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Il suggeritore

Inviato: martedì 16 novembre 2021, 0:30
da read_only
«Cosa abbiamo qui, Joe?».
«Ida Smith, omicidio, Al. Ha ucciso sua figlia di cinque anni».
Joe biascica l’ultima frase da dietro i suoi baffoni scuri.
«Avete già l’assassino. Perché vi serve un profiler?».
Joe abbassa lo sguardo.
«Si tratta di suo marito, è scomparso. Siamo sicuri sia morto, ma non collabora. Anzi… abbiamo già mandato un paio prima di te e non è finita bene».
Acciglio lo sguardo e riduco la distanza tra noi a pochi centimetri.
«Cosa intendi con “non è finita bene”?».
«Crediamo sia un suggerimento».
«Suggeritore?».
«Quella roba lì. Io non voglio saperne di queste cose, mi fanno paura. Però la gente ci chiacchiera e lei li convince. Questa storia non mi piace. Ho letto di questi demoni che usano il loro corpo per sedurti e ucciderti. Era qualcosa con i succhi».
«Succubi?».
«Quello. Ascolta il vecchio Joe: entra lì, due parole per fare un rapporto e andiamo a mangiare al McDonald. Ci stai?» balbetta lui ormai tutto sudaticcio.
Sbuffo spazientito e gli faccio segno di seguirmi.
«Qualcosa di utile da sapere?».
«Schizofrenia paranoica e disturbo bipolare».
«La prossima volta ricorda che queste informazioni sono più utili della presunta natura demoniaca dell’omicida».

Seduta su una poltrona a righe verdi, Ida Smith ci scruta con un sorriso. Non mi sorprende che Joe parlasse di succubi: è bellissima. Penso subito a mia moglie, quasi mi senta colpevole di quel pensiero.
Accavalla le lunghe gambe e mi fa segno di sedermi sul divano alla sua destra. Una ciocca di capelli bruni le sfiora la camicetta azzurra all’altezza del seno. Devo aver guardato con insistenza, perché subito porta il libricino nero che stringe tra le mani al petto.
«Salve, Alex» inizia lei con voce pacata. «Si accomodi». Joe scuote la testa, i suoi occhi marroni sono così spalancati che sembrano sul punto di esplodere.
Do un’occhiata alla stanza alla ricerca di oggetti contundenti che possano mettermi in pericolo: oltre a un pesante posacenere sul tavolino alla sinistra del divano ci sono solo libri. Mi accomodo. Joe impreca e dopo aver camminato in tondo per un paio di volte si siede accanto a me.
«Ida Smith, so che...».
«Non sono Ida Smith» mi interrompe irrigidendosi. Sento Joe che mi strattona la giacca. So cosa vuole dirmi: non farti fregare. Abbasso lo sguardo sulla moquette rossa e mi schiarisco la voce.
«Sa perché non sono Ida Smith?» riprende con voce seducente. Sta provando a condurre la conversazione. Appunto nella mente il tentativo di imposizione del potere e inizio a tracciare il profilo.
«Che rapporto ha con suo marito?».
La donna pare disorientata per un istante, si guarda intorno persa. Aver imposto il ricordo del marito mentre aveva il controllo della conversazione deve aver confuso le due personalità.
«Gli voglio molto bene, Alex. Sono sicu-».
«E con sua figlia?» incalzo. Devo impedire al suo lato autoritario di avere il controllo e portare alla luce Ida; è su di lei che va tracciato il profilo. La donna impallidisce e si volta di nuovo alla ricerca di risposte nella stanza.
Joe si alza di scatto e inizia a camminare alle mie spalle.
«Al, questa situazione non mi piace» mi sussurra all'orecchio. Ida si schiarisce la voce.
«Ida Smith è sua moglie».
Joe contorce il faccione in un’espressione tra l’inebetito e il confuso.
«No, mia moglie è…».
Com’è mia moglie?
«Non ascoltarla… sta facendo quella cosa del suggerimento» mi supplica Joe. Mi volto verso di lui a scatti, quasi il mio collo fosse mosso da ingranaggi difettosi. Sento il rumore dei tacchi farsi più vicino.
«Abbiamo bisogno di lei per trovarla».
Mi volto verso lei; Joe alle mie spalle sbuffa, fa il giro del divano e si piazza davanti a me. Indica il fascicolo. Scuoto la testa.
«No, tu sei Ida Smith. Hai ucciso tua figlia e io sono il profiler».
La donna tira fuori dal libricino due foto. Nella prima c’è una bambina che mi sorride, nella seconda il suo corpo martoriato. Distolgo lo sguardo.
«Guardale» mi impone lei. Ora la sua voce è decisa.
«Non guardarle, Al. Ti sta fottendo il cervello» mi dice Joe, ma è troppo tardi.
La riconosco: è Alicia.
«Non sei un profiler, Alex. Eri un impiegato del McDonald, e ora sei un detenuto accusato di due omicidi».
«Erano possedute dalle succubi, Al!» spiega Joe, accovacciandosi per parlarmi più da vicino.
«Joe, ma-» inizio titubante.
«Non c’è nessun Joe. Abbiamo bisogno del tuo aiuto per trovare Ida».
«Ascoltami bello, ascoltami. Tu sai la verità» la interrompe Joe. Le loro due voci si confondono nella mia testa. «... quella puttana di tua moglie era un suggeritore, e le tue figlie erano possedute. Questa qui è stata mandata dalle succubi, vogliono vendicarsi».
La donna cammina verso la scrivania e incalza con la storia di Ida, guardo le sue labbra carnose muoversi. Certo che è bella, troppo bella per essere umana.
Joe ha ragione, è una succube.
Afferro il posacenere e mi avvicino a lei, la moquette attutisce i miei passi. Non fa in tempo a voltarsi che il posacenere si infrange sulla sua testa. Sento il rumore di passi oltre il muro.
«Ben fatto, Al. Panino al Mc?».

