La moglie perfetta

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi di gioco sono quattro:
1) Il primo aprile sveleremo il tema deciso da Luca Verducchi e Danilo Bultrini. I partecipanti dovranno scrivere un racconto e postarlo sul forum.
2) Gli autori si leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Gli SPONSOR leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) Il BOSS assegnerà la vittoria.
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Giovanni Attanasio
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La moglie perfetta

Messaggio#1 » mercoledì 14 aprile 2021, 13:13

La moglie perfetta
di Giovanni Attanasio

Giada chiuse la tenda. Prima di abbassare pure la tapparella, sbirciò fuori piegandosi in avanti. «Pare che oggi la vecchia non ci sia.»
 «E allora torna qua, dai.»
 «Hai fretta?»
 «Ancora non ho fatto niente, non puoi essere già incazzata,» Rocco distese le gambe e sgranchì la schiena. «Vieni, coccoliamoci un po’.»
 «E poi?» lo fissò: aveva le mani protese e le dita impegnate a suonare un pianoforte invisibile. «Mi rispondi, anziché fare l’imbecille?»
 «Che devo dire?» la seguì avanti e indietro con gli occhi. «Giada?»
 «Non ne voglio coccole.»
 «Possiamo provare, almeno? Che ti costa?» batté il palmo sul posto libero del divano, «dimmi che cazzo ti costa!»
 «Non urlare.»
 «Hai detto che la vecchia non c’è, mi sento—»
 «Vaffanculo!» Giada puntò a testa bassa verso il corridoio.
 «Ma che ho fatto?» Rocco si precipitò dal divano, tentò di acciuffarla per il braccio, ma non fece in tempo. «Dai, Giada! Oh!?» corse verso l’altra stanza, «non ti chiudere in quella merda di camera! Giada! Sfondo la porta, stavolta! Porca di quella puttana, non mi fare incazzare!»
 «Voglio stare sola!»
 «Rompo una delle tue tazze, ok? La schiaccio sotto i—»
 «Non minacciarmi, pezzo di merda!»
 Rocco picchiò il pugno contro lo stipite. Nessuna reazione. Poggiò l’orecchio alla porta, trattenne il respiro. «Che prendi nel cassetto?»
 «Lasciami sola, Rocco.»
 «Giada, non mi fare bestemmiare. Giada, apri.»
 I passi risuonarono nella camera oltre la porta, piedi scalzi e tallonate sul parquet. «Cosa ti dà più fastidio? Dimmi la verità.»
 «In che senso?» Rocco deglutì, colpendosi il petto. «Non mi dà fastidio niente...»
 «Non sei più incazzato, allora?»
 «Giada, amore mio, io vorrei solo che le cose andassero bene, lo capisci? Mettiti nei miei panni. È facile secondo te per un uomo vivere così? Cosa racconto in ufficio, che mia moglie preferisce un vibratore al proprio uomo? Da che mondo e mondo una—»
 «Ah, ecco che l’hai ammesso. Stronzo! E per me è facile? Ti pare che io non le ho le amiche che rompono i coglioni? Tu almeno puoi risolvere col viagra, io che cazzo faccio?»
 «Ci sono—»
 «Lo sai che mi irritano la pelle! Lo sai, Rocco!»
 Silenzio. Lui sfiorò la maniglia, tenne la mano ferma proprio sull’estremità. «Giada, la tua è una fissazione. Lascia perdere quell’affare. Stai con me, tuo marito.»
 «Mio marito? E dov’è questo marito? Dove sei, Rocco?» i passi ripresero distanti. Le doghe del letto scricchiolarono. «Voglio solo un po’ di tempo con me stessa.»
 Rocco lasciò la maniglia.

