Andiamo a casa - Alessio Vallese

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Alessio
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Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#1 » martedì 16 marzo 2021, 0:46

Andiamo a casa
Alessio Vallese


655° Giorno terrestre: anche l'esperimento 142 è fallito. Era l'ultimo seme, la speranza di riportare la vita sulla Terra è svanita. Nei prossimi giorni impacchetteremo le attrezzature e ripartiremo per Marte.

Chiudo il registratore vocale e lo appoggio sul tavolo accanto alla vasca di coltivazione col seme inerte, appena visibile sopra il terriccio terrestre. Quindi finisce così. Disattivo le lampade biocromatiche. Si spengono con lo stesso rumore di una soda appena versata e lasciano nell'aria quell'odore di ozono che Sara odia tanto. Per lo meno ora non se ne lamenterà più. Svuoto la vasca nel condotto di scarico che risucchia seme, terriccio, acqua e concime con un sibilo. Andranno a fare compagnia ai miei altri fallimenti. Butto la vasca nel rigeneratore. Domani pulirò tutto.
Sara entra nel laboratorio annusando l'aria. «Hai spento le lampade. È andata male anche stavolta?»
«Sì, ed era l'ultimo. Domani inizio a sbaraccare il laboratorio.»
Mi stringe tra le braccia e mi appoggia la testa petto. «Mi dispiace.» sospira. «Però almeno potremo tornare a casa. Siamo via da quasi un anno.»
«Avrei voluto che diventasse questa la nostra casa. Mi ero illuso che l'umanità, dopo trecento anni terrestri, potesse tornare a vivere qui, sulla Terra.»
«Davvero speravi di poter far nascere qualcosa da quei semi? Nessuno lo fa più da almeno un secolo. Nessuno sa più come si fa.»
«Già.» Mi asciugo una lacrima. «Chissà che cosa non ho capito. Ho messo tutto quello che serviva, almeno in teoria. Forse è solo il pianeta che ormai è sterile.»
Sara mi bacia sulla bocca. «Ti va di fare una passeggiata? È da mesi che non usciamo.»
«Be', non è che ci siano grandi cose da fare fuori.»
«Sì, ma almeno diamo un'ultima occhiata al nostro luogo d'origine. Questa desolazione ha comunque un suo fascino, no?»
Sorrido. «Va bene.»

Sara è sulla soglia della capsula-casa, ha già il chemoreattore per l'ossigeno in bocca. Si avvia lasciando entrare il riverbero del sole che mi abbaglia. Do uno sguardo al display del rilevatore ambientale esterno.
Temperatura: 25 °C. Umidità: 10%. Pressione: 105.33 kilopascal. Composizione atmosferica: Azoto 70%, Anidride Carbonica 30%.
Una bella giornata. Maledizione. Sarebbe così facile vivere qui. Dove ho sbagliato?
Le mani mi tremano per il nervoso.
Sara riappare di corsa sull'ingresso. «Amore, devi venire a vedere!»
Ma se non c'è un cazzo in questo pianeta morto. Cosa dovrei vedere? Qualche roccia buffa?
«Sì, ora arrivo.»
Mi prende per una mano e mi trascina in piedi. Non ricordo quando l'ho vista così sorridente l'ultima volta.
Mi infilo il chemoreattore. «Si può sapere che c'è?»
«Vieni!»
Gira con lunghi passi attorno alla capsula-casa, la stretta sulla mia mano è sempre più forte. «Guarda!»
«Che cazz—»
Sopra l'area di scarico si stende un piccolo tappeto verde. Non ci posso credere: sono piantine! Mi inginocchio per osservarle meglio, le accarezzo. Sono così morbide!
Mi giro a guardare Sara. Scoppia a ridere, chissà che faccia ho?
Si inginocchia accanto a me e accarezza anche lei i germogli. «Ma com'è possibile?»
Già, com'è possibile? Cos'è che c'è fuori e dentro invec— Le stagioni, cazzo!
«Le stagioni!» Mi do una pacca sulla fronte «Perché non c'ho pensato? Ormai noi coltiviamo le piante clonandole, con l'illuminazione artificiale biocromatica tutto l'anno, ma i semi hanno bisogno del ciclo stagionale, cazzo! Ecco perché in laboratorio non nascevano! Nello scarico hanno tutto quello che serve: acqua, terriccio, fertilizzante, rifiuti organici! Le stagioni hanno fatto il resto!»
Mi rimetto in piedi, afferro Sara per le spalle. «Chiama il Governatore. Possiamo tornare sulla Terra!»



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antico
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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#2 » martedì 16 marzo 2021, 0:52

Ciao Alessio! Caratteri e tempo ok, divertiti in questa SARA SIMONI EDITION!

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Signor_Darcy
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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#3 » martedì 16 marzo 2021, 19:14

Allora. Lo spunto mi piace molto: l’idea che in un futuro non meglio precisato l’umanità ormai emigrata possa sentire il bisogno di tornare nel suo pianeta di origine, ormai probabilmente purificatori dalla sua presenza, è molto invitante e sicuramente se ne potrebbe trarre del buon materiale – immagino sia già stato fatto, per inciso.

Mi sono piaciuti parecchio i primi due terzi del racconto, quello nel laboratorio, molto pessimista; e quello della passeggiata, profondo nei temi che tocca (“Sarebbe così facile vivere qui”; ma anche “Dove ho sbagliato?” che, tra le righe, leggo come “Dove abbiamo sbagliato?”).
Non male anche il finale, anche se un po’ semplicistico, forse, un po’ per lo spiegone e un po’ nella frase finale – immagino serva qualche esperimento in più, insomma. Dettagli, comunque: non ledono granché il racconto.

Stilisticamente mi piace: frasi concise; buon bilanciamento tra “azione” e sentimento; descrizioni tecniche che, anche laddove non si capiscono, si colgono tuttavia dal contesto. Non ho nemmeno particolari note sulla punteggiatura. Un buon lavoro sicuramente.

