Due lati della vita, di Sirimedho Stefano De Luca

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Sirimedho
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Due lati della vita, di Sirimedho Stefano De Luca

Messaggio#1 » lunedì 18 gennaio 2021, 23:38

DUE LATI DELLA VITA
di Sirimedho Stefano De Luca

LATO A
Mi sento nascere! Al fianco i miei fratelli crescono con me, vivaci e sempre in movimento. A volte mi sporgo verso qualcuno di loro, ci tocchiamo, e poi torno a giocare da solo, scoprendo cose nuove ogni giorno.
*
Sono sempre più alto. Chissà cosa ne pensa papà. Lo sento ogni momento accanto a me, accanto a tutti noi. Ma voglio diventare più alto di tutti, non fermarmi mai! Lasciarmi andare nel vento, l’aria tutto intorno a me.
*
Ho scoperto che posso danzare! Un mio fratello più piccolo sta proprio sotto di me, prova ad avvicinarsi, ma io non posso smettere di danzare. Ogni movimento è un respiro; ondeggio e mi lascio andare; la luce cambia colore ogni momento, io cambio con la luce. Finché non scompare. Chissà se tornerà ancora.
*
La luce è tornata, ma poi è andata via quasi del tutto, ed è arrivata l’acqua, la pioggia. Ho paura che mi possa ferire. La sento che mi colpisce dappertutto. Mi rinvigorisce, ma ho ancora paura. Un tocco, poi un altro. Scivola, mi avvolge. Non mi fa male. Oggi non posso danzare, ma non importa, posso sentire tutta l’energia che questa nuova amica mi dà.
*
Credo di aver visto dei fantasmi. Mi sono apparsi a fianco, forse due, forse tre, senza vedermi, senza toccarmi. Sono scomparsi in un istante. Poi sono riapparsi, seduti vicino a mio padre, forse volevano parlare con lui, ma l’attimo dopo erano scomparsi di nuovo.
*
Sono sempre più solo. Non so dove siano i miei fratelli, ma non ci sono più. Mio padre è rimasto: come potrei essere più fortunato? Sembra così serio. Lo sento muoversi, scuotere la testa, parlare con gli altri grandi, donare cibo a tutti. È il più anziano, è suo dovere farlo.
*
Continuano a passare quei fantasmi, veloci come le nuvole, senza sostanza. Una volta un fantasma mi ha toccato. È stato strano, era duro e al tempo stesso impalpabile, ma mi è piaciuto.
Ma ora ho voglia di riposarmi, se pure torneranno non me ne importerà.
Voglio solo crescere e diventare una grande quercia, come papà.



LATO B
Oggi siamo usciti tutti e tre: io, Anna, la mia ragazza, e sua sorella. Abbiamo camminato lungo il lago, poi Anna è si è stancata, sempre più rossa in viso, sempre più sudata; siamo andati a cercare l’ombra. Abbiamo trovato un prato con al centro una quercia enorme. Ci siamo fermati a mangiare là sotto, poggiati su quel grande tronco. Sembrava di essere al cospetto della storia: chissà quante centinaia di anni che è qui, chissà quante persone vi saranno passate sotto.
Dalle ghiande cadute sono cresciuti molti piccoli alberelli. La sorella di Anna ha provato a prenderne uno, ma si è spezzato senza le radici così l’ha gettato via.
*
Quell’albero ci ha davvero incantati. Questa volta siamo tornati solo io e Anna. È arrivata la pioggia, ma ci siamo riparati sotto la protezione dell’albero. Ci siamo sdraiati, guardati, baciati. Anna ha dato un bacio anche ad una delle piantine nate dalle ghiande. Forse pensava che si sarebbe trasformata in un principe!
*
Sta arrivando l’inverno. Fa freddo, per ora meglio stare a casa. Anna mi ha consolato dicendomi che con la primavera potremo tornare al lago, a baciarci sotto il nostro albero. Sappiamo che ci aspetterà. Chissà se qualcuno di quegli alberelli è riuscito a crescere, magari proprio quello che Anna ha baciato, il nuovo principe al cospetto dal grande re.



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antico
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Re: Due lati della vita, di Sirimedho Stefano De Luca

Messaggio#2 » lunedì 18 gennaio 2021, 23:46

Ciao Stefano! Tutto ok con caratteri e tempo, buona Specularia Edition!

Daniel Travis
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Re: Due lati della vita, di Sirimedho Stefano De Luca

Messaggio#3 » martedì 19 gennaio 2021, 10:18

Testo nella metà alta della classifica, senza dubbio, la cui valutazione è minata solo da qualche piccola perplessità. A parte commento e classifica, mi piacerebbe sapere di più sulla tua intertpretazione del tema.