Rumore di vetri rotti. Giada balzò via dal wc e sbirciò il corridoio. «Che hai sfasciato? Sei già sveglio?»
 «Mi è caduta una cosa.»
 Lei tornò al gabinetto per buttare la carta igienica e tirare lo sciacquone. Allacciò la tuta e corse in cucina. Rocco era fermo, le mani sui fianchi: sparsi tra i piedi scalzi, tanti cocci variopinti.
 «No!» Giada si tuffò in ginocchio, «la tazza di Supercar!»
 «Vabbè, la puoi ordinare da—»
 «L’ho comprata in America, cosa cazzo ordino? Mica è la stessa cosa! Secondo te io—» si morse il pugno, «lascia stare, Rocco. Lascia stare.»
 «Non l’ho fatto apposta.»
 Giada raccolse nel palmo aperto i resti, uno ad uno. «Invece sì.»
 «Che ragione avrei avuto di farlo?»
 «Perché sei un rancoroso bastardo!» lo spinse contro il mobile.
 Il gomito di Rocco urtò la friggitrice ad aria. I suoi occhi saettarono per la stanza, cercarono di seguire le mani rapide di Giada: in un attimo si trovò un coltello sul naso.
 «Giada. Giada, ehi. Patatina...»
 «Io ti sbudello!»
 «Giada, porca puttana! È una tazza, ti—» portò le mani in alto, «Giada, Cristo...»
 «Ok, scusa.»
 Rocco abbozzò un sorriso, poi si fece serio: «Continua.»
 «Cosa?»
 «Minacciami. Continua.»
 Lei strinse l’impugnatura del coltello, lo agitò. Gli contornò con cura il naso e scivolò sino al collo.
 «Funziona, Giada.»
 Questa seguì il cenno del capo verso il basso. Un netto rigonfiamento del pigiama puntava proprio verso di lei. Carezzò il petto del marito col metallo, mentre l’altra mano ispezionava i suoi pantaloni: «Non ci credo. È duro? Non hai preso qualche pillola, vero?»
 «No. Sto guarendo.»
 Giada rimise il coltello nel lavabo e si sedette sul tavolo. Sfilò il pigiama e le mutande, le scagliò alle proprie spalle e aprì le cosce. Rocco scosse il capo, si spettinò i capelli, si pinzò le guance e infine avanzò. Prese un bel respiro e ficcò la faccia tra le gambe della moglie.
 «Mio Dio!» guaì lei, ghermendolo per i capelli.
 Smanioso, rapito dalla frenesia, Rocco l’afferrò e l’abbracciò. Con una mano guidò la propria gioia verso il sorriso roseo e umido di Giada. E spinse. Spinse. Lei non lo mollò, lo prese per la schiena e lo graffiò; poi ai glutei, lo artigliò e lo costrinse a insistere.
 «Dai!» ansimò, mordendogli le labbra secche. «Che fai? Tienilo dentro!»
 «Un attimo...»
 Giada sbuffò e prese il fallo tra le dita. «Passami il coltello, Rocco. Passamelo, magari se ti minaccio ancora—»
 «Va bene così,» si allontanò e rimise a posto i pantaloni. «Lasciamo perdere.»
 «Fammi almeno venire, non pensare sempre a te! Usa le mani, la lingua, pure i piedi se vuoi! Rocco!»
 «Hai il vibratore.»
 «Rocco, io voglio te!»
 Il portone di casa batté, il boato risuonò per tutta la casa.

Giada strappò dal calendario il mese di marzo. Appallottolò la carta e fissò il cestino. Le lacrime piovevano dritte nella pattumiera.
 Aprì lo sportellino e controllò le sue tazze, tutte messe in ordine, divise per colore e forma. Si alzò in punta di piedi e contò sottovoce quelle sul fondo.
 «Tesoro, andiamo a fare la spesa?»
 «Sono impegnata, non vedi?» girò di poco il capo dall’altro lato.
 Rocco si spostò ed entrò di nuovo nel suo campo visivo. «Giada, ma che hai?»
 «Ci abbiamo provato da soli e non ha funzionato.»
 «Vuoi passare in farmacia? Hanno il lubrificante naturale, quello andrà bene.»
 «Ma non capisci?»
 «Io capisco, però—»
 «A te importa solo poter dire agli amici che scopi con tua moglie. E allora scopami, prendi il viagra e scopami. Che ti frega se poi mi fa male, se mi si irrita la fica, se mi sembra di star venendo stuprata!»
 «Ora esageri, non ti pare?» le prese le mani, «ho deciso di non incazzarmi più, però devi aiutarmi. Voglio stare calmo. Non dirmi merdate sullo stupro, Cristo! Ma ti rendi conto di cosa significa?»
 «E se provassimo di nuovo il gioco del coltello? Stava andando bene.»
 «Non lo so, amore...»
 «Magari fare un po’ di roleplay ci aiuta a connetterci.»
 «Roleplay? Cos’è?»
 Giada ridacchiò. Si sporse e lo baciò. «Significa che facciamo finta di essere qualcos’altro. Qualcosa di eccitante.»
 «Tipo?»
 «Facciamo che siamo due spie, no? Una americana e una sovietica. E ci vogliamo ammazzare, però poi la cosa prende una piega romantica e scopiamo come se dovessimo ripopolare la terra!»
 «E quella sovietica chi la fa?»
 «Tu.»
 Lui si grattò la testa, «mi sembra complicato, forse è meglio qualcosa di più facile. La cosa di ripopolare però non era male. Senti, facciamo che ci vogliamo uccidere e basta, come la storia del coltello.»
 «Sei noioso.» Ammiccò verso i suoi pantaloni: «Però vedo che la cosa ti piace...»

Rocco, nudo ma con un cappellino in testa, marchiò con una X rossa sul calendario il diciotto di aprile. Divaricò le gambe e si osservò la pancia, poi più in giù. Iniziò a ridere, a saltellare per la cucina.
 «Hai messo un’altra crocetta? Le conti pure?»
 «Giada, amore mio!» si bloccò a metà strada, mise le mani dietro la schiena, «anzi: Giada, mia acerrima nemica. Oggi è il giorno in cui ti ammazzo sul serio.»
 «Ma smettila, che sono stanca.»
 Lui le girò attorno e le puntò un dito alla schiena, come fosse una pistola. «Mani in alto.»
 «Com’è quella battuta orribile che dici ogni tanto?»
 «Ah, quella! No, questa non è una pistola, ma sono molto contento di vederti!»
 «Lasciami riposare due orette, poi giochiamo ancora.»
 «Ma io non posso resistere, c’ho voglia. Sei bella, Giada, le tue tette, il culo. Sto guarendo, amore, io ti guardo e sono già tutto pronto,» mormorò, percorrendo i suoi fianchi con le dita. Le massaggiò le spalle e unì le mani intorno al collo della moglie. «Sei cazzo perfetta, Giada. Sei già bagnata?»
 «Una cascata, come no.»
 «Giù a quattro zampe! Devi obbedirmi, donna. O ti ammazzo.»
 Giada colse il riflesso di Rocco sul vetro della credenza. «Non ho voglia. Lasciami.»
 «Anche io scherzavo. È un gioco, amore mio.»
 «E allora lasciami! Rocco, mi stai facendo male.» Tossì. «Voglio riposarmi, mi gira la testa.»
 «Ok, come vuoi. Ma non abbassare mai la guardia, donna: non puoi mai sapere cosa potrebbe accaderti.»
 Le risate di Rocco rimbombarono nel corridoio sino a estinguersi nella camera da letto. Lei non si mosse, rimase a fremere in mezzo alla cucina. Poggiò la mano sul tavolo e si sostenne, tirò a sé la sedia e sospirò. Massaggiò il collo arrossato e fissò il telefono di casa, a portata di mano. Incrociò le braccia al petto.

