Gruppo HORROR IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

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antico
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Gruppo HORROR IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 19 gennaio 2021, 2:31

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BENVENUTI ALLA SPECULARIA EDITION, LA QUINTA DELL'OTTAVA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 149° ALL TIME!

Questo è il gruppo HORROR IN MIRROR della SPECULARIA EDITION con ANDREA VISCUSI, LINDA DE SANTI e ANGELA BERNARDONI nelle vesti di Guest Stars.

Gli autori del gruppo HORROR IN MIRROR dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo T-REX IN MIRROR.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo DUEL IN MIRROR.


Questo è un gruppo da NOVE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da ANDREA VISCUSI, LINDA DE SANTI e ANGELA BERNARDONI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo all'occorrenza per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK D'ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso del RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nel corso dell'Era in corso e che non hanno acquisito punti nel RANK ALL TIME sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Importante accorgimento: in quest'Era il gruppo con il Leader della classifica non potrà mai essere quello con più racconti, motivo per cui quando ci sarà un numero diverso di racconti per gruppo, come in questa edizione, gli ultimi racconti verranno assegnati saltandolo.

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo HORROR IN MIRROR:

Un mondo alla rovescia, di Gabriele Dolzadelli, ore 23.20, 4240 caratteri
Energia, emozioni, di Mauro Lenzi, ore 01.33, 4222 caratteri MALUS 4 PUNTI
Specchio dell’anima, di Isabella Valerio, ore 00.55, 2809 caratteri
Due lati della vita, di Stefano De Luca, ore 23.38, 3279 caratteri
La moglie dell’artista, di Filippo Mammoli, ore 23.16, 4197 caratteri
Piccolo mondo, di Giuliano Cannoletta, ore 23.20, 3533 caratteri
Lo sapevo, di Walter Loggetti, ore 21.55, 1780 caratteri
La prospettiva di Gaia, di Marcod, ore 23.41, 4195 caratteri
Viaggio nella Città Antica, di Andrea Furlan, ore 00.56, 4215 caratteri

Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 28 GENNAIO per commentare i racconti del gruppo T-REX IN MIRROR Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 29 GENNAIO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo T-REX IN MIRROR e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo T-REX IN MIRROR.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.

BUONA SPECULARIA EDITION A TUTTI!



Daniel Travis
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Re: Gruppo HORROR IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » martedì 19 gennaio 2021, 14:23

È vero, ultimamente stilo classifiche abbastanza in velocità, ma cerco di avere anche un approccio più sistematico che, spero, non peggiora i commenti - anzi, punta a migliorarli in termini di qualità e utilità.
Non è stato facile mettere tutti in ordine: il livello medio relativamente alto fa sì che la quasi totalità dei racconti, per quanto mi riguarda, siano di pari qualità oppure a una-due posizioni “ideali” di distanza.
Il primo non è primo da solo, dal mio punto di vista, e l’ultimo non è così ultimo nella mia testa, insomma.
Ecco la mia classifica:

1. Un mondo alla rovescia di Gabriele Dolzadelli
2. Due lati della vita di Sirimedho Stefano De Luca
3. Viaggio nella Città Antica di Andrea Furlan
4. Energia, emozioni di Mauro Lenzi
5. Specchio dell’anima di Isabella Valerio
6. La prospettiva di Gaia di Marcod
7. La moglie dell’artista di Filippo Mammoli
8. Piccolo mondo di Giuliano Cannoletta
9. Lo sapevo... di Walter Loggetti

E i miei commenti:
1. Un mondo alla rovescia di Gabriele Dolzadelli
Ottima idea, esecuzione discreta ma ancora bisognosa di una buona revisione - formale, soprattutto, niente di grave. Mi sono divertito, complimenti.

Punti deboli: l'intento del vecchio ancora tutto il racconto, eppure viene sbrigato in fretta con un "ehm-ehm" e un one liner. Posso accettare che il mondo, semplicemente, gli faccia schifo e ne preferisca uno specchiato, ma preferirei un accenno, anche indiretto, più approfondito.
Toglierei il "come" nel primo paragrafo, il "ne" nel secondo, "grossa" o "grosso" più avanti, uno dei due "tanti" nello stesso paragrafo (entrambe ripetizioni non necessarie).

Punti di forza: la premessa spacca, i personaggi hanno una certa personalità, l'estetica colpisce. Bello il setup dell'asciugamano, crea anticipazione.

2. Due lati della vita di Sirimedho Stefano De Luca
Testo nella metà alta della classifica, senza dubbio, la cui valutazione è minata solo da qualche piccola perplessità. A parte commento e classifica, mi piacerebbe sapere di più sulla tua intertpretazione del tema.

Punti deboli: la giustapposizione di "Sono sempre più solo. Non so dove siano i miei fratelli, ma non ci sono più. Mio padre è rimasto: come potrei essere più fortunato?" stona: la realtà emotiva sotto non è impossibile, ma scritta così, mi fa scatta subito, meccanicamente la risposta alla domanda retorica ("Avendo i tuoi fratelli con te, no? Ne hai appena parlato") e devia un po' l'emozione. Meglio staccare le due cose, forse.
Il finale cala d'intensità rispetto al crescendo della prima parte. Forse bilanciare di più le due parti in termini di spazio potrebbe dare alla seconda il respiro necessario per crescere.
Piccoli suggerimenti: cambierei "Al fianco" in "Al mio fianco", e ", scoprendo" in ". Scopro" (non cambia nulla e ci liberiamo di un gerundio, alleggerendo - ah-ah - la lettura).
Forse cambierei la dicitura "LATO A"/"LATO B": introduce un'estetica - discografica - che ha poco a che fare con il resto del testo (titolo a parte).

Punti di forza: mi piace l'idea di fondo, e la forma per ora brilla nel gruppo, non solo per originalità. Mi piacerebbe scoprire a cosa daresti vita per una versione ampliata.

3. Viaggio nella Città Antica di Andrea Furlan
Bel racconto, con un'ambientazione che fa venire l'acquolina in bocca. Vorrei vedere di più e, forse, ampliare il finale nello specifico.

Punti deboli: il finale gioca molto su una rivelazione che però, almeno per quanto mi riguarda, non è una vera e propria rivelzione. Mi piace, ma non è il fulcro d'interesse unico della storia: preferirei una conclusione, anche aperta, anche enigmatica, allo spirituale mondo dei sogni/onirico mondo degli spiriti presentato dal racconto.

Punti di forza: l'ambientazione è fertile, bella, ben presentata. Il feeling, che mi ha riportato in mente la Gaimaniana Città di Vetro della Regina Nada, non guasta affatto.

4. Energia, emozioni di Mauro Lenzi
Un bel racconto in potenza che avrebbe bisogno di una rapida revisione e qualche carattere in più per esprimersi al meglio.

Punti deboli: il racconto soffre molto del limite di caratteri. La parte storica risulta qui e là un po' didascalica, lo stesso dicasi per il technobabble del professore. Ci sono uno o due typo (mancate virgolette dopo il "Sì.) e il paio di frasi senza verbo pesa un po' sulla lettura. Un'altra ora e altri cinquecento caratteri (o anche meno) e questi difetti/perplessità sarebbero spazzati via.

Punti di forza: mi piace moltissimo il voltafaccia finale. Apre una miriade di scenari e domande terribili, una forma cupa e inquieta di sense of wonder. Ottimo anche che il racconto sia radicato nella storia locale in un modo funzionale per la narrazione.

5. Specchio dell’anima di Isabella Valerio
Un racconto competente e intimo di cui rivedrei giusto il finale, perlomeno nell'esposizioe.

Punti deboli: qualche piccola perplessità formale. Cambierei "Mr. becchino" in "Mr. Becchino". Cambierei "come vorrebbe il mio cuore adesso" in "come vorrebbe essere il mio cuore adesso" o "come vorrei che fosse il mio cuore adesso". Cambierei, verso la fine, "giorni prima" in "giorni fa".
Il finale non mi ha convinto del tutto: l'idea di un "suicidio lento" può funzionare in modo indiretto, del tipo "tanto vale lasciarsi andare", ma in modo così diretto (forse posso raggiungerti presto: fumerò e vediamo) perde gravità rispetto al resto del racconto, fa quasi sorridere.

Punti di forza: mi piace molto il parallelo tra la smania attuale e quella passata, sessuale. La tua intrpretazione del tema, per quanto forse un filo stiracchiata, è originale: trovare un dramma del genere in questa edizione, e uno efficace addirittura, è stato accattivante.

6. La prospettiva di Gaia di Marcod
Un buon testo che soffre un po' per la scelta di una cornice narrativa abusata.

Punti deboli: la Terra viva e sofferente, come monito per la scellerata umanità, è complicata da gestire perché ripetuta così tanto da appesantire di banalità anche un prodotto altrimenti originale.

Punti di forza: diverse scelte espressive sono eccellenti, vedi la serie di sensazioni nella prima parte, quasi ritualistica nell'esposizione.
C'è una vena né gentile né indifferente nella tua Gaia, un "Chissà se sanno che li ho condannati a un'agonia destinata a spegnersi nel buio", che accende parte del testo, se non di unicità, perlomeno di una decisione inusuale. Mi piacerebbe vederla più sviluppata.

7. La moglie dell’artista di Filippo Mammoli
Pezzo onesto con qualche angolo che si potrebbe rifinire. Fa bene il suo lavoro, complimenti.

Punti deboli: occhio all'"ho" mancante nel finale. Alcune espressioni si potrebbero semplificare con un netto guadagno in termini di efficacia (un giovane con vestiti e modi da vecchio > un giovane vestito da vecchio) e aggiungere descrittori sensoriali più diretti (un esempio dei vestiti da vecchio, per dire) farebbe bene al racconto in generale.

Punti di forza: gli onesti monologhi interiori sono il tuo forte. Mi piacerebbe leggerti su un testo più lungo, con l'opportunità di costruire e seguire personaggi sul medio-lungo periodo.

8. Piccolo mondo di Giuliano Cannoletta
Bella prova, che diventerebbe ancora più figa (termine tecnico) con qualche limatura formale in più.

Punti deboli: i dialoghi sono il tallone d'Achille del pezzo, spesso suonano didascalici. Li asciugherei un po' e aggiungerei, magari, piccole idiosincrasie che distinguono le diverse voci e le animano. La frase finale soffre dello stesso problema, non la espliciterei al posto tuo.
Occhio al typo: "Scoppia ridere" > "Scoppia a ridere".

Punti di forza: continuavo a pensare al finale del primo Men in Black, e non è una critica. L'idea funziona, è estremamente fertile. Mi piacerebbe molto vederla espansa in un testo più lungo, con un'evoluzione della situazione (e non solo delle formiche) più graduale.

9. Lo sapevo... di Walter Loggetti
Racconto ricco di potenziale, piuttosto ben gestito nella struttura, secondo me da rivedere della forma - o quantomeno rifunzionalizzare; come sceneggiatura, forse?

Punti deboli: apprezzo l'approccio alla forma, la ricerca di una voce viva, ma le ridondanze concettuali allungano un po' troppo il brodo, specie all'inizio, quando il testo mi deve catturare.
Aggiungerei qualche virgola ("non ti nascondi più vero?", "Ti ho scoperto e cosa fai scappi?", "Si ho uno specchio antico in casa") e qualche altro segno di interpunzione ("Cosa mi è accaduto? Non vedo niente. non sento niente!" anziché "Cosa mi è accaduto, non vedo niente, non sento niente.", ad esempio. Non solo facilita la lettura, ma dà ritmo e intensità al paragrafo). Anche l'ultima parte andrebbe ritmata meglio: così com'è, con incisi di lunghezza paragionabile tutti separati da una virgola, sembra una lista della spesa.

