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Ognuno ha i suoi bisogni

Inviato: martedì 19 ottobre 2021, 0:57
da Mario Mazzafoglie
Alberto ci accompagna alla porta di casa e la apre. «Allora, siete proprio sicuri di andarvene già via?»
«Oh, sì.» Afferro Jessica per un braccio e la trascino fuori sul pianerottolo. «Domani devo alzarmi molto presto. Il lavoro, sai... comunque grazie, eh. È stata davvero una bel—»
«Ma se non avete finito di mangiare nemmeno il secondo!» Allarga le braccia. «Mia moglie è stata tutto il giorno ai fornelli per voi.»
E menomale!
Scendo un paio di scalini, con Jessica che mi guarda come fossi pazzo. Ma adesso non è il momento di dare spiegazioni, ora c’è solo da sbrigarsi.
«Albè, grazie davvero. Tutto buono e bello. Ma adesso dobbiamo davvero andare. Vai dentro, saluta Cinzia e dai un bacio ai bimbi, magari si saranno finalmente addormentati. Così voi due...» Gli faccio un occhiolino.
Chissà Jessica cosa starà pensando. Però è fantastica quando mi asseconda senza fare domande. Siamo insieme da poco, ma è una complice perfetta.
E io la amo.
«Buonanotte, Albè.»
«Notte...»
Alberto ci osserva mentre scompariamo tra le rampe di scale. Il rumore della porta che si è chiude è il via libera per accelerare il passo. I gradini, prima scesi con ordine, adesso li salto quattro alla volta, con Jessica che si scapicolla giù, aggrappandosi al corrimano.
Col fiato corto arriviamo al portone del palazzo. Lo spalanco e ci tuffiamo in strada. Finalmente.
Fuori l’aria è tiepida, e un leggero venticello smuove gli alberi sul marciapiede.
Jessica, mi viene muso a muso. Il suo alito sa di curry e di qualche altra cazzo di spezia che c’era dentro a quel coso che sembrava un pollo.
«Ora mi spieghi tutto.» Mette le mani sui fianchi. «Cosa c’è di tanto urgente da scappare come ladri da una cena a casa di amici?»
«Jè, te lo dico papale papale: mi sto cagando sotto.»
Mi accarezza una guancia. «Ma no, di cosa hai paura?»
«No, intendo nel vero senso della frase. Mi sto cagando sotto. Devo cagare.»
Jessica sgrana gli occhi come se avesse davanti un alieno. «Embè?»
«Embè cosa?» Stringo le chiappe e trattengo il respiro. «Io a casa degli altri non ci cago. È l’articolo numero uno della mia personale costituzione.»
«Ma tu stai male!» Scuote la testa. «Guarda che la fanno tutti, eh. Mica solo tu.»
Ma adesso secondo lei è il momento di fare ragionamenti? Adesso che tutto il mio sangue è defluito dal mio cervello per concentrarsi nel mantenere in piedi gli argini di un fiume in piena?
«Jè, stammi a sentire.» Lancio un’occhiata intorno: non c’è nessuno. «Io adesso vado in quel parchetto, perché fino a casa non resisto nemmeno se ci metto un tappo. Tu se vedi arrivare qualcuno fai un fischio.»
«Mah.»
Attraverso la strada e mi infilo nel sentiero costeggiato da panchine di legno. Qui non posso, troppo illuminato. Laggiù. C’è un albero piuttosto al buio, è l’ideale.
Lancio un’ultima occhiata in giro e mi avvicino all’albero. C’è anche un grosso cartone a terra, lo userò per pulirmi.
Mi abbasso i pantaloni e mi appoggio con la schiena alla corteccia ruvida.
Pazzesco, finora stavo esplodendo e adesso non mi viene. Ma è mai possibile? Dai, dai, esci!
Le vene del collo pulsano, i quadricipiti bruciano. Niente.
Un rumore di passi sull’erba. Cazzo.
Mi alzo di scatto e mi tiro su i pantaloni.
Un uomo ciondolante sbuca in penombra e mi viene incontro. È coperto di stracci da capo a piedi: un barbone. Meglio andar via.
L’uomo mi fa un cenno con la testa. «Ma che stai facendo?»
«Mi scusi buon uomo.» Ma che figura. «Voglio essere sincero e sono sicuro che uno come lei mi potrà capire.»
«Sentiamo.»
Ma davvero sto per dirlo? E sia. «Devo cagare.»
L’uomo fa un passo verso di me. Ha la barba incrostata e macchie nere su tutto il viso. «Ma scusa, tra tanti posti, tu a casa mia devi venire a cagare?»
Casa sua? «Mi scusi, davvero io non—»
Scuote la testa e sospira. «Cose da pazzi.»
Scuoto la mia e sospiro anche io. «Comunque adesso ho capito tutto.»
«Eh?»
«No, niente, cose mie. Comunque, se non le dispiace, esco da casa sua e vado a quell’albero disabitato più in là, che magari qualcosa la tiro fuori.»

