Soggetto 3453 - Filippo Puddu

Avatar utente
VecchioCallagan
Messaggi: 15

Soggetto 3453 - Filippo Puddu

Messaggio#1 » martedì 19 gennaio 2021, 0:58

Soggetto 3453

Conobbi il Soggetto 3453 quando lavoravo come tecnico alla FIDA Database. Correva l’anno 2040, di questo ne sono certo. Ero in azienda da ormai cinque anni, potevo dunque già seguire da vicino i volontari. Mi ricordo che mi colpii molto il caso del Soggetto 3453, questo spiega perché, anni dopo, lo riconobbi mentre faceva colazione in un bar. Mi sedetti davanti a lui, che fissava con aria assente una tazza fumante di cioccolata. Mi riconosce? Gli chiesi.

Alla FIDA Database i volontari firmavano un contratto con il quale l’azienda si asteneva da qualsiasi responsabilità su eventuali “danni collaterali” [sic], in cambio garantiva un accesso completo a informazioni più disparate che un tempo sarebbero state catalogate come TOP-SECRET o impossibili da trovare. In poche parole, è grazie al lavoro della FIDA se, dal crollo degli stati nazionali, una persona comune ha ricevuto il potere di sapere nome, cognome, vita morte e miracoli dell’assassino di JF Kennedy; o ancora, se è in grado di tracciare il proprio albero genealogico vagando nei millenni.
Va da sé, il mio lavoro era molto ripetitivo, alla fine la fantasia dell’essere umano è molto limitata. Inoltre il mio compito era proprio quello di indirizzare il soggetto verso determinate richieste, non solo quello di monitorarlo. Eravamo agli albori della nostra tecnica di ricerca dati pubblicitari.

Mi riconosce? Il Soggetto 3453 ci mise del tempo prima di alzare gli occhi dalla tazza, che pareva aver ordinato non tanto per gustarsi il morbido calore della cioccolata, quanto per riscaldarsi le mani pallide. Quando pose il suo sguardo sul mio, un sorriso gli si disegnò tra la barba sfatta. Ho deciso, mi disse.

Fissati, questo era il termine con il quale chiamavamo i casi come quello del Soggetto 3453. Sono le persone che non si smuovono dalla propria fissazione, che davanti al più ingente tesoro che si distende ai loro piedi decidono di non arraffare quanto più possono, ma si mettono alla ricerca dell’ago nel pagliaio. Per il Soggetto 3453 l’ago era rappresentato da una testimonianza lasciata sulla rete Internet dalla madre e, in seguito, dalle conseguenti ulteriori ricerche. Era il mio primo caso di Fissato, temevo si sfigurare agli occhi del direttore, più volte cercai di distoglierlo da quell’unica ricerca. Persisteva nella sua fissazione. Finii per fissarmici io stesso.

Mi guardi, dottore, negli occhi – non accennava a gustarsi quell’invitante cioccolata –gli occhi sono lo specchio dell’anima.
Non capii cosa mi volesse dire. La sua avventura alla FIDA era nata a causa di una frase pronunciata dalla madre al padre, che lui in un primo momento non colse, ma che col tempo arrivò a rodergli l’anima con la persistenza di un tarlo col legno: ti ricordi quando tuo figlio ci voleva convincere di aver lavorato per l’imbalsamazione di Cheope?
Quando arrivò da noi, il Soggetto 3453 era sicuro di poter trovare qualche altra testimonianza del genere lasciata dalla madre: e così fu. Sotto un post Facebook che reindirizzava a un articolo di dubbia affidabilità titolato “Reincarnazione? È tutto vero!”, scovò il commento della madre che raccontava l’aneddoto del figlio, della sua convinzione di essere stato un egiziano. Finì così per spulciare i documenti egizi che puzzavano di mummia anche nella loro digitalizzazione, segnandosi i nomi dei tre sacerdoti che parteciparono all’inumazione di Cheope. Risalì l’albero genealogico di ognuno di loro, convinto di trovare se stesso al culmine, ma fallì a ogni tentativo.

