L'ultima missione

FilippoR
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L'ultima missione

Messaggio#1 » martedì 16 marzo 2021, 0:40

L'ultima missione
di Filippo Rubulotta


«Corri Tempesta, corri». Incito la mia cavalcatura. Non dovevo fermarmi a parlare.
La luce della luna appare all’orizzonte. Ecco in lontananza la locanda.
Arrivati davanti all’edificio, sulla sinistra c’è la stalla. Andiamo verso di essa, smonto da cavallo e lo faccio entrare, tolgo la sella che appoggio a un gancio, dalla bisaccia prendo la coperta e la metto sul cavallo. «Mi raccomando non prendere freddo.»
Prendo una balla di fieno e gli e ne do un po'. «Dai che questa è l’ultima delle nostre peripezie e poi potrai riposarti anche tu.» Un’ultima carezza al suo manto rossiccio e mi dirigo verso la locanda, l'insegna ha due lance incrociate. Ok, è quella giusta.
Apro il pesante portone ed entro, il calore della locanda mi accoglie e con esso anche l’attenzione degli avventori.
La locanda non è molto grande, sulla sinistra il bancone e qualche sgabello, due avventori posano il boccale e mi fissano, uno è smilzo con una cicatrice sulla guancia e i capelli corti mentre l’altro invece più in carne ma che ha perso da tempo i capelli. Sulla destra alcuni tavoli più piccoli ma vuoti.
Dietro il bancone c’è l'oste, un uomo con i capelli brizzolati, dei baffetti e qualche ruga sulla fronte, dai bicipiti scoperti scommetterei che è meglio non litigarci.
Rompo l’imbarazzo. «Buonasera oste.»
«Buonasera messere. Posso servirle qualcosa?»
«Questa sera voglio festeggiare, porta a me e ai miei nuovi amici un giro della tua birra migliore!»
L’oste si allontana. L’uomo con la cicatrice si volta: «Cosa festeggiamo nuovo amico?»
Prendo un respiro gonfiando il petto. «Festeggiamo la mia ultima missione, fra poco da quella porta entrerà una persona con i miei soldi, soldi che mi permetteranno di ritirarmi a una vita più tranquilla, ho già adocchiato una locanda in città e finalmente potrò chiedere alla mia ragazza di sposarmi.»
«Beh, congratulazioni.» Mi dice l’oste appena tornato mentre mi porge il boccale di birra. «I loro gli e li porto appena finiscono la loro.» Facendo cenno ai due.
Assaggio la schiuma e ha un retrogusto dolce, non capisco di cosa. «Oste, questa birra da dove viene? Ha qualcosa di strano.»
Si gira verso di me posando uno straccio. «Strano? Ma questa è la nostra birra migliore, la conserviamo solo per le occasioni speciali, proprio come questa, probabilmente non ci è abituato.»
Effettivamente di solito bevo birre da quattro soldi, ha ragione. Ne bevo metà boccale quando un bisogno impellente inizia a farsi sentire. «La latrina?»
L’oste mentre asciuga dei boccali. «Non ne abbiamo, ma può liberarsi sul retro, uscendo dalla locanda sulla sinistra.»
Faccio per alzarmi ma barcollo, mi reggo al bancone per non cadere.
Esco dalla locanda e vado sul retro, mi calo i pantaloni e mi libero. Che soddisfazione, ci voleva proprio.
Sollevo i pantaloni e faccio per tornare indietro ma non riesco a muovermi, i miei piedi sono fissati al terreno. Strattono ma senza risultato. «Aiuto! Aiutatemi!»
La porta della locanda si apre e la luce di una lanterna illumina dove mi trovo, non riesco neppure a girarmi per vedere i miei salvatori.
«Non riesco più a muovermi, devo essermi impigliato da qualche parte, mi dareste una mano?»
«Una mano?» Alle mie spalle riconosco la voce dell’oste. «Credo ti servirà ben più di una mano ladro di reliquie.»
«Cosa?»
«Quello che ti hanno chiesto di rubare non era un semplice oggetto ma una reliquia per noi molto importante.»
«Chi siete?»
«Siamo i Figli della Foresta.»
«Liberatemi o quando arriveranno gli altri ve ne pentirete.»
«Veramente sono già arrivati.» Con la lanterna illumina meglio la zona.
Ci sono degli strani alberi vicino a me, qualcuno gli ha messo sopra degli abiti e sembrano avere delle fattezze umane.
Realizzo, guardo i miei piedi e le scarpe sono rotte e si intravedono delle radici tra le spaccature.
«No no no, non potete farmi questo, farò tutto quello che volete non sapevo cosa fosse.» Frugo in tasca e prendo la pietra. «Eccola, prendetela, per favore liberatemi.»
Una mano prende la pietra e si ritira.
«Mi dispiace, come hai detto tu questa è la tua ultima missione, non ti preoccupare, ci prenderemo cura noi di te.»
La luce si allontana e sento qualcosa crescere dentro di me, urlo fino a che anche la mia gola non cambia.
Ultima modifica di FilippoR il martedì 16 marzo 2021, 0:46, modificato 1 volta in totale.



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Re: L'ultima missione

Messaggio#2 » martedì 16 marzo 2021, 0:44

Ciao Filippo e benvenuto nell'Arena! Caratteri e tempo ok, buona SARA SIMONI EDITION! Ps: se ancora non ci sei, ti consiglio di entrare nel gruppo fb di Minuti Contati ;)

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Massimo Tivoli
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Re: L'ultima missione

