La ciotola laccata

alexandra.fischer
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La ciotola laccata

Messaggio#1 » lunedì 21 dicembre 2020, 22:46

La ciotola laccata.

Di Alexandra Fischer

Il sole invernale accarezzò la ciotola laccata di nero attraverso il finestrino del garage.
I vetri erano opachi per via dell’incuria e la polvere aveva ricoperto la mensola e steso un velo grigio sulla lacca nera della ciotola.
Il silenzio nel garage era più vischioso delle tele di ragno accumulate negli angoli dagli anni.
Le scatole lasciate sulle mensole contenevano ricordi più velenosi e feroci dei ragni in attesa di preda negli angoli.
Il finestrino era rotto in un angolo, il ferro delle mensole era scrostato in più punti.
Quel luogo era invecchiato e moriva poco a poco.
***
Da fuori, la porta di ferro verniciata di marrone era scrostata in più punti.
I finestrini incorniciati da sbarre dello stesso materiale erano intatti.
Questo convinse la donna a tirare fuori la chiave, ancora nuova e con la targhetta di plastica con su scritto in stampatello: Garage.
L’uomo accanto a lei aveva fretta: «Senta, signorina Burzi. L’avverto che ho fretta. Qui si tratta di vendere la nuda proprietà. Mi dispiace, se fosse ancora arredato, varrebbe il doppio.»
Lei alzò una mano: «Calma. Voglio vedere il garage.»
Lui si aggiustò gli occhiali: «Non è un bel posto, signorina Rosa. Il suo patrigno venne qui fino all’ultimo. E per vedere cosa? Vecchie scatole.»
Lei infilò la chiave nella toppa: «Voglio vederle.»
L’agente immobiliare restò fermo nel riquadro della porta, mentre lei si dirigeva verso le mensole e prese a frugare nelle scatole collocatevi sopra: saltarono fuori cataloghi di mostre d’arte cinese e un’agenda fitta di nomi di importanti collezionisti.
Vide anche una foto dove il patrigno, in un blazer e pantaloni blu, riceveva gli ospiti accanto a una tavola imbandita con ciotole laccate di nero e un centrotavola di porcellana blu, rosa e oro a forma di drago.
Sullo sfondo, si potevano indovinare due alti vasi cinesi da tempio accanto alla porta finestra e un drappo con il motivo dipinto su seta di alcuni cavalli in fuga sullo sfondo di rocce e pini dalle forme sinuose.
Richiuse le scatole con un groppo; deglutì e ricacciò le lacrime, mentre le ballavano davanti agli occhi i ricordi del paravento della camera da letto, a motivi di mandorli e fagiani nel quale lui amava ospitarla.
E delle scatole a motivi di gru in volo nella camera da letto rimasta vuota accanto a quella di lui, con l’armadio bianco a quattro stagioni chiuso e il letto fatto.
Si portò le mani alle tempie, al risentire le parole di lui.
Tua madre è. Farà.

Eppure.
Lei stessa aveva preparato il quipao blu pavone e le pianelle in tinta per la sepoltura.
Però lo capiva: la ricordava distesa nella bara con l’abito senza maniche e la cuffia, ma spesso la memoria la riportava a quando era seduta davanti alla specchiera e si pettinava la chioma rosso mogano.
Come sto, cara?

L’agente immobiliare le si avvicinò con voce pacata: «Che cos’ha, signorina Rosa? Perché trema?»
Rosa si volse e si asciugò gli occhi: «È solo polvere. Sono allergica.» Si diresse verso l’ultima mensola e trovò la ciotola laccata di nero; se la strinse al petto, come a trattenere il passato.
Il suo gesto lasciò spiazzato l’agente immobiliare: «Se ha cambiato idea, la capisco.»
Lei scosse la testa e mise la ciotola nella borsetta: «Venderò. Lei avrà la sua commissione, Dottor Revellini. Il mio patrigno avrebbe voluto così.»
L’agente immobiliare le sorrise di sollievo alla prospettiva del guadagno: «Se vuole, può prendere le scatole che guardava prima.»
Rosa gli rivolse uno sguardo fermo: «No, lo faccia pure svuotare. A me interessa la ciotola.»
Lui alzò le braccia: «Quale ciotola? Io non ho visto nulla.» Le mise una mano sulla spalla: «Il signor Sobreri era un grande antiquario, sposato a una vera signora. Mi dispiace tantissimo.»
Lei gli rivolse uno sguardo fermo: «Non deve. La vita è un fiume in piena che scorre portando via tutto quanto. Eppure, la risacca si lascia spesso indietro ricordi.» Batté la mano sulla borsetta: «Come quello che lei non ha visto.» Gli fece strada: «Ora è tardi. Andiamo in agenzia.»