Re: Il suggeritore

Inviato: martedì 16 novembre 2021, 0:36
da antico
Ciao Morena! Caratteri e tempo ok, buona WLADIMIRO BORCHI EDITION anche a te!

Re: Il suggeritore

Inviato: mercoledì 17 novembre 2021, 13:22
da MatteoMantoani
Prime Impressioni: Ciao Morena. Il tuo racconto alla fine della fiera mi è piaciuto, anche se lo trovo un po' troppo fumoso. Tutto spiegato tra poco.

Aderenza al Tema: Forse ci sta nel finale, quando la succube confonde il profiler per portarlo dalla sua parte. Un po' tirato, forse.

Punti di Miglioramento: Ammetto di essermi perso un po', anche dopo un paio di letture, su chi è un suggeritore/succube/profiler. Capisco che ha a che fare con qualcosa riguardo alla possessione demoniaca, e ci sta, però, il primo dialogo, che evidentemente ha la funzione di dare al lettore quelle informazioni necessarie a capire tutti gli elementi del tuo worldbuilding, a mio avviso non funziona bene. Anche la seconda parte, col "duello" tra profiler e demone non è chiarissima..

Punti di Forza: Di per se l'idea di base mi sembra invece molto buona. C'è una scena precisa del film "Atto di Forza" che usa lo stesso meccanismo (se hai visto i film è quella in cui Sharon Stone e un "medico" cercano di far rinsavire Schwarzy più o meno a metà storia). Non so se è nelle tue intenzioni, ma il finale confonde anche il lettore fino all'ultima riga in cui Joe dice "andiamo al Mac", e svela che alla fine ha fatto la cosa giusta: se volevi un finale aperto, mi sa che invece il finale porta l'interpretazione del racconto chiaramente in una direzione precisa.

Conclusioni: Un po' meno bene degli altri racconti cui mi hai abituato. C'è una gestione non ottimale delle informazioni al lettore che causa un po' di spaesamento e non permette di far godere appieno il "duello". L'idea di base è comunque buona, hai stimolato il mio ippocampo a farmi ricordare il film con Schwarzy e questo è bene.

