Energia, emozioni

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Mauro Lenzi
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Messaggio#1 » martedì 19 gennaio 2021, 1:33

I miei passi risuonano nel colonnato della cappella. Le arcate si intersecano in un gioco di strisce bianche e nere: avanti e indietro, destra e sinistra, su due livelli. Ogni volta che entro qui ho le vertigini: sembra di essere in un quadro di Escher.
In fondo alla sala c’è un uomo allampanato, in mezzo a due pannelli alti quanto lui; dalle basii partono dei cavi elettrici.
Mi schiarisco la voce.
L’uomo sistema il pannello: è uno specchio. Riflesso, il suo volto accigliato, sulla cinquantina.
“Giovanni, dico bene?” Tocca la sommità dello specchio: ci sono delle manopole. “Cosa sa dell’elettromeopatia?
“Non molto. Medicinali fatti con erbe e acqua… elettrificata?”
Indica un punto della cappella, la tomba a sarcofago dove riposa il Conte Mattei. Croci e altri simboli mistici.
“Le spiegherò come ho applicato le scienze di Mattei per l’esperimento di oggi. Se mi deve fare da assistente è necessario che capisca almeno le basi.”
Ma perché non ha preso un laureando? Forse dovrei chiedergli ora perché ha voluto proprio me.
“... e dalle acque del Limentra, qui sotto, si alimenta tutta la Rocchetta. La gente viene qui a vedere questo castello delle fiabe, ma non capisce che siamo sotto la prima centrale idroelettrica. Mi segue?”
“Sì.
“Stenda questo cavo. La Rocchetta è molto di più. Costruita su quello che era un antico fortilizio di Matilde di Canossa, è pregna di energie geomantiche. E il Conte lo aveva capito: solo che le usava solo per l’elettromeopatia, appunto.”
“Ah, sì.”
“Energia latente delle erbe, energia elettrica nell’acqua, effetto placebo.”
Un ronzio si alza tra il colonnato. Lo specchio davanti al professore emana una luce gialla.
“Ho polarizzato le molecole del vetro. Essendo disordinate, funziona come in un liquido.”
“L’altro specchio no, però.”
“Quello è il neutro. Prenda quella scatola e venga qui.”
Sollevo il cartone, è pesante. Documenti, forse.
Nello specchio giallo, infiniti riflessi di me e il professore ci guardano. Ma quello che c’è alle nostre spalle… altri luoghi. Stanze della Rocchetta, boschi…
“Prof! Ma cosa...”
“L’energia rimbalza nelle due direzioni e si proietta nello spazio e nel tempo in una retta. Per orientarci ci serve un faro geomantico potente.” Ha una bussola e una mappa. Una riga unisce due punti.
“Conosce il monte Adone?”
“Quello dove passa la via degli Dèi.”
Ride. “Bene, vedo che ha capito! Anche se mi riferivo alla via Flaminia militare.”
“No, non ho capito cosa vuol fare.”
“Ora aumenterò la polarità e orienterò lo specchio. Mi aspetto di entrare in contatto con persone dell’epoca dell’antica Roma.”
“Sta scherzando? È impossibile.”
“Questa è la parte facile. Il difficile è passare di là la scatola. Ma ho motivo di credere che lei possa, una volta che il passaggio sarà aperto.”
La luce diventa verde. La sequenza di riflessi di altri luoghi si fa più profonda e nitida.
Alberi e arbusti. Due bambini passano correndo per il bosco, si tengono per mano. Escono dalla mai vista. Dietro di loro un uomo in uniforme militare. Alza il fucile e spara.
“Cristo! Prof, è l’eccidio di Monte Sole!”
“Non è questo che stiamo cercando.”
“Faranno una strage, donne e bambini! Lo so, si fidi: ci sono morti dei miei parenti. Possiamo fare qualcosa?”
Il prof sposta lo specchio. “Non vorrà influenzare la storia?”
“Ma… e la scatola per i romani, scusi!”
“Non sia sciocco, ci sono solo scoperte mediche. Salveremo delle vite senza sconvolgere nulla. Ecco il monte Adone!”
Fortificazioni. Altri soldati in uniforme tedesca.
“Ecco Giovanni, spinga la scatola attraverso lo specchio e gliela passi.”
È assurdo. Eppure le mie mani passano nello specchio: mi si rivolta lo stomaco. Butto la scatola: il soldato strabuzza gli occhi. Svanisce. Lo specchio è tornato a essere normale.
“Ben fatto. Giovanni. Sapevo che ne era capace.”
“Perché?”
“Lei è legato emotivamente a questi luoghi. Sapevo della sua famiglia. Energia, emozioni.”
“Ma i romani…”
“Non ci saremmo mai arrivati. Vede, sul monte Adone passava la linea gotica.”
“Lei… sapeva dei tedeschi allora!”
Il prof scollega i cavi. “Esatto. La ringrazio del suo aiuto, ora può and—”
Lo agguanto per il bavero.
“Cosa c’era nella scatola?”
Sorride. “Se le dicessi che in quel tempo, in quel mondo, grazie a noi sarà l’Europa ad avere la prima bomba atomica?”