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antico
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Re: La ciotola laccata

Messaggio#2 » lunedì 21 dicembre 2020, 22:54

Ciao Alexandra! Vedo che stai provando a ritardare la consegna rispetto al tuo solito, molto bene! Tutto ok con i parametri, buona Davide Del Popolo Riolo Edition!

Red Robin
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Re: La ciotola laccata

Messaggio#3 » martedì 22 dicembre 2020, 11:25

Allora, devo ammettere che l'aderenza al tema, per quanto presente, non spicchi per originalità. Io stesso ho escluso ieri sera quest'impostazione del racconto pensando alle idee che sarebbero potute venire in mente nella maniera più semplice agli altri partecipanti. Detto ciò, la descrizione iniziale è piuttosto accurata, mentre le sequenze successive del racconto, in cui si snoda la vicenda della vendita, presentano secondo me una partenza un po' lenta, ma si ravvivano bene nella parte centrale e nel finale, dove è sviluppato bene anche il messaggio.
Ultima modifica di Red Robin il martedì 22 dicembre 2020, 15:54, modificato 1 volta in totale.

alexandra.fischer
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Re: La ciotola laccata

Messaggio#4 » martedì 22 dicembre 2020, 15:47

Ciao, Antico, grazie. Sei molto gentile.

alexandra.fischer
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Re: La ciotola laccata

Messaggio#5 » martedì 22 dicembre 2020, 15:50

Ciao Red Robin, grazie. In effetti, ho voluto insistere sui dettagli rispetto all'originalità della trama in modo che il messaggio di fondo potesse arrivare. L'idea mi è venuta: leggendo la biografia di Wallis Simpson. Faceva preparare il consommé (brodo ristretto di vitello) in ciotole così. E avevo la sua foto nella mente (ai tempi del soggiorno a Shangai. Lei in quipao scuro con sullo sfondo una divinità demone). Certo hai ragione sui particolari: rallentano i ritmi della vicenda. E sul tema: non originale, perché semplice, condensabile in poche parole, scivolone verso il basso.

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Fagiolo17
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Re: La ciotola laccata

Messaggio#6 » martedì 22 dicembre 2020, 18:23

Ciao Alexandra.
Questa volta il tuo racconto per quanto immaginifico e con tanto potenziale non mi è arrivato. In alcuni punti lo ritengo confuso e mi dispiace. Ero molto curioso di leggere cosa ti saresti inventata con un tema così particolare.
Entrambe le similitudini ragnesche invece mi sono piaciute e molto.
Occhio che all’inizio hai seminato un pochino di ripetizioni...
In bocca al lupo per la tua Davide Del Popolo Riolo Edition.

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Debora D
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Re: La ciotola laccata

Messaggio#7 » giovedì 24 dicembre 2020, 10:43

Ciao Alexandra piacere di leggerti e commentarti,
anche questo racconto è pieno di immagini, anzi è proprio fatto di immagini e sequenze descrittive che si intrecciano e, a volte, si confondono fra presente e passato.
L’azione è minima, lo stile meno pulito dell’ultimo tuo racconto che ho letto.

Il tema si svela sul finale e per me avrebbe avuto bisogno di uno sviluppo maggiore in precedenza. C'è un tocco di surreale, un'atmosfera di spiriti ecc. gustosa che però è appena accennata. Così sfocata che non sicura di aver capito bene.
L’agente immobiliare non vede la ciotola, quindi si tratta di qualcosa di sovrannaturale? Il patrigno che nei ricordi della donna afferma il permanere della moglie defunta me lo fa credere.
Io rafforzerei l’atmosfera nella prima sequenza, dove hai scelto di non inserire un punto di vista.
Chi guarda? C’è qualcuno che esprime un giudizio e ce lo comunica, descrive uno spazio. Il tutto produce un’immagine suggestiva, ma che lascia qualcosa in sospeso perché manca proprio l’occhio che vede. Potresti riformulare la scena usando come filtro una presenza che introduca subito un senso di stranezza nel testo.
Così com'è l’ho percepita solo come una bella foto.