Punti deboli: la giustapposizione di "Sono sempre più solo. Non so dove siano i miei fratelli, ma non ci sono più. Mio padre è rimasto: come potrei essere più fortunato?" stona: la realtà emotiva sotto non è impossibile, ma scritta così, mi fa scatta subito, meccanicamente la risposta alla domanda retorica ("Avendo i tuoi fratelli con te, no? Ne hai appena parlato") e devia un po' l'emozione. Meglio staccare le due cose, forse.
Il finale cala d'intensità rispetto al crescendo della prima parte. Forse bilanciare di più le due parti in termini di spazio potrebbe dare alla seconda il respiro necessario per crescere.
Piccoli suggerimenti: cambierei "Al fianco" in "Al mio fianco", e ", scoprendo" in ". Scopro" (non cambia nulla e ci liberiamo di un gerundio, alleggerendo - ah-ah - la lettura).
Forse cambierei la dicitura "LATO A"/"LATO B": introduce un'estetica - discografica - che ha poco a che fare con il resto del testo (titolo a parte).

Punti di forza: mi piace l'idea di fondo, e la forma per ora brilla nel gruppo, non solo per originalità. Mi piacerebbe scoprire a cosa daresti vita per una versione ampliata.
Ultima modifica di Daniel Travis il martedì 19 gennaio 2021, 14:11, modificato 1 volta in totale.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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VecchioCallagan
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Re: Due lati della vita, di Sirimedho Stefano De Luca

Messaggio#4 » martedì 19 gennaio 2021, 13:41

Caro Stefano, il tuo racconto mi provoca sentimenti contrastanti.
Partendo da un piano superficiale, ovvero facendo finta che non ci troviamo nell'Arena di MC e lontani da considerazioni su limiti di tempo e caratteri, quindi facendo finta di aver aperto un libro e aver letto questa storia: sono rimasto indifferente. Mi sono accorto presto che dietro l'umanizzazione del protagonista fosse nascosto un albero, per un sotterfugio (passami questo brutto termine) molto comune, poco efficace e ingenuo. Non trovo vi sia soddisfazione nelle storie che finiscono con "ma era un albero!", o "ma era un cane!"... le trovo sulla linea del "ma era tutto un sogno": insomma, lo trovo un sabotare sé stessi e il proprio scritto.
La seconda parte, poi, mi è passata in modo palpabile, e ringrazio solo che non abbia riguardato i cattivoni che vanno ad abbattere gli alberi (temevo finisse così).

Ma Stefano, scusami, non voglio essere antipatico e cattivo, non voglio dirti di fare una palla di carta con il tuo racconto e buttarla nel cestino. Vado oltre i vari tecnicismi sulla scrittura, che poi solo scrivendo e leggendo migliora e prende forma, e voglio dirti cosa, a una lettura più approfondita, mi è piaciuto (e credo che sia materiale su cui lavorare) e come puoi raggiungere risultati più soddisfacenti in un racconto breve.

Ho notato una profonda delicatezza, e tanto amore, nel trattare il tema della Natura. Una delicatezza che colpisce e che puoi maggiormente valorizzare. Molto bene come hai dato a intendere che il tempo, per gli alberi, passa in una maniera totalmente diversa rispetto ai tempi di una vita umana: è efficace raffigurare gli umani come dei fantasmi, perché altro non possono essere nel loro passaggio nella vita di un albero.
Non ha giocato a tuo favore spezzare il racconto in due parti nettamente distinte. Capisco sia derivato dal tema imposto, dal gioco degli specchi derivante. Ma penso lo potessi fare andando a intrecciare i due piani in un unico blocco narrato, magari passando "da uno specchio all'altro" (la butto lì, non per forza è l'idea giusta o l'unica da percorrere).
Ritornando invece al dire o non dire che il protagonista è una piccola quercia (io avrei detto *la protagonista*), avrei preferito la scelta di una strada netta: o parliamo subito di una quercia, o lo diamo subito ben a intendere senza il trucchetto del far sembrare una cosa A, per poi rivelare che in realtà è B.

Altri interrogativi, vari punti di criticità: perché la quercia secolare è "un padre" e non "una madre"?
Cosa intendi, quando scrivi: "Mio padre è rimasto: come potrei essere più fortunato? Sembra così serio. Lo sento muoversi, scuotere la testa, parlare con gli altri grandi, donare cibo a tutti. È il più anziano, è suo dovere farlo."? In che senso "dona cibo a tutti"? Chi sono questi "tutti"?


