SULLA FRONTIERA

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giulio.palmieri
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SULLA FRONTIERA

Messaggio#1 » lunedì 21 dicembre 2020, 23:19

– Qualcosa da dichiarare?
– No.
– Dove sei diretto?
– Tulum, sulla costa orientale.
– Cosa vai a farci?
– A visitare la costa. A bere un paio di birre.
– Ti aspetta qualcuno?
– Un amico. Tu ce l’hai un amico?
Il poliziotto con gli occhiali scuri smise di masticare per un attimo lo stuzzicadenti, e lo fissò dietro gli occhiali scuri. Era un ragazzino, mandato lì a Laredo da quei grassoni del governo per combattere il narcotraffico.
– Rispondi. Chi è il tuo amico?
Rebelli, nella macchina, posò la mano destra sul volante. Era disarmato.
– Un tale. Diego Tabarez de Soledad.
– Fammi capire, gringo. Tu viaggi oltre il confine perché un tale Diego Tabarez ti aspetta per una birra?
– Fossi in te mi accontenterei.
– Di cosa?
– Di quello che ti sto dicendo. Le cose nella vita cambiano in fretta.
Il ragazzino abbozzò un sorriso. Non era intimorito. Si aggiustò la cintola della divisa. Portò la mano al calcio della pistola. Ad un suo cenno, lentamente, Rebelli scese dalla macchina, le mani in vista. Si mise di fronte a lui, a fissarlo attraverso quegli occhiali, mentre il sole bruciava l’asfalto e il serpente della strada tremolava in un miraggio, fino alle montagne.
– Il documento è valido. Ma non basta per passare – lo sfidò ancora il poliziotto, con una smorfia sul viso ben rasato.
– Ascolta.
– Apri il bagagliaio.
– Ascolta.
– A distanza. Devi rimanere a distanza.
Rebelli percepiva la paura del ragazzino. Avanzava verso di lui, ad ogni parola, come un’ombra in quel giorno troppo caldo. – Ascolta – disse ancora. – Questo è un film. In questo film, due ragazzini si conoscono da piccoli. Giocano a calcio assieme, su strade fatte di polvere. Poi crescono, e Diego Tabarez diventa una brava persona, di quelle che si spaccano la schiena per un paio di dollari, e che s’accontentano di una birra la sera nei locali per stranieri. L’altro no. L’altro cresce, come Cesar, ma diventa cattivo. Un giorno, fa fuori uno stronzo, uno stronzo come lui, ma più ingenuo.
– Perché, ingenuo?
– Perché gli stava troppo vicino. Ora, l’altro vuole una nuova vita. Se ne va dalla città che l’ha visto diventare cattivo. Oltre la frontiera sarà un altro, senza passato. Mi hai capito, ragazzino?
– Il documento è falso. Ne ho visti altri in centrale. Ho esperienza.
– Questo è un film - continuò Rebelli. - In questo film, tu hai visto l’altro scendere dalla macchina. Gli hai fatto delle domande. I suoi jeans sono sporchi, ed è vernice. Questa è la risposta giusta. Hai capito?
Il ragazzino lo fissava, la mano sulla fondina.
– Ripeti con me. Vernice.
– Apri il bagagliaio.
– Ripeti.
– Apri il…
Rebelli partì col destro. Sfiorò la guancia del ragazzino nell’istante in cui si tirava indietro. Con la mano aperta gli prese la nuca e spinse, sollevando il ginocchio, come per un’acrobazia col pallone. Al ragazzino scappò un sospiro. Rimase in ginocchio sull’asfalto, ansimante, davanti a lui. Allora Rebelli si piegò ancora, da sopra le spalle gli sfilò la pistola dalla fondina. Gli occhiali scuri del ragazzino luccicavano sulla strada.
Lo vide rialzarsi di scatto, mentre lui sollevava la pistola.
Gli occhi dilatati. C’era un attimo che attendevano quegli occhi: un attimo che faceva la differenza tra la vita e la morte.
– Ora il film finisce. Ero un bambino, sono diventato un uomo. Sono stato cattivo. Domani sarò un altro. Come te. Questa è la verità.
Il ragazzino ansimava.
– Ora rientro in macchina e tu te ne vai.
Nella calura polverosa del giorno, Rebelli colse un cenno sul viso del poliziotto, come annuisse.
Ultima modifica di giulio.palmieri il martedì 22 dicembre 2020, 0:51, modificato 2 volte in totale.



