L'hangar dei mostri

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Stefano.Moretto
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L'hangar dei mostri

Messaggio#1 » martedì 20 aprile 2021, 0:56

L'uomo dai capelli brizzolati mi scruta. Dovrebbe essere lui il mio mentore? Gli tendo la mano.
– Finn Sullivan, piacere di conoscerla.
Mi afferra la mano in una stretta d'acciaio, trattengo una smorfia.
– Wilson Orwen, e dammi pure del tu. Benvenuto alla Humandmere.
Mi sottraggo al doloroso convenevole.
– Quindi è qui che vengono tenute le chimere?
Sorride. – Esatto. La prima volta qui dentro è un po' disorientante, ma ti abituerai. Vieni.
Spalanca la porta, l'hangar in cui entriamo è gigantesco. Una moltitudine di piccoli edifici cubici, alti poco più di una persona, sono disposti in file e colonne per tutto l'hangar. Ogni cubo ha una singola porta con una piccola finestra. Ci incamminiamo attraverso un corridoio tra le file di cubi.
– Questo è il nostro magazzino. Il tuo compito sarà assicurarti che siano in salute e arrivino ai clienti in condizioni perfette.
Un groppo mi blocca la gola. Provo a deglutire, ma la saliva si blocca. Chimere, esseri senzienti trattati come fossero animali da compagnia. No, come fossero oggetti.
Un uomo in giacca e cravatta sta sbraitando qualcosa a una decina di cubi di distanza, un altro uomo in camice gesticola davanti a lui.
– Che succede?
Wilson scrolla le spalle. – Un classico, ha ordinato una chimera e ora vuole il reso. Al solito faremo un po' di storie, gli proporremo uno sconto sul prossimo acquisto e di smaltire gratuitamente il vecchio prodotto.
– Come si smaltisce un essere vivente?
Mi guarda con un sopracciglio inarcato. – Non sono esseri viventi, non te lo hanno detto durante il colloquio?
– È vero, scusa. Come si smaltiscono le chimere? Dovrò farlo io?
Wilson fa il gesto di puntarsi una pistola alla tempia. Preme il grilletto immaginario e la testa scatta di lato. Il cuore mi rimbomba nelle orecchie.
Sorride. – Non ti preoccupare, ci sono gli addetti per questo.
Passiamo accanto all'uomo in giacca e cravatta, il cubo davanti a lui ha la porta aperta. Dentro c'è un uomo incatenato alla parete. Attorno alla testa ha un'enorme criniera, simile a quella di un leone.
L'uomo in camice indica la chimera.
– Se vuole possiamo smaltire il prodotto per lei senza costi aggiuntivi.
Wilson mi fa l'occhiolino e prosegue, tutto questo è normale qui dentro. Il terrore mi asserraglia lo stomaco. Dio, un giorno tutto questo potrebbe essere normale per me.
– Dovrai imparare a gestire vari tipi di chimere. Più o meno sai qual è il nostro prodotto più richiesto?
– Immagino le ragazze gatto.
Scoppia a ridere talmente forte che l'eco rimbomba nell'hangar.
– Chissà perché tutti pensano sempre alle ragazze gatto. – Si asciuga una lacrima. – No, sono gli uomini formica. Sono il nostro prodotto di punta: instancabili, forti ed economici. E in caso di incidenti le rimpiazzano in un attimo.
Mi ero immaginato un certo schifo, il fatto di non sapere se questo sia meglio o peggio mi fa sentire sporco.
– L'importante è che tu tenga sempre a mente la nostra regola d'oro, o finirai come i tuoi predecessori. Oltre le mura di queste celle ci sono solo dei prodotti.
– Cos'è successo ai miei predecessori?
Wilson sorride.

