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Giovanni Attanasio
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Messaggio#1 » lunedì 15 marzo 2021, 23:21

Non puoi
di Giovanni Attanasio

Sembra il mercato del pesce. Papà mi ci portava ogni mattina presto, mi diceva che ci saremmo divertiti e io gli credevo, perché lo amavo. Ora papà è morto, e chi lo ha ucciso stringe l’estremità di una lunga catena. All’altro capo ci sono io, io e tante altre ragazze. Loppe è alle mie spalle, frigna. Questo è un mercato del pesce, sì. Siamo noi a essere in vendita, odoriamo di mare e siamo coperte di sangue e liquami. Vorrei avere le squame. Sarebbero comode: uno strato in più per proteggermi da queste mani rugose.
 «Hine bejir bjzi!»
 È quella loro orrida lingua. Odiosa. Pure le parole sembrano irsute, più dure dei peli che hanno sul petto.
 «Saevz?»
 Mi fissano. Le spade gocciolano ancora delle grida dei miei fratelli e sorelle.
 Un altro di loro scuote le spalle. «Parla di te.» Usa la mia lingua.
 Che vuole? Me ne devo andare, questo è quello che voglio io. Non me ne frega niente di lui.
 «Mi senti?»
 Nego col capo e quello con la blusa color livido sputa: «Saevz jej fcivfe, pezin bi.»
 Mi spinge col bastone. Tutte le altre fanno un passo avanti.
 «Io scappo, Loppe.» Mormoro masticando i capelli, unica fonte di nutrimento da giorni.
 «No, stupida. Ti uccidono. O peggio!»
 I suoi occhi accennano qualcosa. Ci sono passi, una corsa furiosa e le grida di una ragazzina. Una lancia trova il suo cuore. Poi due mani le sue gambe. Non voglio guardare.
 Vi ammazzerò tutti, bastardi infami: non mi piegherò.

Sono come l’albero vicino casa: nemmeno lui voleva piegarsi, così mio padre gli ha tagliato un ramo. Come l’albero, io e Loppe abbiamo ceduto.
 Questa camera potrebbe ospitare l’intero villaggio. Adesso ancor di più, visto che siamo stati decimati.
 «Bly, vuoi ancora scappare?»
 Sono sorda, Loppe. Non ripetere quella domanda.
 «Bly?»
 «Che ti hanno fatto?» le lenzuola puzzano di rabbia. Macchie rosse. Strappi sui cuscini: gli artigli di un’animale messo alle strette, delle mie sorelle messe a quattro zampe. «Perché adesso vuoi scappare?»
 «Il loro seme ci uccide. L’ho sentito dire.»
 «Non è vero.»
 Loppe mi prende il viso tra le mani. Non fiata, ma io capisco. E lei pure. Mi mette due dita sul grembo, ascolta il silenzio in cerca di un terzo cuore nella stanza. «Chi?»
 «Il principe.»
 «Vuoi tenerlo?»
 Un cigolio. Io drizzo il capo, Loppe lo china.
 «Fe ze jfer ijviepe?» è il principe. Mi sfiora i capelli, poi aggrotta le sopracciglia. Loro sono così, i nobili: diffidenti.
 «Ne e geze gi jei» è la mia voce, sì. Gli ho confessato che Loppe sa di noi, la stessa Loppe che vibra con due gocce di rugiada incastrate tra le ciglia.

Non tutti gli alberi si piegano, ho scoperto. Nel giardino del principe c’è un albero senza un ramo, eppure tutti gli altri rami puntano al cielo. Mi ricorda Loppe. Io e lei parliamo poco ormai. Mi ha confessato di voler evadere. Lei non vuole dar loro figli, mi incolpa perché mi sono lasciata corrompere dal lusso, dai banchetti, dalle carezze. Cosa c’è di male? Chi altro può amarmi qui, se non il principe? Papà è morto. Tutti sono morti, o sono schiavi.
 «Voglio affetto,» cerco le dita di Loppe tra le lenzuola. Trovo altro. Freddo. Un coltello. Non sa che l’ho sfiorato.
 «Scappiamo, Bly. Ti prego.»
 È tardi, Loppe. Il principe entra in camera. Ci vede ed è felice. Siamo nude e siamo piccole, siamo graziose e morbide rispetto alle donne della sua razza.
 Mi bastano poche parole: «Loppe baene affigerzi.» Il principe rallenta.
 «Bly, che gli hai detto?»
 «Che non vedi l’ora di iniziare.» La bacio sulle labbra. «Ziej in!»
 Lui è veloce. È addestrato. Afferra le braccia di Loppe e la solleva di peso, i suoi seni rivolti a me e il suo sterno esposto. Ho il coltello tra le mani. Non puoi negarmi di restare, Loppe, non puoi.


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Messaggio#2 » lunedì 15 marzo 2021, 23:24

Ciao Giovanni! Caratteri maxi in questa edizione? ;) Parametri tutti rispettati, divertiti in questa SARA SIMONI EDITION!

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Massimo Tivoli
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Messaggio#3 » martedì 16 marzo 2021, 23:44

Ciao Giovanni,
racconto molto particolare, il tuo. Credo che la dinamica generale mi sia abbastanza chiara da poter affermare che il tema è centrato. Capisco pure che Bly e Loppe, e all’inizio tutta la loro tribù(?), sono prigioniere di oscuri e ignoti aguzzini, ma del resto la natura di quest’ultimi, nell’economia del racconto, non necessita di essere compresa. Capisco che Bly, dapprima ribelle, con Loppe invece remissiva, poi, si ricredono, fino a un’inversione drastica dei ruoli: Bly remissiva (in realtà traditrice) e Loppe ribelle che vuole evadere. La conclusione è la parte più chiara: si chiude l’arco di trasformazione di Bly che, addirittura, uccide la sua compagna di sventura, Loppe. Ci sono pezzi molto suggestivi e la tua è senz’altro una penna affascinante, che sa raggiungere picchi quasi poetici. Tuttavia mi è mancato un po’ il contesto in cui tutta la vicenda è calata, generando in me un senso di comprensione parziale del racconto. Sembra come se tu avessi scritto qualcosa di più lungo e complesso, per poi essere costretto a tagliarlo di qua e di là per rientrare nel limite di battute imposto dal contest. Ribadisco: sembra, non dico assolutamente che sia andata così. In sintesi, mi piace la tua scrittura, sia come stile sia come uso del RUE (Resist the Urge to Explain), sebbene in questo racconto mi sembra che tu l’abbia portato un po’ troppo all’estremo, minandone la comprensione piena. Nel complesso, resta un testo che mi ha colpito e intrattenuto bene, fino alla fine. Mi è piaciuto leggerlo, senz’altro.