Punti di forza: ottimo il concept. Ben gestito il twist, per quanto classico.
+10000 punti per il riferimento/prequel dylaniato.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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VecchioCallagan
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Re: Gruppo HORROR IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » martedì 19 gennaio 2021, 16:41

1. La moglie dell’artista – Filippo Mammoli
2. Un mondo alla rovescia – Gabriele Dolzadelli
3. Specchio dell’anima – Isabella Valerio
4. Viaggio nella Città Antica – Andrea Furlan
5. Piccolo Mondo – Giuliano Cannoletta
6. La prospettiva di Gaia – Marco Daniele
7. Energia, emozioni – Mauro Lenzi
8. Due lati della vita – Stefano De Luca
9. Lo sapevo – Walter Loggetti



La moglie dell’artista – Filippo Mammoli

Caro Filippo, penso che la tua sia veramente una buona prova.
Ho trovato molto maturo il narrato, così come i dialoghi. E il racconto è già in sé uno specchio della società profondamente maschilista in cui viviamo. Leggerti è stato, sinceramente, un vero piacere.
Un'unica cosa, fondamentale in realtà per il racconto, non mi torna: le battute finali, l'incontro con Liuba, provocano nella protagonista una sorta di rivelazione, come se finalmente riuscisse a guardarsi con i propri occhi, ritrovare sé stessa. Penso sia questo quello che suggerisci al lettore. Eppure, nelle righe precedenti, io non ho percepito questo "disorientamento" da parte della protagonista, anzi ho percepito una donna che sa bene chi è, a cosa ha rinunciato, e che ora si trova a rinchiudersi nel suo cinismo. Però la reazione a una vita di insoddisfazioni è già in atto, come suggerisce l'assenza della fede nuziale. Questo, ai miei occhi, ha reso il finale debole, poco efficace.

Al di là di questo, sinceri complimenti!

Un mondo alla rovescia – Gabriele Dolzadelli

Caro Gabriele, il tuo racconto mi ha portato verso un'atmosfera da fiaba antica, di quelle tramandate nei secoli e pubblicate infine in una raccolta Iperborea. Certo una leggenda resa contemporanea - dai nomi, dal parlato - che, per questo motivo, potrebbe avere più attacco nei confronti dei bambini di oggi. Altresì, è possibile che questo non fosse il tuo intento: è naturale che mi basi sulla mia interpretazione da lettore. Continuando da questo punto di vista, direi che è da rivedere la parte finale. Il cinismo del vecchio cozza con l'atmosfera della storia narrata, mentre le battute finali lasciano troppi punti interrogativi. Credo che, con questo racconto, tu abbia l'occasione di indurre il lettore a una riflessione - forse il vero scopo ultimo di ogni scrittore, portare il lettore a ripensare a quanto ha letto, confrontarsi con il testo, farsi delle domande e provare a porsi delle risposte.

Dal mio punto di vista, insomma, son portato a darti questo consiglio: lavora su quanto emerge nel racconto - perché il vecchio porta il nipote con sé? Presumibilmente gli vuole impartire un insegnamento. Quando il ragazzo tenta di pescare la Luna, è il braccio del vecchio che lo trascina in acqua (questo mi sono figurato): questa suona tanto come una lezione. Ma che tipo di lezione sia, perché il ragazzo viene punito per la sua "bramosia", non sono io a doverlo dire: la storia è tua.

Infine, bravo. Buoni presupposti e buoni spunti. Ti ho letto con piacere.

Specchio dell’anima – Isabella Valerio

Cara Isabella, leggendoti ho provato una forte sintonia: nel tuo racconto mi sono rivisto o, meglio, ho rivisto delle mie prove comparse anni fa proprio qui su Minuti Contati. Mi piace come hai fatto sposare cuore, anima e carne nei sentimenti della protagonista, a tratti l'impatto emotivo è molto forte. Il tuo racconto può essere un piccolo gioiello, nel senso che è bello e completo nella sua natura di racconto breve. Attualmente ci sono delle note stonate che rovinano una bellissima (e triste) melodia.
Per quanto mi piaccia l'attacco della tua storia, questo va a cozzare con il resto del narrato. "Da quando sei morto mi addormento tardi e mi sveglio all’alba con il cuore che vorrebbe correre da te.", immagine davvero bella, devo dirtela. Ma fa sorgere un problema di tempistiche. Perché io lettore mi immagino che questa povera donna abbia perso il suo uomo da diverso tempo, può essere anche una settimana per carità, ma non uno o due (?) giorni che separano la morte dalla cremazione.

Piccole note stonate, ti dicevo, e che in parte ti sono già state segnalate: "mr. becchino" e il finale. L'appellativo con il quale la protagonista si riferisce all'uomo lo trovo fuori luogo nel contesto del dolore (e della passione) che emerge dallo scritto. Una sorta di ironia che sarebbe stata giustificata se il tono di tutto il racconto fosse stato permeato da una sorta di macabro sarcasmo, ma così non è. Sarebbe stato più efficace, per il tuo scopo, riferirsi a questo personaggio con un termine più di sfondo, generale, anche definirlo semplicemente come "l'uomo", ad esempio.

Il finale te lo potevi gestire meglio, prepararlo meglio. Probabilmente ha trovato le giuste parole il mio precedente commentatore che ti ha detto "perde gravità rispetto a tutto il racconto". Un consiglio che puoi valutare è quello di mostrare dall'inizio la protagonista che si sfiamma una sigaretta, mentre si perde nelle sue passioni. Per poi fare giustamente cenno alle parole del dottore (come hai fatto) e concludere in modo più sfumato (ecco, appunto) dando a intendere che il ritorno al fumo è la decisione presa dalla protagonista per congiungersi di nuovo con il suo amato.

Comunque buona prova!

Viaggio nella Città Antica – Andrea Furlan

Caro Andrea, il tuo è un racconto con un gran bel potenziale. Faccio particolare riferimento all'ambientazione distopica nostrana che rende tutto molto affascinante. So bene quanto sia difficile far rientrare una storia ambientata in un "mondo nuovo" nei limiti di caratteri (e di tempo!) imposti da un contest simile. Devo dire che in questo senso hai fatto un egregio lavoro dal momento che dissemini le descrizioni in modo saggio fino ad arrivare alla rivelazione (così almeno è per il lettore) finale. Certo a essere sacrificata, però, è la trama, e con essa la narrazione. La trama è sviluppata a metà, ci sono molti interrogativi aperti a cui non trovo risposta (perché gli spiriti degli avi lo perseguitavano? Ha capito che erano i propri avi una volta arrivato nella loro città? Perché ora dovrebbero smettere di perseguitarlo?); ancora, la trama è ricca di cliché di cui possiamo fare a meno, triti e ritriti nella peggiore letteratura fantasy, vedi: "Sentì un tuffo al cuore quando l’Anziano nominò quel posto leggendario, che riempiva di terrore le storie attorno al fuoco. Non voleva lasciare la sua famiglia, i suoi amici, aveva paura. Ma sapeva che doveva farlo come molti altri giovani prima di lui. Forse sarebbe tornato. Cambiato. Adulto."

Per quanto riguarda la narrazione, invece, credo tu ti sia ritrovato a dover correre troppo. Fin dall'inizio si percepisce questo bisogno di correre, di dire e spiegare le cose per poter arrivare al punto. Tutto questo va a svantaggio del racconto e del lettore: è come prendere e fare uno scatto di trenta metri per poi fermarsi e chiedersi "Perché?".

Nonostante tutti questi miei "ma", queste critiche, la sensazione finale è comunque positiva. Ti direi di non mollare questa storia, o comunque non mollare questa ambientazione. Lavoraci su. Rendi più complessi i personaggi, più reali con le loro sfumature, evita il facile cliché. Ci sono tutti i presupposti per tirar fuori qualcosa di veramente bello.

Piccolo Mondo – Giuliano Cannoletta

Caro Giuliano, mi trovo un poco in difficoltà con te dal momento che sono costretto a "giudicare" la tua prova nei limiti dei parametri imposti dal contesto, in più devo pure stilare una classifica che, nel caso risultasse negativa per te, non vorrei la prendessi come una mia bocciatura (per quel che varrebbe, ovviamente).
Tutto questo per dirti che ho la netta sensazione che le forme del racconto breve non sono calzano in modo soddisfacente con la tua storia, o nel modo in cui l'hai scritta. Per l'universo che hai ripescato e rimodulato secondo la tua fantasia, avresti avuto bisogno di più caratteri per meglio sviluppare trama, intrecci e personaggi. Lo dimostra anche lo spieghino finale, poco verosimile, del paramedico, che (immagino) ti sei trovato costretto a inserire per meglio chiarire la chiusura.
Il racconto è molto lineare, certo scorrevole: ma non sempre questo è un vantaggio. Trovo che manchi un picco emozionale, quel pathos che può rendere un racconto breve veramente potente.
Comunque mi pare che tu abbia tutti gli strumenti necessari, hai fantasia e sai scrivere. Il mio parere è concentrato solo su questo breve scritto che, così com'è, non credo funzioni al cento per cento.

Spero di rileggerti presto.

La prospettiva di Gaia – Marco Daniele

Caro Marco, credo tu ti sia messo il bastone tra le ruote due volte: umanizzare qualcosa di non umano è sempre mooolto rischioso; dar voce al pianeta Terra falcidiato dall'essere umano è un tema (come ti hanno già fatto notare) abusato. Per quanto dunque possa riconoscerti di avere una buona scrittura e di aver anche disegnato delle immagini belle e interessanti (e inquietanti), questo purtroppo non basta. Il risultato è un racconto "telefonato", una "lamentela" del pianeta Terra che, ormai, stanca il lettore d'oggi.
Personalmente, dovendo fare lo sforzo di prendere come verosimile una riflessione del genere fatta dal mio Pianeta, ho grosse difficoltà. Per caso, ho in lettura "Sapiens. Da animali a dèi" di YN Harari che si apre con una Cronologia che qui calza a pennello:


ANNI FA
13,5 miliardi Appaiono materia ed energia. Inizio della fisica. Appaiono atomi e molecole. Inizio della chimica.
4,5 miliardi Formazione del pianeta terra
[...]
2 milioni Gli umani si diffondono dall'Africa all'Eurasia. Evoluzione di specie umane diverse.
200.000 Homo Sapiens si evolve nell'Africa orientale
500 Rivoluzione scientifica. L'umanità ammette la propria ignoranza e comincia ad acquisire un potere senza precedenti.

Quindi, immagina: leggendo il tuo racconto io ho pensato "cosa sono poche centinaia d'anni in confronto ai miliardi di anni che conta il pianeta Terra?", e poi "l'uomo non sta mettendo in pericolo la vita della Terra, ma la sua esistenza sul pianeta Terra".

Anche per questi motivi ho trovato il racconto un poco ingenuo.
Conta inoltre che un essere (?) di 4,5 miliardi di anni non ha la percezione del tempo di un uomo (cosa che invece si evince dal tuo racconto).

Il consiglio che mi sento di darti, se mai vorrai prenderlo in considerazione e se mai vorrai ritornare su questo racconto, è quello di disumanizzare il protagonista ed evitare di cadere nella trappola della facile e fallace retorica. Credo tu sia in pieno possesso di tutti i mezzi per riuscirci.

Spero di rileggerti presto

Energia, emozioni – Mauro Lenzi

Caro Mauro, ho visto che hai consegnato all'ultimo istante mentre la storia conta un numero di caratteri che tocca il limite imposto. Posso immaginare che hai dovuto tagliare qua e là e/o che il tempo non abbia giocato a favore della storia narrata. Questo preambolo non anticipa un mio commento totalmente negativo su quanto hai scritto, anzi trovo la tua idea molto affascinante, a partire dalla "elettromeopatia" e dalla funzione dei due specchi.

Detto questo, credo che sulla tua storia ci si possa lavorare bene. Tuttavia ora mi limiterò a segnalarti delle piccole cose inerenti la scrittura e la storia narrata che potevano essere gestite in maniera migliore nonostante i limiti imposti.
Ad esempio, penso che l'incipit non funzioni. Mentre le prime parole di un racconto, o romanzo che sia, sono sempre fondamentali. La descrizione della cappella è claudicante e il lettore (come nel mio caso) potrebbe far fatica a immedesimarsi nel racconto. Non a caso tu stesso fai il paragone con Escher, cosa che ci porta verso uno scenario surreale, quasi impalpabile... mentre credo che il tuo intento fosse quello di calare il lettore nell'atmosfera misteriosa e affascinante creata dalle architetture della cappella. Qui, magari, una descrizione più semplice e chiara avrebbe giocato a tuo vantaggio.