Chiudo la porta di casa e mi ci butto di peso. Scivolo fino a terra e mi abbraccio le gambe. Le lacrime trovano finalmente sfogo.
– Finn? Sei tu? – Selene esce dalla cucina e mi corre incontro. – Finn!
Si inginocchia davanti a me. Le sue orecchie feline sono puntate in avanti, le pupille sono tanto espanse da occupare tutta l'iride. Dio, quanto è bella. Se la vedessi in una di quelle gabbie morirei dal dolore.
– Parlami amore, – le vibrisse le oscillano a ogni parola. – Cos'è successo?
Apro la bocca, un singhiozzo mi blocca. Come faccio a dirle ciò che dovrò fare?
– Calmati amore. Sono qui.
Si accoccola accanto a me e mi abbraccia. Strofina la testa sulla mia spalla ed emette le fusa. Il mio cuore si rilassa un po'.
– È un mattatoio, amore. – Singhiozzo. – Non ce la faccio, non posso tornarci.
– Shh, va tutto bene. Ce la farai. – Le sue fusa si fanno più forti. – So che ce la farai.
Regolarizzo il respiro e asciugo le lacrime. Ce la devo fare. Per lei, per tutti quelli come lei.
– Sì. Ora... ora mi passa.
Mi bacia sulla guancia. – Ti amo.
– Te lo prometto. Qualsiasi cosa accada mostrerò al mondo cosa c'è oltre quelle mura e li distruggerò.
Per lei. Per tutti quelli lì dentro.



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antico
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Re: L'hangar dei mostri

Messaggio#2 » martedì 20 aprile 2021, 1:00

Ciao Stefano! Caratteri e tempo ok, buona ORIANA RAMUNNO EDITION!

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Massimo Tivoli
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Re: L'hangar dei mostri

Messaggio#3 » martedì 20 aprile 2021, 10:52

Ciao Stefano. Mi è piaciuto il tuo racconto: semplice ma, a suo modo, anche efficace. Non ho molto da dire. Fai leva su un’emozione universale, rafforzata bene sul finale dal rapporto che il protagonista ha con una donna gatto. Certo, anche nel tuo caso, non c’è conflitto, non c’è una “missione” (in senso lato), non c’è un’evoluzione. Diciamo che questo aspetto di trama è tenuto dietro le quinte, nel retroscena e in quello che il protagonista ci lascia intendere vorrà fare una volta impiegato nell’hangar. Forse questo può rappresentare una debolezza del racconto che, comunque, lo ribadisco, ha la sua ragione di essere e riesce tuttavia a smuovere qualche emozione.
Piccolo refuso: le rimpiazzano -> li rimpiazzano.
Buona Edition!

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Stefano.Moretto
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Re: L'hangar dei mostri

Messaggio#4 » martedì 20 aprile 2021, 21:52

Massimo Tivoli ha scritto:Ciao Stefano. Mi è piaciuto il tuo racconto: semplice ma, a suo modo, anche efficace. Non ho molto da dire. Fai leva su un’emozione universale, rafforzata bene sul finale dal rapporto che il protagonista ha con una donna gatto. Certo, anche nel tuo caso, non c’è conflitto, non c’è una “missione” (in senso lato), non c’è un’evoluzione. Diciamo che questo aspetto di trama è tenuto dietro le quinte, nel retroscena e in quello che il protagonista ci lascia intendere vorrà fare una volta impiegato nell’hangar. Forse questo può rappresentare una debolezza del racconto che, comunque, lo ribadisco, ha la sua ragione di essere e riesce tuttavia a smuovere qualche emozione.
Piccolo refuso: le rimpiazzano -> li rimpiazzano.
Buona Edition!

Ciao Massimo, grazie mille per il tuo commento! Hai ragione, non c'è molto conflitto esterno, ho cercato di focalizzarmi solo su quello interno al personaggio e forse manca una certa componente di focalizzazione sulle sue emozioni che avrebbe reso meglio questo aspetto.
Il refuso è dovuta a una svista in fase di revisione: il soggetto della frase originale era "quelle chimere", poi nel lavoro di taglia e cuci finale come al solito m'è sfuggito qualcosa.
Grazie ancora!

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Emiliano Maramonte
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Re: L'hangar dei mostri