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Giovanni Attanasio
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Messaggio#4 » mercoledì 17 marzo 2021, 10:30

Massimo Tivoli ha scritto:Ciao Giovanni,
racconto molto particolare, il tuo. Credo che la dinamica generale mi sia abbastanza chiara da poter affermare che il tema è centrato. Capisco pure che Bly e Loppe, e all’inizio tutta la loro tribù(?), sono prigioniere di oscuri e ignoti aguzzini, ma del resto la natura di quest’ultimi, nell’economia del racconto, non necessita di essere compresa. Capisco che Bly, dapprima ribelle, con Loppe invece remissiva, poi, si ricredono, fino a un’inversione drastica dei ruoli: Bly remissiva (in realtà traditrice) e Loppe ribelle che vuole evadere. La conclusione è la parte più chiara: si chiude l’arco di trasformazione di Bly che, addirittura, uccide la sua compagna di sventura, Loppe. Ci sono pezzi molto suggestivi e la tua è senz’altro una penna affascinante, che sa raggiungere picchi quasi poetici. Tuttavia mi è mancato un po’ il contesto in cui tutta la vicenda è calata, generando in me un senso di comprensione parziale del racconto. Sembra come se tu avessi scritto qualcosa di più lungo e complesso, per poi essere costretto a tagliarlo di qua e di là per rientrare nel limite di battute imposto dal contest. Ribadisco: sembra, non dico assolutamente che sia andata così. In sintesi, mi piace la tua scrittura, sia come stile sia come uso del RUE (Resist the Urge to Explain), sebbene in questo racconto mi sembra che tu l’abbia portato un po’ troppo all’estremo, minandone la comprensione piena. Nel complesso, resta un testo che mi ha colpito e intrattenuto bene, fino alla fine. Mi è piaciuto leggerlo, senz’altro.


Ciao!
A dire la verità l'unica cosa che ho un po' accorciato è il ruolo del principe, a cui avevo pure dato un nome che alla fine non ho usato. Per il resto ho messo tutto ciò che era stato pianificato ed è pure andata meglio, a livello di resa, di quanto pensassi. Il "non capire" è anche parte dell'esperienza, o no? (anche se io continuo a credere che il testo sia chiarissimo così) :P Del resto ricordiamoci che siamo in narrazione super immersa.
Che dire, spero di averti convinto abbastanza e alla prossima!
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Signor_Darcy
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Re: Non puoi

Messaggio#5 » mercoledì 17 marzo 2021, 11:41

Racconto quantomeno sorprendente, angoscioso, tragico. Ben scritto, senza barocchismi, con un uso che mi è piaciuto di lessico, analogie e figure retoriche (il mercato del pesce, “la blusa color livido”, le parole irsute, “Una lancia trova il suo cuore. Poi due mani le sue gambe”). Non trovo nemmeno particolari difetti, al netto dell’attenzione che richiede la lettura per identificare correttamente le figure in gioco e chi sta parlando in certi momenti.
Il tema si intravvede appena, ma lo intendo nel terrificante spirito di adattamento di Bly, disposta a tutto pur di sopravvivere.
Poco da aggiungere, a parte sottolineare la profondo tristezza che lascia questo racconto, purtroppo molto più attuale di quello che potrebbe sembrare.

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Giovanni Attanasio
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Messaggio#6 » mercoledì 17 marzo 2021, 12:32

Signor_Darcy ha scritto:Racconto quantomeno sorprendente, angoscioso, tragico. Ben scritto, senza barocchismi, con un uso che mi è piaciuto di lessico, analogie e figure retoriche (il mercato del pesce, “la blusa color livido”, le parole irsute, “Una lancia trova il suo cuore. Poi due mani le sue gambe”). Non trovo nemmeno particolari difetti, al netto dell’attenzione che richiede la lettura per identificare correttamente le figure in gioco e chi sta parlando in certi momenti.
Il tema si intravvede appena, ma lo intendo nel terrificante spirito di adattamento di Bly, disposta a tutto pur di sopravvivere.
Poco da aggiungere, a parte sottolineare la profondo tristezza che lascia questo racconto, purtroppo molto più attuale di quello che potrebbe sembrare.


Ciao.
Ti dico solo due parole sul tema, perché sul resto non posso che essere contento di ciò che hai detto.
In realtà sono contento di tutto, dai, ma sul tema voglio precisare che sì, è vero che si intravede e basta, ma come tu stesso dici è tutto centrato sul cambio di "prospettiva" di Bly che arrivata a quel punto non ha altra scelta che mettere radici. Mi seccava andare per "mettere radici" visuali, capisci? Non è mai il corpo a metter radici, per noi umani, ma l'anima.
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Lilith_luna
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Re: Non puoi

Messaggio#7 » venerdì 19 marzo 2021, 10:49

Ciao Giovanni, mi è piaciuto molto il tuo racconto, dall'inizio alla fine.
In particolare ho apprezzato tanto alcune descrizioni come le parole irsute (davvero meritevole questa), la puzza di rabbia e il cercare il terzo cuore. Sono cose che mi hanno dato quel colore in più, quel tocco di personalità.
La situazione è perfettamente chiara, sebbene all'inizio abbia fatto un pochino fatica a capire chi stesse parlando. Il tema è centrato e mi piace il fatto che non sia esplicito come in altri racconti (il mio in primis) in cui si utilizza proprio la frase all'interno del testo. È delicato, sensato.
Molto buono il cambio di prospettiva, espresso bene sia dall'interiorità della protagonista che dai dialoghi. Non me lo aspettavo e questo è un altro punto a tuo favore.
L'unica sciocchezzuola che posso farti notare è che non hai messo la maiuscola ad alcune parole dopo una battuta di dialogo:
«Che ti hanno fatto?» le lenzuola
«Fe ze jfer ijviepe?» è il principe.
«Ne e geze gi jei» è la mia voce, sì.
«Voglio affetto,» cerco le dita di Loppe (qui andrebbe il punto perché la frase non prosegue dopo)
Per il resto nulla da dire. Bravo.

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Giovanni Attanasio
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Messaggio#8 » venerdì 19 marzo 2021, 11:02

Lilith_luna ha scritto:Ciao Giovanni, mi è piaciuto molto il tuo racconto, dall'inizio alla fine.
In particolare ho apprezzato tanto alcune descrizioni come le parole irsute (davvero meritevole questa), la puzza di rabbia e il cercare il terzo cuore. Sono cose che mi hanno dato quel colore in più, quel tocco di personalità.
La situazione è perfettamente chiara, sebbene all'inizio abbia fatto un pochino fatica a capire chi stesse parlando. Il tema è centrato e mi piace il fatto che non sia esplicito come in altri racconti (il mio in primis) in cui si utilizza proprio la frase all'interno del testo. È delicato, sensato.
Molto buono il cambio di prospettiva, espresso bene sia dall'interiorità della protagonista che dai dialoghi. Non me lo aspettavo e questo è un altro punto a tuo favore.
L'unica sciocchezzuola che posso farti notare è che non hai messo la maiuscola ad alcune parole dopo una battuta di dialogo:
«Che ti hanno fatto?» le lenzuola
«Fe ze jfer ijviepe?» è il principe.
«Ne e geze gi jei» è la mia voce, sì.
«Voglio affetto,» cerco le dita di Loppe (qui andrebbe il punto perché la frase non prosegue dopo)
Per il resto nulla da dire. Bravo.