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Massimo Tivoli
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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#4 » martedì 16 marzo 2021, 21:54

Ciao Alessio,
mi è piaciuta la tua interpretazione fantascientifica del tema e, sebbene l’idea generale non sia originalissima, l’hai interpretata in un modo interessante che ha senso di essere. E questo è un aspetto senz’altro positivo del racconto. Peccato per la realizzazione dell’idea che, a tratti, presenta picchi di infodump. Di seguito, te ne riporto alcuni.
L’inizio sa un po’ di infodump: “Chiudo il registratore vocale e lo appoggio sul tavolo accanto alla vasca di coltivazione col seme inerte, appena visibile sopra il terriccio terrestre.”, per quel “col seme inerte, appena visibile sopra il terriccio terrestre”.
Anche questo pezzo: “Svuoto la vasca nel condotto di scarico che risucchia seme, terriccio, acqua e concime con un sibilo.”, per quel “che risucchia seme, terriccio, acqua e concime con un sibilo”.
Stesso discorso per “Domani pulirò tutto.”
Anche in questo dialogo: «Però almeno potremo tornare a casa. Siamo via da quasi un anno.», per quel “Siamo via da quasi un anno”. Loro due lo sanno.
Il punto è che usi un narratore autodiegetico (prima persona, focalizzazione interna) che tante cose che scrivi le sa, e si sente che le scrivi a mero beneficio del lettore. Dovresti trovare un altro modo di far emergere quei dettagli.
Anche il finale soffre un po’ lo spiegoncino, ma ne ho risentito meno, anche perché capisco pure che lì eri arrivato alle battute e andava fatto un raccolto. Con più battute, sono sicuro che avresti fatto emergere il ragionamento che ci dice esplicitamente il protagonista, per es., con un confronto con lei, con uno scambio tra i due.
In sintesi, per me, interessante interpretazione del tema, bella ambientazione, ma racconto da rivedere per migliorarne la resa.

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Lilith_luna
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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#5 » mercoledì 17 marzo 2021, 12:25

Ciao Alessio, premetto che io di fantascienza non ne so proprio nulla, e sebbene il tuo racconto mi sia sembrato un classico del genere, da quel poco che ho visto/letto in giro, non l'ho visto in modo negativo per via della componente umana.
Mi spiego meglio: nella mia personale esperienza ho faticato ad empatizzare con dei personaggi perché io per prima in quella situazione non mi ci rivedrei affatto, tuttavia il protagonista del tuo racconto mi è sembrato così genuino, da rendermelo simpatico anche in poche righe. La cosa delle rocce buffe mi ha fatto proprio sorridere.
Forse sono io che ci capisco poco, ma non mi è chiaro il passaggio in cui lui dice che dopo 300 anni terrestri si potrebbe tornare sulla Terra. Intendi trecento anni contati come terrestri e non luce, giusto? Non che sono 300 anni passati sulla Terra. Mi sento molto stupida a chiedertelo.
Quando Sara dice "Davvero speravi di poter far nascere qualcosa da quei semi?" Mi è sembrato un po' forzato. Troverei più normale che una cosa del genere glielo chiedesse al primo o secondo fallimento, ma anche se non hai specificato quanti ne ha fatti, deduco siano abbastanza ormai. Per questo mi sembra inverosimile glielo chieda dopo così tanto tempo, ecco.
"Mi prende per una mano e mi trascina in piedi", non avevo capito che lui fosse seduto, ho avuto un attimo di straniamento perché non lo avevi precisato, una piccolezza questa.
Il finale positivo l'ho apprezzato molto, temevo fosse un racconto triste e avevo quindi interpretato il titolo, mentre leggevo, come il tornare a casa su Marte, ma direi che in questo caso è ambivalente, perché di fatto tornano a Casa.
Ti consiglio di riguardare la punteggiatura fra i dialoghi. Per il resto nulla da dire :)

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Alessio
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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#6 » mercoledì 17 marzo 2021, 12:40

Ciao Stefano,
Signor_Darcy ha scritto:Allora. Lo spunto mi piace molto: l’idea che in un futuro non meglio precisato l’umanità ormai emigrata possa sentire il bisogno di tornare nel suo pianeta di origine, ormai probabilmente purificatori dalla sua presenza, è molto invitante e sicuramente se ne potrebbe trarre del buon materiale – immagino sia già stato fatto, per inciso.

Non esattamente in questi termini, ma sì: si chiama Wall-E :-D

Signor_Darcy ha scritto:Non male anche il finale, anche se un po’ semplicistico, forse, un po’ per lo spiegone e un po’ nella frase finale – immagino serva qualche esperimento in più, insomma.

Eh, il tempo è tiranno e l'esperienza lacunosa :-)

Grazie per gli apprezzamenti!

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Alessio
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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#7 » mercoledì 17 marzo 2021, 12:44

Ciao Massimo

Massimo Tivoli ha scritto:Ciao Alessio,
mi è piaciuta la tua interpretazione fantascientifica del tema e, sebbene l’idea generale non sia originalissima, l’hai interpretata in un modo interessante che ha senso di essere. E questo è un aspetto senz’altro positivo del racconto. Peccato per la realizzazione dell’idea che, a tratti, presenta picchi di infodump. Di seguito, te ne riporto alcuni.
L’inizio sa un po’ di infodump: “Chiudo il registratore vocale e lo appoggio sul tavolo accanto alla vasca di coltivazione col seme inerte, appena visibile sopra il terriccio terrestre.”, per quel “col seme inerte, appena visibile sopra il terriccio terrestre”.
Anche questo pezzo: “Svuoto la vasca nel condotto di scarico che risucchia seme, terriccio, acqua e concime con un sibilo.”, per quel “che risucchia seme, terriccio, acqua e concime con un sibilo”.
Stesso discorso per “Domani pulirò tutto.”
Anche in questo dialogo: «Però almeno potremo tornare a casa. Siamo via da quasi un anno.», per quel “Siamo via da quasi un anno”. Loro due lo sanno.
Il punto è che usi un narratore autodiegetico (prima persona, focalizzazione interna) che tante cose che scrivi le sa, e si sente che le scrivi a mero beneficio del lettore. Dovresti trovare un altro modo di far emergere quei dettagli.

Oddio, mi sembra che la tua concezione di infodump sia un po' estrema, comunque segno tutto e tengo buono per la prossima volta! :-)

Su un paio di punti mi sento di replicare:
"Domani pulirò tutto": perché dovrebbe esere un infodump?
"Siamo via da quasi un anno": è vero che lo sanno entrambi. Lei glielo sta solo facendo notare. E' lo stesso di "E' un'ora che ti aspetto!".

Massimo Tivoli ha scritto:Anche il finale soffre un po’ lo spiegoncino, ma ne ho risentito meno, anche perché capisco pure che lì eri arrivato alle battute e andava fatto un raccolto. Con più battute, sono sicuro che avresti fatto emergere il ragionamento che ci dice esplicitamente il protagonista, per es., con un confronto con lei, con uno scambio tra i due.
In sintesi, per me, interessante interpretazione del tema, bella ambientazione, ma racconto da rivedere per migliorarne la resa.

Più che i caratteri mi è mancato il tempo.

Grazie per le indicazioni!

