PANTA REI

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wladimiro.borchi
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PANTA REI

Messaggio#1 » lunedì 21 dicembre 2020, 23:39

PANTA REI

Basta un poco di zucchero e la pillola va giù!
Il mio è un lavoro facile. Ci sono solo tre regole: arrivare in orario, smontare a fine turno e igienizzarsi spesso le mani.
Si ha a che fare col dolore e la morte, ma a quello si fa subito l’abitudine.
Il resto in qualche modo si sistema. Io, ad esempio, la soluzione la trovo sempre. Credi che sia difficile? Se ci pensi bene, basta davvero poco. Le boe sono sempre a portata di mano, basta saperle afferrare al momento giusto.
Al corso ci insegnano: una pasticca e passa tutto! Non c’è niente di più vero.
Il numero cinque soffre di insonnia. La cartella dice 10 gocce di Stilnox prima di dormire. Cinque basteranno. E così in un mese ne avanzerà a sufficienza per divertirsi un bel po’ con Chiara della terapia intensiva. È davvero la più gran puttana di tutta la storia millenaria del troiettitudine: l’ultima volta, è bastata una spruzzatina nel caffè e si era fatta trivellare appoggiata al muro per quasi due ore. E come gridava di darglielo sempre di più! Mi sono dovuto calare un paio di Viagra anche io per starle dietro.
Il numero sei, invece, sono tre giorni che rompe le palle, raccontando a destra e a manca che il personale gli ruberebbe i lassativi. Stavolta gliela faccio passare io la voglia. Cioccolato fondente, latte, addensante e cacao in polvere: modellate tutto in forma cilindrica e, ploffete, avrete la vostra merda fatta in casa. Ci vuole solo un secondo a infilargliela sotto le coperte. «Che sta facendo, dottore?» «Non sono un medico, sono solo l’infermiere del turno di notte. Dorma, le sto rimboccando le coperte. Così guarisce prima.» Sorriso benevolo e voce suadente: solo un ingrato non avrebbe fiducia chi lo sta curando. Tra un po’ il calore gliela farà sciogliere tra le palle: si appiccicherà ai peli dello scroto e gli colerà tra le chiappe: uno spettacolo disgustoso.
E allora l’idiota chiederà aiuto e sarà l’ultima volta in vita sua che parlerà di purghe.
Arrivare in orario, smontare a fine turno e igienizzarsi spesso le mani. Non ci sono altri segreti per vivere sereni.
Il numero sette è terminale. Gli danno un placebo: palline di zucchero in una confezione blu con scritto Guarentin. È chiaro che non gli fanno niente, servono solo a tenerlo su psicologicamente fino a quando schiatterà.
La cartella del numero otto è sfuocata. L’inchiostro con cui è scritta sembra sciogliersi mentre la guardo. Arriva una fitta violenta alla testa e poi diventa tutto nero.
Bip… Bip… Bip...
Avete presente quando dormite sopra un braccio e vi svegliate con quella sensazione di freddo? È come se l’arto fosse appena uscito da un congelatore. Dopo poco sentite le formiche che lo divorano un po’ alla volta, scavandoci dentro con le loro zampe artigliate.
Quando tornate coscienti dopo un’emorragia cerebrale è più o meno lo stesso. Con la differenza che è passato un sacco di tempo e che non potete più muovere nemmeno la faccia.
Siete svegli, sentite fastidio e dolore dappertutto, ma non riuscite a comunicare se non muovendo gli occhi.
Almeno riuscissi a non pensare...
L’infermiere della sera è nuovo. Non mi conosce come il resto del personale e, quindi, non porta rispetto. Ieri e venuto a chiavarsi Chiara della terapia intensiva proprio nel letto accanto al mio.
Li sentivo solo ansimare, purtroppo non potevo ruotare la testa.
Intanto quegli insetti fottuti continuavano ad andarsene in su e in giù lungo le vene, mangiandosi tutto quello che trovavano.
Stasera, quando è passato per i farmaci, mi sono costretto a muovere la bocca, ho urlato come un ossesso, ma è venuto fuori solo un rantolo soffocato. Sentivo la saliva colarmi dal mento.
Finalmente si è accorto di me.
«Chiariamoci, rantolo!» Si è avvicinato al letto e mi ha asciugato la bava col lenzuolo. «Sei stato così bravo fino a oggi. Non crearmi problemi, OK? Sei un collega, per cui lo sai come si confezione una merda fatta in casa. Non costringermi a farlo.»
Ho chiuso gli occhi in segno di assenso.
«Bravo, vedi che ci capiamo!» Poi ha dato un occhiata alla mia cartella. «E poi, stai tranquillo, con il Guarentin tra poco tornerai in piena forma, vedrai!»