Ciao!
Chiarisco subito sulla punteggiatura nelle mie opere. Metto le maiuscole dopo ? oppure ! solo se voglio dare uno stop forte. Ci sono varie scuole di pensiero sulla punteggiatura nei dialoghi, basta sceglierne una e restare consistenti. In una di quelle ho proprio dimenticato la virgola nel copiare il testo "tradotto", lasciamo stare. xD
Grazie per le tue indicazioni e per il commento!
Alla prossima e buona edition.
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filippo.mammoli
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Re: Non puoi

Messaggio#9 » sabato 20 marzo 2021, 13:28

Ciao Giovanni,
Piacere di leggerti.
Devo dire che apprezzo molto il tuo stile e la tua scrittura pulita ed essenziale. Il ritmo è forte e adatto alla scena. Unica cosa mi è sembrato un po' brusco il passaggio dalle catene alla camera da letto e forse andava spiegato un po' meglio. Il tema credo ci sia anche se preso di striscio. Un racconto molto particolare ma piacevole anche se forse non è l'aggettivo più consono al tema che tratta.
Alla prossima.

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Messaggio#10 » sabato 20 marzo 2021, 14:59

filippo.mammoli ha scritto:Ciao Giovanni,
Piacere di leggerti.
Devo dire che apprezzo molto il tuo stile e la tua scrittura pulita ed essenziale. Il ritmo è forte e adatto alla scena. Unica cosa mi è sembrato un po' brusco il passaggio dalle catene alla camera da letto e forse andava spiegato un po' meglio. Il tema credo ci sia anche se preso di striscio. Un racconto molto particolare ma piacevole anche se forse non è l'aggettivo più consono al tema che tratta.
Alla prossima.


Ciao.
Ti spiego brevemente le ragioni che mi hanno portato al passaggio brusco. Anche se sembra un tono severo per iscritto, fidati che non lo è.
Una volta chiarito il setup- le catene- e fatto notare l'atteggiamento ribelle della protagonista, poi subito castrato dalla morte di un'altra prigioniera, come per dire "guardati bene dal fuggire", cos'altro aveva senso mostrare? È dunque naturale fare questo salto direttamente al dopo, no? alla situazione che serve per insinuare nella protagonista il dubbio sul se abbia senso scappare e, soprattutto, nel mostrare a noi e alla sua amica Loppe che lei è incinta. L'ultima sequenza è il risultato della sua scelta interna, il suo voler mettere radici nonostante tutto ciò che è accaduto al suo popolo.
Non l'ho spiegato brevemente, ma va bene uguale. Come ho già detto non ricordo dove, il fatto che non ci siano semi, alberi, boschi, piantine e altro, non significa che il tema sia stato sfiorato.
Alla prossima!
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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Davide Di Tullio
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Re: Non puoi

Messaggio#11 » sabato 20 marzo 2021, 16:16

Giovanni Attanasio ha scritto:Non puoi
di Giovanni Attanasio

Sembra il mercato del pesce. Papà mi ci portava ogni mattina presto, mi diceva che ci saremmo divertiti e io gli credevo, perché lo amavo. Ora papà è morto, e chi lo ha ucciso stringe l’estremità di una lunga catena. All’altro capo ci sono io, io e tante altre ragazze. Loppe è alle mie spalle, frigna. Questo è un mercato del pesce, sì. Siamo noi a essere in vendita, odoriamo di mare e siamo coperte di sangue e liquami. Vorrei avere le squame. Sarebbero comode: uno strato in più per proteggermi da queste mani rugose.
 «Hine bejir bjzi!»
 È quella loro orrida lingua. Odiosa. Pure le parole sembrano irsute, più dure dei peli che hanno sul petto.
 «Saevz?»
 Mi fissano. Le spade gocciolano ancora delle grida dei miei fratelli e sorelle.
 Un altro di loro scuote le spalle. «Parla di te.» Usa la mia lingua.
 Che vuole? Me ne devo andare, questo è quello che voglio io. Non me ne frega niente di lui.
 «Mi senti?»
 Nego col capo e quello con la blusa color livido sputa: «Saevz jej fcivfe, pezin bi.»
 Mi spinge col bastone. Tutte le altre fanno un passo avanti.
 «Io scappo, Loppe.» Mormoro masticando i capelli, unica fonte di nutrimento da giorni.
 «No, stupida. Ti uccidono. O peggio!»
 I suoi occhi accennano qualcosa. Ci sono passi, una corsa furiosa e le grida di una ragazzina. Una lancia trova il suo cuore. Poi due mani le sue gambe. Non voglio guardare.
 Vi ammazzerò tutti, bastardi infami: non mi piegherò.

Sono come l’albero vicino casa: nemmeno lui voleva piegarsi, così mio padre gli ha tagliato un ramo. Come l’albero, io e Loppe abbiamo ceduto.
 Questa camera potrebbe ospitare l’intero villaggio. Adesso ancor di più, visto che siamo stati decimati.
 «Bly, vuoi ancora scappare?»
 Sono sorda, Loppe. Non ripetere quella domanda.
 «Bly?»
 «Che ti hanno fatto?» le lenzuola puzzano di rabbia. Macchie rosse. Strappi sui cuscini: gli artigli di un’animale messo alle strette, delle mie sorelle messe a quattro zampe. «Perché adesso vuoi scappare?»
 «Il loro seme ci uccide. L’ho sentito dire.»
 «Non è vero.»
 Loppe mi prende il viso tra le mani. Non fiata, ma io capisco. E lei pure. Mi mette due dita sul grembo, ascolta il silenzio in cerca di un terzo cuore nella stanza. «Chi?»
 «Il principe.»
 «Vuoi tenerlo?»
 Un cigolio. Io drizzo il capo, Loppe lo china.
 «Fe ze jfer ijviepe?» è il principe. Mi sfiora i capelli, poi aggrotta le sopracciglia. Loro sono così, i nobili: diffidenti.
 «Ne e geze gi jei» è la mia voce, sì. Gli ho confessato che Loppe sa di noi, la stessa Loppe che vibra con due gocce di rugiada incastrate tra le ciglia.

Non tutti gli alberi si piegano, ho scoperto. Nel giardino del principe c’è un albero senza un ramo, eppure tutti gli altri rami puntano al cielo. Mi ricorda Loppe. Io e lei parliamo poco ormai. Mi ha confessato di voler evadere. Lei non vuole dar loro figli, mi incolpa perché mi sono lasciata corrompere dal lusso, dai banchetti, dalle carezze. Cosa c’è di male? Chi altro può amarmi qui, se non il principe? Papà è morto. Tutti sono morti, o sono schiavi.
 «Voglio affetto,» cerco le dita di Loppe tra le lenzuola. Trovo altro. Freddo. Un coltello. Non sa che l’ho sfiorato.
 «Scappiamo, Bly. Ti prego.»
 È tardi, Loppe. Il principe entra in camera. Ci vede ed è felice. Siamo nude e siamo piccole, siamo graziose e morbide rispetto alle donne della sua razza.
 Mi bastano poche parole: «Loppe baene affigerzi.» Il principe rallenta.
 «Bly, che gli hai detto?»
 «Che non vedi l’ora di iniziare.» La bacio sulle labbra. «Ziej in!»
 Lui è veloce. È addestrato. Afferra le braccia di Loppe e la solleva di peso, i suoi seni rivolti a me e il suo sterno esposto. Ho il coltello tra le mani. Non puoi negarmi di restare, Loppe, non puoi.


