Pagina 1 di 1
Gruppo BIANCO: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 22 giugno 2021, 1:12
da antico
BENVENUTI ALLA 1300 CARATTERI EDITION, LA PRIMA TAPPA DELLO SPECIALE MINI CIRCUITO DE LO SCRITTORE DELL'ESTATE 2021, LA 154° ALL TIME!Questo è il gruppo BIANCO della 1300 CARATTERI EDITION con MAURIZIO FERRERO e WLADIMIRO BORCHI nelle vesti dei SOMMI GIUDICI. Gli autori del gruppo BIANCO dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo BLU.
I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo ROSSO. Questo è un gruppo da OTTO racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati dai SOMMI GIUDICI. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo all'occorrenza per eccesso. Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti
RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti
RANK OTTAVA ERA, coloro che non hanno ottenuto punti nel corso dell'Era in corso e che non hanno acquisito punti nel RANK ALL TIME sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).
E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo BIANCO:Frastuono, di Emiliano Maramonte, ore 22.38, 1290 caratteri
Tramonto, di Giacomo Puca, ore 23.27, 1281 caratteri
Impressioni di un giorno non meglio precisato, di Stefano Floccari, ore 23.08, 1299 caratteri
Ricordi di famiglia, di Giorgia D’Aversa, ore 23.07, 1282 caratteri
Tra colori, di Giulio Palmieri, ore 22.45, 1192 caratteri
Colori Diversi, di David Galligani, ore 22.30, 1279 caratteri
Paradossi, di Antonio Pilato, ore 23.09, 972 caratteri
Visione ancestrale, di Alessandro Randone, ore 23.29, 1293 caratteri
Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 1 LUGLIO per commentare i racconti del gruppo BLU Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 2 LUGLIO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo BLU e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora:
date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro. Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo. Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la
classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo BLU.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non richiesta da me non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti. BUONA 1300 CARATTERI EDITION A TUTTI!
Re: Gruppo BIANCO: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 22 giugno 2021, 22:15
da Andrea Partiti
Frastuono, di Emiliano Maramonte
► Mostra testo
Ammetto che il racconto ha confuso anche me, ma per una ragione molto più ingenua, che mi ha costretto a tornarci su due volte per rimettere insieme i personaggi.
Il signor Verdi. Sua moglie Hakima (chiaramente giapponese dal nome, dalla mia lettura ingenua). Sbuca un bambino nero. Ora, finché non sono tornato a tracciare con attenzione tutti i vicini coinvolti, non ho messo insieme i pezzi per capire che forse Hakima non era un nome di origine nipponica.
I vicini Bianchi che sono la coppia bianca e quindi "per bene" nelle aspettative della moglie, è forse un tantino troppo parlante, anche se capisco che volendo restare sul tema colori, qualcuno dovesse esserlo.
Per semplificare la lettura, forse farei parlare sempre e solo il protagonista e sua moglie, rendendo gli altri personaggi muti che si muovono attorno a loro, penso sarebbe più d'impatto mostrarlo mentre si muove in un mondo che non comunica con lui. Un bambino che si affaccia lo osserva e sparisce in casa, la signora che fugge inseguita dal marito, il padre che esce a controllare chiamato dal figlio.
Avere solo due interlocutori permette di alleggerire molto il dialogo, una volta stabilita una buona alternanza tra dialoghi ed eventi, al costo di una sola irregolarità da rimuovere.
Tramonto, di Giacomo Puca
► Mostra testo
Il racconto è bello e funziona con questo tema, è una scena chiave di tradimento e le gemme ne sono al cuore.
Penso che andrebbe un po' riordinato però, per dare una scorrevolezza maggiore alle descrizioni, perché con tutte le immagini e figure retoriche che ci metti è molto molto carico al momento, ed è facile perdersi in queste immagini perdendo di vista la narrazione.
Da daltonico, e quindi passibile di errore, penso che i boa constrictor siano marroni e rossi (con un po' di variazioni) ma principalmente marroni e rossi. E' una scelta intenzionale, quel paragone sbagliato?
un’opale nero > un opale nero / un'opale nera
Addis
Impressioni di un giorno non meglio precisato, di Stefano Floccari
► Mostra testo
I racconti descrittivi sono complicati, perché si reggono tutti sull'atmosfera che riescono a creare.
Penso che tu faccia un buon lavoro in questo senso, c'è un crescendo di elementi tipici (ammetto di essermi andato a cercare il tivano) che ci inquadrano molto bene un panorama, dei luoghi specifici. L'ammiccamento al piccolo mondo antico è quasi ridondante a quel punto.
Purtroppo quando tutto il racconto descrittivo punta a creare un'atmosfera, smontarla con un cambio di tono così brusco nel finale, per me come lettore non funziona. Vorrei che continuasse a salire un altro po' per poi fermarsi, vorrei che ci fosse un minuscolo elemento incongruo su cui fissi la mia attenzione, ma non un crollo così netto.
Ricordi di famiglia, di Giorgia D’Aversa
► Mostra testo
Mi piace come hai declinato il tema, funziona molto bene ed è integrato perfettamente nella microstoria che ci racconti.
La scena che hai scelto di raccontare è perfetta e riesce ad aprirci tanti piani temporali tutti insieme, l'infanzia delle foto, il lutto recente, il dolore nel presente e la pianificazione del futuro (le foto usate per un qualche memoriale, per come l'ho interpretato)
Non ho davvero critiche, non avrei saputo fare di meglio.
Tra colori, di Giulio Palmieri
► Mostra testo
L'uso dei dialoghi su questo formato aiuta molto perché "crea tempo" nella storia che racconti.
Però il tuo dialogo è strano, perché lo piazzi in un mondo in cui non c'è un tempo che scorre, non realmente. Immagino i colori su una tela impegnati in questo scambio e l'idea mi piace. Il colore diverso del tema che nasce dal loro incontro.
Mi piace meno il senso di incompiutezza, il fatto che loro due colori arrivino a conclusioni sul mondo, rimandando a un giorno successivo (hanno i giorni? perché?) altre scoperte ed esperimenti.
A questo punto dammi un dialogo a tre coi colori primari, stroncami di complicazioni nel seguire il botta e risposta ma facci arrivare al nero per chiudere il cerchio narrativo che parte dal bianco-colore inesistente! (Sforando nel processo i caratteri.)
Colori Diversi, di David Galligani
► Mostra testo
Concordo col commento precedente, la prima cosa che ho pensato leggendo è che avrebbe dovuto essere al presente per farci vivere la scena in tempo reale, non sapere cosa succederà. Averla nel passato la rende molto meno viva e meno tesa. E' finita.
Da buon daltonico, anche io ho declinato il tema nello stesso modo. Forse avrei usato l'arancione e il verde per avere la massima confusione tra i cavi!
Apprezzo molto quel contare caotico che hai usato a inizio racconto, coi cambi di ritmo resi in maniera grafica che in una sola riga ci calano nella confusione e nel panico del protagonista senza bisogno di aggiungere nulla.
Paradossi, di Antonio Pilato
► Mostra testo
Concordo col commento precedente, la prima cosa che ho pensato leggendo è che avrebbe dovuto essere al presente per farci vivere la scena in tempo reale, non sapere cosa succederà. Averla nel passato la rende molto meno viva e meno tesa. E' finita.
Avrei anche spostato di più la narrazione su dialoghi e pensieri, alternandoli. Il fatto che per ragioni intrinseche di storia lui debba descrivere la bomba all'artificiere lo rende una combinazione perfetta per questo tipo di racconto e a quel punto sei davvero in tempo reale, se minimizzi la narrazione fuori dai dialoghi.
Da buon daltonico, anche io ho declinato il tema con un protagonista che ha dei problemi coi colori. Forse avrei usato l'arancione e il verde per avere la massima confusione tra i cavi!
Apprezzo molto quel contare caotico che hai usato a inizio racconto, coi cambi di ritmo resi in maniera grafica che in una sola riga ci calano nella confusione e nel panico del protagonista senza bisogno di aggiungere nulla.
Visione ancestrale, di Alessandro Randone
► Mostra testo
Come rovinare un racconto in quattro semplici parole: "era tutto un sogno".
Non mi importa quanto bizzarra, surreale o sbagliata sia la tua storia. Se me la racconti io ci credo o faccio di tutto per crederci. Usare il cliché di annullare tutto come sogno, qualcosa che stavi leggendo, una fantasia a occhi aperti, un'allucinazione, un gioco di ruolo, una realtà virtuale, è un tradimento.
Penso che potessi trovare un modo per chiudere il racconto in maniera dignitosa. I caratteri erano pochi, quindi inevitabilmente racconti solo una scena. Se costruisci tutto attorno a un inseguimento tra questo tuo protagonista stanco e affannato e la donna che sfugge nel bosco, puoi arrivare solo a due conclusioni. La ritrova o non la ritrova. Non c'è alternativa a cui arrivare (o meglio, c'è, ma sempre giocando sulle due opzioni di base).
La perde, è notte, il mondo diventa spaventoso perché è buio.
La ritrova, è notte, il mondo diventa meno spaventoso perché è con lei.
E' troppo semplice? Non mi importa, è onesto e mi lascia un senso di chiusura verso il poco che ho visto del protagonista.