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antico
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Re: PANTA REI

Messaggio#2 » lunedì 21 dicembre 2020, 23:41

Ed ecco il Campione in carica, ciao Wladimiro! Caratteri e tempo ok, divertiti in questa Davide Del Popolo Riolo Edition!

alexandra.fischer
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Re: PANTA REI

Messaggio#3 » martedì 22 dicembre 2020, 17:08

PANTA REI di Wladimiro Borchi Tema centrato. Fin dal titolo, sì, Tutto scorre per il protagonista, infermiere addetto al turno di notte ed esperto in furbate per strapparsi qualche oretta piacevole (vedi la tresca con la collega) fino a quando non arriva il suo momento di passare dall’altra parte del letto nel ruolo di paziente.
Punti di forza: come descrivi la cura “taroccata” per il numero cinque (lui usa la differenza delle gocce prescritte per divertirsi con Chiara, insomma, la “rilassa” e lui ricorre al Viagra) e le false feci al numero sei, sofferente di stipsi (e a corto di lassativi, si vede, per l’incuria del personale). Per non parlare della descrizione del numero sette, terminale e alle prese con pastiglie placebo. L’ironia cinica si estende anche al nome del placebo, “Guarentin”, che diventerà anche la terapia del Nostro. Ottima anche la resa dei sintomi dell’emorragia cerebrale che condanna il Nostro alla paralisi pressoché totale (ma può muovere gli occhi per “comunicare” con il collega che lo tratta come lui trattava i pazienti: a partire dal numero delle feci fabbricate a hoc e con l’aggiunta dello scippo della tresca, infatti, lui può ancora sentire e capisce che il nuovo arrivato se la cava come lui con lei. Graffiante anche l’idea del soprannome che il Nuovo gli affibbia).

Punto debole: correggo qui. Trattandosi di un soprannome, scriverei Rantolo.

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Jacopo Berti
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Re: PANTA REI

Messaggio#4 » martedì 22 dicembre 2020, 17:21

Probabilmente, a partire con un’osservazione del genere, ci si attira le ire dell’autore. La prima cosa che si nota, purtroppo, è la dimensione dei caratteri. Troppo piccoli: si fa fatica a leggere. Visto che ciò capita solo su questo racconto in questa edizione, presumo non sia una problematica mia. Ti consiglio di usare le impostazioni standard del forum, che immagino siano tali per favorire la fruizione.
Veniamo al testo: comincio rilevando alcuni refusi. “Del troiettitudine”; “non avrebbe fiducia chi lo sta curando”. Qui, a mio avviso, c’è un problema di consecutio: “è bastata una spruzzatina nel caffè e si era fatta trivellare”. I due ausiliari dovrebbero essere allo stesso tempo o addirittura il primo dovrebbe essere antecedente. Ancora una cosa che secondo me è una sbadataggine: l’indirizzo al lettore è prima al singolare (“credi che sia difficile?”) e poi al plurale (“avete presente…”).
Il punto di vista mi sembra coerente dall’inizio alla fine. Assumi uno stile, una “voce” e la porti avanti coerentemente e con verosimiglianza. È una voce verso la quale è difficile provare empatia o complicità, essendo uno stronzo di prim’ordine. Tant’è che quando arriva “il cambiamento”, cioè il ribaltamento dei ruoli, il lettore è soddisfatto del contrappasso, e diventa anche lui un po’ stronzo. Il cambiamento, da un prima a un dopo, è molto ben riuscito. L’idea della sfocatura della cartella è, in senso positivo, cinematografica, e incolla il lettore all’hic et nunc del racconto. Il tema del cambiamento è certamente presente: il protagonista pensa che non cambierà niente e invece poi tutto cambia. Il tema però era un po’ più specifico: “l’unica verità duratura è il cambiamento”. Non era facile attenervisi in modo più stretto, ma forse un po’ meglio potevi fare.
Si nota, in questo racconto, una consuetudine alla scrittura e una facilità di narrazione e di gestione di un punto di vista. Vi leggo anche però una certa fretta di consegnare che ha portato ad alcuni refusi e superficialità.
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)

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Pretorian
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Re: PANTA REI

Messaggio#5 » martedì 22 dicembre 2020, 21:01

Ciao, Wladimiro e piacere di leggerti.