Anche in seguito il punto di vista resta esterno, la donna e l’uomo sono termini generici che possono essere usati da qualcuno che osserva non visto. Lo conferma anche l’uso del verbo di percezione vedere. Vide anche una foto dove il patrigno…
In una foto il patrigno… poteva essere più efficace.
(Sarebbe fantastico se il punto di vista fosse una presenza extrasensoriale, ma andrebbero inseriti degli indizi al riguardo)
Ho riscontrato anche un momento in cui c’è un problema sintattico, riguardante il soggetto e la concordanza verbale.
L’agente immobiliare restò fermo nel riquadro della porta, mentre lei si dirigeva verso le mensole e prese a frugare nelle scatole collocatevi sopra
Chi è il soggetto della coordinata Prese a frugare? Visto che è usato il passato remoto non può essere coordinata a mentre che ha il verbo all'imperfetto, quindi sembra che il soggetto sia l’agente. Però non è coerente con quanto segue.
Situazione risolvibile eliminando del tutto il mentre che non aggiunge nulla, il flusso di lettura mette le azioni in sequenza anche senza usarlo.
es. Lei si diresse verso le mensole e prese a frugare.

Ci sono parecchie ripetizioni come già notato da altri.
Sullo sfondo / sullo sfondo di rocce e pini 
a motivi di mandorli / a motivi di gru
aveva fretta: «Senta, signorina Burzi. L’avverto che ho fretta.


Da fuori, la porta di ferro / Sullo sfondo, si potevano indovinare l'uso della virgola a separare i complementi non è necessario a meno che tu non voglia introdurre una pausa tra un concetto e l'altro. Si tratta solo di un cavillo comunque.

Conclusione: secondo la mia esperienza di lettura questo racconto si colloca nel momento tra l'ideazione e la creazione: l'artista sta con le dita sospese sopra la creta, la sfiora, preme qua e là e comincia a dare forma. Vedo il potenziale, non la forma finale però. Le immagini oniriche e colorate piene di dettagli sono il punto di forza.
Ti passo un consiglio che è stato dato a me nella precedente edizione: prova ad alternare a righe di descrizione qualche azione/movimento o battuta del punto di vista. Il testo risulterà più scorrevole. È un consiglio che ho trovato prezioso

Buona edizione e buona scrittura
ps. stiamo facendo i pignoli, ma diciamocelo: edizione difficilissima, è magico vedere quello che ci siamo inventati!

alexandra.fischer
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Re: La ciotola laccata

Messaggio#8 » venerdì 25 dicembre 2020, 17:07

Ciao Fagiolo 17, grazie di avermi fatto notare le ripetizioni. Ci farò attenzione nei prossimi lavori. Mi dispiace per la parte confusionaria (colpa mia).

alexandra.fischer
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Re: La ciotola laccata

Messaggio#9 » venerdì 25 dicembre 2020, 17:11

Ciao Debora D, mi dispiace che non sia venuto fuori granché. La difficoltà dell'edizione non è una scusante. Ecco, ho sbagliato e ora vedrò di rimediare leggendo molto. In realtà, l'agente immobiliare ha visto la ciotola, ma dice alla cliente: "Io non ho visto nulla", come a dire: "Tieniti pure il ricordo del tuo patrigno e di tua madre". Il fatto che ti sia sfuggito mostra le lacune del testo. Che dire? Posso solo leggere, rileggere, riprovare.

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Debora D
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Re: La ciotola laccata

Messaggio#10 » sabato 26 dicembre 2020, 17:50

alexandra.fischer ha scritto: vedrò di rimediare leggendo molto... Che dire? Posso solo leggere, rileggere, riprovare.


Intanto da novellina del forum penso che ci sia da imparare da te per la determinazione e l'accoglienza che hai! Grazie anche del tuo commento al mio racconto.
Sono molto curiosa, che cosa leggi per migliorare? Io quest'anno ho divorato Anatomia di una storia di Truby e No spoiler di Leonardo Patrignani (più adatto a chi punta a un target di ragazzi), ma la vera svolta è stato il manuale gratuito di Marco Carrara.

