Donne stufate

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roberto.masini
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Donne stufate

Messaggio#1 » martedì 22 dicembre 2020, 1:12

«Leggi, leggi qui: ”Signore serio desidera sposare vedova o donna incompresa tra i 35 e i 45 anni”» cinguettava la vedova Marie Therese Marchadier rivolta Henriette la quale scuoteva la testa. Anche se comprendeva che il lutto si era ormai protratto per troppo tempo non riusciva a comprendere come l’amica anziché frequentare di nuovo l’alta società con le sue feste e i suoi banchetti, si facesse irretire da quei ridicoli annunci matrimoniali.
«E guarda questo: “Signore, 45 anni, solo, senza famiglia, posizione 4000 con interessi, desidera sposare signora d’età con posizione equivalente” … Mi sembra un buon partito.»

Quell’uomo calvo con una folta barba di colore rosso e occhi magnetici non le fece una buona impressione ma poi lo sentì parlare e s’innamorò di quella voce, calda e suadente. I suoi modi eleganti la convinsero che quello era un gran signore, rispettoso del suo dolore, sinceramente contrario alla guerra con le sue tragedie.

«Caro, caro, quando ci sposeremo?»
«Presto, Therese, presto. Non stare i piedi, siedi accanto a me. Voglio accarezzarti i capelli e baciarli! Perché mi guardi in quel modo?»
«Senti, ho riflettuto molto e ora ne sono convinta: quello che è tuo è mio e quel che mio è tuo. Ti ho fatto una sorpresa. Ieri sono stata dal notaio ed ecco qua!» rispose la donna lanciando un documento sul tavolo. «Questa è la procura perché tu possa disporre interamente dei miei beni.»
L’uomo le si avvicinò, la baciò con passione e poi disse:
«Therese, sei una donna meravigliosa, generosa e io ti amo da impazzire. Dobbiamo festeggiare. Domani andiamo nella mia villa. Te ne ho parlato, no?»
«Sì, quella di Gambais, immagino!»
«Proprio quella!»

La graziosa Gambais, a poco più di 50 km da Parigi, accolse Annabelle, immersa nel verde, con le sue grandi ville che si affacciano un po' sulla foresta e un po' sulla vasta campagna francese.
Si fermarono alla periferia della cittadina davanti a una grande palazzina di fine '800, grande 200 mq e circondata da un terreno di 6 mila mq, piena di rigogliosi alberi e una vegetazione rilassante.
Annabelle poggiò la mano sul cancello della villa e un brivido l’assalì lungo la schiena. Si aggrappò al suo braccio.

«Gaston, Gaston, alzati, vieni a vedere!» ordinò la moglie con voce gracchiante.
L’uomo stava leggendo il giornale spaparanzato sulla poltrona e non amava essere disturbato. Continuò a sfogliare il giornale, fingendo di non aver sentito. Sapeva perfettamente che cosa Cassandre voleva fargli vedere e soprattutto sentire.
«Gaston, se non ti alzi subito, ti strappo il giornale e così non avrai più niente da leggere!» continuò petulante la moglie.
Con uno sforzo sovrumano Gaston si alzò dalla poltrona e si diresse alla finestra.
«Lo vedi? Lo vedi? Ancora fumo da quel camino e siamo in piena estate! E lo senti questo puzzo? Non dirmi che non lo senti! Devi andare alla polizia!»
«Ci sono stato già due volte. Ci penseranno loro!» replicò Gaston, guadagnando la sua fidata poltrona.
«E ci devi andare di nuovo!»

«Diteci ora com’è cambiata la vostra vita durante la guerra.» disse il giudice con voce stentorea.
«Non è cambiata assolutamente!» rispose l’imputato
«La vita cambia molto se si commettono omicidi.» replicò il giudice.
«Non ho commesso nessun omicidio! Fatemi vedere i cadaveri!»

Le Figaro 26 febbraio 1926. Morto il Barbablù francese. La richiesta di grazia di Henry-Desire Landru, inviata al presidente Alexandre Millerand è stata rifiutata il 24 febbraio 1922. L'esecuzione pubblica della sentenza è avvenuta ieri, alle ore 6.05 del 25 febbraio 1922 nel cortile della prigione di St. Pierre a Versailles, dove era stato allestito il patibolo e la ghigliottina.



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antico
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Re: Donne stufate

Messaggio#2 » martedì 22 dicembre 2020, 1:15

Ciao Roberto! Caratteri ok, avrai il malus minimo del tempo. Buona Davide Del Popolo Riolo Edition!