1. Ricordi di famiglia, di Giorgia D’Aversa
2. Tramonto, di Giacomo Puca
3. Frastuono, di Emiliano Maramonte
4. Colori Diversi, di David Galligani
5. Impressioni di un giorno non meglio precisato, di Stefano Floccari
6. Tra colori, di Giulio Palmieri
7. Paradossi, di Antonio Pilato
8. Visione ancestrale, di Alessandro Randone
Re: Gruppo BIANCO: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 24 giugno 2021, 10:55
da GiulianoCannoletta
Ciao, ecco la mia classifica e rispettivi commenti, stavolta più che mai è necessario fare i complimenti a tutti per esser riusciti a scrivere dei bei racconti con pochissimi caratteri a disposizione. E chissà che salterà fuori alla 800 caratteri edition!
1. Ricordi di famiglia, di Giorgia D'Aversa
2. Colori diversi, di David Galligani
3. Impressioni di un giorno non meglio precisato, di Stefano Floccari
4. Tramonto, di Giacomo Puca
5. Frastuono, di Emiliano Maramonte
6. Paradossi, di Antonio Pilato
7. Tra colori, di Giulio Palmieri
8. Visione ancestrale, di Alessandro Randone
Frastuono, di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano, piacere di averti letto.
Parto da quello che secondo me è il punto più critico del racconto: veramente troppi personaggi per un pugno di caratteri. L'effetto è un po' caotico, anche se, da un certo punto di vista, si potrebbe dire che rispecchia la situazione caotica che metti in scena.
Direi che il tema è rispettato, sia per i cognomi delle tre famiglie (i Bianchi, i Verdi e i Rossi, un grande classico delle barzellette della mia gioventù :) ), sia per l'inserimento della famiglia mista, a cui viene data la colpa per la confusione, salvo poi scoprire che il vero problema sono i loro dirimpettai.
In generale un racconto che mi è piaciuto.
Bravo, a rileggerci presto!
Giuliano
Tramonto, di Giacomo Puca
Ciao Giacomo, piacere di averti letto.
Un bel racconto, scritta in maniera evocativa e coinvolgente. L'ambientazione che sei riuscito a costruire con una manciata di caratteri è sicuramente uno dei punti di forza. Il finale arriva forse in maniera troppo lineare, ma comunque coerente rispetto alla scena costruita. Forse il tema non è centralissimo nel racconto, ma non influirà particolarmente nel mio giudizio.
Nel complesso un gran bel lavoro.
A rileggerci presto.
Giuliano
Impressioni di un giorno non meglio precisato, di Stefano Floccari
Ciao Stefano, piacere di averti letto.
Un racconto interessante il tuo. Trova senso proprio nell'ironia del brusco cambio di stile finale, fino a quel momento era una sequela di suggestive ma ridondanti descrizioni.
Ed eccoci catapultati di colpo nel nostro pescatore. Bella la natura, belli i panorami, ma a lui a fine giornata vuole tornare a casa pieno di pesci.
Un racconto a suo modo coraggioso, la lunga parte descrittiva può trarre in inganno e il ribaltamento finale può non essere apprezzato da tutti, ma che a mio avviso ha saputo giocare bene con il limite di caratteri a nostra disposizione.
Bravo, a rileggerci presto.
Giuliano
Ricordi di famiglia, di Giorgia D'Aversa
Ciao Giorgia, piacere di averti letto.
Un racconto assolutamente centrato rispetto allo spazio a tua disposizione. Lo stile è pulito, i dialoghi dei personaggi sono molto naturali, il tema direi che è centrato, e anche in maniera originale, il finale è ben seminato e lascia l'amaro in bocca. Davvero, non vedo cosa si possa chiedere di più a un racconto di questa lunghezza.
Complimenti, a rileggerci presto.
Giuliano
Tra colori, di Giulio Palmieri
Ciao Giulio, piacere di averti letto.
Un racconto particolare, ma che non mi ha convinto fino in fondo.
Tutto incentrato sui dialoghi con i rischi del caso. Ad esempio uno scambio di battute che fa molto “as you know, bob” quando un colore dice all'altro: “tu sei blu, giusto?”
Ancora, quando scelgono il nome del nuovo colore, il fraseggio mi sembra artificioso.
Sono tutte cose su cui si può sorvolare, visto il taglio leggero e divertente che hai dato al racconto, ma arrivato in fondo ho avuto un po' un senso di incompletezza. Una semina di elementi che si conclude con un “basta, continuiamo domani”.
Nulla da dire sul tema, direi centrato in maniera letterale!
A rileggerci presto.
Giuliano
Colori diversi, di David Galligani
Ciao David, piacere di averti letto.
Ecco, questa è la storia che inizialmente avrei voluto scrivere io! Avevo pensato a un cieco che doveva tagliare i fili colorati per disinnescare una bomba, poi ho accantonato perché non aveva nessun senso :) Per fortuna non ho pensato al protagonista daltonico, almeno ci siamo risparmiati due racconti troppo simili.
Come avrai intuito il racconto mi è piaciuto molto, ottima gestione dei pochi caratteri e tema assolutamente centrato.
L'unico appunto che mi sento di farti è che un racconto del genere, a mio avviso, avrebbe reso molto di più con la prima persona al presente. Il lettore si sarebbe immedesimato di più nel protagonista e anche i pensieri credo sarebbero risultati meglio inseriti nel flusso del racconto.
Bravo, a rileggerci presto!
Giuliano
Paradossi, di Antonio Pilato
Ciao Antonio, piacere di averti letto.
Lo stile ampolloso del tuo testo è già stato segnalato. Devo dire che non mi è affatto dispiaciuto. Anzi, essendo un racconto in prima persona, ha aiutato a dare una caratterizzazione al sovrintendente nei pochi caratteri che avevi a disposizione. Il tema direi che è rispettato, nel cambio di colore dell'abito di Radmila.
Il racconto è a tratti un po' onirico e lascia molte domande aperte, cosa che mi piace fino a un certo punto. Ma credo che fosse proprio il tuo obiettivo mantenere un'atmosfera misteriosa e un po' inquietante, e in questo direi che hai raggiunto il tuo risultato.
A rileggerci presto!
Giuliano
Visione ancestrale, di Alessandro Randone
Ciao Alessandro, piacere di averti letto.
Devo accodarmi al commento di Andrea, lo stratagemma del sogno è un po' abusato, per cui a meno che non ci sia una costruzione magistrale della parte precedente, risulta depotenziante.
La scena iniziale mi è parsa un po' debole, un inseguimento nel bosco che occupa parecchi caratteri e appare sbilanciata in un testo così breve. La metamorfosi di Mirella sembra un po' forzata, più per voler rispettare il tema che per esigenze narrative.
Un punto di forza a mio avviso sta nello stile, mi è parso pulito e ho apprezzato il fatto di usare altri sensi oltre alla vista.
A rileggerci presto.
Giuliano
Re: Gruppo BIANCO: Lista racconti e classifiche
Inviato: venerdì 25 giugno 2021, 16:13
da alexandra.fischer
Buon pomeriggio, ecco i miei commenti e relativa classifica:
FRASTUONO di Emiliano Maramonte Tema rispettato e la scrittura ha un che di miracoloso visto l’esiguo numero di caratteri e di tempo. In pochissime battute mostri una famiglia rumorosa che dà fastidio a una coppia. Si sente il tono autoritario della moglie nei riguardi di Furio, ma c’è poco da fare quando c’è di mezzo la violenza domestica, perché è la condizione abituale nella famiglia Verdi: composta dal signor Adamo, sua moglie Hakima e il figlio di lei, di certo nato da una prima unione. Come a dire, il lato oscuro delle famiglie miste.
TRAMONTO di Giacomo Puca Tema rispettato. Storia molto bella nello stile minimale. La vicenda del trafficante di diamante di Addis Abeba freddato da un (concorrente?) e tradito dal socio Negasi scorre bene, aiutata anche dall’uso di immagini che rimandano alla ricchezza che si può comperare con le pietre preziose (bellissimi i paragoni opale nero-coppa di champagne Moёt et Chaudon, cristallo di giada verde-Boa Costrictor). Molto bella l’immagine di De Beers che omaggia con un tartufo bianco grosso come la giada i suoi clienti. C’è il lato oscuro (i trafficanti di importanza minore, trattati come pedine). Molto ben usato il PDV del protagonista, cinico quanto basta (vedi il riferimento ai rituali Wiccan, alla madonnina di Fatima e ai Pleadiani come possibile uso della giada e il tono disincantato nel descrivere il traffico, per lui, un lavoro come un altro; proprio come la sua morte, un incerto del mestiere).
IMPRESSIONI DI UN GIORNO NON MEGLIO PRECISATO di Stefano Floccari Tema centrato. Semplice e ben scritto, perché è un tripudio di colori: si passa dal grigio perla del mattino, al verde cupo e al turchese delle profondità glaciali del lago, che diventa cobalto a giorno pieno, fino a diventare smeraldo nel pomeriggio, fino al rosa, ambra e ocra del crepuscolo. Per poi passare al nero della notte. I personaggi rimangono sullo sfondo, come figurette di un bellissimo quadro (i due turisti tedeschi, il gruppo di bambini che nutre le anatre). Molto ben resi il vento, gli odori (la puzza di alga, il profumo di vita) e l’atmosfera serale (le luci delle case del paesino). Il protagonista si disvela nel finale, quando si lamenta della pesca scarsa, un pescatore, pure filosofo (pensa al lago, che resterà così anche quando spariranno le barche).
