Il varco

JoMess
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Il varco

Messaggio#1 » martedì 20 aprile 2021, 0:22

“Il varco”
Ivan Casini

Chiudo la porta di casa e rinfilo le chiavi in tasca. Mi tolgo la mascherina chirurgica e la getto nel bidone accanto alla porta. Respiro.
Laura si affaccia nell’ingresso col telecomando in mano. «Sergio, vieni in salotto.»
«Ho un sacco di lavoro da sbrigare, cosa c’è?»
«È morto Alberto Pastrana, l’hanno appena detto al telegiornale.»
Lo sapevo che prima o poi sarebbe successo, sarà stato qualche fanatico. Da quando il Dottor Pastrana ha aperto quel dannato varco, la gente è impazzita.
«Lavati le mani e vieni.» Laura torna in salotto.
Afferro una salvietta disinfettante.
“Uccide fino al 99% dei virus presenti sulle vostre mani e su tutte le superfici.” Recita l’etichetta sul pacchetto. Peccato che basti quell’1% a fotterci tutti quanti.
Entro in salotto. Laura è seduta sul divano con gli occhi puntati sul televisore. L’audio è spento: vorrei capire come fa a capirci qualcosa solo guardando le immagini.
Mi siedo accanto. In tv, un cronista parla al microfono davanti al varco nel muro: il contorno dell’apertura luccica di un blu elettrico e il suo interno è più buio di una tana di un lupo.
Strofino la salvietta sulle mani. «Come è morto il dottore?»
«Dicono infarto, ma io non ci credo.»
«Anche secondo me. L’avrà ucciso uno di quei negazionisti che credono che la storia del varco sia una bufala.»
Laura si volta verso di me. «Ma anche tu non ci credi.»
«Credere a cosa? Che quel varco porti in un altro mondo?» Sbuffo e spazzo l’aria con la mano. «Nessuno è tornato indietro da quel varco. Non ci sono prove.»
«Il documentario di ieri sera dice che le probabilità che quel varco porti in un altro mondo sono molto alte. I calcoli del dottore…»
Mi alzo in piedi. «Basta, non voglio più sentire questa storia. Noi non ci andremo. Punto. Il nostro mondo è questo. Non esiste un altro pianeta da nessuna parte. Dobbiamo convivere con questo dannato virus. Fattene una ragione.»
Gli occhi di Laura si inondano di lacrime. Si volta dall’altra parte, verso la finestra. Mi dispiace vederla così, ma non posso farmi vedere esitante. Devo essere fermo sulla mia decisione.
In tv compare una scritta. “Notizia straordinaria dell’ultima ora.”
Afferro il telecomando e riattivo il volume.
Un tecnico con le cuffie alle orecchie irrompe nello studio televisivo e passa un foglio alla giornalista. «Scusate l’interruzione. Abbiamo appreso una notizia strabiliante. Un uomo è appena comparso dal varco. Avete sentito bene. Un uomo è tornato indietro dal varco. Torniamo dal nostro inviato.»
Laura si gira di scatto e mi afferra la mano. Non ci credo! Non è possibile, un’altra bufala?
In tv, accanto al cronista c’è un uomo senza capelli, glabro, con indosso una tunica bianca. Ha il viso rilassato come un monaco buddista e tiene le mani incrociate sulla pancia.
«Non posso restare molto qui.» L’uomo alza la mano come sotto giuramento. «Mi chiamo Nicola Festa. Provengo dal mondo dell’altra parte del varco. Non posso restare a lungo. Dovete venire. Dovete oltrepassare il muro. Al di là c’è un mondo magnifico che ci aspetta.»

L’infermiere con la tuta bianca agita la provetta. Il liquido diventa rosso. Alza la mano. L’uomo davanti a me viene portato via di peso da due agenti della polizia. Ci manca solo che qualcuno porti il virus anche nell’altro mondo.
Faccio un passo in avanti. Sta a me. Mi volto indietro verso Laura. Mi sorride. Erano mesi che non la vedevo così. Sembra una bambina e forse, questo viaggio è un po’ come rinascere un’altra volta.
Porgo il dito indice all’infermiere. Mi punge con un ago e una goccia di sangue viene fatta cadere nella provetta con del liquido trasparente. Il liquido diventa blu. Tiro un sospiro.
Mi volto verso Laura e le faccio l’occhiolino. «Ci vediamo dall’altra parte.» Oltrepasso il varco nel muro.
Il buio mi circonda e vengo trascinato in avanti come spinto da una forza magnetica. Mi ritrovo a terra. Davanti a me, una colonna di uomini incatenati viene fatta marciare sotto un cielo rosso.
Qualcuno mi lega le mani ai polsi con una catena di metallo freddo. Alzo gli occhi. È un essere con la pelle grigia e gli occhi neri, ha il cranio allungato e denti aguzzi. Porta una tunica bianca identica a quella che indossava Nicola Festa.
«Benvenuto nel nuovo mondo.»