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antico
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Re: Energia, emozioni

Messaggio#2 » martedì 19 gennaio 2021, 1:35

Mauro, sul suono della sirena! Ok i caratteri, malus tempo minimo per te, buona Specularia Edition!

Daniel Travis
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Re: Energia, emozioni

Messaggio#3 » martedì 19 gennaio 2021, 8:22

Un bel racconto in potenza che avrebbe bisogno di una rapida revisione e qualche carattere in più per esprimersi al meglio.

Punti deboli: il racconto soffre molto del limite di caratteri. La parte storica risulta qui e là un po' didascalica, lo stesso dicasi per il technobabble del professore. Ci sono uno o due typo (mancate virgolette dopo il "Sì.) e il paio di frasi senza verbo pesa un po' sulla lettura. Un'altra ora e altri cinquecento caratteri (o anche meno) e questi difetti/perplessità sarebbero spazzati via.

Punti di forza: mi piace moltissimo il voltafaccia finale. Apre una miriade di scenari e domande terribili, una forma cupa e inquieta di sense of wonder. Ottimo anche che il racconto sia radicato nella storia locale in un modo funzionale per la narrazione.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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VecchioCallagan
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Re: Energia, emozioni

Messaggio#4 » martedì 19 gennaio 2021, 12:19

Caro Mauro, ho visto che hai consegnato all'ultimo istante mentre la storia conta un numero di caratteri che tocca il limite imposto. Posso immaginare che hai dovuto tagliare qua e là e/o che il tempo non abbia giocato a favore della storia narrata. Questo preambolo non anticipa un mio commento totalmente negativo su quanto hai scritto, anzi trovo la tua idea molto affascinante, a partire dalla "elettromeopatia" e dalla funzione dei due specchi.

Detto questo, credo che sulla tua storia ci si possa lavorare bene. Tuttavia ora mi limiterò a segnalarti delle piccole cose inerenti la scrittura e la storia narrata che potevano essere gestite in maniera migliore nonostante i limiti imposti.
Ad esempio, penso che l'incipit non funzioni. Mentre le prime parole di un racconto, o romanzo che sia, sono sempre fondamentali. La descrizione della cappella è claudicante e il lettore (come nel mio caso) potrebbe far fatica a immedesimarsi nel racconto. Non a caso tu stesso fai il paragone con Escher, cosa che ci porta verso uno scenario surreale, quasi impalpabile... mentre credo che il tuo intento fosse quello di calare il lettore nell'atmosfera misteriosa e affascinante creata dalle architetture della cappella. Qui, magari, una descrizione più semplice e chiara avrebbe giocato a tuo vantaggio.

Ho ravvisato un deficit di chiarezza nei piccoli dettagli, sempre nelle prime battute. Tieni conto che quanto hai te nella testa non è altrettanto scontato per il lettore. Faccio particolare riferimento ai pannelli/specchi.
Parti scrivendo: "In fondo alla sala c’è un uomo allampanato, in mezzo a due pannelli alti quanto lui"
Mentre nel periodo successivo: "L’uomo sistema il pannello: è uno specchio."