Messaggio#3 » mercoledì 17 marzo 2021, 11:02

Ciao Filippo,
a livello di idea, mi è piaciuta la tua interpretazione in chiave fantasy del tema. Peccato che io abbia trovato la realizzazione meno convincente. La scrittura presenta ripetizioni e imprecisioni (di seguito te ne riporto alcune) che inficiano la resa della narrazione. Magari mi sbaglio, ma ho avvertito una difficoltà nel gestire il limite di battute imposto dal contest. A un certo punto, tutto vira verso il tragico epilogo in modo troppo improvviso e repentino per far presa sull’emozioni del lettore. In particolare, va bene che il nostro ingenuo protagonista ha spiattellato la sua impresa all’ingresso della locanda a dei perfetti sconosciuti (un po’ troppo ingenuo, francamente), ma come fa l’oste a sapere che lui è il ladro che cercano? Del resto, per quanto ingenuo l’esordio nella locanda del nostro sfortunato protagonista, non c’è nessun elemento antecedente di semina su questo. Di conseguenza, il cambio di rotta casca dal nulla, così come casca dal nulla anche il lettore.
Alcune imprecisioni:
lo faccio entrare -> dove? nella locanda? un cavallo?
gli e ne -> gliene
ma che ha perso da tempo i capelli -> "e calvo” era più che sufficiente
«I loro gli e li porto appena finiscono la loro.» -> da rivedere (gli e li -> glieli)

FilippoR
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Re: L'ultima missione

Messaggio#4 » mercoledì 17 marzo 2021, 14:13

Ciao Filippo,
a livello di idea, mi è piaciuta la tua interpretazione in chiave fantasy del tema. Peccato che io abbia trovato la realizzazione meno convincente. La scrittura presenta ripetizioni e imprecisioni (di seguito te ne riporto alcune) che inficiano la resa della narrazione. Magari mi sbaglio, ma ho avvertito una difficoltà nel gestire il limite di battute imposto dal contest. A un certo punto, tutto vira verso il tragico epilogo in modo troppo improvviso e repentino per far presa sull’emozioni del lettore. In particolare, va bene che il nostro ingenuo protagonista ha spiattellato la sua impresa all’ingresso della locanda a dei perfetti sconosciuti (un po’ troppo ingenuo, francamente), ma come fa l’oste a sapere che lui è il ladro che cercano? Del resto, per quanto ingenuo l’esordio nella locanda del nostro sfortunato protagonista, non c’è nessun elemento antecedente di semina su questo. Di conseguenza, il cambio di rotta casca dal nulla, così come casca dal nulla anche il lettore.


Ciao Massimo,
come prima cosa grazie del commento.
Hai ragione sulla difficoltà nel gestire il limite di battute, è stata la mia prima partecipazione e sono partito con un inizio più corposo e sbilanciato trovandomi poi a dover ritagliare delle parti e non dedicando il giusto spazio al resto. Sicuramente ci farò molta più attenzione le prossime volte.
► Mostra testo

gli e ne / gli e li: Posso solo dire.. Che vergogna.. Grazie mille!

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Signor_Darcy
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Re: L'ultima missione

Messaggio#5 » venerdì 19 marzo 2021, 12:12

Dunque: buono spunto, l’idea è bella. Il finale a sorpresa, ma non troppo è stato giustamente anticipato da diversi segnali lungo il racconto, in cui si avverte la sensazione che la scena non finirà bene.
Le descrizioni dei luoghi sono pertinenti, anche se a volte indugi su particolari (l’arredamento, la capigliatura dei due avventori, i bicipiti dell’oste) che certo arricchiscono il racconto, sebbene non siano essenziali; ma che pure sottraggono preziosi caratteri – non che lo spazio sia gestito male, beninteso: mi pare che la vicenda si prenda i tempi e gli spazi corretti, senza correre.

Ho trovato diverse costruzioni che non mi hanno convinto molto, come se certe frasi siano costituite da parti che originariamente non erano in quella posizione, perché qualcosa è stato cavato nel mezzo: per esempio in “Andiamo verso di essa, smonto da cavallo e lo faccio entrare, tolgo la sella”, che è alquanto frenetica; o in “mi dirigo verso la locanda, l’insegna ha due lance incrociate”; o in “sulla sinistra il bancone e qualche sgabello, due avventori posano il bancone”, in cui forse avrei messo un punto. Frasi comunque corrette, sia chiaro: non so mi sono spiegato.

Ho trovato poco incisivo l’ultimissima frase, forse mi sarei fermato a “dentro di me”; o avrei reso diversamente il cambiamento della gola, in maniera magari più tetra o oscura.

Un po' plateale il dialogo della birra, fa molto cattivone dei film che parla troppo.

Bel racconto, comunque, al netto di qualche scivolone.

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filippo.mammoli
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Re: L'ultima missione

Messaggio#6 » sabato 20 marzo 2021, 14:45

Ciao Filippo,
Benvenuto nell'arena.
Secondo me hai scritto un buon racconto, con alcuni difetti che ti elenco.
Che il tema sia presente è evidente ed è stato interpretato in senso letterale, e questo è piacevole.
Ho trovato nella fade iniziale i tipico errori della conduzione della prima persona. Se da una parte permette una più semplice gestione del punto di vista, nasconde dall'altra alcune insidie quali la costruzione un po' ripetitiva e la lista delle azioni del protagonista.
In altri punti mi sono mancare alcun virgole, come in «Credo ti servirà ben più di una mano ladro di reliquie», dove la virgola andrebbe tra mano e ladro.
Ci sono poi un paio di sviste che spero siano refusi, come "gli e ne" al posto di gliene o "gli e li" invece di glieli. Nulla di grave ma rallenta la lettura.
Venendo poi al contenuto ho trovato poco introdotto il finale e la storia che c'è dietro al furto di reliquie.
Gli dedichi pochi caratteri alla fine quando hai troppo indugiato prima su descrizioni che si potevano sfoltire.
Spero di esserti stato utile,
Alla prossima.

alexandra.fischer
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Re: L'ultima missione