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Pretorian
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Re: Donne stufate

Messaggio#3 » giovedì 24 dicembre 2020, 19:17

Ciao, Roberto e piacere di leggerti.
Non te lo nascondo: questo racconto mi è piaciuto davvero poco e diventa ancor più perdente se paragonato ai tuoi lavori precedenti. La storia che avevi in mente era evidentemente troppo vasta rispetto agli spazi a disposizione e questo ti ha costretto e concentrare il tutto in scene risicatissime e strettissime, che non offrono niente dal punto di vista della caratterizzazione dei personaggi o della tensione narrativa e che servono solo per calciare in avanti la trama fino all'epilogo. Questa situazione è peggiorata dal fatto che quasi ogni frammento ha un personaggio diverso ed è ambientato in luoghi e tempi legati tra loro solo dalla logica della trama: questo continuo cambio di scena rende il tutto ancora più confuso e piatto. Per fare un paragone, è come se tu avessi voluto sintetizzare il Signore degli Anelli in un cortometraggio di dieci minuti, sforzandoti, però, di mantenere tutte le scene principali, indifferentemente dal personaggio in quel momento in azione.

Peccato, davvero.

Alla prossima!

alexandra.fischer
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Re: Donne stufate

Messaggio#4 » giovedì 24 dicembre 2020, 19:29

DONNE STUFATE, di Roberto Masini Tema centrato. Con un umorismo macabro che avrebbe divertito Bierce. Punti di forza: con pochi tratti ricostruisci le figure delle vittime di Landru e mostri la figura di lui in quadretti affascinanti, perché ricorri con maestria allo stile antiquato dell’epoca. Prima si vede la vedova Marchadier e poi Annabelle alle prese con quest’uomo non attraente ma di bei modi e agiato. Gustoso lo scambio di battute fra i vicini di casa a proposito del fumo sospetto che esce dalla villa del Nostro e mi hanno divertito i loro nomi, Gaston e Cassandre, che aiutano a delinearne i caratteri (lui pacioso, lei invece, petulante). Bello anche il dialogo fra il Nostro e il giudice, dove si vede il carisma diabolico del Nostro nella replica a proposito dei cadaveri. Ottimo il finale, dove ci sono imputazione e sentenza di morte.
Punti deboli
Ti riporto qui la frase corretta:
cinguettava la vedova Marie Therese Marchadier rivolta a Henriette
Anche se capiva che il lutto si era protratto per troppo tempo

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Stefano.Moretto
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Re: Donne stufate

Messaggio#5 » venerdì 25 dicembre 2020, 1:38

Ciao Roberto
Premetto che io non conoscevo la vicenda di cui parli in questo racconto. Da una parte è un male perché sapendola avrei potuto cogliere più facilmente i riferimenti, dall'altra parte è un bene perché il mio compito ora è valutare la comprensibilità della storia indipendentemente da conoscenze pregresse, e purtroppo devo dirti che non si capisce molto. Ci sono addirittura sei scene e un trafiletto di giornale. Rendere "vissuta" una storia con così pochi caratteri divisi in così tante scene bisogna possedere una maestria molto, molto elevata (sempre che sia possibile, cosa di cui sinceramente dubito). Qui purtroppo non si coglie il filo conduttore della storia. Nella prima scena c'è una vedova che vuole risposarsi. Nella seconda scena la vedova ha un colpo di fulmine. Nella terza fa un atto per dare tutti i suoi beni al marito. Nella quarta si cambia protagonista senza sapere praticamente niente di lei. Nella quinta ci sono altri personaggi ancora che non si sa di cosa parlino. Nella sesta c'è un giudice e un imputato di cui non si sa il nome.
Fino alla terza scena ero riuscito a capire cosa stesse accadendo, anche se un po' a fatica dato gli sbalzi bruschi, dalla quarta in poi mi son perso e non ci ho più capito nulla, ho dovuto aiutarmi con i commenti precedenti al mio e con wikipedia per capire.
Il mio consiglio è di adattare la storia alle regole del contest: se hai a disposizione 4242 caratteri non puoi fare tutta la storia dettagliata di un serial killer, puoi al massimo raccontarne una scena. Dato che il fulcro del racconto risiede nella scena finale col giudice avresti potuto, ad esempio, fare un'unica scena con il processo in cui venivano riepilogati i suoi crimini (cercando di non fare troppo un riassunto-spiegone), mostrando dall'interno la mentalità del killer. Avrebbe potuto essere un racconto interessante per il punto di vista psicologico; purtroppo in questa versione non c'è immersione in nessuno dei personaggi, se non in Henriette che tuttavia scompare da metà in poi.

