Esodo

PhilStones
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Esodo

Messaggio#1 » martedì 22 dicembre 2020, 0:59

Al primo suono spengo la sveglia: Khadija ha pianto tutta notte e vorrei dormisse ancora. Manca mezzora all’accensione delle luci.
Sulla Terra è il 21 Dicembre. Nell’Europa unita saranno ancora sopra lo zero, mentre qua fuori è sempre tutto gelido. La Terraformazione doveva essere al 20% entro fine secolo: fra due anni entriamo in quello nuovo e non siamo nemmeno a metà del lavoro. Ma ce la faremo, come sempre. Magari fra vent’anni, ma la Specie continuerà il suo cammino.
Infilo i disegni di quando Liang e Marta erano piccoli insieme alle tessere ID.
“Riccardo.” Khadija abbassa le lenzuola.
“Sei sveglia?”
Si siede e prende il blister di vitamine. “Ho sognato il lago del film di ieri.”
“La Terra era piena di posti così. Qualcuno è rimasto.”
Le allungo una tazza d’acqua.
“Non l’hai mai tolto.” Indica la fede.
“Ancora poco e ne avremmo fatti cinquanta.”
Khadija scoppia a piangere.
Le accarezzo i capelli ancora folti. “Atlantis è una stazione all’avanguardia e sarete al sicuro. Dicono che durerà un secolo.”
“Vieni con noi.”
“A che serve un vecchio geologo?”
“Non voglio lasciarti.”


Il portale si chiude alle spalle dell’ultimo Rover. Quando la pressione sarà stabile inizieranno a caricare.
Liang è stato con me tutto il giorno. Gli abbiamo raccontato che i più vecchi andranno dopo ad Atlantis, ma i dieci anni di oggi non sono come quelli di un tempo: sapeva che qualcosa non andava ancora prima di vedere sua nonna in lacrime.
Gli accarezzo i capelli. Sono arrivato su Marte da piccolo e suo padre è l’unico orientale che abbia mai visto. Un ingegnere esemplare: speriamo che su Callisto sforni altri piccoli geni come il mio Liang.
“Nonno, perché non prepari la tua roba?”
Lo bacio sulla fronte. “Passeranno mesi prima che tornino a prenderci.”
“Sette giorni ad andare e cinque a tornare: i Rover vanno veloci, senza carico.”
Lo stringo forte. Sono mesi che penso a questo giorno. È più semplice partire che essere lasciati indietro. Fa così male che è impossibile piangere. Non resta che aggrapparsi alla speranza di un futuro diverso.
Levo lo sguardo. Marta è tornata. Lascia cadere gli zaini termici e il suono metallico rimbomba nella darsena.
“Sei pronta?”
Scuote il capo. “A lui puoi raccontarla, ma non a me.”
Liang si volta verso la sorella. “A me non la raccontano!” Incrocia le braccia.
Manca un’ora alla partenza: non devono litigare. “Marta, basta.”
“Ho tredici anni: abbastanza per gli studi avanzati, ma non per sapere la verità? Anche mamma sta piangendo.”


Dumont si avvicina con passo deciso, facendosi largo tra i civili non ancora imbarcati. Conosco il Colonnello da anni e sono contento che sia lui a gestire le cose.
“Riccardo, ti avranno già spiegato—”
“Vi siete persi un paio di Rover.” Accenno un sorriso.
“Non li hanno mandati.”
“È già tanto che ci sia ancora corrente.”
“Non scherzare, Rik.” Mi sfiora una spalla. “Ogni colonia abbandonata è una ferita per tutta la Specie.”
“Le nuove serre idroponiche daranno il doppio. E su Callisto funzionerà.”
“Siamo amici da tempo.” Abbassa lo sguardo. “Ma non dipende da me...”
“Cosa stai cercando di dirmi?”
“Hanno ridotto i coloni previsti ad Atlantis.”
Peggio di un pugno. “Chi lasciano?”
Dumont mi fissa negli occhi. “Quelli dai settanta in su.”


Il grande monitor della mensa trasmette le immagini della colonna di Rover svanire oltre il cratere.
Nessuno parla. Dovevamo rimanere in cinque, invece siamo più di quaranta: le riserve finiranno prima del nuovo anno. Pochi erano preparati alla fine.
Stringo le spalle di Khadija. Sul tavolo, il Pad trasmette le nostre foto di famiglia.
“Faremo in tempo a chiamarli.”
Mi bacia la mano. “Giuralo.”
“Brinderemo l’anno nuovo con loro. Via Pad, ma ci riusciremo.”
“Dicevi che in cinque avevate appena—”
“Fidati,” le sussurro, “il Colonnello mi lascia attivi i servizi per altri due giorni. Ma non dirlo in giro: sono disperati e molti la faranno finita prima di Natale.”
Khadija deglutisce. “Non parlare così.”
“Abbiamo tutti fatto il nostro tempo.” Ingrandisco i volti di Liang e Marta sul Pad. “Il taglio è quello del padre, ma gli occhi neri sono i tuoi.”
“è così difficile."
“Andranno avanti, vedrai. Loro hanno avuto due bravi nonni e noi una bella vita.”
"Sono felice di essere con te, alla fine.”
Mi sento più sereno. Crollo in ginocchio e scoppio a piangere.



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Re: Esodo

Messaggio#2 » martedì 22 dicembre 2020, 1:01

Ciao Filippo! 4242 caratteri giusti! Tempo anche ok, buona Davide Del Popolo Riolo Edition!