Ciao Giovanni, piacere di leggerti. Ho apprezzato il concept del tuo racconto. L'arco tragico è scandito in maniera equilibrata. Non sono sicuro però di aver capito affondo l' esigenza di uccidere Loppe. Perchè non laciarla evadere e basta? Avrebbe avuto senso se Loppe le avesse impedito di scappare, non il contrario, ma forse mi è sfuggito qualcosa.
Ci sono poi espressioni bizzarre. Alcune si tollerano e sono abbastanza esplicative ("le lenzuola puzzano di rabbia" o "le parole sembrano irsute") altre decisamente no: " Le spade gocciolano ancora delle grida dei miei fratelli e sorelle". Mi sembra un'esagerazione. Oltre che interrompere la sospensione di incredulità, mi pongono interrogativi sul perchè la raggazza parli in questo modo, cosa che ovviamente interferisce con il flusso di lettura. Ci sono, inoltre, dei passaggi poco chiari su chi stia parlando. Nel complesso un racconto godibile, con qualche passaggio poetico di troppo.

a rileggerci!

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Giovanni Attanasio
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Re: Non puoi

Messaggio#12 » sabato 20 marzo 2021, 17:27

Davide Di Tullio ha scritto:Ciao Giovanni, piacere di leggerti. Ho apprezzato il concept del tuo racconto. L'arco tragico è scandito in maniera equilibrata. Non sono sicuro però di aver capito affondo l' esigenza di uccidere Loppe. Perchè non laciarla evadere e basta? Avrebbe avuto senso se Loppe le avesse impedito di scappare, non il contrario, ma forse mi è sfuggito qualcosa.
Ci sono poi espressioni bizzarre. Alcune si tollerano e sono abbastanza esplicative ("le lenzuola puzzano di rabbia" o "le parole sembrano irsute") altre decisamente no: " Le spade gocciolano ancora delle grida dei miei fratelli e sorelle". Mi sembra un'esagerazione. Oltre che interrompere la sospensione di incredulità, mi pongono interrogativi sul perchè la raggazza parli in questo modo, cosa che ovviamente interferisce con il flusso di lettura. Ci sono, inoltre, dei passaggi poco chiari su chi stia parlando. Nel complesso un racconto godibile, con qualche passaggio poetico di troppo.

a rileggerci!


Nella storia c'è uno scambio di ruoli. Nella prima parte Bly è quella che vuole scappare e Loppe ha paura. Nella seconda Loppe vuole fuggire perché, giustamente, non le va di essere prigioniera ma Bly ha ormai "messo radici".
L'espressione "delle spade" viaggia sullo stesso livello delle altre che sembrano esserti piaciute, non vedo davvero una differenza. Non puoi nemmeno dire che interrompono la sospensione, visto che quella che parla è Bly, che ha un suo trascorso e un suo modo di essere. O ti riferisci al linguaggio inventato? non credo.
Il fatto del "non si capisce chi parla" è un po' da approfondire. Alcuni non capiscono chi parla (o così dicono), altri sì. C'è pure da chiarire un'altra cosa: volete una bella narrazione immersa, o volete le paroline "disse" "strillò" etc? Fatemi sapere. :D
Sui passaggi poetici non so che dire. Immagino che la poesia di uno sia la norma per altri. Dico solo che sarebbe stato triste e strano far parlare Bly come un robot a cui non frega niente di ciò che è accaduto e trasformare la storia in un freddo articoletto di giornale.

Alla prossima!
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Re: Non puoi

Messaggio#13 » sabato 20 marzo 2021, 18:32

Giovanni Attanasio ha scritto:
Davide Di Tullio ha scritto:Ciao Giovanni, piacere di leggerti. Ho apprezzato il concept del tuo racconto. L'arco tragico è scandito in maniera equilibrata. Non sono sicuro però di aver capito affondo l' esigenza di uccidere Loppe. Perchè non laciarla evadere e basta? Avrebbe avuto senso se Loppe le avesse impedito di scappare, non il contrario, ma forse mi è sfuggito qualcosa.
Ci sono poi espressioni bizzarre. Alcune si tollerano e sono abbastanza esplicative ("le lenzuola puzzano di rabbia" o "le parole sembrano irsute") altre decisamente no: " Le spade gocciolano ancora delle grida dei miei fratelli e sorelle". Mi sembra un'esagerazione. Oltre che interrompere la sospensione di incredulità, mi pongono interrogativi sul perchè la raggazza parli in questo modo, cosa che ovviamente interferisce con il flusso di lettura. Ci sono, inoltre, dei passaggi poco chiari su chi stia parlando. Nel complesso un racconto godibile, con qualche passaggio poetico di troppo.

a rileggerci!


Nella storia c'è uno scambio di ruoli. Nella prima parte Bly è quella che vuole scappare e Loppe ha paura. Nella seconda Loppe vuole fuggire perché, giustamente, non le va di essere prigioniera ma Bly ha ormai "messo radici".
L'espressione "delle spade" viaggia sullo stesso livello delle altre che sembrano esserti piaciute, non vedo davvero una differenza. Non puoi nemmeno dire che interrompono la sospensione, visto che quella che parla è Bly, che ha un suo trascorso e un suo modo di essere. O ti riferisci al linguaggio inventato? non credo.
Il fatto del "non si capisce chi parla" è un po' da approfondire. Alcuni non capiscono chi parla (o così dicono), altri sì. C'è pure da chiarire un'altra cosa: volete una bella narrazione immersa, o volete le paroline "disse" "strillò" etc? Fatemi sapere. :D
Sui passaggi poetici non so che dire. Immagino che la poesia di uno sia la norma per altri. Dico solo che sarebbe stato triste e strano far parlare Bly come un robot a cui non frega niente di ciò che è accaduto e trasformare la storia in un freddo articoletto di giornale.

Alla prossima!


Ciao Giovanni, grazie per la replica. Sulla questione "non si capisce" ti riporto solo una sensazione. Ho letto il racconto due volte, perchè temevo che la prima lettura fosse stata troppo frettolosa, e sono rimasto con la stessa sensazione. Forse è la disposizione di beat e dialogo o la scelta del tipo di beat che non è sempre ottimale, è una cosa che capita (nei miei racconti capita spesso) ed è una scelta che si può ottimizzare in fase di revisione (che ovviamente non abbiamo il tempo di fare).
Non è la mancanza di dialogue tag che crea problemi, ma sempre la scelta ottimale dei beat, a mio parere (e per rispondere alla tua domanda, preferisco di gran lunga la soluzione che hai proposto nel tuo racconto, senza dubbi).
Anche per la sospensione di increulità... cioè non è una cosa che puoi controllare. Succede. A me è successo, a un altro forse no. Ti riporto solo le mie sensazioni. Per qualche misteriosa ragione quel linguaggio mi sembrava inappropriato al personaggio. Quale ragione? chi lo sa. Nella mia testa mi è sembrato un personaggio più "terra terra" diciamo. Forse è l'effetto dei miei bias, ma è la sensazione che ho avuto, e te la riporto. Non credo che l'alternativa sia far parlare il tuo personaggio come un robot, ci sono mille modi di farla parlare, è questo il bello!:-)