(Sarò offtopic? :D)

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Emiliano Maramonte
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Re: La ciotola laccata

Messaggio#11 » sabato 26 dicembre 2020, 19:07

Ciao Alexandra, sono molto contento di doverti leggere!

Sono rimasto molto interdetto dal tuo racconto: da un lato mi ha colpito molto la "liricità" della vicenda, il viaggio nei ricordi dolorosi, il doversi confrontare col passato, la necessità di un cambiamento e dell'"andare avanti". Non ti nascondo che a fine lettura sono rimasto alcuni secondi a riflettere sulle implicazioni nascoste della trama, quindi un plauso a questo aspetto.
Un po' meno riuscito sulla modalità di evoluzione della storia. Buona la scelta di dare al lettore delle immagini, quasi delle inquadrature cinematografiche molto suggestive che dicono tutto, ma se il racconto ne è infarcito, questo va a discapito dell'efficacia complessiva della narrazione. Ecco, dunque, il motivo di perplessità. Un po' di confusione nella parte centrale, tanti input ma poca chiarezza.
Il finale è interessante e ha un suo senso emotivo. Io la "strizzatina d'occhio" dell'agente immobiliare l'avevo capita e l'ho trovata una piccola chicca che ho apprezzato. Significativo il tenero attaccamento della protagonista alla ciotola laccata del titolo.
Non credo che il tema sia preso in pieno, ma ci sta.
Altri, prima di me, ti hanno fatto notare ripetizioni o inconvenienti del testo.
Aggiungo qualche piccola annotazione.

"[...] mentre lei si dirigeva verso le mensole e prese a frugare nelle scatole collocatevi sopra" Precisazione inutile e brutta.
"[...] in un blazer e pantaloni blu"
"E delle scatole a motivi di gru in volo nella camera da letto rimasta vuota accanto a quella di lui, con l’armadio bianco a quattro stagioni chiuso e il letto fatto." Frase pesantissima da riformulare!
"Tua madre è. Farà." In che senso?!
"«Se vuole, può prendere le scatole che guardava prima.»" Rileggi la frase senza l'aggiunta e vedrai che è molto più efficace e realistica.

Prova riuscita a metà!
In bocca al lupo!
Emiliano.

alexandra.fischer
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Re: La ciotola laccata

Messaggio#12 » sabato 26 dicembre 2020, 21:19

Ciao, Debora, sei molto gentile. Io per migliorare, leggo di tutto. In passato lessi i "Consigli a un giovane autore di Marquez" e il Manuale di scrittura creativa edito dalla Nord. Poi lessi "Danse Macabre" di King, e le "Cinque regole" di Howard Phillips Lovecraft.
Ora rimastico molto, e me lo tengo caro, il "Quaderno di scrittura creativa" inserto di Repubblica. Poi, più che teoria, che guardo ogni tanto, mi piace ascoltare le dirette o le interviste agli autori. E mi formo molto sulle recensioni di TUTTOLIBRI, inserto de LA STAMPA. Grazie a te per la bellissima storia.

alexandra.fischer
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Re: La ciotola laccata

Messaggio#13 » sabato 26 dicembre 2020, 21:22

Grazie, Emiliano. Detto da te, essere riusciti a metà, è un complimentone. Mi dispiace per gli inconvenienti del testo. Certo, il mostra non dire devo assimilarlo parecchio. Scusa le ripetizioni. Devono essere per colpa di tutti questi ripetuti tentativi di mostrare senza dire, invece, una descrizione alternata a un gesto è sempre meglio. Il pensiero "E', farà" è del patrigno che si ostina a negare a se stesso la morte della moglie. La immagina lontana, chissà dove.