Ho ravvisato un deficit di chiarezza nei piccoli dettagli, sempre nelle prime battute. Tieni conto che quanto hai te nella testa non è altrettanto scontato per il lettore. Faccio particolare riferimento ai pannelli/specchi.
Parti scrivendo: "In fondo alla sala c’è un uomo allampanato, in mezzo a due pannelli alti quanto lui"
Mentre nel periodo successivo: "L’uomo sistema il pannello: è uno specchio."

Certo, sarebbe bastato scrivere "L'uomo sistema un pannello", ma anche solo quell'articolo sbagliato (?) ha portato confusione, al chiedersi - ma i pannelli non erano 2? - e questo ha provocato un inciampo, ha creato maggiore confusione. Certo, successivamente si chiarisce che gli specchi sono 2, ma appunto stiamo parlando di chiarezza nei piccoli dettagli, che assumono importanza ancora maggiore nei racconti brevi.

Dettagli che, come ti dicevo, riguardano anche la trama (e i personaggi). Il protagonista non emerge per la sua ingenuità, né tantomeno appare affogare in un vortice di emozioni causate dai prodigi a cui assiste e che lo portano a gesti irrazionali. Tutt'altro, appare lucido non solo quando riconosce luoghi e situazioni che vede nello specchio, ma arriva anche a fare considerazioni quale "Ma... e la scatola per i romani, scusi!" in risposta al professore che lo redarguiva sul non modificare la storia. In base ai presupposti, non trovo verosimile che Giovanni, senza porsi ulteriori domande, passi la scatola attraverso lo specchio ubbidendo acriticamente ai comandi (comandi che, tra l'altro, sono in contrasto con il precedente ammonimento del professore).

Infine, posso anche covare dei dubbi sull'efficacia di passare il pacco con le istruzioni sulla bomba atomica a dei semplici e ignari soldati impegnati in uno scenario di guerra (è molto probabile che non si sarebbero resi conto dell'importanza di tali documenti, o anche nel caso, questi documenti sarebbero dovuti arrivare a chi di dovere: non una passeggiata). Ma qui stiamo già parlando di argomenti che vanno fuori da questo racconto compresso nei limiti dei caratteri imposti, è anche vero che questo dimostra come il tuo spunto sia valido e possa portare te a creare veramente una bella storia da leggere.

Due lati della vita – Stefano De Luca

Caro Stefano, il tuo racconto mi provoca sentimenti contrastanti.
Partendo da un piano superficiale, ovvero facendo finta che non ci troviamo nell'Arena di MC e lontani da considerazioni su limiti di tempo e caratteri, quindi facendo finta di aver aperto un libro e aver letto questa storia: sono rimasto indifferente. Mi sono accorto presto che dietro l'umanizzazione del protagonista fosse nascosto un albero, per un sotterfugio (passami questo brutto termine) molto comune, poco efficace e ingenuo. Non trovo vi sia soddisfazione nelle storie che finiscono con "ma era un albero!", o "ma era un cane!"... le trovo sulla linea del "ma era tutto un sogno": insomma, lo trovo un sabotare sé stessi e il proprio scritto.
La seconda parte, poi, mi è passata in modo palpabile, e ringrazio solo che non abbia riguardato i cattivoni che vanno ad abbattere gli alberi (temevo finisse così).

Ma Stefano, scusami, non voglio essere antipatico e cattivo, non voglio dirti di fare una palla di carta con il tuo racconto e buttarla nel cestino. Vado oltre i vari tecnicismi sulla scrittura, che poi solo scrivendo e leggendo migliora e prende forma, e voglio dirti cosa, a una lettura più approfondita, mi è piaciuto (e credo che sia materiale su cui lavorare) e come puoi raggiungere risultati più soddisfacenti in un racconto breve.

Ho notato una profonda delicatezza, e tanto amore, nel trattare il tema della Natura. Una delicatezza che colpisce e che puoi maggiormente valorizzare. Molto bene come hai dato a intendere che il tempo, per gli alberi, passa in una maniera totalmente diversa rispetto ai tempi di una vita umana: è efficace raffigurare gli umani come dei fantasmi, perché altro non possono essere nel loro passaggio nella vita di un albero.
Non ha giocato a tuo favore spezzare il racconto in due parti nettamente distinte. Capisco sia derivato dal tema imposto, dal gioco degli specchi derivante. Ma penso lo potessi fare andando a intrecciare i due piani in un unico blocco narrato, magari passando "da uno specchio all'altro" (la butto lì, non per forza è l'idea giusta o l'unica da percorrere).
Ritornando invece al dire o non dire che il protagonista è una piccola quercia (io avrei detto *la protagonista*), avrei preferito la scelta di una strada netta: o parliamo subito di una quercia, o lo diamo subito ben a intendere senza il trucchetto del far sembrare una cosa A, per poi rivelare che in realtà è B.

Altri interrogativi, vari punti di criticità: perché la quercia secolare è "un padre" e non "una madre"?
Cosa intendi, quando scrivi: "Mio padre è rimasto: come potrei essere più fortunato? Sembra così serio. Lo sento muoversi, scuotere la testa, parlare con gli altri grandi, donare cibo a tutti. È il più anziano, è suo dovere farlo."? In che senso "dona cibo a tutti"? Chi sono questi "tutti"?


Insomma, da quel che leggo posso pensare a un tuo grande amore per la natura, amore che non viene valorizzato appieno in questo racconto. Il mio consiglio, se mai vorrai accettarlo, è quello di riscrivere il racconto (magari ignorando il tema imposto in questo specifico contest, o almeno fregarsene se non risalta tanto) concentrandoti sulla Quercia, prova a non spezzare il narrato e a creare, piuttosto, un flusso continuo. La delicatezza del narrato, credo, verrà da sé (penso sia una tua caratteristica), mentre la percezione diversa del tempo che è (che sarebbe) propria di un albero l'hai già ben in mente: credo che questo potrebbe rendere affascinante e (in parte) innovativo un tuo racconto.

Lo sapevo – Walter Loggetti

Caro Walter, quello che mi sento di dirti - in tutta umiltà e consapevolezza di non essere nessuno - è che c'è un po' da lavorare. Aiutami a capire il tuo racconto perché, a una prima lettura, ho avuto diverse difficoltà: a parlare (nella parte iniziale) è un vecchio specchio che ha capito di non essere la figura che per anni ha riflesso. Questa figura, l'uomo diciamo, decide infine di venderlo ma, in qualche modo, si è accorto che lo specchio ha una coscienza (una voce? Non è ben chiaro se, quando lo specchio "parla", l'uomo lo sente).

Direi che parti da un'idea interessante, anche affascinante, ma manca la sostanza, manca un "racconto" tout court con un suo pieno sviluppo: a tratti le parole dello specchio sono inquietanti (bene!), ma il racconto è un'anima senza sostanza: impalpabile.
Adesso non ti starò a dire che dovevi metterci più descrizioni, cambiare punto di vista, o roba del genere, perché le vie sono tante e non esiste quella corretta e quella sbagliata. Potevi anche sviluppare tutto il racconto dal punto di vista dello specchio, con il susseguirsi delle sue riflessioni e accuse.
Forse, l'errore di principio che hai fatto è quello di aver trascurato il tuo lettore. Immagino che, quando sei andato a rileggerti il testo, nella tua mente era tutto ben chiaro, a 360 gradi. Ma in realtà per il lettore non è così, la sensazione nella lettura è stata quella di estrema vaghezza. Personalmente (son costretto ovviamente a parlare della mia esperienza personale) non sono riuscito a entrare nella storia. Dovresti sempre tenere a mente un'unica verità "il lettore non sa quello che so io", da qui cercare la tua strada: dire troppo poco porta il lettore a perdersi, non capire, disinteressarsi (come in questo caso); dire troppo significa ammazzare la suspense con spiegoni, annoiare il lettore, che finirebbe comunque nel perdersi e mollare la lettura.

Trovo poi ingenue alcune scelte formali: tutti quegli a-capo, tutti quei puntini di sospensione. Il troppo stroppia (passamela). Immagino che se tu (o chi per te) leggesse questa storia a una platea, questi difetti potrebbero non notarsi. Ma la verità è che tu scrivi per essere, prima di tutto, letto. Qui diventano fondamentali certe scelte formali. Anche l'andare a capo, non è un semplice andare a capo, è un dire al lettore "fermati, respira, continua a leggere"; è questione di ritmo, è fondamentale (spero tu mi capisca). Quei troppi a capo iniziali rendono il narrato, e quindi la lettura, claudicante. Sarebbe stato già più efficace costruire tutto come un flusso continuo con uno, massimo due a capo.
Discorso molto simile per i puntini di sospensione: non creano suspense, e se ne abusi finiscono per infastidire il lettore. Devi creare tu la suspense, con quello che scrivi, nel modo in cui lo scrivi. Una parola in più e una virgola, una parola in meno e un punto, valgono milioni di puntini di sospensione. Il mio consiglio è di non usarli più (obbligati a farlo). Poi, un giorno, chissà... magari troverai modo di usarli in modo efficace (ma sii parsimonioso sempre!).


Altre note: uso della "d eufonica". Nel mondo editoriale d'oggi, la d eufonica è un arcaismo che si tende nel 99,9% dei casi a eliminare. Viene usata solo nei casi di incontro tra la stessa vocale, e in eccezioni che confermano la regola (vedi "ad esempio").

Dubbio sul racconto: lo specchio è vecchio, avrà visto generazioni di persone passare davanti a sé ogni giorno (era della nonna della nonna!), perché mai si era illuso di essere il suo ultimo proprietario?


Spero di rileggerti presto!

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Stefano Impellitteri
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Re: Gruppo HORROR IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » giovedì 21 gennaio 2021, 1:32

è stato un piacere leggervi, grazie a tutti.

LA MIA CLASSIFICA:

La moglie dell'artista
Piccolo mondo
Un mondo alla rovescia
Specchio dell’anima
Viaggio nella Città Antica
DUE LATI DELLA VITA
Energia, emozioni
LA PROSPETTIVA DI GAIA
Lo sapevo.

La moglie dell'artista
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Specchio dell’anima
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Proelium
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Re: Gruppo HORROR IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » giovedì 21 gennaio 2021, 21:50

Ecco anche la mia classifica!
Un girone tosto con tanti pezzi di qualità, tutti nel tema. Non ho avuto particolari dubbi per il podio, i pezzi di Filippo, Isabella e Gabriele erano solidi, emozionanti. Ci tengo a sottolineare che ho trovato ottimi spunti anche negli altri racconti, è stato piacevole leggerli e ognuno mi ha lasciato qualcosa.

CLASSIFICA:

1) La moglie dell'artista
2) Specchio dell'anima
3) Un mondo alla rovescia
4) Piccolo mondo
5) La prospettiva di Gaia
6) Due lati della vita
7) Energia, emozioni
8) Viaggio nella Città Antica
9) Lo sapevo

COMMENTI:

1) La moglie dell'artista

Ciao Filippo,
piacere di leggerti!
Non ci giro attorno e ti faccio subito i complimenti, hai scritto un testo ottimo.
Tanta qualità sia nella scrittura che nella costruzione della vicenda, emotività, atmosfere... In 4k caratteri, oltre a centrare il tema, hai dipinto un'ambientazione vivida e personaggi che si imprimono nella memoria

Ne leggo tanti di racconti, su MC e fuori, ma la moglie dell'artista mi sarà impossibile scordarla.

Il lavoro fatto sul POV femminile è una lezione importante, sia di scrittura ma soprattutto di vita. Una sberla meritata a una generazione di sedicenti artisti, troppo egocentrici per sentire il cuore degli altri; e al sistema malato che li asseconda. Il fatto che ciò non sia stato sbandierato ti rende ulteriore merito.

Da un racconto così capisco due cose:
1) hai scritto il pezzo più forte del girone
2) devi essere un grande anche nella vita (credo sia più importante del punto 1)

Grazie per lo spunto di riflessione. Nel mio piccolo, vedrò di farne tesoro.

Buona Edition, Filippo!

Francesco

2) Specchio dell'anima

Ciao Isabella,
piacere di leggerti. Un'amarezza passionale pervade il tuo testo dall'inizio alla fine. L'ho trovato intenso e ben centrato sul tema.