Certo, sarebbe bastato scrivere "L'uomo sistema un pannello", ma anche solo quell'articolo sbagliato (?) ha portato confusione, al chiedersi - ma i pannelli non erano 2? - e questo ha provocato un inciampo, ha creato maggiore confusione. Certo, successivamente si chiarisce che gli specchi sono 2, ma appunto stiamo parlando di chiarezza nei piccoli dettagli, che assumono importanza ancora maggiore nei racconti brevi.

Dettagli che, come ti dicevo, riguardano anche la trama (e i personaggi). Il protagonista non emerge per la sua ingenuità, né tantomeno appare affogare in un vortice di emozioni causate dai prodigi a cui assiste e che lo portano a gesti irrazionali. Tutt'altro, appare lucido non solo quando riconosce luoghi e situazioni che vede nello specchio, ma arriva anche a fare considerazioni quale "Ma... e la scatola per i romani, scusi!" in risposta al professore che lo redarguiva sul non modificare la storia. In base ai presupposti, non trovo verosimile che Giovanni, senza porsi ulteriori domande, passi la scatola attraverso lo specchio ubbidendo acriticamente ai comandi (comandi che, tra l'altro, sono in contrasto con il precedente ammonimento del professore).

Infine, posso anche covare dei dubbi sull'efficacia di passare il pacco con le istruzioni sulla bomba atomica a dei semplici e ignari soldati impegnati in uno scenario di guerra (è molto probabile che non si sarebbero resi conto dell'importanza di tali documenti, o anche nel caso, questi documenti sarebbero dovuti arrivare a chi di dovere: non una passeggiata). Ma qui stiamo già parlando di argomenti che vanno fuori da questo racconto compresso nei limiti dei caratteri imposti, è anche vero che questo dimostra come il tuo spunto sia valido e possa portare te a creare veramente una bella storia da leggere.

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Emiliano Maramonte
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Re: Energia, emozioni

Messaggio#5 » martedì 19 gennaio 2021, 16:07

Ciao Mauro! Bentrovato!
Ho letto il tuo racconto con molto interesse e con crescente ansia di capire cosa stesse succedendo. Giunto alla fine mi ha colto un brivido sul finale. Ottimo davvero il twist. Apre incredibili scenari da te solo suggeriti. Letto in un'ottica di puro intrattenimento intelligente, il racconto coglie nel segno e crea il giusto livello di sense of wonder. Non è scritto neanche malaccio, anzi, a parte qualcosina da sistemare sul fronte dello stile, però il flusso narrativo scorre liscio e non s'inceppa mai in modo fastidioso.
Scavando però sotto la superficie, non tutto nella trama torna. Mi spiego: una prima sensazione "scomoda" è stata la difficoltà a comprendere i riferimenti storici ed esoterici. Ti faccio i complimenti per l'erudizione e la competenza, tuttavia forse esse vanno un po' a detrimento dell'apprezzamento del testo. Altro aspetto problematico un paio di punti della trama: 1) le motivazioni del "prof", che non sono chiare. Perché addirittura dovrebbe mutare i destini dell'Europa in quel modo? Non mi sarebbe dispiaciuto vedere un paio di frasi di "semina" in cui emergeva, chessò, un delirio di onnipotenza, o un certo tipo di odio etnico o razziale... Purtroppo neanche gli accenni finali mi hanno aiutato a fare maggiore chiarezza. 2) il comportamento del ragazzo, pilotato più dalla volontà dell'autore che dallo scorrere naturale degli eventi della trama. E poi: il ragazzo come mai manifesta questa dedizione al prof fino a eseguire ogni suo comando? Sinceramente io avrei ridotto drasticamente le spiegazioni tecniche a favore di qualche input in più su questi elementi, e la comprensione globale ne avrebbe giovato, rendendo il tutto enormemente più efficace.
Per il resto, tema centrato, e una valutazione pienamente sufficiente per l'impressione più che positiva avuta a una prima lettura.

In bocca al lupo!
Emiliano.