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Alessio
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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#8 » mercoledì 17 marzo 2021, 13:02

Ciao Tiziana,

sono felice che ti sia piaciuto il mio protagonista :-)
Rispondo ai tuoi dubbi.
Lilith_luna ha scritto:Forse sono io che ci capisco poco, ma non mi è chiaro il passaggio in cui lui dice che dopo 300 anni terrestri si potrebbe tornare sulla Terra. Intendi trecento anni contati come terrestri e non luce, giusto? Non che sono 300 anni passati sulla Terra. Mi sento molto stupida a chiedertelo.

Non sono sicuro di aver capito. Se il dubbio riguarda l'espressione "300 anni terresti", è perché loro sono nati e vissuti su Marte, quindi per loro un "anno" è un anno marziano che corrisponde a quasi due anni nostri. Da qui la necessità di specificare "anni terrestri".
Con "luce" non capisco cosa intendi. Se vuoi dire "anno-luce", quella è una misura di distanza e non di tempo, quindi non c'entra niente :-)
Lilith_luna ha scritto:Quando Sara dice "Davvero speravi di poter far nascere qualcosa da quei semi?" Mi è sembrato un po' forzato. Troverei più normale che una cosa del genere glielo chiedesse al primo o secondo fallimento, ma anche se non hai specificato quanti ne ha fatti, deduco siano abbastanza ormai. Per questo mi sembra inverosimile glielo chieda dopo così tanto tempo, ecco.

Qui manca un po' di background di Sara, che dovrebbe essere una persona che non vuole interferire col lavoro del compagno, pur esendo scettica, ma lo lascia fare, anche per non demoralizzarlo. Per questo aspetta con pazienza che sia arrivato alla fine. L'esperimento è il 142: è indicato nella prima parte in corsivo!
Lilith_luna ha scritto:"Mi prende per una mano e mi trascina in piedi", non avevo capito che lui fosse seduto, ho avuto un attimo di straniamento perché non lo avevi precisato, una piccolezza questa.

Me ne sono accorto anch'io quando era troppo tardi.
Lilith_luna ha scritto:Il finale positivo l'ho apprezzato molto, temevo fosse un racconto triste e avevo quindi interpretato il titolo, mentre leggevo, come il tornare a casa su Marte, ma direi che in questo caso è ambivalente, perché di fatto tornano a Casa.

Mi fa piacere che tu abbia colto questa sfumatura, ci tenevo :-)
Lilith_luna ha scritto:Ti consiglio di riguardare la punteggiatura fra i dialoghi.

Ohibò, a me sembra tutto a posto. Potresti essere più precisa?

Grazie per le osservazioni!
Ultima modifica di Alessio il venerdì 19 marzo 2021, 14:45, modificato 1 volta in totale.

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Massimo Tivoli
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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#9 » mercoledì 17 marzo 2021, 13:04

Ciao Alessio,
sì, per “Domani pulirò tutto” sono andato di fretta io nel commentarti: intendo dire che è un’informazione che non serve.
Sì, anche ”È un’ora che ti aspetto" mi suonava artefatto ma francamente ho evitato di stare a elencare tutto.
A rileggerci con piacere.
Buona Edition!

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Lilith_luna
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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#10 » mercoledì 17 marzo 2021, 13:51

Hai ragione, Alessio, gli anni luce non c'entrano una peppa ahhahah pur avendo pensato che vivessero su Marte non so per quale motivo non ho pensato ad anni marziani, per cui per contare la differenza ho fatto l'esempio con gli anni luce, esempio pessimo direi. Altra mia colpa aver come cancellato dalla mente le prime due righe in corsivo. Chiedo venia!
Peccato non aver avuto un background di Sara, mi sarebbe stato più chiaro il suo carattere.
Per la punteggiatura mi riferisco in particolare a:
«Mi dispiace.» sospira. «Però almeno...» Qui o va la lettera maiuscola a Sospira, oppure per rimanere minuscola ci va una virgola.
«Le stagioni!» Mi do una pacca sulla fronte «Perché non c'ho pensato?...» Manca il punto dopo fronte.

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MatteoMantoani
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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#11 » giovedì 18 marzo 2021, 19:43

Ciao Alessio, non devo commentarti, però avendo finito il mio "giro" mi sono preso la libertà di passare a rompere le scatole.
Volevo solo dirti che il tuo racconto mi è piaciuto, fossi stato tra quelli che avrei dovuto valutare io ti avrei messo in alto. Mi ha ricordato un po' il film Titan AE, e anche Stephen Baxter, col suo: La Terra fu il primo pianeta ad essere terraformato.
Unica piccola stupidaggine:

Composizione atmosferica: Azoto 70%, Anidride Carbonica 30%.
Col quarzo che tornano ad abitare sulla Terra, visto che manca l'ossigeno ;)

A presto.
Complimenti.

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Alessio
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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#12 » giovedì 18 marzo 2021, 21:05

MatteoMantoani ha scritto:Ciao Alessio, non devo commentarti, però avendo finito il mio "giro" mi sono preso la libertà di passare a rompere le scatole.

Ciao Matteo,
vedo che hai cambiato nick :-D
Passa pure tutte le volte che vuoi, mi fa piacere. Avendo un background simile, so che i tuoi commenti vanno nella direzione dove voglio andare anch'io, quindi mi sono particolarmente utili!

MatteoMantoani ha scritto:Volevo solo dirti che il tuo racconto mi è piaciuto, fossi stato tra quelli che avrei dovuto valutare io ti avrei messo in alto. Mi ha ricordato un po' il film Titan AE, e anche Stephen Baxter, col suo: La Terra fu il primo pianeta ad essere terraformato.

Mi è uscita questa storia qui, ma pensa che io non sono mai stato un gran fruitore di fantascienza, sebbene mi piaccia. Sto leggendo Hyperion ora, vedi tu! Comunque mi procurerò sicuramente i titoli che hai citato.

MatteoMantoani ha scritto:Unica piccola stupidaggine:

Composizione atmosferica: Azoto 70%, Anidride Carbonica 30%.
Col quarzo che tornano ad abitare sulla Terra, visto che manca l'ossigeno ;)

Non ci sono piante, quindi nessuno produce ossigeno. Gli uomini hanno a disposizione i chemoreattori per respirare :-).

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MatteoMantoani
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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#13 » giovedì 18 marzo 2021, 21:29

Alessio ha scritto:Ciao Matteo,
vedo che hai cambiato nick :-D

Sì, ma mi sa che lo cambio ancora perché questo mi sta portando sfigherrima.


Mi è uscita questa storia qui, ma pensa che io non sono mai stato un gran fruitore di fantascienza, sebbene mi piaccia. Sto leggendo Hyperion ora, vedi tu! Comunque mi procurerò sicuramente i titoli che hai citato.

Grande Hyperion! Sparateli tutti e quattro che ne vale la pena. E dimmi se ti sono piaciuti ;)

Non ci sono piante, quindi nessuno produce ossigeno. Gli uomini hanno a disposizione i chemoreattori per respirare :-).