Messaggio#7 » domenica 21 marzo 2021, 18:26

Tema centrato. Punti di forza: la ricostruzione dell’atmosfera del fantasy in stile medioevale (vedi la locanda, il cavallo, il fatto che il Nostro sia un ladro di reliquie, nella fattispecie, un sasso dei Figli della Foresta, e che abbia compiuto il furto per sposarsi e avviare una locanda. Peccato che lo attendano la birra sbagliata e la trasformazione in albero a opera dei due avventori).
Punti deboli Il fatto che lui si presenti da amicone e offra la birra ai due avventori, lo Smilzo e il Calvo e si metta a raccontare loro, due perfetti sconosciuti e al nerboruto oste del grande affare che lo sistemerà presto, mi lascia perplessa. Come pure del fatto che loro invece sappiano benissimo chi è lui (difatti gli tendono il tranello della birra). Se fosse il mio racconto, metterei sì l’insegna delle lance incrociate quando entra, ma nel finale la trasformerei nel motivo di un albero e di un sasso. Farei entrare il Nostro tutto baldanzoso, gli farei chiedere la birra all’oste, però, introdurrei questo Smilzo e questo Calvo prima da sconosciuti. Potrebbe intervenire lo Smilzo con qualcosa tipo: “Ehi, complimenti. Non ci siamo già visti da qualche parte?” E allora lui potrebbe lasciarsi suggestionare; non ricorda dove, forse nel posto dove lui e l’acquirente della reliquia si sono visti, però è rassicurato e gli offre la birra, ma, per non apparire scortese, farebbe lo stesso anche con il Calvo, e le loro maschere cadrebbero. Anche l’oste, lo mostrerei nerboruto e risoluto nella scena finale, quando arrivano sul retro della locanda. Per quel che riguarda “gli altri” menzionati dal Nostro, io mi fermerei al singolare, parlerei di un “altro” (il tizio dei soldi) e lo mostrerei trasformato in albero, ma con qualche traccia dell’umanità che fu.
Ti segnalo alcune frasi, che ti riporto corrette:
Corri, Tempesta, corri.
Dietro il bancone c’è l’oste: capelli brizzolati, qualche ruga sulla fronte, ma i suoi bicipiti scoperti mi fanno scommettere che sarebbe sconsigliabile litigarci.
Buona sera, oste.
Buona sera, messere
Cosa festeggiamo, nuovo amico?
I loro boccali glieli porto non appena hanno finito la birra che stanno bevendo.

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Davide Di Tullio
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Re: L'ultima missione

Messaggio#8 » domenica 21 marzo 2021, 18:50

FilippoR ha scritto:L'ultima missione
di Filippo Rubulotta


«Corri Tempesta, corri». Incito la mia cavalcatura. Non dovevo fermarmi a parlare.
La luce della luna appare all’orizzonte. Ecco in lontananza la locanda.
Arrivati davanti all’edificio, sulla sinistra c’è la stalla. Andiamo verso di essa, smonto da cavallo e lo faccio entrare, tolgo la sella che appoggio a un gancio, dalla bisaccia prendo la coperta e la metto sul cavallo. «Mi raccomando non prendere freddo.»
Prendo una balla di fieno e gli e ne do un po'. «Dai che questa è l’ultima delle nostre peripezie e poi potrai riposarti anche tu.» Un’ultima carezza al suo manto rossiccio e mi dirigo verso la locanda, l'insegna ha due lance incrociate. Ok, è quella giusta.
Apro il pesante portone ed entro, il calore della locanda mi accoglie e con esso anche l’attenzione degli avventori.
La locanda non è molto grande, sulla sinistra il bancone e qualche sgabello, due avventori posano il boccale e mi fissano, uno è smilzo con una cicatrice sulla guancia e i capelli corti mentre l’altro invece più in carne ma che ha perso da tempo i capelli. Sulla destra alcuni tavoli più piccoli ma vuoti.
Dietro il bancone c’è l'oste, un uomo con i capelli brizzolati, dei baffetti e qualche ruga sulla fronte, dai bicipiti scoperti scommetterei che è meglio non litigarci.
Rompo l’imbarazzo. «Buonasera oste.»
«Buonasera messere. Posso servirle qualcosa?»
«Questa sera voglio festeggiare, porta a me e ai miei nuovi amici un giro della tua birra migliore!»
L’oste si allontana. L’uomo con la cicatrice si volta: «Cosa festeggiamo nuovo amico?»
Prendo un respiro gonfiando il petto. «Festeggiamo la mia ultima missione, fra poco da quella porta entrerà una persona con i miei soldi, soldi che mi permetteranno di ritirarmi a una vita più tranquilla, ho già adocchiato una locanda in città e finalmente potrò chiedere alla mia ragazza di sposarmi.»
«Beh, congratulazioni.» Mi dice l’oste appena tornato mentre mi porge il boccale di birra. «I loro gli e li porto appena finiscono la loro.» Facendo cenno ai due.
Assaggio la schiuma e ha un retrogusto dolce, non capisco di cosa. «Oste, questa birra da dove viene? Ha qualcosa di strano.»
Si gira verso di me posando uno straccio. «Strano? Ma questa è la nostra birra migliore, la conserviamo solo per le occasioni speciali, proprio come questa, probabilmente non ci è abituato.»
Effettivamente di solito bevo birre da quattro soldi, ha ragione. Ne bevo metà boccale quando un bisogno impellente inizia a farsi sentire. «La latrina?»
L’oste mentre asciuga dei boccali. «Non ne abbiamo, ma può liberarsi sul retro, uscendo dalla locanda sulla sinistra.»
Faccio per alzarmi ma barcollo, mi reggo al bancone per non cadere.
Esco dalla locanda e vado sul retro, mi calo i pantaloni e mi libero. Che soddisfazione, ci voleva proprio.
Sollevo i pantaloni e faccio per tornare indietro ma non riesco a muovermi, i miei piedi sono fissati al terreno. Strattono ma senza risultato. «Aiuto! Aiutatemi!»
La porta della locanda si apre e la luce di una lanterna illumina dove mi trovo, non riesco neppure a girarmi per vedere i miei salvatori.
«Non riesco più a muovermi, devo essermi impigliato da qualche parte, mi dareste una mano?»
«Una mano?» Alle mie spalle riconosco la voce dell’oste. «Credo ti servirà ben più di una mano ladro di reliquie.»
«Cosa?»
«Quello che ti hanno chiesto di rubare non era un semplice oggetto ma una reliquia per noi molto importante.»
«Chi siete?»
«Siamo i Figli della Foresta.»
«Liberatemi o quando arriveranno gli altri ve ne pentirete.»
«Veramente sono già arrivati.» Con la lanterna illumina meglio la zona.
Ci sono degli strani alberi vicino a me, qualcuno gli ha messo sopra degli abiti e sembrano avere delle fattezze umane.
Realizzo, guardo i miei piedi e le scarpe sono rotte e si intravedono delle radici tra le spaccature.
«No no no, non potete farmi questo, farò tutto quello che volete non sapevo cosa fosse.» Frugo in tasca e prendo la pietra. «Eccola, prendetela, per favore liberatemi.»
Una mano prende la pietra e si ritira.
«Mi dispiace, come hai detto tu questa è la tua ultima missione, non ti preoccupare, ci prenderemo cura noi di te.»
La luce si allontana e sento qualcosa crescere dentro di me, urlo fino a che anche la mia gola non cambia.