RICORDI DI FAMIGLIA di Giorgia d’Aversa Tema centrato. L’atmosfera è molto cruda. Dapprima i tre faccioni da bimbi fanno pensare a un lavoro di riordino casalingo fra fratelli (questo è l’unico punto debole del racconto: le foto maneggiate in quel modo senza qualcosa che mostri da subito che la sorella è adulta può ingannare il Lettore Frettoloso, ma il mio è soltanto un parere). Poi, Alice e Laura svelano poco alla volta la verità: stanno separando dalle altre le foto del fratello Riccardo, il quale si è tolto la vita, questo in vista dei funerali. Molto ben resi i dialoghi: si vede Alice, molto pragmatica, contrapposta a Laura, la quale cerca di rievocare nella mente i ricordi infantili da fotografie sbiadite. Profonda la sua osservazione a proposito di quel mondo passato: lei lo vede vivido, con una punta di nostalgia, ma Riccardo lo vedeva opaco.
TRA COLORI di Giulio Palmieri Tema centrato. Racconto molto ben scritto, perché la resa dei dialoghi è perfetta: i colori dialogano fra loro attraverso le menti di due artisti. Trovo molto bella la resa del Blu nelle immagini che evochi: il cielo, il mare, un lapislazzulo. Il Giallo disegna il sole o un campo di grano, e può farlo dove si trova il Blu. Poi, è logico che per entrambi il Bianco sia un non colore e vedano il verde come un qualcosa che esiste, perché è la fusione fra loro. Infatti il Bianco è quello del foglio dove l’opera deve prendere forma. Insolito e geniale. Puro stile surrealista.
COLORI DIVERSI di David Galligani Tema centrato, da brividi. Una coppia è bloccata in un ascensore con un ordigno sul punto di esplodere. La donna è svenuta e meno male che l’uomo ha la presenza di spirito di telefonare alla Forza Pubblica. Si avverte la tensione dei secondi che scorrono, mentre lui scatta la foto dell’ordigno dopo un tentativo andato a vuoto, la invia agli artificieri via Internet e si sente dare l’ordine di disinnescarlo, staccando il filo rosso e non toccando il verde. Questa tensione è il punto di forza del racconto, e la rendi benissimo nel protagonista, il quale, per staccarsene, ammira la bellezza della donna svenuta anche se per poco. Il finale è agghiacciante, perché l’uomo è daltonico, particolare geniale e il terrore nel lettore cresce a sentire che: l’ascensore è bloccato fra due piani e gli artificieri arriveranno fra dieci minuti.
Punti deboli:
Ti riscrivo le frasi corrette: Respiri, conti fino a dieci, poi mi dica quello che ha davanti.
Sì, certo, ho qui gli artificieri.
Sì.
PARADOSSI di Antonio Pilato Tema centrato. E in una storiella minima che rimanda ai racconti sul Multiverso che concludevano i libri di Urania per la qualità della scrittura, l’uso dei particolari. Il Sovrintendente di uno stato immaginario viene interrotto nell’intimità con la deliziosa Radmila in rosso (tacco e abiti) da una telefonata urgente. Accorso sul posto, trova il cadavere disintegrato abbigliato in color ciano della bella…Radmila. E oltretutto, incatenato e squartato. Storia che potrebbe essere l’incipit per qualcosa di più lungo.
VISIONE ANCESTRALE di Alessandro Randone Tema centrato. Atmosfera molto bella. L’idea della passeggiata nel bosco che dà sul lago è davvero indovinata, se ne vede l’atmosfera, se ne sentono i profumi e tutto attraverso l’ottima gestione del PDV di Ettore, trafelato, assetato, ma con gli occhi immersi nella bellezza dei pini e in quella della vivace Mirella (moglie? Compagna?). Molto ben resa la scena della caduta quando lui associa il profumo del sambuco allo sciroppo che sapeva preparare la madre. Bellissima anche l’immagine di Mirella che cambia diversi colori sotto i suoi occhi. Il finale è un plot-twist divertente. Incubo da porchetta.
Punto debole:
ti segnalo la frase: poi anche tutto il corpo si tinge di un alone incandescente (di chi? Quello di Ettore o di Mirella?) Se fosse il mio racconto, specificherei quello di Mirella, visto che dopo cambia colore.
La mia classifica è soffertissima, siete tutti ottimi autori:
TRAMONTO di Giacomo Puca
TRA COLORI di Giulio Palmieri
FRASTUONO di Emiliano Maramonte
COLORI DIVERSI di David Galligani
IMPRESSIONI DI UN GIORNO NON MEGLIO PRECISATO di Stefano Floccari
RICORDI DI FAMIGLIA di Giorgia d’Aversa
PARADOSSI di Antonio Pilato
VISIONE ANCESTRALE di Alessandro Randone
Re: Gruppo BIANCO: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 27 giugno 2021, 11:56
da Edoardo Foresti
Girone interessante, a maggior ragione considerando il limite di 1300 caratteri. Lascio qui classifica e commenti, complimenti a tutti!
1. Ricordi di famiglia, di Giorgia D’Aversa
2. Tramonto, di Giacomo Puca
3. Frastuono, di Emiliano Maramonte
4. Colori Diversi, di David Galligani
5. Tra colori, di Giulio Palmieri
6. Paradossi, di Antonio Pilato
7. Impressioni di un giorno non meglio precisato, di Stefano Floccari
8. Visione ancestrale, di Alessandro Randone
Frastuono, di Emiliano Maramonte► Mostra testo
Ciao Emiliano, felice di rileggerti!
Nel complesso, il racconto mi ha convinto.
Lato prosa ho solo una piccola considerazione, perché il testo è scorrevole e chiaro.
Personalmente non apprezzo troppo i dialogue tag, soprattutto se esplicitano qualcosa di implicito nel contesto.
"«Dio santo» si spaventò Furio." è uno di questi casi, mi butta un po' fuori dall'immersione. Una sua reazione concreta avrebbe potuto mostrare lo stato d'animo e suggerire l'intonazione della sua esclamazione. Sì, è un pelo nell'uovo ed è qualcosa di assolutamente non grave, ma preferivo comunque dirti la mia per correttezza.
Mentre devo dire che non ho trovato problematica la presenza di un cast così ampio per soli 1300 caratteri, anzi complimenti per averlo gestito con chiarezza. Delineare una tridimensionalità in così poco spazio non è affatto semplice.
Per quanto riguarda il tema, la declinazione scelta poteva rischiare di risultare parecchio banale, ma in questo caso trovo che ci sia quel twist finale che scongiura il pericolo.
Una prova convincente, soprattutto considerando il limite di caratteri a disposizione.
Buona edition!
Tramonto, di Giacomo Puca► Mostra testo
Ciao Giacomo!
Hai scritto un racconto interessante.
Inizialmente temevo di trovarmi di fronte a qualcosa che mi avrebbe buttato fuori dall'immersione: c'è l'incipit con "zoom" della telecamera, dall'esterno fino al bancone. Un'assenza di focalizzazione che, se inconsapevole, può creare problemi. Qui invece si sente subito che sai di cosa scrivi e, anzi, ogni dettaglio tratteggia un'ambientazione chiara e suggestiva in soli 1300 caratteri. Si nota che hai scritto di ciò che sai e hai creato un'atmosfera vivida.
Alle mie spalle Negasi urla “lui!” Qui ho l'impressione che si inverta la consecutio temporum. Avrei preferito prima sentire l'esclamazione, poi scoprire che è un urlo o capirlo implicitamente attraverso azioni o altri elementi del contesto, e non viceversa. Così invece trovo meno fluida la lettura in quel punto, ma è giusto un piccolo dettaglio.
Per quanto riguarda l'interiorità del pov, l'ho trovata chiara e definita. Questo dà tono al climax: un opportunista egoista muore pagato con la stessa moneta.
Quindi, personalmente ti dico che mi hai convinto.
A rileggerci!
Impressioni di un giorno non meglio precisato, di Stefano Floccari► Mostra testo
Ciao Stefano!
Hai scritto un racconto dai toni suggestivi, dove i colori sono non solo diversi ma anche parecchi. Quindi, lato tema ci siamo.
C'è però qualcosa che non mi convince del tutto.
Credo che l'elemento di cui più sento l'assenza sia un conflitto forte che faccia da sfondo alla vicenda. Premessa: sicuramente bisogna considerare come 1300 caratteri siano pochi, e quindi c'era per forza di cose da selezionare in modo chirurgico i dettagli più utili alla storia.
Qui, però, trovo sia proprio la storia ad essere carente di un'impalcatura che dia degli scossoni al lettore, che vada a delineare una premessa, uno sviluppo e una conclusione, seppur in miniatura visti i caratteri disponibili. L'impressione che ho avuto è che sì, passa una giornata, ma la vita del portatore di punto di vista non cambia, nonostante si alternino emozioni, persone e colori.
Nel complesso il racconto tratteggia un'atmosfera vivida, ma non è riuscito a farmi provare del tutto empatia.
A rileggerci!
Ricordi di famiglia, di Giorgia D’Aversa► Mostra testo
Ciao Giorgia!
Hai scritto un racconto convincente. Il tema dei colori c'è e lo si legge in una sua declinazione originale.
I caratteri erano pochi, ma qui c'è comunque un contesto chiaro e dei personaggi di cui si coglie l'interiorità. Credo che il finale sia la parte più riuscita, non è affatto semplice creare empatia con così pochi caratteri.
L'unico tasto dolente è la prima frase. Mi spiego meglio, essendo un'azione di Alice ho dato per scontato che il racconto fosse in terza al presente. Quindi ho dovuto rileggere quella parte quando si passa a Laura, nella terza frase, per mettere tutto a fuoco.
Oltre questo primo tentennamento, il resto è decisamente promosso e mi ha colpito. Un racconto introspettivo bello forte che riesce a far tesoro dei 1300 caratteri e mostrare il giusto.
Buona edition!
Tra colori, di Giulio Palmieri► Mostra testo
Ciao Giulio!