Dal punto di vista stilistico, usi un monologo interiore che tende ad appesantire la sintassi. I periodi lunghi ricreano la disperazione della protagonista, ma almeno un po' si possono sveltire.

A differenza dei commenti precedenti, ho trovato ben giocata la carta della dipendenza sia dall'urna alle sigarette. Nella duplicità della cenere ci sono significati che potevano essere resi solo così.
Non è neanche campata in aria: il veto del medico è stato ben seminato, la fine è più vicina di quanto appaia... che poi, non è che l'ennesimo ritorno al tema dell'Edition.

Emozionante, ben fatto!

Francesco

3) Ciao Gabriele,

piacere di rileggerti e commentarti (per l'ennesima volta!).
Ho trovato il tuo racconto molto evocativo, una sorta di fiaba moderna. La pesca delle stelle mi ha ricordato il concept di "Stardust"; nell'avvio ho trovato una traccia di "Ultimo viene il corvo", con quella sinergia unica tra fantastico e realtà, a cui acqua e fanciullezza fanno da ponte. Che fosse Ricky, la stella più importante da pescare?
Una buona prova, che perde un po' di smalto nell'eccessiva reticenza da parte del vecchio saggio, o del narratore.
Finisco di leggere con la sensazione di non essere riuscito ad afferrare tutto del testo, di non averne goduto appieno. Perfino l'ultima stoccata, pregna di pessimismo cosmico, rimane criptica. Quando si gioca con gli specchi disorientare è importante... ma forse mettere a fuoco un soggetto lo è di più.

Tema centrato, e con stile!

Ben fatto, buona edition.
Francesco

4) Piccolo mondo

Ciao Giuliano,
piacere di leggerti. Una bel pezzo di fantascienza che sguazza felice nella dimensione del Contest.
Centri bene il tema, la storia è ben strutturata e si sviluppa correttamente dall'inizio alla fine.
Lo stile è un po' freddino, ma in un impianto fantascientifico "classico" è più che comprensibile.
Lo stesso vale per la caratterizzazione piatta dei personaggi, che non reputo una disfatta. Per il tipo di storia che hai scelto era più sensato concentrarsi sull'effetto-microscopio.

Nota di merito: l'espressione "piccolo dio capriccioso", particolarmente felice per descrivere Klaus.
Nota di demerito: nessuna in particolare, sei finito in un girone molto duro. Ci sono tre pezzi che ritengo abbiano qualcosa in più, quella scintilla capace di far sognare o emozionare, al di là di una composizione comunque riuscita.

Buona Edition, e in bocca al lupo!

Francesco

5) Ciao Marco,
piacere di leggerti e, se sei appena arrivato, benvenuto su MC.
A differenza di chi mi ha preceduto, ho letto il tuo testo volentieri. Lo stile non era così ampolloso, almeno per me; certo la sintassi è pesante, va sicuramente resa più agevole spezzando i periodi e sfrondando gli aggettivi.
Ho comunque apprezzato lo sforzo di sottrarre il monologo al muro di testo.
Tema preso con onore, ma anche con tutti le asperità del caso: sproporzione tra contenuto e caratteri a disposizione, prevedibilità della vicenda, ambientalismo rispettabile ma un po' ingenuo nella stesura.
Ti va comunque riconosciuta la proprietà lessicale e una piacevole vena lirica. Non tutti la apprezzano, ma almeno con me caschi bene.
Un consiglio? Quando stai per scrivere, pensa ai destinatari del testo. Questo è il tipo di racconto sensibilizzante che non sfigurerebbe in un'antologia di scuola media, o simili. Non perché sia infantile, ma perché più affine alla sua vocazione. Qui nell'Arena si è un po' bischeri, dovrai farci il callo ;)

Alla prossima sfida, buona Edition!

Francesco

6) Ciao Stefano,
piacere di leggerti. Eccola, una patatona bollente di difficile valutazione.
Comincio dicendoti ciò che è più evidente, e cioè che scrivi bene e hai una bella sensibilità. Queste cose vanno riconosciute (ed è importante sentirsele dire!) e contano più della posizione in classifica. Ho apprezzato la delicatezza con cui hai centrato il tema.

Premesso questo, posso dirti che la qualità di questo girone era molto alta. E' una cosa bella, perché significa che su MC la scrittura ha un buon margine di miglioramento, ma anche brutta per chi fa le classifiche perché testi ben scritti possono finire in coda ed essere considerati brutti... anche se non lo sono.
Il problema del tuo pezzo, a mio avviso, sta nello squilibrio.

Ci sono molte microsequenze che aspirano a creare una ciclicità a due facce (Lato A e Lato B) tra i tempi dell'uomo e quelli della natura: buona idea, magari si poteva trovare un termine più "ecologico", meno artificioso del rimando a un vinile/cassetta.

A parte questo, che è un ben misero dettaglio, il problema è nella sproporzione 7 VS 3 con cui sbilanci le due metà. La prima parte si frammenta ed estende a scapito della seconda. Non contesto la qualità di ogni singolo frammento, ma il fatto che si impieghi troppo tempo per riconoscere la voce dell'albero e non si raggiunga, a lettura conclusa, un senso di armonia nell'insieme.

Ciò porta il lettore a non godersi la delicatezza delle prime immagini, su cui bisognerà ritornare a lettura conclusa, e ad appoggiarsi alla seconda parte, pregevole ma fragile, che non colma la sproporzione.

Avendo trovato dei racconti scritti altrettanto bene, ma meglio bilanciati, è chiaro che dovrò dare loro la precedenza.

Buona edition, spero di rileggerti presto!

Francesco

7) Ciao Mauro,
piacere di leggerti! Trovo molto buona l'idea del racconto. Ottimo anche il plot twist finale, su cui però consiglio attenzione, specie al netto delle "dritte" delle Guest Stars a non giocarci troppo sopra.

Il tema è centrato, mi spiace per il malus della consegna. Capisco fin troppo bene la guerra del tempo... anche a me non basta mai. Personalmente, e non senza problemi, lo affronto senza eccedere troppo con i caratteri: trovarsi sotto clock con un racconto da chiudere, ridimensionare in fretta e furia non è bello, specie se l'idea di partenza era buona.

Al netto di ciò che ho letto, posso dirti che ho trovato il dialogato iniziale eccessivo sia per lunghezza che quantità di tecnicismi usati. Se creano atmosfera va bene, se caratterizzano i personaggi va benissimo. Ma se si indugia troppo sui riferimenti, la storia non decolla. O deve farlo troppo in fretta, bruciando le tappe com'è successo poi.
Sono certo che, potendolo fare, avresti riservato più spazio alla sequenza centrale e al finale, insieme a una maggiore carica energetica, emotiva... come dichiari anche nel titolo.

La prossima andrà meglio, non mollare!
Francesco

8) Ciao Andrea,
piacere di leggerti. Hai scritto uno dei racconti-patata bollente del girone, con buoni spunti ma di ardua valutazione.
Comincio dicendoti che il tema è preso e ho apprezzato sia il setting (mi ha ricordato "Il popolo delle Sabbie" di F. Nucera, uno dei mammasantissima di MC) sia la struttura da "Viaggio dell'Eroe" con cui sviluppi la storia. Anche il senso di urgenza del protagonista crea tensione, mi ha lasciato soddisfatto.

Di contro, ti segnalo una sintassi molto pesante, soprattutto nella sequenza avventurosa centrale. Puoi alleggerirla con grande profitto spezzando i periodi qua e là. Anche la scelta di narrare al passato la vedo poco funzionale. Per come hai impostato il racconto, un presente sarebbe stato più efficace.

Sul fronte personaggi, escludendo il protagonista, ho avvertito una fragilità di caratterizzazione degli archetipi: il Saggio/Mentore fa un po' troppo macchietta, non mi è piaciuto. Con poco tempo e caratteri è difficile fare tutto, lo so, ma porta a selezionare ciò che serve davvero.

Anche il finale mi ha lasciato perplesso: pur avendo apprezzato le rovine di Venezia, non c'è una svolta evidente nella risoluzione del conflitto.
Era un viaggio solo conoscitivo? L'immagine riflessa era reale, una foto o...? Perché ora che l'ha vista può tornare, e in che modo è sicuro che cesseranno gli incubi?
Anche quando destabilizza o insinua dubbi, il finale deve darci completezza.

Le criticità sono parecchie, te le segnalo non per farti le pulci (non sono il tipo) ma perché il pezzo in sé ha un bel margine di miglioramento... e anche tu!

Buona edition, spero di rileggerti presto.

Francesco

9) Ciao Walter,
piacere di leggerti e benvenuto su MC.
Simpatico il monologo d-allo specchio, nell'aggressività delle battute ci ho rivisto un po' il De Niro di Taxi Driver... Mi ha strappato un sorriso! Certo, una volta esaurita la verve e calato il sipario sullo specchio, è un po' come se tutto fosse finito lì... Non c'era una storia vera e propria, personaggi da sviluppare o una spiegazione di qualunque tipo sull'oggetto magico. A differenza degli altri pezzi del girone, tutti molto solidi in costruzione, tutto resta in potenza. Attenzione anche alle norme editoriali, come già fatto notare da qualcuno.

Ci vuole tempo e pazienza, l'importante è mantenere lo spirito giusto :)

Buona Edition, spero di rileggerti presto!

Francesco

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Hayà
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Re: Gruppo HORROR IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » sabato 23 gennaio 2021, 11:25

Eccomi qui con la mia classifica.
È stato molto difficile. Per alcuni racconti veramente ho dovuto scendere a compromessi con me stessa perché li avrei tranquillamente messi nella stessa posizione.
Grazie a tutti per questa opportunità.
Detto questo, eccola:

1) La moglie dell'artista di Filippo Mammoli
2) Un mondo alla rovescia di Gabriele Dolzatelli
3) Specchio dell'anima di Isabella Valerio
4) Viaggio nella Città Antica di Andrea Furlan
5) Energia, emozioni di Mauro Lenzi
6) Piccolo mondo di Giuliano Cannoletta
7) Due lati della vita di Stefano De Luca
8) Prospettiva di Gaia di Marcod
9) Lo sapevo… di Walter Loggetti

Ecco i commenti:

1) La moglie dell'artista di Filippo Mammoli

Ciao Filippo, un piacere leggerti.
Wow! Complimenti.

Prima di tutto, complimenti per il tema e di come l’hai interpretato.
Complimenti anche per lo stile: leggero e mai troppo pesante, hai mostrato perfettamente la sensazione di disagio che Serena prova nello stare nella mostra, a fingere di essere qualcuno che lei non è. Ho provato con lei quella sensazione di essere out of place. Quando è uscita fuori ed è rimasta sola, è stato un sollievo anche per me!
La scena finale, dove trova la sua vecchia amica e (ri)scopre una parte di sé stessa è stata toccante.

Sinceramente, non ho molto altro da dire. Veramente un ottimo testo, stile pulito e molto funzionale. Se proprio volessi dire una cosa negativa, sarebbe che finisce troppo presto :P
Complimenti!

2) Un mondo alla rovescia di Gabriele Dolzatelli

Ciao Gabriele, un piacere leggerti.

Inizio con questo racconto per questo girone e wow, partiamo in quarta!
Veramente complimenti per l’ambientazione: la descrizione iniziale l’ho trovata semplicemente azzeccata per l’atmosfera che volevi dare alla storia.
Complimenti anche per l’aderenza al tema: ho trovato la tua interpretazione molto originale.

Ma ho un paio di note dolenti da voler menzionare:
In questa frase:
Quello che sembrava a tutti gli effetti un pesce luminoso, non si opponeva, seguendo la strada che l'avrebbe portato da lui.

A mio avviso l’inciso sarebbe da rimuovere. Mi è parsa un’interruzione forzata e lascerei solo la seconda virgola.