Questo racconto è cattivo. Cattivissimo. E tu sei una brutta persona.

XDXDXDXD

Ovviamente, sto mentendo. O meglio, questo racconto è cattivo nel puro senso che è scritto con lo scopo di creare un personaggio assolutamente detestabile e poi farlo cadere in una situazione che normalmente susciterebbe pietà nel lettore ma che, in questa particolare circostanza, fa quasi dire "ben ti sta!". Diciamo che posso tranquillamente immaginarti mentre scrivi e ridi da solo, con tanto di fulmine che cade dietro le tue spalle.
Dal punto di vista narrativo, invece, questo racconto è una bomba. Ottimo il flusso di coscienza del protagonista, ottimi i dettagli del mondo infermieristico e ottimo il modo con cui nella prima parte disveli il fatto che il protagonista è una carogna e, nella seconda, ne mostri il contrappasso. Il finale è di una cattiveria arguta che fa rabbrividire allo stesso tempo di tensione e di ammirazione per la tua scrittura.
è un teso perfetto? Assolutamente no. A mio giudizio, il difetto principale è nel punto in cui la sorte del protagonista si capovolge: la descrizione del collasso è troppo striminzita e scialba, soprattutto se paragonata al resto del testo. Due righe stentate che il lettore potrebbe persino farsi sfuggire se batte le palpebre una volta di troppo. è un peccato, perché questo è lo snodo cruciale del racconto e meriterebbe una cura migliore, se non altro perché renderebbe ancor più pesante il palesarsi della successiva condizione del protagonista.
è un difetto importante ? Abbastanza.
Mina la qualità complessiva di questo eccellente racconto? Assolutamente no.
Alla prossima!

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Stefano.Moretto
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Re: PANTA REI

Messaggio#6 » giovedì 24 dicembre 2020, 12:01

Ciao Wladimiro
avevo letto i tuoi lavori precedenti ma non li avevo mai dovuti valutare. E giustamente quando arriva il mio turno mi traumatizzi così. Che dire, la storia scorre benissimo, non c'è un solo punto in cui devi fermarti a rileggere due volte e la semina delle informazioni viene fatta in modo magistrale, sia per il "cioccolato" che per il farmaco placebo. Riguardo il momento di svolta mi sento di dissentire da Pretorian (non volermene!), credo che non sia troppo rapido: una scena deve occupare il tempo di lettura che occupa l'evento letto e una cosa del genere avviene in pochi istanti. Forse il problema percepito è che poteva essere descritto con parole diverse e più d'impatto per far capire che quello è un momento di svolta. Ad esempio la sfocatura della cartella sono due frasi molto lunghe che potevano essere accorciate in favore di altri dettagli (giramenti di testa, pesantezza, lucciole nella vista) in modo da aumentare i campanelli d'allarme nel lettore sempre di più fino alla fitta alla testa, mantenendo la stessa lunghezza in caratteri.
L'unica "pecca" vera che ho sentito nel racconto è la poca empatia nei confronti del protagonista. Viene presentato subito come un "cattivo" che quasi si diverte a trattare male i malati e addirittura droga le colleghe pur di portarsele a letto (o al muro). Forse avresti potuto accorciare qualche passaggio e introdurre una o due righe dove si vede che lui non è un'eccezione cattiva, ma è la prassi del posto essere così e che lui tra tutti non è neanche il peggiore, così da rendercelo più "accettabile", perché poi si arriva al finale e si oscilla tra il "ah, se l'è meritato!" e il "ma che cavolo, anche gli altri sono così? Che crepino tutti".
Per il resto è un ottimo racconto, mi è piaciuto veramente tanto. Soprattutto sul finale quando gli viene detto del farmaco usato: mi è presa una fitta al petto quando ho letto quella frase. Una semina magistrale che ha portato a un raccolto perfetto.
Nota finale:
Basta un poco di zucchero e la pillola va giù!

Ci sono due tipi di valutatori: chi l'ha letto cantando e chi mente.

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Filippo Santaniello
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Re: PANTA REI

Messaggio#7 » sabato 26 dicembre 2020, 9:44

Ciao Wladimiro,
bel racconto cinico e crudele, mi è piaciuto! Mi ha ricordato il Welsh più spietato quindi non posso che farti i complimenti. Il personaggio è caratterizzato molto bene e la prima persona facilita l’immedesimazione così come le descrizioni ben congegnate delle sue bastardate. Diciamo solo che si entra davvero nel racconto troppo tardi, infatti il capovolgimento dell’azione è ravvicinato al finale. Forse sarebbe stato meglio asciugare la prima parte e soffermarsi di più sul cambiamento, sulla sorte del protagonista. Ma non è che questo infici più di tanto sulla valutazione del racconto, che rimane una bella staffilata. Complimenti!