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antico
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Re: SULLA FRONTIERA

Messaggio#2 » lunedì 21 dicembre 2020, 23:25

Ciao Giulio! Caratteri e tempo tutto ok, buona Davide Del Popolo Riolo Edition!

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Gabriele Dolzadelli
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Re: SULLA FRONTIERA

Messaggio#3 » venerdì 25 dicembre 2020, 22:06

Ciao Giulio. Piacere di leggerti.
Non so bene come prendere il tuo racconto.
Da un lato la penna mi è piaciuta tanto. Credo che tu abbia davvero un bel modo di descrivere scene e personaggi e su questo ho solo da imparare. Dall'altra, non mi è piaciuta la trama. Credo si sia rotto il patto tra scrittore e lettore in qualche punto imprecisato e da lì ho iniziato a vedere la vicenda un po' come surreale e grottesca. Forse è il ragazzino inesperto mandato a fermare persone alla frontiera? Forse è perché il ragazzino inesperto si mette a fare domande curiose lasciando parlare il tizio, facendogli snocciolare da gradasso tutto quello che vuole raccontargli? Forse il modo in cui si lascia menare che mi è parso come quello dei cattivi armati di pistola contro Walker Texas Ranger disarmato? Forse è tutto l'insieme, tanto che la chiusa, con lui che se ne va e il poliziotto che semplicemente annuisce, succube della sua forza, mi ha fatto storcere il naso come quando in tv si vede un film d'azione molto tamarro. Non so se mi sono spiegato. Trattasi quindi di una semplice questione di gusto e sono curioso di vedere le tue ottime capacità alle prese con una trama un po' più articolata. A rileggerci!

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: SULLA FRONTIERA

Messaggio#4 » sabato 26 dicembre 2020, 1:45

Sono combattuto, davvero.
Combattuto perché la prima parte mi è piaciuta davvero tanto. Nella mia testa me la vedevo con le tinte e i tempi di un “Too old to die young”. Poi – mannaggia a te! – arriva la seconda parte, da quando il protagonista scende dall’auto. Due i problemi avuti da qui in poi.
Il primo è la scena del combattimento. L’ho riletta più volte, ma ancora non riesco a visualizzarla. Oltretutto, le azioni descritte dovrebbero essere estremamente rapide, eppure hai scelto di adottare, proprio lì, uno stile troppo prolisso, quando invece avresti dovuto continuare con il botta e risposta della prima parte. Perché l’hai fatto?
Il secondo problema è il finale: deboluccio e affrettato, il che è un peccato, considerando che avevi ancora un gran numero di caratteri a disposizione.

Un ultimo appunto:

Il ragazzino abbozzò un sorriso. Non era intimorito. Si aggiustò la cintola della divisa. Portò la mano al calcio della pistola.
Quel “non era intimorito” non si può leggere. È un raccontare buttato nel mezzo di una scena mostrata. Piuttosto descrivi un’altra azione che definisca la sua (finta?) assenza di paura. Allarga le spalle? Sputa lo stuzzicadenti? Vari ed eventuali? Insomma, fagli fare qualcosa, non scegliere la via facile del raccontato.
Ripeto: mannaggia a te e al tuo gemello cattivo che ti ha rubato il posto al computer nella seconda metà.
lupus in fabula

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giulio.palmieri
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Re: SULLA FRONTIERA

Messaggio#5 » sabato 26 dicembre 2020, 12:31

JohnDoe ha scritto:Sono combattuto, davvero.
Combattuto perché la prima parte mi è piaciuta davvero tanto. Nella mia testa me la vedevo con le tinte e i tempi di un “Too old to die young”. Poi – mannaggia a te! – arriva la seconda parte, da quando il protagonista scende dall’auto. Due i problemi avuti da qui in poi.
Il primo è la scena del combattimento. L’ho riletta più volte, ma ancora non riesco a visualizzarla. Oltretutto, le azioni descritte dovrebbero essere estremamente rapide, eppure hai scelto di adottare, proprio lì, uno stile troppo prolisso, quando invece avresti dovuto continuare con il botta e risposta della prima parte. Perché l’hai fatto?
Il secondo problema è il finale: deboluccio e affrettato, il che è un peccato, considerando che avevi ancora un gran numero di caratteri a disposizione.

