Prova di coraggio
Inviato: lunedì 19 aprile 2021, 22:57
I ragazzi della colonia hanno un rituale.
Si sfidano a sconfinare nella tenuta del vecchio Anselmi, superare i frutteti, evitare i cani e rubare un frutto dal suo albero di cachi.
Il vecchio Anselmi cura maniacalmente quell’albero. È enorme, almeno quasi venti metri, svetta sulla collina di fianco alla casa patronale. Il vecchio Anselmi ogni autunno sale su una lunga scala e lo pota con cura. Ogni anno la sua chioma cresce. Lo osserva dalla veranda mentre nascono le piccole gemme lucide che si trasformano in fiori, seguiti dalle foglie di primavera.
Niente gli fa più dispiacere che perdere anche solo uno di quei frutti perfetti. Niente lo rende più triste di più di un frutto ancora non maturo strappato dalla pianta, per gioco o per sfida.
Il giovane Tommaso aveva scavalcato il muro che circondava la tenuta. Non era difficile perché il muro era basso e consumato, con tanti appigli per salire.
Atterrando si era trovato in mezzo a degli ulivi. Nessuno gli aveva mai detto degli ulivi. Sapeva di un boschetto di peschi, di un meleto, persino di un campo di mais da qualche parte a nord, ma degli ulivi non aveva mai sentito.
Erano radi e secchi, e non lo riparavano per nulla. Tommaso si aspettava di sentire i latrati dei cani che lo inseguivano da un momento all’altro.
Quando sentì frusciare l’erba tentò di nascondersi dietro ai rami molli dell’ulivo più vicino.
Un bassotto dall’aria amichevole gli corse incontro. Si fermò a qualche metro di distanza sedendosi sulle zampe posteriori e scodinzolando furiosamente per avere la sua attenzione.
Tommaso riprese a respirare. Avevano esagerato nel raccontargli i pericoli della tenuta del vecchio Anselmi?
Grattò il bassotto dietro alle orecchie e questo si gettò a terra rotolandosi a pancia in su. Quando fu soddisfatto delle attenzioni si attaccò alla gamba di Tommaso, mettendosi al passo. Tommaso non si fece pregare e si rimise in cammino verso la casa patronale, alta sulla collina.
Si sentiva rassicurato da quell’incontro. Ora se anche fosse stato scoperto, poteva dire di aver trovato quel botolo a scorazzare fuori dalla tenuta e di aver scavalcato il muro per riportarlo a casa.
Gli ulivi lasciarono posto a un riquadro di susini, poi a dei campi arati e vuoti. Il vecchio Anselmi era davvero meticoloso: cresceva di tutto nella sua tenuta, era incredibile che riuscisse a occuparsene da solo.
Ora Tommaso vedeva il grande albero di cachi. Come intuendo la sua meta, il bassotto lo guidò fino al grande tronco nodoso. Le radici erano come le mani deformi di un vecchio conficcate nel suolo. Come le mani del vecchio Anselmi, seduto alla base del tronco, appoggiato al suo bastone.
— Salve, ragazzino.
— Salve — disse Tommaso sobbalzando. — Ho trovato il cane… fuori… insomma…
— Sì, sì, non sforzarti — disse il vecchio indicando il bassotto. — Lui e i suoi fratelli girano tutto il tempo per cercare gli intrusi come te.
— È un cane da guardia? — chiese Tommaso, genuinamente stupito.
— Certo che è un cane da guardia. Che cosa ti aspettavi? Un cane enorme e cattivo? Mi mancano solo dei ragazzini sbranati sulla coscienza! O peggio, ragazzini che scappano e ci riprovano. I bassotti sono addestrati a portarvi qua. Vi fanno gli occhioni e vi convincono a seguirli.
Il vecchio Anselmi si abbassò verso una cesta appoggiata ai suoi piedi.
— Assaggia questo — disse, porgendo a Tommaso un involto di carta.
Tommaso lo prese e lo scartò. Era una fetta secca di cachi.
— È secco — osservò Tommaso.
— Siamo fuori stagione.
Tommaso si infilò in bocca la fetta, la lasciò sciogliere sulla lingua, gli si spalancarono gli occhi dalla sorpresa. Masticò rapido, poi lento. Deglutì.
— Posso…
— Averne un’altra? Certo.
Il vecchio Anselmi aprì il cestino e si servì insieme al ragazzo di altre fette essiccate.
— Ora capisci perché è importante, per me?
Tommaso annuì.
Il vecchio Anselmi raccolse da terra un frutto non maturo, caduto per il vento.
— Prendi, riportalo ai tuoi amici.
— Perché mi aiuta?
— Se non superi la prova ti manderanno a riprovarla, no?
Tommaso rifletté un istante, poi annuì.
— Vai, ora — disse il vecchio Anselmi.
— Posso…
— Tornare? No, non puoi tornare. Sparisci ora.