Girata la chiave nella toppa, Giada proseguì con passo felpato. Pigiò l’interruttore, ma la luce non si accese.
 «Rocco, la lampadina è saltata di nuovo!» lasciò l’ombrello vicino la scarpiera, «alla fine le ha fatte due gocce d’acqua, sai? A maggio! Rocco? Ma sei a casa?»
 Bussò al bagno e si avvicinò al wc. Un’ombra la sormontò.
 «Sorpresa!»
 «Rocco! Cazzo!» Giada scivolò e batté la testa contro il lavabo. «Ma sei scemo? Ahio, ci potevo crepare!»
 «Però è eccitante, no?»
 «No, coglione!» si tastò la nuca, «esci, per favore, devo lavarmi.»
 «Ti sei pisciata addosso? O sei solo felice di vedermi?»
 «Vaffanculo, me la stavo tenendo da Piazza Magna, che posso saperne che tu avevi voglia di far l’imbecille e terrorizzarmi?»
 «Ha funzionato.»
 «Certo!» si sfilò la maglia e spalancò il box doccia, «ora che ne dici di smetterla con questa cretinata? Tutto è tornato alla normalità.»
 «Ieri sera però non eri molto in forma.»
 «Cosa volevi? Che ti facessi il bagnetto tipo fontanella?»
 «Ti stavo strozzando, volevo ucciderti. L’altra volta sei venuta così.»
 «Embè? Ieri no.» Lanciò il reggiseno nel cesto dei vestiti sporchi. «Pensa a quanto siamo felici, amore mio. Il sesso è secondario, o sbaglio?»
 «Voglio restare qui a guardarti.»
 Giada strinse il rubinetto della doccia, si fermò con un piede dentro e uno fuori. «Ho bisogno di tempo da sola.»
 «Capisco.»
 «Rocco?»
 «Dimmi.»
 Si morse il labbro inferiore. «Metti su l’acqua per la pasta?»
 «Volentieri. Giuro che non ti avveleno!» e uscì ridendo.
 Giada scattò fuori dalla doccia e chiuse la porta a chiave.

Il sole irradiava il salotto, la sottile brezza scuoteva le spesse tende invernali che Giada, in equilibrio sulla scala, cercava di tirar giù. Dal divano alle sue spalle, Rocco la osservava.
 «Vuoi una tisana?»
 «C’è caldo. E poi voglio finire qui.»
 «Un bicchiere d’acqua?»
 «Non dal frigo, apri la confezione vicino al portafrutta.»
 Rocco si assentò un minuto e poi le porse il bicchiere: «Che c’è? Fa puzza?»
 Lei increspò le labbra. «Lo potevi prendere un bicchiere nuovo, che ti costava? Sa di limone.» Giada lo sogguardò, «che ti ridi?»
 Lui fece spallucce. «Nulla. Attenta a non cadere dalla scala.»
 «Mi prendi al volo tu, giusto, maritino?»
 «Certo.»