Hai scritto un racconto veramente particolare, questo è indubbio. Così come non ci sono perplessità sul tema, che trovo difficile centrare in modo più concreto di così.
La struttura a botta e risposta, con uno scambio di battute pure senza beat, dialogue tag, azioni e pensieri; è difficile da inquadrare. Mi sento di dire che il racconto c'è: ha un inizio, uno svolgimento e una fine. Abbiamo due personaggi e un problema da risolvere. Tra l'altro un elemento di rischio è adottare come personaggi dei colori, perché i pov non umani rischiano di creare problemi di empatia dei lettori.
Secondo me hai usato questi strumenti non canonici con un risultato interessante. Il finale smorza un po' il crescendo del dialogo, a mio avviso: i personaggi stessi ammettono che quel problema non era tale. Però trovo che nel complesso questo non infici troppo sul racconto.
Mi è difficile, come dicevo, definire questo racconto e posizionarlo in una classifica, ma considerando la sua atipicità e l'assenza di errori grossolani, lo trovo un esperimento riuscito.
A rileggerci!
Colori Diversi, di David Galligani► Mostra testo
Ciao David!
Racconto interessante, ammetto di non aver pensato al daltonismo come stratagemma per la storia. Che dire, il tema c'è tutto.
Mi accodo a chi consigliava la prima persona al presente, il racconto ha un ritmo incalzante anche così, ma credo ne avrebbe comunque giovato.
Trovo tu abbia gestito bene i pochissimi caratteri a disposizione, rendendo esplicito sin da subito il conflitto e creando parecchia tensione.
L'unica mia osservazione riguarda l'ambientazione: apprezzo che tu abbia scelto i dettagli giusti per dare contesto, senza appesantire il racconto, al tempo stesso abbiamo la conferma che si tratti di un ascensore solo a metà racconto. Certo, è breve ma solo dopo più frasi ho potuto raffigurarmi lo scenario. Devo però dire che la tensione e il ritmo compensano, poteva anche essere una banca e l'effetto sarebbe stato uguale. E il racconto è brevissimo, quindi la risposta arriva comunque relativamente presto.
In sintesi, tralasciando un paio di osservazioni fatte sopra, il racconto c'è. Ha un finale convincente e sfrutta bene i caratteri disponibili.
Buona edition!
Paradossi, di Antonio Pilato► Mostra testo
Ciao Antonio!
Hai scritto un racconto dai toni cupi e con un'atmosfera dark, che però mi ha lasciato qualche dubbio.
I colori e la simbologia legata al magenta e al sangue ci sono, quindi il tema c'è. Ma credo che le criticità del racconto ruotino attorno alla prosa. Mi spiego meglio, leggendo ho intuito avessi un'idea chiara, sia nello svolgimento ma soprattutto nell'atmosfera da trasmettere ai lettori. Un misto di dark e noir.
Noto però una prosa forse eccessivamente ampollosa, che mi ha creato una certa dissonanza proprio perché la assocerei a un pov di un'altra epoca, non alla contemporaneità. Questo non solo lato lettori, che potrebbero apprezzare o meno la scelta in modo soggettivo, ma anche lato personaggio: se la vicenda è filtrata dal suo punto di vista, perché si esprime in modo così ricercato? Lo fa perché è acculturato, perché ha origini altolocate, o per altri motivi ancora?
Ho provato, in sintesi, un contrasto tra intenti e risultato, a causa di uno stile che non mi ha portato a quell'immersione e quell'empatia che cercavo.
Lato positivo, come accennavo prima, l'atmosfera, che non è semplice trasmettere in così pochi caratteri, così come è interessante il paradosso finale e le domande che crea. Un gancio forte, senza dubbio.
A rileggerci e buona edition!
Visione ancestrale, di Alessandro Randone► Mostra testo
Ciao Alessandro!
Mi spiace dovermi accodare agli altri utenti, ma concordo nel dire che l'espediente del sogno smorzi parecchio la tensione creata. Trovo ci sia anche un ritmo sbilanciato verso la seconda parte del racconto: la prima ha un inseguimento spensierato tra una coppia e non si avverte un conflitto definito. E quando arriva, scopriamo che non è realmente esistito.
Passiamo invece alle note positive: la prosa è chiara e questo non è scontato, c'è un'attenzione ai dettagli concreti e sensoriali che mi fa piacere trovare e aiuta a creare immersione. Anche il tema c'è, con i riferimenti espliciti ai colori.
In sintesi, peccato per l'espediente che, personalmente, non ho apprezzato e va a inficiare su una prosa interessante.
A rileggerci!
Re: Gruppo BIANCO: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 27 giugno 2021, 16:38
da Alessio
- Ricordi di famiglia, di Giorgia D’Aversa
- Impressioni di un giorno non meglio precisato, di Stefano Floccari
- Colori Diversi, di David Galligani
- Frastuono, di Emiliano Maramonte
- Tra colori, di Giulio Palmieri
- Tramonto, di Giacomo Puca
- Visione ancestrale, di Alessandro Randone
- Paradossi, di Antonio Pilato
Visione ancestrale, di Alessandro Randone
► Mostra testo
comincio col dire che, se vuoi usare la lineetta per i dialoghi, è diversa dal segno meno che hai usato tu e inoltre dovresti chiudere la battuta con un'altra lineetta, altrimenti non si capisce dove finisce (oppure andare a capo).
Detto questo, l'artificio del sogno ormai è un po' abusato e tenderei a evitare.
Apprezzo lo sforzo di attenerti al mostrato e di introdurre degli elementi sensoriali, scivolando però su qualche verbo percettivo (penso, osservo, vedo) e qualche relazione temporale a posteriori (la vedo colorarsi di verde, poi di blu).
Mi è piaciuta l'atmosfera "favolistica" e mi è arrivato il sense of wonder del momento prima del risveglio con le aure colorate.
Per quanto riguarda il tema, ok, ci sono i colori, ma non vedo come la loro diversità abbia effetto sulla storia.
Secondo me una prova che mostra del potenziale, ma che ha ancora dei margini di miglioramento.
Paradossi, di Antonio Pilato
► Mostra testo
mi dispiace dirlo, ma il tuo racconto non mi ha detto niente, e penso che sia perché è tutto non solo raccontato, ma proprio spiattellato in faccia al lettore. Non mi arriva la tensione che dovrebbe esserci prima della rivelazione finale perché mi dici già prima come mi devo sentire. Temo che sia da rivedere il flusso delle informazioni che arriva al lettore e anche il modo in cui le fai arrivare.
È un peccato, perché l'idea era anche carina.
Il tema per me c'è.
Secondo me una prova che parte da una buona idea di base, ma la cui gestione è migliorabile sotto molti aspetti.
Colori Diversi, di David Galligani
► Mostra testo
la prima frase mi ha subito lasciato perplesso. In generale, quando un racconto inizia con una battuta di dialogo per me è male, perché non so chi sta parlando, né dove. Qui la battuta è breve, quindi questo posso anche tollerarlo, però perché "disse urlando "? Non bastava "urlò"?
A parte questo, i problemi che vedo sono che fino a metà storia abbondante io non ho idea di dove siamo e che c'è un po' di confusione nella commistione fra pensieri diretti e indiretti, il che rende tutto molto esterno.
Mi piace invece il ritmo del racconto, riesci bene a rendere la concitazione del momento e l'agitazione dell'uomo (perché non dargli un nome?).
L'idea del daltonico alle prese con la bomba è carina e rende bene il tema.
Secondo me una prova non completamente riuscita, con una buona idea che però soffre la mancanza di immedesimazione.
Tra colori, di Giulio Palmieri
► Mostra testo
un racconto carino che però soffre del problema che hanno tutti i racconti fatti di soli dialoghi: cosa mi devo immaginare? Ok, i colori sono entità astratte, ma boh, mi sembra di aver intercettato una conversazione al telefono. Le due voci sono indistinguibili, probabilmente sarebbe stato più efficace (se non forse addirittura necessario) caratterizzare le due "parlate".
Al di là di questo, il dialogo scorre senza grossi intoppi fino ai due terzi circa, poi quando cercano di inventare il nome del nuovo colore diventa un po' macchinoso e forzato.
L'idea che declina il tema mi è piaciuta, i due colori si ritrovano davanti a qualcosa di nuovo e cercano di capirlo ed etichettarlo (e in questo sono fin troppo umani).
In definitiva una prova che mi è sembrata un po' forzata nell'esecuzione.
Ricordi di famiglia, di Giorgia D’Aversa
► Mostra testo
di solito, prima di mettermi a commentare, leggo tutti i racconti del gruppo per farmi un'idea generale. L'esito di questo processo, stavolta, non mi ha lasciato alcun dubbio sul primo posto.
Parto dalla nota stonata, perché sono un criticone.
«Ma nessuno ha mai pensato di riordinarle?» Le sparpaglio con i palmi aperti, i nostri tre faccioni da bimbi fanno capolino ovunque.
Nel momento in cui leggo la battuta di dialogo, non so chi la sta pronunciando. Non so ancora che c'è un "io": fino a quel momento, per quel che ne so, potrebbe essere un racconto in terza persona. Se avessi messo la battuta alla fine, secondo me sarebbe stato perfetto.
Detto questo, la prosa è sempre all'altezza, ben fatti i dialoghi, ben resa l'atmosfera e i pochi tratti di caratterizzazione delle sorelle sono né più né meno di quello che serve.
Ma secondo me la vera forza del tuo pezzo è l'eleganza della declinazione del tema. Bravissima.
Un'ottima prova.