Messaggio#5 » martedì 20 aprile 2021, 23:35

Ciao Stefano!
E' da un po' che non ti leggevo e l'ho fatto con molto piacere.
In generale il racconto è stato di mio gradimento. Mi è piaciuta molto l'intuizione di base: questo commercio di esseri chimerici, trattati oltretutto come prodotti qualsiasi, mi ha proprio convinto. Mentre leggevo mi sono venuti in mente quei megamagazzini di Amazon dove le merci sono tutte accatastate e dove c'è un gran viavai di tecnici, operai e inservienti. Nella tua storia, in realtà, ci sono cubicolo ordinatamente disposti nell'hangar (occhio che l'hangar è un enorme capannone adibito a rimessa per areoplani e dirigibili, quindi in questo caso il termine è usato impropriamente...), ma la sostanza non cambia, sempre di merce si tratta.
Mi è piaciuto come hai condotto l'"esplorazione" del mondo da te immaginato, facendomi vivere le sensazioni e i contrasti interiori del protagonista. Anche il piccolo colpo di scena finale non è malaccio e questo accentua il conflitto interiore del personaggio.
Il racconto, tuttavia, pecca proprio laddove avrebbe dovuto avere maggior peso: il protagonista, addirittura, diventa all'improvviso un paladino della giustizia delle chimere. Le motivazioni di questo potrebbero derivare proprio da ciò che egli ha visto nell'hangar ma mi sono parse debolucce e la conclusione affrettata. Non che sia grave, intendiamoci, ma mi ha lasciato perplesso.
Qualche ripetizione di troppo nella prima parte ("cubo/cubi", hangar/hangar), un paio di espressioni da rivedere ("Il terrore mi asserraglia lo stomaco", "Emettere le fusa"), una frase da riformulare ("Mi ero immaginato un certo schifo, il fatto di non sapere se questo sia meglio o peggio mi fa sentire sporco." non mi è molto chiara), però nell'insieme un racconto non troppo complesso che ha una sua logica e arriva dove deve arrivare, senza troppe pretese.

In bocca al lupo!
Emiliano.
Ultima modifica di Emiliano Maramonte il mercoledì 21 aprile 2021, 0:36, modificato 1 volta in totale.

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Stefano.Moretto
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Re: L'hangar dei mostri

Messaggio#6 » mercoledì 21 aprile 2021, 0:27

megagenius ha scritto:Ciao Stefano!
E' da un po' che non ti leggevo e l'ho fatto con molto piacere.
In generale il racconto è stato di mio gradimento. Mi è piaciuta molto l'intuizione di base: questo commercio di esseri chimerici, trattati oltretutto come prodotti qualsiasi, mi ha proprio convinto. Mentre leggevo mi sono venuti in mente quei megamagazzini di Amazon dove le merci sono tutte accatastate e dove c'è un gran viavai di tecnici, operai e inservienti. Nella tua storia, in realtà, ci sono cubicolo ordinatamente disposti nell'hangar (occhio che l'hangar è un enorme capannone adibito a rimessa per areoplani e dirigibili, quindi in questo caso il termine è usato impropriamente...), ma la sostanza non cambia, sempre di merce si tratta.
Mi è piaciuto come hai condotto l'"esplorazione" del mondo da te immaginato, facendomi vivere le sensazioni e i contrasti interiori del protagonista. Anche il piccolo colpo di scena finale non è malaccio e questo accentua il conflitto interiore del personaggio.
Il racconto, tuttavia, pecca proprio laddove avrebbe dovuto avere maggior peso: il protagonista, addirittura, diventa all'improvviso un paladino della giustizia delle chimere. Le motivazioni di questo potrebbero derivare proprio da ciò che egli ha visto nell'hangar ma mi sono parse debolucce e la conclusione affrettata. Non che sia grave, intendiamoci, ma mi ha lasciato perplesso.
Qualche ripetizione di troppo nella prima parte ("cubo/cubi", hangar/hangar), un paio di espressioni da rivedere ("Il terrore mi asserraglia lo stomaco", "Emettere le fusa"), una frase da riformulare ("Mi ero immaginato un certo schifo, il fatto di non sapere se questo sia meglio o peggio mi fa sentire sporco." non mi è molto chiara), però nel complesso un racconto non troppo complesso che ha una sua logica e arriva dove deve arrivare, senza troppe pretese.

In bocca al lupo!
Emiliano.

Ciao Emiliano, grazie mille per il commento esaustivo, mi fa molto piacere che il racconto ti sia piaciuto. Le motivazioni del protagonista, in effetti, potevo renderle più chiare, questa è una pecca. La frase "Mi ero immaginato un certo schifo, il fatto di non sapere se questo sia meglio o peggio mi fa sentire sporco." doveva aiutare anche in questo senso, ma non l'ho formulata con sufficiente chiarezza.
Devo essere onesto: per questo racconto mi sono ispirato al primo film di Resident Evil, quello in cui c'è l'infiltrata alla Umbrella che vuole trovare le prove per smantellare l'azienda. La mia idea era che il protagonista fosse una cosa simile, uno che si è infiltrato lì solo per fermare il commercio illegale.
Riguardo la parola hangar: hai ragione, l'ho usata in modo un po' improprio. Sono stato abituato male perché vicino a dove lavoro c'è il cosidetto "HangarBicocca" e nella mia testa la parola hangar si è associata a grossi capannoni. Associazione di cui ho trovato frettolosamente riscontro online e non mi son fatto troppe domande, mea culpa.
Grazie ancora!