Re: Ognuno ha i suoi bisogni

Inviato: martedì 19 ottobre 2021, 0:58
da antico
Ciao Mario! Tutto ok con i parametri, buona Luca Cristiano Edition!

Re: Ognuno ha i suoi bisogni

Inviato: martedì 19 ottobre 2021, 16:07
da Antonio Pilato
Ciao Mario, il tuo racconto mi ha strappato diversi sorrisi durante la lettura. Probabilmente, questa è la storia col maggiore rispetto dell’attinenza al tema del contest.
La narrazione scorre più nella seconda che nella prima parte; la partenza è un po’ noiosa da leggere, mentre il traguardo racchiude un contenuto umoristico e non così raro nelle persone.
Piacevole anche il sesto senso, sempre relegato all’umorismo, del protagonista.

Re: Ognuno ha i suoi bisogni

Inviato: giovedì 21 ottobre 2021, 16:05
da Laura Calagna
Ciao Mario, piacere di conoscerti.

Allora, all'inizio non ho capito dove volevi portarmi, poi ho capito che il racconto è votato alla cazzimma e me lo sono goduto molto di più. In diversi punti ho anche riso, la figuraccia con il barbone è stata la ciliegina su una torta epica di suo.
L'unica cosa: avrei caratterizzato di più Jessica, l'hai mostrato di riflesso dai pensieri del protagonista come una grande complice, poi però rimane rigida di fronte a tanta sincerità, l'ho trovato un po' contraddittorio, ecco. Fosse successo a me starei ancora ridendo, ma vabbè.
Avrei magari detto due paroline di più sul finale, magari scoprire se raggiungeva l'obiettivo o meno non sarebbe stato male.
Grazie per avermi fatta ridere, ne avevo bisogno.

A rileggerci presto.

Re: Ognuno ha i suoi bisogni

Inviato: domenica 24 ottobre 2021, 11:55
da Dario17
Un raccontino simpatico che fa molto cinepanettone infarcito di situazioni comiche e sboccate.
I dialoghi tra il protagonista e la sua ragazza sono il pezzo debole, a mio avviso, decisamente troppo formali e articolati per essere credibili, alla luce dell'estrema urgenza che affligge lui.
In certe situazioni ci dovrebbe essere un botta e risposta piuttosto serrato, trovo piuttosto irreale dire «Io a casa degli altri non ci cago. È l’articolo numero uno della mia personale costituzione.» alla propria lei mentre si è sul punto di esplodere.
Il pezzo è scritto discretamente con un buon flusso interno del pov. Non mi è piaciuto il finale, decisamente monco che non chiude la vicenda, ho trovato piuttosto anonimo anche il barbone, piuttosto macchiettistico.

Re: Ognuno ha i suoi bisogni

Inviato: domenica 24 ottobre 2021, 21:03
da read_only
Ciao Mario,
io non sono del tuo girone e non devo valutarti (anzi, il contrario). Ho visto che hai pubblicato la tua classifica e ora finalmente posso dirti una parola su questa cagata (nel senso letterale ovviamente):
GENIALE.

il mio parere non vale nulla ma volevo dirtelo:)

Re: Ognuno ha i suoi bisogni

Inviato: lunedì 25 ottobre 2021, 16:10
da Davide_Mannucci
Ciao Mario, piacere di leggerti!
Questo racconto ha un solo problema: dovrà sgomitare con altri racconti davvero ottimi per guadagnarsi la vetta. Che dire? Mi hai fatto ridere, hai seminato benissimo, lo stile immersivo aiuta in questo caso la perfetta empatia con il soggetto cagante (anzi cagaturo) e il finale è inaspettato e ben inserito nel tutto.
Il tema è declinato in modo intelligente, al limite del geniale.
Un ottimo lavoro. L’unica cosa che stona è il fatto che scappi dalla casa di Alberto perché non resiste ma quando si trova in casa del barbone, tutto si blocca. Ho fatto fatica a sospendere l’incredulità ma sto veramente cercando il pelo nell’uovo e spaccando un po’ le palle :D
Bravo davvero!