Infine, il finale.
L’ho trovato che cozza con il resto della storia e ammetto di aver problemi a capirla. Per tutta la storia non ci sono menzioni a questa “misantropia” del vecchio e vederla illustrata così, in una sola riga, mi ha fatto sollevare più domande che risposte.
Ho difficoltà anche a capire la motivazione dietro il gesto del vecchio che incoraggia Ricky a sporgersi dalla barca per trovare il riflesso della luna: in un primo momento avevo pensato a una piega “horror” della storia, ma invece l'intento non era quello, e non ho compreso il motivo di far correre a Ricky un rischio del genere (a meno che, come ha commentato una delle persone prima di me, non servisse per un insegnamento, ma questo non traspare nel testo).

Però, sinceramente, il mio problema in questa storia risiede solo nella parte finale, perché tutto il resto l’ho semplicemente adorato. Forse è anche colpa del mio bias verso le scene ambientate di notte.
Insomma, complimenti!

3) Specchio dell'anima di Isabella Valerio

Ciao Isabella, è un piacere leggerti.

Prima di tutto, veramente complimenti per lo stile. Il monologo interiore e le sensazioni che la protagonista sente sono state descritte in maniera magistrale e mai pesante. Veramente complimenti.
Non ho esattamente molto da dire, a essere sinceri. Ho letto gli altri commenti e devo concordare anche io con la stonatura di “Mr. Becchino” con il resto della narrazione.

Ammetto che non ho molto altro da segnalare. In principio avevo un po’ di dubbi sull’attinenza al tema, ma dopo averci riflettuto (...gioco di parole non voluto) ci sono arrivata.

Complimenti!

4) Viaggio nella Città Antica di Andrea Furlan

Ciao Andrea, è un piacere leggerti.

Prima di tutto: wow. Se ieri mi avessero detto che raccontare una storia del genere in 4k caratteri era possibile, non ci avrei mai creduto. Tutti i miei complimenti per esserci riuscito, davvero (e da qui si evince quanto io abbia ancora da imparare!)

Le descrizioni, soprattutto quelle della Città Antica, le ho trovate ottime ed evocative.
Il tema, inoltre, l’ho trovato interpretato in maniera interessante.

Detto questo, ho avuto diverse perplessità nel finale. Quando trova la foto (?) che i suoi antenati hanno sempre protetto, l’elemento è uscito fuori all’improvviso, e avevo persino pensato che l’avesse trovata nella Città Antica! Penso sarebbe stato meglio inserire anche solo un piccolo riferimento all’immagine prima di quella scena.

Inoltre, durante il viaggio, viene menzionato questo dettaglio:
Doveva trovare gli spiriti che lo perseguitavano, affrontarli o morire nel tentativo.

Ma né li affronta e né rischia di morire, quando finalmente li trova. La frase dà un certo tocco “epico” al tutto, certamente apprezzato, ma che non ha un suo compimento.

E mia piccola opinione, più personale: quel “S. Marco che non poteva leggere” l’ho trovato piuttosto alienante. Penso che sarebbe stato più elegante inserire semplicemente il leone alato per far capire che si trattava di Venezia.

Però, nonostante tutto questo, voglio di nuovo farti i miei complimenti per come hai gestito lo spazio e per lo stile. Se dovessi dare un commento “a caldo”, posso dire con assoluta certezza che mi è piaciuto parecchio.

Complimenti!

5) Energia, emozioni di Mauro Lenzi

Ciao Mauro, è un piacere leggerti.

Ammetto che questo testo mi ha dato un po’ di difficoltà. La parte iniziale l’ho trovata di difficile comprensione con i suoi termini tecnici, ma quando l’esperimento è iniziato sono entrata in carreggiata e ho letto tutto in un soffio.
Prima di tutto, complimenti per l’idea e per il tema, che ho trovato colto in pieno.
Il finale mi ha fatto venire i brividi, lo ammetto, un piccolo shock (in senso positivo, s’intende!)

Parto subito con un refuso che ho trovato:
Escono dalla mai vista

Per il resto, c’è una questione riguardante il protagonista che mi ha fatto storcere un po’ il naso.
Il professore allerta Giovanni sulla questione del “cambiare la storia”, e successivamente dice “Non sia sciocco, ci sono solo scoperte mediche. Salveremo delle vite senza sconvolgere nulla.”
Personalmente, l’ho trovata poco sensata. Dare ai romani tale conoscenze sicuramente sconvolgerebbe la storia, per poi non parlare della frase “Salveremo delle vite senza sconvolgere nulla”: qui si va un po’ sul filosofico, ma l’ho trovato un ossimoro.
Poi, ovviamente, c’è da chiedersi se i romani sarebbero stati capaci di capire qualcosa dai documenti medici mandati loro, ma questo ovviamente è una questione che va oltre questo testo (questione che riguarda anche la bomba atomica, in ogni caso).
Capisco il fatto che il professore voglia arrivare al suo obiettivo, ma in questo caso mi sarei aspettata almeno una reazione di qualche genere da parte del protagonista, o qualche dubbio mentre consegna la scatola.

Ma, questi problemi a parte, voglio farti di nuovo i miei complimenti per l’idea. Traspariscono bene nel testo la tua conoscenza riguardante la storia locale e gli argomenti di cui si parla.
E ammetto che non conoscevo l’elettromeopatia :D

Insomma, complimenti!

6) Piccolo mondo di Giuliano Cannoletta

Ciao Giuliano, è un piacere leggerti.

Parto dicendo che l’idea mi è piaciuta molto. Lo stile l’ho trovato semplice, pulito, e funzionale.
Il tema a mio parere è stato colto.

Vorrei commentare su un paio di frasi che mi hanno dato qualche problema:
Poggio il polpastrello sul sensore e ruoto in senso orario. Lentamente.

Qui toglierei quell’inciso con il “lentamente”, unendolo alla frase precedente con una virgola. Non trovo motivo per dare così enfasi a quel “lentamente”.

I dialoghi, soprattutto quelli all’inizio, li ho trovati molto artificiali, anche se funzionali.

E infine, la frase finale. Per quanto sia stata d’effetto, l’ho trovata molto… scontata. Mi ha rovinato la tensione emotiva. Forse avrebbe avuto un effetto migliore se il personaggio avesse avuto una reazione emotiva al prurito che in quel momento sentiva, oppure concluderlo semplicemente con la sensazione del prurito e lasciare al lettore l’inquietudine della situazione.

Però, tutto sommato, ho veramente apprezzato l’idea e come l’hai sviluppata.

Complimenti!

7) Due lati della vita di Stefano De Luca

Ciao Stefano, è un piacere leggerti.

Prima di tutto, complimenti per l’idea. Ammetto che ho dovuto finire di leggere e poi tornare indietro per capire che sì, il personaggio all’inizio era letteralmente un albero (avevo capito che non era una persona, ma non riuscivo a capire "cosa" fosse).
Però ho un dubbio: come si attiene al tema? Ci ho riflettuto parecchio e suppongo sia legato al fatto che per un albero noi siamo solo di passaggio, “lontani”, come si evince dal testo, anche se fisicamente siamo loro vicini. Almeno questa è la mia interpretazione :)

Detto questo, ho apprezzato l’idea e la sensibilità con cui viene presentata. Ho un certo debole per le storie dove le piante mostrano un altro lato di sé stesse. Concordo con i commenti precedenti su un certo sbilancio sulle due parti, anche se personalmente non ha intaccato troppo il godimento del racconto.

Piccola nota che ho veramente apprezzato: il fatto che la quercia-padre dia da mangiare a “tutti”. Una volta capito chi fosse il padre, è un dettaglio che mi ha fatto sorridere.

Per concludere, il testo mi è piaciuto e lo stile l'ho trovato funzionale. Non ho molto altro da dire.
Complimenti!

8) Prospettiva di Gaia di Marcod

Ciao Marco, è un piacere leggerti.

Mi trovo un po’ in difficoltà a giudicare questo testo.

Voglio partire dalle note positive: lo stile l’ho trovato buono e traspare una certa padronanza dell’argomento dalla tua parte, il che è sempre una cosa positiva.
Però – e qui vado un po’ sul soggettivo, lo ammetto – anche se lo stile mi è piaciuto, il registro usato nella prima parte mi è sembrato troppo preciso e scientifico per la narrazione. Mi riferisco in particolare alle frasi come “Nella densa coltre di anidride carbonica e vapore acqueo che fasciava la mia pelle neonata, ho iniziato a percepirmi” e "Mulinavo senza sosta in una danza cosmica condotta secondo arcane geometrie siderali" dove non ho avuto l’impressione di un “pianeta” che parlava.
Sopratutto perché dopo c’è la frase “I semi della mia anima hanno attecchito così facilmente!” che va a toccare un lato “immateriale”, in contrasto con quello fisico e scientifico delineato prima.

Però, su questo dettaglio potrebbe essere un bias mio, lo ammetto. Ma volevo comunque farlo presente :)

Detto questo, vorrei anche esprimere il mio dubbio riguardante il tema: temo di non averlo colto.

Ho letto gli altri commenti e voglio dire che l’idea di fondo mi è piaciuta. Sarà anche abusata, ma mi fa sempre piacere leggere diversi “take” di un’idea.

Per concludere: lo stile mi è piaciuto e l’idea anche, però ho dubbi sul tema e sul registro utilizzato.

9) Lo sapevo… di Walter Loggetti

Ciao Walter, è un piacere leggerti.

Ammetto che giudicare questo testo mi è difficile.

Voglio partire dicendo che l’idea di base la trovo buona e ho gradito molto il fatto che non sei caduto nell’horror. All’inizio pensavo che a parlare fosse una persona davanti allo specchio e che quindi il riflesso avesse qualcosa che non andasse, ma invece si rivela il contrario. Il fatto che il riflesso venga “sconfitto” così facilmente da un panno ha fatto dissipare tutte le mie paure su una possibile storia horror e, personalmente, mi ha fatto provare un po’ pena per il povero riflesso.

Detto questo, manca un certo “mordente” alla trama, non essendoci una vera e propria risoluzione. Il riflesso viene “sconfitto” e lo specchio verrà venduto. Forse una scena aggiuntiva, alla fine, con le riflessioni del riflesso (argh) nella sua nuova casa e con il suo aspetto diverso (il nuovo proprietario avrà, dopotutto, un riflesso diverso) avrebbe dato una certa risoluzione al tutto e sarebbe stato interessante da leggere.

L’idea mi è piaciuta, ma penso che questo racconto avrebbe giovato con qualche scena aggiuntiva.
Comunque complimenti per le battute iniziali: avevano una certa naturalezza che ho apprezzato!

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Andrea Lauro
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Re: Gruppo HORROR IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » domenica 24 gennaio 2021, 7:57

CLASSIFICA:
1. Un mondo alla rovescia, di Gabriele Dolzadelli
2. Energia, emozioni, di Mauro Lenzi
3. La moglie dell’artista, di Filippo Mammoli
4. Piccolo mondo, di Giuliano Cannoletta
5. Specchio dell’anima, di Isabella Valerio
6. Due lati della vita, di Stefano De Luca
7. Viaggio nella Città Antica, di Andrea Furlan
8. La prospettiva di Gaia, di Marcod
9. Lo sapevo…, di Walter Loggetti

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Emiliano Maramonte
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Re: Gruppo HORROR IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » domenica 24 gennaio 2021, 18:34

Ecco la mia classifica e i miei commenti. Pochi dubbi sulle prime tre posizioni, il resto vera bagarre risolta dopo varie riflessioni.
Buona Edition a tutti!