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Jacopo Berti
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Re: Donne stufate

Messaggio#6 » domenica 27 dicembre 2020, 13:10

C’è un punto preciso nel quale si perde il filo del racconto e ci si chiede se si ha dimenticato qualcosa o se l’autore ha sbagliato qualcosa. È quello in cui “Therese” diventa “Annabelle”. “Aspetta – riflette il lettore – si chiamava Annabelle?” E ancora: “Ma guarda, porta prima Therese nella casa, poi però porta la sua amica, quella con cui stava parlando all’inizio. Ah no, si chiamava Henriette” e infine “Forse non è lo stesso uomo…?”. La transizione che credo tu volessi creare, ad indicare la “serialità” di quello che appunto alla fine è un serial killer, sarebbe riuscita benissimo a livello cinematografico. Il protagonista che prende per mano una signora per accompagnarla nella sua dimora, e poi, nella scena successiva, lo stesso signore, con un’altra signora, mai vista ancora in scena, differente dalle altre. Un film avrebbe potuto usare per le prime quattro scene, quattro donne diverse, e si sarebbe capito tutto, e sarebbe stato figo. Per un racconto è molto più difficile. Per un racconto così breve, forse è impossibile. A complicare le cose, poi, il fatto che il protagonista non abbia nome. Quando appare “Gaston”, è verosimile che sia il protagonista delle quattro sequenze precedenti. E invece no, altra confusione.
Nonostante lo stile sia apprezzabile e pulito, lo spaesamento del lettore – o almeno di me lettore – è un problema insormontabile. Anche in un altro racconto ho dovuto rileggere prima di capire qualcosa, però ad una seconda lettura il racconto mi ha dato molto a livello di immedesimazione e di emozione. Questo invece doveva funzionare subito, o non funzionare. A mio avviso, non ha funzionato.
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)

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Filippo Santaniello
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Re: Donne stufate

Messaggio#7 » lunedì 28 dicembre 2020, 12:29

Ciao Roberto,
del tuo racconto ho apprezzato il dark humour che mi ha fatto sorridere in un paio di punti ma non posso che essere d'accordo con Jacopo quando ti fa notare che c'è un cambio di prospettiva che "ammazza" letteralmente il racconto quando passi da Therese ad Annabella, così, di botto! Peccato perché questa scelta ha reso la mia lettura dissonante. Andava tutto a meraviglia e di colpo mi sono sentito spaesato come avessi ricevuto un colpo in testa. A parte questo resta una buona prova anche se, secondo punto dolente, non ho trovato attinenza col tema del cambiamento. A presto ciao!

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Luca Nesler
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Re: Donne stufate

Messaggio#8 » lunedì 28 dicembre 2020, 16:35

Ciao Roberto. Questo tuo racconto mi ha dato l'impressione di un lavoro frettoloso. Innanzitutto tutta questa segmentazione caotica della vicenda non mi ha permesso di capire granché di quello che accade. L'unico appiglio che ho avuto alla comprensione mi è arrivato dall'articolo di giornale sul fondo (escamotage fin troppo inflazionato e pieno di problematiche) dove la parola "barbablù" unita all'indizio dato dalla battuta "ditemi dove sono i cadaveri" e all'incipit in cui una vedova cerca marito, mi ha dato l'idea che ci sia un uomo come Barbablù nel racconto. Ma non si capisce davvero nulla. Alla prima lettura mi era addirittura sfuggito che ci fosse un crimine nel racconto.
In seconda lettura ho colto che il fumo in estate era perché i corpi venivano bruciati e questo lo devo all'aver prima riflettuto sul titolo "donne stufate". Solo lì (e dopo che ho registrato barbablù in prima lettura) ho compreso che il dialogo tra l'uomo e la donna avviene lontano dalle scene e che non sono il marito e moglie che sono arrivati alla villa, ma due comparse qualsiasi. Appena capito quello un giudice parla con qualcuno e poi, giornale.
Insomma, una costruzione poco funzionale e un flusso di informazioni mal gestite.

Anche stilisticamente, pur prendendo atto che ami una narrazione ottocentesca portata avanti da un narratore onnisciente, mi risulta comunque poco curata. Ti segnalo, ad esempio, una frase:

"Si fermarono alla periferia della cittadina davanti a una grande palazzina di fine '800, grande 200 mq e circondata da un terreno di 6 mila mq, piena di rigogliosi alberi e una vegetazione rilassante.
Annabelle poggiò la mano sul cancello della villa e un brivido l’assalì lungo la schiena. Si aggrappò al suo braccio."

Cosa non va in questo periodo?
- il fatto che citi le specifiche dimensioni della casa prima ancora che qualcuno ci entri e senza motivo;
- il fatto che usi "mq" in un testo narrativo;
- le dimensioni del terreno (come quelle della casa);
- la sintesi posticcia dei rigogliosi (aggettivo superfluo e cliché linguistico) alberi e la vegetazione rilassante;
- la reazione inspiegabile (specie se associata alla vegetazione rilassante) di Annabelle;
- l'espressione "un brivido l'assalì lungo la schiena" che, oltre ad essere un'espressione formulare (cliché linguistico), è pure sbagliata (non si assale lungo);
- per poi finire con l'assenza del soggetto che si aggrappa al braccio di non si sa chi.