Un ultimo appunto:

Il ragazzino abbozzò un sorriso. Non era intimorito. Si aggiustò la cintola della divisa. Portò la mano al calcio della pistola.
Quel “non era intimorito” non si può leggere. È un raccontare buttato nel mezzo di una scena mostrata. Piuttosto descrivi un’altra azione che definisca la sua (finta?) assenza di paura. Allarga le spalle? Sputa lo stuzzicadenti? Vari ed eventuali? Insomma, fagli fare qualcosa, non scegliere la via facile del raccontato.
Ripeto: mannaggia a te e al tuo gemello cattivo che ti ha rubato il posto al computer nella seconda metà.


Cia Alessandro, grazie per i tuoi appunti! In particolare, il "non era intimorito" è micidiale: avrei dovuto mostrare una reazione, focalizzare il tutto sul personaggio e non accontentarmi di un riassunto. Per il finale, ho fatto la seguente riflessione: il cambiamento nel rapporto iniziale tra i personaggi era ormai ribaltato, e quindi conveniva chiudere. Ovviamente, poi, conta quanto resta al lettore e il suo grado di soddisfazione. Grazie e a rileggerci
Ultima modifica di giulio.palmieri il sabato 26 dicembre 2020, 17:20, modificato 1 volta in totale.

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giulio.palmieri
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Re: SULLA FRONTIERA

Messaggio#6 » sabato 26 dicembre 2020, 12:35

Gabriele Dolzadelli ha scritto: Trattasi quindi di una semplice questione di gusto e sono curioso di vedere le tue ottime capacità alle prese con una trama un po' più articolata. A rileggerci!


Ciao Gabriele, be', sul gusto nulla da dire. Per un racconto con un trama più articolata ti terrò aggiornato :)
A rileggerci

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Gennibo
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Re: SULLA FRONTIERA

Messaggio#7 » domenica 27 dicembre 2020, 19:52

Ciao Giulio, che piacere ritrovarti qui nell’arena di MC! Come gli altri sono stata catturata dall’inizio del tuo racconto, da quell’atmosfera alla Cormac McCarthy che io adoro. Peccato quel “non era intimorito” e anche per la storia del film, un raccontato che spezza il dialogo botta e risposta, ti consiglio di riscriverlo tutto con la stessa dinamica, penso che ne verrebbe fuori un gioiellino.
Sul finale migliora ma secondo me andrebbe sistemato.
Perché il ragazzino dovrebbe andarsene? Il suo posto è lì alla frontiera, potrebbe rimanere lì a guardarlo andare via, e poi chissà cosa farà, probabilmente nulla.
L’ultima riga non mi dispiace, però toglierei quel “come annuisse”.
Alla prossima e Buona Edition!

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wladimiro.borchi
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Re: SULLA FRONTIERA

Messaggio#8 » lunedì 28 dicembre 2020, 12:15

Ciao Giulio,
Racconto gradevole con qualche problema, almeno secondo me.
Un po' di confusione coi PDV.
Nulla di eccessivo, a una seconda lettura si capisce chiaramente che siamo focalizzati su Rebelli e che, pertanto quel "Era un ragazzino, mandato lì a Laredo da quei grassoni del governo per combattere il narcotraffico" è una sua constatazione. A una prima lettura, però, mi è apparso un passaggio di PDV al poliziotto o, peggio, l'uso di un narratore onnisciente.
Ci sono poi una bella quantità di ripetizioni. Immagino siano volute ma "ragazzino" diventa ridondante. C'è poi questa frase in cui la doppietta di "occhiali scuri" diventa fastidiosa ("il poliziotto con gli occhiali scuri smise di masticare per un attimo lo stuzzicadenti, e lo fissò dietro gli occhiali scuri").
Nulla che non si possa risistemare, in ogni caso.
Un altro lavoro discreto.
Non so davvero come farò con la classifica.
A presto
W

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giulio.palmieri
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Re: SULLA FRONTIERA

Messaggio#9 » lunedì 28 dicembre 2020, 14:10

Gennibo ha scritto:Ciao Giulio, che piacere ritrovarti qui nell’arena di MC! Come gli altri sono stata catturata dall’inizio del tuo racconto, da quell’atmosfera alla Cormac McCarthy che io adoro. Peccato quel “non era intimorito” e anche per la storia del film, un raccontato che spezza il dialogo botta e risposta, ti consiglio di riscriverlo tutto con la stessa dinamica, penso che ne verrebbe fuori un gioiellino.
Sul finale migliora ma secondo me andrebbe sistemato.
Perché il ragazzino dovrebbe andarsene? Il suo posto è lì alla frontiera, potrebbe rimanere lì a guardarlo andare via, e poi chissà cosa farà, probabilmente nulla.
L’ultima riga non mi dispiace, però toglierei quel “come annuisse”.
Alla prossima e Buona Edition!