Impressioni di un giorno non meglio precisato, di Stefano Floccari
► Mostra testo
il tuo racconto non mi è dispiaciuto. Soffre un po' la mancanza di conflitto fino all'ultima riga, ma la descrizione bucolica dello scorrere del giorno e dell'alternarsi dei colori è ben fatta. Il twist sul finale arriva appena prima che la descrizione inizi ad annoiarmi. L'escalation dei sentimenti del protagonista mi è arrivata solo in seconda lettura, probabilmente perché siamo distaccati e non percepiamo veramente la sua interiorità per tutto il racconto, a favore del twist finale, sul quale, tra l'altro, il cambio di registro è ben calibrato e fa decisamente il suo lavoro.
Il tema c'è, nella misura in cui ci sono dei colori che cambiano, ma lo trovo poco rilevante nell'economia della storia.
In definitiva, secondo me una prova abbastanza buona.
Tramonto, di Giacomo Puca
► Mostra testo
AAAARGH! "Un'opale nero" con l'apostrofo? Bacchettata subito sulle falangi! ;-)
Usi molte, forse troppe, metafore e similitudini (potrebbe essere contento il nostro amico Lauro :) ) e ti rivolgi al lettore. Questi per me sono dei difetti. Tra l'altro, siccome non sapevo che colore avesse il boa constrictor, sono andato a cercarmelo e francamente il paragone con la giada c'entra proprio poco.
A livello di storia, mi sembra poco verosimile che uno che ti vende le gemme poi ti accoppa per riprendersele. Lo fa una volta, due, poi nessuno vorrà mai più fare affari con lui, sempre che non lo accoppino prima a sua volta.
Ultima cosa: a me non hanno mai sparato, ma penso che sia particolarmente doloroso, cosa che nel tuo brano non viene minimamente accennata.
Il tema, meh. Se invece di gemme di colore diverso fossero stati dei diamanti tutti uguali, la storia sarebbe stata diversa?
Insomma, un racconto con tanti difettucci, soprattutto di trama, che non me lo fanno apprezzare. Mi dispiace.
Frastuono, di Emiliano Maramonte
► Mostra testo
ti hanno regalato una scatola di dialogue tag che non sapevi come smaltire? :P A parte le battute, sono davvero tanti per un racconto così breve. C'è anche un problema di POV, che a volte sembra Ada, a volte Furio e in generale risulta esterno. Quel "esclamò Ada Rossi" all'inizio è un pugno in un occhio. Capisco la necessità per il senso della storia di esplicitare il cognome, ma così è proprio brutto. Potevi, per esempio, far dire al bambino nero: "Papà, c'è il signor Rossi". E poi tutti quei "signor Tizio", "signor Caio" fanno suonare tutto finto e macchiettistico (e paradossalmente, secondo me, stonare un po' con la vena ironica che permea il pezzo).
In ogni caso, la lettura nel complesso è scorrevole e mi piace come hai reso il povero Furio, costretto suo malgrado ad andare a redarguire i vicini. Ho provato molta empatia per lui, perché è successo anche a me di essere spedito dalla mia compagna a suonare ai vicini che rumoreggiavano a tarda notte. Sob :-(
Il tema c'è nei cognomi delle famiglie, che è un aspetto originale, ma allo stesso tempo del tutto irrilevante. Più centrato, sebbene più banale, invece, se lo innestiamo nella questione di pregiudizio razziale.
Insomma, Emiliano, che ti devo dire? Per quanto non lo trovi brutto, mi aspettavo di più e sono rimasto un po' deluso. Non lo trovo uno dei tuoi migliori lavori. Ho l'impressione che tu abbia sofferto parecchio le ristrettezze di questa edizione.
Re: Gruppo BIANCO: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 29 giugno 2021, 10:58
da Marco Travaglini
Classifica:
- Colori Diversi, di David Galligani
- Frastuono, di Emiliano Maramonte
- Tramonto, di Giacomo Puca
- Ricordi di famiglia, di Giorgia D’Aversa
- Paradossi, di Antonio Pilato
- Tra colori, di Giulio Palmieri
- Impressioni di un giorno non meglio precisato, di Stefano Floccari
- Visione ancestrale, di Alessandro Randone
Colori Diversi, di David Galligani
► Mostra testo
Parto dall'unica cosa che non mi è piaciuta, il titolo: dai, un pochino di fantasia in più invece di usare pari pari il tema, non sarebbe stato meglio? :D
E a proposito di tema, lo ritengo centratissimo.
Molto bello il modo in cui viene reso il panico del protagonista, quel contare è uno spettacolo.
Estremamente coinvolgente anche il tempo della bomba che scorre.
Credo che il corsivo risulti efficace anche senza la prima persona, a tal proposito credo ti sia sfuggito questo:
"E chi ce li ha dieci minuti?"
In generale la ritengo un'idea semplice, non troppo originale, ma sviluppata davvero bene e con uno stile che mi è piaciuto molto e che mi ha coinvolto subito nella storia.
Giudizio molto positivo.
Frastuono di Emiliano Maramonte
► Mostra testo
Partiamo da un aspetto per me fondamentale: tema centratissimo. Tutta la vicenda si muove intorno alla questione dei colori intesa come tema razziale. Avrei sinceramente evitato il doppio riferimento con i cognomi che fa perdere qualcosa al racconto.
Per il resto un'ottima rappresentazione: sono riuscito a immaginare perfettamente sia la titubanza di Furio che l'insistenza di Ada. Ho dovuto rileggere un paio di volte però l'ultimissima parte perché mi ero un po' perso alla prima lettura.
Ad ogni modo davvero una storia interessante che in poche pennellate riesce non solo a mettere in scena diversi personaggi, ma addirittura a dare uno spaccato della società, dei suoi pregiudizi non solo razziali, ma anche dell'indifferenza alla violenza sulle donne.
Sinceramente non condivido tutte queste critiche relative ai tag: sì magari qualcosa si poteva anche limare, ma niente di così negativo. Il testo è chiaro e scorrevole, i protagonisti sono anche ben caratterizzati.
Giudizio finale sicuramente positivo.
Tramonto, di Giacomo Puca
► Mostra testo
Innanzitutto complimenti: in meno di 1300 caratteri sei riuscito a creare l'atmosfera, alla fine della lettura sentivo la polvere e il sangue. Dovessi descrivere il tuo racconto con una parola sceglierei evocativo.
Ho trovato la lettura poco scorrevole però: le similitudini, sebbene siano state utilissime per descrivere il personaggio e il suo background in modo davvero originale, sono pesanti per il ritmo.
Altra cosa, sempre riguardo al ritmo, sono l'uso delle virgole: sono l'ultimo a poter dare consigli sull'argomento, visto che le sbaglio sempre, ma ci sono stati un paio di casi ("Grande, come la coppa..." e "Perdo un fiume di sangue, si spande nella polvere") che mi hanno fatto fermare e rileggere la frase due o tre volte perché non ero sicuro di aver letto bene perché le pause non mi tornavano.
Questi sono difetti per me che influiscono poco sul giudizio, che sarebbe positivo. Tuttavia ritengo il tema non del tutto centrato: nominare degli oggetti con colori diversi per me non è parlare del tema colori diversi. Se per puro caso tutti gli oggetti nominati avessero avuto gli stessi colori, la tua storia sarebbe stata altrettanto bella e il suo cuore non sarebbe cambiato.
Al netto del tema, ottimo racconto, l'ho immaginato non so perché, raccontato post mortem alla american beauty.
In seguito a questo giudizio, ho apprezzato moltissimo i chiarimenti sul tema in fase di discussione e penso che, anche se non come lo intendo io, il racconto possa alla fine considerarsi in linea con il tema.
Ricordi di famiglia, di Giorgia D’Aversa
► Mostra testo
Purtroppo non sono riuscito a entrare in piena sintonia con il tuo racconto. Da una parte ho adorato, letteralmente adorato, alcuni particolari che hai messo: le foto che si infilano tra le travi, il palmo della mano che le sparpaglia.
Dall'altra ho fatto una grossa fatica a seguirti nell'introduzione dei personaggi e nel capire chi dicesse o facesse cosa, e questo per me è un difetto importante, in un racconto che altrimenti non ne avrebbe granché.
Bellissima la semina in cui vengono spostate le foto di Riccardo, ci fa già subodorare qualcosa di brutto per il finale.
Il tema lo considero centrato, anche se mi ha dato la sensazione di essere stato un po' tirato dentro a forza: quella parte di dialoghi in cui si affronta il tema è per me la meno "spontanea" di tutto il racconto.
Paradossi, di Antonio Pilato
► Mostra testo
Sono stato molto indeciso fino alla fine riguardo al tema: a me piacerebbe che il tema fosse centrale, in questo caso per me non è così, ma diciamo che non è nemmeno così marginale da essere tolto del tutto lasciando il racconto inalterato, anche se nel tuo caso si tratta più di vestiti diversi e non colori diversi.
Ho viste che sono già state segnalate alcune inesattezze e ridondanze importanti a cui mi accodo.
Non ho compreso bene questo sovrintendente titubante al telefono con i sottoposti che sembra invece autoritario con Radmilla: lo stile di narrazione mi suggeriva un funzionario sicuro di sé, ma alla resa dei conti si è dimostrato tale solo con la ragazza e molto impressionabile per tutto il resto.
In generale l'ultima parte è un continuo di disgusto, trasalire, sussultare: tutto questo succede in pochi secondi in cui guarda il cadavere. Magari un trasalì in meno avrebbe aiutato, a mio modo di vedere.