Ciao Filippo, piacere di leggerti. Un racconto senza infamia e senza lode il tuo. Hai usato una prima persona, ma di tanto in tanto ti lasci sfuggire un pdv onniscente (vedi la descrizione del calvo, nella locanda). Mi pare poi irrelistico che un ospite dica a tutti che aspetta qualcuno per ricevere dei soldi (mi sembra un po' pollo, insomma), dopo che ha descritto dei brutti ceffi. Il finale, repentino, è frutto di una semina poco curata.
a rieggerci!

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Lilith_luna
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Re: L'ultima missione

Messaggio#9 » lunedì 22 marzo 2021, 12:38

Ciao Filippo,
apprezzo sempre i racconti fantasy e vedo che anche tu hai preso alla lettera il tema del contest.
L'inizio l'ho trovato un po' maldestro, troppe descrizioni meccaniche del protagonista che secondo me hanno rubato spazio al resto.
Gli errori te li hanno già fatti notare tutti, per cui non mi ripeterò. Mi sento però di ribadire anche io che questo tuo protagonista è un po' pollo, che può starci, ma il tutto nella mia mente ha preso le sembianze di un cartone animato.
Anche secondo me poi è inverosimile che lo abbiano riconosciuto come il ladro di reliquie, sebbene sul retro ci fossero già i "compagni"; a meno che quella non fosse l'unica locanda in cui fosse possibile incontrarsi, magari avendo anche pochi avventori, ma purtroppo questo non ci è stato dato saperlo. Una coincidenza un po' troppo fortuita quella di trovarsi proprio nella loro locanda.

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Stefano.Moretto
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Re: L'ultima missione

Messaggio#10 » martedì 23 marzo 2021, 10:26

Ciao Filippo
Il tuo racconto ha diversi problemi su più livelli, come ti hanno già fatto notare i nostri colleghi. Cerco di fare una disamina più approfondita.
A livello di storia ci sono vari problemi sparsi a giro per il testo. Prima di tutto: perché all'inizio il tipo sprona il cavallo a correre? È in ritardo? Non sembra, perché "si è fermato a parlare" con qualcuno, poi perde tempo a far mettere comodo il cavallo, con calma, poi entra nella locanda e non ci dà informazioni su cosa si aspettava. Solo dopo sappiamo che doveva incontrare qualcuno per vendergli una reliquia, ma allora entrando nella locanda avrebbe dovuto notare che quelle persone non erano ancora arrivate. Un pensiero del tipo "loro non sono ancora arrivati, bene non sono in ritardo" sarebbe stato più che sufficiente.
Anche il "non dovevo fermarmi a parlare", scoprendo poi tutto il testo, suona un po' strano. Con chi si è fermato a parlare se era in missione per rubare una reliquia? Di sicuro non stava parlando con quelli a cui l'ha rubata e dopo il furto, a logica, non doveva fermarsi a chiacchierare con altre persone. Suona tutto molto strano.
Il fatto che si metta a sbandierare l'arrivo di soldi, poi, non è ingenuo, è proprio stupido da parte sua. Per un ladro tenere un profilo basso dovrebbe essere una regola sacra, invece questo va in giro a gridare che sta per diventare ricco. Che è più o meno come tracciarsi una linea tratteggiata sul collo con scritto "sgozzare qui". Dovrebbe essere grato del fatto che lo trasformano in un albero, in qualsiasi altro posto gli sarebbe andata peggio.
Altro problema: noi scopriamo solo alla fine che il protagonista è un ladro di reliquie. Non solo lo scopriamo quando la situazione si fa concitata, ma la scoperta avviene DOPO che l'informazione è diventata di fondamentale importanza. Per fare un'analogia, è come se avessi scritto un racconto di una persona che sta girando per casa in cerca di qualcosa, aggirandosi per le stanze e guardando sotto tutti i letti e dentro tutti gli armadi e solo nelle ultime tre righe del racconto scopriamo che è un pompiere dentro una casa in fiamme che cerca il figlioletto della tipa che gli sta urlando disperata fuori dalla finestra. Troppo, troppo, troppo tardi. Dovevamo saperlo subito, è un'informazione fondamentale: senza di essa tutto il senso di pericolo che potevi generare con l'ingresso nella locanda viene meno e rimane solo un senso di "okay, ti stai infilando in un covo di tagliagole gridando che sei ricco, è stato bello conoscerti, cosa ci vuoi sulla lapide?"

Riguardo il tuo stile ho notato alcuni problemi. Ti prendo quella che è la frase più problematica come esempio:
La locanda non è molto grande, sulla sinistra il bancone e qualche sgabello, due avventori posano il boccale e mi fissano, uno è smilzo con una cicatrice sulla guancia e i capelli corti mentre l’altro invece più in carne ma che ha perso da tempo i capelli.

La seconda frase ha il verbo essere sottinteso, generalmente non è mai una buona idea sottintendere il verbo di una frase perché ti lascia un senso di incompiuto nel leggerle. La seconda frase poi è scollegata dal resto: prima descrivevi il locale, poi descrivi le azioni compiute dagli avventori di cui non definisci la posizione nello spazio e quindi deduciamo – magari sbagliando – che sono sugli sgabelli. Infine l'ultimo pezzo che ho evidenziato è un periodo molto lungo senza interruzioni, sarebbero state necessarie almeno due virgole: una prima di "mentre" e una prima di "ma", se non altro per spezzare il ritmo. Manca anche un "è" prima di "più in carne". Inoltre l'espressione "ha perso da tempo i capelli" è un po' innaturale come descrizione pensata dal personaggio: lui non sa da quanto tempo è pelato. Certo, se è veramente glabro su tutta la testa può farsi un'idea del fatto che non si sia svegliato quel giorno lasciando i capelli sul cuscino, ma vedendo, per esempio, Claudio Bisio, non pensi "ha perso i capelli da tempo", al massimo "la sua nuca è così pelata che sembra un cocomero". Un'espressione come questa la immagino più in bocca a un personaggio che la pronuncia ad alta voce in un tentativo di insulto.