Giada si svegliò di soprassalto. Corrugò le sopracciglia e contemplò il soffitto. Chiuse le palpebre e le riaprì.
 «Rocco? Puoi venire?»
 Lui emerse dall’ombra. «Sono già qui.»
 «Mi fa malissimo la testa.»
 «E il resto?»
 «Ma che ne so! Ho i muscoli mezzi intorpiditi...»
 Rocco salì in piedi sul letto. «Ho visto che hai comprato delle nuove pile l’altra volta; è un caso che siano della stessa misura del vibratore?»
 «Rocco, ma che stai—» strabuzzò gli occhi, «mi hai drogata!?»
 «Un poco.»
 «Sei impazzito!?» portò una mano alla fronte, poi tastò il polso. «Voglio andare in ospedale. Dio, Rocco, sei fuori di testa.»
 «Io? Tu sei fuori! Mi prendi per il culo, mi dici che tutto si è risolto tra noi. Se sì è risolto allora perché mi rifiuti!?» saltò giù dal letto. «Hai chiamato la polizia?»
 «Non ho chiamato nessuno!»
 «Balle!» rovistò nel cassetto, disperdendo per la camera mutande e calzini. «E ora? Prendimi per il culo adesso!»
 «È finta, vero?»
 «No.»
 «Rocco, posala. Amore mio, non c’è—»
 «Zitta.» Lui armò il cane della pistola. «Era tutto un tuo piano, pensi che sia scemo? Ti volevi liberare di me perché sono guasto, vero? Così dici alle tue amiche. Ai tuoi amanti.»
 «Non ho mai—»
 «Allora perché torni tardi, il giovedì? Quanti sono, tre assieme? Te lo fai mettere in tutti i buchi, schifosa vacca!»
 «Rocco, ma che stai dicendo? Ti prego, amore mio, posa la pistola. Il giovedì vado dalla dottoressa Bruno, lo sto facendo per noi...»
 «No. No!» La bocca della pistola le baciò le labbra. «Succhia, puttana. Succhia e ingoia.»
 «Mettila via, ti supplico.»
 Le asciugò le lacrime. Spostò la mano tremante di nuovo sulla pistola e la tenne fitta. «Addio.»
 «Rocco, no!» lei si divincolò e riuscì a calciarlo via. Caddero entrambi dal letto.
 La pistola sul tappeto, tra i due. Si lanciarono in avanti, le teste una contro l’altra: Rocco la colpì con un pugno, poi la prese per un braccio e la spinse sul letto. Reggeva l’arma proprio contro il petto di Giada, che gli sferrò un colpo tra le gambe: Rocco strizzò gli occhi e il respiro gli morì in gola.
 «Aiuto! Qualcuno mi aiuti!»
 Uno sparo. Lei incespicò e lanciò le mani in avanti, cercò di agguantare il cassettone. Un altro sparo.
 «Rocco,» tossì sangue, «pietà...»
 «Sei bellissima quando supplichi.» Si slacciò i pantaloni. «La moglie perfetta.»


"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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Re: La moglie perfetta

Messaggio#2 » mercoledì 14 aprile 2021, 13:17

Aspiro al bonus:

Bonus 2: Qualcuno deve morire.

Buona sfida a tutti!
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Re: La moglie perfetta

Messaggio#3 » mercoledì 21 aprile 2021, 12:50

Prime Impressioni: Ciao Giovanni, piacere di rileggerti. Bel racconto, dinamico e interessante.

Aderenza al Tema: Una "voglia" declinata in tema sessuale, molto bene. Il bonus che hai chiesto è certamente assegnabile. Se mi permetti, un consiglio: per quanto sia buono il tuo pezzo, in questa gara si tende a usare tutti i bonus, quindi se a tua volta non li usi tutti abbassi di molto le tue possibilità di andare avanti, a prescindere dalla bontà del tuo racconto. E visto che questo tuo pezzo mi è piaciuto, mi dispiacerebbe che non passasse per questo motivo.

Punti di Miglioramento: Non so che dirti. Magari il finale è un pochino forzato... però non so se cambierei qualcosa. Il narratore è un po' distante a volte, magari colpa di questa terza persona al passato, però in questo caso non importa, visto che tutto punta sui dialoghi.

Punti di Forza: Sinceramente, trovo i dialoghi verosimili e racconti molto bene quest'ansia da prestazione dovuta all'impotenza. Ti invidio per come sei riuscito a esplorare un tema così delicato, e a raccontare la vita di coppia in modo così realistico. Sto lavorando molto a rendere i rapporti tra i miei personaggi verosimili e freschi, e non riesco quasi mai a esprimere bene situazioni di vita quotidiana e rapporti interpersonali. Per questo ti invidio. Se vuoi, posso darti un'aiuto sui bonus: "Hai una pistola in tasca, o sei solo felice di vedermi?", è molto simile a "Hai un coniglio in tasca, o sei solo felice di vedermi?", frase iconica del film "Chi ha incastrato Roger Rabbit", 1988.

Conclusioni: Bravo. Anche se non "costretto" avrei proseguito la lettura del tuo racconto, che mi ha trascinato fino alla fine. Bella l'evoluzione di Rocco (nome a caso, vero?) che passa da impotente a psicotico. Insomma, bravo. Non saprei davvero cosa consigliarti per migliorare il tuo racconto, visto che lo reputo al di sopra delle mie capacità sotto molti aspetti.

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Re: La moglie perfetta

Messaggio#4 » mercoledì 21 aprile 2021, 14:12

MatteoMantoani ha scritto:Prime Impressioni: Ciao Giovanni, piacere di rileggerti. Bel racconto, dinamico e interessante.

Aderenza al Tema: Una "voglia" declinata in tema sessuale, molto bene. Il bonus che hai chiesto è certamente assegnabile. Se mi permetti, un consiglio: per quanto sia buono il tuo pezzo, in questa gara si tende a usare tutti i bonus, quindi se a tua volta non li usi tutti abbassi di molto le tue possibilità di andare avanti, a prescindere dalla bontà del tuo racconto. E visto che questo tuo pezzo mi è piaciuto, mi dispiacerebbe che non passasse per questo motivo.

Punti di Miglioramento: Non so che dirti. Magari il finale è un pochino forzato... però non so se cambierei qualcosa. Il narratore è un po' distante a volte, magari colpa di questa terza persona al passato, però in questo caso non importa, visto che tutto punta sui dialoghi.