Negli occhi dottore. L’ho capito guardandoli, la verità è sempre stata lì, a portata di mano. Sono stato Hazar Charubi, sacerdote di Cheope, ma anche Nidia Abeminini, Marco Galliano, Chin Wu Tang, Christopher Landis, Jules Verne, Marjelin Gorki, Tracy Numberg, Tommaso Manninger, Droppio Linguis…
Partì con una sfilza di nomi che, vi giuro, non era intenzionato a interrompere. Ma dove ha trovato questa sicurezza? Mi indicò con l’indice la sua iride destra. Nei singoli frammenti che compongono il mio occhio, guardi bene dottore, ognuno riflette il volto di chi sono stato, e si arricchirà presto di un nuovo frammento.
Tirò fuori una pistola da sotto il tavolo e si sparò in testa, lì, davanti a me. Certo, pensai, la Luxor EYES doveva aver fatto grandi evoluzioni tecniche negli ultimi anni, devono aver conosciuto anche loro il Soggetto 3453. Devo ammettere, però, che non riuscii a resistere: allungai la mano e attirai a me la tazza fumante di cioccolata: sarebbe stato uno spreco lasciarla a freddarsi.



Avatar utente
antico
Messaggi: 7172

Re: Soggetto 3453 - Filippo Puddu

Messaggio#2 » martedì 19 gennaio 2021, 1:05

Ciao Filippo e bentornato nell'Arena! Tempo ok, ma caratteri fuori di un 150, quindi malus minimo per te! Purtroppo non sei più in tempo per correggere perché anche mettessi a posto i caratteri, a questo punto, ti beccheresti il malus tempo. Cmq sono malus minimi. Buona Specularia Edition!

alexandra.fischer
Messaggi: 2862

Re: Soggetto 3453 - Filippo Puddu

Messaggio#3 » martedì 19 gennaio 2021, 19:28

Tema centrato con un’ottima storia.
Punti di forza: il Soggetto 3453, con la sua ossessione per la reincarnazione (si rispecchia dapprima nella frase della madre riguardo alla reincarnazione e si convince di essere stato uno dei sacerdoti addetti all’imbalsazione di Cheope fino ad attraversare una serie di vite: Hazar Harubi. Ma si passa da nomi come Nidia Abemini, Marco Galliano, Chi Wu Tang, Christoper Landis, Jules Verne, Marjelin Gorki, Tracy Numberg, Tommaso Manninger, Droppio Linguis. Una serie di esistenze che schiacciano quella che vive ora e lo portano al suicidio). Il protagonista, che, da scettico dipendente della FIDA, azienda del 2040 preposta al ritrovamento dati, si limita a constatare l’efficacia dell’arma usata dal protagonista per togliersi la vita (Luxor Eyes) e a bere la cioccolata calda lasciata intatta dal Soggetto 3453. Affascinante l’idea che attraverso quella ricerca dati si possano risolvere i grandi misteri della storia (vedi il secondo attentatore di Dallas). Lo stile ricorda quello di Bradbury, che tu rinfreschi con bravura.
Punti deboli: nessuno.

Avatar utente
Stefano Impellitteri
Messaggi: 94

Re: Soggetto 3453 - Filippo Puddu

Messaggio#4 » giovedì 21 gennaio 2021, 2:11

Ciao Filippo, molto piacere.

non devo metterti in classifica, sono del tuo stesso gruppo e mi è capitato di leggere i tuoi commenti sui racconti che dovevamo valutare, trovandomi in accordo con molte tue osservazioni sono venuto a leggerti e ti dico la mia.

La storia è senza dubbio fuori dagli schemi ed è un pregio. Creare un contesto del genere in questo spazio obbliga a spieghini e infodump, che però tu hai intervallato incastrandoli nella scena e rendendo il tutto non pesante.

La prosa è un pò distaccata, più che un racconto in prima persona sembra un rapporto, forse anche per i tecnicismi che il POV menziona a seguito delle sue osservazioni. Questa stessa freddezza però la si ritrova nel finale, che dopo il suicidio l'unico pensiero del PDV è la cioccolata, quindi è una buona caraterizzazione.