Insomma, da quel che leggo posso pensare a un tuo grande amore per la natura, amore che non viene valorizzato appieno in questo racconto. Il mio consiglio, se mai vorrai accettarlo, è quello di riscrivere il racconto (magari ignorando il tema imposto in questo specifico contest, o almeno fregarsene se non risalta tanto) concentrandoti sulla Quercia, prova a non spezzare il narrato e a creare, piuttosto, un flusso continuo. La delicatezza del narrato, credo, verrà da sé (penso sia una tua caratteristica), mentre la percezione diversa del tempo che è (che sarebbe) propria di un albero l'hai già ben in mente: credo che questo potrebbe rendere affascinante e (in parte) innovativo un tuo racconto.

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Proelium
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Re: Due lati della vita, di Sirimedho Stefano De Luca

Messaggio#5 » mercoledì 20 gennaio 2021, 14:23

Ciao Stefano,
piacere di leggerti. Eccola, una patatona bollente di difficile valutazione.
Comincio dicendoti ciò che è più evidente, e cioè che scrivi bene e hai una bella sensibilità. Queste cose vanno riconosciute (ed è importante sentirsele dire!) e contano più della posizione in classifica. Ho apprezzato la delicatezza con cui hai centrato il tema.

Premesso questo, posso dirti che la qualità di questo girone era molto alta. E' una cosa bella, perché significa che su MC la scrittura ha un buon margine di miglioramento, ma anche brutta per chi fa le classifiche perché testi ben scritti possono finire in coda ed essere considerati brutti... anche se non lo sono.
Il problema del tuo pezzo, a mio avviso, sta nello squilibrio.

Ci sono molte microsequenze che aspirano a creare una ciclicità a due facce (Lato A e Lato B) tra i tempi dell'uomo e quelli della natura: buona idea, magari si poteva trovare un termine più "ecologico", meno artificioso del rimando a un vinile/cassetta.

A parte questo, che è un ben misero dettaglio, il problema è nella sproporzione 7 VS 3 con cui sbilanci le due metà. La prima parte si frammenta ed estende a scapito della seconda. Non contesto la qualità di ogni singolo frammento, ma il fatto che si impieghi troppo tempo per riconoscere la voce dell'albero e non si raggiunga, a lettura conclusa, un senso di armonia nell'insieme.

Ciò porta il lettore a non godersi la delicatezza delle prime immagini, su cui bisognerà ritornare a lettura conclusa, e ad appoggiarsi alla seconda parte, pregevole ma fragile, che non colma la sproporzione.

Avendo trovato dei racconti scritti altrettanto bene, ma meglio bilanciati, è chiaro che dovrò dare loro la precedenza.

Buona edition, spero di rileggerti presto!

Francesco

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Sirimedho
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Re: Due lati della vita, di Sirimedho Stefano De Luca

Messaggio#6 » mercoledì 20 gennaio 2021, 17:07

Buonasera Riccardo,

grazie dei commenti, sono contento che il racconto ti sia piaciuto. Passiamo, ai punti deboli.
La giustapposizione è dovuta al fatto che quel paragrafo è stato l'unione di due, uno in cui perdeva i fratelli e un altro in cui era contento che ci fosse il padre. Ho voluto semplificare ma non mi è andata bene.
Avere un maggiore bilanciamento tra la prima e la seconda parte è un suggerimento che mi è stato dato anche altrove. Quando rho scritto mi è sembrato che andasse bene così, il fulcro per me è comunque la prima parte, la seconda aveva lo scopo di rendere evidente di che fantasmi si parlasse. Ora mi sembra però che dare più spazio anche agli umani possa essere una buona scelta.
"lato A" e "lato B": non il massimo del fascino, sicuramente da cambiare!
Grazie e a presto rileggerci.

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Sirimedho
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Re: Due lati della vita, di Sirimedho Stefano De Luca

Messaggio#7 » mercoledì 20 gennaio 2021, 17:28

Buonasera Filippo,

grazie dei commenti.

