Sarà un ragazzo bellissimo, di Stefano Pastor

71ª Edizione, Minuti Contati accoglie una guest star d'eccezione: Silvio Sosio. QUI potete visionare il trailer, potete trovarci anche degli indizi per il tema che vi aspetta. Ricordiamo: l'appuntamento è per lunedì 21 settembre dalle ore 21.00 all'una.
Stefano Pastor
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Sarà un ragazzo bellissimo, di Stefano Pastor

Messaggio#1 » martedì 22 settembre 2015, 0:11

“Sarà un ragazzo bellissimo.”
Lara si scostò dal vetro ed emise un singhiozzo. Aldo s’irrigidì. “Ti prego, non ricominciare!”
Non erano più soli, era entrato qualcuno. Oltre il vetro un bambino stava piangendo.
Lara lo disse. “Era meglio prima.”
Aldo balbettò. “Non si rende conto di quello che dice, il parto l’ha sconvolta.”
L’infermiera era una donna bellissima. Doveva essere vicina alla pensione, ormai. Una pelle candida e liscia, come porcellana. Anche il sorriso era stupendo.
“Non si preoccupi, accade spesso.”
Si rivolse a Lara con dolcezza. “Pensa davvero che prima fosse meglio?”
Lara guardò oltre il vetro. Quel fagotto nella culla. La pelle grigia, grinzosa, simile a corteccia. Lo sguardo cieco. Ci sarebbero voluti mesi prima che potesse vederla. E vedere cosa? Un altro essere rugoso, proprio come lui.
Sì, sarebbe stato un ragazzo bellissimo, di questo era certa, ma quanto avrebbe dovuto aspettare?
Si ribellò. “Non lo era?”
L’infermiera sorrise. “Cosa? Invecchiare e morire? Disfarsi lentamente?”
“Essere giovani.”
“Ma lei sarà giovane! Lo sarà suo figlio. Lo sarete quando lo potrete apprezzare veramente. Adesso sarebbe inutile, non capisce?”
Sì, Lara capiva. Era logico, aveva senso. Nel vecchio mondo la gioventù era sempre sprecata. Gli uomini la bruciavano, non l’assaporavano.
Era stato così facile invertire una sequenza del dna, e con essa invertire il processo. Nascere vecchi per ringiovanire col tempo. Essere uomini, e poi ragazzi. Infine bambini, in grado di apprezzarlo.
“Aldo! Lara! Un maschio, vero? Come sono felice!”
Aldo tirò un sospiro di sollievo. Subentrò la pace, come ogni volta che vedeva il nonno. Ormai era un ragazzo, aveva superato i settant’anni. Il ragazzo più bello che avesse mai visto. Nel suo sorriso c’era qualcosa di magico.
“Fatemi vedere mio nipote.”
Sarà come lui, lo pensarono entrambi. Lo sapevano. Un giorno il loro bambino sarebbe stato come il nonno. E non aveva importanza quanto tempo ci sarebbe voluto.
“Lara non sta bene”, si scusò Aldo. “Il parto…”
Non ne fu sorpreso. “Temevo che potesse accadere. Ho notato che era sotto stress. Per questo ho portato papà.”
Persino Lara sobbalzò, mentre la nonna entrava spingendo la carrozzina.
Aldo era incredulo. “Il bisnonno? Ma…”
Temeva che per la moglie potesse essere uno shock, ma non fu così. Lara non riusciva a staccare gli occhi dal bambino. Ormai non camminava più. Era tornato piccolo, proprio come suo figlio. Solo che era bellissimo.
“Non gli resta più molto”, continuò il nonno. “Ma è felice. Vedete come ride? È sempre allegro.”
Quello era il bambino che Lara aveva sempre sognato. Non riuscì a trattenersi e lo prese tra le braccia. Cullarlo la riconciliò col mondo intero. Guardò persino suo figlio con altri occhi.
“Puoi tenerlo per un po’, se desideri”, azzardò il nonno.
Lara scosse il capo, aveva imparato la lezione. Lo restituì alla nonna con un pizzico di rimpianto. “Ho già mio figlio di cui occuparmi.”
L’infermiera ridacchiò. “Meglio prima… che assurdità!”



valter_carignano
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Messaggio#2 » mercoledì 23 settembre 2015, 22:48

Racconto interessante e surreale, un'idea che viene portata alle sue estreme conseguenze, limitatamente alla tirannia del tempo e dei caratteri. Una società 'rovesciata' in questo modo certo si trova di fronte a problemi e situazioni inedite di vario tipo, peccato non averli potuti sfiorare.
Lettura piacevole e buon ritmo. Complimenti.