L'impressione generale che ho avuto dal testo è che l'idea per il testo sia arrivata tardi e che ti sia ritrovato ad affrontare la scrittura in poco tempo, inserendo i primi dettagli che ti venivano in mente (descrizioni blande, nomi da fantasy standard come "Tempesta" e "Figli della Foresta"), lasciando vari buchi di trama (si ferma a chiacchierare dopo un furto, sbandiera a tutti le sue ricchesse) e senza concentrarti su quella che avrebbe dovuto essere la vera essenza del racconto.
Peccato, perché si vede che ti sei impegnato nell'elaborare il tuo stile di scrittura, ma con questo testo non l'hai valorizzato.

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wladimiro.borchi
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Re: L'ultima missione

Messaggio#11 » mercoledì 24 marzo 2021, 19:04

Ciao Filippo, declinazione fantasy del tema interessante, ma ci sono tante cose da dire che potrebbero far crescere il racconto.
1) Io narrante - d'accordo è più facile tenere il PDV, ma attenzione se descrivi ogni singolo movimento del protagonista ne viene fuori una prosa frammentaria e un po' noiosa. Scegli fra le azioni quelle che sono davvero importanti per far capire la storia e elimina le altre.
2) Attento alle ripetizioni involontarie. La ripetizione può essere voluta per creare un effetto, ma quando non è così si percepisce e leggere diventa terribile. "Locanda" è ripetuto allo sfinimento, idem per "oste". Alla fine arrivano le doppiette di "bevo" "pantaloni" e altri termini. Evita di ripetere lo stesso termine, cerca un sinonimo o usa il soggetto sottinteso (Es. se hai scritto: "Mi calo i pantaloni una riga sopra", dopo scrivi "mi rivesto" non "mi tiro su i pantaloni").
3) I dialoghi sono poco credibili e si nota troppo che sono utilizzati per fornire informazioni. L'effetto che ne viene fuori è un antipatico "infodump" che il lettore nota e che non lo aiuta nell'immersione. Che motivo ha il tuo "io narrante" di raccontare in una lunga battuta a un oste che nemmeno conosce, tutta la sua vita degli ultimi giorni? Trova sempre una motivazione per far parlare i tuoi personaggi e fa sì che il loro linguaggio nasca dal loro corpo, dalla loro vita pregressa.
Usa inflessioni tipiche di un popolo, modi di dire, imprecazioni: rendilo vero!
Un'idea carina, ma con tante cose da migliorare.
A rileggerci presto
W

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Re: L'ultima missione

Messaggio#12 » mercoledì 24 marzo 2021, 19:50

Ciao Filippo, piacere di leggerti. Allora, l'idea di fondo c'è, e l'hai individuata bene in funzione del tema (un ladro di reliquie che si trasforma in albero), però, secondo me:

- il nodo centrale è rappresentato dalla trasformazione del personaggio, ma questo non è legato a un suo conflitto interiore (che potrebbe starci, a meno di restare su una rappresentazione allegorica del dramma)
- segui troppo da vicino i movimenti del protagonista, ma tutti i suoi gesti potrebbero essere limati in funzione dell'obiettivo centrale della narrazione (che potrebbe essere l'arco di trasformazione del protagonista, cioé come risolve il suo conflitto)
- Attenzione alle interazioni coi personaggi minori: tutti sembrano sapere tutto, e attendere che il protagonista si rovini con le proprie mani

Ti invito a lavorare sull'idea, molto buona, con un focus maggiore sui personaggi, sui loro rapporti, e sul conflitto del protagonista.
A rileggerci!

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lucaspalletti
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Re: L'ultima missione

Messaggio#13 » giovedì 25 marzo 2021, 19:03

Ciao Filippo,
piacere di leggerti per la prima volta!
Il tema direi che è ben centrato (letteralmente il tuo protagonista mette radici eh eh) e l'idea piuttosto carina, anche se forse un po' stile "campagna di D&D". Non originalissima, ma non mi è dispiaciuta, comunque.
Sullo stile, invece, c'è da lavorare un pochino. Si nota la volontà di cercare una narrazione immersiva e focalizzata sul punto di vista e in questo devo dire che hai fatto un buon lavoro (anche se molte delle azioni del PDV sono perfettamente tagliabili, a mio avviso). Purtroppo, alcune delle tue costruzioni e delle frasi in genere risultano un pochino confuse, con alcuni periodi eccessivamente lunghi e pieni di subordinate non necessarie e altri didascalici e quasi tronchi. Te lo faccio presente ovviamente non per spocchia, ma perchè nel mio racconto mi hanno fatto notare la stessa cosa, quindi sono ipersensibile all'argomento :)
Nel complesso brano simpatico, che con un po' di revisione e limature può migliorare nettamente.
Spero di leggerti anche alla prossima edizione
Luca

FilippoR
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Re: L'ultima missione

Messaggio#14 » lunedì 29 marzo 2021, 9:16

Signor_Darcy ha scritto:Dunque: buono spunto, l’idea è bella. Il finale a sorpresa, ma non troppo è stato giustamente anticipato da diversi segnali lungo il racconto, in cui si avverte la sensazione che la scena non finirà bene.
Le descrizioni dei luoghi sono pertinenti, anche se a volte indugi su particolari (l’arredamento, la capigliatura dei due avventori, i bicipiti dell’oste) che certo arricchiscono il racconto, sebbene non siano essenziali; ma che pure sottraggono preziosi caratteri – non che lo spazio sia gestito male, beninteso: mi pare che la vicenda si prenda i tempi e gli spazi corretti, senza correre.