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Re: Il varco

Messaggio#2 » martedì 20 aprile 2021, 0:26

Ciao Ivan e benvenuto nell'Arena! Caratteri e tempo ok, buona ORIANA RAMUNNO EDITION! Ps: se ancora non ci sei, ti consiglio di entrare nel gruppo fb di Minuti Contati ;)

Daniel Travis
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Re: Il varco

Messaggio#3 » martedì 20 aprile 2021, 9:29

Pezzo semplice, ma apprezzabile.
Non so se la connessione varco - vaccino mi piace o mi fa torcere il naso, ma qualcosa fa.
Carino il negazionista(ish) che si lamenta dei negazionisti.
Il mondo dal cielo rosso mi ricorda molto il primo Phantasm, mi sbaglio?
Forse affretterei meno il finale, dedicandogli più spazio, o al contrario lo condenserei in una sola immagine: il narratore, nel nuovo mondo, incatenato. Dice già tutto. Niente che rovini il testo nel suo complesso, comunque.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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Re: Il varco

Messaggio#4 » mercoledì 21 aprile 2021, 8:33

Grazie Antico. Seguo MC su Facebook già da diverso tempo, ma non mi ero mai deciso a partecipare. Confesso che sono un po' emozionato :)

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Re: Il varco

Messaggio#5 » mercoledì 21 aprile 2021, 8:37

Grazie Daniel. Purtroppo non vedo più la tua classifica, comunque se non ricordo male mi avevi messo al quarto posto e, per essere la mia prima arena, la cosa mi rende davvero felice. Fantasmi non l'ho mai visto e me ne pento! Mi hai messo curiosità e così ieri sera ho iniziato a guardarlo :D

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GiulianoCannoletta
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Re: Il varco

Messaggio#6 » mercoledì 21 aprile 2021, 12:16

Ciao Ivan, piacere di averti letto.
In generale il pezzo mi è piaciuto. Ci sono alcuni aspetti che mi hanno convinto meno, ad esempio lo scambio di dialoghi con la moglie mi è parso un po' ingessato, fai paragoni interessanti con il nostro presente, come il passaggio sui negazionisti, che però è buttato un po' lì e poco sviluppato e funzionale alla trama (mi è parso più un modo per strizzare l'occhio al lettore) :)
Ottima la scelta della prima persona, su alcuni aspetti più sensoriali il mio consiglio è di "spingere" di più. Un esempio: "L’uomo davanti a me viene portato via di peso da due agenti della polizia." In questa scena lo vorrei sentire scalciare e urlare, visto che è proprio davanti al nostro protagonista.
Devo dire che il finale mi ha sorpreso. Mi aspettavo tutt'altro, tipo che la moglie risultasse positiva al virus e venissero separati.
Una buona prova, complimenti!
A rileggerci presto.
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
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Re: Il varco

Messaggio#7 » mercoledì 21 aprile 2021, 21:14

Ivols84 ha scritto:Grazie Daniel. Purtroppo non vedo più la tua classifica, comunque se non ricordo male mi avevi messo al quarto posto e, per essere la mia prima arena, la cosa mi rende davvero felice. Fantasmi non l'ho mai visto e me ne pento! Mi hai messo curiosità e così ieri sera ho iniziato a guardarlo :D


Oddio che ho fatto, la serie di Phantasm è tra le più strane e oniriche del suo tempo, e il suo tempo erano gli anni Settanta-Ottanta.
Comunque sì, mi ha convinto parecchio il pezzo in generale. La classifica è stata ritirata temporaneamente perché avevo un paio di dubbi su cui aspettavo chiarimenti dagli autori per vedere se aggiustare il tiro, ma a parte quello torna presto.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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MatteoMantoani
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Re: Il varco

Messaggio#8 » giovedì 22 aprile 2021, 15:26

Prime Impressioni: Ciao Ivan, benvenuto nell'infernale Arena! Come prima volta non c'è male, anche c'è qalcosina secondo me da limare, tutto spiegato tra poco.

Aderenza al Tema: Il muro e il verco ci sono. Tema rispettato.

Punti di Miglioramento: La prima cosa che salta all'occhio sono i dialoghi un po' scritti in "doppiaggese", come dice il buon Giovanni Attanasio. Penso che il problema sia dovuto alla tua scelta di infilare le informazioni sul tuo world building nei dialoghi, con l'effetto di cadere nell'As you know Bob. Un po' strano che i governi lascino passare attraverso questo varco senza nessun problema, fidandosi delle promesse del santone vestito di bianco: la prima cosa che mi sarei invece aspettato sarebbe un bell'esercito armato fino ai denti che va prima in avanscoperta (cosa che rovinerebbe il finale, certamente).