Il finale sinceramente non l'ho capito perfettamente, la Luxor Eyes cos'è? Ok il soggetto si indica l'occhio e crede di essere egiziano, ho capito che pensa con il suicidio di reincarnarsi aggiungendo un altro frammento al suo specchio dell'anima, ma non trovo il nesso con la luxor Eyes se non nel nome; perchè avrebbero dovuto conoscere anche loro il soggetto 3453? Ho letto un commento che dice sia la pistola, anche in quel caso, io continuo a non capire.
Il tema richiesto lo sento preso, anche se di striscio; non trattato ma citato.

Mi ha fatto piacere leggerti, senza dubbio sei un autore che cerca di innovare.

Avatar utente
Stefano.Moretto
Messaggi: 466
Contatta:

Re: Soggetto 3453 - Filippo Puddu

Messaggio#5 » venerdì 22 gennaio 2021, 11:26

Ciao Filippo,
la tua storia ha alla base un'idea interessante, ma ci sono alcuni problemi, di cui due critici.
Il primo grosso problema è a livello di fabula e intreccio: la narrazione è una matassa confusa di eventi che capitano prima e dopo, in più di un punto ho dovuto fermarmi un attimo per capire se il pezzo era relativo al bar o a quando aveva incontrato il soggetto per lavoro.
Il secondo punto critico riguarda la convenzione che decidi di adottare per pensieri e dialoghi: non c'è.
Mi guardi, dottore, negli occhi – non accennava a gustarsi quell’invitante cioccolata –gli occhi sono lo specchio dell’anima.

[...] col tempo arrivò a rodergli l’anima con la persistenza di un tarlo col legno: ti ricordi quando tuo figlio ci voleva convincere di aver lavorato per l’imbalsamazione di Cheope?

Questi sono alcuni esempi, ma ce ne sono altri. Nel primo caso il dialogo parte senza nessun segno distintivo che ci aiuti a capire che è un dialogo, ma dopo per interromperlo a metà usi un trattino; nel secondo caso invece fai partire un dialogo non col trattino, come a questo punto ci si aspetterebbe, ma con due punti senza nessun carattere che faccia intendere che quella dopo è una battuta. Se usi i due punti così poi il lettore non riesce a capire se più avanti li userai come da normale grammatica oppure per introdurre dialoghi. In altri punti, poi, invece di due punti o trattino usi la virgola. Insomma, devi decidere una formattazione e usare quella o il lettore farà molta più fatica a capire cosa sta succedendo. Io ti consiglio di usare quantomeno le doppie virgolette alte ( "esempio" ) per delimitare i dialoghi, in questo modo risolvi almeno in parte il problema.

Riguardo la trama l'idea di base è interessante: le possibilità per sviluppare nuove storie con alla base un database onnisciente sono sconfinate e il modo in cui sei riuscito a infilare un conflitto nonostante l'onniscienza è sicuramente un pregio. Ti sei perso un po' invece nella creazione dei personaggi, ad esempio il "soggetto". Non è chiaro perché viene chiamato così: solitamente "soggetto" si usa per indicare qualcosa sotto osservazione, mentre qui viene trattato come un cliente, quindi avrebbe più senso se venisse chiamato con nome e cognome. Anche la sua caratterizzazione è lasciata un po' andare, si limita a quello che il protagonista ricorda di aver pensato di lui. Ci sono pochi dettagli concreti che ci permettano di vedercelo davanti e farci un'idea noi stessi della sua fissazione, e anzi tutta la storia sembra essere un grosso riassunto, quasi una sinossi. Avrebbe avuto più effetto se avessi scelto qualche scena in ordine cronologico per mostrarci con dei dettagli quello che succede.