CLASSIFICA:

1. La moglie dell'artista di Filippo Mammoli
2. Un mondo alla rovescia di Gabriele Dolzadelli
3. Energia, emozioni di Mauro Lenzi
4. Viaggio nella Città Antica di Andrea Furlan
5. Due lati della vita di Sirimedho Stefano De Luca
6. Piccolo mondo di Giuliano Cannoletta
7. Specchio dell'anima di Isabella Valerio
8. Lo sapevo di Walter Loggetti
9. La prospettiva di Gaia di Marcod



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COMMENTI

Un mondo alla rovescia di Gabriele Dolzadelli
Inizio col dire che il tema è centratissimo, e in maniera suggestiva e originale. La vicenda che hai raccontato è sospesa nella magia e crea un'atmosfera notturna che ammalia al punto giusto. Ho apprezzato molto il "prodigio" della pesca delle stelle e una specie di passaggio di consegne (solo suggerito...) tra il vecchio e il ragazzo. Anche la prosa è alquanto evocativa e ben dosata per essere al servizio del messaggio che volevi veicolare.
Qualche problema mi è sorto nella comprensione complessiva del background e del mondo che hai provato a raccontare. Magari sono solo dubbi miei, però, ad esempio, ci hai illustrato un mondo parallelo? Una realtà alternativa? Un universo in uno specchio? Questi aspetti mi sfuggono, anche se, alla fin fine, non sono determinanti per la riuscita generale del racconto.
Per il resto, qualche sfaccettatura lasciata in sospeso ci può stare e lo accetto in quanto mi ha stimolato positivamente una ridda di riflessioni che mi hanno invogliato a rimuginare di più sulle implicazioni del testo, e ciò lo reputo un punto a tuo favore.
Un paio di annotazioni tecniche.
- "C'era anche un asciugamano e un secchio." - Ovviamente è "C'erano".
- "Attorno a lei tanti minuscoli puntini." - Brutta espressione "attorno a lei", da cassare e sostituire.
- "Il vecchio indicò sotto la loro barca." - Togli "loro", è inutile; rallenta la lettura. A questo proposito, il mio consiglio è di abbattere la mannaia sui possessivi: sembra non ce ne siano mai abbastanza, ma alla lunga, in un testo, quando sono dispensati a piene mani, stancano davvero.

Infine, per dare una maggiore aura di mistero, avrei eliminato "Un'umanità specchiata", che mi è parso quasi un cartello messo lì davanti agli occhi dei lettori per dir loro: "Avete capito che cos'è tutto questo? Mo' ve lo spiego io che sono l'autore!". Prova a rileggere il finale partendo da "Sputò". Sarebbe stata una chiusura clamorosa.

In ogni caso, ottimo racconto!

Energia, emozioni di Mauro Lenzi
Ho letto il tuo racconto con molto interesse e con crescente ansia di capire cosa stesse succedendo. Giunto alla fine mi ha colto un brivido sul finale. Ottimo davvero il twist. Apre incredibili scenari da te solo suggeriti. Letto in un'ottica di puro intrattenimento intelligente, il racconto coglie nel segno e crea il giusto livello di sense of wonder. Non è scritto neanche malaccio, anzi, a parte qualcosina da sistemare sul fronte dello stile, però il flusso narrativo scorre liscio e non s'inceppa mai in modo fastidioso.
Scavando però sotto la superficie, non tutto nella trama torna. Mi spiego: una prima sensazione "scomoda" è stata la difficoltà a comprendere i riferimenti storici ed esoterici. Ti faccio i complimenti per l'erudizione e la competenza, tuttavia forse esse vanno un po' a detrimento dell'apprezzamento del testo. Altro aspetto problematico un paio di punti della trama: 1) le motivazioni del "prof", che non sono chiare. Perché addirittura dovrebbe mutare i destini dell'Europa in quel modo? Non mi sarebbe dispiaciuto vedere un paio di frasi di "semina" in cui emergeva, chessò, un delirio di onnipotenza, o un certo tipo di odio etnico o razziale... Purtroppo neanche gli accenni finali mi hanno aiutato a fare maggiore chiarezza. 2) il comportamento del ragazzo, pilotato più dalla volontà dell'autore che dallo scorrere naturale degli eventi della trama. E poi: il ragazzo come mai manifesta questa dedizione al prof fino a eseguire ogni suo comando? Sinceramente io avrei ridotto drasticamente le spiegazioni tecniche a favore di qualche input in più su questi elementi, e la comprensione globale ne avrebbe giovato, rendendo il tutto enormemente più efficace.
Per il resto, tema centrato, e una valutazione pienamente sufficiente per l'impressione più che positiva avuta a una prima lettura.

Specchio dell’anima di Isabella Valerio
Di solito leggo sempre i tuoi racconti e questa volta devo anche farlo per la classifica. Li leggo sempre, dicevo, perché hai la rara capacità di immergere il lettore in un universo interiore potente, in una rappresentazione profonda dei moti dell'animo umano, fino a fargli provare quelle sensazioni e quelle emozioni che tu vuoi trasmettere. E quando questa operazione è unita a una solida architettura della trama, vengono fuori piccoli gioielli narrativi apprezzabilissimi.
In questo caso, purtroppo, ho notato un approccio diverso. Ho avuto la netta sensazione di una storia buttata lì per esigenze di tempo e per carenza di idee forti. Lo si vede anche da uno stile meno sorvegliato del solito e dalla brevità della storia.
Intendiamoci: l'intuizione che dà l'abbrivio alla storia tocca le corde giuste e fa al lettore una promessa piuttosto intensa da un punto di vista emotivo. Sinceramente mi sarei aspettato una chiusura sferzante, invece il finale mi ha lasciato perplesso, quantomeno per le motivazioni della protagonista e le modalità. E' discutibile, infatti, decidere di lasciarsi andare in questa maniera per "raggiungere" l'altro coniuge morto. Io ho provato a interpretarla in questo modo: il marito deceduto e cremato è un po' lo specchio della protagonista; ella rivede nella parabola del marito il suo percorso di vita; ecco perché lo vede un "oggetto" lontano ma vicinissimo. Se questo è il senso della struttura narrativa da te immaginata, ammetto che è assai intelligente e clamorosa, anche se non immediatamente percepibile.
Non aggiungo altro perché ho ancora sentimenti contrastanti su questo tuo nuovo lavoro e, in sede di classifica, deciderò meglio come collocarlo, anche perché spesso il tuo modo di raccontare storie mi mette nella situazione (che non è necessariamente un elemento negativo, anzi!!) di dover riflettere a lungo e assimilare i contraccolpi emotivi che riesci a dare!

Due lati della vita di Sirimedho Stefano De Luca
Da quando ti leggo devo riconoscerti una non comune profondità e sensibilità nei temi dei tuoi racconti. E li affronti sempre in maniera delicata, elegante, garbata. Forse è questo che, a volte, rende "controversi" i tuoi scritti. Mi sono permesso di cercare il soprannome "Sirimedho", intuendo che sia legato alla meditazione o al buddhismo, e ti ho trovato su Internet, e ciò mi ha consentito di ricollegare tutto. Colgo l'occasione per farti i complimenti per quello che fai e per la tua biografia.
Tornando al racconto, dico che non mi è dispiaciuto. Non mi ha entusiasmato, ma si è fatto leggere abbastanza bene. Non insisto sulla problematica della sproporzione tra "Lato A" e "Lato B" (capisco la necessità di rispettare il titolo, ma come "etichette" delle due parti sono alquanto discutibili...) e aggiungo che, purtroppo, la seconda parte sgonfia un po' quella tensione narrativa costruita abbastanza bene nella prima. Sinceramente avevo capito sin dalle prime righe che parlavi di alberi e, per questo motivo, mi è scattata in testa tutta una serie di deduzioni che mi ha anche portato a svelare l'identità dei "fantasmi"; ecco perché, giunto al Lato B, la storia mi ha trasmesso molto meno mordente.
Mi era venuto in mente che avresti potuto "incattivire" il senso generale della trama, magari introducendo una minaccia: i fantasmi erano uomini venuti per deforestare la zona. E una minaccia appena accennata in chiusura avrebbe lasciato nel lettore un senso di inquietudine e di fastidio.
Non che mi sia dispiaciuto il racconto nel complesso, anzi è scritto in maniera gradevole. L'ho trovato uno scritto senza infamia e senza lode.

La moglie dell’artista di Filippo Mammoli
Mai come questa volta sono stato felice di leggerti perché ho avuto una grande conferma della tua bravura.
Sei stato molto abile a fare entrare il lettore nella situazione mondana con una prosa ammaliante che ci conduce gradualmente nella presa di coscienza di Serena. Per quasi tutta la trama mi chiedevo dove volessi andare a parare, mi sono aspettato mille conclusioni diverse (anche traumatiche...), ma poi mi hai spiazzato con uno stravolgimento più (passami il termine) cerebrale, qui hai preso il tema con un colpo di classe.
Non ho particolari appunti da farti a livello tecnico, se non che alcune parti sono da alleggerire, visto che sono raccontate in modo un po' pedante e la non immediata comprensione dell'interazione tra i personaggi: non ti nascondo che ho dovuto rileggere due/tre volte alcuni passi per comprenderli appieno.
Molto bello il messaggio (neanche tanto) nascosto e il tipo di società che hai voluto rappresentare.

Cosa dirti di più? Probabilmente racconto da podio.

Piccolo mondo di Giuliano Cannoletta
Non ricordo se ho già letto qualcosa di tuo, ma mi ha molto fatto piacere trovarti questa volta.
Sono un incallito appassionato di fantascienza di vecchia data, quindi quando mi trovo di fronte un racconto di questo genere, lo guardo sempre con un occhio molto critico. Devo dire che sono rimasto soddisfatto. L'idea non è originalissima (si vede qualcosa del genere in Man in Black) ma tu l'hai concepita in maniera clamorosa. La situazione è piuttosto stereotipata - lo scienziato che gioca a fare dio e l'assistente che subisce le conseguenze delle sue scellerate azioni - ma è sviluppata in modo molto gradevole.
Punto dolente è il lato stilistico, con un avvio difficile per via delle ripetizioni ("prendere forma" si trova due volte) e dei dialoghi legnosi, e un uso poco accorto di alcuni termini che andrebbero evitati poiché dissonanti (stamani, poggio... e aggiungo - ma non è il tuo caso - dinnanzi, e così via) però poi la storia decolla e si fa leggere.
Al netto degli input sbandierati a beneficio del lettore, soprattutto nel finale, dico che ho gradito la storia, hai molta fantasia e un ottimo potenziale che sicuramente saprai sfruttare se lavorerai bene di cesello sulla tecnica.

Lo sapevo di Walter Loggetti
Ti leggo per la prima volta, piacere di conoscerti e benvenuto su MC!
Il racconto è un bozzetto narrativo, un canovaccio da sviluppare, molto interessante, per carità, ma da strutturare. Devo dire che tutto il primo paragrafo mi ha intrigato e non è scritto malaccio. Al netto di imperfezioni già evidenziate da altri, c'è da ripensare la storia integralmente, arricchendola di spessore e struttura. Il finale, purtroppo, non risolleva le sorti del testo anzi lo penalizza ulteriormente, in quanto è un cartello sbattuto in faccia al lettore con lo spiegone del tema.
Interessante debutto a MC, ma come già detto e ridetto, c'è da lavorare. Per fortuna il percorso in questa infernale Arena insegna, e tanto.

La prospettiva di Gaia di Marcod
Ecco un buon testo didattico, che non sfigurerebbe in un libro scolastico. Viene esposta la genesi del nostro pianeta, con tutto quello che ne consegue. Ma non c'è altro, purtroppo. Il colpo di grazia il lettore lo riceve ancor prima di cominciare la lettura, ossia con il titolo: "La prospettiva di Gaia". Si capisce all'istante che parlerai molto probabilmente di eventi occorsi alla Terra. E dalle prime righe si afferrano anche il registro e la tipologia del racconto. E allora si resta poco pazienti in attesa che arrivi la conclusione con la terribile sensazione di un "già visto", "già sentito". Mi vengono in mente quei documentari su Focus o Discovery Channel dove viene mostrato il nostro pianeta martoriato dalle eruzioni vulcaniche, e poi gli oceani, e poi i primi esseri striscianti... Alla lunga stancano.
Il punto è che ho intravisto una padronanza tecnica e una perizia narrativa notevoli; se le avessi poste al servizio di una struttura narrativa più "canonica", con un vero personaggio, con una vera vicenda, con un conflitto, sarebbe venuto fuori un ottimo pezzo.
Ti consiglio inoltre di non abbondare con gli aggettivi ("arcane geometrie siderali", et similia...): è una "bacchettata" che mi hanno dato nella scorsa Edition, e ne sto facendo tesoro. La lettura dev'essere un processo di acquisizione di input e stimoli semplice, non pesante e frustrante.
Non so neanche se il tema sia preso o no e questo penalizza ulteriormente la tua prova.
Al prossimo giro, prova a gettarti nella mischia con una storia e vedrai che tutto andrà meglio (i mezzi ce l'hai!).