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Proelium
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Re: Energia, emozioni

Messaggio#6 » martedì 19 gennaio 2021, 18:26

Ciao Mauro,
piacere di leggerti! Trovo molto buona l'idea del racconto. Ottimo anche il plot twist finale, su cui però consiglio attenzione, specie al netto delle "dritte" delle Guest Stars a non giocarci troppo sopra.

Il tema è centrato, mi spiace per il malus della consegna. Capisco fin troppo bene la guerra del tempo... anche a me non basta mai. Personalmente, e non senza problemi, lo affronto senza eccedere troppo con i caratteri: trovarsi sotto clock con un racconto da chiudere, ridimensionare in fretta e furia non è bello, specie se l'idea di partenza era buona.

Al netto di ciò che ho letto, posso dirti che ho trovato il dialogato iniziale eccessivo sia per lunghezza che quantità di tecnicismi usati. Se creano atmosfera va bene, se caratterizzano i personaggi va benissimo. Ma se si indugia troppo sui riferimenti, la storia non decolla. O deve farlo troppo in fretta, bruciando le tappe com'è successo poi.
Sono certo che, potendolo fare, avresti riservato più spazio alla sequenza centrale e al finale, insieme a una maggiore carica energetica, emotiva... come dichiari anche nel titolo.

La prossima andrà meglio, non mollare!
Francesco

Edoardo Foresti
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Re: Energia, emozioni

Messaggio#7 » martedì 19 gennaio 2021, 21:25

Ciao Mauro, piacere di leggerti!
Noto che altri utenti hanno già commentato il tuo racconto, cercherò di non ripetermi ma, inevitabilmente, riprenderò alcune loro considerazioni su cui concordo.
Parto dalle note generali per scendere poi nel dettaglio: il racconto mi è piaciuto, nel complesso. Crea un sense of wonder piacevole e stupisce nel finale, insomma "di pancia" mi ha appagato.
Detto questo, a posteriori un'analisi più ragionata mi porta a individuare alcuni elementi meno solidi. Prima di tutto, anche io ho avvertito la discrepanza tra la dimensione della storia e lo spazio a disposizione. Ti capisco benissimo, io non so mai regolarmi bene e vado sempre in eccesso, qui su MC. Pur trovando i riferimenti geografici, storici e tecnici di tutto rispetto, forse avrebbe giovato una minore attenzione verso questi elementi per mostrare in modo più marcato le motivazioni del "mastermind" dietro al piano. Ovvero, se è giusto che il pov sia spaesato e scopriamo sul finale quanto fosse necessario per la riuscita dell'operazione, finiamo il racconto senza avere basi più solide con cui interpretarlo.
Non è un male, come dicevo prima il sense of wonder pesa più del contesto più fumoso, quando messi sui piatti della bilancia.
Lo stile mi è piaciuto: chiaro, senza fronzoli. La confusione del pov traspare senza scadere in una mancanza di chiarezza per il lettore, e non è semplice ottenere questo risultato.
Con una revisione si possono sicuramente smussare gli angoli, ma nel complesso il tuo racconto mi è piaciuto e l'impressione è positiva.
Ciao e a rileggerci!

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Mauro Lenzi
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Re: Energia, emozioni

Messaggio#8 » mercoledì 20 gennaio 2021, 0:15

Grazie a tutti per i commenti, che trovo piuttosto concordi: anche se intuisco che darete pesi differenti ai pro e i contro.
Il fatto che le mie idee siano sovradimensionate per i limiti imposti su MC è praticamente la prassi per me, ed è piuttosto frustrante. C'era infatti molto altro che avrei voluto aggiungere e non ho potuto fare.
Concordando con le vostre valutazioni sulle proporzioni degli elementi, durante la stesura ho valutato che se avessi tolto altri tasselli alla parte fantastica, avrei tolto troppi riferimenti a lettrici e lettori.
Sono contento che il risultato finale non sia astruso: il rischio c'era, e credo che una storia che non stava in piedi per i troppi buchi sarebbe stata un disastro.
Storia che in origine volevo far andare oltre: ma anche prendendo il malus dei caratteri extra, questi non erano sufficienti. Così ho dovuto operare un taglio finale, ma dai vostri commenti capisco che ha funzionato. Evviva!
Grazie.