Yes, ma le piante senza ossigeno non possono vivere (di notte respirano ossigeno, infatti). Te l'ho detto, una piccola sega mentale. ;)

alexandra.fischer
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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#14 » giovedì 18 marzo 2021, 21:54

ANDIAMO A CASA di Alessio Vallese Tema centrato. Punti di forza: la padronanza della SF in uno stile che rielabora in modo personalissimo Matheson e Simak. Qui, lo spunto centrale riguarda il ritorno sulla Terra di una coppia abituata a vivere su Marte. Il protagonista, abituato alle coltivazioni idroponiche delle serre marziane, tenta di fare lo stesso su una Terra abbandonata da tempo perché divenuta inabitabile. In un primo tempo, sembra fallire. E poi, la compagna Sara gli mostra le piantine cresciute spontaneamente sul pianeta, rigeneratosi dopo anni di abbandono. Molto credibili i dettagli (capsula-casa, la data della registrazione vocale e il numero dell’esperimento, ossia il seme non germinato. I dati della composizione chimica dell’atmosfera terrestre).
Punti deboli: nessuno.

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Davide Di Tullio
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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#15 » venerdì 19 marzo 2021, 14:16

Alessio ha scritto:Andiamo a casa
Alessio Vallese


655° Giorno terrestre: anche l'esperimento 142 è fallito. Era l'ultimo seme, la speranza di riportare la vita sulla Terra è svanita. Nei prossimi giorni impacchetteremo le attrezzature e ripartiremo per Marte.

Chiudo il registratore vocale e lo appoggio sul tavolo accanto alla vasca di coltivazione col seme inerte, appena visibile sopra il terriccio terrestre. Quindi finisce così. Disattivo le lampade biocromatiche. Si spengono con lo stesso rumore di una soda appena versata e lasciano nell'aria quell'odore di ozono che Sara odia tanto. Per lo meno ora non se ne lamenterà più. Svuoto la vasca nel condotto di scarico che risucchia seme, terriccio, acqua e concime con un sibilo. Andranno a fare compagnia ai miei altri fallimenti. Butto la vasca nel rigeneratore. Domani pulirò tutto.
Sara entra nel laboratorio annusando l'aria. «Hai spento le lampade. È andata male anche stavolta?»
«Sì, ed era l'ultimo. Domani inizio a sbaraccare il laboratorio.»
Mi stringe tra le braccia e mi appoggia la testa petto. «Mi dispiace.» sospira. «Però almeno potremo tornare a casa. Siamo via da quasi un anno.»
«Avrei voluto che diventasse questa la nostra casa. Mi ero illuso che l'umanità, dopo trecento anni terrestri, potesse tornare a vivere qui, sulla Terra.»
«Davvero speravi di poter far nascere qualcosa da quei semi? Nessuno lo fa più da almeno un secolo. Nessuno sa più come si fa.»
«Già.» Mi asciugo una lacrima. «Chissà che cosa non ho capito. Ho messo tutto quello che serviva, almeno in teoria. Forse è solo il pianeta che ormai è sterile.»
Sara mi bacia sulla bocca. «Ti va di fare una passeggiata? È da mesi che non usciamo.»
«Be', non è che ci siano grandi cose da fare fuori.»
«Sì, ma almeno diamo un'ultima occhiata al nostro luogo d'origine. Questa desolazione ha comunque un suo fascino, no?»
Sorrido. «Va bene.»

Sara è sulla soglia della capsula-casa, ha già il chemoreattore per l'ossigeno in bocca. Si avvia lasciando entrare il riverbero del sole che mi abbaglia. Do uno sguardo al display del rilevatore ambientale esterno.
Temperatura: 25 °C. Umidità: 10%. Pressione: 105.33 kilopascal. Composizione atmosferica: Azoto 70%, Anidride Carbonica 30%.
Una bella giornata. Maledizione. Sarebbe così facile vivere qui. Dove ho sbagliato?
Le mani mi tremano per il nervoso.
Sara riappare di corsa sull'ingresso. «Amore, devi venire a vedere!»
Ma se non c'è un cazzo in questo pianeta morto. Cosa dovrei vedere? Qualche roccia buffa?
«Sì, ora arrivo.»
Mi prende per una mano e mi trascina in piedi. Non ricordo quando l'ho vista così sorridente l'ultima volta.
Mi infilo il chemoreattore. «Si può sapere che c'è?»
«Vieni!»
Gira con lunghi passi attorno alla capsula-casa, la stretta sulla mia mano è sempre più forte. «Guarda!»
«Che cazz—»
Sopra l'area di scarico si stende un piccolo tappeto verde. Non ci posso credere: sono piantine! Mi inginocchio per osservarle meglio, le accarezzo. Sono così morbide!
Mi giro a guardare Sara. Scoppia a ridere, chissà che faccia ho?
Si inginocchia accanto a me e accarezza anche lei i germogli. «Ma com'è possibile?»
Già, com'è possibile? Cos'è che c'è fuori e dentro invec— Le stagioni, cazzo!
«Le stagioni!» Mi do una pacca sulla fronte «Perché non c'ho pensato? Ormai noi coltiviamo le piante clonandole, con l'illuminazione artificiale biocromatica tutto l'anno, ma i semi hanno bisogno del ciclo stagionale, cazzo! Ecco perché in laboratorio non nascevano! Nello scarico hanno tutto quello che serve: acqua, terriccio, fertilizzante, rifiuti organici! Le stagioni hanno fatto il resto!»
Mi rimetto in piedi, afferro Sara per le spalle. «Chiama il Governatore. Possiamo tornare sulla Terra!»


Ciao Alessio, piacere di leggerti! La tua prosa é sempre molto pulita e convincente. Quindi direi che stilisticamente ci siamo. Anche la caratterizzazione dei luoghi mi sembra ben riuscita. Hai utilizzato l´ambientazione post-apocalittica e, dunque, data la diffusa conoscenza di questo tema, non hai dovuto infarcire la trama di grossi dettagli, cosa che mi sarei poruto aspettare da un racconto di fantascienza. In un caso peró sei scivolato su in piccolo infodump che purtroppo si fa notare subito in casi come il tuo in cui la prosa é stilisticamente essenziale e pulita:

«Davvero speravi di poter far nascere qualcosa da quei semi? Nessuno lo fa più da almeno un secolo. Nessuno sa più come si fa.»

qui sei uscito dal seminato e mi hai dato un calcio nelle palle, proprio quando mi stavo gustando questo bel raccontino. Una affermazione che suona poco sensata (perché farsi venire sto dubbio dopo mesi di lavoro?) e che si vede chiaramente che hai piazzato nel timore che la situazione non fosse molto chiara (per quel che mi riguarda lo era perfettamente). Avresti potuto gestire la cosa maniera decisamente piú elegante.
Un´altra cosa che mi lascia perplessi é la motivazione nel finale. Mesi e mesi di esperimenti indoor, per capire poi che si doveva andare all´aria aperta per ottenere il risultato sperato. Mi sembra una cappella non da poco per un super-scienziato. Perché poi condurre esperimenti indoor stando sulla terra? Non si potevano fare altrove?

a rileggerci presto!