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Pretorian
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Re: Esodo

Messaggio#3 » giovedì 24 dicembre 2020, 19:10

Ciao, Filippo e piacere di leggerti.
Penso che questo sia un buon racconto. Hai tratteggiato in modo abbastanza comprensibile il mondo in cui si muovono i personaggi e le motivazioni che muovono la vicenda (anche se un probabilmente avresti potuto essere un po' più incisivo nel chiarire perché la gente fugga verso colonie spaziali sostanzialmente condannate). Anche i personaggi, almeno quelli principali, sono ben caratterizzati (per il numero di caratteri a disposizione) e fanno il loro dovere, accendendo le emozioni del lettore. A penalizzare il racconto è soprattutto l'eccessiva quantita di personaggi diversi e di diverse situazioni, cosa che ti costringe a racchiudere ogni dialogo e ogni avvenimento in spazi troppo esigui per poter sviluppare appieno le loro potenzialità emotive o per spiegare appieno quello che stava succedendo. Peccato: sacrificando qualche parte meno utile e concentrandoti su quelle più importanti avresti potuto aspirare anche a posizioni più alte in graduatoria.
Alla prossima!

alexandra.fischer
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Re: Esodo

Messaggio#4 » giovedì 24 dicembre 2020, 19:16

ESODO di Filippo Sassi Tema centrato, in una storia alla SF che rimanda il Matheson de Il terzo dal sole.
Punti di forza: l’umanità con la quale tratteggi l’anziano geologo, costretto a separarsi dalla famiglia per via di ordini superiori che impongono il sacrificio della colonia nella quale ha vissuto e lavorato. C’è un rimando alle tradizioni arcaiche dei tempi di crisi, lasciare indietro gli anziani per fare spazio ai giovani, come accade nel caso di lui e della moglie Khadija e ad altri abitanti della Colonia che vi hanno trascorso lì mezzo secolo di vita e lavoro. Straziante l’addio ai nipoti e interessante il miscuglio di razze che illustri in questa società (lui è italiano, la moglie araba, ma c’è un genero orientale, visto il nome del nipote e la figlia della coppia ha conservato la tradizione italiana, vedi il nome dell’altra nipote).
Punti deboli
Ti riporto qui le frasi corrette:
Khadija ha pianto tutta la notte
manca mezz’ora all’accensione delle luci.
“Non l’hai mai tolta” (Khadija si riferisce alla fede)

PhilStones
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Re: Esodo

Messaggio#5 » giovedì 24 dicembre 2020, 22:05

alexandra.fischer ha scritto:ESODO di Filippo Sassi Tema centrato, in una storia alla SF che rimanda il Matheson de Il terzo dal sole.
Punti di forza: l’umanità con la quale tratteggi l’anziano geologo, costretto a separarsi dalla famiglia per via di ordini superiori che impongono il sacrificio della colonia nella quale ha vissuto e lavorato. C’è un rimando alle tradizioni arcaiche dei tempi di crisi, lasciare indietro gli anziani per fare spazio ai giovani, come accade nel caso di lui e della moglie Khadija e ad altri abitanti della Colonia che vi hanno trascorso lì mezzo secolo di vita e lavoro. Straziante l’addio ai nipoti e interessante il miscuglio di razze che illustri in questa società (lui è italiano, la moglie araba, ma c’è un genero orientale, visto il nome del nipote e la figlia della coppia ha conservato la tradizione italiana, vedi il nome dell’altra nipote).
Punti deboli
Ti riporto qui le frasi corrette:
Khadija ha pianto tutta la notte
manca mezz’ora all’accensione delle luci.
“Non l’hai mai tolta” (Khadija si riferisce alla fede)


Ciao Alexandra, grazie per il commento e ne approfitto per augurarti Buone Feste!
Sono felice che l’addio ai nipoti ti abbia coinvolto e che l’unione di più popoli sia stata colta. Ci tenevo a rappresentare un futuro “variegato”

Se hai voglia e tempo, mi indicheresti quali sono le cose che meno ti hanno convinto? Dal tuo commento non pensavo che ti fosse piaciuto così poco. Ti ringrazio in anticipo e auguri ancora!

PhilStones
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Re: Esodo

Messaggio#6 » giovedì 24 dicembre 2020, 22:10

Pretorian ha scritto:Ciao, Filippo e piacere di leggerti.
Penso che questo sia un buon racconto. Hai tratteggiato in modo abbastanza comprensibile il mondo in cui si muovono i personaggi e le motivazioni che muovono la vicenda (anche se un probabilmente avresti potuto essere un po' più incisivo nel chiarire perché la gente fugga verso colonie spaziali sostanzialmente condannate). Anche i personaggi, almeno quelli principali, sono ben caratterizzati (per il numero di caratteri a disposizione) e fanno il loro dovere, accendendo le emozioni del lettore. A penalizzare il racconto è soprattutto l'eccessiva quantita di personaggi diversi e di diverse situazioni, cosa che ti costringe a racchiudere ogni dialogo e ogni avvenimento in spazi troppo esigui per poter sviluppare appieno le loro potenzialità emotive o per spiegare appieno quello che stava succedendo. Peccato: sacrificando qualche parte meno utile e concentrandoti su quelle più importanti avresti potuto aspirare anche a posizioni più alte in graduatoria.
Alla prossima!



Ciao Agostino, grazie del commento e ne approfitto per augurarti Buone Feste!