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Luca Nesler
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Re: PANTA REI

Messaggio#8 » sabato 26 dicembre 2020, 15:41

Ciao Wladimiro! Tanto che non ti devo commentare.
Questo tuo racconto ha degli elementi interessanti, ma non mi è piaciuto.

"Si ha a che fare col dolore e la morte, ma a quello si fa subito l’abitudine.
Il resto in qualche modo si sistema. Io, ad esempio, la soluzione la trovo sempre."
Quanti incisi (un po' di virgole abbandonate). Non parti benissimo.

"Credi che sia difficile? Se ci pensi bene, basta davvero poco. Le boe sono sempre a portata di mano, basta saperle afferrare al momento giusto."
Mi è sembrata strana la metafora delle boe (e non mi è nemmeno molto chiara). Mi sono chiesto perché un sanitario (mi ero fatto quest'idea) usasse una metafora nautica. Così mi ha un po' confuso e l'unico appiglio che avevo per seguire il racconto, ha vacillato. Inoltre mi sono subito chiesto a chi si stesse rivolgendo la voce narrante. A me? Quindi hai scelto di raccontare tutto senza mostrare nulla. Va bene, si sperimenta.

Il difetto maggiore del racconto è che non riesci a costruire un minimo d'empatia, difficile coi 4k, lo so, ma, in concomitanza a un raccontato così, il testo diventa subito troppo. Non m'interessa sapere dove vuole arrivare, cos'ha fatto o perché me lo stia raccontando. Non mi coinvolge né quando parla di stupro, né quando racconta lo scherzo della merda al cioccolato. Capisco che è un bastardo, ma il testo è troppo e mi passa la voglia di arrivare in fondo.
Altro punto da segnalare all'esperimento: non so che cosa succede per quasi tutto il racconto. Non so davvero di che si tratta, dove viene ambientato, dove andrà a finire. Non c'è una domanda che mi rimane in testa e che mi fa leggere in cerca di una risposta. Anche questo abbassa l'interesse che ho nella vicenda. La fitta alla testa arriva improvvisa e inspiegabile. Da lì comincia un nuovo interesse "Wladimiro sa qualcosa che non ha detto. Forse c'è un mistero", ma tutta la parte prima è troppo lunga e poco interessante. Inoltre il nuovo mistero non mette in luce le cose precedenti, ma porta solo un cambiamento (del tema) che però non giustifica la parte prima.

"Avete presente quando dormite sopra un braccio e vi svegliate con quella sensazione di freddo?"
All'inizio eri partito dicendo "se ci pensi bene" ora ti rivolgi a "noi lettori". Ti è scappato (cosa normale in MC) o cercavi un effetto? In ogni caso a me è risuonato.

Qui scopriamo che il protagonista ha avuto un'emorragia cerebrale e si è risvegliato. C'è un po' di confusione coi tempi, perché tutta la prima metà del racconto il protagonista l'ha passata a raccontare del suo passato, quindi ero svincolato dal suo hic et nunc. La fitta alla testa è spuntata dal nulla in un presente che io non ricordavo e non seguivo. Aggiungo che manca completamente l'ambientazione. Tutto sembra succedere nella testa del protagonista o in un limbo grigiastro.
Quando poi dici "Non mi conosce come il resto del personale" mi perdo di nuovo. Vuol dire che l'inizio del racconto avviene dopo l'emorragia? Ma allora perché la fitta e il bip bip viene narrato come se accadesse in quel momento? Se non è così, perché parla da dopo l'emorragia come se fosse passato del tempo? Forse manca solo una cesura.
Il finale amaro è buono.

In definitiva mi mancano un po' di coordinate per ordinare la storia come una consecutio dotata di senso. Nemmeno il messaggio del racconto è molto forte. In definitiva c'è un infermiere cinico che poi passa dall'altra parte, ma non è stato a causa del suo cinismo, quindi il messaggio finale potrebbe essere "a volte qualcuno ha sfiga".

Insomma, si sente la vena pulp che ti contraddistingue, ma questa scelta stilistica non mi ha convinto.
(ma tanto non mi piace mai niente. Forse ho un problema.)

A presto!

Ah già! Il titolo: non ha nessuna connessione col racconto. O meglio, ha la stessa connessione che ha con tutti gli altri del contest, quindi vale poco.