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Alessio
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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#16 » venerdì 19 marzo 2021, 14:44

Ciao Davide,

rispondo ai tuoi dubbi:

Davide Di Tullio ha scritto:qui sei uscito dal seminato e mi hai dato un calcio nelle palle, proprio quando mi stavo gustando questo bel raccontino. Una affermazione che suona poco sensata (perché farsi venire sto dubbio dopo mesi di lavoro?) e che si vede chiaramente che hai piazzato nel timore che la situazione non fosse molto chiara (per quel che mi riguarda lo era perfettamente). Avresti potuto gestire la cosa maniera decisamente piú elegante.

Come scrivevo in risposta a un precedente commento, qui manca un po' di background di Sara, che dovrebbe essere una persona che non vuole interferire col lavoro del compagno, pur essendo scettica, ma lo lascia fare, anche per non demoralizzarlo. Per questo aspetta con pazienza che sia arrivato alla fine. Che poi si potesse fare meglio è fuor di dubbio!

Davide Di Tullio ha scritto:Un´altra cosa che mi lascia perplessi é la motivazione nel finale. Mesi e mesi di esperimenti indoor, per capire poi che si doveva andare all´aria aperta per ottenere il risultato sperato. Mi sembra una cappella non da poco per un super-scienziato. Perché poi condurre esperimenti indoor stando sulla terra? Non si potevano fare altrove?

L'idea è che lo scienziato è abituato a clonare le piante e dopo tanto tempo nessuno sa più bene come far germinare i semi, per questo fa gli esperimenti in laboratorio (gli esperimenti si fanno in laboratorio, no? :-D). Stare sulla Terra gli serve perché può procurarsi il terriccio terrestre, che avrà una composizione diversa da quello marziano. Però per fornire queste informazioni avrei dovuto architettare diversamente il racconto e non avrei mai fatto in tempo.

Sorry per il calcio nelle palle :-(

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Davide Di Tullio
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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#17 » venerdì 19 marzo 2021, 15:11

Cioa Alessio

cioé, io ti faccio sognare zizze pugliesi e tu mi dai calci nelle palle? non é educazione dai... :-D
comunque é evidente che i buchi di trama sono l´effetto collaterale del poco spazio.
Ad ogni buon conto, spero di rivederti mercoledí, cosí, per farti perdonare sto affronto.

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filippo.mammoli
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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#18 » sabato 20 marzo 2021, 13:07

Ciao Alessio,
Ho apprezzato il tuo racconto che mi ha tanto ricordato Wall E. Una fantascienza dalla mano leggera e credibile, che forse però non brilla per originalità.
Ma tornando al testo l'ho trovato pulito e ben mostrato, con una orsa semplice e diretta.
Un buon racconto, forse senza sussulti a parte il finale che ho trovato comunque intelligente.
Alla prossima.

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lucaspalletti
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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#19 » sabato 20 marzo 2021, 17:03

Ciao Alessio,
Piacere di leggerti per la prima volta.
Ho apprezzato molto questo tuo brano sci-fi, che strizza l'occhio a scenari futuri ben plausibili. La narrazione scorre fluida e senza intoppi e la vicenda risulta chiara sin dal principio, complice anche la "furbata" (in senso positivo, sia chiaro) della registrazione iniziale, che introduce al contesto scongiurando la necessità di ulteriori infodump. L'atmosfera è ben resa e appare vivida grazie all'impiego di elementi visivi ed olfattivi peculiari - le lampade biocromatiche, l'odore di ozono, il risucchio dello scarico.
L'immersione nel PDV è ben gestita, così come il rapporto tra i due personaggi. Dovendo fare il pignolo, al riguardo, segnalerei come unica sbavatura la frase «Davvero speravi di poter far nascere qualcosa da quei semi? Nessuno lo fa più da almeno un secolo. Nessuno sa più come si fa.»
Mi è sembrata un pelo stonata sia perchè, come diceva un altro utente, è curioso che venga pronunciata dopo tanti esperimenti falliti nel corso del tempo, ma soprattutto perchè, per il resto della narrazione, Sara sembra sempre supportare incondizionatamente il PDV, e questa linea di dialogo sembra un pelo fuori dal personaggio.
Visto che siamo in "modalità pignoleria", ti faccio notare anche quella che potrebbe essere una risibile inesattezza: all'inizio, nella registrazione, viene specificato che siamo nel 655esimo giorno, quindi quasi allo scadere del secondo anno terrestre. In seguito, Sara afferma che sono via da quasi un anno. Forse ho interpretato male io, intendevi un anno marziano?
Ad ogni modo questo è proprio voler cercare il pelo nell'uovo, e se mi soffermo su questi piccoli dettagli è perchè, per il resto, ho trovato il racconto impeccabile.
Davvero, mi è piaciuto molto, sia per idea che per esecuzione. Per il momento è il mio preferito tra quelli che ho avuto il piacere di leggere, e difficilmente verrà scalzato dal mio (modesto) podio personale.
Complimenti
Luca

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Alessio
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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#20 » sabato 20 marzo 2021, 17:43

alexandra.fischer ha scritto:ANDIAMO A CASA di Alessio Vallese Tema centrato. Punti di forza: la padronanza della SF in uno stile che rielabora in modo personalissimo Matheson e Simak. Qui, lo spunto centrale riguarda il ritorno sulla Terra di una coppia abituata a vivere su Marte. Il protagonista, abituato alle coltivazioni idroponiche delle serre marziane, tenta di fare lo stesso su una Terra abbandonata da tempo perché divenuta inabitabile. In un primo tempo, sembra fallire. E poi, la compagna Sara gli mostra le piantine cresciute spontaneamente sul pianeta, rigeneratosi dopo anni di abbandono. Molto credibili i dettagli (capsula-casa, la data della registrazione vocale e il numero dell’esperimento, ossia il seme non germinato. I dati della composizione chimica dell’atmosfera terrestre).
Punti deboli: nessuno.

Ciao Alexandra,

grazie, sei troppo gentile, come al solito. Troppo. :-)
Non è vero che non ci sono punti deboli! Su, non fare la timida e tira fuori gli artigli!