JoMess
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Re: L'hangar dei mostri

Messaggio#7 » giovedì 22 aprile 2021, 22:14

Ciao Stefano,
ottima scrittura, ero completamente immerso nella storia. Bella anche l’idea delle chimere.
Inizialmente mi ha fatto un po’ storcere il naso il riferimento ai muri dei cubi perché sembra che sia solo questo il riferimento al tema della serata. Invece solo alla fine si scopre che il nesso ruota attorno alla presunta inferiorità della razza delle chimere e che il protagonista voglia battersi per i loro diritti.
Bravo! Alla prossima!

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Stefano.Moretto
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Re: L'hangar dei mostri

Messaggio#8 » venerdì 23 aprile 2021, 2:14

Ivols84 ha scritto:Ciao Stefano,
ottima scrittura, ero completamente immerso nella storia. Bella anche l’idea delle chimere.
Inizialmente mi ha fatto un po’ storcere il naso il riferimento ai muri dei cubi perché sembra che sia solo questo il riferimento al tema della serata. Invece solo alla fine si scopre che il nesso ruota attorno alla presunta inferiorità della razza delle chimere e che il protagonista voglia battersi per i loro diritti.
Bravo! Alla prossima!

Ciao, grazie mille per il commento! Sono contento che lo stile ti sia piaciuto e ancora di più che il doppio riferimento al tema abbia sortito l'effetto che speravo, è stato un po' un esperimento e mi aspetto che non piaccia a tutti.
Alla prossima!

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maurizio.ferrero
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Re: L'hangar dei mostri

Messaggio#9 » venerdì 23 aprile 2021, 9:00

Ciao Stefano, piacere di leggerti.

Vedo che hai ripreso il tema del laboratorio in cui si costruiscono chimere! Questa nuova incarnazione mi è piaciuta decisamente più della precedente, gli ibridi uomo-animale fanno tanto Isola del dottor Moreau e spingono all'empatia molto più dei loro predecessori animaleschi.
Bella l'intuizione sugli uomini formica, mi è piaciuta.
Il finale con la ragazza-gatto, il rapporto con il protagonista e la vera natura della sua missione chiude il racconto in maniera giusta, senza sbavature. Buon lavoro!
Una sola frase mi scatena un dubbio: il "non sono esseri viventi" detto dal direttore, riferito alle chimere.
Ecco, non mi è chiara. Anche mettendo caso che siano cloni creati in laboratorio dovrebbero essere viventi, no? Respirano, mangiano... Almeno credo. Forse ci sarebbe stata meglio una frase diversa, qualcosa tipo "non sono esseri umani", oppure "non hanno anima".
Avrebbe dato comunque l'idea della disumanità del personaggio senza fargli dire una castroneria.
In ogni caso mi è piaciuto molto.

A presto!

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Stefano.Moretto
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Re: L'hangar dei mostri

Messaggio#10 » venerdì 23 aprile 2021, 17:40

maurizio.ferrero ha scritto:Ciao Stefano, piacere di leggerti.

Vedo che hai ripreso il tema del laboratorio in cui si costruiscono chimere! Questa nuova incarnazione mi è piaciuta decisamente più della precedente, gli ibridi uomo-animale fanno tanto Isola del dottor Moreau e spingono all'empatia molto più dei loro predecessori animaleschi.
Bella l'intuizione sugli uomini formica, mi è piaciuta.
Il finale con la ragazza-gatto, il rapporto con il protagonista e la vera natura della sua missione chiude il racconto in maniera giusta, senza sbavature. Buon lavoro!
Una sola frase mi scatena un dubbio: il "non sono esseri viventi" detto dal direttore, riferito alle chimere.
Ecco, non mi è chiara. Anche mettendo caso che siano cloni creati in laboratorio dovrebbero essere viventi, no? Respirano, mangiano... Almeno credo. Forse ci sarebbe stata meglio una frase diversa, qualcosa tipo "non sono esseri umani", oppure "non hanno anima".
Avrebbe dato comunque l'idea della disumanità del personaggio senza fargli dire una castroneria.
In ogni caso mi è piaciuto molto.