Punti di Forza: Il finale è semplice e fa il suo lavoro, mi ha strappato un sorriso e mi ha divertito.

Conclusioni: Non male, un buon inizio, secondo me. Certamente c'è qualcosina in cui puoi migliorare, per esempio rendere meno forzati i dialoghi e trovare qualche altro stratagemma per spiegare il tuo world building al lettore. Comunque sono curioso di rileggerti qui, nell'Arena. A presto!

Luca Memoli
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Re: Il varco

Messaggio#9 » giovedì 22 aprile 2021, 15:42

Ciao Ivan e benvenuto alla tua prima arena (come il sottoscritto).
Racconto molto lineare, procede tranquillo senza scossoni almeno fino al finale a sorpresa (ti dirò, avevo già intuito che dall'altra parte ci fossero dei furbacchioni...). La tua scelta di parlare di virus è coraggiosa di questi tempi...ma naturalmente non danneggia il racconto. Dialoghi tra moglie e marito un pochino artificiosi, ma forse perchè dovevi spiegare tramite loro e in poche righe quello che stava accadendo. Una cosa non l'ho proprio capita e spero tu me la possa chiarire: Nicola Festa indossa la stessa tunica bianca degli alieni, che significa? Lui è uno schiavo o uno di loro? Era ipnotizzato o è un complice? Nel mio caso, è stato un dettaglio piuttosto penalizzante dato che dopo essermelo chiesto più volte, non ho trovato risposte. Al di là di questo particolare, la scrittura è gradevole, come ti dicevo all'inizio molto pulita. Il tema di "oltre il muro" mi sembra più che rispettato. Alla prossima, Luca

JoMess
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Re: Il varco

Messaggio#10 » giovedì 22 aprile 2021, 20:22

GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Ivan, piacere di averti letto.
In generale il pezzo mi è piaciuto. Ci sono alcuni aspetti che mi hanno convinto meno, ad esempio lo scambio di dialoghi con la moglie mi è parso un po' ingessato, fai paragoni interessanti con il nostro presente, come il passaggio sui negazionisti, che però è buttato un po' lì e poco sviluppato e funzionale alla trama (mi è parso più un modo per strizzare l'occhio al lettore) :)
Ottima la scelta della prima persona, su alcuni aspetti più sensoriali il mio consiglio è di "spingere" di più. Un esempio: "L’uomo davanti a me viene portato via di peso da due agenti della polizia." In questa scena lo vorrei sentire scalciare e urlare, visto che è proprio davanti al nostro protagonista.
Devo dire che il finale mi ha sorpreso. Mi aspettavo tutt'altro, tipo che la moglie risultasse positiva al virus e venissero separati.
Una buona prova, complimenti!
A rileggerci presto.
Giuliano


Ciao Giuliano, grazie infinite per il commento!
Hai ragione, ho utilizzato i dialoghi per far passare alcune informazioni al lettore, ma ovviamente c'è il rischio di cadere nell'infodump. Avrei dovuto architettare meglio la scena. L'uomo portato via inizialmente era lontano, poi scorciando il testo è diventato accanto al pdv e mi sono dimenticato di mostrarlo meglio. Anche il finale era diverso, prima volevo far entrare la moglie e poi lui.
È la prima volta che scrivo in prima persona, sono contento che ti sia piaciuta la scelta.
A presto! Ciao

JoMess
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Re: Il varco

Messaggio#11 » giovedì 22 aprile 2021, 20:30

MatteoMantoani ha scritto:Prime Impressioni: Ciao Ivan, benvenuto nell'infernale Arena! Come prima volta non c'è male, anche c'è qalcosina secondo me da limare, tutto spiegato tra poco.

Aderenza al Tema: Il muro e il verco ci sono. Tema rispettato.

Punti di Miglioramento: La prima cosa che salta all'occhio sono i dialoghi un po' scritti in "doppiaggese", come dice il buon Giovanni Attanasio. Penso che il problema sia dovuto alla tua scelta di infilare le informazioni sul tuo world building nei dialoghi, con l'effetto di cadere nell'As you know Bob. Un po' strano che i governi lascino passare attraverso questo varco senza nessun problema, fidandosi delle promesse del santone vestito di bianco: la prima cosa che mi sarei invece aspettato sarebbe un bell'esercito armato fino ai denti che va prima in avanscoperta (cosa che rovinerebbe il finale, certamente).

Punti di Forza: Il finale è semplice e fa il suo lavoro, mi ha strappato un sorriso e mi ha divertito.

