Zwitter

71ª Edizione, Minuti Contati accoglie una guest star d'eccezione: Silvio Sosio. QUI potete visionare il trailer, potete trovarci anche degli indizi per il tema che vi aspetta. Ricordiamo: l'appuntamento è per lunedì 21 settembre dalle ore 21.00 all'una.
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chiara.rufino
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Zwitter

Messaggio#1 » lunedì 21 settembre 2015, 23:12


Freiburg, 1928

"Senta! Lei sì, dico a lei! Le è caduto questo!"
Dieter si voltò verso la voce che lo aveva chiamato e vide un ragazzino sui dodici anni, coi capelli biondo sporco, che aveva in mano una borsetta di piume di struzzo.
Dieter sgranò gli occhi e nascose agli altri passeggeri del tram quel vedere; strappandogli di mano l'accessorio.
"Grazie, solo non urlarlo troppo".
Sfilò dalla tasca della tuta da lavoro, con estremo dolore, una banconota da cinque marchi e sospirò tristemente.
Non era la prima volta che perdeva un oggetto di scena e sua moglie non aveva più i contatti con i teatri, da quando c'era la crisi nella Repubblica.
Il moccioso sgranò gli occhi e lo ringraziò baciandogli una mano, facendo sentire Dieter ancora più in imbarazzo.
Scese alla prima fermata che trovò e decise di farsi il pezzo di strada che gli mancava per arrivare a lavoro a piedi, quella sera di Gennaio non era fredda come le altre.
La giacca dell'officina la infilò nella sacca che portava sulla spalla destra e si decise ad aprire la borsetta salvata; gli oggetti di scena c'erano tutti e Dieter tirò su un sospiro di sollievo.
Arrivato ad AlbertStrasse, Dieter s'infilò nello scantinato che dava sul retro del teatro principale, bussando tre volte come di consuetudine.
"Chi è?"
"Lola".
Dieter si dondolò sulle gambe mentre l'altro faceva sferragliare i chiavistelli della porta e lo accoglieva.
"Lola! Vuoi sbrigarti? Manchi solo tu stasera. Dai, levati questi vestiti luridi e vai in camerino".
Lo stanzone adibito a camerino era pieno di uomini più anziani di lui, già avanti con la preparazione.
"Lola, mia cara! Vieni qua dai!".
Il suo mentore, Irina, lo accolse dandogli due baci come consuetudine e Dieter si lasciò coccolare dal vecchio che l'aveva iniziato al lavoro.
"Oggi cambiamo il numero, c'è Marlene in sala, pensa! E' ritornata dall'America solo per vedere te! Dai, io parto da destra e tu da sinistra!".
Il fondontinta, la parrucca e le ciglia finte; stasera doveva essere perfetta sotto ogni punto di vista, non capita tutti i giorni che Marlene Dietrich torni in patria per vedere te, la nuova attrazione dell'undergound tedesco, la drag Queen Lola Leibermann.


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valter_carignano
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Messaggio#2 » mercoledì 23 settembre 2015, 19:58

Ciao
ho apprezzato molto l'ambientazione storica: sia perché originale, sia per una mia personale predilezione per quel periodo e per Marlene. Qua e là c'è qualche ripetizione - per esempio 'consuetudine' - che avendo il tempo di rileggere a mente fredda sicuramente avresti notato e corretto. Ma, si sa, i minuti sono davvero sempre contati!
Io credo che in fondo l'accenno alla moglie, al fatto che la borsa è sua e soprattutto il fatto che gli cada così distrattamente sono elementi che potrebbero essere tolti o cambiati. Cioè, capisco lo scopo di creare attesa (la borsetta) e ambiente, ma forse potresti pensare a un altro modo di inserirli.
Naturalmente sono scelte, non dico che quello che hai scritto sono errori. Valutazione per me positiva, comunque.

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Flavia Imperi
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Messaggio#3 » giovedì 24 settembre 2015, 11:13

Un buon racconto, dove l'altro universo è quello misterioso e socialmente invisibile delle Drag Queen. Ho apprezzato l'ambientazione, ben definita con poche, semplici scelte. Anche l'espediente del bambino con la borsa ai fini della narrazione. In un certo senso, però, l'ho trovato poco emozionante, non so se per la scelta di frasi poco a effetto. Giochi tutto sulla faccenda del travestitismo, senza però dargli quel tocco di profondità e patos, alcune frasi potevano essere più "incisive" forse. Non che un racconto lo debba per forza avere eh, forse sono gusti, il risultato è comunque un racconto delicato, dove la quotidianità è un po' ai limiti dell'assurdo. Nel complesso mi è piaciuto!
Siamo storie di storie

Simone Cassia
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Messaggio#4 » giovedì 24 settembre 2015, 18:54

Ciao Chiara,
è stato difficile commentare il tuo racconto. Tralasciando il dover andare a cercare cosa significhi il titolo, ci mostri una vicenda che non ci si aspetta, in qualche modo a “ruoli invertiti” rispetto alle coordinate storiche e geografiche che ci dai. Forse avrei maggiormente solcato il tema dell’uomo diviso tra il lavoro “ufficiale” da operaio con famiglia a carico e quello di drag queen, concentrandomi di più su come doveva sentirsi un uomo in quel determinato contesto sociale. Lo stile è sicuramente buono e il racconto si legge con piacere. Sarà dura metterlo in classifica.

