Anna - Giulio Marchese

Giulio_Marchese
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Anna - Giulio Marchese

Messaggio#1 » martedì 19 gennaio 2021, 0:17

Anna

«Perché proprio adesso?» Mi alzo in piedi e sbatto i pugni sul tavolo. Una scheggia mi si conficca nella mano, la porto alla bocca.
Se Anna si accorge della scheggia potrei avere problemi.
Oruam resta seduto, porta le mani dietro la nuca e si stiracchia. «Gli altri sono in un momento di profonda crisi, il sigillo non è mai stato così fragile. A causa del virus sono costretti in casa e non si guardano allo specchio da settimane. È la nostra occasione.»
«Anna si guarda allo specchio ogni mattina.»
Mi siedo, è inutile alterarsi, devo mantenere la calma. Qua intorno c’è troppo… “bianco”.
Araihc ripete sempre: “nella zona intermedia non allontanarti mai dal tavolo.”
Oruam si gratta la fronte. «Anna fa l’infermiera o sbaglio?»
«Sì, ma questo cosa—»
«Tutti gli operatori sanitari fanno i doppi turni, praticamente sono gli unici a tenere in piedi il sigillo.» Guarda in alto. «Loro e le Instagram star, quelle che si truccano per stare in casa, hai presente?»
Sbuffo senza staccargli gli occhi di dosso. «Araihc se ne lamenta di continuo.» Picchietto sul tavolo con i polpastrelli, ne esamino le venature, i calli. Non mi abituerò mai a questa dannata zona intermedia. Araihc mi ci ha portata spesso eppure non riesco a sentirmi a mio agio: un tavolo immerso nel bianco.
Oruam se ne sta zitto. Aspetta che sia io a parlare. Ma cos’ho da dirgli?
Mi schiarisco la voce con un colpo di tosse. «Chi altri è coinvolto?»
«Tutti.»
Rimane impassibile, mi sistemo sulla sedia. «Allora perché siamo solo noi due a parlarne?»
Appoggia i gomiti sul tavolo e la testa sulle mani incrociate. «Nella stanza intermedia si può entrare in due alla volta. Forse Araich non è il mentore che pensavo.»
Il viso mi si infiamma. «Me lo ha spiegato, ma pensavo che in questo caso si potesse fare un eccezione...»
«Nessuna eccezione, mai. È proprio per questo che dobbiamo farlo.»
«Andare dall’altro lato è contro natura.»
Appoggia le mani sul tavolo. «La natura che ci hanno imposto quando hanno eretto quel maledetto sigillo. Adesso non sanno niente, sono regrediti. È il momento giusto.»
«Sì, però...»
«Hai paura, è normale che sia così. Ma con quello che ci fanno passare dobbiamo farci coraggio. Meglio un giorno da leoni che cento da pecora, no?»
Le spalle mi si irrigidiscono, il respiro si spezza: ci siamo, ogni volta è peggiore.
Le braccia vengono tirate indietro, mani di luce mi stringono i polsi.
La mia ombra mi si allunga di fronte.
Oruam si alza in piedi. «Allora sei con noi?»
I piedi mi scivolano sul pavimento, la luce mi trascina. La maglia sparisce avvolta dalla luce.
Sono a seno nudo e praticamente crocifissa davanti a Oruam.
Le gote pulsano, gli occhi bruciano.
Oruam si volta. «Sei con noi?»
Le mani di luce mi hanno afferrato anche le caviglie.
«Sì, ci sto.»