Conclusioni: Non male, un buon inizio, secondo me. Certamente c'è qualcosina in cui puoi migliorare, per esempio rendere meno forzati i dialoghi e trovare qualche altro stratagemma per spiegare il tuo world building al lettore. Comunque sono curioso di rileggerti qui, nell'Arena. A presto!


Ciao Matteo, grazie per il commento dettagliato, è molto utile per me per migliorare.
Come ho scritto anche all'altro utente, sono caduto un po' nell'infodump nei dialoghi e avrei dovuto architettare meglio la scena.
Per la questione del governo ci avevo riflettuto anche io. Nella mia mente l'idea era che il governo lasciava libero arbitrio, ma purtroppo non avevo altri caratteri per spiegarlo. Anche la questione dell'alieno con i vestiti del santone, come ha fatto notare un altro utente, non è spiegata, ma non avevo più spazio e ho lasciato la questione aperta.
Grazie ancora!

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Re: Il varco

Messaggio#12 » giovedì 22 aprile 2021, 20:37

Luca Memoli ha scritto:Ciao Ivan e benvenuto alla tua prima arena (come il sottoscritto).
Racconto molto lineare, procede tranquillo senza scossoni almeno fino al finale a sorpresa (ti dirò, avevo già intuito che dall'altra parte ci fossero dei furbacchioni...). La tua scelta di parlare di virus è coraggiosa di questi tempi...ma naturalmente non danneggia il racconto. Dialoghi tra moglie e marito un pochino artificiosi, ma forse perchè dovevi spiegare tramite loro e in poche righe quello che stava accadendo. Una cosa non l'ho proprio capita e spero tu me la possa chiarire: Nicola Festa indossa la stessa tunica bianca degli alieni, che significa? Lui è uno schiavo o uno di loro? Era ipnotizzato o è un complice? Nel mio caso, è stato un dettaglio piuttosto penalizzante dato che dopo essermelo chiesto più volte, non ho trovato risposte. Al di là di questo particolare, la scrittura è gradevole, come ti dicevo all'inizio molto pulita. Il tema di "oltre il muro" mi sembra più che rispettato. Alla prossima, Luca


Ciao Luca, grazie infinite per il commento.
Credevo di essere l'unico alla prima arena :)
Sono contento che il racconto non ti sia dispiaciuto. La questione dei dialoghi mi è stata fatta notare anche da altri utenti e in effetti sono caduto nell'infodump nel tentativo di far passare alcune informazioni. Avrei dovuto architettare meglio la scena.
La questione di Nicola Festa lo sapevo che poteva essere un problema, ma purtroppo avevo già scorciato molto e ho dovuto improvvisare. Inizialmente l'idea era che fosse un complice, diciamo un leccapiedi, ma poi ho virato su un alieno mutaforma. Ma la questione non è minimamente spiegata, l'ho semplicemente lasciata aperta.
Grazie ancora. Alla prossima.

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Pretorian
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Re: Il varco

Messaggio#13 » giovedì 22 aprile 2021, 23:23

Ciao, Ivan e piacere di leggerti.

Dunque, nel racconto presenti una situazione simile a quella attuale, con la differenza che la gente, presa dal panico, ha cercato una soluzione alternativa, che può essere fornita da un "varco" che conduce in un altro mondo. Alla fine, tutto di rivela essere un complotto di creature aliene (grigi? La descrizione sembra quella) che schiavizzano gli umani che passano dall'altra parte. A parte la trama non proprio originalissima (però ci sta, dato l'argomento trattato) forse il difetto maggiore è la grande mole di informazioni che passa tramite i dialoghi tra i protagonisti. A parte quello che emerge dalla notizia giornalistica, tutto il resto lo ricaviamo dal loro dialogo, incluse cose che non ha molto senso che si dicano (ad esempio, il fatto che nessuno è mai tornato dal varco) creando l'effetto "as you know" che è sempre deleterio. Oltre a questo, non è chiarissimo cosa siano 2il muro" e "il varco": avevo inizialmente pensato a un simil-stargate, ma quel "muro" mi confonde. Forse sarebbe stato meglio dare una spiegazione più approfondita. Alla prossima!!

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Re: Il varco

Messaggio#14 » venerdì 23 aprile 2021, 18:46

Pretorian ha scritto:Ciao, Ivan e piacere di leggerti.