Re: Il suggeritore

Inviato: giovedì 18 novembre 2021, 0:09
da Emiliano Maramonte
Ciao Morena, molto felice di ritrovarti dopo la scorsa Edizione (nella quale ho apprezzato molto il tuo racconto).
Non ti nascondo che mi piace come scrivi e questa bravura, se messa al servizio di una trama ben costruita, potrebbe partorire pezzi notevoli!
Ammiro il coraggio di costruire in 5000 caratteri un poliziesco con colpo di scena, ma bisogna stare attenti perché (e mi è capitato spesso a Minuti Contati) se sbagli il meccanismo che conduce al plot twist il lettore può restare deluso.
Molto interessante il gioco tra scienza, soprannaturale e seduzione demoniaca. Peccato per le premesse, che potevano essere gestite meglio. La parte iniziale mi ha mandato un po' in confusione; oltretutto il trucchetto degli equivoci sulle parole, più che caratterizzate la scena e dare un po' di ironia al tutto, mi ha infastidito in quanto mi ha rallentato nella lettura e nella comprensione del testo.
In generale, una certa attrattiva c'è ma viene offuscata dall'intreccio troppo complesso che genera proprio sul finale una ridda di dubbi, domande e perplessità. Ancora adesso fatico a capire gli scambi di identità, chi ha posseduto chi, il vero ruolo dei succubi e così via. Tra l'altro, queste ambiguità annebbiano anche il tema del contest... centrato o no?
Mi permetto di dare un paio di consigli tecnici:
- da un annetto a questa parte mi sto imponendo di eliminare dal mio vocabolario "quasi", il quale, premesso ad alcune frasi, può voler dire tutto o niente, e, in fondo, è poco utile per veicolare informazioni al lettore.
- Bazzicando un po' l'ambiente degli esperti della scrittura trasparente, ho provato a scrivere storie facendo un uso molto accorto dei verbi sensoriali. All'inizio il loro non uso mi sembrava un'assurdità però poi ho capito che spesso fornire al lettore un input sensoriale diretto è meglio che illustrarglielo con l'uso del verbo che ne rappresenta il concetto. In sintesi, tu scrivi: "Sento il rumore dei tacchi farsi più vicino." Se invece lo sostituisco con: "Il rumore dei tacchi si fa più vicino", il dato sensoriale arriva immediato nella mia mente. Ma forse è pura pignoleria.
Racconto da sufficienza per la ricca intuizione e per lo stile, migliorabile sotto il profilo della progettazione.

In bocca al lupo!
Emiliano.

Re: Il suggeritore

Inviato: giovedì 18 novembre 2021, 12:21
da read_only
MatteoMantoani ha scritto:Prime Impressioni: Ciao Morena. Il tuo racconto alla fine della fiera mi è piaciuto, anche se lo trovo un po' troppo fumoso. Tutto spiegato tra poco.

Aderenza al Tema: Forse ci sta nel finale, quando la succube confonde il profiler per portarlo dalla sua parte. Un po' tirato, forse.

Punti di Miglioramento: Ammetto di essermi perso un po', anche dopo un paio di letture, su chi è un suggeritore/succube/profiler. Capisco che ha a che fare con qualcosa riguardo alla possessione demoniaca, e ci sta, però, il primo dialogo, che evidentemente ha la funzione di dare al lettore quelle informazioni necessarie a capire tutti gli elementi del tuo worldbuilding, a mio avviso non funziona bene. Anche la seconda parte, col "duello" tra profiler e demone non è chiarissima..

Punti di Forza: Di per se l'idea di base mi sembra invece molto buona. C'è una scena precisa del film "Atto di Forza" che usa lo stesso meccanismo (se hai visto i film è quella in cui Sharon Stone e un "medico" cercano di far rinsavire Schwarzy più o meno a metà storia). Non so se è nelle tue intenzioni, ma il finale confonde anche il lettore fino all'ultima riga in cui Joe dice "andiamo al Mac", e svela che alla fine ha fatto la cosa giusta: se volevi un finale aperto, mi sa che invece il finale porta l'interpretazione del racconto chiaramente in una direzione precisa.

Conclusioni: Un po' meno bene degli altri racconti cui mi hai abituato. C'è una gestione non ottimale delle informazioni al lettore che causa un po' di spaesamento e non permette di far godere appieno il "duello". L'idea di base è comunque buona, hai stimolato il mio ippocampo a farmi ricordare il film con Schwarzy e questo è bene.


Ciao Matteo, è sempre un piacere leggere i tuoi commenti!
Ho rischiato tanto ma l'idea di confusione è voluta. Mi sono confrontata per questo lavoro con una mia amica psicologa (il mio esame di psicologia sociale era troppo misero per poter azzardare conoscenze a riguardo) per capire meglio le conseguenze dei disturbi citati. Volevo fosse tutto poco chiaro, un continuo intreccio tra profiler-demoni-assassini. Ho studiato da poco l'aspetto del narratore inaffidabile e mi sono chiesta cosa accada se il narratore è "inquinato", se si trova in una situazione in cui egli stesso ha una percezione confusa della realtà.
Se noi sappiamo solo ciò che il pdv sa, cosa succede se il pdv non sa? Cosa succede nel caso di un pdv disturbato? (Da qui il bisogno di confrontarmi con chi è più preparato di me).