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wladimiro.borchi
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Re: PANTA REI

Messaggio#9 » sabato 26 dicembre 2020, 17:59

Ciao Luca, peccato non ti sia piaciuto, perché dopo l'apprezzamento di Ago, avrei fatto il pienone.
Sarà per la prossima volta.

Luca Nesler ha scritto:
"Si ha a che fare col dolore e la morte, ma a quello si fa subito l’abitudine.
Il resto in qualche modo si sistema. Io, ad esempio, la soluzione la trovo sempre."
Quanti incisi (un po' di virgole abbandonate). Non parti benissimo.

Boh, non credevo che gli incisi fossero sbagliati in re ipsa. Ne prendo atto.

Luca Nesler ha scritto:"Credi che sia difficile? Se ci pensi bene, basta davvero poco. Le boe sono sempre a portata di mano, basta saperle afferrare al momento giusto."
Mi è sembrata strana la metafora delle boe (e non mi è nemmeno molto chiara). Mi sono chiesto perché un sanitario (mi ero fatto quest'idea) usasse una metafora nautica. Così mi ha un po' confuso e l'unico appiglio che avevo per seguire il racconto, ha vacillato. Inoltre mi sono subito chiesto a chi si stesse rivolgendo la voce narrante. A me? Quindi hai scelto di raccontare tutto senza mostrare nulla. Va bene, si sperimenta.


In realtà sperimentavo una delle dritte di Palahniuk in "Tieni presente che". Alterno seconda, terza e prima persona per generare autorevolezza.

Luca Nesler ha scritto:Il difetto maggiore del racconto è che non riesci a costruire un minimo d'empatia, difficile coi 4k, lo so, ma, in concomitanza a un raccontato così, il testo diventa subito troppo. Non m'interessa sapere dove vuole arrivare, cos'ha fatto o perché me lo stia raccontando. Non mi coinvolge né quando parla di stupro, né quando racconta lo scherzo della merda al cioccolato. Capisco che è un bastardo, ma il testo è troppo e mi passa la voglia di arrivare in fondo.
Altro punto da segnalare all'esperimento: non so che cosa succede per quasi tutto il racconto. Non so davvero di che si tratta, dove viene ambientato, dove andrà a finire. Non c'è una domanda che mi rimane in testa e che mi fa leggere in cerca di una risposta. Anche questo abbassa l'interesse che ho nella vicenda. La fitta alla testa arriva improvvisa e inspiegabile. Da lì comincia un nuovo interesse "Wladimiro sa qualcosa che non ha detto. Forse c'è un mistero", ma tutta la parte prima è troppo lunga e poco interessante. Inoltre il nuovo mistero non mette in luce le cose precedenti, ma porta solo un cambiamento (del tema) che però non giustifica la parte prima.

A dire il vero non cercavo l'empatia ma il divertimento. Io ho riso come un pazzo a leggere e rileggere.
Con alcuni ci sono riuscito, mi spiace di non averti soddisfatto.


Luca Nesler ha scritto:"Avete presente quando dormite sopra un braccio e vi svegliate con quella sensazione di freddo?"
All'inizio eri partito dicendo "se ci pensi bene" ora ti rivolgi a "noi lettori". Ti è scappato (cosa normale in MC) o cercavi un effetto? In ogni caso a me è risuonato.


Anche qui seguivo Palahniuk. Alterno persone e parto dall'esperienze del lettore per portarlo a cose mai provate, alla dimensione fantastica, tragica, profonda.
Con qualcuno ci sono riuscito.

Luca Nesler ha scritto:Qui scopriamo che il protagonista ha avuto un'emorragia cerebrale e si è risvegliato. C'è un po' di confusione coi tempi, perché tutta la prima metà del racconto il protagonista l'ha passata a raccontare del suo passato, quindi ero svincolato dal suo hic et nunc. La fitta alla testa è spuntata dal nulla in un presente che io non ricordavo e non seguivo. Aggiungo che manca completamente l'ambientazione. Tutto sembra succedere nella testa del protagonista o in un limbo grigiastro.
Quando poi dici "Non mi conosce come il resto del personale" mi perdo di nuovo. Vuol dire che l'inizio del racconto avviene dopo l'emorragia? Ma allora perché la fitta e il bip bip viene narrato come se accadesse in quel momento? Se non è così, perché parla da dopo l'emorragia come se fosse passato del tempo? Forse manca solo una cesura.