Ciao Isabella, bentrovata! In effetti, può starci alla grande dare la storia del film tramite un botta e risposta in cui Rebelli prende sempre di più le redini del dialogo (e non tramite un racconto diretto), fino al climax finale. Nel dialogo proposto il raccontato serviva a spezzare il botta e risposta, e dare inizio al ribaltamento dei rapporti. Grazie per i tuoi consigli e buona edition!

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Emiliano Maramonte
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Re: SULLA FRONTIERA

Messaggio#10 » lunedì 28 dicembre 2020, 16:51

Ciao Giulio!
Libero dall'obbligo delle letture del mio girone, mi sto divertendo a passare in rassegna altri racconti.
Ero curioso di leggere il tuo.
Be', devo dire che mi è piaciuto. Chi mi ha preceduto ha messo in rilievo questo o quell'inconveniente. Tutto sommato sono d'accordo. Non sono d'accordo invece sul finale. Secondo me ci sta bene un po' di strafottenza e di teatralità. Si respira, così, un po' di atmosfera "di frontiera" appunto, dove la vita è selvaggia e assoggettata alla legge del più forte. Capisco che questo registro possa non piacere, ma secondo me una scena di chiusura sopra le righe ci può stare.
Mi è piaciuta la narrazione in stile cinematografico e non ho trovato eccessivo il racconto moraleggiante di Rebelli. Il problema è che ormai (e mi ci metto dentro anche io) siamo così imbevuti dei cliché americani che spessissimo, senza accorgercene, li abbracciamo nei nostri scritti. Ma non è un male imperdonabile.
Il tuo racconto fa il suo dovere. Andrebbe sbozzato e rielaborato in alcun sue parti per dei necessari aggiustamenti, ma lo si legge bene.
Faccio una considerazione finale: non penso sia così peregrina l'idea che in quelle aree del mondo possano accadere situazioni simili dove è la polizia a soccombere allo strapotere dei Cartelli e della criminalità locale...

In bocca al lupo e buona Edition!
Emiliano.

Edoardo Foresti
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Re: SULLA FRONTIERA

Messaggio#11 » lunedì 28 dicembre 2020, 21:59

Ciao Giulio! Questa è la prima volta che ti leggo, spero che il mio commento possa risultarti utile.
Che dire, mi capita di rado di giudicare i racconti sul forum "di pancia", ma qui mi è inevitabile. Non ci girerò attorno: il racconto, in alcuni punti, mi è risultato un po' confusionario. Hanno già fatto notare la constatazione del pdv che può apparire come fuorviante o quel frammento in tell sul finale, quindi non mi ripeterò.
Detto questo, l'atmosfera mi è piaciuta. L'ho trovata forte, con un sapore particolare e c'è una certa dose di, perdonami il termine, tamarraggine che apprezzo. Mi ha ricordato "Kill Bill" del buon Tarantino, o alcune scene di "Breaking Bad".
Questo è sicuramente il punto forte del racconto, a mio avviso.
Proprio per questo motivo, non ho trovato troppo incoerente la parte finale, perché ricrei un'atmosfera che ho interpretato come volutamente sopra le righe. Perciò, la scazzottata e il poliziotto rimasto interdetto sul finale non hanno spezzato il patto col lettore, nel mio caso.
Sicuramente, come hanno fatto notare molti che hanno commentato prima di me, alcune parti gioverebbero di un'aggiustatina. Detto questo, hai scritto un racconto che fa il suo dovere e il tema e il conflitto ci sono.
A presto!

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giulio.palmieri
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Re: SULLA FRONTIERA

Messaggio#12 » mercoledì 30 dicembre 2020, 14:10

Salve Wladimiro, Emiliano e Edoardo.
Grazie per i vostri commenti! Riscriverò il pezzo lavorando sulla continuità e e sullo scambio battute. L'ambientazione richiede una certa azione (come detto da Emiliano siamo sulla frontiera), e spero insomma di migliorare. Grazie e a rileggerci

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Davide_Mannucci
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Re: SULLA FRONTIERA