C'è una frase che ho trovato un po' Lovecraftiana: "Il resto non si poteva descrivere." È una caratteristica che in genere non mi piace, perché in realtà tutto si può descrivere; immagino che in questo caso sia il protagonista a non volerlo descrivere per pudore, ma avrei aggiunto qualcosa che lo rendesse un pochino più chiaro.
Il titolo è un po' troppo spoiler forse, ci avvisa già che qualcosa di paradossale succederà. Forse qualcosa di più neutro sarebbe stato meglio per dare più valenza sia alla semina che arriva bene da quel "Uscii di casa prima di lei, ne sono certo", sia al finale che è molto intrigante (e confermo anche io, davvero un ottimo incipit che invoglia a continuare la lettura).
In tutto questo, mi è piaciuto molto lo stile iniziale, fino alla risposta al telefono.
Chiarisco meglio perché dal giudizio precedente non si percepiva il peso che ho dato ai vari commenti. L'idea di fondo mi è piaciuta, è intrigante, e anche lo stile ottocentesco per me funziona in quest'ambientazione: al netto della correzione dei difetti che ti avevano già segnalato per me l'unica cosa importante (gli altri sono dettagli) è caratterizzare meglio il protagonista, far capire se sia un tipo sicuro e autoritario oppure insicuro, perché l'ho visto fare entrambe le parti. Per me in definitiva sarebbe un giudizio più che sufficiente, non dico da primi posti, ma nemmeno da ultimo.
Tra colori, di Giulio Palmieri
► Mostra testo
Questo racconto mi ha ricordato tantissimo Flatlandia, ho immaginato i colori allo stesso modo di come pensavo alle forme geometriche di quel libro; sarei curioso di sapere se ti sei ispirato a quella storia.
Tema centratissimo e questa è una cosa importante è per me molto sottovalutata: hai scelto di fare un racconto scaturito dal tema, non ce lo hai appiccicato addosso in un secondo momento. Questo ha comportato, nel tuo caso,una scelta particolare e rischiosa.
Veniamo alle note dolenti ora: nonostante abbia capito che il blu fosse più intraprendente e il giallo più schematico, a un certo punto del discorso non sono più riuscito a capire chi dicesse cosa, perché ho perso il conto di chi stesse parlando e non avevo elementi per capirlo se non ritornare indietro e contare i botta e risposta. Forse qualche dettaglio o indizio in più sarebbe stato necessario in un botta e risposta così lungo.
La scelta del nome del verde l'ho trovata un pochino noiosa, tanto sapevamo tutti fin dall'inizio dove si sarebbe andato a parare. Invece mi è piaciuta la discussione logica.
La resa finale però non è soddisfacente, di fatto il racconto non si chiude.
In generale più punti negativi che positivi purtroppo, ma un plauso al tuo esperimento.
Impressioni di un giorno non meglio precisato, di Stefano Floccari
► Mostra testo
Sicuramente ottima la poesia del tuo racconto, le descrizioni non pesano e nonostante io non ne sia un grande amante, le ho invece gradite.
Per me stona un po', con l'alto registro di quasi tutto il racconto, quel "Ho sospirato", "Ho sbuffato", ecc, che soprattutto nelle frasi corte, pesava molto rispetto al resto del racconto: erano semine, sì, ma di un paio di gradini sotto come qualità rispetto al resto.
Purtroppo sono uno di quelli a cui il twist finale non ha fatto impazzire, anche se capisco il cambio di umore del protagonista: hai tenuto un registro altissimo anche quando il protagonista ha sbuffato, poi imprecato e poi bestemmiato, e hai mutato solo all'ultima frase. Ecco, ci ho visto un pochino di incoerenza (passami il termine esagerato, non me ne viene uno più adatto in questo momento).
Altra piccola cosa: l'alito marcio dei tedeschi come lo sente? Dal raccontato sembra che loro siano comunque a distanza: non tanta, in quanto li senti parlare, ma per sentire l'alito dovrebbero essere davvero troppo vicini immagino, anche se capisco che forse volevi dare una semina sul cambio di registro finale.
Riguardo al tema, per me non è centratissimo al 100% perché di fatto la vicenda non ha nulla a che vedere con i colori: tuttavia parli così tanto di tutti i colori che direi che può andar bene lo stesso.
Non sono d'accordo con alcune critiche che ho letto invece sulla mancanza di conflitto: per me il racconto è completo, il conflitto con il tempo che passa e la natura che non fa pescare nulla c'è tutto.
Visione ancestrale, di Alessandro Randone
► Mostra testo
Parto con la problematica che reputo la più grande: per me è fuori tema. Il tuo racconto parla, se non ho capito male, di una finta "visione" (molto bello il titolo che prende bonariamente in giro il lettore) in cui il protagonista muore. Al tramonto. E la sua compagna si colora prima di verde e poi di blu: è questo particolare che dovrebbe essere inerente col tema? Il fatto che si colori di due colori diversi senza nessun motivo (o che almeno io non vedo)? Probabilmente non sono un lettore attento e non ho colto qualcosa, nel qual caso ti prego di aiutarmi a capire meglio.
Parliamo poi delle sopracciglia di questa Mirella: va bene quando sono posizionate in un'espressione di sgomento, dove le immagino belle alte, anche se personalmente tendo più a immaginare tutta la faccia in quell'espressione, ma come sono le sopracciglia arcuate a mo di beffa? Sinceramente sono andato in difficoltà nel figurarmela, mentre invece non ho avuto nessuna difficoltà a costruirmi tutta la scena della salita che è stata ben presentata.
Anche io, come altri, ho avuto difficoltà a capire dove finisse il dialogo.
Non ti dico che sono rimasto deluso dal fatto che fosse un sogno, perché come accennavo precedentemente mi ero già perso alla scena del tramonto e probabilmente non ho colto qualcosa.
Come avrai capito non è un giudizio positivo.
Re: Gruppo BIANCO: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 30 giugno 2021, 9:06
da Alex Didò
La mia classifica:
1. Ricordi di famiglia, di Giorgia D'Aversa
2. Tramonto, di Giacomo Puca
3. Impressioni di un giorno non meglio precisato, di Stefano Floccari
4. Colori diversi, di David Galligani
5. Frastuono, di Emiliano Maramonte
6. Paradossi, di Antonio Pilato
7. Tra colori, di Giulio Palmieri
8. Visione ancestrale, di Alessandro Randone
Frastuono, di Emiliano Maramonte
Ho letto il tuo racconto con piacere, la trama è avvincente ma stilisticamente non mi ha convinto.
Esempi:
«E no, basta» esclamò Ada Rossi.
È un dialogue tag pigro, dato che basterebbe un punto esclamativo a fine dialogo per far capire che esclama.
«Se ne fregano» ribatté Ada.
Se sono solo loro due, chi altro potrebbe ribattere?
Dal pianerottolo giunsero altri echi molesti.
Che tipo di echi? Che cosa lo porta a dire che sono molesti? È tutto raccontato, non immaginiamo nulla.
«Vai!» lo incitò.
Ancora dialogue tag pigro.
«Dio santo» si spaventò Furio.
Dov’è lo spavento?
Altro problema: abbiamo una miriade di personaggi. Troppi, per un testo così breve. Ripeto: la trama è avvincente, ma la realizzazione non mi convince.
A presto!
Tramonto, di Giacomo Puca
Il racconto è una storia con un inizio, un centro e una fine, quindi dal punto di vista strutturale hai creato una piccola perla. Anche i dettagli sono quelli giusti: precisi, concreti e sensoriali. Con tutto ciò, non ho apprezzato molto la scelta della seconda persona, che stacca dall’immersione e rende la presenza dell’autore troppo ingombrante.
Altro appunto:
Perdo un fiume di sangue, si spande nella polvere, rosso e malinconico come l’ultimo tramonto di Adis Abeba.
Una persona che sta morendo pensa al rosso e alla malinconia di Adis Abeba? Non è realistico, secondo me.
Grazie ancora e alla prossima.
Impressioni di un giorno non meglio precisato, di Stefano Floccari
Il tuo racconto è evocativo e ogni parola sembra una pennellata di prosa poetica. Questo è il suo punto di forza, ma paradossalmente anche il suo punto debole. La prosa ricercata, infatti, lascia il lettore sulla superficie delle parole e non lo introduce in nessuna storia. Personalmente, mi ha ricordato un po’ l’incipit della Ferocia, romanzo vincitore del premio strega. Tanti particolari, tanti ambienti, ma nessun conflitto che dia un senso a tutto. Alla fine arriva il pescatore, è vero, ma non lo sentiamo davvero nostro perché tutto ciò che fa è raccontato. Per concludere, quindi, ottima la capacità evocativa, meno quella immersiva.
Ricordi di famiglia, di Giorgia D'Aversa
Del tuo racconto ho apprezzato molto la scelta della prima persona al presente e lo stile immersivo e mostrato. Il tema della sfida è stato declinato in modo originale, con argomenti forti, come quello della morte. Ci sono solo alcuni appunti stilistici che ti segnalo, ma solo per amore di metodo:
Lei fa spallucce e si accende una sigaretta
Lei chi? Non si introducono così i personaggi. È sua sorella? Una sua amica? Perché non dirlo, allora?
Mia sorella soffia via il fumo
Prima era una generica ‘lei’, adesso la sorella. Questo genera confusione.