Dunque, nel racconto presenti una situazione simile a quella attuale, con la differenza che la gente, presa dal panico, ha cercato una soluzione alternativa, che può essere fornita da un "varco" che conduce in un altro mondo. Alla fine, tutto di rivela essere un complotto di creature aliene (grigi? La descrizione sembra quella) che schiavizzano gli umani che passano dall'altra parte. A parte la trama non proprio originalissima (però ci sta, dato l'argomento trattato) forse il difetto maggiore è la grande mole di informazioni che passa tramite i dialoghi tra i protagonisti. A parte quello che emerge dalla notizia giornalistica, tutto il resto lo ricaviamo dal loro dialogo, incluse cose che non ha molto senso che si dicano (ad esempio, il fatto che nessuno è mai tornato dal varco) creando l'effetto "as you know" che è sempre deleterio. Oltre a questo, non è chiarissimo cosa siano 2il muro" e "il varco": avevo inizialmente pensato a un simil-stargate, ma quel "muro" mi confonde. Forse sarebbe stato meglio dare una spiegazione più approfondita. Alla prossima!!


Ciao!
Grazie infinite per i preziosi consigli.
Il problema dei dialoghi sembra quello che è stato più sentito anche dagli altri utenti che mi hanno commentato e quindi cercherò di fare più attenzione.
In effetti ho dato poco spazio alla spiegazione del varco, ma il tuo pensiero che fosse un simil-stargate è giusto.
Grazie ancora e alla prossima!

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Andrea Furlan
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Re: Il varco

Messaggio#15 » sabato 24 aprile 2021, 10:17

Ciao Ivan,
Complimenti per il racconto: scorrevole, ben dosato e strutturato anche se molto classico sia nell'ambientazione fantascientifica che nel finale a sorpresa. Hai centrato pienamente il tema della serata e sei riuscito a cogliere bene il senso di perdita della speranza del mondo "al di qua" del varco. Nel.complesso l'ho trovato un buon esercizio ma.non molto originale. Un paio di elementi che semini, ad esempio la ragazza che guarda le televisione senza audio o l'omicidio dello scienziato, non mi sono sembrate organiche alla trama e forse distraggono un po' l'attenzione.

alexandra.fischer
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Re: Il varco

Messaggio#16 » sabato 24 aprile 2021, 14:55

Tema centrato. Punti di forza: il futuro distopico segnato dal virus diventato ormai ingestibile. L’uso delle informazioni nel racconto: il dialogo fra marito e moglie, e le diverse versioni della notizia della morte dello studioso Alberto Pastrana: la versione televisiva dell’infarto, le ipotesi dei due protagonisti (morte per mano di un negazionista? No, ha scoperto un varco dimensionale attraverso il quale si può entrare in un mondo libero dal virus). La seconda ipotesi è vera. Il protagonista trova il modo di accedere a quel mondo facendo un test di prelievo del sangue (se ho capito bene, il colore blu vuol dire che non è infetto, invece, il rosso indica i positivi, come nella scena dell’uomo portato via di peso al momento della fila per passare attraverso il varco), ma lo aspetta una vita di schiavitù (vedi le catene) e l’alieno somiglia vagamente al portavoce umano.
Punti deboli: il primo è aver introdotto questo Nicola Festa. Te lo dico perché anch’io tendo a soffrire di questo difetto. Se fosse il mio racconto, io userei Pastrana, che magari giustifica il suo nuovo aspetto: “Sì, assomiglio a un monaco zen, ma è un effetto momentaneo. Sono qui per invitarvi a seguirmi. Ascoltate le mie istruzioni”.
Se fosse il mio racconto toglierei la frase: e forse questo viaggio è come rinascere un’altra volta. Questo per lasciare spazio a una drammatizzazione del finale. Una scena dove lui agita le catene e grida: “Benvenuto? E mia moglie?”. Si gira: “Laura. Laura”.
C’è un ultimo punto. Il racconto acquisterà valore e merito il giorno in cui il virus entrerà nella storia. Prima no, temo che il pubblico tenderà a rimuovere ogni riferimento alla Brutta Bestia.

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Alvin Miller
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Re: Il varco

Messaggio#17 » lunedì 26 aprile 2021, 19:06

Ciao Ivan, e wow! Gran bel racconto e stile molto buono. Il tema è centrato praticamente senza neanche citare la parola "Muro", e mi è piaciuto come tu sia riuscito a inserire anche l'attualità, come la buona fantascienza dovrebbe fare.
Non ho nessuna critica sul contenuto: il tutto è scritto bene, in modo chiaro e con un finale che non lascia questioni in sospeso.

Avrei solo una manciata di appunti stilistici da farti notare, ma niente di gravissimo:

il contorno dell’apertura luccica di un blu elettrico e il suo interno è più buio di una tana di un lupo.

Allora, bisogna un attimo capire com'è fatto sto' varco. Il fatto che abbia un contorno di un blu così intenso ma il suo interno è nero, mi sembra abbastanza strano. Può anche darsi che sia proprio così, ma secondo me nella tua mente era un po' diverso.

«Credere a cosa? Che quel varco porti in un altro mondo?» Sbuffo e spazzo l’aria con la mano. «Nessuno è tornato indietro da quel varco. Non ci sono prove.»