VecchioCallagan ha scritto:Caro Stefano, il tuo racconto mi provoca sentimenti contrastanti.
Partendo da un piano superficiale, ovvero facendo finta che non ci troviamo nell'Arena di MC e lontani da considerazioni su limiti di tempo e caratteri, quindi facendo finta di aver aperto un libro e aver letto questa storia: sono rimasto indifferente. Mi sono accorto presto che dietro l'umanizzazione del protagonista fosse nascosto un albero, per un sotterfugio (passami questo brutto termine) molto comune, poco efficace e ingenuo. Non trovo vi sia soddisfazione nelle storie che finiscono con "ma era un albero!", o "ma era un cane!"... le trovo sulla linea del "ma era tutto un sogno": insomma, lo trovo un sabotare sé stessi e il proprio scritto.
La seconda parte, poi, mi è passata in modo palpabile, e ringrazio solo che non abbia riguardato i cattivoni che vanno ad abbattere gli alberi (temevo finisse così).


Mi dispiace che il racconto ti sia rimasto indifferente. Non sono nemmeno io un appassionato del mistero svelato alla fine, ma non è per quello che ho usato questo stratagemma. In realtà quello che volevo è che si potesse vedere la vivacità delle piante, prima di classificarle soltanto come "stupide piante", appellativo che gli studi scientifici più recenti stanno sempre più dimostrando quanto sia inesatto.

Ho trovato però molto interessante il tuo suggerimento di svelarlo subito, forse ho avuto poco coraggio a non farlo, sicuramente sarà una prova che in fase di revisione farò.

Divertente l'idea dei cattivoni anti ecologici, ma non mi è mai passata in mente! Perché la quercia è padre e non madre: credo che sia abbastanza irrilevante, una quercia non è sessuata... sarà che la vedo imponente, per cui rientra nel mio stereotipo di "padre". Padre che dona cibo perché si è ormai dimostrato che gli alberi di una foresta condividono una rete, "the wood wide web", in cui si scambiano tramite le radici cibo (zuccheri e altri nutrienti) e informazioni; ad es. se un albero viene attaccato dagli insetti riesce ad avvisare gli altri alberi, anche di specie diverse, in modo che si preparino all'attacco. Trovi dei bei video qui: https://www.agi.it/blog-italia/new-bota ... 019-01-13/
In Italia abbiamo uno scienziato molto importante, Stefano Mancuso, che ha un centro di eccellenza a Firenze http://www.linv.org Aver visto una sua conferenza è stato davvero trasformativo.

Ti ringrazio molto dei commenti, molto utili.

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Sirimedho
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Re: Due lati della vita, di Sirimedho Stefano De Luca

Messaggio#8 » mercoledì 20 gennaio 2021, 17:41

Buonasera Francesco.

grazie per l'apprezzamento.

Le due parti non sono "bilanciate" perché non miravo a creare una ciclicità tra di loro, ma la seconda mi è stata funzionale per far capire bene il contesto e cosa fossero i "fantasmi". Dal tuo commento e quello di Riccardo capisco che una maggiore omogeneità di narrazione tra le due parti sarebbe stata apprezzata e forse varrà il tentativo di vedere in una revisione come andrà a finire.

Grazie ancora e buon contest!

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Stefano Impellitteri
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Re: Due lati della vita, di Sirimedho Stefano De Luca

Messaggio#9 » giovedì 21 gennaio 2021, 0:26

Ciao Stefano, molto piacere di averti letto.
I racconti in questa forma sono pericolosi, il doppio punto di vista diviso in paragrafi ha senso se vengono tutti citati in egual misura da entrambe le fazioni, altrimenti si perde il senso di una tale scelta stilistica. I temi trattati sono di sicuro emotivamente carichi e trasmettono una situazione di empatia per chi legge, questa è una ottima cosa in un testo.
Penso che il problema maggiore sia che non prenda gli incipit richiesti, o forse sono io che non riesco a vederli. Non ho trovato nulla che mi ricordasse prospettive sfalsate, immagini riflesse fisiche o astratte; solo punti di vista diversi ma che con difficoltà riesco ad accostare al tema da seguire.
Grazie e alla prossima. :)

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Sirimedho
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Re: Due lati della vita, di Sirimedho Stefano De Luca

Messaggio#10 » giovedì 21 gennaio 2021, 9:30

Buongiorno Stefano.

Grazie del commento.

Stefano Impellitteri ha scritto:I racconti in questa forma sono pericolosi, il doppio punto di vista diviso in paragrafi ha senso se vengono tutti citati in egual misura da entrambe le fazioni, altrimenti si perde il senso di una tale scelta stilistica.


Non potrei essere meno d'accordo. Per questa forma letteraria del racconto breve non esistono forme canoniche a cui è necessario attenersi, così per cui è obbligatorio che vengano citati in "egual misura", mi sembra più uno stile importato dalla creative writing americana che fa tutti i romanzi in quel modo moltiplicando l'abitudine e la noia. Oltretutto nel racconto non ci sono "fazioni", soltanto esseri viventi.