Viaggio nella Città Antica di Andrea Furlan
Ti devo fare i complimenti per lo stile. Al netto di qualche sovrabbondanza di aggettivi, e qualche passo pesantuccio, però la narrazione scorre molto bene e cattura, direi che è molto attenta e pulita. Questo è sicuramente il punto di forza del racconto. Inoltre la visioni che trasmetti al lettore sono affascinanti e richiamano alla mente altre suggestive immagini di romanzi e film sullo stesso registro (a me sono venuti in mente Dune e il Pianeta delle Scimmie...). Anche la storia ha una notevole efficacia: un viaggio teso alla ricerca delle proprie origini per sconfiggere fantasmi della propria esistenza. Bello l'arrivo nella Città Antica, anche se penalizzato dalla necessità di accelerare il ritmo per stare nei 4242 caratteri.
Qualche problemuccio sia in avvio che nel finale. L'incipit è un po' nebuloso. Capisco la realtà onirica, ma ho fatto davvero fatica a entrare nella storia. Eventualmente va riformulato per "semplificarlo". E il finale non è da meno. Cosa fa il protagonista? Combatte gli spiriti, come ha affermato nel corso della trama? Li ha trovati, e poi? Purtroppo poche e confuse informazioni.
Ho apprezzato invece il colpo di scena, che ha dato tutto un altro sapore alla vicenda.
Il tema mi sembra centrato.

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antico
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Re: Gruppo HORROR IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » domenica 24 gennaio 2021, 21:19

Avete già ricevuto ben sette classifiche, ne dovete ancora ricevere solamente due.

Edoardo Foresti
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Re: Gruppo HORROR IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » lunedì 25 gennaio 2021, 14:57

Ecco anche la mia classifica, questo era un girone a dir poco agguerrito. Le prime posizioni sono state chiare fin da subito, le altre invece sono state decisamente più sofferte. In ogni caso, complimenti a tutti per il tenore medio dei racconti.

1) La moglie dell’artista, di Filippo Mammoli
2) Un mondo alla rovescia, di Gabriele Dolzadelli
3) Energia, emozioni, di Mauro Lenzi
4) Specchio dell’anima, di Isabella Valerio
5) Viaggio nella Città Antica, di Andrea Furlan
6) Piccolo mondo, di Giuliano Cannoletta
7) Due lati della vita, di Stefano De Luca
8) La prospettiva di Gaia, di Marcod
9) Lo sapevo..., di Walter Loggetti

La moglie dell’artista, di Filippo Mammoli
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Un mondo alla rovescia, di Gabriele Dolzadelli
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Energia, emozioni, di Mauro Lenzi
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Specchio dell’anima, di Isabella Valerio
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Viaggio nella Città Antica, di Andrea Furlan
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Piccolo mondo, di Giuliano Cannoletta
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Due lati della vita, di Stefano De Luca
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La prospettiva di Gaia, di Marcod
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alexandra.fischer
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Re: Gruppo HORROR IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » lunedì 25 gennaio 2021, 20:18

Buonasera, ecco i miei commenti e relativa classifica.

UN MONDO ALLA ROVESCIA di Gabriele Dolzadelli Tema centrato. Racconto poetico, con immagini prese dalla narrativa giapponese (Mishima, Tanizaki). Punti di forza: il personaggio del vecchio pescatore, e il giovane Ricky. Insieme sono una bella coppia: l’uno insegna all’altro a pescare stelle e riflessi, per poi ributtarli in acqua dopo esserseli goduti per un istante che vale una vita. Molto bella l’ambientazione notturna del lago e del secchio pieno di pescato luminoso. Mi sono piaciuti anche i riferimenti tecnici all’attività della pesca (l’amo, la lenza, il mulinello, l’azione stessa di prendere il pesce, in questo caso, è da dire, Pesce Stella, o Luna Pesce).
Punti deboli: nessuno.

ENERGIA, EMOZIONI, di Mauro Lenzi Tema centrato. Affascina l’idea dell’omeopatia elettrica e anche la verosimiglianza (l’allusione all’antico fortilizio di Matilde di Canossa, il riferimento al quadro di Escher). Punti di forza: il racconto rielabora un’idea di Bradbury sul viaggio nel tempo per vedere il passato. In questo caso, lo scienziato seguace del defunto conte inventore dell’elettro-omeopatia, fa credere all’assistente di voler vedere gli antichi romani e passare loro una scatola di medicine, ma il suo scopo è un altro, far passare una scatola di medicine all’esercito tedesco. Molto ben costruita l’atmosfera dei due specchi comunicanti e l’allusione dell’assistente all’eccidio di Monte Sole (verosimile, perché lo tocca anche nella parentela, commuove il lettore) e anche le sensazioni dell’assistente che viaggia attraverso lo specchio e torna indietro (si sente il peso di un mondo che non gli appartiene).

Punto debole: La sorpresa finale della trama. D’accordo, lo scienziato ha agito nell’interesse dell’Europa, affinché abbia la bomba atomica e ha salvato i nazisti, ma come farai a continuare la storia? Forse lo scienziato è legato ai nazisti in qualche modo?
ti segnalo qui sotto la frase corretta.
dalle basi partono cavi elettrici.

SPECCHIO DELL’ANIMA di Gennibo Tema centrato. Ammiro la tua scrittura molto immersiva. Con grande maestria mostri il dolore di questa donna, che arriva nel momento peggiore della perdita di un congiunto, il prelievo delle ceneri presso il Tempio Crematorio. Punti di forza: il rispecchiamento fra l’urna e il corpo del marito: dura e fredda quanto era caldo e morbido il corpo di lui. E dall’apertura dell’urna al tocco delle ceneri, si passa al ricordo del caldo amplesso. Lei le disperde, ma tiene nell’urna la fotografia con l’immagine di loro due. C’è di che capire la sofferenza di questa donna (vede l’indifferenza dell’addetto, le parole di circostanza e la sua solitudine, fatta di ricordi. Del marito resta l’urna, il tappeto persiano, per questo c’è da capire il fatto che riprenderà a fumare per raggiungerlo quanto prima).

Punti deboli:
la frase, che ti scrivo corretta: come vorrebbe essere il mio cuore adesso.
nel caso di vittoria, come continueresti la storia? Dalla notizia della malattia di lui? O dalla dipendenza dal fumo di lei, magari fatta cessare dal marito premuroso?

DUE LATI DELLA VITA di Sirimedho Stefano De Luca Tema Centrato. Atmosfera suggestiva. Ecco il vero punto di forza della tua storia. Frasi brevi, quadri semplici che ricordano le scene di Utamaro. Poi, il colpo da maestro è l’immagine del bacio alla ghianda da parte della fanciulla e il pensiero del fidanzato: si aspetta che si trasformi in principe? Ecco una rielaborazione geniale di una fiaba.

Punti deboli: L’allusione ai fantasmi mi aveva disorientata, pensavo a un’immagine di morte, come pure quella della danza che lo allontana dai fratelli e il padre che offre il cibo. Poi di malattia. Poi, ho riletto la frase, diventare forte come una quercia come papà. Ecco, per aiutare il lettore a capire che si tratta di un albero, forse dovresti lavorare su questa frase: diventare forte come papà, la grande quercia accanto a me. E mostrare la natura di albero (perde le foglie, le vede perdere ai suoi fratelli, o al padre, li vede fruttificare, magari legando la scena del bacio alla ghianda e magari, più che vedere sparire i fratelli, ne vede sparire uno, quello sradicato malamente dalla ragazza che è insieme ai due fidanzati, ossia la sorella di lei).

LA MOGLIE DELL’ARTISTA di Filippo Mammoli Tema centrato. La protagonista rispecchia se stessa nell’amica Liuba, divenuta assessore alla cultura e arrivata a ricordarle l’occasione perduta per farsi notare al di fuori dell’ombra dell’ingombrante marito (il talento pittorico). Punti di forza: gli elementi per descrivere questo matrimonio all’ombra del grande e fedifrago scrittore Giorgio Mancini (champagne, abito di gran pregio) per la verità, non molto idilliaco (lei che ha tolto la vera, l’incontro con il presunto erede letterario di Zanzotto che arriva a farle mancare l’aria, a uscire da quella festa ed esce: in realtà, le parole di lode per lei sono rivolte al marito, quindi è proprio una gabbia dorata). Ulteriore punto di forza: finale aperto. In caso di vittoria del racconto, puoi continuarlo. Magari la tua protagonista trova la forza di uscire dalla gabbia dorata che si è lasciata costruire dal marito e da se stessa.

Punto debole.
Ti riporto la parola corretta: flûte.

PICCOLO MONDO di Giuliano Cannoletta Tema centrato. E nelle migliori tradizioni della SF. I punti di forza sono molti: a parte la storia scorrevole, con frasi brevi e incisive, è lo spunto a essere geniale. Klaus, da entomologo, ha umanizzato le formiche al punto da usarle come soggetti sperimentali e le ha civilizzate molto, hanno anche una chiesa. Poi, però, torna a essere un bambino dispettoso nel nome della scienza e causa catastrofi per vedere come se la caveranno, questo sotto gli occhi di Ryan, scienziato alle prime armi, scettico al punto giusto. E a ragione veduta, visto il finale. Klaus è stato punito dalle formiche per la sua crudeltà nell’infliggere sofferenze da sperimentatore. Ryan, invece, come personaggio è ancora da scoprire. Questo è un ulteriore punto di forza in vista della vittoria: sapere cosa farà dell’eredità di Klaus. E cosa ne sa degli esperimenti precedenti di Klaus.
Punti deboli: nessuno.

LO SAPEVO…di Walter Loggetti Tema centrato. Storia minima, dalle frasi concise, che pure descrive una storia da paura. Punti di forza: Il protagonista viene rapito dal suo stesso riflesso, nello specchio stregato lasciatogli dalla nonna. Ecco perché non riconosce se stesso e lo vede muoversi in modo diverso da lui. Inoltre, il finale fa rizzare i capelli in testa: il falso Safarà ha deciso di vendere lo specchio e con conseguenze spaventose per gli acquirenti (guai a specchiarsi, chi lo fa può raggiungere il vero Safarà e chissà quali altri orrori). Questo spunto ti sarà utile in caso di vittoria, per meglio sviluppare l’origine dello specchio e le vicende degli acquirenti.
Punti deboli.
Ti riporto le parti corrette.
Non è che lo sospettassi.
Ti ho beccato…
Sì, sì, allontanati…
Toglierei il: Sì, perfetto.
Sì, ho uno specchio antico in casa, non so di preciso quanto lo sia, ma era di mia nonna, e mi disse che era un regalo della sua stessa nonna.
Inizierei: È in buone condizioni, certo…
Perché vorrei venderlo? Sa, sto traslocando…
Riguardo al finale, se fosse il mio racconto, farei l’inversione delle frasi:
chiuderei così: Bene, vi aspetto.
Poi metterei in corsivo i pensieri del personaggio.
Che altro dire? Certo, non vorrei che mi prendeste per folle, ma quello specchio non è solo tale.

LA PROSPETTIVA DI GAIA di Marcod Tema centrato in modo originale. La Gaia della tua storia non è altro che la Terra, che ripercorre la propria nascita e la propria evoluzione, dalla quale è scaturita la vita. Punti forza: buona la forma. Trovo giusto il linguaggio solenne con il quale la Terra analizza prima se stessa, poi gli elementi che la compongono, la sua posizione nel sistema solare, dove, rispecchiandosi in altri pianeti, vede la sua unicità. Infine, si rispecchia nell’Uomo, sempre immerso negli stessi errori, gravi al punto da arrivare ad avvelenarla. E allora, lei si è difesa come ha potuto. E vede la sua esistenza lunghissima come qualcosa che per ora sta durando.
Punto debole: in caso di vittoria, ti rimangono però poche strade. Una che io prenderei, per continuare il racconto, sarebbe di introdurre un personaggio, nello stile del “Dialogo fra la Natura e un islandese” di Leopardi, perché non essendoci personaggi e poca azione, mi pare l’unica possibile. A meno che, visto che l’hai personificata, tu non scelga la strada di farla interagire con un’Intelligenza Artificiale che intende riparare al suo attacco per difendersi.