Ultimo appunto sul finale: il momento in cui il protagonista prende la tazza di cioccolata della persona che si è appena suicidata è stato molto creepy. Fino a questo punto è chiaro che si tratta di un futuro molto avanti nel tempo (in realtà neanche tantissimo eh), ma l'idea che uno ti si ammazzi davanti e tu non batta ciglio non può essere trasmessa in modo così semplice al lettore, soprattutto se fino a quel momento non hai dato indizi sul fatto che il protagonista sia completamente privo di emozioni di qualsiasi genere (o che quantomeno non gliene freghi niente se una persona si ammazza o no). Il fatto che poi uno possa pensare di bere la cioccolata di uno che si è appena sparato in testa mi causa un po' di disgusto: il cioccolato col retrogusto di ferro non è tra i miei preferiti.

In conclusione, l'idea alla base è buona, ma non è stata supportata da una realizzazione efficace. Ti consiglio di lavorare sul tuo stile per renderlo più pulito in modo da valorizzare al massimo le storie che hai dimostrato essere capace di creare.

Avatar utente
VecchioCallagan
Messaggi: 15

Re: Soggetto 3453 - Filippo Puddu

Messaggio#6 » venerdì 22 gennaio 2021, 12:06

Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Filippo, [...]


Caro Stefano, ti ringrazio per il tuo commento dettagliato. Farò tesoro delle tue impressioni in attesa degli altri pareri, così da avere un'idea più ampia dell'impatto provocato.

Per ora, mi preme risponderti su un'unica (importante), osservazione:
Stefano.Moretto ha scritto:Il secondo punto critico riguarda la convenzione che decidi di adottare per pensieri e dialoghi: non c'è.


Non si tratta di una dimenticanza o di un'insicurezza, ma di una precisa scelta stilistica che, grazie al cielo, non è di mia invenzione. Mi ricordo ancora il mio primo incontro con questa scelta, quando lessi A un cerbiatto somiglia il mio amore di David Grossman. Ultimamente, invece, l'ho apprezzata leggendo Benedizione di Kent Haruf.
Ora, è da capire se i problemi da te riscontrati sono comuni a tutti i lettori, e quindi valutare se è un problema che emerge quando si va a scrivere/leggere un racconto breve. Infine, nel caso, ci dovrò lavorare su per evitare quel senso di disagio che hai provato tu stesso nella lettura.
Comunque:
i trattini che citi non introducono un dialogo, ma "segnalano" un inciso. Così come i due punti successivamente, semplice segno di interpunzione. Ora, riflettendoci, posso valutare la possibilità di utilizzare un tipo di punteggiatura generalmente usata per i dialoghi. Può essere che la coerenza della mia scelta, ad esempio, sia venuta meno quando ho citato un articolo Facebook mettendolo tra virgolette: sarebbe stato più coerente evitarle, probabilmente.

Ancora grazie e buon contest!

Avatar utente
Stefano.Moretto
Messaggi: 466
Contatta:

Re: Soggetto 3453 - Filippo Puddu

Messaggio#7 » venerdì 22 gennaio 2021, 13:05

VecchioCallagan ha scritto:
Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Filippo, [...]

Non si tratta di una dimenticanza o di un'insicurezza, ma di una precisa scelta stilistica che, grazie al cielo, non è di mia invenzione. Mi ricordo ancora il mio primo incontro con questa scelta, quando lessi A un cerbiatto somiglia il mio amore di David Grossman. Ultimamente, invece, l'ho apprezzata leggendo Benedizione di Kent Haruf.
Ora, è da capire se i problemi da te riscontrati sono comuni a tutti i lettori, e quindi valutare se è un problema che emerge quando si va a scrivere/leggere un racconto breve. Infine, nel caso, ci dovrò lavorare su per evitare quel senso di disagio che hai provato tu stesso nella lettura.
Comunque:
i trattini che citi non introducono un dialogo, ma "segnalano" un inciso. Così come i due punti successivamente, semplice segno di interpunzione. Ora, riflettendoci, posso valutare la possibilità di utilizzare un tipo di punteggiatura generalmente usata per i dialoghi. Può essere che la coerenza della mia scelta, ad esempio, sia venuta meno quando ho citato un articolo Facebook mettendolo tra virgolette: sarebbe stato più coerente evitarle, probabilmente.

Ancora grazie e buon contest!