A presto!

Ciao Maurizio, grazie mille per il commento. La tua osservazione è più che giusta: il mio intento era esattamente quello di far vedere la disumanità con cui vengono trattate le chimere all'interno della struttura e ho pensato che il modo più immediato e brutale fosse quello di farle percepire come oggetti. Non avevo tenuto conto che per un lettore che non ha ancora chiaro tutto il worldbuilding questa frase potesse causare problemi nella comprensione dello stesso.
Per completezza di risposta: sì l'ambientazione è la stessa dell'edizione di Scilla. È, più o meno, un sequel di quel brano. Mi piace l'idea di costruire cose complesse a colpi di racconti autoconclusivi, quando mi vengono le idee adatte a farlo, mi fa piacere che il riferimento sia stato colto!
Grazie ancora e alla prossima!

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Michael Dag
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Re: L'hangar dei mostri

Messaggio#11 » lunedì 26 aprile 2021, 16:40

bello, mi è piaciuto. Mostri bene il disagio del protagonista nel trovarsi in quella situazione. Mi sono chiesto fino in fondo "ma perché lo fa, allora?" e il finale mi ha soddisfatto. In poco spazio hai tratteggiate bene tutti i personaggi, usando i giusti stereotipi senza essere banale (cosa assai difficile in un racconto così breve).
l'appunto che ti facci, i dialoghi. Non per come sono scritti, ma -non si capisce che è un dialogo.
ti consigluio virgolette, caporali o altro

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Stefano.Moretto
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Re: L'hangar dei mostri

Messaggio#12 » lunedì 26 aprile 2021, 17:03

Michael Dag ha scritto:bello, mi è piaciuto. Mostri bene il disagio del protagonista nel trovarsi in quella situazione. Mi sono chiesto fino in fondo "ma perché lo fa, allora?" e il finale mi ha soddisfatto. In poco spazio hai tratteggiate bene tutti i personaggi, usando i giusti stereotipi senza essere banale (cosa assai difficile in un racconto così breve).
l'appunto che ti facci, i dialoghi. Non per come sono scritti, ma -non si capisce che è un dialogo.
ti consigluio virgolette, caporali o altro

Ciao Michael, grazie mille per il commento. Per quanto riguarda il trattino, sto utilizzando lo standard grafico di una certa casa editrice per farci l'abitudine. Io personalmente userei i caporali sempre e comunque, il trattino non mi fa proprio impazzire. Se non ricordo male la mia vecchia edizione di Harry Potter usava il trattino xD

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Andrea76
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Re: L'hangar dei mostri

Messaggio#13 » martedì 27 aprile 2021, 13:03

Ciao Stefano, e piacere di leggerti.
In questo racconto hai trattato un tema molto attuale che è quello del consumismo relazionale. Almeno io l’ho interpretato così. Egoismo, cinismo e narcisismo si sono inseriti in maniera subdola nei rapporti tra le persone e, in diversi modi, sono riusciti a cambiare le relazioni e a modificare, almeno in parte, la nostra capacità di avere un contatto con gli altri che sia basato puramente sui sentimenti e non su bisogni egoistici.
Direi che il tuo racconto fa il suo dovere e ha il suo peso in questo senso. Il linguaggio semplice e chiaro e l’ambientazione funzionale al messaggio che volevi comunicare rendono la lettura gradevole e non priva di spunti di riflessione anche amara.
Il protagonista è un anti-eroe (anche lui si è servito di uno dei prodotti dell’hangar) che alla fine si riscatta agli occhi del lettore perché prova affetto per la donna-gatto e da prodotto la eleva ad essere vivente da amare e proteggere.
Dietro al muro dell’indifferenza e dell’individualismo, se si ha il coraggio di scavalcarlo, c’è esattamente questo: l’amore.
Complimenti, e a rileggerti.