edit: rileggendo i commenti, voglio rispondere nel dettaglio a questioni sollevate, sulle quali fornisco il mio punto di vista.

megagenius ha scritto: le motivazioni del "prof", che non sono chiare. Perché addirittura dovrebbe mutare i destini dell'Europa in quel modo? Non mi sarebbe dispiaciuto vedere un paio di frasi di "semina" in cui emergeva, chessò, un delirio di onnipotenza, o un certo tipo di odio etnico o razziale... Purtroppo neanche gli accenni finali mi hanno aiutato a fare maggiore chiarezza.


VecchioCallagan ha scritto:Infine, posso anche covare dei dubbi sull'efficacia di passare il pacco con le istruzioni sulla bomba atomica a dei semplici e ignari soldati impegnati in uno scenario di guerra (è molto probabile che non si sarebbero resi conto dell'importanza di tali documenti, o anche nel caso, questi documenti sarebbero dovuti arrivare a chi di dovere: non una passeggiata).


VecchioCallagan ha scritto:Ma qui stiamo già parlando di argomenti che vanno fuori da questo racconto compresso nei limiti dei caratteri imposti, è anche vero che questo dimostra come il tuo spunto sia valido e possa portare te a creare veramente una bella storia da leggere.


Esatto. Le motivazioni del Professore non hanno spazio in questo racconto, così cosa succederà a quella scatola e come non lo ha quello che farà il protagonista dopo.
Certo, mi sarebbe piaciuto inserirle, ma la trama non è "zoppa" senza di esse. Fin dove si arriva, non ci sono parti incoerenti o incomprensibili.

Una nota: è molto probabile che la scatola sarà aperta da qualcuno, e che il prof abbia contato su questo. Ma quali istruzioni troverà chi la apre, questo il protagonista non può - ancora- saperlo.
Le frasi di semina non erano necessarie e penso che avrebbero anche potuto rovinare il twist finale, se non fatte con una cura di cui mancava il tempo. Emerge un'incoerenza in quel che dice il professore, cioè sul non influire sugli eventi della storia.


Il comportamento del protagonista

megagenius ha scritto:il comportamento del ragazzo, pilotato più dalla volontà dell'autore che dallo scorrere naturale degli eventi della trama. E poi: il ragazzo come mai manifesta questa dedizione al prof fino a eseguire ogni suo comando? Sinceramente io avrei ridotto drasticamente le spiegazioni tecniche a favore di qualche input in più su questi elementi, e la comprensione globale ne avrebbe giovato, rendendo il tutto enormemente più efficace.


VecchioCallagan ha scritto:Dettagli che, come ti dicevo, riguardano anche la trama (e i personaggi). Il protagonista non emerge per la sua ingenuità, né tantomeno appare affogare in un vortice di emozioni causate dai prodigi a cui assiste e che lo portano a gesti irrazionali. Tutt'altro, appare lucido non solo quando riconosce luoghi e situazioni che vede nello specchio, ma arriva anche a fare considerazioni quale "Ma... e la scatola per i romani, scusi!" in risposta al professore che lo redarguiva sul non modificare la storia. In base ai presupposti, non trovo verosimile che Giovanni, senza porsi ulteriori domande, passi la scatola attraverso lo specchio ubbidendo acriticamente ai comandi (comandi che, tra l'altro, sono in contrasto con il precedente ammonimento del professore).


Premetto: approfondire il protagonista sarebbe stato bello, così come le motivazioni del prof, andare avanti con la storia, ecc. Ma non c'era spazio e come ho detto prima ho ritenuto che non fosse possibile tagliare selvaggiamente la parte dell'architettura del senso di meraviglia senza rendere la storia incomprensibile, o almeno senza correre un grosso rischio che il risultato fosse quello.
Più in generale, io la vedo così. Un conto è dire: "non è spiegato, e sarebbe stato bello se fosse stato reso chiaro." Un conto è "non è spiegato, dunque non è verosimile."