Insomma, come dicevo, noto una scrittura trasandata che, probabilmente, è dovuta al poco tempo e alla volontà di partecipare comunque. Anche a me è successo con questo tema e sono per partecipare in ogni caso. Comunque è mio dovere segnalartelo.

Alla prossima!

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Alessio
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Re: Donne stufate

Messaggio#9 » lunedì 28 dicembre 2020, 22:14

Ciao Roberto,
mi è piaciuta l'idea di mostrare la storia di questo truffatore e serial killer, realmente esistito, attraverso vicende di vita quotidiana delle persone che gli stavano intorno (vittime e vicini di casa).
Sarei curioso di sapere quanti, quando hai descritto l'uomo calvo con la folta barba rossa, l'hanno immaginato vestito di una camicia arancione mentre sorseggia bevande suprematiste bianche. :D
Tornando al testo, purtroppo la scelta di mettere così tante scene in un formato così breve penalizza molto il tuo racconto rendendolo frammentario e poco fluido. Alcune sbavature qua e là sono sicuramente legate al poco tempo a disposizione (Annabelle si appoggia al "suo" braccio, ma non si sa di chi; la data sbagliata nel titoletto dell'ultimo paragrafo, tra le altre cose). Non mi è chiaro il ruolo del paragrafo di Annabelle, se non quello di permettere al narratore onnisciente di raccontarci come è fatta la villa, con dovizia di metrature.
Come nota finale, non sono riuscito a cogliere l'attinenza col tema.
Mi dispiace, ma non mi ha convinto.
Alla prossima.

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Puch89
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Re: Donne stufate

Messaggio#10 » venerdì 1 gennaio 2021, 23:57

Ciao Roberto,
se non sbaglio non è la prima volta che utilizzi personaggi e cronache di storie realmente accadute, le romanzi e ci tiri fuori dal cilindro qualcosa; a volte escono bene, a volte male. Diciamo che l'ultimo che lessi qualche tempo fa mi era piaciuto di più di questo, sia per svolgimento sia per "rielaborazione" della storia. Ho apprezzato molto il black humor, dopotutto da un pizzico piacevole alla vicenda e non hai esagerato, la giusta dose. Lo stile un po' antiquato non dispiace, anche se a forza di studiare e seguire le scuole più recenti pian piano mi sto allontanando dal narratore onnisciente (una sorta di maledizione, prima mi piaceva e ora sempre meno, Gambarini ne sarebbe entusiasta), quindi a meno che non sia gestito in maniera esemplare mi vien da storcere il naso, e purtroppo in questo caso non è stato così. Non hai gestito poi bene il cambio di scena che frammenta e confonde troppo, costringendo il lettore a tornare indietro per capire e non perdere il filo, quando la matassa e già bell'e che scivolata via. Il tema secondo me non è centratissimo, e rimane il problema più grande in un contest. Boh, forse non lo trovo io, ma credo tu abbia voluto inserire troppa roba e in maniera troppo frettolosa, lasciando qualcosa per strada. Peccato. Spero in un prossimo racconto migliore, alla prossima!

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roberto.masini
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Re: Donne stufate

Messaggio#11 » sabato 2 gennaio 2021, 15:36

Non posso che rispondere a tutti così: "La gatta frettolosa ha fatto i gattini ciechi!" La sfida nella sfida per me è stata fare tutto in un'ora e infatti ho preso per la prima ( e mi sono ripromesso per l'unica)volta il Malus (non il Virus!). Il risultato non poteva che essere insoddisfacente!!!
BUON ANNO A TUTTI, COMMENTATORI, LETTORI E ORGANIZZATORI!

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antico
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Re: Donne stufate

Messaggio#12 » sabato 2 gennaio 2021, 20:14

Sì, dici tutto con l'ultimo messaggio però ho comunque apprezzato che tu abbia fatto il tentativo perché, a prescindere, è esercizio in più che si accumula e, alla fine, pagherà. Hai provato a ovviare alla mancanza di tempo strutturando il racconto per punti e già questo contribuisce a dargli un carattere. Peccato che poi i passaggi non siano gestiti in modo ottimale e che, forse, ne sarebbe servito qualcuno in più, come tessere di un puzzle che, alla fine, avrebbero dovuto mostrare il quadro generale. E quella sarebbe potuta essere una strategia, ma di certo avrebbe, paradossalmente, richiesto più tempo della stesura di un racconto più classico. Ovviamente pollice ni al pelo, ma bravo per avere scritto. Ps: titolo geniale.

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