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Re: Non puoi

Messaggio#14 » sabato 20 marzo 2021, 18:51

Davide Di Tullio ha scritto:Ciao Giovanni, grazie per la replica. Sulla questione "non si capisce" ti riporto solo una sensazione. Ho letto il racconto due volte, perchè temevo che la prima lettura fosse stata troppo frettolosa, e sono rimasto con la stessa sensazione. Forse è la disposizione di beat e dialogo o la scelta del tipo di beat che non è sempre ottimale, è una cosa che capita (nei miei racconti capita spesso) ed è una scelta che si può ottimizzare in fase di revisione (che ovviamente non abbiamo il tempo di fare).
Non è la mancanza di dialogue tag che crea problemi, ma sempre la scelta ottimale dei beat, a mio parere (e per rispondere alla tua domanda, preferisco di gran lunga la soluzione che hai proposto nel tuo racconto, senza dubbi).
Anche per la sospensione di increulità... cioè non è una cosa che puoi controllare. Succede. A me è successo, a un altro forse no. Ti riporto solo le mie sensazioni. Per qualche misteriosa ragione quel linguaggio mi sembrava inappropriato al personaggio. Quale ragione? chi lo sa. Nella mia testa mi è sembrato un personaggio più "terra terra" diciamo. Forse è l'effetto dei miei bias, ma è la sensazione che ho avuto, e te la riporto. Non credo che l'alternativa sia far parlare il tuo personaggio come un robot, ci sono mille modi di farla parlare, è questo il bello!:-)


Capisco. Forse mi hai percepito sulla difensiva, è un problema che ho sui forum e nei media "non di presenza". Voglio precisare che ho apprezzato i tuoi commenti e sto già riflettendo da un po' sulla questione dei dialoghi. Il problema è che ricevo opinioni discordanti sulla gestione dei beat e sulla comprensione dei dialoghi. Non so davvero che fare, sto decidendo come procedere. Cercherò di monitorare la situazione nei prossimi racconti, ma non ti prometto niente perché, quando si tratta di narrazione immersa, tendo a preferire questo stile persino se può danneggiare la narrazione. Sono pazzo? Probabilmente sì.
Non ti ho risposto prima sulla ragione del perché uccidere Loppe. Forse non è chiarissimo, ma il coltello è portato in scena da Loppe che lo ha nascosto tra le coperte. Bly lo trova per caso e comunica al principe, nella lingua locale, che Loppe vuole ucciderlo; per questo lui la blocca e poi la uccidono.
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Messaggio#15 » sabato 20 marzo 2021, 19:27

Giovanni Attanasio ha scritto:
Davide Di Tullio ha scritto:Ciao Giovanni, grazie per la replica. Sulla questione "non si capisce" ti riporto solo una sensazione. Ho letto il racconto due volte, perchè temevo che la prima lettura fosse stata troppo frettolosa, e sono rimasto con la stessa sensazione. Forse è la disposizione di beat e dialogo o la scelta del tipo di beat che non è sempre ottimale, è una cosa che capita (nei miei racconti capita spesso) ed è una scelta che si può ottimizzare in fase di revisione (che ovviamente non abbiamo il tempo di fare).
Non è la mancanza di dialogue tag che crea problemi, ma sempre la scelta ottimale dei beat, a mio parere (e per rispondere alla tua domanda, preferisco di gran lunga la soluzione che hai proposto nel tuo racconto, senza dubbi).
Anche per la sospensione di increulità... cioè non è una cosa che puoi controllare. Succede. A me è successo, a un altro forse no. Ti riporto solo le mie sensazioni. Per qualche misteriosa ragione quel linguaggio mi sembrava inappropriato al personaggio. Quale ragione? chi lo sa. Nella mia testa mi è sembrato un personaggio più "terra terra" diciamo. Forse è l'effetto dei miei bias, ma è la sensazione che ho avuto, e te la riporto. Non credo che l'alternativa sia far parlare il tuo personaggio come un robot, ci sono mille modi di farla parlare, è questo il bello!:-)


Capisco. Forse mi hai percepito sulla difensiva, è un problema che ho sui forum e nei media "non di presenza". Voglio precisare che ho apprezzato i tuoi commenti e sto già riflettendo da un po' sulla questione dei dialoghi. Il problema è che ricevo opinioni discordanti sulla gestione dei beat e sulla comprensione dei dialoghi. Non so davvero che fare, sto decidendo come procedere. Cercherò di monitorare la situazione nei prossimi racconti, ma non ti prometto niente perché, quando si tratta di narrazione immersa, tendo a preferire questo stile persino se può danneggiare la narrazione. Sono pazzo? Probabilmente sì.
Non ti ho risposto prima sulla ragione del perché uccidere Loppe. Forse non è chiarissimo, ma il coltello è portato in scena da Loppe che lo ha nascosto tra le coperte. Bly lo trova per caso e comunica al principe, nella lingua locale, che Loppe vuole ucciderlo; per questo lui la blocca e poi la uccidono.


aahhh! ok ora ha tutto più senso! be, cosi ci sta. Nel senso che avevo pensato a qualcosa del genere, ma dalle ultime battute di dialogo non mi era molto chiaro.
la questione dialogue tag è sicuramente "patrimonio" della scrittura immersiva. Ma che tu condivida o meno l'idea di fondo di questo stile, ti posso garantire che se si studia bene la disposizione delle battute, la prosa acquista un grande fluidità senza essere ambigua. Il tuo racconto infatti, da questo punto di vista, ha centrato pienamente l'obietto. Certo che gestirla in maniera ottimale diviene più complesso, ma con un po' di allenamento si ottengono risultati meravigliosi!

alexandra.fischer
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Re: Non puoi

Messaggio#16 » sabato 20 marzo 2021, 19:32

NON PUOI di Giovanni Attanasio Tema centrato. Punti di forza: il paragone mercato delle schiave-pesce e anche l’immagine della protagonista che vorrebbe essere tale per proteggersi dalle mani rugose del venditore. C’è anche il fascino della lingua aliena, che evoca un’atmosfera di alienazione. La protagonista Bly accetta il suo destino di concubina del principe a costo di sacrificare la ribelle sorella Loppe, anche lei condannata allo stesso destino. Bly ha il punto di forza di capire questa lingua e di non avere pregiudizi (a differenza della sorella, sa che il seme di questi uomini non uccide). Questa sua volontà di vivere è rafforzata dalla rassegnazione alla schiavitù (ribellarsi costa, come ha visto dall’esempio del padre).
Punti deboli: nessuno

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Giovanni Attanasio
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Re: Non puoi

Messaggio#17 » sabato 20 marzo 2021, 20:29

alexandra.fischer ha scritto:NON PUOI di Giovanni Attanasio Tema centrato. Punti di forza: il paragone mercato delle schiave-pesce e anche l’immagine della protagonista che vorrebbe essere tale per proteggersi dalle mani rugose del venditore. C’è anche il fascino della lingua aliena, che evoca un’atmosfera di alienazione. La protagonista Bly accetta il suo destino di concubina del principe a costo di sacrificare la ribelle sorella Loppe, anche lei condannata allo stesso destino. Bly ha il punto di forza di capire questa lingua e di non avere pregiudizi (a differenza della sorella, sa che il seme di questi uomini non uccide). Questa sua volontà di vivere è rafforzata dalla rassegnazione alla schiavitù (ribellarsi costa, come ha visto dall’esempio del padre).
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Finalmente qualcuno che menziona la lingua aliena :D La storia è costruita anche attorno alla lingua incomprensibile e alle sensazioni che genera. È una cosa che io, da italiano all'estero, sento molto a livello personale.
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giulio.palmieri
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Re: Non puoi

Messaggio#18 » domenica 21 marzo 2021, 20:35

Ciao Giovanni, piacere di leggerti.
Il tuo racconto scorre molto bene sin dall'incipit. Entri subito nel dilemma dei personaggi, e lo porti avanti fino al ribaltamento finale, in cui l'arco di trasformazione di Bly viene compiuto. Anche la lingua straniera ha una sua funzione, quando Bly parla al principe nella stessa lingua si vede che sta "passando dall'altra parte". Forse una maggiore descrizione del contesto avrebbe aiutato a focalizzarsi sui personaggi minori, ma il racconto così com'è, nella sua brevità, funziona alla grande. Buona edition!