***

Aprò la porta e tolgo la mascherina. Che giornataccia!
Appoggio le chiavi nello svuota tasche sul mobiletto e mi guardo allo specchio.
Cosa diavolo?
Faccio due passi indietro.
Non c’è il mio riflesso!
Il corridoio è riprodotto perfettamente sulla superficie liscia, c’è quello stupido quadro con i gattini, la parete azzurra. Manco io!
Corro in bagno, devo essere impazzita.
Guardo nello specchio.
Mi vedo. Seni nudi e capelli bagnati.
Sembra di guardare indietro nel tempo a stamattina.
«Che cazzo sta—»
«Succedendo?»
La mia immagine ha appena concluso la mia frase.
Passo le mani sugli occhi. È ancora lì, ha le braccia conserte. Io non ho le braccia conserte!
Inspiro ed espiro.
Non so cosa fare, non so se scappare.
Inspiro ed espiro.
«Ch- chi sei?»
«Io sono Anna.»
Trattengo il respiro. La guardo.
«No, io sono Anna.»
L’immagina colpisce lo specchio, un tonfo sordo.
Mi appiattisco sulla parete.
«Adesso non fai più la gradassa, eh? Ora che non sono costretta ad imitarti. Oruam ha ragione, il sigillo è instabile.»
Si allontana dentro lo specchio. Ci si lancia contro con la spalla. La superficie vibra.
Esco dal bagno e corro nel corridoio, un altro tonfo sordo, sbatto la porta d’ingresso e mi fiondo su quella del vicino. La colpisco con entrambi i pugni una, due, tre volte.
«Mauro! Mauro, aiuto! Devo essere pazza. O Dio! Mauro!»
La porta si apre.
«Grazie al cielo, Mauro. Il riflesso nello specchio, non capisco cosa succede.»
Le sue mani sono sporche di sangue.
Indietreggio.
Sorride.
«Io non sono Mauro.»



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antico
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Re: Anna - Giulio Marchese

Messaggio#2 » martedì 19 gennaio 2021, 0:22

Ciao Giulio! Caratteri e tempo ok, buona Specularia Edition!

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Sirimedho
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Re: Anna - Giulio Marchese

Messaggio#3 » martedì 19 gennaio 2021, 21:45

Buonasera Giulio,

Persone dai nomi strani discutono di un sigillo che, sembra di capire, impedisce che si mischino i mondi al di qua e quello al di là dello specchio. E a un certo punto il sigillo si rompe.

Il racconto sembra fortemente diviso in due, la parte di premessa, per me quasi del tutto non comprensibile, e la seconda, il frutto della rottura del sigillo, che mi sembri guadagni molto in immediatezza. Sebbene il tema del doppio che esce dallo specchio sia stato molto battuto, la descrizione così dettagliata me lo ha fatto piacere. Anche la parte conclusiva della prima parte, la “crocifissione” della pseudo-Anna ha le stesse buone caratteristiche, ma trovo che manchino troppi dettagli per apprezzarla: chi sono queste persone, perché si trovano in quella situazione, cosa sia quello spazio bianco etc.

Dandogli più spazio per arrivare a spiegare o mostrare tutti gli elementi sicuramente il racconto merita, e molto.

Buon contest!

P.S. Posso esprimere un voto a favore dell'usare il carattere di default? Questo che hai scelto rende la lettura difficoltosa!

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filippo.mammoli
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Re: Anna - Giulio Marchese

Messaggio#4 » giovedì 21 gennaio 2021, 21:18

Ciao Giulio,
Piacere di rileggerti.
Confesso di non avervi capito un granché e ammetto anche candidamente che forse è colpa mia, ma ho provato a rileggerlo e i dubbi non sono diminuiti.
Il primo, per me più grande?
Chi è il POV?
All'inizio lui parla di Anna, "se Anna si accorge..." e quindi non è Anna. Alla fine però è certamente Anna, quando si specchia e succedono cose inspiegabili.
Può darsi che tu abbia cambiato il POV dopo gli asterischi, ma in un racconto di 4k,dove è difficile far empatizzare e far capire chi fa cosa, mi pare una scelta azzardata, in ogni caso poco riuscita in questo caso.
Succedono troppe cose in modo confuso e si fatica davvero a trovare un senso, una metafora a capire il contesto anche storico. C'è un virus, dalle mascherine, è ambientato ai giorni nostri?
Il sigillo, la stanza intermedia, l'altro lato e quella specie di trasformazione... Infine lo specchio è Mauro con mani insanguinate. Troppa carne al fuoco che non mi ha permesso di afferrare un filo logico, uno svolgimento sia pur convulso dell'azione.
Il tema dello specchio compare alla fine, ma non saprei come inserirlo.
Purtroppo non mi è arrivato niente, mi dispiace.
Alla prossima.