Concordo sulla tua osservazione. Quando ho riletto tutto ho pensato alla stessa cosa, ma ormai era tardi per togliere una delle quattro parti senza rischiare danni o lacune irreparabili al testo (Avevo pensato alla terza parte, eliminando così il quinto personaggio, cioè il colonnello)
Grazie ancora e auguri!
Buona sfida!
Filippo

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Stefano.Moretto
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Re: Esodo

Messaggio#7 » venerdì 25 dicembre 2020, 0:54

Ciao Filippo
Questo è un racconto che colpisce "right in the kokoro" (perdonami il meme nerd). La trama è delineata molto chiaramente con un uso direi magistrale delle scene: addirittura quattro in così pochi caratteri senza che lo sbalzo causi disorientamento nel lettore. Non è roba da tutti. Anche lo stile è molto buono. Ci sono pochi dettagli visivi, ma non scadi nel riassumere le cose, è un mostrato minimale che funziona bene. Forse l'unica cosa che si può migliorare, come ti hanno già detto, è la quantità dei personaggi che per un racconto così breve è effettivamente alta. Magari più che il colonnello (che reputo fondamentale per la gestione delle informazioni) avrei tagliato uno dei due nipoti, uno è sufficiente per fare l'allacciamento emotivo.
Mi permetto solo una punta di pignoleria perché adoro la fantascienza: tra Marte e le lune di Giove c'è una distanza molto molto grande (spannometricamente simile a quella tra Terra e Marte). Normalmente darei per scontato che la tecnologia è quella tipica che ti permette di fare pressoché qualsiasi cosa, però se parti col presupposto che la terraformazione su Marte ha fallito devo supporre che ci sia un limite a essa. Il fatto che venga fatto un viaggio così lungo in “Sette giorni ad andare e cinque a tornare: i Rover vanno veloci, senza carico.” mi fa storcere un po' il naso. Significa viaggiare con una accelerazione e decellerazione fuori da ogni scala, per una tecnologia che ha fallito la terraformazione mi sembra un po' troppo. Avresti potuto renderlo più plausibile allungando un po' i tempi su qualche mese oppure trovando una motivazione plausibile al fallimento della terraformazione (che non è chiarissima nel racconto e per come è messo va bene così, non bisogna spiegare sempre tutto per forza se non è fondamentale).
Però come dicevo queste son pignolerie mie perché sono appassionato di fantascienza. A livello di progettazione e scrittura questo è un lavoro eccellente.

PhilStones
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Re: Esodo

Messaggio#8 » venerdì 25 dicembre 2020, 1:20

Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Filippo
Questo è un racconto che colpisce "right in the kokoro" (perdonami il meme nerd). La trama è delineata molto chiaramente con un uso direi magistrale delle scene: addirittura quattro in così pochi caratteri senza che lo sbalzo causi disorientamento nel lettore. Non è roba da tutti. Anche lo stile è molto buono. Ci sono pochi dettagli visivi, ma non scadi nel riassumere le cose, è un mostrato minimale che funziona bene. Forse l'unica cosa che si può migliorare, come ti hanno già detto, è la quantità dei personaggi che per un racconto così breve è effettivamente alta. Magari più che il colonnello (che reputo fondamentale per la gestione delle informazioni) avrei tagliato uno dei due nipoti, uno è sufficiente per fare l'allacciamento emotivo.
Mi permetto solo una punta di pignoleria perché adoro la fantascienza: tra Marte e le lune di Giove c'è una distanza molto molto grande (spannometricamente simile a quella tra Terra e Marte). Normalmente darei per scontato che la tecnologia è quella tipica che ti permette di fare pressoché qualsiasi cosa, però se parti col presupposto che la terraformazione su Marte ha fallito devo supporre che ci sia un limite a essa. Il fatto che venga fatto un viaggio così lungo in “Sette giorni ad andare e cinque a tornare: i Rover vanno veloci, senza carico.” mi fa storcere un po' il naso. Significa viaggiare con una accelerazione e decellerazione fuori da ogni scala, per una tecnologia che ha fallito la terraformazione mi sembra un po' troppo. Avresti potuto renderlo più plausibile allungando un po' i tempi su qualche mese oppure trovando una motivazione plausibile al fallimento della terraformazione (che non è chiarissima nel racconto e per come è messo va bene così, non bisogna spiegare sempre tutto per forza se non è fondamentale).
Però come dicevo queste son pignolerie mie perché sono appassionato di fantascienza. A livello di progettazione e scrittura questo è un lavoro eccellente.


Ciao Stefano, grazie per il commento!
E soprattutto per la citazione urban-manga che mi ha ‘inorgoglito’
Per quanto riguarda la precisazione legata alle tempistiche dei viaggi, forse non si è capito bene dal racconto.. ma Atlantis é una stazione marziana più avanzata e a maggior ‘resa’. Speravo che la scelta dei Rover fosse sufficiente a far capire che il viaggio dei coloni fosse via terra su Marte! La stazione su Callisto é un altro progetto della Specie.. talmente distante che il protagonista dà per scontato che il genero si stia facendo una nuova vita (anzi, si augura che faccia altri piccoli Liang :-) )

Grazie ancora del commento e del suggerimento da amante della fantascienza!
Buona sfida e Buone Feste

Filippo

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Stefano.Moretto
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Re: Esodo