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Stefano.Moretto
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Messaggio#19 » lunedì 22 marzo 2021, 15:09

Ciao Giovanni
Ormai ho capito che quando leggo qualcosa di tuo devo aspettarmi qualcosa con una forte componente introspettiva. E che probabilmente mi prenderà a pugni sulla bocca dello stomaco per tutto il tempo.
Il modo in cui hai reso il tema è... non so se riesco a esprimere bene il concetto: è esattamente ciò che mi aspettavo nel modo che non mi sarei mai aspettato. Mettere radici nel senso di trovare un proprio posto di appartenenza: sì, ecco, mi aspettavo proprio questo. Che il posto di appartenenza sia la casa e il letto di chi ha ucciso la tua famiglia, con un processo di corruzione tale da indurti a tradire i tuoi amici, no, questo non me l'aspettavo. E mi ha fatto tanto male allo stomaco questo pugno.
Si potrebbe usare il termine "Sindrome di Stoccolma", ma penso che sarebbe svilente nei confronti del personaggio che hai creato. Il modo in cui l'hai portato a evolversi in relazione agli eventi che vengono presentati è qualcosa che un lettore non si dimentica facilmente. Il modo in cui alla fine non hai bisogno di dire al lettore "e invece avevo detto al principe che hai un coltello", ma che questo si capisca da solo, è l'apice del racconto. Poi sul fatto che in 4242 caratteri non ci sia lo spazio che sarebbe necessario per descrivere tutto il processo di evoluzione psicologica se ne può discutere per ore, ma nel poco che avevi a disposizione hai fatto un ottimo lavoro.
Anche il modo in cui hai portato il tema della violenza sessuale senza mai enunciarla direttamente è un altro pugno nello stomaco molto ben riuscito.
Però ora devo dire qualcosa di cattivo, altrimenti il mio commento è inutile, no?
L'unica cosa che mi ha dato un po' di fastidio è la confusione iniziale con cui dai il via al racconto:
Sembra il mercato del pesce. Papà mi ci portava ogni mattina presto, mi diceva che ci saremmo divertiti e io gli credevo, perché lo amavo. Ora papà è morto, e chi lo ha ucciso stringe l’estremità di una lunga catena.

Qui la mia reazione è stata più o meno "ok, questo qui sta in un mercato di qualche tipo, non è col padre perché usa il passato, mh sto iniziando a pensare che ci sia qualcosa che non va, ok il padre è morto perché il tizio è in catene che succede cos–"
Ci ho messo un po' a carburare, il fatto che fosse un mercato di schiavi mi è arrivato tardi. Le informazioni sulla situazione tragica sarebbero dovute arrivare subito in apertura. Il rimando al padre che diceva che si sarebbero divertiti al mercato del pesce c'entra molto poco con la scena ed è difficile che una persona in quella situazione pensi a una cosa del genere, è più probabile che la sua mentalità in quel momento sia devastata e in piena fase disperazione. Per dire, se ora qualcuno mi mettesse un cappuccio in testa, mi buttasse in una macchina e mi ritrovassi in un piazzale insieme ad altri schiavi in catene non penserei "Mh, questo piazzale mi ricorda il mercato del mercoledì mattina in cui compravo le fiorentine per cuocerle sulla griglia".
Ora scusa ma devo andare a riposare dopo questo incontro di boxe. La prossima volta che leggo un tuo testo mi metto il paradenti.

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Giovanni Attanasio
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Messaggio#20 » lunedì 22 marzo 2021, 16:09

Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Giovanni
Ormai ho capito che quando leggo qualcosa di tuo devo aspettarmi qualcosa con una forte componente introspettiva. E che probabilmente mi prenderà a pugni sulla bocca dello stomaco per tutto il tempo.
Il modo in cui hai reso il tema è... non so se riesco a esprimere bene il concetto: è esattamente ciò che mi aspettavo nel modo che non mi sarei mai aspettato. Mettere radici nel senso di trovare un proprio posto di appartenenza: sì, ecco, mi aspettavo proprio questo. Che il posto di appartenenza sia la casa e il letto di chi ha ucciso la tua famiglia, con un processo di corruzione tale da indurti a tradire i tuoi amici, no, questo non me l'aspettavo. E mi ha fatto tanto male allo stomaco questo pugno.
Si potrebbe usare il termine "Sindrome di Stoccolma", ma penso che sarebbe svilente nei confronti del personaggio che hai creato. Il modo in cui l'hai portato a evolversi in relazione agli eventi che vengono presentati è qualcosa che un lettore non si dimentica facilmente. Il modo in cui alla fine non hai bisogno di dire al lettore "e invece avevo detto al principe che hai un coltello", ma che questo si capisca da solo, è l'apice del racconto. Poi sul fatto che in 4242 caratteri non ci sia lo spazio che sarebbe necessario per descrivere tutto il processo di evoluzione psicologica se ne può discutere per ore, ma nel poco che avevi a disposizione hai fatto un ottimo lavoro.
Anche il modo in cui hai portato il tema della violenza sessuale senza mai enunciarla direttamente è un altro pugno nello stomaco molto ben riuscito.
Però ora devo dire qualcosa di cattivo, altrimenti il mio commento è inutile, no?
L'unica cosa che mi ha dato un po' di fastidio è la confusione iniziale con cui dai il via al racconto:
Sembra il mercato del pesce. Papà mi ci portava ogni mattina presto, mi diceva che ci saremmo divertiti e io gli credevo, perché lo amavo. Ora papà è morto, e chi lo ha ucciso stringe l’estremità di una lunga catena.

Qui la mia reazione è stata più o meno "ok, questo qui sta in un mercato di qualche tipo, non è col padre perché usa il passato, mh sto iniziando a pensare che ci sia qualcosa che non va, ok il padre è morto perché il tizio è in catene che succede cos–"
Ci ho messo un po' a carburare, il fatto che fosse un mercato di schiavi mi è arrivato tardi. Le informazioni sulla situazione tragica sarebbero dovute arrivare subito in apertura. Il rimando al padre che diceva che si sarebbero divertiti al mercato del pesce c'entra molto poco con la scena ed è difficile che una persona in quella situazione pensi a una cosa del genere, è più probabile che la sua mentalità in quel momento sia devastata e in piena fase disperazione. Per dire, se ora qualcuno mi mettesse un cappuccio in testa, mi buttasse in una macchina e mi ritrovassi in un piazzale insieme ad altri schiavi in catene non penserei "Mh, questo piazzale mi ricorda il mercato del mercoledì mattina in cui compravo le fiorentine per cuocerle sulla griglia".
Ora scusa ma devo andare a riposare dopo questo incontro di boxe. La prossima volta che leggo un tuo testo mi metto il paradenti.