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Alessio
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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#21 » sabato 20 marzo 2021, 17:45

filippo.mammoli ha scritto:Ciao Alessio,
Ho apprezzato il tuo racconto che mi ha tanto ricordato Wall E. Una fantascienza dalla mano leggera e credibile, che forse però non brilla per originalità.
Ma tornando al testo l'ho trovato pulito e ben mostrato, con una orsa semplice e diretta.
Un buon racconto, forse senza sussulti a parte il finale che ho trovato comunque intelligente.
Alla prossima.

Ciao Filippo,

grazie! Wall-E in effetti è una delle ispirazioni e sono felice di essere riuscito a trasmetterti quel tipo di sensazione.

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Alessio
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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#22 » sabato 20 marzo 2021, 17:57

Ciao Luca,

grazie per gli apprezzamenti.

Rispondo ai tuoi dubbi:
lucaspalletti ha scritto:«Davvero speravi di poter far nascere qualcosa da quei semi? Nessuno lo fa più da almeno un secolo. Nessuno sa più come si fa.»
Mi è sembrata un pelo stonata sia perchè, come diceva un altro utente, è curioso che venga pronunciata dopo tanti esperimenti falliti nel corso del tempo, ma soprattutto perchè, per il resto della narrazione, Sara sembra sempre supportare incondizionatamente il PDV, e questa linea di dialogo sembra un pelo fuori dal personaggio.

Come scrivevo sopra, manca un po' di background di Sara. Lei lo supporta sì incondizionatamente, ma rimane da sempre scettica sulla riuscita. Quindi, arrivati alla fine dell'avventura manifesta i suoi dubbi. Ripeto, dovevo delineare di più Sara.

lucaspalletti ha scritto:Visto che siamo in "modalità pignoleria", ti faccio notare anche quella che potrebbe essere una risibile inesattezza: all'inizio, nella registrazione, viene specificato che siamo nel 655esimo giorno, quindi quasi allo scadere del secondo anno terrestre. In seguito, Sara afferma che sono via da quasi un anno. Forse ho interpretato male io, intendevi un anno marziano?

Temevo che qualcuno sollevasse questo dubbio. Loro sono nati e vissuti su Marte, quindi per loro l'"anno" è l'anno marziano, da qui la necessità di specificare "anni terrestri" e "giorni terrestri". Un anno marziano sono circa 1.88 anni terrestri, quindi 655 giorni terrestri sono quasi un anno marziano. Però il fatto che io sia qui a spiegartelo vuol dire che non è stata una gran scelta la mia.

lucaspalletti ha scritto:Ad ogni modo questo è proprio voler cercare il pelo nell'uovo, e se mi soffermo su questi piccoli dettagli è perchè, per il resto, ho trovato il racconto impeccabile.
Davvero, mi è piaciuto molto, sia per idea che per esecuzione. Per il momento è il mio preferito tra quelli che ho avuto il piacere di leggere, e difficilmente verrà scalzato dal mio (modesto) podio personale.

Grazie, spero che rimanga sul podio fino alla fine! :-D
Comunque non preoccuparti delle pignolerie, sono quelle che fanno crescere!

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giulio.palmieri
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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#23 » domenica 21 marzo 2021, 18:17

Ciao Alessio, piacere di averti letto. Il racconto mi è piaciuto, pur non risultando particolarmente originale nell'ambientazione. Però, il finale mi ha sorpreso: dopo tanti esperimenti, alla fine bisognava lasciare fare alla natura (un po' come dire che gli sforzi umani spesso sono inutili). Nella parte centrale mi sarei aspettato la descrizione del pianeta "desolato", quando dici:

"Una bella giornata. Maledizione. Sarebbe così facile vivere qui. Dove ho sbagliato?"

Il paesaggio non viene mostrato: la domanda del lettore (preparata dal narrato precedente) è: "che aspetto ha la Terra?", perché "sarebbe così facile vivere qui?".
Questo è il punto che mi ha lasciato perplesso; poi forse, per rendere tutto più incisivo poteva starci anche alzare la posta in gioco: magari i due non possono tornare su Marte, magari hanno un problema alla navicella e l'unica possibilità di sopravvivenza nelle loro mani è riuscire a far tornare la vita sulla terra.
Alla prossima e buona edition!

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wladimiro.borchi
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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#24 » lunedì 22 marzo 2021, 12:20

Ciao Alessio,
racconto interessante e scritto discretamente, al netto degli infodump che ti hanno già segnalato e che, seppur comprensibili con i caratteri a disposizione, potevano essere evitati in qualche modo.
A me è piaciuto, l'unica cosa che ho trovato un po' semplicistica è il finale.
Mi spiego meglio: in che modo il susseguirsi delle stagioni avrebbe consentito ai semi di svilupparsi? Perché l'illuminazione artificiale ad hoc non funziona, mentre il sole sì?
Tutte domande che alla fine del racconto restano senza risposta dando una sgradevole sensazione di incompiuto, al meno di non voler leggere il lavoro in chiave poetica.
Alla luce di questo, resta un buon lavoro, ma i nerd della fantascienza non apprezzeranno fino in fondo.
A rileggerci presto.
W

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Stefano.Moretto
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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#25 » lunedì 22 marzo 2021, 13:35

Ciao Alessio,
il tuo racconto mi ha fatto pensare fin dalle prime battute a Wall–E e mi pare di capire che l'effetto sia abbastanza voluto, quindi bravo. Nel complesso la storia è molto carina, ma soffre un po' in alcuni punti che non sono riuscito ad apprezzare appieno. Essendo la tematica molto aliena è ovvio che dare le informazioni al lettore non è facile, ma ci sono alcuni punti decisamente migliorabili. Premetto che alcune cose che ti sono già state segnalate a me personalmente non hanno dato fastidio, ti elenco però i punti che secondo me potevano essere fatti meglio:
«Avrei voluto che diventasse questa la nostra casa. Mi ero illuso che l'umanità, dopo trecento anni terrestri, potesse tornare a vivere qui, sulla Terra.»

Quel "terrestri" qui mi ha un po' infastidito per un motivo semplice: loro sono nati e cresciuti su Marte (questo è evidente dal testo), quindi per loro un anno è un anno marziano e ragionevolmente per parlare di anni terrestri devono fare una conversione mentale moltiplicando/dividendo per 1.88, approssimando diciamo poco meno di 2. In una situazione, diciamo, "intima", sarebbe più naturale che loro usino il sistema numerico a cui sono abituati, ovvero gli anni marziani. Immaginalo a parti invertite: se tu fossi su Marte e ti ritrovassi in questa situazione non ti verrebbe da dire "dopo trecento anni marziani". Penseresti nella tua unità di misura, ovvero "dopo 564 anni", o approssimando "dopo cinque secoli". Questo non è neanche un problema di infodump perché il "terrestri" non ci dà un'informazione in più che altrimenti non avremmo, al massimo il lettore potrebbe fraintendere l'informazione, ma è così marginale che non è importante, l'unica cosa importante qui è che è passato tanto tempo, quanto di preciso non si sa (anche perché i 300 anni sicuramente sono approssimati, dubito siano andati lì per l'anniversario della fuga).
Nessuno lo fa più da almeno un secolo

E infatti qui non usi "secolo terrestre". Quindi lei adesso parla in anni marziani o terrestri? A causa della puntualizzazione di prima ora mi ritrovo a chiedermelo.
«Davvero speravi di poter far nascere qualcosa da quei semi? Nessuno lo fa più da almeno un secolo. Nessuno sa più come si fa.»