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Stefano.Moretto
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Re: L'hangar dei mostri

Messaggio#14 » martedì 27 aprile 2021, 14:24

Andrea76 ha scritto:Ciao Stefano, e piacere di leggerti.
In questo racconto hai trattato un tema molto attuale che è quello del consumismo relazionale. Almeno io l’ho interpretato così. Egoismo, cinismo e narcisismo si sono inseriti in maniera subdola nei rapporti tra le persone e, in diversi modi, sono riusciti a cambiare le relazioni e a modificare, almeno in parte, la nostra capacità di avere un contatto con gli altri che sia basato puramente sui sentimenti e non su bisogni egoistici.
Direi che il tuo racconto fa il suo dovere e ha il suo peso in questo senso. Il linguaggio semplice e chiaro e l’ambientazione funzionale al messaggio che volevi comunicare rendono la lettura gradevole e non priva di spunti di riflessione anche amara.
Il protagonista è un anti-eroe (anche lui si è servito di uno dei prodotti dell’hangar) che alla fine si riscatta agli occhi del lettore perché prova affetto per la donna-gatto e da prodotto la eleva ad essere vivente da amare e proteggere.
Dietro al muro dell’indifferenza e dell’individualismo, se si ha il coraggio di scavalcarlo, c’è esattamente questo: l’amore.
Complimenti, e a rileggerti.

Ciao Andrea, grazie per il commento e la profonda introspezione. Hai dato al racconto un'interpretazione molto profonda e sono felice che sia riuscito a toccare certe corde.
Grazie ancora!

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Gabriele Dolzadelli
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Re: L'hangar dei mostri

Messaggio#15 » martedì 27 aprile 2021, 22:15

Ciao Stefano. Piacere di leggerti.
Ammetto che all'inizio ho fatto un po' fatica a disegnare nella mia mente l'ambientazione. Avevo un po' la sensazione che perdessi pezzi per strada e forse era solamente la mia attenzione che non riusciva a trovare l'interesse necessario nel dedalo di parole. Poi però, una volta capito meglio cosa fossero le chimere, ho ritrovato la giusta scia. Forse sarebbe stato meglio renderlo più chiaro in anticipo, almeno per me.
Interessante lo sviluppo, seppur il finale tronco, secondo me, nuoce molto al testo. Un racconto, per quanto corto, deve avere una partenza, uno sviluppo e un punto di arrivo e quest'ultimo ho faticato a trovarlo.
Non mi è stato chiaro se l'uomo si sia recato all'hangar già con le intenzioni di scoprire cosa vi accadesse o se vi fosse andato ingenuamente per il nuovo lavoro scoprendolo solo in seguito.
Anche la fidanzata-gatto che lo spinge a continuare nel suo lavoro è qualcosa di confuso. A una prima lettura non si comprende se lei lo inciti a lavorarci lo stesso per necessità economiche o se lo incoraggi a far emergere la verità. Questo è dovuto anche al fatto che lui le svela si tratti di un mattatoio come se lei prima non lo sapesse.
Inoltre, il cattivo di turno che parla degli animali come di oggetti anzichè esseri viventi mi è parso troppo macchietta, ma forse stasera sono troppo severo su questo punto, dato che lo sono stato anche con Fagiolo. Pongo il racconto, comunque, davanti al suo, perché le motivazioni dei protagonisti mi sono parse più solide.
A rileggerci! Buona edition!

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Stefano.Moretto
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Re: L'hangar dei mostri

Messaggio#16 » mercoledì 28 aprile 2021, 0:29

Gabriele Dolzadelli ha scritto:Ciao Stefano. Piacere di leggerti.
Ammetto che all'inizio ho fatto un po' fatica a disegnare nella mia mente l'ambientazione. Avevo un po' la sensazione che perdessi pezzi per strada e forse era solamente la mia attenzione che non riusciva a trovare l'interesse necessario nel dedalo di parole. Poi però, una volta capito meglio cosa fossero le chimere, ho ritrovato la giusta scia. Forse sarebbe stato meglio renderlo più chiaro in anticipo, almeno per me.
Interessante lo sviluppo, seppur il finale tronco, secondo me, nuoce molto al testo. Un racconto, per quanto corto, deve avere una partenza, uno sviluppo e un punto di arrivo e quest'ultimo ho faticato a trovarlo.
Non mi è stato chiaro se l'uomo si sia recato all'hangar già con le intenzioni di scoprire cosa vi accadesse o se vi fosse andato ingenuamente per il nuovo lavoro scoprendolo solo in seguito.
Anche la fidanzata-gatto che lo spinge a continuare nel suo lavoro è qualcosa di confuso. A una prima lettura non si comprende se lei lo inciti a lavorarci lo stesso per necessità economiche o se lo incoraggi a far emergere la verità. Questo è dovuto anche al fatto che lui le svela si tratti di un mattatoio come se lei prima non lo sapesse.
Inoltre, il cattivo di turno che parla degli animali come di oggetti anzichè esseri viventi mi è parso troppo macchietta, ma forse stasera sono troppo severo su questo punto, dato che lo sono stato anche con Fagiolo. Pongo il racconto, comunque, davanti al suo, perché le motivazioni dei protagonisti mi sono parse più solide.
A rileggerci! Buona edition!