VIAGGIO NELLA CITTA’ ANTICA di Andrea Furlan Tema centrato. Il racconto, distopico, è interessante per via della ricerca del protagonista, perseguitato da un sogno ricorrente. Punti di forza: il paragone pianura-pelle di un vecchio animale. Lo stile che richiama a un fantasy dagli echi howardiani. Il protagonista si avvicina ad antieroi come Kull di Valusia (lo si vede ignorare gente assalita dai predoni perché ossessionato dal suo sogno, e aggirarsi per la città fantasma con una lancia sempre sul chi va là). Ben costruito anche il personaggio dello Sciamano, che gli interpreta il sogno come un richiamo degli avi. Il linguaggio è ben congegnato (l’espressione il padre, del padre di suo padre può starci, per far pensare a un’umanità tornata a una fase di vita primitiva). La città, con le sue rovine, fa pensare alle atmosfere di “Ozymandias” di Coleridge. Bella la sorpresa finale con l’immagine dei suoi in barca e la rivelazione che la città perduta nel deserto è Venezia e lui si trova in Piazza San Marco. Ora, in caso di vittoria, puoi solo fargli incontrare qualcuno che motivi gli avvertimenti degli altri viaggiatori, rimasti inquietati dalla città (forse c’è qualche sopravvissuto nascosto?)

Punti deboli:
ti scrivo qui la frase corretta:
Alcuni dei viaggiatori che passavano per il villaggio…
Aperture nelle vecchie case erano decorati di simboli in apparenza familiari, ma che tuttavia non sapeva decifrare.
Via il dettaglio della scritta con il nome della Piazza. Se non la sa leggere, è meglio mostrare cosa c’è. Io pensavo anche a pezzi del campanile, delle statue, oltre che al leone alato.



La mia classifica è soffertissima, siete tutti autori bravissimi:

PICCOLO MONDO di Giuliano Cannoletta

UN MONDO ALLA ROVESCIA di Gabriele Dolzadelli

SPECCHIO DELL’ANIMA di Gennibo

LA MOGLIE DELL’ARTISTA di Filippo Mammoli

LA PROSPETTIVA DI GAIA di Marcod

DUE LATI DELLA VITA di Sirimedho Stefano De Luca

ENERGIA, EMOZIONI, di Mauro Lenzi

VIAGGIO NELLA CITTA’ ANTICA di Andrea Furlan

LO SAPEVO…di Walter Loggetti

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Re: Gruppo HORROR IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » martedì 26 gennaio 2021, 14:56

Avete ricevuto tutti i commenti e questo vuol dire che posso cominciare a mia volta a commentarvi.

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Re: Gruppo HORROR IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

Messaggio#13 » venerdì 29 gennaio 2021, 1:04

Nel vostro gruppo viene squalificato per mancati commenti Walter Loggetti con il suo racconto LO SAPEVO. Da regolamento, la classifica finale del gruppo verrà calcolata al netto del suo racconto. L'autore squalificato lo sarà anche per la prossima edizione.

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Re: Gruppo HORROR IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

Messaggio#14 » venerdì 29 gennaio 2021, 14:09

Ecco a voi i miei commenti e classifica per il vostro gruppo! Complimenti a tutti!

1) Picccolo mondo, di Giuliano Cannoletta
Mi è piaciuto molto e non arrivo al pollice su solo per una partenza un po' complicata con quel dito sul quale richiami l'attenzione e che solo in seconda battuta ho capito muoversi su uno schermo touch, va revisionato per renderlo più diretto e immergere immediatamente il lettore nel contesto. Per il resto, gestisci senza strafare e proprio questo è il punto di forza del racconto perché fa arrivare la storia e anche un certo messaggio, in più ben declinando il tema. Ti avverto, sono molto lento nel portare i racconti in Vetrina dal Laboratorio, ma mi piacerebbe (nel caso tu non passassi in finale) che tu lo rilavorassi là in modo da poterlo poi pubblicare. Pollice quasi su e ti metto davanti ai parivalutati racconti di Mammoli e Valerio perché ritengo che la problematica che ho qui riscontrato sia meno "strutturale".
2) La moglie dell’artista, di Filippo Mammoli
A livello formale, quasi perfetto. Si legge che è un piacere e si apprezza una prosa assolutamente ben gestita, senza punti deboli. Però (ecco il però) alla fine non mi sono tornati due punti: 1) ok, lei sbandiera di non essere sposata, ma per come l'hai messa ho anche pensato a un'accompagnatrice a ore utilizzata per dieci anni per gli eventi mondani per coprire l'omosessualità dell'artista, quindi penso che dovresti dedicare qualche parola in più per definire meglio, 2) Liuba appare dal nulla e risolve il suo blocco interno dandole una forte sferzata in una certa direzione, molto bene, ma il tutto sembra davvero troppo veloce e ho pensato che avresti dovuto complicarti la vita entrando ancora più addentro alla tua protagonista e citando la stessa Liuba prima di presentarla nel finale, per preparare la svolta. Detto questo, per me un pollice quasi su che finisce davanti al parivalutato racconto di Isabella Valerio per questa prosa davvero eccezionale che credo sia la prima volta che mostri con questa forza nell'Arena. Bravo.
3) Specchio dell’anima, di Isabella Valerio
Molto intenso con pochi punti da risolvere e te li hanno sottolineati. Ne aggiungo uno che ritengo sostanziale e che, per quanto mi riguarda, è il vero problema del racconto: dovresti darci di più dell'altro e del loro passato insieme. Ci arriva solo il desiderio di riaverlo e la sua ritrovata dipendenza (futuro) dalle sigarette, ma se ne mentre che racconti il tutto ci seminassi qualche elemento caratterizzante il suo amato, allora credo che si raggiungerebbe un più alto livello di empatia e di richezza della scena. Su tema, credo ti sia focalizzata sull'immagine dei due insieme e suo fatto che, pur essendo nello specchio, le fosse dentro il cuore, quindi più che ok. Per me un pollice quasi su, tutto sommato.
4) Energia, emozioni, di Mauro Lenzi
Parto sottolineando il fatto che il racconto non è sovradimensionato per la sua lunghezza, però ha delle problematiche che ritengo importanti e che andrebbero risolte in fase di revisione. In primis, mi sei sembrato incerto nel delineare la situazione: il protagonista sapeva che ad espettarlo era il professore e allora perché definirlo in prima battuta come UN UOMO ALLAMPANATO? Ci porti lontano dalla situazione in cui stai cercando di immergerci. Devi essere più diretto, andare dritto al punto, con quell'UOMO ALLAMPANATO ti sei giocato buona parte dell'intro e dell'immediatezza che ne sarebbe derivata. Ci sono in seguito anche alcune incertezze, la più fastidiosa la ripetizione di SOLO in una stessa frase, ma mi concentrerei su due altre problematiche: la prima, quasi accessoria, legata al fatto che una volta che il protagonista ha già fatto notare al prof che non si era nell'epoca romana e questo avesse acconsentito continuando a scorrere il tempo, allora andava dato un impulso più netto alla richiesta del prof di "sganciare la bomba" in quella determinata epoca, un senso di urgenza dal quale il protagonista non avrebbe potuto sottrarsi nonostante non fosse quello che si stesse aspettando. Infine, la chiusa: consegnata la bomba (i progetti), la storia dovrebbe cambiare immediatamente a meno che 1) la stessa non fosse stata capita dai soldati cui era stata consegnata e quindi fosse andata persa oppure 2) si fosse entrati in una sorta di doppio presente con la linea dei due protagonisti che proseguiva invariata mentre se n'era creata una seconda nella quale, effettivamente, la visione di Dick si fosse materializzata. Insomma, quando si affrontano i viaggi nel tempo occhio a questo aspetto. Molto buona la trattazione del tema. Per me, nonostante quanto detto, un pollice tendenteverso l'alto in modo convinto non tanto per l'esecuzione quanto per quello che mi ha lasciato quindi ti posiziono davanti al racconto pari valutato di Dolzadelli (per una questione di mera preferenza sul tema trattato).
5) Un mondo alla rovescia, di Gabriele Dolzadelli
Molto bella l'idea anche se ho visto (rivisto) da poco il corto della Pixar nel quale gli spazzini salgono sulla Luna raggiungendola da una barchetta e spazzando i pezzi di stella dorati, roba totalmente diversa dal tuo concept, ma che già solo per l'immagine iniziale mi ha fatto partire il motivetto del cortometraggio e mi sta risuonando anche ora che sto commentando :) Detto questo, molto bene la prima parte, ho percepito uno stacco troppo netto sul salvataggio del vecchio, al punto da chiedermi se non ci trovassimo dall'altra parte, cosa che poi ho escluso. Questo unito alla veloce riflessione dell'anziano, affermazione che doveva ricondurre al quid alla base del tutto, mi ha fatto terminare la lettura senza quell'entusiasmo con il quale l'avevo condotta fino a quel punto. Mi sembra, insomma, che i fili non confluiscano verso un'intrecciata conclusiva convincente. Tema affrontato alla grande. Per me un pollice tendente verso l'alto in modo solido anche se non brillante.
6) Viaggio nella Città Antica, di Andrea Furlan
Si, quel SAN MARCO letto dal narratore alla fine è davvero brutto e ti consiglierei di ascoltare Lauro e sbattertene del fatto che lo sapesse o meno leggere, ma facendolo comunque passare dal suo POV. Detto questo, mi ritrovo in praticamente tutto quello che ti è stato detto e soprattutto nella questione della foto che sbuca dal nulla e risolve troppo in fretta. Credo che il racconto avrebbe avuto un valore senza la chiusa "a ritornare": portalo nella Città e lì lascialo seminando nel lettore qualche possibile soluzione, ma senza risolverlo. Il tema, proprio per come chiudi con la foto, ci sta tutto, ma essendo la questione stessa della foto una problematica rilevante, va rivisto. Molto bello il setting, non mollarlo. Concludendo, per me un pollice tendente verso l'alto in modo non brillante che finisce davanti al parivalutato racconto di De Luca per uno sviluppo meno problematico.
7) Due lati della vita, di Stefano De Luca
Trovo sempre piacevole leggere i tuoi testi per la positività che sono in grado di trasmettere. Detto questo, credo che qui ci siano due problemi rilevanti: 1) la suddivisione in due parti (nomi davvero bruttini) non mi sembra gestita al meglio e, nonostante abbia letto e condivida le tue motivazioni, il disequilibrio tra esse mi appare disfunzionale, 2) giri troppo attorno alla questione del rivelare che si tratta di una quercia e sei quindi costretto a usare spazio che, invece, avresti potuto usare in un altro modo. Per revisionare partirei proprio dal time lapse che hai menzionato in una risposta e lo renderei davvero tale, senza stacchi tra due parti con un procedere lineare in cui dai più spazio alla quercia (più durevole nel tempo e con un approccio diverso allo stesso) intervallandolo con il passaggio degli umani (e magari non gli stessi perché allora si andrebbe a perdere il disequilibrio tra il tempo percepito) e lo farei diretto, senza fronzoli, senza nascondere o girare intorno alle identità. Bene l'uso del tema. Per tutto quanto detto sopra per me questo è un pollice tendente verso l'alto, ma in modo un pelo stiracchiato.
8) La prospettiva di Gaia, di Marcod
Le idee sono già tutte state utilizzate (o perlomeno la magior parte) e allora a fare la differenza è il come vengono esposte. Il problema qui è che il racconto è imperniato su un'idea tra le più sfruttate soprattutto e non aggiunge molto, pur essendo scritto bene e piacevole alla lettura. In più, come ti ha fatto notare il Vecchiocallaghan, tendi a sovradimensionare l'uomo dandogli più spazio di quello che merita per una Terra che ha vissuto crisi anche ben peggiori di quella attuale (che crisi, semmai, è per l'uomo stesso che vede modificarsi le condizioni che gli sono necessarie per vivere quando le stesse non sono mai state date per certe e assolute nella storia e anzi si sono verificate in contemporanea con l'adattamento della nostra specie). Tema ben trattato. Per me un pollice ni che tende verso il positivo per il bello stile che dimostri.

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