LA FINALE: Commenti e classifica di Massimiliano Enrico

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LA FINALE: Commenti e classifica di Massimiliano Enrico

Messaggio#1 » lunedì 8 marzo 2021, 19:19

Ciao a tutti, è da tanto che non passo a commentare i racconti di MC, occasione meravigliosa per sproloquiare non capendo nulla.
Non leggo i commenti degli altri partecipanti per non farmi influenzare (e perché faccio sempre tutto all'ultimo minuto) quindi se faccio commenti su cose che sono già stati spiegate o eccessivamente ripetitive abbiate pazienza. Cerco di non focalizzarmi su dettagli poco utili come i refusi che sono ovviamente sempre presenti.

P.s. una nota personale. La volete smettere di scrivere così bene? Vi rendete conto di quanto sia difficile fare una classifica non potendo mettere tutti sul podio?


Classifica

1 - La domanda di Debora Dolci
2 - Femme fatale di maurizio ferrero
3 - LA LEGGE DELLA GIUNGLA di Matteo Mantovani
4 - Come un rifiuto di Luca Fagiolo
5 - La ballata degli sconfitti di Alessandro Canella
6 - Il diavolo non c’era, ancora di Polly Russell
7 - Martirio di Pretorian
8 - L'ultima evasione di Giuliano Cannoletta
9 - L’ultimo raccolto di Emiliano Maramonte
10 - Il portiere di riserva di Andrea
11 - A domani, amore mio di Davide Mannucci
12 - Vino profumato Di Eugene FItzherbert



Femme fatale, di Maurizio Ferrero
Come mi aspettavo il racconto è molto ben gestito, immersivo e gli indizi sparpagliati senza mai farli cadere dall'alto. La tecnica è sicuramente ottima, praticamente dalle prime righe abbiamo la personalità dei due protagonisti spiegata e mostrata senza bisogno d'altro.
La storia mi è piaciuta molto e stavo pregustando l'inversione fin da quando ho visto la riga vuota, hai creato in me una aspettativa notevole.
Mi è piaciuto come si sia vestita da 'porca' alla moda dei film e di come lui ci sia cascato come niente.
L'unica nota stonata è nel cambio di ruoli che mi aspettavo ma avviene in modo un poco nebuloso. Credo di aver capito che il cambio di atteggiamento avviene nel momento della minaccia non troppo velata di lui "se tuo padre non fosse un carabiniere" e ci sta ma l'ho sentita debole per una rottura così radicale da parte di una ragazza altrimenti molto 'sottomessa' nei suoi atteggiamenti.
In generale direi che è un ottimo racconto.

Martirio, di Agostino Langellotti
Bella storia, adoro torture e inquisizione quando non sono contro di me.
Il personaggio di Raymond è ottimo. Un pochino meno il protagonista che anche se portatore del POV resta distante. Probabilmente sulla prima parte hai dovuto stringere a causa dei caratteri ma si sente molto la voglia di dare spazio alla situazione.
Qui un unico appunto ma giusto per pignoleria. Hai più volte ripetuto Raymond, tanto che il protagonista sembra stupito dal suo comportamento mentre dovrebbe esserci più che abituato.
Quando hai detto carabina mi sono immaginato una ambientazione alla War Hammer fantasy che in effetti può calzare bene.
Nella seconda parte ho alcuni appunti da farti, sempre da pignoleria.
Mi chiedo il perché di:
- Lo abbiamo trovato, Raymond.
Il mio assistente annuisce.

Avrei risparmiato caratteri con un:
- Lo abbiamo trovato, Raymond.
Annuisce. Lascia i ferri e prende...