So che ci sono scrittori affermati (pochi in realtà) che sono della filosofia per cui "nella vita reale non esistono le virgolette alte, quindi non ha senso scriverle" e che quindi fondono dialoghi e narrazione insieme, ma per me questo discorso non ha molto senso: nella vita reale vedere e parlare sono due azioni distinte che agiscono su sensi diversi e non è fisicamente possibile che una persona non sappia distinguere ciò che gli viene detto con ciò che vede. Nella scrittura si rifà tutto alla scrittura stessa e quindi va dato un modo per staccare la narrazione con i dialoghi, altrimenti quando inizia a leggere una frase il lettore non può capire fin dalla prima parola che legge se la frase è narrazione o dialogo, e più ritardi la comprensione di ciò che scrivi più il lettore sarà disorientato e non capirà.

Giusto per curiosità mi sono andato a leggere l'estratto su Amazon di "Benedizione" di Kent Haruf e almeno nelle prime pagine non usa mai né trattini né due punti per separare dialoghi e narrazione, solo virgole e punti. Inoltre va a capo molto spesso e usa frasi veramente minimali, favorendo un minimo la comprensione. Rimane il fatto che io personalmente trovo questo stile di scrittura confusionario e inefficace.

Avatar utente
ItaliaLeggendaria
Messaggi: 172

Re: Soggetto 3453 - Filippo Puddu

Messaggio#8 » venerdì 22 gennaio 2021, 18:20

Ciao Filippo.
La tua idea per sviluppare il tema del riflesso è carina e interessante, ma il tuo racconto sposta un po' troppo il focus su un elenco di eventi passati e presenti che creano confusione nel lettore. Inoltre il tema viene preso di striscio solo sul finale e questo crea un po' di distacco.
Ho avuto parecchie difficoltà a leggere il testo per la mancanza di chiari indicatori dei dialoghi. Credo che questo modo di voler presentare i dialoghi senza segni distintivi non aiuti il lettore a entrare nella storia. Nel mondo reale sappiamo sempre quando uno parla, ma nel testo scritto dobbiamo creare una sorta di pausa nella quale il nostro cervello si figura la persona che esprime un concetto a parole.
Il distacco poi del punto di vista da tutto quello che ha fatto e che sta facendo mi butta fuori dalla narrazione di continuo. Sembra un robot a cui non importa di niente e di nessuno tant'è che si beve la cioccolata calda subito dopo che quello si è sparato. Mi dispiace, ma empatia zero. Mi sono anche posta la domanda del perché il pov sia lì a parlare con questo tizio visto che non gli interessa, anche se nel testo ammette che si è fissato per il problema del soggetto. Le due cose cozzano abbastanza.
Avrei concentrato di più la storia sulla Luxor Eyes, che da quanto ho dedotto è un'azienda che riesce a indagare quali anime siamo stati nelle vite precedenti tramite esami agli occhi. Tuttavia ho visto che altre persone hanno capito cose diverse.

Avatar utente
giulio.palmieri
Messaggi: 221

Re: Soggetto 3453 - Filippo Puddu

Messaggio#9 » domenica 24 gennaio 2021, 17:29

Ciao Filippo,
piacere di leggerti.
Poche considerazioni da fare: ho trovato il racconto scorrevole (sebbene bisognoso di qualche rifinitura), il tema centrato in maniera originale, buona l'alternanza dei brani in cui spieghi il contesto, e contestualmente mandi avanti l'azione col personaggio principale. Mi ha ricordato, alla lontana, il racconto "Funes o della memoria" di Borges.
La chiusa del finale però risulta un po' frettolosa: non si capisce bene perché il personaggio si spari, né la conseguente reazione del personaggio narrante, che subito dopo prende la tazza di cioccolata.
Magari c'è un significato simbolico, che però non è giustificato all'interno del testo.
Il finale complessivamente funziona: il soggetto ha una fissazione e ha scoperto la serie di personaggi che è stato nel reincarnazioni precedenti. Solo, appunto la chiusa lascia un po' di domande sospese e non giustifica a pieno il gesto del Soggetto in questione. Secondo me dovresti insistere sul conflitto del protagonista e giustificarlo maggiormente nel testo.
Comunque una buona prova. A rileggerci.