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Flavia Imperi
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Messaggio#3 » giovedì 24 settembre 2015, 0:58

Un racconto piacevole, anche se in alcuni passaggi ho faticato un po' a seguire la storia. E' sempre difficile giocare con il tempo, nei racconti! Mi ricorda una frase di Woody Allen, non so se ti ci sei ispirato! Ho apprezzato la dicotomia fra la leggerezza stilistica del racconto e il personaggio infelice della neo mamma, che trasmette emozioni più profonde e pesanti. Fa riflettere. Una cosa invece che non mi è chiara è la gestione del punto di vista. Inizialmente mi sembrava narrato dal punto di vista del papà, ma verso la fine è della madre. Forse l'avrei narrato tutto da un unico punto di vista, magari dalla madre, che è quello più interessante e combattuto.
Carina la frase finale dell'infermiera, dona a tutta la situazione assurda un accento di "normalità" piacevole.
Siamo storie di storie

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Daniele_picciuti
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Messaggio#4 » giovedì 24 settembre 2015, 13:58

Ciao Stefano, quanto tempo! Ma i tuoi lavori sono sempre molto originali, non hai perso la mano :)

Una buona storia, anche se fatico a immaginare un neonato che nasca vecchio e che sviluppandosi ringiovanisca... MC non permette molto spazio, ma qualche informazione in più avrebbe giovato. Bentornato comunque! :)
Il mondo che ho creato non è solo parte di me, ma esiste, come esiste la fede.

Simone Cassia
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Messaggio#5 » giovedì 24 settembre 2015, 15:47

Ciao Stefano,
devo dire che quando ho finito di leggere la storia mi son detto “Sarà un ragazzo bellissimo, si, come Brad Pitt”; so che sembra una considerazione acida, ma ti prego di non prenderla a male. :P A parte questo il racconto si legge con piacere e i dialoghi sono ben fatti. Il tema è rispettato nel confronto del modo di vivere descritto con quello precedente e trovo bellissima la scena in cui la povera Lara prende in braccio il bisnonno. Un altro personaggio che ho molto apprezzato è quello dell’infermiera e il commentino a bassa voce in conclusione del racconto è un vero tocco di classe. Bravo.

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eleonora.rossetti
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Messaggio#6 » giovedì 24 settembre 2015, 16:42

Ciao Stefano, ben trovato,

Il racconto mi ha ricordato molto Lo strano caso di Benjamin Button, non so se ti sei ispirato a quello in maniera più o meno consapevole.
La storia fila come trama, un poco meno sulla resa, visto che ho avuto un po' di difficoltà coi punti di vista un po' saltellanti su alcuni passaggi. Sarei stata curiosa di sapere qualcosa di più su come si possa ottenere questa inversione di crescita, mi avrebbe aiutato a inquadrare meglio questo "altro mondo".
La frase finale dell'infermiera è comunque una piccola perla che già mi fa capire quanto bizzarro sia questa realtà in cui ci hai calato ;)
Uccidi scrivendo.

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Linda De Santi
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Messaggio#7 » venerdì 25 settembre 2015, 18:33

Ciao Stefano! In questo tuo racconto  ho rivisto molto Lo strano caso di Benjamin Button e La neve se ne frega di Ligabue, basati sulla stessa idea (si nasce vecchi e si muore giovani). Variazione sul tema interessante, anche se tecnicamente non si tratta di un altro universo, ma del nostro che ha subìto un cambiamento strutturale non da poco e ora funziona a rovescio (niente di male, non ho intenzione di formalizzarmi sull'aderenza stretta al tema!).
Comunque il fatto che questo cambiamento strutturale sia avvenuto già da un po' (almeno tre generazioni prima di quella di Lara e Aldo) mi fa sembrare strano che Lara in un primo momento pensi che "era meglio prima". Essendo nata all'interno di questo sistema non dovrebbe avere una cognizione chiara di com'era prima.
Trovo comunque che il racconto sia ben strutturato e piacevole, con un bel ritmo e una buona gestione dei personaggi (non è facile farne stare così tanti in 3000 caratteri senza creare un effetto confusionario). Per me è una buona prova!