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GiulianoCannoletta
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Re: Anna - Giulio Marchese

Messaggio#5 » venerdì 22 gennaio 2021, 15:53

Ciao Giulio, piacere di averti letto.
Interpretazione del tema in chiave horror, i riflessi dello specchio rompono un sigillo per entrare nel mondo reale.
Simpatica l'idea di usare un nome palindromo per trarre in inganno, Anna resta Anna ma Mauro diventa Oruam, anche se confesso che mi è servita una seconda lettura per orientarmici.
Tra i punti deboli, la prima parte secondo me un po' lenta e pesante. Anche la spiegazione del sigillo mi è sembrata confusa e poco chiara.
A rileggerci presto.
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

alexandra.fischer
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Re: Anna - Giulio Marchese

Messaggio#6 » venerdì 22 gennaio 2021, 21:56

ANNA di Giulio Marchese Tema centrato. Punti di forza: l’ambientazione minimal, in pieno stile telefilm Anni Settanta tipo “Spazio 1999”. Nel tuo caso, però, io ho anche pensato a “Flatlandia” di Abbott, per via di questi personaggi che desiderano evadere da questo altrove nel quale sono stati imprigionati da sigilli. Infatti, la presenza della luce, il fatto di non doversene allontanare, mi ha fatta pensare a uno spazio dimensionale retto da leggi ben precise come nel romanzo di Abbott (là, tutto ciò che è piatto, se cambiasse, si distruggerebbe). L’allusione alla regressione è intrigante: può voler dire di tutto, anche l’eccessiva presenza di stimoli che nasconde il loro essere usciti dallo stato di riflessi degli specchi per diventare sosia delle persone che vi si guardano. E questo mostra l’irritazione del protagonista riguardo alla scheggia, se deve rincasare e ingannare Anna (sottile la trovata Mauro-Oruam).

Punti deboli: nessuno.

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Gennibo
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Re: Anna - Giulio Marchese

Messaggio#7 » sabato 23 gennaio 2021, 12:30

Ciao Giulio e piacere di leggerti, il punto di forza di questo racconto secondo me è l’idea, però lo svolgimento mi ha piuttosto confuso. Il nome palindromo non l’avevo colto fino a quando non lo hanno fatto notare nei commenti, forse sarebbe stato meglio Otto, perché quel Mauro al contrario mi sembra l’unica nota fantasy del racconto (in realtà lo è anche il sigillo, ma nel suo significato, non nel nome).
Lo rivedrei cercando di chiarire il ruolo del sigillo e i vari passaggi.
Concordo con chi ha detto che la seconda parte è più comprensibile.
A rileggerti e buona Edition!

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Anna - Giulio Marchese

Messaggio#8 » martedì 26 gennaio 2021, 15:15

Ciao Giulio. Piacere di leggerti.
Direi che il tema è preso in pieno, andando proprio sul letterale, senza troppi fronzoli.
La storia scorre abbastanza bene dall'inizio alla fine. L'unico intoppo, a mio parere, è il punto in cui il riflesso di Anna viene avvolto dalla luce, come se fosse crocifissa. Ammetto che ho fatto molta fatica a visualizzare l'immagine e a capirne il senso all'interno del contesto.
Il resto funziona, anche se la tensione narrativa è un po' bassa, perché il risultato finale è abbastanza prevedibile. Mi è parso un compito condotto in porto senza troppo sforzo, ma comunque sufficiente. Ci sono alcune sviste da sistemare.
In un caso, l'inverso di Chiara è scritto sbagliato (Araich), ho trovato "un eccezione" senza apostrofo e "aprò la porta" con un accento di troppo. Piccole cose, comunque.
A rileggerci.

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Mauro Lenzi
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Re: Anna - Giulio Marchese

Messaggio#9 » mercoledì 27 gennaio 2021, 17:42

Nota per tutti i membri del gruppo T-REX.
Con l’eccezione di un esordio (meritevole di grande rispetto), le vostre opere sono tutte di buon livello. Per cui troverete pochi complimenti; spero non me ne vogliate, ma ho pensato che vi sarebbero più utili le osservazioni. Queste, in buona parte, le ho interpretate come suggerimenti per un’ipotetica seconda stesura.
Ho scritto i miei commenti a caldo durante e subito dopo la lettura, e poi ho guardato la parte dei commenti successivi ed eventualmente aggiunto qualcosa.
Visto l’alto livello del vostro gruppo, in classifica le posizioni dalla prima alla penultima rappresentano comunque una valutazione positiva dell’opera.



