La scogliera

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 20 settembre 2021 con un tema di Francesca Bertuzzi!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 3000 caratteri entro l'una.
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Andrea Furlan
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La scogliera

Messaggio#1 » martedì 21 settembre 2021, 0:24

«Nuvole nere a nord. Il vento è cambiato. Non porterà niente di buono.»
Owen mi parla dalla sala della Lanterna. Il suo tono mi blocca, mentre intaglio una tavola alla luce della candela.
Gocce ticchettano sugli scuri. Guardo fuori: un tramonto rosa contrasta con il mare grigio ferro. Di fronte, lontano, tutto si confonde in una macchia scura.
«Prendi l’olio di riserva, ragazzo. Questa notte ce ne sarà bisogno.»
Lo ignoro, ritorno al lavoro.
Mi gratto la guancia. Se Malin fosse qui, mi chiederebbe se sono nervoso.

Sulla soglia, spilli freddi mi pungono. L’odore di salsedine non si sente, portato via dal vento che gioca nelle mie narici. I colori sono spariti, sostituiti da una coperta nera, rigonfia. Il rumore della risacca è potente.
«Arriva Ciaran, preparati! Durerà tutta la notte. Non dormiremo, dobbiamo tenerla accesa. Questa volta non potrai rifugiarti di sotto, vigliacco.» Mi apostrofa dalla finestra aperta, la voce strafottente.
«Sono qui per questo, Vecchio. Farò il mio dovere.»
«Le tempeste ti terrorizzano» ride, il bastardo «vorresti scappare dalla tua Malin, dai tuoi due mocciosi. Invece devi restare qui, in mezzo alle onde, al vento. Le navi hanno bisogno della nostra luce.»
Sbatto la porta.
Maledetto, ti odio.

La corrente fischia, entra dappertutto, gioca con la fiamma.
In piedi da ore, sorveglio la Lanterna: si spegnerà se mi allontano, com’è successo tante volte. La tempesta è vicina, il rombo delle onde scuote la scogliera, mi ricorda i mostri marini delle storie che leggevo ai miei piccoli. Vorrei scappare, correre al villaggio. Mi gratto la guancia, sangue sotto le unghie.
«Laggiù Ciaran, eccola! Questa notte un pazzo ha deciso di navigare.» La sua voce dal piano di sotto.
Intravedo le luci di una nave, nascoste dalle gocce, dalla schiuma delle onde.
Una folata, la luce si spegne.

Ora il tuono è ancora più forte. Il faro vibra ad ogni onda che ruggisce contro la scogliera. La nave non si vede, ma sento che è là fuori, in pericolo. Le mie braccia non ne possono più di riaccendere lo stoppino. Rabbrividisco nella sala piena d’acqua. Devo resistere.
«Malin, aiutami tu.» Mormoro fra le lacrime.
«Non puoi andartene. Volevi scappare, codardo, ma i soldati ti troveranno, proprio come hanno promesso. Il Guardiano del faro deve rimanere al suo posto, Ciaran.»
Lo vedo nel riflesso della finestra: barba bianca, il maledetto sorriso.
Non resisto più: sferro il pugno.
«Figlio di puttana! Non me ne vado!»

La mattina dopo, il cielo è azzurro.
Percorro la scala sulla scogliera. Ho intagliato i gradini uno per uno, dopo. Per arrivare alla lapide.
Prego. Passo le dita della mano fasciata sui loro nomi: Malin, Finn, Sinead. Sulla data di quella notte, sei anni fa.
Ci ho messo mesi a scolpire il disegno: la scogliera che cade in mezzo alla tempesta, portandosi via la nostra casa, loro.
Mentre io tenevo accesa la Lanterna.
Alzo lo sguardo al mio faro: il vetro che ho rotto scintilla al sole.
Owen è uscito dalla mia testa.
Ora posso andarmene.