Avatar utente
Alessio
Messaggi: 195

Re: Soggetto 3453 - Filippo Puddu

Messaggio#10 » domenica 24 gennaio 2021, 22:10

Ciao Filippo,
La cosa che mi stranisce del tuo racconto sono le linee di dialogo annegate nella narrazione. Questo rende difficoltoso il flusso della lettura perché si passa senza preavviso dai pensieri del protagonista a parole effettivamente pronunciate a parti descrittive e spesso mi sono dovuto fermare per capire che cosa stessi leggendo.
Ci vedo un unico, grande infodump in cui il pov ci racconta tutta la storia del Soggetto 3453, per poi portarci a un suicidio le cui motivazioni mi sfuggono. Aveva cercato di risalire tramite l'albero genealogico a una sua possibile incarnazione precedente ai tempi degli egizi, fallendo. Tra l'altro, dubito che uno si reincarni in un discendente diretto, visti anche i nomi delle vite precedenti citati, quindi come può, tramite un albero genealogico, riuscire a risalire a una reincarnazione? Qui il mio lettore di testa non è rimasto contento. In ogni caso, faccio fatica a comprendere l'atto del suicidio (posto che si possa, in generale).
Sempre sul finale, non ho capito il ruolo della Luxor EYES, né che cos'è. La mia ipotesi è che sia un'azienda che fabbrica occhi artificiali e che il Soggetto 3453 ne abbia uno impiantato, però non sono proprio convintissimo.
Fatico anche a ravvisare il tema.
Mi spiace, ma il tuo racconto non mi ha convinto.
Alla prossima!

Avatar utente
wladimiro.borchi
Messaggi: 396

Re: Soggetto 3453 - Filippo Puddu

Messaggio#11 » lunedì 25 gennaio 2021, 11:56

Filippo,
no, non mi è piaciuto e mi spiace.
Sicuramente è un limite mio per cui prendi con le molle quello che ti dico.
Il racconto è tutto "raccontato". Si tratta di un lungo "infodump" in cui metti a parte il lettore di una serie infinita di particolari sul mondo immaginario che hai creato.
Alla fine le uniche azioni a cui assistiamo sono il suicidio di 3453 e il dottore che gli beve la cioccolata. Unico momento in cui si empatizza è quello e la scena dà una bella scossa al lettore. Ma per il resto sono rimasto sempre fuori a faticare per provare a seguire il filo del narrato.
L'idea è buona, non mi fraintendere, ma scritto così, almeno per quanto mi riguarda, non ha toccato le corde giuste.
A rileggerci presto.
W

Avatar utente
Giovanni Attanasio
Messaggi: 322
Contatta:

Re: Soggetto 3453 - Filippo Puddu

Messaggio#12 » lunedì 25 gennaio 2021, 13:33

Ciao! (I pareri espressi sono soggettivi e guidati solo dal mio ragionare sul testo.)
Le cose sono due: o il tizio si reincarna davvero e dunque si spara per attivare il processo, oppure è convinto di farlo e si ammazza invano. Solo questo interrogativo è meritevole di lode! La storia mi è piaciuta e a dispetto di ciò che pensavo dalle prime righe, scorre molto veloce sino al finale.
Il merito penso sia di questo stile “discorsone” in cui non si capisce chi parla ma il realtà sì, non si capisce cosa è dialogo e cosa è pensiero ma in realtà sì.
Qualcosa di diverso, a mio parere. Una cosa ottima, la diversità, visto che di fissati ne abbiamo già abbastanza nel mondo reale.