Ho trovato diverse costruzioni che non mi hanno convinto molto, come se certe frasi siano costituite da parti che originariamente non erano in quella posizione, perché qualcosa è stato cavato nel mezzo: per esempio in “Andiamo verso di essa, smonto da cavallo e lo faccio entrare, tolgo la sella”, che è alquanto frenetica; o in “mi dirigo verso la locanda, l’insegna ha due lance incrociate”; o in “sulla sinistra il bancone e qualche sgabello, due avventori posano il bancone”, in cui forse avrei messo un punto. Frasi comunque corrette, sia chiaro: non so mi sono spiegato.

Ho trovato poco incisivo l’ultimissima frase, forse mi sarei fermato a “dentro di me”; o avrei reso diversamente il cambiamento della gola, in maniera magari più tetra o oscura.

Un po' plateale il dialogo della birra, fa molto cattivone dei film che parla troppo.

Bel racconto, comunque, al netto di qualche scivolone.


Grazie mille, rivedrò il racconto tenendo conto delle varie indicazione, correggendo le costruzioni dubbie/problematiche e rendendo meno scontate alcune scene, effettivamente ho fatto dei tagli che hanno creato confusione.

FilippoR
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Re: L'ultima missione

Messaggio#15 » lunedì 29 marzo 2021, 9:20

filippo.mammoli ha scritto:Ciao Filippo,
Benvenuto nell'arena.
Secondo me hai scritto un buon racconto, con alcuni difetti che ti elenco.
Che il tema sia presente è evidente ed è stato interpretato in senso letterale, e questo è piacevole.
Ho trovato nella fade iniziale i tipico errori della conduzione della prima persona. Se da una parte permette una più semplice gestione del punto di vista, nasconde dall'altra alcune insidie quali la costruzione un po' ripetitiva e la lista delle azioni del protagonista.
In altri punti mi sono mancare alcun virgole, come in «Credo ti servirà ben più di una mano ladro di reliquie», dove la virgola andrebbe tra mano e ladro.
Ci sono poi un paio di sviste che spero siano refusi, come "gli e ne" al posto di gliene o "gli e li" invece di glieli. Nulla di grave ma rallenta la lettura.
Venendo poi al contenuto ho trovato poco introdotto il finale e la storia che c'è dietro al furto di reliquie.
Gli dedichi pochi caratteri alla fine quando hai troppo indugiato prima su descrizioni che si potevano sfoltire.
Spero di esserti stato utile,
Alla prossima.


Grazie mille, devo lavorare molto sul correggere gli errori come ad esempio la "lista di azioni". Effettivamente ho bilanciato male l'uso dei caratteri non dedicandone il giusto alle parti importanti e usandone troppi in quelle meno rilevanti. Sei stato sicuramente utile.

FilippoR
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Re: L'ultima missione

Messaggio#16 » lunedì 29 marzo 2021, 9:25

alexandra.fischer ha scritto:Tema centrato. Punti di forza: la ricostruzione dell’atmosfera del fantasy in stile medioevale (vedi la locanda, il cavallo, il fatto che il Nostro sia un ladro di reliquie, nella fattispecie, un sasso dei Figli della Foresta, e che abbia compiuto il furto per sposarsi e avviare una locanda. Peccato che lo attendano la birra sbagliata e la trasformazione in albero a opera dei due avventori).
Punti deboli Il fatto che lui si presenti da amicone e offra la birra ai due avventori, lo Smilzo e il Calvo e si metta a raccontare loro, due perfetti sconosciuti e al nerboruto oste del grande affare che lo sistemerà presto, mi lascia perplessa. Come pure del fatto che loro invece sappiano benissimo chi è lui (difatti gli tendono il tranello della birra). Se fosse il mio racconto, metterei sì l’insegna delle lance incrociate quando entra, ma nel finale la trasformerei nel motivo di un albero e di un sasso. Farei entrare il Nostro tutto baldanzoso, gli farei chiedere la birra all’oste, però, introdurrei questo Smilzo e questo Calvo prima da sconosciuti. Potrebbe intervenire lo Smilzo con qualcosa tipo: “Ehi, complimenti. Non ci siamo già visti da qualche parte?” E allora lui potrebbe lasciarsi suggestionare; non ricorda dove, forse nel posto dove lui e l’acquirente della reliquia si sono visti, però è rassicurato e gli offre la birra, ma, per non apparire scortese, farebbe lo stesso anche con il Calvo, e le loro maschere cadrebbero. Anche l’oste, lo mostrerei nerboruto e risoluto nella scena finale, quando arrivano sul retro della locanda. Per quel che riguarda “gli altri” menzionati dal Nostro, io mi fermerei al singolare, parlerei di un “altro” (il tizio dei soldi) e lo mostrerei trasformato in albero, ma con qualche traccia dell’umanità che fu.
Ti segnalo alcune frasi, che ti riporto corrette:
Corri, Tempesta, corri.
Dietro il bancone c’è l’oste: capelli brizzolati, qualche ruga sulla fronte, ma i suoi bicipiti scoperti mi fanno scommettere che sarebbe sconsigliabile litigarci.
Buona sera, oste.
Buona sera, messere
Cosa festeggiamo, nuovo amico?
I loro boccali glieli porto non appena hanno finito la birra che stanno bevendo.

Grazie mille, vedrò di correggere i punti deboli nella versione "2.0" del racconto (e magari lo posterò nel laboratorio, devo solo capire un attimo come funziona..). L'idea della suggestione è interessante.

FilippoR
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Re: L'ultima missione

Messaggio#17 » lunedì 29 marzo 2021, 9:27

Davide Di Tullio ha scritto:Ciao Filippo, piacere di leggerti. Un racconto senza infamia e senza lode il tuo. Hai usato una prima persona, ma di tanto in tanto ti lasci sfuggire un pdv onniscente (vedi la descrizione del calvo, nella locanda). Mi pare poi irrelistico che un ospite dica a tutti che aspetta qualcuno per ricevere dei soldi (mi sembra un po' pollo, insomma), dopo che ha descritto dei brutti ceffi. Il finale, repentino, è frutto di una semina poco curata.
a rieggerci!


Ciao Davide, grazie mille?
Devo rivederlo un po' e renderlo più credibile e meglio strutturato.