In realtà è molto chiaro. C'è una prima parte prima del l'emorragia, una seconda parte dopo. Il bip bip bip scandisce il passaggio. Nessuna delle due parti è svincolata dall'hinc et nunc.

Luca Nesler ha scritto:Il finale amaro è buono.

Via, almeno quello.


Luca Nesler ha scritto:Ah già! Il titolo: non ha nessuna connessione col racconto. O meglio, ha la stessa connessione che ha con tutti gli altri del contest, quindi vale poco.

Sai com'è il tema mi dicono sia lo stesso per tutti.

Spero di aver chiarito il chiaribile.
Quanto al fatto non ti sia piaciuto, de gustibus.
Su quello non posso farci niente.
Un abbraccio.
W

P. S. Frequenti troppo Livio.
Ahahahah.

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Re: PANTA REI

Messaggio#10 » domenica 27 dicembre 2020, 11:44

Ciao Wladimiro!
Scommetto che ti sei divertito un sacco a scrivere questo racconto. E' vero, forse pecca per nebulosità di ambientazione e non contestualizza molto il dove e il come, lasciando quasi tutto lo svolgimento nella testa del protagonista; un'intenzione azzardata per chi non sa gestire bene quel tipo di flusso, ma tu non sei di certo un principiante e ci sei riuscito alla grande.
Hai inserito dei punti forti (volutamente, credo) per far salire l'asticella del fastidio/odio nei suoi confronti quel tanto che basta per renderlo proporzionale all'appagamento che si prova quando il bastardo fa la stessa fine dei suoi pazienti, e non solo, il suo infermiere è stronzo tanto quanto lui (dev'essere una bella clinica dove alloggiare).
Mi è piaciuto molto, anche se per quanto mi riguarda non lo annovero tra i migliori da te scritti, ma rimane comunque godibile, perché oltre alla soddisfazione di trovarsi tra le mani un testo scritto bene, ti fa provare qualcosa mentre leggi e già questo per chi scrive significa adempiere a metà del suo lavoro, per come la vedo io.
Il tema è centrato, i miei apprezzamenti.

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Re: PANTA REI

Messaggio#11 » martedì 29 dicembre 2020, 10:08

Ciao Wladimiro,
ci presenti un racconto crudo, scorretto e molto vivido. Mi piace.
La cosa che funziona di più, secondo me, sono gli infermieri che si fregano i farmaci dei pazienti. Quella di meno, la merda fatta in casa. Non so se siano storie di vita vera, ma in entrambe le situazioni ci sono dei punti che mi hanno fatto perdere la sospensione dell’incredulità. In primo luogo, l’infermiere sottrae metà dose di ipnotico al paziente insonne, e le accumula per un mese: vuol dire 15 volte la dose normale. Probabilmente ci può stendere un cavallo, altro che divertirsi con Chiara. Punto due, mi aspetto che, per quanto sia in mezzo alle chiappe, del cioccolato abbia un odore ben diverso dalla cacca, quindi lo scherzo verrà sgamato istantaneamente.
Ho trovato lo stile lucido, preciso ed essenziale. Ti rivolgi al lettore, dando un senso di raccontato, e per me è un difetto, che però non rende sgradevole la lettura e non influisce in maniera drammatica sulla resa.
L’aderenza al tema c’è tutta. Una bella prova, complimenti.
Alla prossima.

P.S.: Dopo aver letto i commenti, mi sono in parte ricreduto sull’aderenza al tema. Il cambiamento c’è e mette il protagonista di fronte all’amara verità che lui non è diverso dagli altri e come lui era un infermiere stronzo, ora è lui a subire la stronzaggine. Però il cambiamento non è stato uno sviluppo consapevole per superare un suo difetto. E’ successo e basta. Ciononostante, per me rimane il miglior racconto del girone.

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Re: PANTA REI

Messaggio#12 » sabato 2 gennaio 2021, 16:05

Parto dal tema perché, per come la vedo, in questa edizione poteva essere anche semplicemente un messaggio per il lettore senza che il protagonista ne fosse consapevole, ma si limitasse a subirlo e qui succede proprio questo. Passando al racconto, mi ha convinto al netto di qualche passaggio poco chiaro (tipo quello delle boe che mi è proprio sembrato avulso dal contesto). T'immergi nel tuo protagonista e lo fai bene, anche al costo di farci arrivare tardi il suo lavoro e il contesto, ma alla fine arriva tutto. Ottimo il momento di svolta, reso in modo perfetto. Molto buona la chiusa. Pollice quasi su, per me.

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