Per il resto, ottimo racconto. ;)
Tra colori, di Giulio Palmieri
Il tuo racconto mi è piaciuto, ma non mi ha convinto fino in fondo. Le voci nel vuoto, purtroppo, devono essere sostenute da dialoghi convincenti, in grado di sopperire alla mancanza di contesto e ambientazione. Qui purtroppo i dialoghi sono botta e risposta e non restituiscono nulla di ciò che ci attendiamo (ambientazione e contesto). Ma apprezzo molto la vena sperimentale, il coraggio di spingersi oltre i paletti della narratologia classica, tentativi che prima o poi portano a trovare la nostra voce. Ottima prova, quindi, ma con tutte le riserve che ti ho descritto.
A rileggerci.
Colori diversi, di David Galligani
Ciao David, piacere di leggerti.
Il tuo racconto mi è piaciuto tantissimo. Non ti sei limitato a introdurre colori a caso, e solo per rientrare nel tema, ma hai fatto in modo che fossero vitali per la storia. Ci sono solo alcune pecche stilistiche, che non ti risegnalo perché lo hanno già fatto, ma mi accodo a chi ti ha suggerito la prima persona al presente. Il racconto sarebbe stato più immersivo e realistico. Ma questi, ovviamente, sono solo gusti personali. Ottima prova, pertanto. Per me superata alla grandissima.
Paradossi, di Antonio Pilato
Il tuo racconto ha del potenziale, ma lo stile non mi ha convinto.
Esempio:
Mentre mi trovavo in soave compagnia di Radmila, audace signorina e figlia unica di un’anonima famiglia di basso borgo, ricevetti una telefonata.
È tutto raccontato. Quel ‘soave compagnia’, poi, mi ricorda gli incipit dei romanzi dell’800.
“S-sì” risposi un po’ titubante.
Dal balbettio si capisce già che è titubante. Perché ripeterlo?
quel suo abito, color magenta, s’intonava perfettamente coi tacchi della stessa tonalità.
È accaduto un fatto terribile e il PDV sta pensando alla tonalità dei vestiti di Radmila? Non è credibile.
Uscii di casa prima di lei, ne sono certo. Lei era venuta a piedi.
Non ho capito: se lui esce di casa prima di lei, allora lo sa che è uscito prima; se, invece, la vede uscire prima, allora lo sa che è uscito dopo.
Sussultai perché, per quanto fosse paradossalmente impossibile, il cadavere era quello di Radmila.
Infatti è impossibile, perlomeno poco credibile.
A rileggerci :)
Visione ancestrale, di Alessandro Randone
Senza offesa: il tuo racconto mi sembra molto confuso e la gestione delle informazioni è ingarbugliata.
Esempio:
Cado col muso a terra, chiudo gli occhi e sento nelle narici l’odore del sambuco. Penso a che buono sciroppo sapeva fare mia madre.
Non ha senso. Lui ha cercato di saltarle addosso, ha sbattuto il muso e pensa allo sciroppo che sapeva fare la madre?
Mi rialzo e osservo il sole che pian piano si tuffa sulla superficie del lago e avvolge col suo rossore il cielo, gli alberi e le mie mani, poi anche tutto il corpo si tinge di un alone incandescente.
Stessa storia. Perché dovrebbe notare il rossore del cielo e l’alone incandescente? Non è coerente con le azioni che ha fatto.
Forse sto morendo? Sento una fitta nello stomaco. Mi sveglio sudato, sono nel mio letto, era un incubo.
Perché l’espressione di sgomento di Mirella dovrebbe fargli pensare che sta morendo?
Il finale, poi, non ha senso. Mi sembra messo lì solo per chiudere in fretta il racconto.
Grazie comunque per averlo condiviso con noi. A rileggerci :)
Re: Gruppo BIANCO: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 30 giugno 2021, 17:31
da antico
Dovete ancora ricevere una sola classifica.
Re: Gruppo BIANCO: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 1 luglio 2021, 13:57
da Stefano.Moretto
Scusate il ritardo, questa settimana è davvero incasinata per me...
Classifica:
1.Ricordi di famiglia
2.Tramonto
3.Colori Diversi
4.Frastuono
5.Impressioni di un giorno non meglio precisato
6.Visione ancestrale
7.Tra colori
8.Paradossi
Commenti:
Frastuono
► Mostra testo
Ciao Emiliano. Condivido il parere di chi ha commentato prima di me nel dire che ci sono davvero troppi personaggi per essere un racconto di 1300 caratteri; o almeno troppi personaggi "di rilievo". Non sono riuscito a seguire bene la vicenda e ho dovuto rileggere un paio di volte per capire l'andamento. In particolare non capivo con chi ce l'avesse Ada: la parola "macachi" faceva intuire qualcosa di razzista, ma non sapendo che Hakima è un nome di origine Swahili non ho fatto l'associazione. Magari se Ada avesse insistito col razzismo, o se avesse posticipato la battuta sui macachi, forse sarei riuscito a capire al primo colpo.
Un altro punto di confusione è che non si capisce il comportamento di Furio: perché si ferma? Perché sembra perplesso? A posteriori capisco che è perché il rumore proviene dall'appartamento sbagliato, ma sul momento c'è molta confusione. Anche quando dice "qui non succede nulla" non si capisce come fa a dirlo: ha guardato dentro? Noi sappiamo solo che ha visto il figlio dei vicini.
Anche la reazione di tutti alla moglie che viene picchiata è un po' moscia: il signor Verdi fa spallucce come dire "vabbè, che vuoi che sia se la picchia", gli altri non hanno proprio reazioni di nessun tipo. Questo è un limite dei caratteri suppongo, però contribuisce a stonare.
Per il resto: bella l'idea di base, col messaggio implicito riguardo i pregiudizi, sono convinto che se l'avessi portato durante uno dei contest normali ti sarebbe uscito molto meglio. Probabilmente questo concept non era adatto al tipo di sfida, ma anche qui entra in gioco il poco tempo che ti costringe a fare scelte.
Tramonto
► Mostra testo
Ciao Giacomo,
il tuo stile è sempre così particolare. Non importa chi è il punto di vista dentro il quale ci trasporti, riesci sempre a trasmettere la sua visione del mondo in modo così naturale da sembrare reale. In questo caso un briciolo di difficoltà c'è stata, più che altro per il fatto che io sono ignorante e alcune cose che nominava non le conoscevo (es: Moet & Chandon), però dal contesto più o meno riuscivo a farmi un'idea, il che è sufficiente.
In realtà non c'è molto da dire, la mentalità del protagonista è trasmessa in modo molto vivido e anche se la maggior parte del racconto è un lungo filo di pensieri non è noioso. Sotto questo punto di vista credo che tu sia riuscito a sfruttare in modo incredibilmente efficace i pochi caratteri a disposizione.
L'unico appunto che mi vien da farti è il finale: perché prima gli vende le gemme e poi lo fa assassinare per riprendersele? A posteriori penso sia perché doveva prima assicurarsi che avesse i soldi e non poteva ucciderlo in mezzo al locale, però lì per lì mi è sembrato un po' strano.
Impressioni di un giorno non meglio precisato
► Mostra testo
Ciao Stefano,
questo, più che un racconto, sembra una poesia in prosa. Almeno fino all'ultima riga, dove ho riso tantissimo (in senso buono!). Penso che il problema maggiore, qui, sia la difficoltà a seguire il filo logico dei pensieri. Ti faccio qualche esempio:
danza vecchia di secoli che sarà la stessa anche quando le barche avranno smesso di fendere questa distesa di puzza di alga e di profumo di vita.
Unisci una puzza e un profumo causando una forte dissonanza, soprattutto perché "profumo di vita" non risveglia niente nella mente del lettore. Potresti togliere le ultime cinque parole qui per ottenere un effetto migliore.
il cobalto della calma assolata
Qui ci sono tra sensazioni non naturalmente connesse che si fondo tra loro: un colore, una sensazione visiva/uditiva (la calma) e una percezione tattile (assolato). Dare degli input visivi va benissimo, ma qui mi mandi in overdose XD Considerando anche che questo è solo un piccolo pezzo in mezzo ad altre descrizioni altrettanto forti. Dovresti dare un po' di tregua ai sensi del lettore, altrimenti la calma non la percepirà mai.
il lago, smeraldo di insondabile purezza.
Anche qui c'è una specie di ossimoro: se l'acqua è verde non mi sembra poi tanto pura.
Ho sbuffato quando un cielo color dell’effimero rossore dell’adolescente innamorato ha voluto rallegrare le acque ormai rassegnate al blu della sera tingendole di rosa e di ambra e di ocra.
Qui stesso discorso del cobalto: cielo rosso, acque blu, però tinte di rosa, ambra e ocra. Mi mandi in confusione, di che colore me le devo immaginare? Qui se togli il riferimento al blu della sera fila già tutto molto meglio.
Il pezzo finale come ti ho detto mi ha stroncato, tutta la poesia distrutta in quel modo mi ha fatto ridere parecchio. Penso che me la sarei goduta di più se la poesia fosse stata meno "poetica" con quegli accorgimenti che ti ho dato, perché sono arrivato al finale un po' intontito. Il concept comunque lo adoro e il modo in cui hai portato i colori sul lago denota una grande creatività. Secondo me devi solo fare attenzione a non mandare in overdose il lettore, che altrimenti si stanca prima di arrivare al punto interessante.
Ricordi di famiglia
► Mostra testo
Ciao Giorgia,
hai uno stile davvero pulito: non c'è una virgola fuori posto, ogni dettaglio è studiato con una precisione chirurgica per rappresentare la scena in atto. L'informazione del suicidio arriva con tutta la sua crudeltà, anche se non completamente inaspettata, e viene fornita al lettore in un modo molto naturale. Su questi aspetti non c'è niente da dire, hai fatto un lavorone.
Solo un paio di appunti sulla gestione delle informazioni.
