi già visti sì, ma che funzionano. Nel complesso, la storia ha un suo conflitto forte.
Peccato per l'immersione smorzata dallo stile da sgrezzare un po' e dal contesto non troppo delineato, le premesse ci sono tutte e il finale fa il suo dovere.
A rileggerci!

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Davide_Mannucci
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Re: Il consesso

Messaggio#9 » mercoledì 30 dicembre 2020, 22:52

Ciao Giuliano, trovo il tuo racconto una prova discreta, con un alto potenziale ma gestita in modo non ottimale. Sono d'accordo con gli altri commenti. Io non sono ossessionato dall'infodump, trovo che spesso si etichettino dialoghi spiegoni anche quando si trasemttono informazioni da un personaggio all'altro e non al lettore. Spiegone è quando è palesemente inutile lo scambio tra personaggi e chiaramente rivolto al pubblico. Nel tuo caso è cosìl, anche se non è una cosa che disturba fino a dover prendere il cortisone :)
Scherzi a parte, provando a immergerti con un pdv ben radicato e con la telecamera ben piazzata nella testa di un personaggio credo che la storia, che ripeto ha un bel potenziale, ne gioverebbe.
Una prova tuttaltro che negativa, comunque.
A rileggerti!
Davide Mannucci

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Andrea76
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Re: Il consesso

Messaggio#10 » venerdì 1 gennaio 2021, 18:54

IL CONSESSO, di Giuliano Cannoletta
Credo che il problema di questo racconto non sta nello stile che è piuttosto ricercato senza per questo risultare di maniera. Non sta nemmeno nel flusso di informazioni lasciato scorrere nei dialoghi tra i maghi, perché sono convinto che non ci fosse modo più elegante di quello che hai usato per fornire al lettore i dati essenziali al proseguimento di una lettura in orizzontale della storia. Il problema a mio avviso sta nella carente caratterizzazione di Galean nel quale non si accende mai un fuoco del desiderio. Manca nel personaggio una tridimensionalità, ovvero un conflitto interiore che determini la scelta finale del tradimento. Un tradimento che appare freddo e non passionale, in quanto l’anteposizione della Scienza alla Fede (che è una scelta più ideologica che individuale) non basta per sviscerare le autentiche emozioni del protagonista e, di conseguenza, anche quelle del lettore.

PhilStones
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Re: Il consesso

Messaggio#11 » sabato 2 gennaio 2021, 13:27

Ciao Giuliano,

ho letto volenteri il tuo racconto perché le ambientazioni fantastiche mi riempiono sempre di curiosità.
Lo stile è buono e scorre via, soprattutto l'ultima parte, peccato per i due grossi problemi che ti hanno già segnalato. Sui dialoghi, più che infastidirmi con l'infodump (ho letto con aviditià per conoscere meglio l'ambientazione), mi hanno rallentato un po': un paio in particolare, un po' lunghi, hanno spento la temperatura della lettura.
La scena finale è fatta bene, ma manca la preparazione. E, soprattutto, avevo già sospettato qualcosa quando si è messo a versare il vino.

Buona sfida

Filippo

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roberto.masini
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Re: Il consesso

Messaggio#12 » sabato 2 gennaio 2021, 15:06

Ciao, Giuliano.
Una storia di tradimento tra maghi ambientata in una scontata ambientazione medievale (gilda, il nome Galean), Molto il narrato, poco il mostrato ma anch'io scrivo così e mi piovono le critiche. Quindi, per non predicar bene e razzolar male, avrei accettato tranquillamente il coacervo d'informazioni se, tra questo, avessi per lo meno intuito le cause recondite del tradimento. La loro rivelazione si poteva conciliare benissimo con il carattere freddo e distaccato di Galean ma non ne ho trovato traccia. L'introspezione, come hanno già detto altri commentatori, è ciò che manca. Il tema è comunque centrato.
A rileggerci!

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Gennibo
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Re: Il consesso

Messaggio#13 » sabato 2 gennaio 2021, 17:58

Ciao Giuliano, credo che sia la prima volta che ti leggo, la tua scrittura mi è piaciuta, mi è sembrata una storia di più ampio respiro, soprattutto dal modo in cui ti soffermi con le descrizioni che del resto a me sono piaciute. Le informazioni, visto che sono date in una riunione, secondo me non stonano all’inizio, verso la fine perde un po’ di focalizzazione, si poteva fare in modo che il tipo che fa il discorso di vecchio stampo venga “eliminato” per lasciare spazio al “cambiamento”, che forse è anche quello che tu volevi trasmettere, ma sul finale mi sono un po’ persa e non ci giurerei.
Comunque una buona prova anche se da sistemare.
P.S. Toglierei all’inizio dove dice di essere in ritardo, potresti descrivere lui che si affretta e poi capiamo dalla descrizione che fai più avanti, che è in ritardo.
Alla prossima e buona Edition!

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antico
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Re: Il consesso

Messaggio#14 » martedì 5 gennaio 2021, 19:23

La lettura è piacevole, ma si rimane ad aspettare il quid e quando arriva si rimane delusi perché non lo si riesce a vivere. Il lettore rimane distante dall'assassino e il tutto risulta un pelo gratuito e passivo e questo perché hai utilizzato lo spazio per fornire informazioni utili al contesto, ma non al racconto, nel senso che non semini elementi interessanti per la vicenda narrata limitandoti a buttare dentro, quasi passivamente, informazioni per il macrocontesto. Ne consegue che il tema, a sua volta, non passa perché, semplicemente, non lo sviluppi. Pollice tendente verso l'alto in modo non brillante e ti posiziono davanti al racconto di De Luca perché il suo è vessato da una macroproblematica riguardante il punto di svolta.

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