Viaggio al Termine del Tempo - di Adriano Muzzi
Inviato: lunedì 21 settembre 2015, 23:53
VIAGGIO AL TERMINE DEL TEMPO
“Ogni tecnologia sufficientemente
avanzata è indistinguibile dalla magia”
A.C. Clarke
“Anche questo sole sta morendo,” disse l’entità costituita da pura energia chiamata Yor, “dobbiamo partire. L’unica alternativa è il buco nero nel sistema XC27.”
“O meglio il suo worm-hole,” precisò l’astrofisico del consiglio, l’entità chiamata Tut.
Le astronavi ‘ampolla’ bucavano silenziosamente il cosmo nero. A un osservatore lontano sarebbero parse simili a una lunga collana di perle trasparenti in movimento. Il viaggio durò millenni, ma per loro il tempo aveva un significato relativo.
Arrivate al cospetto del gigante nero, le navi si tuffarono nell’apertura priva di stelle. Tutto si deformò: lo spazio e il tempo. Le quattro dimensioni canoniche si curvarono come un cammello sotto un peso sproporzionato…
… “Siamo fuori! Siamo fuori!” gridò Tut come un indemoniato. “Ce l’abbiamo fatta!”
“Signori, il computer di bordo ci informa che ci troviamo in un universo diverso dal nostro, un universo parallelo, molto più giovane, come potete vedere. Siamo sbucati nei pressi di un sistema solare al confine di una galassia spirale di circa 100.000 anni luce di diametro. Ci sono otto pianeti orbitanti attorno a un sole di classe G. Un pianeta ha anche un inizio di vita intelligente ai primi stadi evolutivi.”
“Incredibile!” Si lasciò scappare Yor. “Siamo passati da un universo morente a uno in piena evoluzione, una fucina di nuove forme di vita!”
“Già,” rispose Tut, “la vita è una cosa normale, però per le nostre radicate abitudini è diventata un episodio anomalo.”
“Molto bene! Questa sarà la nostra nuova casa!” esclamò Yor.
Dopo i necessari secoli di “ricarica” di energia, grazie al nuove sole, Yor iniziò lo studio di quei bizzarri esseri viventi.
Una volta capito di cosa avevano bisogno, si presentò a loro nella sua forma incorporea. Il primo organismo senziente che incontrò sembrava una persona molto saggia, anche se provata da anni di privazioni e schiavitù.
Il vecchio sentì solo la voce di Yor che, sforzandosi di parlare al meglio quella lingua primitiva, gli disse:
“Io sono Colui-che-è.”
“Mi dispiace Yor, ma questa volta hai agito con imprudenza, non è da te.” disse con aria imbronciata Tut.
“Amico mio, ho fatto quello che ritenevo giusto in quel momento. Ho cercato di insegnare loro le cose che abbiamo imparato in milioni d’anni di vita, anzi la ‘cosa’: l’amore è la chiave del cosmo. Cosa ci sarebbe di sbagliato? E’ vero mi sono presentato loro come un Dio, ma pensi che altrimenti mi avrebbero dato retta? Sai meglio di me che al quel grado d’evoluzione la suggestione è necessaria per l’insegnamento.”
Il consiglio approvò, anche se non in maniera unanime, l’operato di Yor e lo spinse a continuare la sua missione d’educatore.
Successivamente, vista la ricettività di quel popolo, Yor dettò alcune basilari regole di comportamento, che avevano come unico ed ultimo scopo l’amore reciproco. Le chiamò ‘i dieci comandamenti’. E al vecchio saggio, chiamato Mosè, piacquero molto…
“Ogni tecnologia sufficientemente
avanzata è indistinguibile dalla magia”
A.C. Clarke
“Anche questo sole sta morendo,” disse l’entità costituita da pura energia chiamata Yor, “dobbiamo partire. L’unica alternativa è il buco nero nel sistema XC27.”
“O meglio il suo worm-hole,” precisò l’astrofisico del consiglio, l’entità chiamata Tut.
Le astronavi ‘ampolla’ bucavano silenziosamente il cosmo nero. A un osservatore lontano sarebbero parse simili a una lunga collana di perle trasparenti in movimento. Il viaggio durò millenni, ma per loro il tempo aveva un significato relativo.
Arrivate al cospetto del gigante nero, le navi si tuffarono nell’apertura priva di stelle. Tutto si deformò: lo spazio e il tempo. Le quattro dimensioni canoniche si curvarono come un cammello sotto un peso sproporzionato…
… “Siamo fuori! Siamo fuori!” gridò Tut come un indemoniato. “Ce l’abbiamo fatta!”
“Signori, il computer di bordo ci informa che ci troviamo in un universo diverso dal nostro, un universo parallelo, molto più giovane, come potete vedere. Siamo sbucati nei pressi di un sistema solare al confine di una galassia spirale di circa 100.000 anni luce di diametro. Ci sono otto pianeti orbitanti attorno a un sole di classe G. Un pianeta ha anche un inizio di vita intelligente ai primi stadi evolutivi.”
“Incredibile!” Si lasciò scappare Yor. “Siamo passati da un universo morente a uno in piena evoluzione, una fucina di nuove forme di vita!”
“Già,” rispose Tut, “la vita è una cosa normale, però per le nostre radicate abitudini è diventata un episodio anomalo.”
“Molto bene! Questa sarà la nostra nuova casa!” esclamò Yor.
Dopo i necessari secoli di “ricarica” di energia, grazie al nuove sole, Yor iniziò lo studio di quei bizzarri esseri viventi.
Una volta capito di cosa avevano bisogno, si presentò a loro nella sua forma incorporea. Il primo organismo senziente che incontrò sembrava una persona molto saggia, anche se provata da anni di privazioni e schiavitù.
Il vecchio sentì solo la voce di Yor che, sforzandosi di parlare al meglio quella lingua primitiva, gli disse:
“Io sono Colui-che-è.”
“Mi dispiace Yor, ma questa volta hai agito con imprudenza, non è da te.” disse con aria imbronciata Tut.
“Amico mio, ho fatto quello che ritenevo giusto in quel momento. Ho cercato di insegnare loro le cose che abbiamo imparato in milioni d’anni di vita, anzi la ‘cosa’: l’amore è la chiave del cosmo. Cosa ci sarebbe di sbagliato? E’ vero mi sono presentato loro come un Dio, ma pensi che altrimenti mi avrebbero dato retta? Sai meglio di me che al quel grado d’evoluzione la suggestione è necessaria per l’insegnamento.”
Il consiglio approvò, anche se non in maniera unanime, l’operato di Yor e lo spinse a continuare la sua missione d’educatore.
Successivamente, vista la ricettività di quel popolo, Yor dettò alcune basilari regole di comportamento, che avevano come unico ed ultimo scopo l’amore reciproco. Le chiamò ‘i dieci comandamenti’. E al vecchio saggio, chiamato Mosè, piacquero molto…