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chiara.rufino
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Messaggio#5 » giovedì 24 settembre 2015, 21:53

Ciao a tutti!

Intanto mi scuso per il titolo, per me che studio e sento il tedesco, l'ho trovato solo appropriato al tema. Per quanto riguarda gli approcci; volevo mettere in risalto il suo disagio in poche righe, quando perde la borsa in tram ma, evidentemente, ciò non è passato. Anche che la moglie ha perso il lavoro e le campi da solo doveva trasparire ma non è stato colto e mi dispiace, mi date ottime direttive per il prossimo "minuti contati".

Per quanto riguarda la scelta del tema; in Germania in quell'epoca c'era già lo scambismo e le donne si travestivano, tipo Greta Garbo. Volevo riflettere un po' il periodo tedesco degli anni '20-'30, dandogli un tocco amaro. Lui forse ama farlo, in fondo, però principalmente è un arrotondare uno stipendio misero da nazione post guerra e che sta pagando i debiti. Comunque grazie ancora per i commenti!
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Zebratigrata
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Messaggio#6 » venerdì 25 settembre 2015, 12:41

Ciao Chiara,

la prima parte del tuo racconto mi è piaciuta, c'è qualche refuso da sistemare, virgole e punti e virgola, ma mi ha trasmesso il disagio di cui parli.  Io stranamente avrei, a differenza di chi ha già commentato, alleggerito la cosa, che mi sembra molto sottolineata nella scena in cui dà la banconota, ci torni sopra col 'dolorosamente' e col 'sospiro'.

Il finale invece penso sia migliorabile. Non puoi contare troppo su un finale a sorpresa, perché fin dall'inizio del racconto dai elementi più che sufficienti a capire la doppia identità del protagonista. Potresti invece farci sapere come va lo spettacolo, o far sccedere qualcosa in scena, insomma puntare su un finale più narrativo.

Ho apprezzato molto l'ambientazione 'rétro' del racconto, affatto scontata: dato il tema, mi aspettavo quasi esclusivamente racconti ad ambientazione contemporanea o futuristica.

E un ultimo dettaglio: spero di non essere io che mi faccio troppi trip mentali, ma credo che tu abbia avuto un vero colpo di genio. Alla prima lettura ho pensato che la tua interpretazione del tema fosse, appunto, 'l'universo delle drag queen'. Molti hanno interpretato il tema raccontando il punto di vista di una particolare categoria di persone, e in generale non mi entusiasma questa scelta. Però, riflettendo sulla banconota da cinque marchi, ho pensato dapprima che sei stata brava a tener conto degli effetti dell'iperinflazione tedesca, poi ho riflettuto sul fatto che in quel periodo era stato introdotto il reichsmark per rimediare alla crisi del '23... sono andata a controllare, e come mi aspettavo le monete arrivavano ai 3 marchi e le banconote partivano dai 10 marchi, quindi la banconota da 5 marchi non esisteva, se non ho preso una cantonata io. Quindi questa repubblica di Weimar di cui ci parli è per forza in un'altro universo!! Praticamente la tua banconota è La Moneta di Ubik! (chi ha letto Ubik saprà di cosa parlo... :-)). Insomma, se è così, sei fantastica. Ho un debole per i riferimenti sottili, anche se va detto che limitano di molto le potenialità del racconto, che finisce per parlare a un pubblico molto ristretto. Se invece nulla di tutto ciò era previsto, miscuso per i miei sproloqui.

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Linda De Santi
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Messaggio#7 » venerdì 25 settembre 2015, 19:19

Ciao Chiara! Il tuo racconto introduce una bella variazione sul tema "altri universi", e questa cosa mi è piaciuta molto. Il tema poteva incoraggiare una narrazione fantascientifica, ma tu hai trovato una buona alternativa e l'hai saputa sviluppare bene.
Mi è piaciuta soprattutto la prima parte, l'imbarazzo di Dieter nel vedere la borsetta di piume di struzzo nelle mani del bambino, il momento in cui mette via la giacca dell'officina e prende in mano gli oggetti di scena.
Lo stile è pulito e scorrevole, e anche se già dalle prime righe s'intuisce qual è "l'altro universo" di Dieter, la suspense dura fino alla fine.
C'è solo il titolo che rimane criptico a chi non ha conoscenze di tedesco, ma ho risolto aprendo Google e cercando la traduzione. Così ho imparato anche una cosa nuova! :)
Per me è un'ottima prova, complimenti!