Ciao Gabriele, grazie mille per il commento! La gestione delle informazioni è sempre un punto critico quando si crea un worldbuilding complesso da descrivere in così pochi caratteri, hai ben donde di chiamarlo dedalo. Porrò senz'altro maggiore attenzione a questo aspetto nelle prossime edizioni, spesso mi lascio ingannare dalla falsa convinzione di aver reso chiaro quello che ho in testa.
Grazie ancora per il commento!

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jimjams
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Re: L'hangar dei mostri

Messaggio#17 » giovedì 29 aprile 2021, 17:36

Ciao, Stefano. Prima di tutto le impressioni a caldo. Il racconto mi è piaciuto, l'idea è affascinante, la scrittura piacevole e coinvolgente. La storia mi pare funzionare. Posso immaginare facilmente avvenimenti prima e dopo, lui che ordina una chimera, perché gli pare un giocattolo divertente, ma poi se ne innamora etc etc. Insomma si entra facilmente nella storia, nel mondo che hai creato. Un pochino rigida alla fine l'interazione tra il protagonista e la sua innamorata, ma niente di grave. Giudizio complessivo sicuramente positivo.

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Stefano.Moretto
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Re: L'hangar dei mostri

Messaggio#18 » giovedì 29 aprile 2021, 19:37

jimjams ha scritto:Ciao, Stefano. Prima di tutto le impressioni a caldo. Il racconto mi è piaciuto, l'idea è affascinante, la scrittura piacevole e coinvolgente. La storia mi pare funzionare. Posso immaginare facilmente avvenimenti prima e dopo, lui che ordina una chimera, perché gli pare un giocattolo divertente, ma poi se ne innamora etc etc. Insomma si entra facilmente nella storia, nel mondo che hai creato. Un pochino rigida alla fine l'interazione tra il protagonista e la sua innamorata, ma niente di grave. Giudizio complessivo sicuramente positivo.

Ciao, grazie per aver commentato! Sì forse avrei potuto rendere più espliciti i sentimenti del protagonista nell'ultimo pezzo, se ci dovessi rimettere mano sarebbe sicuramente uno dei punti su cui porrei più attenzione.
Grazie per il giudizio positivo, sono contento che ti sia piaciuto.

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Re: L'hangar dei mostri

Messaggio#19 » sabato 1 maggio 2021, 16:06

Riprendi le chimere e la cosa mi fa piacere perché vuol dire che stai delineando un mondo da utilizzare in qualcosa di più lungo, ottimo. Mi pare, però, che ci sia meno attenzione del solito, soprattutto nella prima parte con alcune ripetizioni (hangar/hangar, blocca/blocca) che non mi sembrano appartenere al tuo standard pulito e attento. Mi sembra mancare un lavoro sul protagonista: le sue motivazioni alla fine si rendono ben chiare, ma avresti potuto fare di più con il senso di colpa (la chimera che lo attende a casa potrebbe essere un "prodotto" da lui stesso acquistato e chissà che non lo stia manipolando, del resto lui era "dall'altra parte del muro"). Insomma, presti molta attenzione nel worldbuiding lasciando un po' in secondo piano il tuo protagonista e questa è una caratteristica che si percepisce per tutta la durata del racconto. Per me la valutazione è un pollice su piuttosto solido, ma non brillante e ti piazzo dietro al parivalutato racconto di Fagiolo perché nel suo lavoro c'è un'attenzione maggiore sul contrasto e sul mostrare azioni (del resto lui partiva con il vantaggio di un worldbuilding già ben settato nelle teste dei lettori).

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