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antico
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Re: La scogliera

Messaggio#2 » martedì 21 settembre 2021, 0:26

Ciao Andrea! Parametri rispettati, buona FRANCESCA BERTUZZI EDITION!

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Antonio Pilato
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Re: La scogliera

Messaggio#3 » martedì 21 settembre 2021, 15:09

Ciao Andrea, il tuo racconto s’immerge nelle interessanti atmosfere marittime, a metà fra una tempesta surreale e un legame gotico.
Purtroppo, la trama non mi ha convinto molto, in parte per un mio limite nell’esser riuscito a capirci qualcosa, in parte per delle difficoltà nell’introdurre diversi nomi e, penso, alcune allegorie (tipo quella della lanterna) che in un racconto così breve è assai complesso riuscire a renderli sufficientemente comprensibili al lettore.

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Massimo Tivoli
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Re: La scogliera

Messaggio#4 » martedì 21 settembre 2021, 23:03

Mi dispiace, ma anche questo racconto ho dovuto leggerlo due volte. E anche questo racconto non l’ho capito. Difficile giudicarlo. Owen quindi era una voce immaginaria nella testa del protagonista? Il Vecchio e Owen sono la stessa persona, entità? Tanti gli interrogativi, a causa dei quali la narrazione mi è sfuggita di continuo, lasciandomi con ben poco dentro.

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Emiliano Maramonte
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Re: La scogliera

Messaggio#5 » venerdì 24 settembre 2021, 16:32

Ciao Andrea!
Questo racconto ha una complessità che mi ha affascinato ma che mi ha messo in grandissima difficoltà. Purtroppo ancora adesso, dopo un altro paio di letture, non ho ben afferrato i contorni della vicenda, la quale dovrebbe avere dei risvolti esoterici/gotici. Non nego che il mare, un faro, navi nella tempesta generino una fascinazione universale, ma da sola essa dev'essere accompagnata da episodi coinvolgenti e definibili dalla mente del lettore.
Da quello che ho capito c'è stato una sciagura al faro, e l'ultimo guardiano, con evidenti problemi mentali dovuti al disastro, sta per subire l'assalto di un antagonista (un'entità? La personificazione di tutto ciò che di maligno può avere il mare? Un vecchio nemico?) che vuole portare a termine un compito "malvagio". Spero di non aver travisato.
In ogni caso è difficile seguire le vicende perché non c'è una cornice di riferimento, non ci sono input CERTI che permettano di capire le linee guida in base alle quali stai conducendo la trama.
A tuo favore, però, c'è una tecnica narrativa notevole, precisa e sorvegliata che sopperisce, in parte, le carenze della storia.
Per quanto riguarda il tema immagino sia da rinvenirsi nella caduta della scogliera.

Racconto riuscito a metà, pur con innegabili meriti.
In bocca al lupo e buona Nona Era!

Emiliano.

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Laura Brunelli
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Re: La scogliera

Messaggio#6 » domenica 26 settembre 2021, 17:34

Commento:
Ciao Andrea, piacere di leggere e commentare il tuo racconto.
Tema centrato, sia sotto il profilo del crollo psicologico che di quello fisico della scogliera. Il brano, però, risulta un tantino criptico, con inserimenti poco chiari dei quali non si comprende il senso e l’utilità. Come, ad esempio, l’accenno al fatto che il protagonista sia un codardo o quello ai soldati che hanno promesso di andarlo a prendere. Mi sarei aspettata, nel finale, che il protagonista avesse causato qualche incidente perché si era allontanato dal faro, per paura della tempesta o per stare con la moglie e con i figli, lasciando che la lanterna si spegnesse.
Buona la semina
mi ricorda i mostri marini delle storie che leggevo ai miei piccoli
anche se, in prima lettura, l’uso del passato mi è suonato un po’ strano, diventa tutto chiaro nel finale, quando scopriamo che i figli sono morti.
Non so, c’è qualcosa che non mi convince, ho la sensazione che la prima parte del racconto porti in una direzione diversa da quella rappresentata nel finale.
Sicuramente così il finale risulta inaspettato, però tutto quello che viene seminato nella prima parte, il fatto che il protagonista sia un codardo, l’accenno ai soldati e la presenza della barca in pericolo sul cui destino non viene detto nulla, non viene mietuto e lascia un po’ la sensazione che questi elementi siano, in realtà, buttati là nel tentativo di nascondere la vera ragione per la quale il protagonista sente le voci, ovvero la morte dei suoi cari, avvenuta proprio mentre lui, dimostrando di non essere un codardo e di non aver paura della tempesta è rimato al faro a tenere accesa la lanterna.
Buono lo stile, anche se presenta margini di miglioramento. Per esempio in questa frase
La nave non si vede, ma sento che è là fuori, in pericolo
il verbo sento, secondo me è proprio sbagliato. La nave l’ha vista, quindi sa, non sente, che è la fuori.
Prova così così, ben orchestrata la parte iniziale, buono lo stile, ma il cambio di rotta nel finale mi lascia un po’ in sospeso.
A presto e buona edition