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filippo.mammoli
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Re: La ciotola laccata

Messaggio#14 » domenica 27 dicembre 2020, 14:50

Ciao Alexandra,
Piacere di rileggerti.
Il tuo racconto è un quadretto molto preciso e delineato di una situazione spiacevole e degli stati d'animo che suscita. La gestione delle faccende pratiche che la morte di una persona cara lascia sempre come strascico. In questo il racconto è riuscito.
Però vedo altri difetti che non me lo hanno fatto apprezzare appieno.
L'inizio è infarcito di descrizioni che indugiano su particolari con andamento ripetitivo.
A un certo punto ripeti addirittura una frase quasi completa, "era scrostato/a in più punti".
Se la caratterizzazione dell'ambiente con periodi brevi può essere piacevole, la ripetizione lo è un po' meno.
Poi ho avuto qualche difficoltà a capire chi fosse la protagonista, e all'inizio ho pensato a una potenziale acquirente della casa.
Mi sono anche perso tra le reminiscenze e non ho afferrato il significato della ciotola
Il tema del cambiamento c'è anche se messo in bocca a uno dei protagonisti mi sa sempre di forzato.
Alla prossima.
Ultima modifica di filippo.mammoli il domenica 27 dicembre 2020, 18:45, modificato 2 volte in totale.

alexandra.fischer
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Re: La ciotola laccata

Messaggio#15 » domenica 27 dicembre 2020, 17:37

Ciao Filippo, grazie per avermi mostrato i difetti. Devo stare attenta alle ripetizioni e, sì, anche a non far uscire di bocca il tema al o alla protagonista della storia.

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Mauro Lenzi
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Re: La ciotola laccata

Messaggio#16 » mercoledì 30 dicembre 2020, 22:20

Ciao Alexandra,

Temo di non aver molto da dire rispetto a chi mi ha preceduto. Tante immagini, dettagliate e suggestive. Per i miei gusti però il racconto indugia troppo su queste, e il tema viene tirato dentro per i capelli, alla fine; così come è poco prima del finale che avviene un vero coinvolgimento emotivo col dolore della protagonista, senza però potervi partecipare direttamente, perché si assiste a fotogrammi dei suoi ricordi senza però che venga trasmessa una storia, un’esperienza formata.
C’è comunque un accenno al cambiamento, ma non ho trovato attinenze con la verità. Si partecipa comunque alle emozioni perché vengono trasmesse con una certa sensibilità.


Curiosamente, qualche tua svista ha creato una struttura particolare, un gioco di rimandi che all’inizio ho pensato fosse voluto. Ma sono più propenso a credere che non ti sia uscito per caso, piuttosto l’hai creato inconsapevolmente.

Il silenzio nel garage era più vischioso delle tele di ragno accumulate negli angoli dagli anni.
Le scatole lasciate sulle mensole contenevano ricordi più velenosi e feroci dei ragni in attesa di preda negli angoli.
Il finestrino era rotto in un angolo, il ferro delle mensole era scrostato in più punti.

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Giorgia D'Aversa
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Re: La ciotola laccata

Messaggio#17 » venerdì 1 gennaio 2021, 14:32

Ciao Alexandra!
Temo che anch'io dovrò ripetere quanto già hai letto. Il ritmo del racconto è piatto, hai indugiato troppo in delle descrizioni anche molto caratteristiche, che forse collocate in quantità minore avrebbero permesso di eliminare la staticità della narrazione e di dare maggior risalto ad alcuni elementi salienti.
Ad esempio, la ciotola. Certo, è il titolo del racconto nonché il suo fulcro, eppure svetta solo alla fine nel ricco numero di oggetti che ti sei soffermata a descrivere. Anche io nutro qualche perplessità circa la chiusura che scivola verso una sorta di realismo magico: qualche elemento di semina all'interno del testo avrebbe giocato a tuo favore per accompagnare il lettore verso il finale, anche perché sicuramente sai creare testi d'atmosfera, come questo.
L'aderenza al tema non è ottima, hai condensato tutto nella battuta finale che sa di spiegone al lettore, infilata un po' a forza. Un peccato perché giocandotela sul realismo magico secondo me sarebbe uscito fuori un racconto molto più affascinante.

alexandra.fischer
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Re: La ciotola laccata

Messaggio#18 » venerdì 1 gennaio 2021, 20:29

Ciao Mauro, grazie. Le sviste e la scarsa costruzione narrativa sono le incertezze di questa fase sperimentale denominata struttura narrativa immersiva. Sono contenta che la storia nel complesso ti sia piaciuta. Terrò conto dei tuoi consigli quando rimetterò mano alla storia o scriverò qualcos'altro.

alexandra.fischer
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Re: La ciotola laccata

Messaggio#19 » venerdì 1 gennaio 2021, 20:31

Grazie, Giorgia, terrò conto di questa tua osservazione riguardo ai troppi particolari che rallentano la storia. E anche all'uso dell'oggetto chiave (deve pur prevalere) hai ragione. Ne terrò conto quando mi troverò alle prese con temi simili.