A presto

Re: Ognuno ha i suoi bisogni

Inviato: lunedì 25 ottobre 2021, 18:04
da FilippoR
Ciao Mario,
il racconto è stato molto simpatico! All'inizio non capivo dove stessi andando, perché stava fuggendo (chissà cosa aveva combinato), ma pian piano tutto è diventato più chiaro e divertente.
Mi è piaciuto anche il finale dove non riesce a farla ancora perché sempre in casa d'altri (nonostante non lo sapesse).
Non ho trovato particolari problemi da segnalarti.
Buon proseguimento e alla prossima!

Re: Ognuno ha i suoi bisogni

Inviato: martedì 26 ottobre 2021, 9:38
da Luca Nesler
Ciao Mario, piacere!
In casa d'altri non si riesce a fare la cacca! Giusto, hahaha! Ottima idea.
Stilisticamente hai scelto un narratore sicuramente adeguato alla situazione, ma l'hai gestito maluccio. Anche se il tono dei dialoghi e della narrazione mi piacciono.
Ti segnalo alcuni aspetti tecnici e di coerenza.

"Alberto ci accompagna alla porta di casa e la apre. «Allora, siete proprio sicuri di andarvene già via?»"
Qui abbiamo un "as you know Bob" da manuale. Alberto li accompagna sulla porta e poi chiede se sono sicuri di andare? Ormai direi che è assodato.

"«Oh, sì.» Afferro Jessica per un braccio e la trascino fuori sul pianerottolo."
Trascino non è un termine corretto, a meno che il protagonista non sia iperbolico e si stia rivolgendo direttamente al lettore. Quindi qui abbiamo un caso di: semantica scorretta oppure di scarsa consapevolezza dell'autore nell'uso del narratore.

«Ma se non avete finito di mangiare nemmeno il secondo!» Allarga le braccia. «Mia moglie è stata tutto il giorno ai fornelli per voi.»
Anche questa battuta è strana messa qui. Non solo, è anche strano che Alberto chiamo Cinzia "mia moglie".

"Chissà Jessica cosa starà pensando. Però è fantastica quando mi asseconda senza fare domande. Siamo insieme da poco, ma è una complice perfetta.
E io la amo."
Qui abbiamo un pensiero coerente (chissà cosa pensa Jessica) una considerazione plausibile (è fantastica quando mi asseconda) e poi infodubp (stiamo inseme da poco e io la amo).

«Buonanotte, Albè.»
«Notte...»
Qui non si capisce bene chi stia parlando per diversi motivi. Uno: mancano indicazioni, naturalmente. Non mi piacciono i verbi enunciativi, ma non ci sono nemmeno micro azioni che indichino chi parla. Poi, il protagonista ha appena finito di parlare e poi si è perso nei suoi pensieri. Abbiamo la sensazione che gli altri personaggi si siano congelati in attesa che lui faccia qualcosa.
Infine, ma è probabilmente il motivo più ciccione, sei andato a capo un po' a caso. Te la riformulo così evito lunghe spiegazioni:

[...]«Così voi due...» Gli faccio un occhiolino. Chissà Jessica cosa starà pensando. Però è fantastica quando mi asseconda senza fare domande. Siamo insieme da poco, ma è una complice perfetta. E io la amo. «Buonanotte, Albè.»
«Notte...»
Naturalmente c'è il problema di una serie di pensieri troppo lunghi da inserire in mezzo a una battuta.

"Alberto ci osserva mentre scompariamo tra le rampe di scale."
Qui passi al punto di vista di Alberto. Risulta ancora più strano visto che narri in prima persona.

Mi fermo qui. Spero d'esserti d'aiuto.
Alla prossima!