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Stefano.Moretto
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Re: La scogliera

Messaggio#7 » lunedì 27 settembre 2021, 18:41

Ciao Andrea. Bella l'idea alla base della storia, mi piace come hai tessuto il conflitto interno ed esterno del personaggio. Probabilmente se ne potrebbe tirare fuori un vero e proprio romanzo, o quantomeno un racconto lungo.
Il problema grosso è che il modo in cui hai deciso di esporlo, in così pochi caratteri, ha reso il tutto veramente caotico e quando si capisce poco di una storia non si riesce neanche a empatizzare con i personaggi come si dovrebbe. Mi dispiace perché arrivato alla fine ho capito più o meno tutto quello che dovevo capire senza dover fare una seconda lettura, ma allo stesso tempo ho percepito che non mi ha entusiasmato come avrebbe dovuto. Probabilmente sarebbe stato utile qualche dettaglio visivo in più, sopratutto per il personaggio di Owen nel momento in cui compare. Non avendo riferimenti visivi (o anche solo un indizio che lui non sia davvero li) diventa molto difficile immaginarsi la scena.

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: La scogliera

Messaggio#8 » lunedì 27 settembre 2021, 23:40

Ciao Andrea.
L’idea che mi sono fatto, leggendo il tuo brano, è che tu abbia creato nella tua testa una gran bella storia, ma che, visti i limiti imposti da quest’edizione, ne ha risentito dal punto di vista dell’esposizione del flusso d’informazioni. In più di un’occasione mi sono infatti ritrovato a dover colmare alcuni vuoti informativi con informazioni che giungevano troppo in ritardo, il che non è mai un bene in senso generale, figuriamoci per un racconto da 3000 battute.
Tale difficoltà è dipesa anche da una punteggiatura non sempre precisa, la quale anzi genera persino qualche fraintendimento, vedi il seguente caso:

«Arriva Ciaran, preparati!

Qui dovevi mettere una virgola prima di “Ciaran”, altrimenti, scritto così, sembra che stia per arrivare un personaggio di nome Ciaran e non che questo sia invece il nome del protagonista a cui si sta rivolgendo Owen.

Insomma, un testo da ritoccare e per il quale forse i 3000 caratteri risultano davvero stretti. Tuttavia, devo ammettere che, tra tutti i brani letti finora, il tuo è, assieme a quello di Matteo, quello con l’idea migliore.
Alla prossima.
lupus in fabula

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Luca Nesler
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Re: La scogliera