Il protagonista sta eseguendo ordini da un professore e suo datore di lavoro, in un contesto poco chiaro ma che funziona; e soprattutto dove c'è poco tempo, perché l'energia è limitata. Non vedo perché - per forza - avrebbe dovuto rifiutarsi di seguire le disposizioni per cui era lì ed era pagato: contando che alla fine gli si chiedeva di passare delle conoscenze mediche all'umanità del passato. Il prof gli ha dato una speigazione veloce: un po' incoerente, ma non c'era tempo, e in fondo stavano facendo del bene. Qualcun altro in quel contesto avrebbe preso altre decisioni? Certo, assolutamente. Lui ha agito come riteneva opportuno.

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Stefano Impellitteri
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Re: Energia, emozioni

Messaggio#9 » mercoledì 20 gennaio 2021, 23:53

Ciao Mauro, piacere di averti letto.
L’idea di questo racconto è nel finale che ho apprezzato, la chiusa funziona e stimola la fantasia di cosa potrebbe accadere con quella nuova svolta. L’esposizione l’ho trovata poco chiara, hai dato troppo spazio a dialoghi con paroloni tecnici che confondevano piuttosto che rendere reale. Forse ci stava menzionare un po' di teoria all’inizio, ma sfruttando il resto del poco spazio a disposizione per mostrare meglio la scena.
Ho avuto confusione fin dall’inizio, soprattutto riguardo la relazione che hanno i due. Il portatore di punto di vista dice che “c’è un uomo allampanato”, mentre lui lo chiama per nome dicendo che deve fargli da assistente; il POV sapendo che deve andare proprio da lui, vedendolo armeggiare li in fondo, non penserebbe che c’è un uomo allampanato, ma che quello deve essere Tizio che deve aiutare.
Ho apprezzato comunque l’aver messo la scena in show.

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Hayà
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Re: Energia, emozioni

Messaggio#10 » giovedì 21 gennaio 2021, 17:22

Ciao Mauro, è un piacere leggerti.

Ammetto che questo testo mi ha dato un po’ di difficoltà. La parte iniziale l’ho trovata di difficile comprensione con i suoi termini tecnici, ma quando l’esperimento è iniziato sono entrata in carreggiata e ho letto tutto in un soffio.
Prima di tutto, complimenti per l’idea e per il tema, che ho trovato colto in pieno.
Il finale mi ha fatto venire i brividi, lo ammetto, un piccolo shock (in senso positivo, s’intende!)

Parto subito con un refuso che ho trovato:
Escono dalla mai vista


Per il resto, c’è una questione riguardante il protagonista che mi ha fatto storcere un po’ il naso.
Il professore allerta Giovanni sulla questione del “cambiare la storia”, e successivamente dice “Non sia sciocco, ci sono solo scoperte mediche. Salveremo delle vite senza sconvolgere nulla.”
Personalmente, l’ho trovata poco sensata. Dare ai romani tale conoscenze sicuramente sconvolgerebbe la storia, per poi non parlare della frase “Salveremo delle vite senza sconvolgere nulla”: qui si va un po’ sul filosofico, ma l’ho trovato un ossimoro.
Poi, ovviamente, c’è da chiedersi se i romani sarebbero stati capaci di capire qualcosa dai documenti medici mandati loro, ma questo ovviamente è una questione che va oltre questo testo (questione che riguarda anche la bomba atomica, in ogni caso).
Capisco il fatto che il professore voglia arrivare al suo obiettivo, ma in questo caso mi sarei aspettata almeno una reazione di qualche genere da parte del protagonista, o qualche dubbio mentre consegna la scatola.

Ma, questi problemi a parte, voglio farti di nuovo i miei complimenti per l’idea. Traspariscono bene nel testo la tua conoscenza riguardante la storia locale e gli argomenti di cui si parla.
E ammetto che non conoscevo l’elettromeopatia :D

Insomma, complimenti!
Ultima modifica di Hayà il venerdì 22 gennaio 2021, 15:04, modificato 1 volta in totale.

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Mauro Lenzi
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Re: Energia, emozioni

Messaggio#11 » giovedì 21 gennaio 2021, 18:34

Hayà ha scritto:Ciao Mauro, è un piacere leggerti.