Messaggio#9 » venerdì 25 dicembre 2020, 1:45

PhilStones ha scritto:
Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Filippo
Questo è un racconto che colpisce "right in the kokoro" (perdonami il meme nerd). La trama è delineata molto chiaramente con un uso direi magistrale delle scene: addirittura quattro in così pochi caratteri senza che lo sbalzo causi disorientamento nel lettore. Non è roba da tutti. Anche lo stile è molto buono. Ci sono pochi dettagli visivi, ma non scadi nel riassumere le cose, è un mostrato minimale che funziona bene. Forse l'unica cosa che si può migliorare, come ti hanno già detto, è la quantità dei personaggi che per un racconto così breve è effettivamente alta. Magari più che il colonnello (che reputo fondamentale per la gestione delle informazioni) avrei tagliato uno dei due nipoti, uno è sufficiente per fare l'allacciamento emotivo.
Mi permetto solo una punta di pignoleria perché adoro la fantascienza: tra Marte e le lune di Giove c'è una distanza molto molto grande (spannometricamente simile a quella tra Terra e Marte). Normalmente darei per scontato che la tecnologia è quella tipica che ti permette di fare pressoché qualsiasi cosa, però se parti col presupposto che la terraformazione su Marte ha fallito devo supporre che ci sia un limite a essa. Il fatto che venga fatto un viaggio così lungo in “Sette giorni ad andare e cinque a tornare: i Rover vanno veloci, senza carico.” mi fa storcere un po' il naso. Significa viaggiare con una accelerazione e decellerazione fuori da ogni scala, per una tecnologia che ha fallito la terraformazione mi sembra un po' troppo. Avresti potuto renderlo più plausibile allungando un po' i tempi su qualche mese oppure trovando una motivazione plausibile al fallimento della terraformazione (che non è chiarissima nel racconto e per come è messo va bene così, non bisogna spiegare sempre tutto per forza se non è fondamentale).
Però come dicevo queste son pignolerie mie perché sono appassionato di fantascienza. A livello di progettazione e scrittura questo è un lavoro eccellente.


Ciao Stefano, grazie per il commento!
E soprattutto per la citazione urban-manga che mi ha ‘inorgoglito’
Per quanto riguarda la precisazione legata alle tempistiche dei viaggi, forse non si è capito bene dal racconto.. ma Atlantis é una stazione marziana più avanzata e a maggior ‘resa’. Speravo che la scelta dei Rover fosse sufficiente a far capire che il viaggio dei coloni fosse via terra su Marte! La stazione su Callisto é un altro progetto della Specie.. talmente distante che il protagonista dà per scontato che il genero si stia facendo una nuova vita (anzi, si augura che faccia altri piccoli Liang :-) )

Grazie ancora del commento e del suggerimento da amante della fantascienza!
Buona sfida e Buone Feste

Filippo


Questo spiega tutto. Allora cambio la mia critica da amante della fantascienza con una (forse meno grave, ammetto che potrei essere io ad aver frainteso grossolanamente) sulla comprensibilità. In effetti il termine "rover" mi aveva acceso una spia d'allarme, ma il resto del racconto mi spingeva verso Callisto. Ha molto più senso ora. Giusto per, gli do una rilettura per verificare se il problema di comprensione è stato causato da me o dal testo. Magari gli altri valutatori sapranno dirti quale è stata la loro impressione a riguardo.

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Jacopo Berti
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Re: Esodo

Messaggio#10 » domenica 27 dicembre 2020, 1:40

La pluralità di personaggi e di luoghi, purtroppo, disorienta, e costringe a tornare alle scene precedenti per ricordare chi è chi e dove va o non va. Non fosse così, sarebbe davvero un bel racconto, perché a una seconda lettura, avendo chiaro quanto sopra, si apprezzano da un lato i dettagli, dall’altro l’intensità emotiva ed esistenziale – dell’individuo e della specie – generata da questa situazione. Capita raramente che un racconto sia “pulito” eppure confonda. Non sono in grado, infatti, di suggerirti come potresti mantenere in questo spazio tutta la ricchezza di questo racconto e favorire una più immediata comprensibilità.
Alla fine il racconto mi è piaciuto, ma mi è rimasta la sensazione di frustrazione della prima lettura.
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)

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Filippo Santaniello
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Re: Esodo

Messaggio#11 » lunedì 28 dicembre 2020, 12:20

Ciao Filippo,
felice di aver letto il tuo racconto. Anche se non sono un appassionato di fantascienza l'ho trovato solido e ben costruito. A differenza degli altri racconti di fantascienza letti in questo gruppo il tuo è l'unico che mi ha trasmesso qualcosa poiché la trama è chiara e non ci sono troppi punti oscuri anche se il numero eccessivo di personaggi ha reso la lettura un po' difficoltosa. Ho notato che qui nell'arena ci sono molti appassionati di fantascienza, genere per me ostico che però gradisco quando comprendo il mondo che viene tratteggiato, e tu ci sei riuscito, perciò ti faccio i complimenti sperando di leggere nuovamente qualcosa di tuo.
Ultima modifica di Filippo Santaniello il martedì 29 dicembre 2020, 11:14, modificato 2 volte in totale.

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Luca Nesler
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Re: Esodo

Messaggio#12 » lunedì 28 dicembre 2020, 16:08

Ciao Filippo. Il racconto ha una buona atmosfera e giochi molto col sottotesto nei dialoghi (e questo è bene), ma c'è ancora troppa confusione per il lettore. Ho la sensazione di aver capito solo in parte di cosa parla il racconto. Una colonia spaziale, la partenza di un gruppo e la divisione con alcuni che restano a terra. Fatico a trovarci un protagonista e, anche se colgo che ci siano delle relazioni strette tra i personaggi, non saprei dire quali.
Penso che questo ti sorprenda (per te è tutto chiaro), ma è la mia situazione alla seconda lettura.