Mia sorella soffia via il fumo
Questo è il primo punto dove si capisce che le due sono sorelle e ormai siamo già a metà racconto. Alice viene chiamata prima "Alice", poi "Lei" e solo come terza opzione "Mia sorella". Avresti potuto introdurla prima come "mia sorella" e poi inserire il suo nome in una battuta della protagonista.
Anche il dettaglio della sigaretta e della birra, che sono gli elementi che ci permettono di stimare l'età dei personaggi, andrebbero dati prima, anche se qui è un problema minore: già a "i nostri faccioni da bimbi" si capisce che non sono piccoli.
Nel complesso è un bel racconto che si incasella bene nei pochi caratteri a disposizione, a riprova del fatto che quando fai qualcosa studi ogni minimo dettaglio.
Tra colori
► Mostra testo
Ciao Giulio, molto carino questo racconto! L'idea che i protagonisti siano proprio i colori è carina (urgh, mi sto ripetendo) anche se non è proprio chiarissimo fin da subito. La tipologia di racconto che hai scelto, solo di dialoghi, necessita di alcuni elementi ed è un po' difficile da valutare. Cerco di spiegarmi meglio.
Quando si legge qualcosa c'è bisogno di immaginarsi la scena, e prima ci si riesce meglio è. Per questo motivo i dialoghi devono dare modo di mostrare qualcosa fin da subito (es: «Lo scatolone con le teiere mettilo all'angolo.», è un dialogo che ti sta introducendo molti elementi in un colpo solo).
Nel tuo caso:
– Non so cosa sia.
– Davvero?
– Perché dovrei saperlo?
– Perché l’hai fatto.
– Sì. Ma non sapevo mica che sarebbe uscito così.
– Quindi questo coso, sul disegno, è opera del caso.
L'elemento fondante del tutto, il disegno, compare dopo ben sei battute. Fino ad allora nessuno sa cosa immaginarsi, e anche dopo resta nebuloso. Quelli che parlano sono due bambini? Da come si esprimono sembra un po' così. Ci ho messo un po' a realizzare che non si trattava di "esseri viventi" ma di un'astrazione, anche se in un primo momento avevo pensato a due pastelli, uno blu e uno giallo, che si animavano e iniziavano a parlare tra loro. E anche così, resta il fatto del "cosa stanno guardando?".
Il grossissimo problema in cui ti sei ficcato è che hai messo un elemento che i personaggi non sanno descrivere. Come faccio a immaginarmi il verde se i due che parlano non mi sanno dire che è il verde? Lo capisco solo alla fine del racconto, quando ormai la confusione è altissima.
In conclusione: molto bella l'idea, purtroppo la realizzazione non ti è venuta altrettanto bene. Un vero peccato, però potresti riutillizzare questo concept e rielaborarlo, ha una grande potenzialità.
Colori Diversi
► Mostra testo
Ciao David, credo sia la prima volta che leggo qualcosa di tuo.
Parto dal finale: mi ha fatto morire dal ridere. Mi ha ricordato una vignetta di Pierz con una battuta simile applicata in un altro contesto, non so se è stata questa la tua ispirazione.
Il fatto che sei riuscito a realizzare una scena così complessa stando nei caratteri è un grosso punto a favore. Anche il modo in cui l'uomo tiene costantemente d'occhio l'orologio della bomba passa in modo naturale e trasmette tutta la sua claustrofobia. Certo, ci sarebbero mille interrogativi su come è finito in quella situazione, ma la cosa passa in secondo piano grazie all'adrenalina che trasmetti.
Ti faccio giusto un paio di appunti sullo stile:
«Cosa faccio? Cosa faccio?» Disse l’uomo urlando nel cellulare.
Se lo urla non lo dice. Qui potevi risparmiare caratteri scrivendo "Urlò l'uomo nel cellulare", molto più pulito.
poi mica quello che ha davanti
Questa frase mi aveva causato confusione. Immagino che volessi scrivere "mi dica".
Altro elemento problematico è che non si capisce bene fin da subito la situazione, anzi all'inizio è molto confusionaria. Si capisce bene cosa sta succedendo più o meno a metà.
Il racconto in sé è realizzato molto bene, il protagonista è davvero umano, le pecche più grosse sono a livello strutturale e si possono risolvere con qualche piccola correzione. Nel complesso è un bel lavoro.
Paradossi
► Mostra testo
Ciao Antonio, mi dispiace ma questo non è stato uno dei tuoi lavori migliori. L'unica cosa che riesco a percepire è una traccia di horror sul "con chi diavolo sono stato a letto?", ma non mi arriva nient'altro. Ci sono tanti problemi e non mi riferisco allo stile di scrittura, che può piacere o no, ma a un livello più profondo riguardo la distribuzione delle informazioni e le reazioni umane.
Cerco di farti vedere i punti più problematici.
Mentre mi trovavo in soave compagnia di Radmila, audace signorina e figlia unica di un’anonima famiglia di basso borgo, ricevetti una telefonata.
Sollevata la cornetta, udii una voce maschile acuta: “Sovrintendente, deve venire subito qui in piazza! E’ terribile!”
“S-sì” risposi un po’ titubante.
Prima usi un linguaggio ricercato, decisamente non del volgo, e poi fai reagire il personaggio facendolo balbettare titubante. Mi stai dando un'immagine incoerente per il poco che ne so: magari il personaggio è davvero uno a cui piace atteggiarsi da grande aristocratico, ma alla prima emergenza va nel panico; tuttavia qui non lo conosco abbastanza per saperlo o per poterlo capire da così poco, quindi quando inizia a balbettare mi cade un po' tutto il castello di carte. Per di più al telefono non è che gli abbiano detto qualcosa di sconcertante, per quello che ne sa potrebbe anche essere solo il suo dipendente che è sconvolto perché c'è un gatto su un albero che non riesce a scendere.
Intimai a Radmila di rivestirsi: quel suo abito, color magenta, s’intonava perfettamente coi tacchi della stessa tonalità.
Qui ho due problemi: il primo è che nonostante sia in emergenza fa caso ai colori dei suoi vestiti come se non li avesse mai visti prima, il secondo è che mi stai dando un'informazione in modo ridondante. Un vestito si intona perfettamente con un altro pezzo d'abbigliamento che è dello stesso colore –> basta dire che sono dello stesso colore, il fatto che si intonino è automatico, altrimenti hai anche la ripetizione cacofonica "intonava/tonalità".
Uscii di casa prima di lei, ne sono certo. Lei era venuta a piedi.
Questa informazione qui sembra uscire fuori a caso e anche un po' male. Se sei uscito prima di lei lo sai per forza, no? Quel "ne sono certo" non si capisce che funzione abbia. La frase dopo, "lei era venuta a piedi", sembra messa lì a caso, non si capisce che cosa dovrebbe aggiungere. Alla fine del racconto si capisce il perché di queste informazioni, ma messe così non vanno affatto bene. Inoltre sono pure inutili: è ovvio che anche se lei fosse uscita e si fosse teletrasportata sul luogo dell'omicidio non era lei il motivo per cui l'avevano chiamato, dato gli hanno telefonato mentre erano insieme.
Questi sono i problemi principali che ho riscontrato, spero che possa esserti utile.
Visione ancestrale
► Mostra testo
Ciao Alessandro
Ho letto un po' gli altri commenti e punto subito con ciò in cui sono in disaccordo: lo "stratagemma" del sogno sarà anche stato abusato, ma non è che nessuno lo può mai più utilizzare per nessun motivo! In questo caso l'utilizzo è a chiaro intento comico e per me ha funzionato, mi ha strappato un sorriso . Tra l'altro, secondo quest'idea nessuno potrebbe mai mettere il sogno di un personaggio dentro un romanzo, quando un sogno può avere anche una rilevanza per la trama se la cosa ha un senso.
Detto questo, il tuo racconto soffre effettivamente di altri problemi. Ad esempio è un "walltext", non vai mai a capo e questo non lascia aria al lettore. Non è una cosa da sottovalutare questa: se il testo è letteralmente un muro si fa molta più fatica a seguire il filo. Inoltre questo si ripercuote sui dialoghi: dopo aver finito un dialogo che inizia con il trattino devi andare a capo, non puoi continuare la narrazione come nulla fosse, altrimenti come faccio a capire cos'è battuta di dialogo e cosa no? Ad esempio:
- Mai più spuntini di mezzanotte a base di porchetta! Quante volte l’ho già detto?
La seconda frase la pensa o la dice? Non ho elementi per saperlo. Nelle altre due battute almeno era evidente che iniziava la narrazione, anche se c'era bisogno di fare uno stacco cognitivo, qui invece non ho gli elementi per capirlo.
Oltre a questo ho trovato un po' problematiche anche queste frasi:
Penso a che buono sciroppo sapeva fare mia madre.
Questa informazione mi è arrivata un po' a caso, lì per lì l'ho collegata all'odore, ma poi l'ho proprio persa perché di fatto non serviva a nulla.
tutto il corpo si tinge di un alone incandescente
Qui ho avuto un po' di difficoltà a capire cosa intendevi. Nel senso che il rosso del tramonto colora tutto? Con questa frase da sola mi sono immaginato più qualcosa in stile torcia umana, forse puoi trovare un modo migliore per formularla.
Detto tutto questo, il racconto in sé non mi è dispiaciuto, ma devi lavorare un po' sul modo di distribuire il testo sulla pagina. So che sembra una roba da poco, ma non lo è!
Re: Gruppo BIANCO: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 1 luglio 2021, 16:33
da antico
Avete ricevuto tutte le classifiche.