Re: Ognuno ha i suoi bisogni

Inviato: martedì 26 ottobre 2021, 19:40
da Alessandro -JohnDoe- Canella
Ciao Mario.
Da questo mese ho deciso di commentare i racconti segnando a lato del testo le mie note “a caldo”, col commento vero e proprio lasciato in fondo.


Alberto ci accompagna alla porta di casa e la apre. «Allora, siete proprio sicuri di andarvene già via?»
«Oh, sì.» Afferro Jessica per un braccio e la trascino fuori sul pianerottolo. «Domani devo alzarmi molto presto. Il lavoro, sai... comunque grazie, eh. È stata davvero una bel—»
«Ma se non avete finito di mangiare nemmeno il secondo!» Allarga le braccia. «Mia moglie è stata tutto il giorno ai fornelli per voi.» [Quel “mia moglie” mi fa uno strano effetto. Si presuppone che i personaggi si conoscano tutti, quindi si sembra un po’ troppo informale come formula, anziché usare il nome vero del personaggio.]
E menomale!
Scendo un paio di scalini, con Jessica che mi guarda come fossi pazzo. Ma adesso non è il momento di dare spiegazioni, ora c’è solo da sbrigarsi.
«Albè, grazie davvero. Tutto buono e bello. Ma adesso dobbiamo davvero andare. Vai dentro, saluta Cinzia e dai un bacio ai bimbi, magari si saranno finalmente addormentati. Così voi due...» Gli faccio un occhiolino.
Chissà Jessica cosa starà pensando. Però è fantastica quando mi asseconda senza fare domande. Siamo insieme da poco, ma è una complice perfetta.
E io la amo. [Non so, quest’informazione, buttata così, non mi fa impazzire. Personalmente mi fermerei alla nota sulla complicità, la quale fa già trasparire un forte sentimento nei suoi confronti. Anche in micro infodump sul fatto che i due siano insieme da poco è secondo me migliorabile. Così com’è, sembra un po’ forzato all’interno del flusso di pensieri in cui è inserito.]
«Buonanotte, Albè.»
«Notte...»
Alberto ci osserva mentre scompariamo tra le rampe di scale. Il rumore della porta che si è chiude è il via libera per accelerare il passo. I gradini, prima scesi con ordine, adesso li salto quattro alla volta, con Jessica che si scapicolla giù, aggrappandosi al corrimano.
Col fiato corto arriviamo al portone del palazzo. Lo spalanco e ci tuffiamo in strada. Finalmente.
Fuori l’aria è tiepida, e un leggero venticello smuove gli alberi sul marciapiede.
Jessica, mi viene muso a muso. Il suo alito sa di curry e di qualche altra cazzo di spezia che c’era dentro a quel coso che sembrava un pollo.
«Ora mi spieghi tutto.» Mette le mani sui fianchi. «Cosa c’è di tanto urgente da scappare come ladri da una cena a casa di amici?»
«Jè, te lo dico papale papale: mi sto cagando sotto.»
Mi accarezza una guancia. «Ma no, di cosa hai paura?»
«No, intendo nel vero senso della frase. Mi sto cagando sotto. Devo cagare.»
Jessica sgrana gli occhi come se avesse davanti un alieno. «Embè?»
«Embè cosa?» Stringo le chiappe e trattengo il respiro. «Io a casa degli altri non ci cago. È l’articolo numero uno della mia personale costituzione.»
«Ma tu stai male!» Scuote la testa. «Guarda che la fanno tutti, eh. Mica solo tu.»
Ma adesso secondo lei è il momento di fare ragionamenti? Adesso che tutto il mio sangue è defluito dal mio cervello per concentrarsi nel mantenere in piedi gli argini di un fiume in piena? [Ah, eccoci di nuovo a confronto, mio acerrimo nemico: il possessivo molesto! Qui c’è da scegliere quale salvare e quale eliminare senza remore. Personalmente opterei per il primo così da chiarire subito a chi appartiene l’immagine mentale (per quanto sia ovvia anche senza possessivi). Di certo, usarne due è ridondante.]
«Jè, stammi a sentire.» Lancio un’occhiata intorno: non c’è nessuno. «Io adesso vado in quel parchetto, perché fino a casa non resisto nemmeno se ci metto un tappo. Tu se vedi arrivare qualcuno fai un fischio.»
«Mah.»
Attraverso la strada e mi infilo nel sentiero costeggiato da panchine di legno. Qui non posso, troppo illuminato. Laggiù. C’è un albero piuttosto al buio, è l’ideale.
Lancio un’ultima occhiata in giro e mi avvicino all’albero. C’è anche un grosso cartone a terra, lo userò per pulirmi.
Mi abbasso i pantaloni e mi appoggio con la schiena alla corteccia ruvida.
Pazzesco, finora stavo esplodendo e adesso non mi viene. Ma è mai possibile? Dai, dai, esci!
Le vene del collo pulsano, i quadricipiti bruciano. Niente.
Un rumore di passi sull’erba. Cazzo.
Mi alzo di scatto e mi tiro su i pantaloni. [Anche qui: il secondo “mi è superfluo”.]
Un uomo ciondolante sbuca in penombra e mi viene incontro. È coperto di stracci da capo a piedi: un barbone. Meglio andar via.
L’uomo mi fa un cenno con la testa. «Ma che stai facendo?»
«Mi scusi buon uomo.» Ma che figura. «Voglio essere sincero e sono sicuro che uno come lei mi potrà capire.»
«Sentiamo.»
Ma davvero sto per dirlo? E sia. «Devo cagare.»
L’uomo fa un passo verso di me. Ha la barba incrostata e macchie nere su tutto il viso. «Ma scusa, tra tanti posti, tu a casa mia devi venire a cagare?»
Casa sua? «Mi scusi, davvero io non—»
Scuote la testa e sospira. «Cose da pazzi.»
Scuoto la mia e sospiro anche io. «Comunque adesso ho capito tutto.»
«Eh?»
«No, niente, cose mie. Comunque, se non le dispiace, esco da casa sua e vado a quell’albero disabitato più in là, che magari qualcosa la tiro fuori.»