Questo è sicuramente dovuto a diversi fattori. Il primo è che hai inserito troppi personaggi, troppi nomi e differenti istanze. Hai inserito delle cesure poco chiare, dove una parte del brano viene spezzata da un'altra in cui c'è solo dialogo senza una collocazione spaziotemporale chiara. Hai mosso poco i personaggi, con pochissimi beat tra i dialoghi, generando anche un po' di confusione tra chi parla e perché. L'ambiente non è ben definito e il non detto è troppo. Al lettore mancano troppi elementi per capire la storia che si sta raccontando.

Ti segnalo anche che alcuni brani di pensato sono troppo lunghi e articolati (e ingiustificati) per essere credibili e risultano più come infodump che non come voce interiore di un personaggio (ce n'è uno nell'incipit e uno peggiore nel secondo paragrafo). Anche il PDV è un po' fumoso, proprio per la gestione così scarna di beat e percezioni.
Sono certo che il limite di caratteri ti abbia penalizzato. Ci vuole un po' a prendere le misure. Forse quello che avevi in mente poteva essere ristretto a un'unica scena che si fondasse sull'ultimo twist che hai inserito che, peraltro, è interessante e toccante (sempre che l'abbia capito). Insomma, metà della roba c'è e mi pare buona, ma hai da lavorare su altre specifiche. Sono certo che ci metterai poco a sistemare questi elementi della tua scrittura.
Valuta che sono un lettore che non capisce facilmente le cose, quindi sono un ottimo tester per la comprensione. Se lo capisco io lo capiscono tutti XD

Ti faccio qualche appunto solo sull'incipit a scopo d'esempio.

"Al primo suono spengo la sveglia: Khadija ha pianto tutta notte e vorrei dormisse ancora. Manca mezzora all’accensione delle luci."
Parti subito spiegando perché il PDV spegne la sveglia. Spiegare è tell se non è inserito in un dialogo funzionale. Inoltre Khadija (nome che non mi prendo la briga di leggere correttamente e memorizzare - nota strategica) potrebbe essere un bambino o una bambina piccola che non ha dormito la notte per le coliche, ma anche un compagno/compagna, amico, sorella, ecc. a seconda dell'ambientazione. Potrebbe avere qualunque tipo di relazione tranne, probabilmente, madre o padre perché non li chiamerebbe per nome.
"Manca mezzora all'accensione delle luci" mi fa capire che siamo in un'ambientazione esotica, quindi permette numerose possibilità al dubbio precedente, ma non aiuta a farsi un'idea di... sostanzialmente di nulla. So che è mattino e ci sono almeno due personaggi di cui non si conosce il sesso.

"Sulla Terra è il 21 Dicembre. Nell’Europa unita saranno ancora sopra lo zero, mentre qua fuori è sempre tutto gelido."
Ora so che siamo su un altro pianeta o su una base spaziale. Il PDV spiega al lettore che è freddo, ma avresti fatto meglio a mostrarlo. Magari i bordi di un vetro ghiacciato, se la stanza è riscaldata. Oppure il pensiero di ciò che deve fare il PDV e che si cruccia per il freddo (così avresti anche chiarito il suo obiettivo).

"La Terraformazione doveva essere al 20% entro fine secolo: fra due anni entriamo in quello nuovo e non siamo nemmeno a metà del lavoro. Ma ce la faremo, come sempre. Magari fra vent’anni, ma la Specie continuerà il suo cammino."
Questo è infodump puro e semplice. Non è realistico che il PDV si svegli, spenga la sveglia e pensi a tutte queste cose senza nessuno stimolo apparente.

"Infilo i disegni di quando Liang e Marta erano piccoli insieme alle tessere ID."
Io avrei messo la virgola perché ho letto che Liang e Marta sono cresciuti assieme alle tessere ID. Poi considera quanto ho capito fin'ora e aggiungici due ulteriori nomi. Io ho già dimenticato Khijaina e mi chiedo ora di chi si stia parlando. Non di bambini, perché si parla di quando erano piccoli, quindi immagino che ora non lo siano e la mia mente si sposta al "non bambini".

“Riccardo.” Khadija abbassa le lenzuola.
“Sei sveglia?”
Si siede e prende il blister di vitamine. “Ho sognato il lago del film di ieri.”

Quel "sei sveglia" non è il massimo, il beat del blister è buono e anche il fatto che lei non risponda alla domanda retorica rende la battuta credibile. Avresti potuto inserire un comodino o qualcosa per dare senso di luogo e definire l'ambiente.

“La Terra era piena di posti così. Qualcuno è rimasto.”
Le allungo una tazza d’acqua.