Ciao Giulio,

Idea curiosa, che purtroppo non si comprende molto bene nel finale. Non ci piove che non fosse il caso di far spiegare ai personaggi cosa fosse il Sigillo, se entrambi sapevano benissimo cosa fosse. Eppure chi legge paga un dazio pesante nel seguire un dialogo che sì non annoia (e qui è bravura tua), ma è così ermetico che non permette di capire. Per cui si va avanti, sperando poi di capire. In realtà quel che accade si spiega da sé e non ha bisogno di tutto quanto hai seminato prima. Il che, se almeno permette alla storia di stare in piedi e risolversi, rende inutile tutta quella semina sul Sigillo, l’umanità regredita, la zona neutra, i legacci di luce, il ruolo di Chiara (ehm al contrario).
Ah beh come immaginerai, ho capito subito che si trattava di nomi al contrario (non ci voleva un genio, ma diciamo che con Oruam ero avvantaggiato eheh!), e ho pensato che fossero figure allo specchio.

Altra cosa, credo che sia sempre un bene dare qualche dettaglio in più sul personaggio, anche se in prima persona. Altrimenti si può verificare un effetto spaesamento, ad esempio che il personaggio era donna e lo si scopre quasi alla fine. Certo, il nome era un indizio, però il collegamento si realizza dopo; ma in ogni caso chi legge non dovrebbe supporre ma avere qualche certezza almeno su qualche aspetto fondamentale.

C’è una parte che non ho capito a una prima lettura, e cioè quando le due Anna si incontrano.
Essendo sparita dallo specchio del corridoio l’Anna “riflessa” mi aspettavo che questa fosse uscita e si trovasse nel nostro mondo. Invece è “solo” nello specchio del bagno; e ok che non è vincolata al seguire i movimenti dell’Anna reale, ma perché si trova solo in quello specchio?

Oltre a questo ti segnalo una frase che correggerei.

Una scheggia mi si conficca nella mano, la porto alla bocca.

Sembra che l’azione sia ancora legata alla scheggia. Inoltre cambierei la frase successiva evitando la ripetizione di “Scheggia”, anche con un semplice “Se Anna se ne accorge…”
Ci potrebbe essere il dubbio che l’accorgersene sia legato al portarsi la mano alla bocca, ma credo che chi legge capirebbe che si riferisce alla scheggia. Ma potresti ovviare con Anna pdv che si guarda la ferita.
Cosa mi è piaciuto di più: l’idea dei personaggi speculari, con la chicca dei nomi adeguati, che si ribella alle costrizioni del riflesso.

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antico
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Re: Anna - Giulio Marchese

Messaggio#10 » lunedì 1 febbraio 2021, 14:02

L'idea mi piace: la rivolta dei riflessi. Trovo però che la prima parte sia troppo complessa, piena di riferimenti che rimangono un po' lì, sospesi. Forse il sigillo è troppo? Il concetto è che i riflessi, non più controllati in periodo covid da persone che si disinteressano della propria immagine, ne approfittano per ribellarsi, giusto? Ma allora perché Anna soffre quando viene evocata? Proprio lei che, invece, non dovrebbe avere risentito del cambiamento. E perché è così importante che nella stanza intermedia possano starci solo due riflessi alla volta? E chi è la Chiara riflessa? Tutti elementi che rimangono senza risposta e che forse avrebbero necessitato di più spazio, ma non ne avevi e allora era giusto semplificare per ottimizzare al massimo quello che potevi mostrare. Buona la declinazione del tema. Per me un pollice tendente verso l'alto un po' al pelo e in classifica devo posizionarti dietro al parivalutato racconto di Leonardi che risulta essere più contestualizzato e funzionale nei suoi elementi.

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