Andrea J. Leonardi
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Re: La ciotola laccata

Messaggio#20 » sabato 2 gennaio 2021, 18:52

Ciao Alexandra, è sempre un piacere leggerti, e devo dire che è anche una sfida!

Tema. Spulciando tra i commenti ho visto che forse era incluso nelle ultime frasi di dialogo, ma ammetto che non sono riuscito a percepirlo.

Trama. Una frazione, una scena, che ci racconta il legame del PdV con il patrigno. Purtroppo, molti degli elementi in scena, a cui la protagonista sembra essere legata, non contribuiscono alla trama poiché per noi lettori non hanno alcun significato. Ciò purtroppo ha ridotto lo spazio dedicabile alla vera trama o ai veri personaggi e oggetti centrali alla storia.

Stile. Forse ricerchi troppo l’eleganza, e ciò non è un difetto in automatico, ma ti tenta nel comporre frasi lunghe e con metafore non immediate forse non adatte alla narrazione. Non entro nei dettagli (già avranno fatto i miei predecessori), ma ti rinnovo un consiglio: prova ad andare sul semplice, anche nella resa pratica della scrittura.

Totale. Riesco a scrivere alcune frasi con estrema eleganza e fantasia, con metafore che davvero colpiscono il lettore (e qua meriti davvero tanti complimenti), ma sembra che poi tu faccia un passetto di troppo e il risultato è un’immagine talmente ricca da divenire confusionaria. Purtroppo, io non sono quel tipo di lettore a cui piace rileggere le frasi per comprendere la storia.

alexandra.fischer
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Re: La ciotola laccata

Messaggio#21 » sabato 2 gennaio 2021, 20:42

Grazie, Andrea, farò tesoro dei tuoi commenti. Frasi semplici e più dettagli per far conoscere meglio i personaggi e i loro conflitti.

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antico
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Re: La ciotola laccata

Messaggio#22 » lunedì 4 gennaio 2021, 14:18

Di solito pecchi nelle connessione logiche degli eventi e qui accade poco e la problematica non è evidente anche se tendi sempre a dare troppo per scontati alcuni passaggi, tipo l'agente immobilare che chiude un occhio sulla ciotola, lo si percepisce al netto di una messa in scena che porta a pensare che non se ne sia accorto, e questo anche considerando che solo un attimo prima le aveva detto di prendersi tutte le scatole, cosa vuoi che sia una singola ciotola? Ecco, appunto, connessioni logiche che troppo spesso tendi a non mostrare correttamente o a ipervalutare in rapporto a quanto da te stessa già scritto. Detto questo, qui, appunto, ti concentri sulle descrizioni e sul cercare di fare passare l'immobilità e al tempo stesso lo scorrere del tempo e questo è evidente anche se troppo spesso cadi in eccessive lungaggini o ripetizioni dannose. A proposito della sovrabbondanza, direi che un esempio perfetto sta in questo "L’uomo accanto a lei aveva fretta: «Senta, signorina Burzi. L’avverto che ho fretta." Ecco, perché fare dire dalla voce narrante che aveva fretta quando poi è lui stesso che lo dice? Ho apprezzato che ti sia presa più tempo, ma come ulteriore sfida per le prossime edizioni ti invito anche a ragionare sull'asciugare il testo. Buttalo giù prendendoti tutto il tempo e poi mettiti a rileggerlo con un occhio specificatamente rivolto al tagliare l'eccedenza inutile, sfrondalo, rendilo più efficace. Arrivando alla valutazione, questo per me è un pollice ni tendente verso l'alto.

alexandra.fischer
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Re: La ciotola laccata

Messaggio#23 » lunedì 4 gennaio 2021, 19:23

Grazie, Antico. Seguirò il tuo consiglio di rileggere il testo per sfrondarlo di ripetizioni e ridondanze, inoltre mi concentrerò di più sui passaggi logici. Come ad esempio i salti temporali e gli usi del Punto di Vista.

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