Ammetto che questo testo mi ha dato un po’ di difficoltà. La parte iniziale l’ho trovata di difficile comprensione con i suoi termini tecnici, ma quando l’esperimento è iniziato sono entrata in carreggiata e ho letto tutto in un soffio.
Prima di tutto, complimenti per l’idea e per il tema, che ho trovato colto in pieno.
Il finale mi ha fatto venire i brividi, lo ammetto, un piccolo shock (in senso positivo, s’intende!)

Parto subito con un refuso che ho trovato:
Escono dalla mai vista


Per il resto, c’è una questione riguardante il protagonista che mi ha fatto storcere un po’ il naso.
Il professore allerta Giovanni sulla questione del “cambiare la storia”, e successivamente dice “Non sia sciocco, ci sono solo scoperte mediche. Salveremo delle vite senza sconvolgere nulla.”
Personalmente, l’ho trovata poco sensata. Dare ai romani tale conoscenze sicuramente sconvolgerebbe la storia, per poi non parlare della frase “Salveremo delle vite senza sconvolgere nulla”: qui si va un po’ sul filosofico, ma l’ho trovato un ossimoro.
Poi, ovviamente, c’è da chiedersi se i romani sarebbero stati capaci di capire qualcosa dai documenti medici mandati loro, ma questo ovviamente è una questione che va oltre questo testo (questione che riguarda anche la bomba atomica, in ogni caso).
Capisco il fatto che il professore voglia arrivare al suo obiettivo, ma in questo caso mi sarei aspettata almeno una reazione di qualche genere da parte del protagonista, o qualche dubbio mentre consegna la scatola.

Ma, questi problemi a parte, voglio farti di nuovo i miei complimenti per l’idea. Traspariscono bene nel testo la tua conoscenza riguardante la storia locale e gli argomenti di cui si parla.
E ammetto che non conoscevo l’elettromeopatia :D

Insomma, complimenti!



Ciao Soraia! Innanzitutto grazie. Ti rispondo sulla questione del cambiamento della storia. Quel che dice il professore è chiaramente una farloccata perché Giovanni faccia quel che gli dice, senza tante storie. Entra in contraddizione, Giovanni lo nota, però di fronte a una persona con più autorità, con più competenza, e in una situazione dove c'era poco tempo per pensare, fa quel che questa persona gli dice di fare.
Posso capire che possa non piacere, solo quel che invito a fare quando si giudica Giovanni è nel tenere a mente la distinzione tra non condivisibile e non verosimile. ^__^'

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Hayà
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Re: Energia, emozioni

Messaggio#12 » venerdì 22 gennaio 2021, 15:27

Mauro Lenzi ha scritto:Ciao Soraia! Innanzitutto grazie. Ti rispondo sulla questione del cambiamento della storia. Quel che dice il professore è chiaramente una farloccata perché Giovanni faccia quel che gli dice, senza tante storie. Entra in contraddizione, Giovanni lo nota, però di fronte a una persona con più autorità, con più competenza, e in una situazione dove c'era poco tempo per pensare, fa quel che questa persona gli dice di fare.
Posso capire che possa non piacere, solo quel che invito a fare quando si giudica Giovanni è nel tenere a mente la distinzione tra non condivisibile e non verosimile. ^__^'


L'avevo intuito :D E personalmente posso ben comprenderlo, il volere di non andare contro il professore e anche considerata la situazione (se in una situazione del genere una persona mi dicesse "metti la scatola nello specchio", lo farei anche io). Il mio "problema" riguarda che non ho percepito Giovanni notare la farloccata nel testo (o esprimere un dubbio sulla veridicità riguardo cosa dice il professore).
A meno che io abbia mancato qualcosa!

(So che sotto il mio commento precedente dirà che è stato modificato, ma quello è colpa mia: per sbaglio ho aperto la finestra per modificarlo, ma in realtà non ho modificato nulla).