Intanto mille grazie per ciò che hai detto, pure la parte "che ti ha dato fastidio". Non hai nemmeno torto, a essere onesti. Ti posso pure dire con molta consapevolezza il perché ho scritto quell'incipit: ho finito da poco di leggere "The Handmaid's Tale" della Atwood e un pochetto del suo stile mi è rimasto incollato addosso. Devo ancora interiorizzare lo stile "Atwood" e metterlo sullo scaffale pronto per esser preso quando voglio io, non quando vuole lui.
Alla prossima! e ti consiglio di non metterti il paradenti. Chissà se al prossimo giro saranno carezze anziché pugni.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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Giovanni Attanasio
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Re: Non puoi

Messaggio#21 » lunedì 22 marzo 2021, 16:16

giulio.palmieri ha scritto:Ciao Giovanni, piacere di leggerti.
Il tuo racconto scorre molto bene sin dall'incipit. Entri subito nel dilemma dei personaggi, e lo porti avanti fino al ribaltamento finale, in cui l'arco di trasformazione di Bly viene compiuto. Anche la lingua straniera ha una sua funzione, quando Bly parla al principe nella stessa lingua si vede che sta "passando dall'altra parte". Forse una maggiore descrizione del contesto avrebbe aiutato a focalizzarsi sui personaggi minori, ma il racconto così com'è, nella sua brevità, funziona alla grande. Buona edition!


Ciao!
Discutevo in giro sulla narrazione immersiva. Noto dai vostri commenti, o leggendo altre storie immerse, che il limite della narrativa immersa è proprio questo: non si può capire tutto ciò che succede, soprattutto in testi così brevi; bisogna fare un po' un'opera di "psicoanalisi del testo", cosa che non tutti vogliono fare. Il vantaggio è indubbiamente quello di far calare il lettore nella psiche del personaggio e nelle sue paure e drammi. Si deve per forza capire tutto, allora? No. Lo dico per paraculata? Anche.
Grazie del commento e buona edition!
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Re: Non puoi

Messaggio#22 » lunedì 22 marzo 2021, 18:13

Ciao Giovanni,
piacere di leggerti per la prima volta.
Veramente apprezzabile il tuo racconto, tanto per concetto quanto per stile. Proprio quest'ultimo, in piena immersione, è a mio avviso condotto con perizia. Siamo sempre interni a Bly, il mondo è filtrato dalla sua visione e la voce interiore risuona forte e chiara.
Il punto di forza della narrazione però, a mio avviso, è il doppio arco di trasformazione di Bly e Loppe, che si ritrovano a compiere lo stesso percorso in senso inverso, finendo ciascuna al punto iniziale dell'altra. Ho trovato l'idea piuttosto interessante.
Per il resto, poco da registrare: forse si empatizza poco con la protagonista (ho empatizzato più con Loppe, ma non è necessariamente un punto negativo), in parte per la sua scelta drastica sul finale, in (gran) parte per il formato ridotto al quale siamo vincolati in MC.
L'unico appunto che mi sento di fare è riguardo al passaggio seguente:

Un altro di loro scuote le spalle. «Parla di te.» Usa la mia lingua.
 Che vuole? Me ne devo andare, questo è quello che voglio io. Non me ne frega niente di lui.
 «Mi senti?»
 Nego col capo e quello con la blusa color livido sputa: «Saevz jej fcivfe, pezin bi.»
 Mi spinge col bastone. Tutte le altre fanno un passo avanti.


Ecco, questa scena mi è poco chiara. Perché le altre fanno un passo avanti quando lei viene spinta? Se lei è stata in qualche modo scelta, non dovrebbero al massimo fare un passo indietro? Fatico a comprendere la dinamica, ma probabilmente sono tardo io ^^'

Ad ogni modo, il tuo è un ottimo racconto, che rispetta il tema ed è in grado d'immergere il lettore in una dinamica che, spesso lo dimentichiamo, è ancora troppo reale nel nostro mondo. Ben fatto.
Spero di rileggerti quanto prima,
Luca

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Re: Non puoi

Messaggio#23 » lunedì 22 marzo 2021, 18:36

lucaspalletti ha scritto:Ciao Giovanni,
piacere di leggerti per la prima volta.
Veramente apprezzabile il tuo racconto, tanto per concetto quanto per stile. Proprio quest'ultimo, in piena immersione, è a mio avviso condotto con perizia. Siamo sempre interni a Bly, il mondo è filtrato dalla sua visione e la voce interiore risuona forte e chiara.
Il punto di forza della narrazione però, a mio avviso, è il doppio arco di trasformazione di Bly e Loppe, che si ritrovano a compiere lo stesso percorso in senso inverso, finendo ciascuna al punto iniziale dell'altra. Ho trovato l'idea piuttosto interessante.
Per il resto, poco da registrare: forse si empatizza poco con la protagonista (ho empatizzato più con Loppe, ma non è necessariamente un punto negativo), in parte per la sua scelta drastica sul finale, in (gran) parte per il formato ridotto al quale siamo vincolati in MC.
L'unico appunto che mi sento di fare è riguardo al passaggio seguente:

Un altro di loro scuote le spalle. «Parla di te.» Usa la mia lingua.
 Che vuole? Me ne devo andare, questo è quello che voglio io. Non me ne frega niente di lui.
 «Mi senti?»
 Nego col capo e quello con la blusa color livido sputa: «Saevz jej fcivfe, pezin bi.»
 Mi spinge col bastone. Tutte le altre fanno un passo avanti.


Ecco, questa scena mi è poco chiara. Perché le altre fanno un passo avanti quando lei viene spinta? Se lei è stata in qualche modo scelta, non dovrebbero al massimo fare un passo indietro? Fatico a comprendere la dinamica, ma probabilmente sono tardo io ^^'

Ad ogni modo, il tuo è un ottimo racconto, che rispetta il tema ed è in grado d'immergere il lettore in una dinamica che, spesso lo dimentichiamo, è ancora troppo reale nel nostro mondo. Ben fatto.
Spero di rileggerti quanto prima,
Luca


Ciao.
Da quanto ho capito non ti è chiara la dinamica, giusto? Il fatto che lui la spinge via è perché non la vuole, o non subito. Difatti, nella lingua locale, dice qualcosa tipo "Questa non capisce un cazzo, mettila da parte". Quando le altre fanno un passo avanti è come se volessero superarla, lasciarla indietro. Si rendono conto che la loro sopravvivenza dipende da quale "padrone" le comprerà e se le comprerà. Non è una scena che ho considerato essenziale a livello di chiarezza, ma apprezzo il tuo avermela fatta notare (quando ci sono così tanti occhi a giudicare, niente può essere lasciato al caso!).
Per il resto, grazie del commento e buona edizione!
ps. il tuo empatizzare con Loppe è comprensibile. Alla fine la protagonista si "arrende" alla prigionia dando figli al principe. Il lettore, in questo caso tu, si sente tradito dalla protagonista tanto quanto si è sentita tradita Loppe.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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Re: Non puoi