Il ragazzo corse via nella direzione da cui era venuto, un bassotto alle calcagna con le orecchie che svolazzavano allegre.
Si sfidano a sconfinare nella tenuta del vecchio Anselmi, superare i frutteti, evitare i cani e rubare un frutto dal suo albero di cachi.
Il vecchio Anselmi cura maniacalmente quell’albero. È enorme, almeno quasi venti metri, svetta sulla collina di fianco alla casa patronale. Il vecchio Anselmi ogni autunno sale su una lunga scala e lo pota con cura. Ogni anno la sua chioma cresce. Lo osserva dalla veranda mentre nascono le piccole gemme lucide che si trasformano in fiori, seguiti dalle foglie di primavera.
Niente gli fa più dispiacere che perdere anche solo uno di quei frutti perfetti. Niente lo rende più triste di più di un frutto ancora non maturo strappato dalla pianta, per gioco o per sfida.
Il giovane Tommaso aveva scavalcato il muro che circondava la tenuta. Non era difficile perché il muro era basso e consumato, con tanti appigli per salire.
Atterrando si era trovato in mezzo a degli ulivi. Nessuno gli aveva mai detto degli ulivi. Sapeva di un boschetto di peschi, di un meleto, persino di un campo di mais da qualche parte a nord, ma degli ulivi non aveva mai sentito.
Erano radi e secchi, e non lo riparavano per nulla. Tommaso si aspettava di sentire i latrati dei cani che lo inseguivano da un momento all’altro.
Quando sentì frusciare l’erba tentò di nascondersi dietro ai rami molli dell’ulivo più vicino.
Un bassotto dall’aria amichevole gli corse incontro. Si fermò a qualche metro di distanza sedendosi sulle zampe posteriori e scodinzolando furiosamente per avere la sua attenzione.
Tommaso riprese a respirare. Avevano esagerato nel raccontargli i pericoli della tenuta del vecchio Anselmi?
Grattò il bassotto dietro alle orecchie e questo si gettò a terra rotolandosi a pancia in su. Quando fu soddisfatto delle attenzioni si attaccò alla gamba di Tommaso, mettendosi al passo. Tommaso non si fece pregare e si rimise in cammino verso la casa patronale, alta sulla collina.
Si sentiva rassicurato da quell’incontro. Ora se anche fosse stato scoperto, poteva dire di aver trovato quel botolo a scorazzare fuori dalla tenuta e di aver scavalcato il muro per riportarlo a casa.
Gli ulivi lasciarono posto a un riquadro di susini, poi a dei campi arati e vuoti. Il vecchio Anselmi era davvero meticoloso: cresceva di tutto nella sua tenuta, era incredibile che riuscisse a occuparsene da solo.
Ora Tommaso vedeva il grande albero di cachi. Come intuendo la sua meta, il bassotto lo guidò fino al grande tronco nodoso. Le radici erano come le mani deformi di un vecchio conficcate nel suolo. Come le mani del vecchio Anselmi, seduto alla base del tronco, appoggiato al suo bastone.
— Salve, ragazzino.
— Salve — disse Tommaso sobbalzando. — Ho trovato il cane… fuori… insomma…
— Sì, sì, non sforzarti — disse il vecchio indicando il bassotto. — Lui e i suoi fratelli girano tutto il tempo per cercare gli intrusi come te.
— È un cane da guardia? — chiese Tommaso, genuinamente stupito.
— Certo che è un cane da guardia. Che cosa ti aspettavi? Un cane enorme e cattivo? Mi mancano solo dei ragazzini sbranati sulla coscienza! O peggio, ragazzini che scappano e ci riprovano. I bassotti sono addestrati a portarvi qua. Vi fanno gli occhioni e vi convincono a seguirli.
Il vecchio Anselmi si abbassò verso una cesta appoggiata ai suoi piedi.
— Assaggia questo — disse, porgendo a Tommaso un involto di carta.
Tommaso lo prese e lo scartò. Era una fetta secca di cachi.
— È secco — osservò Tommaso.
— Siamo fuori stagione.
Tommaso si infilò in bocca la fetta, la lasciò sciogliere sulla lingua, gli si spalancarono gli occhi dalla sorpresa. Masticò rapido, poi lento. Deglutì.
— Posso…
— Averne un’altra? Certo.
Il vecchio Anselmi aprì il cestino e si servì insieme al ragazzo di altre fette essiccate.
— Ora capisci perché è importante, per me?
Tommaso annuì.
Il vecchio Anselmi raccolse da terra un frutto non maturo, caduto per il vento.
— Prendi, riportalo ai tuoi amici.
— Perché mi aiuta?
— Se non superi la prova ti manderanno a riprovarla, no?
Tommaso rifletté un istante, poi annuì.
— Vai, ora — disse il vecchio Anselmi.
— Posso…
— Tornare? No, non puoi tornare. Sparisci ora.
Il ragazzo corse via nella direzione da cui era venuto, un bassotto alle calcagna con le orecchie che svolazzavano allegre.