Punti di Forza: Sinceramente, trovo i dialoghi verosimili e racconti molto bene quest'ansia da prestazione dovuta all'impotenza. Ti invidio per come sei riuscito a esplorare un tema così delicato, e a raccontare la vita di coppia in modo così realistico. Sto lavorando molto a rendere i rapporti tra i miei personaggi verosimili e freschi, e non riesco quasi mai a esprimere bene situazioni di vita quotidiana e rapporti interpersonali. Per questo ti invidio. Se vuoi, posso darti un'aiuto sui bonus: "Hai una pistola in tasca, o sei solo felice di vedermi?", è molto simile a "Hai un coniglio in tasca, o sei solo felice di vedermi?", frase iconica del film "Chi ha incastrato Roger Rabbit", 1988.

Conclusioni: Bravo. Anche se non "costretto" avrei proseguito la lettura del tuo racconto, che mi ha trascinato fino alla fine. Bella l'evoluzione di Rocco (nome a caso, vero?) che passa da impotente a psicotico. Insomma, bravo. Non saprei davvero cosa consigliarti per migliorare il tuo racconto, visto che lo reputo al di sopra delle mie capacità sotto molti aspetti.


Ciao! "I was expecting you".
Non so se posso modificare i bonus e non so nemmeno se voglio farlo. Ho messo la tazza di Supercar come flavour, ho preferito non azzardare più di così. :D
Apprezzo il tuo aiuto coi bonus, davvero, ma non è proprio il mio ambiente. Se perderò perché non ho ficcato dentro tutti i bonus sarò triste ovvio, ma sono entrato in questa sfida per dimostrare che anche senza citazionismo sfrenato si può concludere qualcosa.
Guarda, non so come metterla sui dialoghi senza sembrare che me la tiro. Ho una regola semplice: "Non scrivere in doppiaggese".
Lol ti giuro che Rocco è un nome a caso.
Sul narratore. Il narratore risulta distante perché doveva esserlo, la scelta di una focalizzazione esterna è ponderata poiché non volevo intromettermi nei loro affari, né esprimere (non troppo) il mio giudizio su giusto e sbagliato nella vicenda. È una telecamera, niente di più. L'azzardo con questo tipo di narratore è che se il lettore è "un mattone di ghiaccio" immune a questo genere di tematiche, una visione così esterna non lo scalfisce neppure rispetto a un'immersivo che tenta di fare buchini nella sua armatura.
Come sempre, grazie per la tua analisi!
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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Re: La moglie perfetta

Messaggio#5 » mercoledì 21 aprile 2021, 15:00

Giovanni Attanasio ha scritto:Ciao! "I was expecting you".
Non so se posso modificare i bonus e non so nemmeno se voglio farlo. Ho messo la tazza di Supercar come flavour, ho preferito non azzardare più di così. :D
Apprezzo il tuo aiuto coi bonus, davvero, ma non è proprio il mio ambiente. Se perderò perché non ho ficcato dentro tutti i bonus sarò triste ovvio, ma sono entrato in questa sfida per dimostrare che anche senza citazionismo sfrenato si può concludere qualcosa.

Però peccato, forse si potrebbe proporre al buon Francesco Nucera di mettere una regola del tipo: "puoi scegliere solo un bonus tra quelli proposti", altrimenti in effetti un buon racconto come questo rischia di arrivare dopo altri che però hanno inserito tutti i bonus, e questo è un peccato (lo dico anche per me, qualche edizione fa ho infilato a forza un bonus in extremis perché avevo visto che tutti avevano scelto di reclamarli in toto.)

Guarda, non so come metterla sui dialoghi senza sembrare che me la tiro. Ho una regola semplice: "Non scrivere in doppiaggese".

:D anch'io m'impongo sempre la regola: "Non scrivere di merda", ma non funziona sempre.

Lol ti giuro che Rocco è un nome a caso.

Sarà qualcosa di inconscio ;)

Sul narratore. Il narratore risulta distante perché doveva esserlo, la scelta di una focalizzazione esterna è ponderata poiché non volevo intromettermi nei loro affari, né esprimere (non troppo) il mio giudizio su giusto e sbagliato nella vicenda. È una telecamera, niente di più. L'azzardo con questo tipo di narratore è che se il lettore è "un mattone di ghiaccio" immune a questo genere di tematiche, una visione così esterna non lo scalfisce neppure rispetto a un'immersivo che tenta di fare buchini nella sua armatura.

Ma infatti per me il narratore che hai scelto va benissimo: qui sta il punto, non bisogna scegliere un narratore immersivo a tutti i costi, ma bisogna farlo solo quando il racconto ne verrebbe potenziato. E qui, bastava avere un bel pdv solido, e il tuo lo era.

Come sempre, grazie per la tua analisi!

Stavolta non è stata troppo utile :)

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Re: La moglie perfetta

Messaggio#6 » sabato 24 aprile 2021, 2:07

Ciao Giovanni.
Visto che sono ancora indietro con la lettura di “tusaicosa”, vedo di recuperare almeno qui.

Parto col dire che la costruzione del racconto mi è piaciuta. All’inizio, quando ho visto quella marea di microscene ho temuto una narrazione troppo sincopata e incapace di dare il giusto peso agli eventi, limitandosi a una fredda cronaca. Non è stato così. In ogni scena sei riusciti ad aggiungere un pezzetto in più alla storia (d’amore?) tra i due protagonisti.

Un paio di dettagli non mi hanno tuttavia convinto al cento per cento, uno di ambito contenutistico, l’altro inerente lo stile.