Qui il beat avresti dovuto metterlo prima della battuta e sulla stessa riga, in modo da sottolineare che a parlare è il PDV (la battuta non va separata da chi compie l'azione del beat) e farlo prima della battuta è meglio perché non si deve ripensare a ritroso. Sono certo che tu lo sappia già.
Il problema ciccio di questa battuta (come altre successive) è che getta un dubbio irrisolvibile sul rapporto tra i due. Mi spiego: il fatto che lui insegni qualcosa a lei su cosa c'è sulla Terra, mi fa pensare che lei non abbia la sua stessa conoscenza. Mi chiedo immediatamente il perché: lei è più giovane? Viene da un altro pianeta/colonia e non ha mai visto la Terra? Quindi quanti anni siamo nel futuro? Dormono insieme, ma non sono marito e moglie perché non hanno mai parlato di queste cose? Da quanto si conoscono?
Capirai che sono fin troppi dubbi e che questi rimangono aperti. Non potendomi dare risposte sono scollato e distante dal testo e, non riuscendo a capirlo, mi viene una gran voglia di abbandonarlo. Questo fa la comprensione del testo e il flusso d'informazioni che è, secondo me, una cosa molto complicata da gestire.

Mi fermo qui. Spero possa esserti di stimolo.
Alla prossima!

PhilStones
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Re: Esodo

Messaggio#13 » lunedì 28 dicembre 2020, 17:25

Luca Nesler ha scritto:Ciao Filippo. Il racconto ha una buona atmosfera e giochi molto col sottotesto nei dialoghi (e questo è bene), ma c'è ancora troppa confusione per il lettore. Ho la sensazione di aver capito solo in parte di cosa parla il racconto. Una colonia spaziale, la partenza di un gruppo e la divisione con alcuni che restano a terra. Fatico a trovarci un protagonista e, anche se colgo che ci siano delle relazioni strette tra i personaggi, non saprei dire quali.
Penso che questo ti sorprenda (per te è tutto chiaro), ma è la mia situazione alla seconda lettura.

Questo è sicuramente dovuto a diversi fattori. Il primo è che hai inserito troppi personaggi, troppi nomi e differenti istanze. Hai inserito delle cesure poco chiare, dove una parte del brano viene spezzata da un'altra in cui c'è solo dialogo senza una collocazione spaziotemporale chiara. Hai mosso poco i personaggi, con pochissimi beat tra i dialoghi, generando anche un po' di confusione tra chi parla e perché. L'ambiente non è ben definito e il non detto è troppo. Al lettore mancano troppi elementi per capire la storia che si sta raccontando.

Ti segnalo anche che alcuni brani di pensato sono troppo lunghi e articolati (e ingiustificati) per essere credibili e risultano più come infodump che non come voce interiore di un personaggio (ce n'è uno nell'incipit e uno peggiore nel secondo paragrafo). Anche il PDV è un po' fumoso, proprio per la gestione così scarna di beat e percezioni.
Sono certo che il limite di caratteri ti abbia penalizzato. Ci vuole un po' a prendere le misure. Forse quello che avevi in mente poteva essere ristretto a un'unica scena che si fondasse sull'ultimo twist che hai inserito che, peraltro, è interessante e toccante (sempre che l'abbia capito). Insomma, metà della roba c'è e mi pare buona, ma hai da lavorare su altre specifiche. Sono certo che ci metterai poco a sistemare questi elementi della tua scrittura.
Valuta che sono un lettore che non capisce facilmente le cose, quindi sono un ottimo tester per la comprensione. Se lo capisco io lo capiscono tutti XD

Ti faccio qualche appunto solo sull'incipit a scopo d'esempio.

"Al primo suono spengo la sveglia: Khadija ha pianto tutta notte e vorrei dormisse ancora. Manca mezzora all’accensione delle luci."
Parti subito spiegando perché il PDV spegne la sveglia. Spiegare è tell se non è inserito in un dialogo funzionale. Inoltre Khadija (nome che non mi prendo la briga di leggere correttamente e memorizzare - nota strategica) potrebbe essere un bambino o una bambina piccola che non ha dormito la notte per le coliche, ma anche un compagno/compagna, amico, sorella, ecc. a seconda dell'ambientazione. Potrebbe avere qualunque tipo di relazione tranne, probabilmente, madre o padre perché non li chiamerebbe per nome.
"Manca mezzora all'accensione delle luci" mi fa capire che siamo in un'ambientazione esotica, quindi permette numerose possibilità al dubbio precedente, ma non aiuta a farsi un'idea di... sostanzialmente di nulla. So che è mattino e ci sono almeno due personaggi di cui non si conosce il sesso.

"Sulla Terra è il 21 Dicembre. Nell’Europa unita saranno ancora sopra lo zero, mentre qua fuori è sempre tutto gelido."
Ora so che siamo su un altro pianeta o su una base spaziale. Il PDV spiega al lettore che è freddo, ma avresti fatto meglio a mostrarlo. Magari i bordi di un vetro ghiacciato, se la stanza è riscaldata. Oppure il pensiero di ciò che deve fare il PDV e che si cruccia per il freddo (così avresti anche chiarito il suo obiettivo).

"La Terraformazione doveva essere al 20% entro fine secolo: fra due anni entriamo in quello nuovo e non siamo nemmeno a metà del lavoro. Ma ce la faremo, come sempre. Magari fra vent’anni, ma la Specie continuerà il suo cammino."
Questo è infodump puro e semplice. Non è realistico che il PDV si svegli, spenga la sveglia e pensi a tutte queste cose senza nessuno stimolo apparente.

"Infilo i disegni di quando Liang e Marta erano piccoli insieme alle tessere ID."
Io avrei messo la virgola perché ho letto che Liang e Marta sono cresciuti assieme alle tessere ID. Poi considera quanto ho capito fin'ora e aggiungici due ulteriori nomi. Io ho già dimenticato Khijaina e mi chiedo ora di chi si stia parlando. Non di bambini, perché si parla di quando erano piccoli, quindi immagino che ora non lo siano e la mia mente si sposta al "non bambini".