Sarebbe stato meno distaccata come frase.
Sento che cerchi di dare un senso di urgenza ma non mi arriva. Mi sembra più una scena da film in cui vogliono far vedere l'ambiente anziché focalizzare sell'azione. Magari è solo una impressione mia.
"Ci avviciniamo. Gli sposto il cappuccio del saio" Come ha fatto a vedere gli occhi sul volto se aveva il cappuccio?
In sostanza è un bel racconto, scorre bene, abbastanza immersivo da essere godibile anche se forse traballa in alcuni punti, si legge e si gusta bene però ha qualche magagna che va aggiustata in fase di editing.
Lo vedrei molto bene come parte di una serie di racconti brevi per call of chtulhu o war hammer fantasy.
Tema: non posso dire che non sia azzeccato ma non ho sentito il senso di urgenza che mi sarei aspettato per aderire pienamente al tema.

L’ultimo raccolto, di Emiliano Maramonte
Mi piace moltissimo come hai creato l'atmosfera in 3 parole.
Mi piace molto men il POV che hai usato. Non è stabile, mi da l'impressione di saltare ora in prossimità del protagonista ora a distanza. In certi punti sembra persino una terza persona onniscente.
Per un racconto così emozionale avrei scelto una prima persona, magari più difficile ma di impatto meraviglioso o una seconda persona che sarebbe stata sicuramente una lettura molto interessante.
Ci sono alcuni punti che mi hanno lasciato perplesso. Ad esempio il peso dei floricarne, sono frutti, ne raccoglie una dozzina e poi non riesce più ad alzare il sacco, in pratica sono delle noci di cocco ma quando ho letto quella frase mi sono dovuto fermare e tornare indietro... e questo ovviamente mi ha buttato fuori dal racconto.
Un'altra nota che non comprendo è il fatto che i mostri sono ciechi ma hanno un eccellente olfatto. Non è che urlare il conto alla rovescia aiuti a tenerli lontani, sono ciechi non c'è scritto che sono sordi. Se hanno un bunker, fucile e orologi dovrebbero avere anche walkie talkie con cui parlare ad esempio. Anche questo dettaglio mi ha lasciato molto perplesso.
E infine l'ultimo dettaglio, la storia scorre liscia, è scritta bene (a parte quanto detto sopra) ma il finale è telefonato fin da quando dice "ho quasi finito". Chiarisco anche che per me non è un difetto, non sono del partito della sorpresa a ogni costo, però può penalizzarti in un contest come questo.
Sarebbe però molto interessante leggere la continuazione, magari in una La sfida a...

Il diavolo non c’era, ancora di Polly Russell
Bella storia. Apprezzo tantissimo la tua capacità di rendere le parti della tortura vivide e presenti.
Ci sono alcune parti che non ho capito, ad esempio la goccia ogni sette secondi. Posso intuire lo scopo ma viene lasciata lì senza altro uso.
Sono combattutto su padre Livio, non mi è chiaro se è uno strumento dell'inquisitore per far abbassare le difese di Luca o solo un 'oggetto' di scena per portare il cordiale. Avrei voluto leggerne di più, come anche della levatrice che è il punto su cui ruota tutta la storia ma viene appena accennata.
Bella l'idea che fosse con lei per amore e quindi sia lui il peccatore.
L'inversione finale con lui che si trasforma in uno stregone per salvarla e dannandosi per sempre mi è piaciuta molto anche se devo ammettere che mi sembra un poco tirata per i capelli, però ha dato un senso al titolo che prima non aveva.
L'appunto principale che posso muoverti è quello del punto di vista un poco ballerino. In alcuni momenti mi ha fatto perdere il ritmo il che è un vero peccato per un racconto così teso e ben studiato.
Il tema è centrato in pieno.