Qui, se ci fai caso, c'è una ripetizione ravvicinata delle parole "quel varco".

Laura si gira di scatto e mi afferra la mano. Non ci credo! Non è possibile, un’altra bufala?

La secondo frase l'avrei messa in un nuovo capoverso.

«Non posso restare molto qui.» L’uomo alza la mano come sotto giuramento. «Mi chiamo Nicola Festa. Provengo dal mondo dell’altra parte del varco. Non posso restare a lungo. Dovete venire. Dovete oltrepassare il muro. Al di là c’è un mondo magnifico che ci aspetta.»

Un'altra ripetizione, stavolta di "Non posso restare".

È tutto, te l'avevo detto che erano pochi e facili da sistemare ;)
Ti auguro buona gara!
Editor e consulente freelance per scrittori. Formazione in scrittura creativa e sceneggiatura presso agenziaduca.it di Marco Carrara.

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Re: Il varco

Messaggio#18 » lunedì 26 aprile 2021, 22:25

Alvin Miller ha scritto:Ciao Ivan, e wow! Gran bel racconto e stile molto buono. Il tema è centrato praticamente senza neanche citare la parola "Muro", e mi è piaciuto come tu sia riuscito a inserire anche l'attualità, come la buona fantascienza dovrebbe fare.
Non ho nessuna critica sul contenuto: il tutto è scritto bene, in modo chiaro e con un finale che non lascia questioni in sospeso.

Avrei solo una manciata di appunti stilistici da farti notare, ma niente di gravissimo:

il contorno dell’apertura luccica di un blu elettrico e il suo interno è più buio di una tana di un lupo.

Allora, bisogna un attimo capire com'è fatto sto' varco. Il fatto che abbia un contorno di un blu così intenso ma il suo interno è nero, mi sembra abbastanza strano. Può anche darsi che sia proprio così, ma secondo me nella tua mente era un po' diverso.

«Credere a cosa? Che quel varco porti in un altro mondo?» Sbuffo e spazzo l’aria con la mano. «Nessuno è tornato indietro da quel varco. Non ci sono prove.»

Qui, se ci fai caso, c'è una ripetizione ravvicinata delle parole "quel varco".

Laura si gira di scatto e mi afferra la mano. Non ci credo! Non è possibile, un’altra bufala?

La secondo frase l'avrei messa in un nuovo capoverso.

«Non posso restare molto qui.» L’uomo alza la mano come sotto giuramento. «Mi chiamo Nicola Festa. Provengo dal mondo dell’altra parte del varco. Non posso restare a lungo. Dovete venire. Dovete oltrepassare il muro. Al di là c’è un mondo magnifico che ci aspetta.»

Un'altra ripetizione, stavolta di "Non posso restare".

È tutto, te l'avevo detto che erano pochi e facili da sistemare ;)
Ti auguro buona gara!


Ciao Alvin! Grazie mille, sono davvero contento che ti sia piaciuto!
Per caso, sei lo stesso Alvin che segue il line editing del giovedì sera?
Cerco di stare molto attento allo stile, quindi ogni suggerimento è veramente prezioso.
Hai ragione a dire che non ho descritto per bene il varco e che nella mia mente era un po' diverso. Rileggendo il testo, le parole non rendono in modo efficace la figurazione che ho in mente.
Grazie e alla prossima!

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Alvin Miller
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Re: Il varco

Messaggio#19 » martedì 27 aprile 2021, 0:18

JoMess ha scritto:
Alvin Miller ha scritto:Ciao Alvin! Grazie mille, sono davvero contento che ti sia piaciuto!
Per caso, sei lo stesso Alvin che segue il line editing del giovedì sera?
Cerco di stare molto attento allo stile, quindi ogni suggerimento è veramente prezioso.
Hai ragione a dire che non ho descritto per bene il varco e che nella mia mente era un po' diverso. Rileggendo il testo, le parole non rendono in modo efficace la figurazione che ho in mente.
Grazie e alla prossima!


Non mi risulta ci siano altri Alvin tra gli studenti di Livio, quindi penso proprio di essere io :D
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Re: Il varco