COMMENTO FINALE
Faccio una premessa: io ho dei problemi con le storie a base di cacca e/o peti, in quanto trovo spesso la comicità che ne deriva una scelta facilotta e banale. È il motivo per cui, ad esempio, il mese scorso ho (parzialmente) penalizzato il brano di Galligani.
Detto questo, temo non sarà il caso di questo mese. Sarò onesto: tra tutti i brani letti questo mese il tuo è quello che trovo più equilibrato tra qualità stilistica e della trama. Al netto di qualche passaggio migliorabile (inevitabile su MC), sei comunque riuscito a creare un intreccio che parte da una situazione capace, pur nella semplicità della scena, di generare il giusto interesse da parte del lettore e arrivare esattamente dove volevi con una chiusa assolutamente perfetta.
Insomma, i miei più vivi complimenti. Te lo spoilero subito: per quanto mi riguarda, il tuo brano è da primo posto del girone.

Re: Ognuno ha i suoi bisogni

Inviato: giovedì 28 ottobre 2021, 14:31
da Stefano.Moretto
Ciao Mario, le battute sulla cacca te le hanno già fatte tutte, quindi vado al sodo: è un racconto geniale. Il punto più forte di tutti è il fatto che l'intera vicenda gira attorno al tema, ma non lo fa in modo forzato come la maggior parte dei racconti (probabilmente pure il mio ahah), ma anzi è totalmente naturale e non ci si fa neanche caso. Lo stile con cui l'hai riportato è ottimo e, al netto di alcune cose che ti hanno già fatto notare, scorre via che è un piacere. E ammetto che mi sono pure fatto una risata leggendolo. Di solito cerco sempre almeno una cosa che non mi è piaciuta, ma qui faccio davvero fatica. Bravo davvero!

Re: Ognuno ha i suoi bisogni

Inviato: domenica 31 ottobre 2021, 10:12
da antico
Sorprendente. Gestisci e declini il tema in modo che mi sento di definire perfetto. Ci presenti una situazione plausibile e la sviluppi con una trovata geniale. Chiudi il tutto con perizia. Qualche problemino minore qua e là (come l'attacco subito dopo un pensiero che confonde su chi sia a parlare, anche se specifici un nome), ma niente di che. Per me questo è un pollice su.

Ps: hai un pm, ti prego di rispondermi il prima possibile :)