Il primo dettaglio riguarda la psicologia dei personaggi. La reazione di Giada, quando si arma di coltello e minaccia il marito, mi è sembrata davvero esagerata. Così come il suo ritorno alla tranquillità troppo repentino. Quel “ok scusa” finale stona ancora di più della dell’atteggiamento da psicopatica mostrato pochi istanti prima.
Allo stesso tempo, anche il mutamento del marito nel finale mi è sembrato un po' troppo brusco. Vero: già nei precedenti paragrafi avevi inserito degli accenni alla violenza interiore di Rocco, ma rientrava tutto nel gioco che i due avevano intrapreso. Nel finale invece tiri in ballo la gelosia, elemento del tutto nuovo all'interno dell'equazione. Se dovessi rimettere mano al racconto (a prescindere dal passaggio o meno al secondo turno, che comunque allo stato attuale ti auguro) io mi soffermerei soprattutto su questo aspetto.

A proposito: friggitrici ad aria? I know what you did here… ;)

Il secondo appunto, quello stilistico, sono certo che lo avrai già intuito. In risposta a Matteo hai scritto che “la scelta di una focalizzazione esterna è ponderata poiché non volevo intromettermi nei loro affari, né esprimere (non troppo) il mio giudizio su giusto e sbagliato nella vicenda”. Qui, scusa, ma stai facendo una gran confusione. Cosa c’entra la focalizzazione l’espressione di un giudizio da parte del narratore? Assolutamente nulla. Oltretutto, semmai, è proprio con la focalizzazione interna che diventa impossibile al narratore esprimere giudizi che non siano quelli esplicitati dal portatore di PDV stesso.
Il problema, comunque, per come la vedo io, è che nel tuo testo alcuni passaggi diventano più difficile da seguire del necessario, in quanto costringono il lettore a mutare più volte la posizione della “telecamera” (per usare un termine tuo). Su questo punto ci tengo a essere chiaro: non sto parlando di fare breccia nella sensibilità del lettore, ma di fare in modo che il flusso delle azioni risulti la più chiara possibile. Ogni singolo passaggio, aggettivo o virgola che appesantiscono il carico mentale del lettore rappresentano un elemento da limare per l’ottimizzazione del brano.
Faccio un esempio pratico. Nella seconda scena il PDV inizia su Giada. Quando però lei prende il coltello ecco che passi a Rocco, per tornare a Giada nel finale. Ora, non sto dicendo che la scena sia poco chiara. Sto dicendo che questi passaggi di telecamera rendo la scena subottimale. Piuttosto avrei preferito, vista la cadenza serrata delle scene, un alternarsi dei due PDV anziché questo continuo scambiarsi.

Concludo con una nota di ambito più tipografico, visto che qua dentro rientri tra coloro che stanno cercando di fare un percorso verso il professionismo:

«Ancora non ho fatto niente, non puoi essere già incazzata,» Rocco distese le gambe e sgranchì la schiena.
[…]
«E poi?» lo fissò: aveva le mani protese e le dita impegnate a suonare un pianoforte invisibile. «Mi rispondi, anziché fare l’imbecille?»


Dopo incazzata non va la virgola, ma il punto fermo, in quanto la frase è conclusa e quella successiva non è introdotta da un verbo enunciativo. Stesso discorso con “lo fissò”, dove “lo” andrebbe maiuscolo per il medesimo motivo.

È tutto. Al di là delle diverse opinioni sulla gestione del narratore, mi auguro di averti potuto dare qualche spunto di riflessione. Resta il fatto che hai tirato fuori un racconto dal grandissimo potenziale. Complimenti e a alla prossima.
lupus in fabula

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Giovanni Attanasio
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Re: La moglie perfetta

Messaggio#7 » sabato 24 aprile 2021, 9:18

John Doe ha scritto:Ciao Giovanni.
Visto che sono ancora indietro con la lettura di “tusaicosa”, vedo di recuperare almeno qui.

Parto col dire che la costruzione del racconto mi è piaciuta. All’inizio, quando ho visto quella marea di microscene ho temuto una narrazione troppo sincopata e incapace di dare il giusto peso agli eventi, limitandosi a una fredda cronaca. Non è stato così. In ogni scena sei riusciti ad aggiungere un pezzetto in più alla storia (d’amore?) tra i due protagonisti.

Un paio di dettagli non mi hanno tuttavia convinto al cento per cento, uno di ambito contenutistico, l’altro inerente lo stile.

Il primo dettaglio riguarda la psicologia dei personaggi. La reazione di Giada, quando si arma di coltello e minaccia il marito, mi è sembrata davvero esagerata. Così come il suo ritorno alla tranquillità troppo repentino. Quel “ok scusa” finale stona ancora di più della dell’atteggiamento da psicopatica mostrato pochi istanti prima.
Allo stesso tempo, anche il mutamento del marito nel finale mi è sembrato un po' troppo brusco. Vero: già nei precedenti paragrafi avevi inserito degli accenni alla violenza interiore di Rocco, ma rientrava tutto nel gioco che i due avevano intrapreso. Nel finale invece tiri in ballo la gelosia, elemento del tutto nuovo all'interno dell'equazione. Se dovessi rimettere mano al racconto (a prescindere dal passaggio o meno al secondo turno, che comunque allo stato attuale ti auguro) io mi soffermerei soprattutto su questo aspetto.