Messaggio#20 » martedì 27 aprile 2021, 13:06

Ciao Ivan, non sono nel gruppo che ti deve valutare (in realtà tu hai valutato me) però mi è capitato di leggere il tuo racconto e volevo darti un parere.
Il tuo stile è veramente molto buono, mi sono immerso nella storia in poche righe e scorre bene. A mio parere il problema principale di tutto è che hai sbagliato il punto di vista da mostrare: fossi stato in te avrei fatto raccontare la storia alla moglie. Cerco di riassumere il perché in pochi punti:
1) Empatia: la moglie soffre molto più del marito, viene inquadrata quasi come fosse una vittima delle convinzioni di lui e di conseguenza il lettore prova più simpatia per lei, mentre il marito è una specie di "negazionista che nega di essere negazionista", quindi la fetta di persone a cui può stare simpatico è molto piccola.
2) Conflitto: per il marito non c'è nessun conflitto, lui si è abituato a convivere col virus e anche se non gli piace la sua vita com'è se n'è fatto una ragione, inoltre è diffidente del varco quindi non ci pensa neanche a entrare. Non ha desideri, di conseguenza non ci sono ostacoli che gli impediscano di avere ciò che vuole perché non vuole nulla.. La moglie al contrario vuole scappare da quella realtà, ma il marito glielo impedisce. Desiderio + Ostacolo = Conflitto.
3) Azione: il marito è molto passivo, si fa solo trascinare dagli eventi. All'inizio lascia che la sua inerzia lo faccia rimanere fermo, andando avanti quando c'è la svolta lui non si fa domande e ancora si fa trascinare. Questo anche a causa della mancanza di conflitto del punto 2. La moglie, al contrario, avendo un conflitto è anche quella che può agire. Nel racconto scritto a questo modo l'unica sua azione è cercare di convincere il marito, se il punto di vista fosse stato lei avrebbe potuto fare qualcosina in più.
4) Finale: quando il marito finisce in trappola non c'è l'effetto "hai fatto la scelta sbagliata, ora ne paghi le conseguenze", perché viene presentato come lui che viene trascinato a giro senza che esprima una volontà (vedi punto 3). Pensa se fosse stato dal punto di vista della moglie: entra, vede il marito in catene, capisce che è stata LEI a causare tutto quello e che se lei non avesse insistito non sarebbero finiti in quella trappola. Bam, chiudi il racconto con un senso di dannazione e colpa che ti tira un calcio nello stomaco e ti ribalta dalla sedia.

Spero che questo commento ti aiuti a progettare le prossime sfide, perché scrivi davvero bene e l'unico problema qui è appunto la progettazione. Sinceramente, se nel mio gruppo mi fosse capitato il tuo racconto scritto dal punto di vista di lei l'avrei messo in prima posizione senza pensarci due volte.

FilippoR
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Re: Il varco

Messaggio#21 » martedì 27 aprile 2021, 17:13

Ciao Ivan e piacere di leggerti.
Racconto scorrevole, per un attimo ho pensato che il protagonista volesse chiudere il varco in qualche modo (esplosivo o altro) per la frase "Faccio un passo in avanti. Sta a me.".
I punti deboli del racconto sono probabilmente nella fine del racconto e nel worldbuilding (niente a cui non si possa rimediare).
Il finale è presentato un po' troppo rapidamente (dopo il superaramento del varco) e poco giustificata la spedizione di massa verso l'ignoto a meno di aumentare l'urgenza del dover cambiare mondo o a rendere più credibile il discorso di Nicola Festa e fornire una scusa per cui nessuno prima di allora era tornato, magari il protagonista poteva essere un volontario per la nuova spedizione dopo la visita di Nicola Festa per maggiori approfondimenti.
Alla prossima.

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Re: Il varco

Messaggio#22 » mercoledì 28 aprile 2021, 20:22

Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Ivan, non sono nel gruppo che ti deve valutare (in realtà tu hai valutato me) però mi è capitato di leggere il tuo racconto e volevo darti un parere.
Il tuo stile è veramente molto buono, mi sono immerso nella storia in poche righe e scorre bene. A mio parere il problema principale di tutto è che hai sbagliato il punto di vista da mostrare: fossi stato in te avrei fatto raccontare la storia alla moglie. Cerco di riassumere il perché in pochi punti:
1) Empatia: la moglie soffre molto più del marito, viene inquadrata quasi come fosse una vittima delle convinzioni di lui e di conseguenza il lettore prova più simpatia per lei, mentre il marito è una specie di "negazionista che nega di essere negazionista", quindi la fetta di persone a cui può stare simpatico è molto piccola.
2) Conflitto: per il marito non c'è nessun conflitto, lui si è abituato a convivere col virus e anche se non gli piace la sua vita com'è se n'è fatto una ragione, inoltre è diffidente del varco quindi non ci pensa neanche a entrare. Non ha desideri, di conseguenza non ci sono ostacoli che gli impediscano di avere ciò che vuole perché non vuole nulla.. La moglie al contrario vuole scappare da quella realtà, ma il marito glielo impedisce. Desiderio + Ostacolo = Conflitto.
3) Azione: il marito è molto passivo, si fa solo trascinare dagli eventi. All'inizio lascia che la sua inerzia lo faccia rimanere fermo, andando avanti quando c'è la svolta lui non si fa domande e ancora si fa trascinare. Questo anche a causa della mancanza di conflitto del punto 2. La moglie, al contrario, avendo un conflitto è anche quella che può agire. Nel racconto scritto a questo modo l'unica sua azione è cercare di convincere il marito, se il punto di vista fosse stato lei avrebbe potuto fare qualcosina in più.
4) Finale: quando il marito finisce in trappola non c'è l'effetto "hai fatto la scelta sbagliata, ora ne paghi le conseguenze", perché viene presentato come lui che viene trascinato a giro senza che esprima una volontà (vedi punto 3). Pensa se fosse stato dal punto di vista della moglie: entra, vede il marito in catene, capisce che è stata LEI a causare tutto quello e che se lei non avesse insistito non sarebbero finiti in quella trappola. Bam, chiudi il racconto con un senso di dannazione e colpa che ti tira un calcio nello stomaco e ti ribalta dalla sedia.