Stefano Impellitteri ha scritto:Non ho trovato nulla che mi ricordasse prospettive sfalsate, immagini riflesse fisiche o astratte; solo punti di vista diversi ma che con difficoltà riesco ad accostare al tema da seguire.
Grazie e alla prossima. :)


Che gli alberi possano considerare gli umani esseri diafani e fantasmatici, mentre gli umani tendono a vedere gli alberi come esseri statici: è questa la prospettiva sfalsata, il rispecchiamento degli uni negli altri.

Se posso aggiungere, fare domande che potrebbero essere utili per capire meglio se non il racconto almeno il posizionamento del tema, e quindi anche a produrre una migliore classifica, lo vedo utile se poi si attende la risposta. Se la classifica è già pubblicata, a che pro farle?

Buon contest!

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Emiliano Maramonte
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Re: Due lati della vita, di Sirimedho Stefano De Luca

Messaggio#11 » giovedì 21 gennaio 2021, 16:47

Ciao Stefano! Sono molto contento di ritrovarti.
Da quando ti leggo devo riconoscerti una non comune profondità e sensibilità nei temi dei tuoi racconti. E li affronti sempre in maniera delicata, elegante, garbata. Forse è questo che, a volte, rende "controversi" i tuoi scritti. Mi sono permesso di cercare il soprannome "Sirimedho", intuendo che sia legato alla meditazione o al buddhismo, e ti ho trovato su Internet, e ciò mi ha consentito di ricollegare tutto. Colgo l'occasione per farti i complimenti per quello che fai e per la tua biografia.
Tornando al racconto, dico che non mi è dispiaciuto. Non mi ha entusiasmato, ma si è fatto leggere abbastanza bene. Non insisto sulla problematica della sproporzione tra "Lato A" e "Lato B" (capisco la necessità di rispettare il titolo, ma come "etichette" delle due parti sono alquanto discutibili...) e aggiungo che, purtroppo, la seconda parte sgonfia un po' quella tensione narrativa costruita abbastanza bene nella prima. Sinceramente avevo capito sin dalle prime righe che parlavi di alberi e, per questo motivo, mi è scattata in testa tutta una serie di deduzioni che mi ha anche portato a svelare l'identità dei "fantasmi"; ecco perché, giunto al Lato B, la storia mi ha trasmesso molto meno mordente.
Mi era venuto in mente che avresti potuto "incattivire" il senso generale della trama, magari introducendo una minaccia: i fantasmi erano uomini venuti per deforestare la zona. E una minaccia appena accennata in chiusura avrebbe lasciato nel lettore un senso di inquietudine e di fastidio.
Non che mi sia dispiaciuto il racconto nel complesso, anzi è scritto in maniera gradevole. L'ho trovato uno scritto senza infamia e senza lode.

In bocca al lupo!
Emiliano.

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Hayà
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Re: Due lati della vita, di Sirimedho Stefano De Luca

Messaggio#12 » giovedì 21 gennaio 2021, 16:57

Ciao Stefano, è un piacere leggerti.

Prima di tutto, complimenti per l’idea. Ammetto che ho dovuto finire di leggere e poi tornare indietro per capire che sì, il personaggio all’inizio era letteralmente un albero (avevo capito che non era una persona, ma non riuscivo a capire "cosa" fosse).
Però ho un dubbio: come si attiene al tema? Ci ho riflettuto parecchio e suppongo sia legato al fatto che per un albero noi siamo solo di passaggio, “lontani”, come si evince dal testo, anche se fisicamente siamo loro vicini. Almeno questa è la mia interpretazione :)

Detto questo, ho apprezzato l’idea e la sensibilità con cui viene presentata. Ho un certo debole per le storie dove le piante mostrano un altro lato di sé stesse. Concordo con i commenti precedenti su un certo sbilancio sulle due parti, anche se personalmente non ha intaccato troppo il godimento del racconto.

Piccola nota che ho veramente apprezzato: il fatto che la quercia-padre dia da mangiare a “tutti”. Una volta capito chi fosse il padre, è un dettaglio che mi ha fatto sorridere.

Per concludere, il testo mi è piaciuto e lo stile l'ho trovato funzionale. Non ho molto altro da dire.
Complimenti!