Messaggio#9 » martedì 28 settembre 2021, 13:07

Ciao Andrea! Racconto molto evocativo, ma di difficile comprensione. Molto non detto lascia il lettore un po’ smarrito per tutto il racconto. Tanto che il finale lo devi raccontare. Diciamo che la storia non è granché, anche perché i fatti più salienti rimangono fuori dal testo e ci sono elementi come l’allucinazione del protagonista che sembrano un po’ accessori, ma l’ambientazione e la resa sono molto buone e mi sono piaciute molto.
Stilisticamente ci sarebbe parecchio da sistemare. Ti faccio qualche esempio di cosa cambierei:
“Owen mi parla dalla sala della Lanterna. Il suo tono mi blocca, mentre intaglio una tavola alla luce della candela.”
Specificare da dove parla Owen in questo modo è infodump per il lettore, dire che il suo tono lo blocca dopo aver letto tutta la battuta presenta una problematica di percezione temporale del lettore, inoltre non si capisce perché sia il tono a bloccarlo né perché si debba bloccare. Poi usi un “mentre” per dire che cosa stava facendo il protagonista prima di bloccarsi, quindi dici alla fine quello che stava facendo all’inizio della scena. Lasci il lettore molto esterno e lontano dal pezzo. Sarebbe stato più efficare, per esempio, cominciare con lui che intaglia e poi arriva la battuta e lui si ferma per guardare la tempesta in arrivo. Avresti resto la stessa scena (è evidente che lui smette di intagliare se si alza ad aprire gli scuri) ma l’avresti fatto con una consecutio più naturale da seguire e quindi più coinvolgente (parlo sempre di coinvolgimento perché per me è l’obbiettivo principale della narrativa).
Anche in prima persona presente ci sono cose che ti fanno rischiare di uscire dal testo. Cose come “prego” che sono un riassunto per il lettore di una serie di azioni più complesse e non automatiche. Sarebbe meglio risolvere la cosa in altro modo.
Ti segnalo che quando un’azione segue o anticipa una battuta dello stesso personaggio che la compie, puoi metterli sulla stessa linea per chiarire i soggetti della scena. Qui, per esempio:

“Non resisto più: sferro il pugno.
«Figlio di puttana! Non me ne vado!»”

Segnalo anche che ti è scappata una virgola tra soggetto e predicato “ride, il bastardo”.
La cosa però di cui risente il testo è proprio la difficoltà con cui si segue e comprende la scena. Per il resto un bello scorcio che sa di fantastico.
Alla prossima!

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Gennibo
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Re: La scogliera

Messaggio#10 » martedì 28 settembre 2021, 23:44

Ciao Andrea e piacere di averti letto, hai scritto un racconto che parla di mare, di navi e di fari, tutte cose che mi affascinano. Il tuo però è un racconto di non facile comprensione. Ma perché? Mi chiedo. In fondo le parole ci sono tutte, quelle che nominano le offese del vecchio contro Ciaran.
Ciaran pieno di dolore che ricorda i suoi amati famigliari. Il conflitto interiore del protagonista che si scaglia contro quello che capiamo essere il vecchio, la sua immagine riflessa, la lotta contro i suoi fantasmi interiori, i suoi sensi di colpa, la calma dopo la tempesta e la ragione per cui intagliava.
Bello, ma non arriva subito.

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Andrea Furlan
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Re: La scogliera