Messaggio#13 » mercoledì 30 dicembre 2020, 23:13

Ciao Giulio, questo racconto mi darà del filo da torcere nella classifica. In questo girone ci sono due prove a mio avviso superlative che si giocano il primo posto, due ottime prove e poi le altre che sono tutte buone o almeno discrete che se la giocano sulla base di inezie e piccoli dettagli. Detto questo, direi una buona prova la tua ma che presenta alcune lacune (wow....faccio pure gli anagrammi!). Naturalmente il mio commento è l'opinione di un aspirante scrittore che è qui per migliorarsi e lo fa anche cercando indegnamente di commentare i lavori altrui. Mi piace come scrivi ma sono d'accordo con chi ti ha fatto notare le ripetizioni e i pdv che a una prima lettura sembrano altalenanti.
Il punto di forza del racconto è senz'altro l'atmosfera che fai respirare senza difficoltà e queto denota una capacità stilistica che ha un potenziale ancora secondo me comunque inespresso.
A presto!
Davide Mannucci

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Andrea76
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Re: SULLA FRONTIERA

Messaggio#14 » venerdì 1 gennaio 2021, 18:56

SULLA FRONTIERA, di Giulio Palmieri
Un'interessante pillola di crime-story che si regge su dialoghi ispirati al più riuscito dei cinema di Tarantino. Se esiste un B-Movie allora esiste pure una B-Story che nel tuo caso ha anche il grande merito di prendere in giro sé stessa. Trovo divertenti i personaggi che hai costruito, infatti sta proprio nel Soggetto, più che nella Sceneggiatura, la forza del tuo racconto. Con più tempo a disposizione a mio avviso avresti perfezionato il testo che invece nella stesura che ci hai presentato presenta delle problematiche che inficiano la fluidità della lettura: mi riferisco alle ripetizioni (“ragazzino”, “occhiali scuri”) e alla poca chiarezza nell’iniziale scambio di battute tra il poliziotto e Rebelli. In generale si fa fatica ad attribuire le battute a lui o all’altro, e ciò dà al lettore la sgradevole sensazione di un Pdv ballerino. L’impressione è che basti oliare qualche ingranaggio per trasformare questo racconto da crisalide in farfalla.

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roberto.masini
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Re: SULLA FRONTIERA

Messaggio#15 » sabato 2 gennaio 2021, 13:29

Ciao, Giulio.
Rischio di ripetere giudizi già espressi da altri ma che sono scaturiti da una terza lettura del tuo testo prima ancora di aver letto gli altri commenti. Quando devo leggere più volte un racconto c'è qualcosa che non scorre anche se può essere il limite intellettuale del lettore. Ho impiegato appunto un po' prima di capire che il PDV è di Rebelli (o no?). Lo stile è reso zoppicante dalle iterazioni ma viene temperato dall'atmosfera resa in modo ottimo.
A rileggerci!

PhilStones
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Re: SULLA FRONTIERA

Messaggio#16 » sabato 2 gennaio 2021, 16:16

Ciao Giulio,

quando ho inziato a leggere sono stato avvolto da una fresca ventata di deserto messicano. Non è un ossimoro. Tra tutte le location che mi sono figurato prima di scrivere il mio racconto e tra tutte quelle che ho letto... questa non me la aspettavo e mi ha piacevolmente coivolto.
Anche il dialogo iniziale, nonostante meritasse qualche Tag o contestualizzaizone maggiore, mi ha catturato. Mi ci vedevo, accanto al poliziotto con gli occhaili a specchio. O accanto al protagonista. O dietro la macchina. O dentro.
Ecco, questo è il problema: si delinea tutto dopo.
Il poliziotto tra l'altro da solo in pattuglia sul confine mi sembra esagerato...
E quando iniziamo a capire che sono solo in tre (l'uomo senza nome che vuole andare a Tulum ancora non ho ben capito se sia in auto o fuori al caldo) inzia un po' di confusione.
L'idea del poliziotto giovane e tosto che si oppone al cambiamento dei due mi piace... ma c'è un po' di confusione nella realizzazione di certi passaggi, come ti hanno fato notare.
Commento dibattuto e con rammarico perché l'idea di base e la scena, con qualche sistemazione, hanno un potenziale enorme!

Buona sfida
Filippo

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antico
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Re: SULLA FRONTIERA

Messaggio#17 » martedì 5 gennaio 2021, 19:39

Ti incasini parecchio con la storia del film e su un paio di particolari che rimangono sospesi come i jeans sporchi di sangue che non vengono mai mostrati se non nel racconto del film o chi c'è nel bagagliaio (è difficile ricominciare una vita portandosi appresso un cadavere!). Detto questo, la lettura è stata piacevole e ho molto apprezzato il lavoro sul tema. Per me è un pollice su convinto che si piazza dietro al pari valutato racconto di Lauro perché meno preciso in ogni sua parte.

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