Edoardo Foresti
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Re: Due lati della vita, di Sirimedho Stefano De Luca

Messaggio#13 » giovedì 21 gennaio 2021, 18:58

Ciao Stefano, piacere di leggerti!
Ho letto quasi metà dei racconti del tuo girone e tutti mi hanno fatto pensare una cosa: il livello è decisamente alto. Questa considerazione, unita all'impostazione particolare del testo, mi rende difficile sia valutarlo, sia ragionare nell'ottica di una classifica.
Mi spiego meglio: hai scritto una storia dai toni delicati, che è riuscita a trasmettermi emozioni sincere e genuine e trovo faccia trasparire una certa sensibilità. C'è però un conflitto tra testa e cuore, per una serie di motivi.
Prima di tutto l'impostazione a frammenti, seppur funzionale, mi porta a sentirmi non così immerso nella storia come vorrei e questa sensazione è accentuata dall'assenza di un conflitto vero e proprio. Leggendo il racconto ho temuto fino alla fine per la quercia e le minacce che, purtroppo, avrebbero potuto rappresentare gli essere umani. Se quindi non ho avvertito la sproporzione "7-3" individuata da altri come un problema, trovo la seconda parte più fiacca in quanto non è riuscita a farsi carico della prima e accompagnarla a un climax più forte.
Anche io avrei preferito diciture differenti rispetto a quelle scelte per indicare le due differenti prospettive: è un dettaglio e per questo lo scrivo solo ora, ma mi sembrava corretto precisarlo.
Detto questo, il punto di forza è sicuramente quell'atmosfera delicata e vivida che riesci a trasmettere al lettore. Non so ancora quanto peseranno i dubbi esposti prima quando metterò tutto sui piatti della bilancia, per l'atipicità del racconto nell'impostazione e nello stile e dovendo per forza di cose far riferimento ai racconti del girone nel loro insieme.
In ogni caso, la tua voce personale c'è e si sente. Ciao e a rileggerci!

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Sirimedho
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Re: Due lati della vita, di Sirimedho Stefano De Luca

Messaggio#14 » giovedì 21 gennaio 2021, 19:03

Buonasera Emiliano,

innanzi tutto grazie delle tue belle considerazioni, che per me valgono infinitamente più di un piazzamento in classifica. Direi che più che "controversi", i racconti che scrivono possono piacere o no, e per qualche ragione su questo c'è una polarizzazione piuttosto forte.

"Sirimedho" più che un soprannome è un vero e proprio nome, è il mio nome spirituale che mi piace usare il più possibile. Grazie per i complimenti, faccio quello che posso; credo che tutti noi possiamo fare qualcosa di buono per gli altri e per noi, per quanto poco esso sia. Grazie anche per la tua gentilezza, che è una costante in tutti i tuoi commenti, e per la passione che metti anche in altri ambiti, come le bellissime foto astronomiche.

Passando al racconto, ormai è assodato che le etichette "Lato A" e "Lato B" siano orribili; come spesso capita, modifica dell'ultimo minuto. Il racconto era partito dall'aver osservato che quando osserviamo un video in time lapse di un albero che cresce, di una pianta ancora di più, ne emerge una vitalità che mai ci saremmo aspettati. Ho visto dei video di Stefano Mancuso, sopra ho messo dei link, sulla natura sociale dei vegetali che mi hanno letteralmente sconvolto, ma in senso positivo; gli alberi senz'altro ci percepiscono, anche se non si sa ancora bene in che modo. Di recente ho letto un libro bellissimo, che ti consiglio caldamente, dal titolo "Il sussurro del mondo", di Richard Powers, proprio sugli alberi, per cui mi è rimasto in background questo tema. Mi è venuto così in mente che, come noi non riusciamo a percepire la vita degli alberi perché è troppo lenta, probabilmente anche loro ci "vedono" in un modo strano, data la velocità della nostra vita. E così si è presentata l'occasione per mettere su "carta" digitale una rappresentazione di questa idea.

L'idea di incattivirlo penso che lo renderebbe più interessante, ma lo allontanerebbe forse troppo dall'idea iniziale. Credo che un buon tentativo potrebbe essere quello di alternare alberi e umani, così da non rendere accessoria la seconda parte.

megagenius ha scritto:Non che mi sia dispiaciuto il racconto nel complesso, anzi è scritto in maniera gradevole. L'ho trovato uno scritto senza infamia e senza lode.


Credo di condividere parola per parola il tuo giudizio! :-) Non penso che sia un capolavoro, ma mi piaceva far passare questa idea degli alberi che ci percepiscono e questo, bene o male, mi sembra che sia successo.