Zebratigrata
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Messaggio#8 » domenica 27 settembre 2015, 9:57

Ciao Stefano,

l'inizio mi è piaciuto molto, con il commento sull'infermiera 'vicina alla pensione' che ci fa capire che non abbiamo a che fare con una semplice depressione post-partum. Anche a me il resto del racconto ha ricordato B. Button, tutti ci siamo chiesti come sarebbe se fosse lo standard. Avrei preferito vedere qualcosa di più delle riflessioni e dei dubbi della madre, perché una volta capita la situazione la seconda metà del racconto non aggiunge molto. La vicenda funzionerebbe meglio se fosse chiaro da quanto tempo le cose sono cambiate per capire su cosa si basa il rimpianto della madre.

La lettura è scorrevole, e il tema c'è, anche se preferisco i racconti che parlano di almeno due universi distinti. In questo caso, è facile pensare sia un futuro possibile dato che parli di un avanzamento tecnologico.

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maria rosaria
Messaggi: 687

Messaggio#9 » domenica 27 settembre 2015, 22:50

Ciao Stefano.
Nascere vecchi e ringiovanire crescendo, fino all’estrema conseguenza: ritornare in fasce alla fine dei propri giorni. C’è, in questo racconto, un fondo di amara riflessione sulla condizione dell’uomo. Mi è capitato spesso di pensare che è un peccato essere, nell’età della vecchiaia ( quando si potrebbe avere più tempo per tutto e soprattutto per se stessi), più deboli fisicamente e spesso più esposti alle malattie.
Il contrario, quello che avviene in questo racconto: potrebbe essere una bella esperienza. Chissà.
Pur non riscontrando una piena aderenza al tema (qual è l’altro universo?) il racconto è ben scritto e l’idea ottima.
Complimenti.
:-)
Maria Rosaria

Sybilla Levanti
Messaggi: 142

Messaggio#10 » martedì 29 settembre 2015, 23:19

Come agli altri, anche a me hai fatto venire in mente lo strano caso di Benjamin Button e Woody Allen e anche una scena di La vita segreta di Walter Mitty, ma penso che sia qualcosa sedimentato dentro e che hai, a tuo modo, interiorizzato.
La fotografia che fai della situazione racconta una situazione piuttosto comune di fronte alle nursery degli ospedali ma senza veramente dare quel quid in più, come si è arrivati all'inversione del processo di invecchiamento, perché questa mamma rimpiange il prima e basta davvero un'occhiata al bisnonno per cambiare idea? Quesiti che restano sospesi e che aprono a miriadi di risposte...
Per il resto si legge in modo piacevole e la forma è corretta.

aleliu
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Messaggio#11 » mercoledì 30 settembre 2015, 9:03

Ciao Stefano!

Purtroppo devo accodarmi a tutti i commenti che hanno trovato nel tuo racconto una chiara strizzata d'occhio a "Il curioso caso di Benjamin Button", e come dice Linda, anche a "La Neve se ne frega" di Ligabue.

E' capace che comunque sia un tipo di storia che si è "assimilata" col tempo.

Per il resto il racconto scorre benissimo, e non ti nascondo che sulla fine mi sono anche quasi commossa! :)

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beppe.roncari
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Messaggio#12 » venerdì 2 ottobre 2015, 11:27

Ciao Stefano!
Ohi, sono stato l'unico a notare che quella che racconti è la stessa storia del pianeta Ork di "Mork & Mindy"? LA sit-com con Robin Williams, sul cui pianeta si nasceva vecchi e si ringiovaniva invecchiando. Che è poi anche la storia de "Il curioso caso di Jeremy Button" (ma lì era solo una persona, non tutte quante, a invecchiare al contrario).
Quindi forse non è l'idea più originale al mondo, ma senz'altro è carino il modo in cui tratti il tema e la battuta finale dell'infermiera.
Per la verità, "l'altro universo" c'è un po' poco, a meno che non sia inteso in senso "temporale", ma allora il tema avrebbe dovuto essere "l'altro tempo". O intendi fare un gioco sul fatto che uni-verso è riferito allo scorrimento del tempo? In "only one direction"? Cioè verso l'invecchiamento e non, viceversa, il ringiovanimento?
Sono curioso della tua risposta al riguardo, sii sincero, non cambierà la posizione in classifica, ciao!

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