A proposito: friggitrici ad aria? I know what you did here… ;)

Il secondo appunto, quello stilistico, sono certo che lo avrai già intuito. In risposta a Matteo hai scritto che “la scelta di una focalizzazione esterna è ponderata poiché non volevo intromettermi nei loro affari, né esprimere (non troppo) il mio giudizio su giusto e sbagliato nella vicenda”. Qui, scusa, ma stai facendo una gran confusione. Cosa c’entra la focalizzazione l’espressione di un giudizio da parte del narratore? Assolutamente nulla. Oltretutto, semmai, è proprio con la focalizzazione interna che diventa impossibile al narratore esprimere giudizi che non siano quelli esplicitati dal portatore di PDV stesso.
Il problema, comunque, per come la vedo io, è che nel tuo testo alcuni passaggi diventano più difficile da seguire del necessario, in quanto costringono il lettore a mutare più volte la posizione della “telecamera” (per usare un termine tuo). Su questo punto ci tengo a essere chiaro: non sto parlando di fare breccia nella sensibilità del lettore, ma di fare in modo che il flusso delle azioni risulti la più chiara possibile. Ogni singolo passaggio, aggettivo o virgola che appesantiscono il carico mentale del lettore rappresentano un elemento da limare per l’ottimizzazione del brano.
Faccio un esempio pratico. Nella seconda scena il PDV inizia su Giada. Quando però lei prende il coltello ecco che passi a Rocco, per tornare a Giada nel finale. Ora, non sto dicendo che la scena sia poco chiara. Sto dicendo che questi passaggi di telecamera rendo la scena subottimale. Piuttosto avrei preferito, vista la cadenza serrata delle scene, un alternarsi dei due PDV anziché questo continuo scambiarsi.

Concludo con una nota di ambito più tipografico, visto che qua dentro rientri tra coloro che stanno cercando di fare un percorso verso il professionismo:

«Ancora non ho fatto niente, non puoi essere già incazzata,» Rocco distese le gambe e sgranchì la schiena.
[…]
«E poi?» lo fissò: aveva le mani protese e le dita impegnate a suonare un pianoforte invisibile. «Mi rispondi, anziché fare l’imbecille?»


Dopo incazzata non va la virgola, ma il punto fermo, in quanto la frase è conclusa e quella successiva non è introdotta da un verbo enunciativo. Stesso discorso con “lo fissò”, dove “lo” andrebbe maiuscolo per il medesimo motivo.

È tutto. Al di là delle diverse opinioni sulla gestione del narratore, mi auguro di averti potuto dare qualche spunto di riflessione. Resta il fatto che hai tirato fuori un racconto dal grandissimo potenziale. Complimenti e a alla prossima.


Ciao.
Narratore e focalizzazione sono collegati. La focalizzazione esterna, quella usata da me, è "il narratore ne sa meno dei personaggi". Ma mi sa che ci stiamo perdendo in un bicchier d'acqua. Forse tu per narratore intendi solo la classificazione onnisciente, eterodiegetico, omodiegetico etc; la focalizzazione è un ulteriore informazioen sul narratore, un grado del narratore, un dettaglio extra. A essere pignoli nel mio caso si tratta di un "narratore eterodiegetico a focalizzazione esterna". Non credo di avere le idee confuse. Quello che tu dici della focalizzazione interna è vero, ma non serve a nulla in questo testo. Quello che ho detto a Mentis resta corretto, visto che non posso esprimere giudizi sulle azioni dei personaggi avendo io meno conoscenza dei fatti di loro (cosa che poi è sempre opinabile, visto che avendo pianificato la storia sapevo benissimo cosa sarebbe successo; si finge ignoranza, ecco.)
Aggiungo, dopo aver riletto un attimo, che forse ho capito cosa intendevi con "esprimere giudizi etc". Tu intendi che avrei lo stesso potuto esprimere giudizi e che la focalizzazione non avrebbe influito, che è vero, ma in un certo senso un qualsiasi mio giudizio avrebbe spostato la focalizzazione da esterna a interna o zero. Quindi non saprei, mi sa che la focalizzazione esterna blocca un pochetto la possibilità del narratore di dire del proprio, si può limitare a narrare da lontano.
Sulle reazioni dei personaggi e la loro "reazione" direi che è tuo gusto personale e percettivo? Non so. Per quanto esagerata, è pur sempre una reazione verosimile. Se sei stato minacciato anche tu in situazione e modalità simili alla mia storia però devi dirmelo, così posso studiare il tuo caso. :P
La gelosia di Rocco e la sua instabilità sono ben tracciati nel racconto, su questo non cedo. Che lui sia geloso di un vibratore o che sia geloso di persone fisiche, è solo una variante di un problema che suppongo sia ben visibile arrivati al finale della storia.
Sulle faccende tipografiche non mi soffermo più di tanto: se ne occuperà l'editore che vorrà pubblicarmi per addattare alle sue regole tipografiche.
"Resta il fatto che hai tirato fuori un racconto dal grandissimo potenziale." significa che mi metterai di nuovo in fondo alla classifica? Ormai non mi fido più di queste frasi, mi hanno illuso troppe volte :D
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

Quellon
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Re: La moglie perfetta