Alla prossima!
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

Avatar utente
Puch89
Messaggi: 228

Re: Soggetto 3453 - Filippo Puddu

Messaggio#13 » mercoledì 27 gennaio 2021, 1:15

Racconto secondo me dal potenziale ENORME, l'idea di base è davvero buona e i toni da "interrogazione/intervista" sull'accaduto con toni quasi polizieschi ci sta tutto, il problema però è lo stile che hai scelto di adottare. Tralasciando la confusione generata per l'assenza di demarcazione tra dialogo e raccontato, che non è poca, il vero dramma qui è che sembra di avere a che fare con un unico corpulento infodump, pieno di zeppo di accenni e situazioni mescolate tra loro tra passato e presente che non hanno un approfondimento (come la Luxor Eyes) e quindi creano maggior confusione. È davvero un gran peccato che tu abbia scelto di scriverlo in questo modo, perché come ripeto il potenziale è immenso, la storia di per sé è molto interessante e potresti davvero farci di tutto, ma lo stile è da rivedere, messo così è un calderone di informazioni che non aiuta il lettore a districarsi.
L'attinenza al tema poi non riesco a capire se c'è o meno, a me non pare più di molto, ma qua potrei non capirla io quindi alzo le mani. Fossi in te, perdonami se mi permetto, rivedrei il tutto in uno stile più scorrevole, perchè, ripeto per la terza volta, hai avuto un'idea brillante.

Avatar utente
Andrea76
Messaggi: 322

Re: Soggetto 3453 - Filippo Puddu

Messaggio#14 » giovedì 28 gennaio 2021, 15:23

Ciao Filippo,
un’idea interessante quella dell’ossessione per la reincarnazione, nonché quella della possibilità di ottenerne conferma da un database infinito di informazioni. Ho trovato il tuo “tell” ben scritto e funzionale alla freddezza emotiva del protagonista. Non è un racconto che ti “acchiappa”, almeno per quello che mi riguarda, ma credo che la scelta di uno stile distaccato sia stata voluta e che sia coerente con la psicologia del pdv. Mi sono chiesto: se questo fosse l’incipit di un romanzo lo comprerei? Probabilmente sì. E se lo stile fosse così esterno dalla prima all’ultima pagina, riusciresti a finirlo? Probabilmente no.
A rileggerti!

Avatar utente
DandElion
Messaggi: 661

Re: Soggetto 3453 - Filippo Puddu

Messaggio#15 » giovedì 28 gennaio 2021, 20:44

Ciao!
Ti dico subito che la cioccolata ai frammenti di cervello non deve essere stata un granchè !! A parte questo il resto mi piace molto, fila, funziona, non capisco e non mi piace il ricorso al deus ex machina di lasciar andare il personaggio via di scena nominando una nuova azienda che non c'entra nulla con la ex azienda della voce narrante. Però sono daccordo con te: anche io ho amato Grossman e non trovo affatto scorretto il ricorso all'espediente del pensato.
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

Avatar utente
antico
Messaggi: 7172

Re: Soggetto 3453 - Filippo Puddu

Messaggio#16 » venerdì 29 gennaio 2021, 18:43

Credo che un grosso problema di questo racconto stia nella scelta del termine SOGGETTO che richiama a laboratorio, analisi, paziente... Tutta roba che è ben lontana dal concetto di cliente e che concorre nel rallentare l'ingresso del lettore nel flusso narrativo. Altro grosso problema: introdurre il qui della ricerca del soggetto solo nella seconda metà del testo. Terzo grande problema: il finale con quel LUXOR buttato lì senza alcuna contestualizzazione che dovrebbe aiutare nella chiusa con il botto, ma che ha il solo risultato di rallentare, di nuovo, il lettore e la sua uscita dal racconto. Non è stata un problema, invece, la strategia scelta per le linee di dialogo anche se credo che si potrebbe fare meglio. La forza di questa tecnica sta nel non interrompere mai il flusso mentre qui ho percepito stridio in certi passaggi. Ben inserito il tema. Detto questo, pur con tutte queste problematiche, il racconto riesce, nel mio giudizio personale, a raggiungere il pollice tendente verso il positivo, anche se al pelo, e questo perché la storia sta in una cornice ben definita risultando conclusa.

Torna a “149° Edizione - Specularia Edition - la Quinta dell'Ottava Era (Gennaio 2021)”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 3 ospiti