“Riccardo.” Khadija abbassa le lenzuola.
“Sei sveglia?”
Si siede e prende il blister di vitamine. “Ho sognato il lago del film di ieri.”

Quel "sei sveglia" non è il massimo, il beat del blister è buono e anche il fatto che lei non risponda alla domanda retorica rende la battuta credibile. Avresti potuto inserire un comodino o qualcosa per dare senso di luogo e definire l'ambiente.

“La Terra era piena di posti così. Qualcuno è rimasto.”
Le allungo una tazza d’acqua.

Qui il beat avresti dovuto metterlo prima della battuta e sulla stessa riga, in modo da sottolineare che a parlare è il PDV (la battuta non va separata da chi compie l'azione del beat) e farlo prima della battuta è meglio perché non si deve ripensare a ritroso. Sono certo che tu lo sappia già.
Il problema ciccio di questa battuta (come altre successive) è che getta un dubbio irrisolvibile sul rapporto tra i due. Mi spiego: il fatto che lui insegni qualcosa a lei su cosa c'è sulla Terra, mi fa pensare che lei non abbia la sua stessa conoscenza. Mi chiedo immediatamente il perché: lei è più giovane? Viene da un altro pianeta/colonia e non ha mai visto la Terra? Quindi quanti anni siamo nel futuro? Dormono insieme, ma non sono marito e moglie perché non hanno mai parlato di queste cose? Da quanto si conoscono?
Capirai che sono fin troppi dubbi e che questi rimangono aperti. Non potendomi dare risposte sono scollato e distante dal testo e, non riuscendo a capirlo, mi viene una gran voglia di abbandonarlo. Questo fa la comprensione del testo e il flusso d'informazioni che è, secondo me, una cosa molto complicata da gestire.

Mi fermo qui. Spero possa esserti di stimolo.
Alla prossima!



Ciao luca, grazie del commento puntuale, praticamente da Editor!

Molte delle cose che mi hai fatto notare sono giuste e dovute ad un mio errore nell'affrontare questa Sfida. Appena riesco a mettermi al PC, progetto il racconto e parto a scrivere a valanga. Il risultato è che, quando finisco, alzo la testa e mi trovo davanti a brani di almeno 6000 caratteri. QUindi parte il taglio... Il che porta quasi sempre a errori.

Ne elenco alcuni:
- Nella versione originaria il 'pensato' della seconda sequenza era parte del dialogo tra lui e il nipote. Col senno di poi avrei dovuto togliere la sorella quattordicenne e rinforzare il loro dialogo (questa cosa è stata notata da molti, e 4 personaggi parlanti invece di 5 avrebbe fatto più chiarezza)
- All'inizio Riccardo guardava fuori dall'oblò e di conseguenza pensava al freddo. Quindi guardava le tessere identificative.
- Quell' 'allungo tazza d'acqua' era parte di una scena appena più complessa... ed era in mezzo alla battuta di dialogo (come giustamente mi hai fatto notare): per risparmiare due caratteri ho tolto le virgolette e spostato l'ATag.

Grazie ancora dei suggerimenti e bona sfida!

Filippo
Ultima modifica di PhilStones il lunedì 28 dicembre 2020, 18:54, modificato 1 volta in totale.

PhilStones
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Re: Esodo

Messaggio#14 » lunedì 28 dicembre 2020, 17:28

Filippo Santaniello ha scritto:Ciao Jacopo,
felice di aver letto il tuo racconto. Anche se non sono un appassionato di fantascienza l'ho trovato solido e ben costruito. A differenza degli altri racconti di fantascienza letti in questo gruppo il tuo è l'unico che mi ha trasmesso qualcosa poiché la trama è chiara e non ci sono troppi punti oscuri anche se il numero eccessivo di personaggi ha reso la lettura un po' difficoltosa. Ho notato che qui nell'arena ci sono molti appassionati di fantascienza, genere per me ostico che però gradisco quando comprendo il mondo che viene tratteggiato, e tu ci sei riuscito, perciò ti faccio i complimenti sperando di leggere nuovamente qualcosa di tuo.


Ciao Filippo, grazie del commento e del suggerimento
In effetti quella dei 5 personaggi parlanti è stata una cosa che molti hanno segnalato... quindi devo ricordarmi che in 4000 battute ce ne vogliono meno!
Non sono un vero e proprio appassionato di fantascienza, anche se ne leggo volentieri. Ma l'idea della sopravvivenza e della migrazione della specie umana mi ha stimolato a una riflessione.. diciamo... "spaziale e futuristica" :-)

Grazie ancora e buona sfida!

Filippo

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Alessio
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Re: Esodo

Messaggio#15 » lunedì 28 dicembre 2020, 22:23

Ciao Filippo,
trovo che il tuo racconto interpreti bene il tema proposto. La “Specie” va avanti, anche a scapito dei singoli. Mi arriva la rassegnata tristezza di Rik. Forse il fatto che anche la moglie viene lasciata sulla colonia viene trattato con un po’ di superficialità.
Una cosa non capisco: ok, devono abbandonare la colonia per motivi esterni al racconto e non possono andarci tutti, ma quelli che rimangono li lasciano lì a morire di fame? :O
La narrazione mi è sembrata scorrevole, anche se c’è un po’ di infodump all’inizio e i beat che inframezzano il dialogo tra Rik e Dumont non aggiungono informazioni e sembrano fini a sé stessi. Pur essendo scritto in prima persona, all’inizio delle scene tende a prevalere il narratore. Forse sarebbe stato meglio distribuire i pensieri del pov in modo diverso, invece di concentrarli tutti all’inizio delle scene.
Concludendo, nonostante qualche difetto, la tua prova mi ha tutto sommato convinto.
Alla prossima.