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eleonora.rossetti
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Messaggio#8 » venerdì 25 settembre 2015, 22:29

Ciao Chiara, ben trovata!

Ho capito il senso del titolo solo googlando e a fine lettura ho capito perché ;)

Mi è piaciuta la collocazione storica in pieno tempo di crisi e il concetto di "altro universo" come il silenzioso e controverso mondo delle drag queen. Lo stile è buono e scorrevole (forse in alcuni punti non avrei usato le virgole per separare le frasi ma son dettagli).

Ciò di cui ho avvertito la mancanza, in questo racconto, è un quid che elevi maggiormente il tono sul finale. Non dico un colpo di scena, ma già il dettaglio della borsetta di piume di struzzo e il fatto che lui risponda "Lola" quando bussa alla porta ci confermano già ciò che alla fine viene - tra l'altro -  detto e poco mostrato (ovvero che lui è una drag queen). Forse, come altri ti hanno già suggerito, era meglio veder Dieter in scena anziché fermare la narrazione sul più bello, per così dire: visto che è "l'altro universo" il tema, quell'universo forse avrebbe dovuto avere più spazio.

Non so se mi sono spiegata XD in ogni caso, il giudizio è comunque positivo ;)
Uccidi scrivendo.

Sybilla Levanti
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Messaggio#9 » venerdì 25 settembre 2015, 23:54

Ah Marlene. Ah gli anni venti e trenta. Ah, un mondo magico di locali fumosi e liquori forti. Il tuo racconto nell'ultima parte mi ha evocato questo. Un universo diverso nel quotidiano grigio mondo, dalla crisi, dal problema del lavoro (roba che sembra adatta anche per questo presente). A contrapporsi quello delle drag queen, così lontani dalla realtà da attrarre l'interesse della Marlene (la più grande secondo me).
Non prendertela male ma la parte iniziale mi ha lasciata non troppo convinta: il protagonista sembra immerso nei suoi pensieri, come se già fosse nell'altro universo ma si coglie poco. Forse potevi "scorciare" un pochino l'inizio e passare subito alla parte del mondo magico.
Mi sono anche chiesta cosa avrà detto Marlene alla fine dello spettacolo.

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maria rosaria
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Messaggio#10 » domenica 27 settembre 2015, 22:37

Ciao Chiara.
Racconto che parla di un universo parallelo, quello delle Drag Queen. Siamo nel 1928 e c’è addirittura Marlene Dietrich ad assistere allo spettacolo di Dieter, in arte Lola.
Scrittura scorrevole, immagini che si fanno vedere anche se forse si vede poco del personaggio, della sua interiorità, insomma la sua storia.
Il titolo, ammetto l’ignoranza, l’ho dovuto cercare su Google e ho imparato una parola nuova. Però, secondo me, il titolo dovrebbe riassumere l’essenza della storia e qui, anche se è molto azzeccato, per chi non conosce il tedesco, lascia invece un po’ spaesati. Ma è una piccolezza, veramente trascurabile, perché questo racconto è, secondo me, molto buono.
:-)
Maria Rosaria

aleliu
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Messaggio#11 » lunedì 28 settembre 2015, 22:09

Ciao Chiara,

ho trovato il tuo racconto molto affascinante! Sono una grande fan di quel periodo e dei temi che hai trattato. E poi Marlene...! Hai rapito il cuore di molti, credo, leggendo i commenti :D

Di ottimo c'è il contesto, che è molto ben descritto nonostante il poco spazio che avevi a disposizione.

Una cosa che non mi ha convinto, però, è stata l'assenza di un crescendo nel racconto. Rimane tutto sullo stesso ritmo un po' piatto, e mi aggrego a chi ha commentato dicendo che sarebbe stato davvero interessante chiudere il racconto con il "dopo" :) Chissà cos'è successo, poi! Sembra quasi che le cose importanti si sono svolte tutte "fuori" dal racconto.

Alla fine ho anche imparato il significato di una nuova parola in tedesco! :D

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beppe.roncari
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Messaggio#12 » giovedì 1 ottobre 2015, 18:00

Ciao Chiara, ben trovata.

Come altri trovo che sia centrato il tema e bella in generale l'ambientazione del racconto, ma mi pare che manchi di trama, di accadimenti, di sostanza, delle tre componenti essenziali di una storia, insomma, premesse, svolgimento, finale. Cioè, c'è un inizio, c'è una parte centrale, c'è una fine, ma non sono un meccanismo narrativo che porti da qualche parte, non c'è: "è successo questo, allora c'è quella conseguenza..."

Questo, purtroppo, almeno per me, vuol dire che c'è il setup ma non il racconto. Alla prossima!

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