FilippoR
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Re: L'ultima missione

Messaggio#18 » lunedì 29 marzo 2021, 9:32

Lilith_luna ha scritto:Ciao Filippo,
apprezzo sempre i racconti fantasy e vedo che anche tu hai preso alla lettera il tema del contest.
L'inizio l'ho trovato un po' maldestro, troppe descrizioni meccaniche del protagonista che secondo me hanno rubato spazio al resto.
Gli errori te li hanno già fatti notare tutti, per cui non mi ripeterò. Mi sento però di ribadire anche io che questo tuo protagonista è un po' pollo, che può starci, ma il tutto nella mia mente ha preso le sembianze di un cartone animato.
Anche secondo me poi è inverosimile che lo abbiano riconosciuto come il ladro di reliquie, sebbene sul retro ci fossero già i "compagni"; a meno che quella non fosse l'unica locanda in cui fosse possibile incontrarsi, magari avendo anche pochi avventori, ma purtroppo questo non ci è stato dato saperlo. Una coincidenza un po' troppo fortuita quella di trovarsi proprio nella loro locanda.

Ciao Tiziana, hai ragione sull'inizio maldestro, era più ampio e anche sfoltendondolo ho creato qualche problema ed è ancora troppo lungo. Dovrò renderlo più verosimile e chiarire che quella locanda era proprio il punto di incontro tra il ladro di reliquie e il mandante.
Grazie mille e alla prossima.

FilippoR
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Re: L'ultima missione

Messaggio#19 » lunedì 29 marzo 2021, 9:37

wladimiro.borchi ha scritto:Ciao Filippo, declinazione fantasy del tema interessante, ma ci sono tante cose da dire che potrebbero far crescere il racconto.
1) Io narrante - d'accordo è più facile tenere il PDV, ma attenzione se descrivi ogni singolo movimento del protagonista ne viene fuori una prosa frammentaria e un po' noiosa. Scegli fra le azioni quelle che sono davvero importanti per far capire la storia e elimina le altre.
2) Attento alle ripetizioni involontarie. La ripetizione può essere voluta per creare un effetto, ma quando non è così si percepisce e leggere diventa terribile. "Locanda" è ripetuto allo sfinimento, idem per "oste". Alla fine arrivano le doppiette di "bevo" "pantaloni" e altri termini. Evita di ripetere lo stesso termine, cerca un sinonimo o usa il soggetto sottinteso (Es. se hai scritto: "Mi calo i pantaloni una riga sopra", dopo scrivi "mi rivesto" non "mi tiro su i pantaloni").
3) I dialoghi sono poco credibili e si nota troppo che sono utilizzati per fornire informazioni. L'effetto che ne viene fuori è un antipatico "infodump" che il lettore nota e che non lo aiuta nell'immersione. Che motivo ha il tuo "io narrante" di raccontare in una lunga battuta a un oste che nemmeno conosce, tutta la sua vita degli ultimi giorni? Trova sempre una motivazione per far parlare i tuoi personaggi e fa sì che il loro linguaggio nasca dal loro corpo, dalla loro vita pregressa.
Usa inflessioni tipiche di un popolo, modi di dire, imprecazioni: rendilo vero!
Un'idea carina, ma con tante cose da migliorare.
A rileggerci presto
W

Ciao Wladimiro, devo rivedere il racconto tenendo conto anche delle tue condiderazioni.
L'idea del personaggio che spiffera tutto all'oste subito era per l'euforia dell'ultima missione ma effettivamente é bilanciata male.
Grazie mille, Filippo.

FilippoR
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Re: L'ultima missione

Messaggio#20 » lunedì 29 marzo 2021, 9:39

giulio.palmieri ha scritto:Ciao Filippo, piacere di leggerti. Allora, l'idea di fondo c'è, e l'hai individuata bene in funzione del tema (un ladro di reliquie che si trasforma in albero), però, secondo me:

- il nodo centrale è rappresentato dalla trasformazione del personaggio, ma questo non è legato a un suo conflitto interiore (che potrebbe starci, a meno di restare su una rappresentazione allegorica del dramma)
- segui troppo da vicino i movimenti del protagonista, ma tutti i suoi gesti potrebbero essere limati in funzione dell'obiettivo centrale della narrazione (che potrebbe essere l'arco di trasformazione del protagonista, cioé come risolve il suo conflitto)
- Attenzione alle interazioni coi personaggi minori: tutti sembrano sapere tutto, e attendere che il protagonista si rovini con le proprie mani

Ti invito a lavorare sull'idea, molto buona, con un focus maggiore sui personaggi, sui loro rapporti, e sul conflitto del protagonista.
A rileggerci!


Ciao Giulio, vedrò di correggere la storia approfondendo maggiormente anche gli aspetti che mi hai indicato.
Grazie mille e alla prossima.

FilippoR
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Re: L'ultima missione

Messaggio#21 » lunedì 29 marzo 2021, 9:41

lucaspalletti ha scritto:Ciao Filippo,
piacere di leggerti per la prima volta!
Il tema direi che è ben centrato (letteralmente il tuo protagonista mette radici eh eh) e l'idea piuttosto carina, anche se forse un po' stile "campagna di D&D". Non originalissima, ma non mi è dispiaciuta, comunque.
Sullo stile, invece, c'è da lavorare un pochino. Si nota la volontà di cercare una narrazione immersiva e focalizzata sul punto di vista e in questo devo dire che hai fatto un buon lavoro (anche se molte delle azioni del PDV sono perfettamente tagliabili, a mio avviso). Purtroppo, alcune delle tue costruzioni e delle frasi in genere risultano un pochino confuse, con alcuni periodi eccessivamente lunghi e pieni di subordinate non necessarie e altri didascalici e quasi tronchi. Te lo faccio presente ovviamente non per spocchia, ma perchè nel mio racconto mi hanno fatto notare la stessa cosa, quindi sono ipersensibile all'argomento :)
Nel complesso brano simpatico, che con un po' di revisione e limature può migliorare nettamente.
Spero di leggerti anche alla prossima edizione
Luca


Ciao Luca, devo lavorare tanto sullo stile e hai fatto benissimo a farmelo presente.
Grazie mille e alla prossima!