Messaggio#24 » martedì 23 marzo 2021, 11:47

Ciao Giovanni, piacere di leggerti.
Confesso che sono andato a googolare la prima frase in lingua "aliena". Sperando in un qualche riferimento temporale.
Il popolo "rapitore", infatti, resta ignoto e forse è pure più affascinante.
Il testo è molto "immersivo" e si vede che c'è dietro "studio" e "scuola".
Le regole (note o solo intuibili per i meno fortunati) sono rispettate in maniera ferrea.
Forse dovresti abbandonarti a qualche sbavatura o anche semplicemente lasciare un po' di spazio a altri maestri (anche raggiungibili solo in libreria).
La mia scrittura, sicuramente, non ti soddisferà mai a pieno, ma sono convinto che l'ape, per fare il miele, deve mischiare il nettare di più fiori, cercando di renderlo sempre più appetitoso.
La prova è buonissima, ma... Secondo me si può osare anche di più...
A rileggerci presto.
W

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Giovanni Attanasio
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Re: Non puoi

Messaggio#25 » martedì 23 marzo 2021, 12:43

wladimiro.borchi ha scritto:Ciao Giovanni, piacere di leggerti.
Confesso che sono andato a googolare la prima frase in lingua "aliena". Sperando in un qualche riferimento temporale.
Il popolo "rapitore", infatti, resta ignoto e forse è pure più affascinante.
Il testo è molto "immersivo" e si vede che c'è dietro "studio" e "scuola".
Le regole (note o solo intuibili per i meno fortunati) sono rispettate in maniera ferrea.
Forse dovresti abbandonarti a qualche sbavatura o anche semplicemente lasciare un po' di spazio a altri maestri (anche raggiungibili solo in libreria).
La mia scrittura, sicuramente, non ti soddisferà mai a pieno, ma sono convinto che l'ape, per fare il miele, deve mischiare il nettare di più fiori, cercando di renderlo sempre più appetitoso.
La prova è buonissima, ma... Secondo me si può osare anche di più...
A rileggerci presto.
W


Ciao!
Partiamo dalla lingua "aliena": è comune italiano processato da un semplice algoritmo che lo trasforma in altro.
È vero che c'è molto studio e scuola, ma temo che per me sia un processo naturale visto il modo scientifico in cui tratto la scrittura da qualche annetto a questa parte (attenzione, parliamo sempre di arte, scientifico va preso con le pinze). Ho uno schema piuttosto fisso per pianificare le storie e perdo più tempo lì che nella stesura stessa.
Se parliamo dello "stile", che sia immersivo o altro, fa pure questo parte della pianificazione e cerco di scegliere narratore, persona e grado di focalizzazione per rendere al meglio personaggi e trama. A volte funziona, altre no. :D
Mi piace la tua idea dell'ape e del miele (mi piacciono le api in generale), e mi piace l'idea di assorbire da tutti e prendere spunti da ogni lettura o manuale di stile; penso sia un processo naturale per ogni scrittore e se non lo è dovrebbe diventarlo. Alla fine si può imparare da tutti e da tutto, non solo dai grandi autori o dai manuali "autorevoli".
Alla prossima!
ps. a proposito della tua scrittura: ti ricordo che nella mia prima sfida sul forum ti ho messo primo in classifica. :P
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Re: Non puoi

Messaggio#26 » martedì 23 marzo 2021, 15:39

Giovanni Attanasio ha scritto:ps. a proposito della tua scrittura: ti ricordo che nella mia prima sfida sul forum ti ho messo primo in classifica. :P


Grazie,
Anche tu sei sul mio podio, per ora, ma devo leggerne altri e poi mettermi a soppesare le emozioni che mi avete dato. Sei capitato in un gruppo difficile!

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Re: Non puoi

Messaggio#27 » venerdì 9 aprile 2021, 11:56

Pollice su, assolutamente. Hai questa capacità di immergere completamente nei tuoi testi unita a un'estrema pignoleria (in senso positivo) che non ti fa scendere a compromessi, che apprezzo tantissimo. Il racconto è davvero affascinante e segue una linea logica che condivido in pieno. Il tema è totalmente fondante il testo nel suo complesso. Finisci dietro al racconto di Lauro per una mera questione di emozione perché l'unico punto debole del tuo impianto (ma solo se messo direttamente a confronto con testi che invece lo hanno e che sono da pollice su come il tuo) sta in una certa freddezza che si percepisce sullo sfondo.

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Re: Non puoi

Messaggio#28 » venerdì 9 aprile 2021, 13:45

antico ha scritto:Pollice su, assolutamente. Hai questa capacità di immergere completamente nei tuoi testi unita a un'estrema pignoleria (in senso positivo) che non ti fa scendere a compromessi che apprezzo tantissimo. Il racconto è davvero affascinante e segue una linea logica che condiviso in pieno. Il tema è totalmente fondante il testo nel suo complesso. Finisci dietro al racconto di Lauro per una mera questione di emozione perché l'unico punto debole del tuo impianto (ma solo se messo direttamente a confronto con testi che invece lo hanno e che sono da pollice su come il tuo) sta in una certa freddezza che si percepisce sullo sfondo.


Ah, peccato per la freddezza. Forse sono stato troppo "distante" e attento a narrare i fatti? Pensavo che i rimandi al padre bastassero, ma forse serviva qualche momento delicato in più; è possibile che il testo abbia risentito del "dover" ficcare nello spazio richiesto tutti i fatti utili a comprendere la storia e non renderla banale.
Lascerò parlare di più il cuore, se i prossimi temi lo permetteranno. :D
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Re: Non puoi

Messaggio#29 » venerdì 9 aprile 2021, 14:00

Più che altro penso che sia un qualcosa che esce dal tuo modo di narrare, molto preciso e calibrato, studiato, quasi geometrico nella sua rigorosità. Il risultato sono racconti ottimi con quell'unico punto debole. Visto che ho citato Lauro, nel suo racconto riesce ad andare più di pancia, a vibrare maggiormente i personaggi in un racconto forse meno preciso del tuo, ma che si fa forza proprio di quelle debolezze per rendersi più umano. Come linea divisoria è assai labile, ma affascinante.

Ps: scusami se forse non sembro chiaro nell'esposizione, ma oggi sto di nuovo un po' faticando a chiarirmi i concetti e me ne accorgo scrivendo, brutta bestia questo covid, davvero.

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Re: Non puoi

Messaggio#30 » venerdì 9 aprile 2021, 14:48

antico ha scritto:Più che altro penso che sia un qualcosa che esce dal tuo modo di narrare, molto preciso e calibrato, studiato, quasi geometrico nella sua rigorosità. Il risultato sono racconti ottimi con quell'unico punto debole. Visto che ho citato Lauro, nel suo racconto riesce ad andare più di pancia, a vibrare maggiormente i personaggi in un racconto forse meno preciso del tuo, ma che si fa forza proprio di quelle debolezze per rendersi più umano. Come linea divisoria è assai labile, ma affascinante.

Ps: scusami se forse non sembro chiaro nell'esposizione, ma oggi sto di nuovo un po' faticando a chiarirmi i concetti e me ne accorgo scrivendo, brutta bestia questo covid, davvero.


Immaginavo fosse questo. Temo che tutto sia legato al fatto che di recente ho messo troppo l'accento sulla forma per paura di appararire debole sotto quell'aspetto. Trovare il giusto balance tra stile impeccabile e umanità è davvero complesso certe volte.
Non preoccuparti comunque, so che hai passato un brutto periodo ed è lodevole che tu sia qui appresso a noi.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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