Spero che questo commento ti aiuti a progettare le prossime sfide, perché scrivi davvero bene e l'unico problema qui è appunto la progettazione. Sinceramente, se nel mio gruppo mi fosse capitato il tuo racconto scritto dal punto di vista di lei l'avrei messo in prima posizione senza pensarci due volte.


Ciao Stefano!
Grazie mille per aver dedicato del tempo al mio racconto e anche per avermi dato tutti questi preziosi consigli.
Hai proprio ragione, raccontato dal punto di vista della moglie, il racconto avrebbe guadagnato sotto molti punti di vista.
Inizialmente avevo buttato giù una trama un po' più complessa, il marito era un poliziotto che andava a interrogare l'uomo tornato dal varco, comunque ho dovuto tagliare tutto per rientrare nei 4242 caratteri.
Comunque è proprio vero che due teste lavorano meglio di una :)
Mi pare di aver capito che la tua ambientazione sulle chimere non è una novità di questo contest, per caso hai scritto un racconto lungo o un romanzo?
Grazie ancora e spero di rileggerti presto!

JoMess
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Re: Il varco

Messaggio#23 » mercoledì 28 aprile 2021, 20:30

FilippoR ha scritto:Ciao Ivan e piacere di leggerti.
Racconto scorrevole, per un attimo ho pensato che il protagonista volesse chiudere il varco in qualche modo (esplosivo o altro) per la frase "Faccio un passo in avanti. Sta a me.".
I punti deboli del racconto sono probabilmente nella fine del racconto e nel worldbuilding (niente a cui non si possa rimediare).
Il finale è presentato un po' troppo rapidamente (dopo il superaramento del varco) e poco giustificata la spedizione di massa verso l'ignoto a meno di aumentare l'urgenza del dover cambiare mondo o a rendere più credibile il discorso di Nicola Festa e fornire una scusa per cui nessuno prima di allora era tornato, magari il protagonista poteva essere un volontario per la nuova spedizione dopo la visita di Nicola Festa per maggiori approfondimenti.
Alla prossima.


Grazie Filippo per il commento.
L'idea di far esplodere il varco è bella!
Purtroppo molte cose che volevo inserire e spiegare, le ho dovute tagliare per via dei caratteri. Mi sono ritrovato all'ultimo a far quadrare le cose nel migliore dei modi. Credo che ci sia anche qualche altro punto debole oltre a quelli elencati da te.
Ti ringrazio ancora per i consigli e alla prossima!

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Re: Il varco

Messaggio#24 » sabato 1 maggio 2021, 11:44

Mi sembra che tu paghi lo scotto del primo approccio con l'Arena e ci sta alla grande. Rispondi al poco spazio assegnando battute un pelo forzate ai tuoi protagonisti nel tentativo di fornire al lettore elementi utili per il contesto, questo è il problema più grave. Poi rilevo anche un protagonista incerto nelle sue convinzioni, traballa poco e il passaggio da negazionista ad "attraversatore di varco" non mi sembra affrontato adegiatamente. Qualche dubbio anche su elementi che hai inserito nel testo, tipo lei che guarda la tv senza volume: legge le labbra? Che sia sorda? Poi però si volta verso di lui per rispondergli e capisco che ci sente più che bene. Molto forzati anche i due elementi della morte del creatore del Varco e dell'arrivo del "Testimone" che con poche parole convince tutti ad attraversarlo. Insomma, si legge ed è piacevole, come tutti i racconti del gruppo perché siete tutti delle belle penne, ma c'è parimenti un adattamento forzato al limite dei caratteri e una certa ingenuità di fondo che vanno risolti. Per me un pollice tendente verso il positivo, ma al pelo e in classifica ti posiziono dietro al parivalutato racconto di Maramonte perchè nel suo caso a non convincere è soprattutto il finale mentre nel tuo caso è tutta l'impalcatura a barcollare. Curioso di rileggerti presto.

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