Analizzando invece la frase nel complesso: è molto innaturale data la situazione. Sono lì da un anno e lei pensava che lui fosse lì per divertirsi? È ovvio che ci sperava di far nascere quei semi, a meno che quella non fosse una side–quest e il loro obiettivo primario fosse altro, tipo andare a recuperare l'antico vaso che andava portato in salvo, ma dal racconto non pare sia così. Questa frase – come ti hanno già fatto notare – dà molto l'idea di essere piazzata lì solo per spiegare al lettore. Magari le stesse identiche informazioni in una forma diversa sarebbero risultate meno irrealistiche.
Nessuno sa più come si fa.

Rimango sempre su questo pezzo e guardo l'ultima frase. In che senso? Su Marte non coltivano le piante? E se non coltivano le piante lì perché cercano di terraformare la Terra?
In pratica un buon 50% dei problemi del tuo testo è in questa singola linea di dialogo, il che è una buona notizia perché ti basta modificare una sola riga per migliorare di molto il tuo testo.
Azoto 70%, Anidride Carbonica 30%.

Questo pezzo mi ha fatto storcere un pochino il naso non tanto per il fatto che sia sbagliato in sé, quanto perché essendo loro degli scienziati e le loro apparecchiature all'avanguardia mi sarei aspettato un'analisi più dettagliata. Queste percentuali sono molto semplicistiche e, ammesso che tutto l'ossigeno attualmente presente venga sostituito dall'anidride carbonica, ci sarebbe comunque un 8–10% di Azoto e un 1% di Argon scomparsi dall'atmosfera terrestre, volendo comunque ignorare le tracce di altri gas. Capisco il voler dare l'informazione dell'anidride carbonica, ma non puoi scollegarmi dall'ambientazione fantascientifica in modo così grossolano. Quantomeno usa delle percentuali più credibili e meno tonde, tipo "78% di azoto, 21% di anidride carbonica, 1% di argon, piccole tracce di metano e radon."
Sì lo so che sono un tipo strano, ma più che gli infodump (che in questo testo, secondo me, non sono un problema così grosso) è questa mancanza di aderenza al genere scelto che mi caccia fuori dal racconto.

Sul finale: stesso discorso in salsa botanica. Mi sembra molto forzato che la componente mancante per il germogliamento siano le stagioni. Una pianta non nasce nella stagione sbagliata, non è che il seme deve passare anni e far passare le stagioni per germogliare, anzi: ha bisogno di una stagione specifica per nascere, infatti molte piante vengono dette stagionali proprio perché sopravvivono solo finché le condizioni climatiche glielo permettono, poi muoiono e lasciano i semi a terra per la generazione futura, quando il clima sarà di nuovo favorevole.
Tipo il mio basilico, se non fosse morto prima per un parassita.

Nel complesso: mi piace tantissimo il mood del racconto, purtroppo molto meno l'esecuzione e la risoluzione. Non è la tua prova meglio riuscita, personalmente ho apprezzato molto di più il tuo racconto del mese scorso.

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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#26 » martedì 23 marzo 2021, 10:47

Ciao Giulio,

dalle tue parole mi par di capire che il finale ti abbia sorpreso in positivo. Se è così mi fa piacere :-)

Rispondo ai tuoi dubbi:
giulio.palmieri ha scritto:"Una bella giornata. Maledizione. Sarebbe così facile vivere qui. Dove ho sbagliato?"

Il paesaggio non viene mostrato: la domanda del lettore (preparata dal narrato precedente) è: "che aspetto ha la Terra?", perché "sarebbe così facile vivere qui?".


Sono d'accordo, manca un po' di caratterizzazione dell'ambiente. Chi è già avvezzo a questo tipo di ambientazione sicuramente non fatica a immaginarsi il paesaggio, tuttavia convengo che almeno uno scorcio era opportuno darlo.
Sul "perché sarebbe così facile vivere qui" speravo che arrivasse dal fatto che quando escono dalla capsula non hanno bisogno di particolari abbigliamenti o protezioni, ma solo di un apparecchietto in bocca per respirare.

giulio.palmieri ha scritto:Questo è il punto che mi ha lasciato perplesso; poi forse, per rendere tutto più incisivo poteva starci anche alzare la posta in gioco: magari i due non possono tornare su Marte, magari hanno un problema alla navicella e l'unica possibilità di sopravvivenza nelle loro mani è riuscire a far tornare la vita sulla terra.

Anche volendo, mi sa che non c'erano abbastanza caratteri per sviluppare adeguatamente anche questo tipo di conflitto!

Grazie per i commenti, alla prossima!

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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#27 » martedì 23 marzo 2021, 10:54

Ciao Wladimiro,

sicuramente questo racconto non è fantascienza hard-core :-D

Rispondo ai tuoi dubbi:
wladimiro.borchi ha scritto:Mi spiego meglio: in che modo il susseguirsi delle stagioni avrebbe consentito ai semi di svilupparsi? Perché l'illuminazione artificiale ad hoc non funziona, mentre il sole sì?

La luce serve a far vivere le piante già germogliate, i semi normalmente stanno sotto terra e non hanno bisogno di luce. Però hanno bisogno di un ciclo caldo/freddo e di una certa dose di umidità.
Il punto è che, e qui non sono sicuramente riuscito a trasmettere correttamente le informazioni, loro vengono da un mondo dove le piante vengono propagate per clonazione, o per talea, in ogni caso non si semina più "da almeno un secolo" e nessuno sa più come si fa.

Grazie per il feedback, alla prossima!

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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#28 » martedì 23 marzo 2021, 11:32

Ciao Stefano,

grazie per il commento dettagliato. Mi fa piacere che ti sia arrivato il mood del racconto.

Rispondo ai tuoi dubbi:
Stefano.Moretto ha scritto:Quel "terrestri" qui mi ha un po' infastidito [...]
Nessuno lo fa più da almeno un secolo

E infatti qui non usi "secolo terrestre". Quindi lei adesso parla in anni marziani o terrestri? A causa della puntualizzazione di prima ora mi ritrovo a chiedermelo.