Messaggio#8 » sabato 24 aprile 2021, 9:47

Ciao, mi sento un po' in imbarazzo a giudicare qualcuno che scrive meglio di me, ma queste sono le cose che ho notato.
"Guidò la propria gioia nel sorriso umido di Giada" mi ha ricordato le pancine del Signor Disturggere. Non so se fosse voluto ma sono scoppiato a ridere leggendolo, il che ha smorzato parecchio la drammaticità della vicenda.
La telecamera ballerina, che un po' segue uno dei protagonisti e un po' l'altra, anche all'interno della stessa scena. Anche in una narrazione in terza persona lo considero un errore.
Se la caduta nella psicosi di Rocco è ben narrata quando Giada lo minaccia col coltello mi è parso forzato, nonostante sia chiaro che il matrimonio sia in crisi da tempo ed entrambi siano coi nervi a fior di pelle.
Detto questo la partenza in medias res è ottima, e, pur non essendo proprio il mio genere, ho apprezzato il racconto.
Migliorabile ovviamente, ma comunque molto buono.

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Giovanni Attanasio
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Re: La moglie perfetta

Messaggio#9 » sabato 24 aprile 2021, 10:00

Quellon ha scritto:Ciao, mi sento un po' in imbarazzo a giudicare qualcuno che scrive meglio di me, ma queste sono le cose che ho notato.
"Guidò la propria gioia nel sorriso umido di Giada" mi ha ricordato le pancine del Signor Disturggere. Non so se fosse voluto ma sono scoppiato a ridere leggendolo, il che ha smorzato parecchio la drammaticità della vicenda.
La telecamera ballerina, che un po' segue uno dei protagonisti e un po' l'altra, anche all'interno della stessa scena. Anche in una narrazione in terza persona lo considero un errore.
Se la caduta nella psicosi di Rocco è ben narrata quando Giada lo minaccia col coltello mi è parso forzato, nonostante sia chiaro che il matrimonio sia in crisi da tempo ed entrambi siano coi nervi a fior di pelle.
Detto questo la partenza in medias res è ottima, e, pur non essendo proprio il mio genere, ho apprezzato il racconto.
Migliorabile ovviamente, ma comunque molto buono.


Ciao!
Grazie per gli appunti e buona sfida.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

Dario17
Messaggi: 417

Re: La moglie perfetta

Messaggio#10 » sabato 24 aprile 2021, 17:28

Sebbene ne abbia le scatole piene dei racconti sullo stile "crisi familiare in cui lui è nevrotico e lei una vittima e di sicuro va a finire male" , il tuo pezzo non mi è dispiaciuto.
Hai spinto forte sulla cruda verità e sull'estremo realismo di certe situazioni e dialoghi.
I dialoghi, appunto, sono la colonna vertebrale del tuo pezzo e funzionano, è la parte immersiva che trovo carente.
Non sono dentro nessuno dei personaggi e alla fine del brano non li conosco meglio, ne trovo in loro una minima evoluzione se non per il fatto che qualcuno muore ma tanto già si sapeva...
È come se avessi infilato la testa nella finestra di casa e mi fossi fatto una manciata di affari loro.
Anche il non aver cercato di soddisfare gli altri due bonus degli anni '80 mi ha deluso, perchè ha reso il pezzo uguale a tanti altri letti qua dentro ( e che sono sicuro leggerò in futuro ahimè...).

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roberto.masini
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Re: La moglie perfetta

Messaggio#11 » venerdì 30 aprile 2021, 19:47

Ciao, Giovanni.
La presenza di un solo bonus di solito non costituisce un discrimine nella valutazione, se però i racconti danno luogo a disamine molto diverse tra loro. Qui invece il loro valore è molto simile e quindi la mancanza degli altri bonus diventa un fattore importante. Non ci sono infodump perché prevalgono i dialoghi ma non c'è secondo me un vero e proprio approfondimento psicologico. Alcune situazioni familiari sono state rese magistralmente ma altre invece no. Concordo con gli altri commentatori sull'esagerazione delle reazione della moglie armata di coltello. Il finale procura sconcerto più che sorpresa con l'introduzione della gelosia. Da ritoccare. A rileggerci.

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Damjen
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Re: La moglie perfetta

Messaggio#12 » venerdì 30 aprile 2021, 22:54

Che bello rileggerti. Io adoro i tuoi personaggi, perché sono così verosimili soprattutto grazie a quella specie di magia che sai mettere nei dialoghi.
In questo racconto però non mi sono innamorata di nessuno dei personaggi, cosa che invece mi era successa con l’altro tuo scritto (come raramente prima). Quindi torna a farmi innamorare come solo tu sai fare, con qualsiasi narratore e focalizzazione serva allo scopo, grazie :D

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Giovanni Attanasio
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Re: La moglie perfetta

Messaggio#13 » sabato 1 maggio 2021, 0:21

@Roberto.masini
Vedrò cosa posso fare per migliorare il racconto e gli troverò un uso, grazie per gli appunti!
Alla prossima!

@Damjen
Ah, peccato. Ho provato a fare del mio meglio, ma voglio dire di essermi divertito moltissimo a scrivere questa storia, nata da una sorta di "sfida" basata sul rendere una certa trama fattibile. Si può dire che non tutti i personaggi riescono col buco? O suona male?
Alla prossima!
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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