La ballata degli sconfitti, di Alessandro Canella
Bella storia, trasuda pulp e racconti di boxe vecchio stile con gli incontri truccati e i mafiosi che li gestiscono.
Hai reso molto bene l'ambientazione.
Mi ha però molto spiazzato il fatto che l'allenatore sia dolorante, perché? quando? Chi? Invece passi subito a parlare di Remo e morta lì.
Il dettaglio della cerniera che si inceppa forse è utile a indicare materiale di scarsa qualità ma dovendo valutare per un contest a caratteri limitati mi suona come uno spreco di caratteri.
Mi piace come hai mantenuto il punto di vista anche se c'è qualche perdita di ritmo. O meglio, il ritmo non aumenta con il passare del tempo e infatti il finale non mi ha colpito. Devo ammettere che mi ha spiazzato molto di più vedere entrare il cane che non scoprire che è Remo a vincere (cosa che avevi già preannunciato con quel 'fai il cazzo che ti pare' prima).
Remo stesso mi ha lasciato un po' perplesso. Probabilmente è solo un problema di spazio però lo hai dipinto come il Blaster di Master Blaster in Mad Max, troppo stupido per capire cosa sta facendo. Già quando lo descrivi nello spogliatoio si capisce che il finale sarà contro di loro.
Bella l'idea che Remo deve resistere 3 minuti prima di vincere, una bella trovata soprattutto visto il tipo di avversario.
Avrei risparmiato qualche carattere nella prima parte per dare più spazio allo scontro che invece ne risulta penalizzato.
In generale un bel racconto, interessante e strutturato bene, sarebbe bello rileggerlo dandogli più spazio per le varie parti e caratterizzando meglio il protagonista e il suo rapporto con Remo.

Vino profumato, di Eugene FItzherbert
Devo ammettere che l'unica cosa che ritengo centrata è il tema. Si sente l'urgenza in tutta la narrazione.
Solo che trovo il tutto molto confuso.
A partire dalle stalle fredde... le stalle sono storicamente il luogo in cui si riunivano le famiglie per stare al caldo e quando hai parlato di aconito ho capito che l'ambientazione non era attuale.
Hai reso molto bene le punizioni corporali e soprattutto il modo in cui Ines le ha integrate nel suo mondo e nella sua quotidianità.
Mi ha molto infastidito il tradimento che come lettore ho subito nel finale. Per tutto il tempo Ines dice di voler far parte del gruppo, di diventare la beniamina, di voler prestare servizio. E ne è così convinta che accetta le punizioni corporali come parte della sua realtà e poi alla fine scopriamo che il suo obiettivo era ucciderle tutte.
Anche il fatto che la 'maestra' sia colei che va a prendere il vino e non si stupisce minimanete di vedere Ines e non colei che aveva incaricato mi ha fatto storcere il naso.
Ovviamente per motivi di tempo, questo lo capisco, ma un convento, soprattutto nei tempi in cui è ambientato il racconto, aveva una struttura estremamente precisa. Nel caso specifico si sarebbe dovuto parlare di Badessa o Priora e chi si occupa delle novizie non è chi si occupa della preghiera. Ma in ogni caso chiunque fosse avrebbe dovuto stupirsi in primis della mancanza di Beatrice e poi del forte odore pungente di aconito.

La domanda, di Debora Dolci
Capisco perfettamente l'esigenza di presentare mille partecipanti e di limitare i caratteri al massimo ma dire chi entra in chat come se ci fosse la voce fuori campo non mi è piaciuto molto. Anche se ammetto essere un problema molto marginale.
La battuta su Lutero è meravigliosa.
La partenza lenta, i tempi e i personaggi appena tratteggiati eppure palesi sono ottimi.
Il racconto fila senza problemi, si legge bene e il finale è perfetto.
Anche il modo in cui hai inserito il tema mi è piaciuto moltissimo.
La scelta di puntare tutto sui dialoghi è azzeccatissima e dà un valore aggiunto al racconto.

Come un rifiuto, di Luca Fagiolo
Un racconto da mazzate sullo stomaco, molto bello. Mi è piaciuto il riferirsi al Rodomonti come se non fosse un personaggio ma il fulcro della comunità che quindi rende tutta l'ambientazione ancora più sporca e degradata. Il grand'uomo a cui tutto è dovuto.
Il passaggio alla violenza immediata senza intermezzi fa molto Sin City.
Azzeccatissimo il finale con la ragazza che la riconosce come prostituta e obbliga il ragazzo ad andare via come avesse paura di una qualche ritorsione di qualche tipo, ha il difetto che i dialoghi sono un poco stiracchiati rispetto ai precedenti. Forti emotivamente ma meno 'naturali'
Un gran bel pezzo solo che non ci vedo il tema. Ho colto l'accenno ma sembra proprio gettato giusto perché ci vuole.