Sì, è vero. Qui ho sbagliato a ragionare di pura testa e logica, perdendo di vista la necessità dell'immediatezza della comprensione. Se pensi che loro sono "marziani", è tutto marziano tranne ove diversamente specificato. Questo va bene in un corso di Analisi, non in narrativa! ^_^"

Stefano.Moretto ha scritto:
Nessuno sa più come si fa.

Rimango sempre su questo pezzo e guardo l'ultima frase. In che senso? Su Marte non coltivano le piante? E se non coltivano le piante lì perché cercano di terraformare la Terra?

Il senso era che nessuno semina più e nessuno sa più come far germogliare i semi.
Dovrebbe essere l'altro spiegone, sul finale, a rivelare che su Marte le piante vengono coltivate in modi diversi (nello specifico, clonandole). Nell'ambientazione, la terraformazione della Terra in realtà, più che una vera necessità, voleva essere una questione idealistica legata alla volontà di tornare nella loro patria.


Stefano.Moretto ha scritto:
Azoto 70%, Anidride Carbonica 30%.

Questo pezzo mi ha fatto storcere un pochino il naso non tanto per il fatto che sia sbagliato in sé, quanto perché essendo loro degli scienziati e le loro apparecchiature all'avanguardia mi sarei aspettato un'analisi più dettagliata.

Al di là delle specifiche percentuali scelte, in realtà quel rilevatore voleva essere solo una dotazione standard della capsula-casa, non uno strumento scientifico, quindi un po' più approssimato ^_^"

Stefano.Moretto ha scritto:Sì lo so che sono un tipo strano, ma più che gli infodump (che in questo testo, secondo me, non sono un problema così grosso) è questa mancanza di aderenza al genere scelto che mi caccia fuori dal racconto.

La verità è che io non mastico tantissima fantascienza. Mi è venuta in vente questa cosa e ho deciso di portarla avanti lo stesso e quindi certe carenze emergono per forza.

Stefano.Moretto ha scritto:Sul finale: stesso discorso in salsa botanica. Mi sembra molto forzato che la componente mancante per il germogliamento siano le stagioni. Una pianta non nasce nella stagione sbagliata, non è che il seme deve passare anni e far passare le stagioni per germogliare, anzi: ha bisogno di una stagione specifica per nascere

Non è necessario che un seme si faccia tutte le stagioni, ma infatti non sta scritto da nessuna parte che i semi sono gemogliati tutti e tutti contemporaneamente. Però i semi hanno bisogno di un ciclo caldo/freddo. Per esempio l'aglio (che non è un seme ma vabbe') ha bisogno del freddo per germogliare (quindi non tenetelo in frigo!), ma poi si raccoglie in estate. Per questo servono le stagioni come principio generale.
Pensa anche che la maggior parte dei frutti matura d'estate. In natura i frutti cadono, vengono mangiati dagli animali che espellono i semi con la cacca e poi i semi nascono in primavera.
Detto in maniera molto semplicistica, eh, ma giusto per far capire che comunque il ciclo delle stagioni serve.

Detto questo, sono d'accordo che se devo essere qui a spiegare il racconto, vuol dire che il testo non ha funzionato.

Grazie per i feedback, alla prossima!

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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#29 » martedì 23 marzo 2021, 15:18

Alessio ha scritto:Per esempio l'aglio (che non è un seme ma vabbe') ha bisogno del freddo per germogliare (quindi non tenetelo in frigo!)

Questo spiega quella volta che mi sono ritrovato una pianta d'aglio in frigo (not kidding).
Comunque il mio commento non voleva essere un attacco al tuo racconto, spero che non sia stato percepito come tale. Il fatto è che la fantascienza mi piace un sacco e mi triggero fin troppo facilmente su certi temi.
Tiro fuori una piccola curiosità riguardo la clonazione delle piante visto che hai tirato in ballo l'argomento: per alcune piante, come le banane, si fa già:
https://www.focus.it/cultura/curiosita/ ... semi-senza

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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#30 » martedì 23 marzo 2021, 16:08

Stefano.Moretto ha scritto:Questo spiega quella volta che mi sono ritrovato una pianta d'aglio in frigo (not kidding).

LOL. Ora va' e non peccare più. Congelalo pittosto.

Stefano.Moretto ha scritto:Comunque il mio commento non voleva essere un attacco al tuo racconto, spero che non sia stato percepito come tale. Il fatto è che la fantascienza mi piace un sacco e mi triggero fin troppo facilmente su certi temi.

No, nessun attacco percepito, figurati, anzi mi scuso io se ti ho fatto pensare che mi sono sentito attaccato, è che a volte sono un po' brusco ^_^". Era solo per rispondere al tuo dubbio a proposito delle stagioni. Fai bene a triggerarti, è giusto che se sei un lettore di un gerto genere tu sia anche esigente. Sono io che ho trattato la cosa pur avendone poca dimestichezza e quindi sono risultato un po' superficiale sotto questo aspetto.

Stefano.Moretto ha scritto:Tiro fuori una piccola curiosità riguardo la clonazione delle piante visto che hai tirato in ballo l'argomento: per alcune piante, come le banane, si fa già:
https://www.focus.it/cultura/curiosita/ ... semi-senza

Sì, lo sapevo! :-) Per fortuna non lo facciamo ancora con tutto!

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Re: Andiamo a casa - Alessio Vallese

Messaggio#31 » venerdì 9 aprile 2021, 11:03

Il tuo stile pulito e funzionale è ormai un marchio di fabbrica, ma questa volta ho storto il naso in un paio di occasioni e mi dispiace ripetere quello già detto da altri: 1) la prima parte e quel dialogo così forzato... Fai passare delle informazioni a puro consumo del lettore facendo ripetere ai protagonisti cose che già sanno. Prova a rivederlo in una situazione normale, nella vita quotidiana con te che snoccioli cose che sia tu che il tuo interlocutore conoscete, così, a uso e consumo di uno spirito che passa di lì, distratto... Insomma, straforzato e quindi innaturale. 2) il finale non mi ha convinto perché mi è sembrato troppo semplice, sono sulla Terra da 650 giorni, due anni, e non hanno mai dato un occhio alla zona di scarico e casualmente lo fanno proprio in occasione del racconto che, a sua volta, parte proprio dall'ultimo esperimento? Troppe coincidenze casuali fanno sempre rizzare i peli della realtà. Insomma, il tema c'è, ma questa volta, pur con il tuo stile che trovo sempre piacevole, non mi hai convinto e neppure tirato nel racconto. Capita, eh? Come valutazione direi un pollice tendente verso il positivo, questo è scontato perché cmq si legge anche volentieri, ma al pelo.

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