Un caro saluto,
Sirimedho

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Re: Due lati della vita, di Sirimedho Stefano De Luca

Messaggio#15 » giovedì 21 gennaio 2021, 19:11

Buonasera Hayà,

che dirti, se non grazie per tutti gli apprezzamenti? Effettivamente il tema dovrebbe essere stato rispettato proprio in quel modo, che ciò che ci sembra lontano è in realtà più vicino (non solo come distanza fisica, ma anche come propria natura) di quanto non sembri; nella spiegazione si spiegava che fosse un tema sulla prospettiva, e questo credo di averlo rispettato.

Hayà ha scritto:Ho un certo debole per le storie dove le piante mostrano un altro lato di sé stesse.


E questa è davvero la ciliegina sulla torta! Che curiosità di sapere quali sono queste storie!

A presto rileggerci!
S.

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Re: Due lati della vita, di Sirimedho Stefano De Luca

Messaggio#16 » giovedì 21 gennaio 2021, 19:18

Buonasera Edoardo,

grazie del bel commento.

Edoardo Foresti ha scritto:hai scritto una storia dai toni delicati, che è riuscita a trasmettermi emozioni sincere e genuine e trovo faccia trasparire una certa sensibilità.


e già qui potremmo chiudere! :-) La classifica è soltanto un in più.

Edoardo Foresti ha scritto:questa sensazione è accentuata dall'assenza di un conflitto vero e proprio. Leggendo il racconto ho temuto fino alla fine per la quercia e le minacce che, purtroppo, avrebbero potuto rappresentare gli essere umani. Se quindi non ho avvertito la sproporzione "7-3" individuata da altri come un problema, trovo la seconda parte più fiacca in quanto non è riuscita a farsi carico della prima e accompagnarla a un climax più forte.


Credo che tu abbia ragione, non c'è un vero conflitto, ma in fondo è un racconto di una pagina, credo che possa anche essere soltanto un flash su una scena o poco più. Ma senz'altro il tuo commento è "food for thought", un buono spunto di riflessione.

Grazie ancora e a presto rileggerci,
Sirimedho

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VecchioCallagan
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Re: Due lati della vita, di Sirimedho Stefano De Luca

Messaggio#17 » sabato 23 gennaio 2021, 10:44

Sirimedho ha scritto: Padre che dona cibo perché si è ormai dimostrato che gli alberi di una foresta condividono una rete, "the wood wide web", in cui si scambiano tramite le radici cibo (zuccheri e altri nutrienti) e informazioni; ad es. se un albero viene attaccato dagli insetti riesce ad avvisare gli altri alberi, anche di specie diverse, in modo che si preparino all'attacco. Trovi dei bei video qui: https://www.agi.it/blog-italia/new-bota ... 019-01-13/
In Italia abbiamo uno scienziato molto importante, Stefano Mancuso, che ha un centro di eccellenza a Firenze http://www.linv.org Aver visto una sua conferenza è stato davvero trasformativo.


Ciao Stefano, ti ringrazio per la paziente spiegazione. Non ero a conoscenza di queste (nuove?) scoperte e le trovo molto affascinanti. Ti ringrazio. Trovo molto bello che da questo tipo di confronti si possano scoprire sempre cose nuove: alla fine è uno dei vantaggi della lettura :)

Precisazione (perché spero di non essere stato troppo diretto e offensivo): quando ho scritto che il tuo racconto mi ha lasciato "indifferente" parlavo dal punto di vista di me lettore X che si trova in mano un racconto dello scrittore Y. Qui, però, è un luogo di confronto e di crescita reciproca, per cui scavando nel tuo scritto ho notato (come ho cercato di evidenziare nel commento) alcuni spunti che mi sono piaciuti e che, credo, rappresentino un tuo punto di forza (al di là di questo singolo scritto). Esempio è il dettaglio del mondo degli alberi che mi ha, davvero e ripeto, molto affascinato!

A rileggerci presto!

alexandra.fischer
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Re: Due lati della vita, di Sirimedho Stefano De Luca