FilippoR
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Re: L'ultima missione

Messaggio#22 » lunedì 29 marzo 2021, 10:05

Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Filippo
Il tuo racconto ha diversi problemi su più livelli, come ti hanno già fatto notare i nostri colleghi. Cerco di fare una disamina più approfondita.
A livello di storia ci sono vari problemi sparsi a giro per il testo. Prima di tutto: perché all'inizio il tipo sprona il cavallo a correre? È in ritardo? Non sembra, perché "si è fermato a parlare" con qualcuno, poi perde tempo a far mettere comodo il cavallo, con calma, poi entra nella locanda e non ci dà informazioni su cosa si aspettava. Solo dopo sappiamo che doveva incontrare qualcuno per vendergli una reliquia, ma allora entrando nella locanda avrebbe dovuto notare che quelle persone non erano ancora arrivate. Un pensiero del tipo "loro non sono ancora arrivati, bene non sono in ritardo" sarebbe stato più che sufficiente.
Anche il "non dovevo fermarmi a parlare", scoprendo poi tutto il testo, suona un po' strano. Con chi si è fermato a parlare se era in missione per rubare una reliquia? Di sicuro non stava parlando con quelli a cui l'ha rubata e dopo il furto, a logica, non doveva fermarsi a chiacchierare con altre persone. Suona tutto molto strano.
Il fatto che si metta a sbandierare l'arrivo di soldi, poi, non è ingenuo, è proprio stupido da parte sua. Per un ladro tenere un profilo basso dovrebbe essere una regola sacra, invece questo va in giro a gridare che sta per diventare ricco. Che è più o meno come tracciarsi una linea tratteggiata sul collo con scritto "sgozzare qui". Dovrebbe essere grato del fatto che lo trasformano in un albero, in qualsiasi altro posto gli sarebbe andata peggio.
Altro problema: noi scopriamo solo alla fine che il protagonista è un ladro di reliquie. Non solo lo scopriamo quando la situazione si fa concitata, ma la scoperta avviene DOPO che l'informazione è diventata di fondamentale importanza. Per fare un'analogia, è come se avessi scritto un racconto di una persona che sta girando per casa in cerca di qualcosa, aggirandosi per le stanze e guardando sotto tutti i letti e dentro tutti gli armadi e solo nelle ultime tre righe del racconto scopriamo che è un pompiere dentro una casa in fiamme che cerca il figlioletto della tipa che gli sta urlando disperata fuori dalla finestra. Troppo, troppo, troppo tardi. Dovevamo saperlo subito, è un'informazione fondamentale: senza di essa tutto il senso di pericolo che potevi generare con l'ingresso nella locanda viene meno e rimane solo un senso di "okay, ti stai infilando in un covo di tagliagole gridando che sei ricco, è stato bello conoscerti, cosa ci vuoi sulla lapide?"

Riguardo il tuo stile ho notato alcuni problemi. Ti prendo quella che è la frase più problematica come esempio:
La locanda non è molto grande, sulla sinistra il bancone e qualche sgabello, due avventori posano il boccale e mi fissano, uno è smilzo con una cicatrice sulla guancia e i capelli corti mentre l’altro invece più in carne ma che ha perso da tempo i capelli.

La seconda frase ha il verbo essere sottinteso, generalmente non è mai una buona idea sottintendere il verbo di una frase perché ti lascia un senso di incompiuto nel leggerle. La seconda frase poi è scollegata dal resto: prima descrivevi il locale, poi descrivi le azioni compiute dagli avventori di cui non definisci la posizione nello spazio e quindi deduciamo – magari sbagliando – che sono sugli sgabelli. Infine l'ultimo pezzo che ho evidenziato è un periodo molto lungo senza interruzioni, sarebbero state necessarie almeno due virgole: una prima di "mentre" e una prima di "ma", se non altro per spezzare il ritmo. Manca anche un "è" prima di "più in carne". Inoltre l'espressione "ha perso da tempo i capelli" è un po' innaturale come descrizione pensata dal personaggio: lui non sa da quanto tempo è pelato. Certo, se è veramente glabro su tutta la testa può farsi un'idea del fatto che non si sia svegliato quel giorno lasciando i capelli sul cuscino, ma vedendo, per esempio, Claudio Bisio, non pensi "ha perso i capelli da tempo", al massimo "la sua nuca è così pelata che sembra un cocomero". Un'espressione come questa la immagino più in bocca a un personaggio che la pronuncia ad alta voce in un tentativo di insulto.

L'impressione generale che ho avuto dal testo è che l'idea per il testo sia arrivata tardi e che ti sia ritrovato ad affrontare la scrittura in poco tempo, inserendo i primi dettagli che ti venivano in mente (descrizioni blande, nomi da fantasy standard come "Tempesta" e "Figli della Foresta"), lasciando vari buchi di trama (si ferma a chiacchierare dopo un furto, sbandiera a tutti le sue ricchesse) e senza concentrarti su quella che avrebbe dovuto essere la vera essenza del racconto.
Peccato, perché si vede che ti sei impegnato nell'elaborare il tuo stile di scrittura, ma con questo testo non l'hai valorizzato.


Ciao Stefano, vedrò di correggere i numerosi problemi nella versione "2.0" della storia, chiarendo alcuni punti chiari nella mia testa ma non chiari nel testo purtroppo. Grazie mille delle numerose indicazioni che mi serviranno sicuramente per migliorare.
Alla prossima.
Filippo

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Re: L'ultima missione

Messaggio#23 » venerdì 9 aprile 2021, 15:27

Oh dunque, direi che qui è abbastanza evidente la problematica legata alla gestione dei caratteri: parti più equilibrato e poi acceleri all'inverosimile perdendo il controllo del racconto e, di conseguenza, il lettore. Pace, questo è uno degli errori più comuni su MC e, alla fine, ci cascano tutti. Detto questo, occhio però anche all'intreccio perché ho visto un protagonista troppo passivo e molto pollo con dei passaggi piuttosto ingenui che fanno cadere le aspettative, di nuovo, del lettore, ma probabilmente anche questo può essere correlato all'ansia da caratteri che deve averti preso da un certo punto in poi. Direi un pollice ni, questa volta. A rileggerti presto.

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