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Andrea Lauro
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Re: Energia, emozioni

Messaggio#13 » sabato 23 gennaio 2021, 17:17

Ciao Mauro, il tuo racconto mi è piaciuto. Un fantascientifico evocativo e ben strutturato. La trama è lineare per tutta la trattazione, veniamo a poco a poco a svelare le (vere) intenzioni del professore. Nessuna incongruenza, coi tempi ci siamo. Mettiamola così: non sapevo cosa fosse l’elettromeopatia, né se esistesse o meno, eppure non ho sentito la mancanza di informazione perché era ben canalizzata nel contesto. Anche sullo stile ci siamo.
Quindi un buon lavoro, a presto!
andrea

alexandra.fischer
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Re: Energia, emozioni

Messaggio#14 » sabato 23 gennaio 2021, 21:04

ENERGIA, EMOZIONI, di Mauro Lenzi Tema centrato. Affascina l’idea dell’omeopatia elettrica e anche la verosimiglianza (l’allusione all’antico fortilizio di Matilde di Canossa, il riferimento al quadro di Escher). Punti di forza: il racconto rielabora un’idea di Bradbury sul viaggio nel tempo per vedere il passato. In questo caso, lo scienziato seguace del defunto conte inventore dell’elettro-omeopatia, fa credere all’assistente di voler vedere gli antichi romani e passare loro una scatola di medicine, ma il suo scopo è un altro, far passare una scatola di medicine all’esercito tedesco. Molto ben costruita l’atmosfera dei due specchi comunicanti e l’allusione dell’assistente all’eccidio di Monte Sole (verosimile, perché lo tocca anche nella parentela, commuove il lettore) e anche le sensazioni dell’assistente che viaggia attraverso lo specchio e torna indietro (si sente il peso di un mondo che non gli appartiene).
Punto debole: La sorpresa finale della trama. D’accordo, lo scienziato ha agito nell’interesse dell’Europa, affinché abbia la bomba atomica e ha salvato i nazisti, ma come farai a continuare la storia? Forse lo scienziato è legato ai nazisti in qualche modo?
ti segnalo qui sotto la frase corretta.
dalle basi partono cavi elettrici.

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antico
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Re: Energia, emozioni

Messaggio#15 » venerdì 29 gennaio 2021, 14:00

Parto sottolineando il fatto che il racconto non è sovradimensionato per la sua lunghezza, però ha delle problematiche che ritengo importanti e che andrebbero risolte in fase di revisione. In primis, mi sei sembrato incerto nel delineare la situazione: il protagonista sapeva che ad espettarlo era il professore e allora perché definirlo in prima battuta come UN UOMO ALLAMPANATO? Ci porti lontano dalla situazione in cui stai cercando di immergerci. Devi essere più diretto, andare dritto al punto, con quell'UOMO ALLAMPANATO ti sei giocato buona parte dell'intro e dell'immediatezza che ne sarebbe derivata. Ci sono in seguito anche alcune incertezze, la più fastidiosa la ripetizione di SOLO in una stessa frase, ma mi concentrerei su due altre problematiche: la prima, quasi accessoria, legata al fatto che una volta che il protagonista ha già fatto notare al prof che non si era nell'epoca romana e questo avesse acconsentito continuando a scorrere il tempo, allora andava dato un impulso più netto alla richiesta del prof di "sganciare la bomba" in quella determinata epoca, un senso di urgenza dal quale il protagonista non avrebbe potuto sottrarsi nonostante non fosse quello che si stesse aspettando. Infine, la chiusa: consegnata la bomba (i progetti), la storia dovrebbe cambiare immediatamente a meno che 1) la stessa non fosse stata capita dai soldati cui era stata consegnata e quindi fosse andata persa oppure 2) si fosse entrati in una sorta di doppio presente con la linea dei due protagonisti che proseguiva invariata mentre se n'era creata una seconda nella quale, effettivamente, la visione di Dick si fosse materializzata. Insomma, quando si affrontano i viaggi nel tempo occhio a questo aspetto. Molto buona la trattazione del tema. Per me, nonostante quanto detto, un pollice tendenteverso l'alto in modo convinto non tanto per l'esecuzione quanto per quello che mi ha lasciato quindi ti posiziono davanti al racconto pari valutato di Dolzadelli (per una questione di mera preferenza sul tema trattato).

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