Messaggio#18 » sabato 23 gennaio 2021, 21:28

DUE LATI DELLA VITA di Sirimedho Stefano De Luca Tema Centrato. Atmosfera suggestiva. Ecco il vero punto di forza della tua storia. Frasi brevi, quadri semplici che ricordano le scene di Utamaro. Poi, il colpo da maestro è l’immagine del bacio alla ghianda da parte della fanciulla e il pensiero del fidanzato: si aspetta che si trasformi in principe? Ecco una rielaborazione geniale di una fiaba.
Punti deboli: L’allusione ai fantasmi mi aveva disorientata, pensavo a un’immagine di morte, come pure quella della danza che lo allontana dai fratelli e il padre che offre il cibo. Poi di malattia. Poi, ho riletto la frase, diventare forte come una quercia come papà. Ecco, per aiutare il lettore a capire che si tratta di un albero, forse dovresti lavorare su questa frase: diventare forte come papà, la grande quercia accanto a me. E mostrare la natura di albero (perde le foglie, le vede perdere ai suoi fratelli, o al padre, li vede fruttificare, magari legando la scena del bacio alla ghianda e magari, più che vedere sparire i fratelli, ne vede sparire uno, quello sradicato malamente dalla ragazza che è insieme ai due fidanzati, ossia la sorella di lei).

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Andrea Lauro
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Re: Due lati della vita, di Sirimedho Stefano De Luca

Messaggio#19 » sabato 23 gennaio 2021, 23:03

Ciao Stefano, apprezzo la tua voglia di sperimentare una struttura di testo differente dai canoni classici. è la stessa tipologia di testo che ho letto in un racconto di Isabella Valerio nella Marone Edition dell’era passata.

Purtroppo la personificazione del regno vegetale ha impattato negativamente in fatto di empatia: non sono riuscito a immedesimarmi in una quercia che cresce e vede la storia passare. La seconda parte, che reinterpreta dal p.d.v. degli umani, scorre via ma senza grossi scossoni.
Delicato, ma credo inefficace.
a presto,
andrea

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Re: Due lati della vita, di Sirimedho Stefano De Luca

Messaggio#20 » mercoledì 27 gennaio 2021, 13:21

Dear VecchioCallagan,

Avevo già trovato molto utile il tuo primo commento e ti ringrazio per la gentilezza dell'ulteriore commento.
A presto rileggerci!
Sirimedho

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Re: Due lati della vita, di Sirimedho Stefano De Luca

Messaggio#21 » mercoledì 27 gennaio 2021, 15:30

Buongiorno Alessandra,

grazie del commento, come sempre utile per migliorarsi. Che vedesse sparire i fratelli rimanda al fatto che di tutte le piantine che nascono sotto un albero la quasi totalità va a morire, vuoi perché posta su una parte di terreno inadatta, vuoi perché attaccata dagli animali e per altri problemi.

Proverò senz'altro a ripensare il raccontino anche sulla base dei tuoi commenti.

Buona scrittura e a presto!

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Re: Due lati della vita, di Sirimedho Stefano De Luca

Messaggio#22 » mercoledì 27 gennaio 2021, 15:34

Buongiorno Andrea,

grazie del commento. Non pensavo che questa che ho scelto fosse una struttura del testo diversa dei canoni, mi sembra che sia piuttosto usata, più spesso nei racconti brevi ma talvolta anche in parti di romanzo.
Mi dispiace di non essere stato capace di farti apprezzare la vita di una quercia. La seconda parte scorre via senza scossoni anche perché non avevo intenzione di scuotere il tutto, mi sembra che in questo poco spazio che abbiamo a disposizione si può anche soltanto accendere un faro su un episodio o due, apprezzando quello che succede anche senza "plot twist" et similia.
A presto rileggerci,
Sirimedho

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Re: Due lati della vita, di Sirimedho Stefano De Luca

Messaggio#23 » venerdì 29 gennaio 2021, 14:02

Trovo sempre piacevole leggere i tuoi testi per la positività che sono in grado di trasmettere. Detto questo, credo che qui ci siano due problemi rilevanti: 1) la suddivisione in due parti (nomi davvero bruttini) non mi sembra gestita al meglio e, nonostante abbia letto e condivida le tue motivazioni, il disequilibrio tra esse mi appare disfunzionale, 2) giri troppo attorno alla questione del rivelare che si tratta di una quercia e sei quindi costretto a usare spazio che, invece, avresti potuto usare in un altro modo. Per revisionare partirei proprio dal time lapse che hai menzionato in una risposta e lo renderei davvero tale, senza stacchi tra due parti con un procedere lineare in cui dai più spazio alla quercia (più durevole nel tempo e con un approccio diverso allo stesso) intervallandolo con il passaggio degli umani (e magari non gli stessi perché allora si andrebbe a perdere il disequilibrio tra il tempo percepito) e lo farei diretto, senza fronzoli, senza nascondere o girare intorno alle identità. Bene l'uso del tema. Per tutto quanto detto sopra per me questo è un pollice tendente verso l'alto, ma in modo un pelo stiracchiato.

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