A domani, amore mio, di Davide Mannucci
Racconto fortemente emozionale che rende difficile staccarsi per fare commenti tecnici.
Il tema è centrato in pieno, non ci sono dubbi.
Però il tutto mi ha molto confuso. A un certo punto non ho capito se il malato è realmente presente o è nella mente della donna. Ci sono molte informazioni poco utili a livello pratico (i quarant'anni di separazione ad esempio) o poco comprensibili (le lamette che immagino dovessere creare una immagine nella mente del lettore).
Non mi è stato chiaro se si trovano in casa e la figlia ha chiamato il prete o se sono in una clinica e ci sono anche dei dottori.
Ho come l'impressione che tu volessi rendere la confusione nella mente della donna (magari sbaglio) ma temo che il risultato sia stato di confondere me.

L'ultima evasione, di Giuliano Cannoletta
Direi che il tema è perfettamente centrato.
Un bel pezzo sobrio, ben scritto con il coraggio di dividersi in così tanti momenti nonostante la limitatezza dei caratteri.
Ci sono alcune sbavature che andrebbero riviste in fase di editing, verbi sensoriali, avverbi e simili che si potrebbero tranquillamente togliere (e avresti risparmiato caratteri).
Molto interessante come hai caratterizzato i comprimari con frasi brevi e immediate.
Anche se il finale era quasi certo hai reso il suo stupore in modo egregio.
M spiace solo che l'ultima scena sia volata via così velocemente, quell'ultimo minuto avrebbe dovuto diventare eterno per trasformare il racconto in qualcosa di veramente magistrale.

LA LEGGE DELLA GIUNGLA, di Matteo Mantovani
Tema centrato in pieno.
Idea geniale, un vero lampo di genio, tuo nello scriverlo e dell'indiano nel realizzarlo.
Il racconto scorre molto bene, il senso di urgenza si sente. Il modo in cui hai introdotto i coprotagonisti forse potrebbe essere limato un poco ma visto i tempi di MC ci sta tutto.
Se posso fare un appunto avrei calcato la mano sul tempo del protagonista passato a bilanciare la necessità di arrivare in tempo al treno e quella di dire la verità. Sarebbe stato interessante dilatare quel momento che invece hai quasi liquidato di fretta.

Il portiere di riserva, di Andrea Spinelli
Tema centrato.
Non capendo assolutamente niente di calcio non faccio affermazioni sulla terminologia usata e la prendo per corretta. Mi piace come hai strutturato il racconto, semplice, diretto, veloce. C'è un po' di confusione nella parte centrale, forse voluta ma asciugabile. Il tratteggio dei personaggi è ben fatto, semplice e essenziale. Anche quel "I miei compagni mi guardano senza fiatare" che dice e non dice lasciando in sospeso il giudizio dei compagni di squadra è ben piazzato.
Il finale aperto bilancia la linearità del racconto, mi aspettavo che finisse così dal momento in cui hai introdotto la figlia, era inevitabile ma corretto.
Ci sono alcuni dettagli che lasciano un po' di amaro. In alcune situazioni dai l'imbeccata ai lettori, ad esempio in quel "Von Kiappen, il nostro mediano incontrista di origine olandese". Lui lo sa perfettamente, non lo direbbe mai a se stesso. Così come in alcuni momenti ci dici prima cosa è successo e poi lo mostri come ad esempio in "Attenti!” Cuccureddu alza le braccia verso il cielo limpido di giugno. Il numero 8 loro ha fatto un tunnel a Di Napoli..."
Direi che sono comunque tutti 'errori' veniali visto il poco spazio e tempo per la scrittura.
Se posso fare un appunto su cosa avrei voluto invece è il contrasto interiore. Lui non è mai realmente in dubbio e sapere che c'è la figlia da una certezza assoluta al lettore su come si svolgerà il racconto.



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