Messaggio#11 » mercoledì 29 settembre 2021, 1:20

Grazie a tutti per i vostri commenti.
Ho capito che non ho costruito la trama a sufficienza o non ho inserito riferimenti abbastanza chiari per l'idea che volevo sviluppare: il protagonista perde la famiglia a causa del crollo della scogliera (e della loro casa) durante una forte tempesta mentre cerca di fare il suo mestiere tenendo acceso il faro, come spiegato nel finale. Sconvolto dall'accaduto vorrebbe andarsene, ma i soldati del Re lo obbligano a rimanere. Da quel momento vive un conflitto interiore perchè vorrebbe cambiare vita e liberarsi dei suoi fantasmi, ma d'altro lato sente che non può abbandonare il suo lavoro: questo conflitto si concretizza nella presenza immaginaria del precedente, vecchio guardiano del faro (Owen) che lo tormenta. Nel corso di un'altra forte tempesta dove si sforza di rimanere attivo e tenere accesa la lanterna a tutti i costi, finalmente riesce a liberarsi della sua ossesisone e decide di abbandonare il posto una volta per tutte.
Forse il tutto un po' troppo ambizioso per 3000 caratteri, ma accolgo come lato positivo che la storia vi abbia in generale affascinato e colpito almeno per l'ambientazione e lo stile, nonostante la confusione. Direi che il commento di Gennibo, fra tutti, cattura essenza e problemi in poche righe.
A Luca: il finale raccontato è voluto, cercando di spiegare l'accaduto attraverso pensieri e ricordi del protagonista, inoltre dovrebbe sciogliere la sua ossessione e far capire che ormai si sente guarito.
Concordo sulle imprecisioni della punteggiatura e sui suggerimenti nella costruzione delle frasi (maledetti "mentre", li sbatto da tutte le parti...).
Ho voluto gestire la figura di Owen come una voce fuori campo, per questo ho scelto di non inserire dettagli visivi se non nell'ultima scena in cui Ciaran si ribella alla propria allucinazione.
Mi sarebbe stata utile un'opinione sul fatto che ho volutamente ambientato il tutto in un'Irlanda fuori dal tempo, pensando l'epoca come un momento qualsiasi fra la fine del medioevo e l'ottocento, ma forse anche questo non è arrivato.

alexandra.fischer
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Re: La scogliera

Messaggio#12 » giovedì 30 settembre 2021, 18:42

Tema centrato. Racconto molto particolare, in stile marinaro. Il pregio è il fascino e la maledizione del mestiere di guardiano del faro. Certo, il protagonista ha la fortuna della compagnia del burbero Owen, ma relativa (gli ricorda con tono duro e sferzante il dovere, altro che la moglie Malin e i figli). Molto ben resa la tempesta, con l’arrivo della nave di Ciaran, incurante del pericolo.
Punti deboli: si vedono da dopo il pugno dato dal protagonista a Owen. Un evento che dapprima sembra recente, risale a sei anni prima. E solo dopo aver intagliato nei gradini del Faro i nomi dei cari morti nella tempesta, disegnato la scena del crollo della scogliera che si è portata via la casa con loro all’interno e guardato il vetro rotto, si libera dall’ossessione per Owen. Capisco che tu abbia usato il presente per non togliere al Lettore Curioso l’effetto sorpresa, ma uno stacco temporale non sarebbe male (fosse anche mostrando quel che rimane della nave di Ciaran, e qualcosa circa la sorte di Owen, perché c’è un problema di collegamento fra questi eventi: sorte nave Ciaran-sorte Owen-crollo scogliera). Toglierei quel: la mattina dopo. Disorienta. Riscriverei, se fosse il mio racconto: è la mattina del giorno dopo. No, cosa mi viene in mente? Sono passati sei anni…e allora introdurrei le descrizioni (scalini, vetro rotto, disegno).

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antico
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Re: La scogliera

Messaggio#13 » domenica 3 ottobre 2021, 17:47

Il problema di questo racconto sta nella lunghezza della tua stessa sinossi: 804 caratteri. Chiaro che trarne un testo che generasse empatia e allo stesso tempo definisse per bene il contesto, il tutto permettendoti anche qualche arazzo narrativo, era assolutamente impossibile. Adattarsi alle diverse lunghezze assegnate vuol dire in primis selezionare una storia e un modo di narrarla che possa rendere al meglio in quei determinati limiti e quindi non diventa una scusante l'aver affrontato un'impresa improba, ma piuttosto un malus. Devo dire che hai fatto del tuo meglio per realizzarlo, ma volendo metterci dentro tutto a prescindere, compresa la storia dei soldati che lo costringono a rimanere, non ti ha permesso di ottimizzare l'adattamento e la valutazione che mi sento di assegnargli è un pollice ni tendente verso il positivo per le grosse potenzialità rimaste inespresse e per la tua grande qualità di scrittore (ma attento alle tue scelte su cosa narrare!).

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