PhilStones
Messaggi: 54

Re: Esodo

Messaggio#16 » lunedì 28 dicembre 2020, 22:41

Alessio ha scritto:Ciao Filippo,
trovo che il tuo racconto interpreti bene il tema proposto. La “Specie” va avanti, anche a scapito dei singoli. Mi arriva la rassegnata tristezza di Rik. Forse il fatto che anche la moglie viene lasciata sulla colonia viene trattato con un po’ di superficialità.
Una cosa non capisco: ok, devono abbandonare la colonia per motivi esterni al racconto e non possono andarci tutti, ma quelli che rimangono li lasciano lì a morire di fame? :O
La narrazione mi è sembrata scorrevole, anche se c’è un po’ di infodump all’inizio e i beat che inframezzano il dialogo tra Rik e Dumont non aggiungono informazioni e sembrano fini a sé stessi. Pur essendo scritto in prima persona, all’inizio delle scene tende a prevalere il narratore. Forse sarebbe stato meglio distribuire i pensieri del pov in modo diverso, invece di concentrarli tutti all’inizio delle scene.
Concludendo, nonostante qualche difetto, la tua prova mi ha tutto sommato convinto.
Alla prossima.


Ciao Alessio, grazie dei suggerimenti!
Sono contento ti abbia convinto.. e mi dispiace dirti che ... sí... i più vecchi vengono lasciati indietro perché dai vertici hanno deciso di ridurre il dispendio di risorse della nuova colonia. Restano sino all’esaurirsi delle risorse (ossigeno e pressurizzazione prima della fame, credo).
Ho scelto di inserire questo finale triste riflettendo sul recente accanimento mediatico sulla popolazione più anziana considerata meno “importante” (vedi pandemia in atto...) e pensando ai primi gruppi del genere Homo che non potevano farsi carico di chi non aveva più denti e non era in grado di svolgere funzioni utili alla società. Una allegoria tra presente e passato ambientata nel futuro! Forse sì, proprio per la drammaticità della cosa doveva magari spendere qualche parola in più per la moglie.
Sui dump hai ragione... ammetto che ho cercato di camuffarli in un ‘pensato’ un po’ borderline : per buona parte erano dialoghi o pensieri connessi ad essi (soprattutto la seconda sequenza), ma dovendo tagliare i caratteri (quando li ho contati erano 6mila...) ho scelto di sacrificare un poco di immersione pur di riuscire a portare a termine il lavoro!

Grazie ancora e buona sfida!

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Puch89
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Re: Esodo

Messaggio#17 » venerdì 1 gennaio 2021, 23:46

Ciao Fillippo.
Ho notato parecchi racconti di fantascienza in questa edizione, ciò mi rende felice. Il tuo spicca specialmente per il duplice messaggio (la continuità di un gruppo a discapito dei più deboli), e per il tema che è centrato all'ennesima potenza, non da tutti e non da poco in un contest con così pochi caratteri a disposizione. Ora, il nocciolo del problema risiede soprattutto in questo, secondo me. Troppa roba in poco spazio, il che è l'errore più frequente quindi ci sta. Quando si inizia a scrivere a ridosso del limite di tempo e caratteri si rimane preda del discernimento fondamentale di ciò che hai in testa e ciò che è necessario riversare sul foglio per trasformare l'idea in un plot fruibile e che funzioni: una macchina ben oliata e perfettamente funzionante, pochissimi ci riescono. Il tuo racconto gira ma cigola parecchio sulla gestione del pdv e sulla frammentazione delle scene e della quantità notevole di personaggi che ne prendono parte; per quanto hai gestito le cose con una certa capacità, rimane confusione nel lettore nel tentare di dare un contesto a quello che sta succedendo. Si salva per molto grazie all'ultimo paragrafo, dove riesci a coinvolgere emotivamente e dare un senso di appagamento, ma rimane una nota amara per non aver ben delineato il tutto nella propria mente. Prova discretamente buona, avrei piacere nel leggere altro di tuo in futuro.

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antico
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Re: Esodo

Messaggio#18 » sabato 2 gennaio 2021, 20:05

Un racconto crepuscolare su un'umanità che fa di tutto per sopravvivere, ma che, per farlo, deve anche lasciare indietro qualcuno. Da un certo punto di vista, sfiori anche l'attualità. Il problema, sottolineato da molti, sta nelle tante scene per così poco spazio e nel fatto che tu fossi a 6000 caratteri terminata la prima stesura. A conti fatti, la scena con il dialogo con il Colonnello è sacrificabile e potrebbe essere inglobata in quella dell'addio ai ragazzi. Andrebbero asciugate anche le due d'inizio e di chiusa, sempre con l'intento da dare respiro a quella centrale. Nulla che una revisione non possa fare. Direi un pollice tendente verso l'alto anche se non brillante e in classifica va davanti a DARK MOON perché, tra tutti i parivotati, questo mi sembra, paradossalmente, quello strutturalmente più a posto (si tratta solo di taglia e cuci, alla fine).

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