Mi dispiace non ti sia piaciuto del tutto e ti ringrazio per i tuoi preziosi consigli, come al solito ne farò tesoro.
P.s. non ho visto il film ma a questo punto potrebbe essere il mio genere :)

Re: Il suggeritore

Inviato: giovedì 18 novembre 2021, 15:20
da Giovanni Attanasio
L’idea di base è carina, ma c’è della confusione nel modo in cui sono presentate le informazioni, i personaggi e i loro ruoli, come pure il pacing della storia (relativamente statico, secondo me). Ho apprezzato i tentativi di mascherare “l’exposition” nei dialoghi, ma non sempre riesce benissimo e andrebbe ricalibrato. Dover andare a ricontrollare chi stesse parlando o cosa stesse davvero accadendo mi ha distanziato dal testo e una volta sollevata la testa è stato difficile calarla di nuovo nella narrazione. Nota finale, di preferenza personale: avrei preferito "succubus".

Re: Il suggeritore

Inviato: giovedì 18 novembre 2021, 15:39
da read_only
Emiliano Maramonte ha scritto:Ciao Morena, molto felice di ritrovarti dopo la scorsa Edizione (nella quale ho apprezzato molto il tuo racconto).
Non ti nascondo che mi piace come scrivi e questa bravura, se messa al servizio di una trama ben costruita, potrebbe partorire pezzi notevoli!
Ammiro il coraggio di costruire in 5000 caratteri un poliziesco con colpo di scena, ma bisogna stare attenti perché (e mi è capitato spesso a Minuti Contati) se sbagli il meccanismo che conduce al plot twist il lettore può restare deluso.
Molto interessante il gioco tra scienza, soprannaturale e seduzione demoniaca. Peccato per le premesse, che potevano essere gestite meglio. La parte iniziale mi ha mandato un po' in confusione; oltretutto il trucchetto degli equivoci sulle parole, più che caratterizzate la scena e dare un po' di ironia al tutto, mi ha infastidito in quanto mi ha rallentato nella lettura e nella comprensione del testo.
In generale, una certa attrattiva c'è ma viene offuscata dall'intreccio troppo complesso che genera proprio sul finale una ridda di dubbi, domande e perplessità. Ancora adesso fatico a capire gli scambi di identità, chi ha posseduto chi, il vero ruolo dei succubi e così via. Tra l'altro, queste ambiguità annebbiano anche il tema del contest... centrato o no?
Mi permetto di dare un paio di consigli tecnici:
- da un annetto a questa parte mi sto imponendo di eliminare dal mio vocabolario "quasi", il quale, premesso ad alcune frasi, può voler dire tutto o niente, e, in fondo, è poco utile per veicolare informazioni al lettore.
- Bazzicando un po' l'ambiente degli esperti della scrittura trasparente, ho provato a scrivere storie facendo un uso molto accorto dei verbi sensoriali. All'inizio il loro non uso mi sembrava un'assurdità però poi ho capito che spesso fornire al lettore un input sensoriale diretto è meglio che illustrarglielo con l'uso del verbo che ne rappresenta il concetto. In sintesi, tu scrivi: "Sento il rumore dei tacchi farsi più vicino." Se invece lo sostituisco con: "Il rumore dei tacchi si fa più vicino", il dato sensoriale arriva immediato nella mia mente. Ma forse è pura pignoleria.
Racconto da sufficienza per la ricca intuizione e per lo stile, migliorabile sotto il profilo della progettazione.

In bocca al lupo!
Emiliano.


Ciao Emiliano! Grazie mille per essere passato.
Sull'aspetto confusione ho provato a spiegarmi meglio nella risposta al commento di Matteo (scusami tanto se ti riporto a un'altra risposta ma scriverei la stessa cosa)

Sui consigli tecnici invece posso solo ringraziarti per averli condivisi con me, sono sempre molto apprezzati per quanto mi riguarda (quello del "quasi" è una chicca utile di cui trarrò grande beneficio anche nella rimozione di preziosi caratteri per quest'arena) :)

Re: Il suggeritore

Inviato: sabato 20 novembre 2021, 17:21
da Dario17
L'incipit è un frullato di informazioni, nomi, personaggie fatti davvero troppo denso per una partenza.
Tolto lo scomodo effetto da teste parlanti, la confusione che si genera a una prima lettura ( ma anche alla terza/quarta) ti rimane un po' come un peso sul petto.
«Cosa abbiamo qui, Joe?».«Ida Smith, omicidio, Al. Ha ucciso sua figlia di cinque anni».
In due battute 4 personaggi.
E poi non è chiaro se Ida Smith sia la fautrice dell'omicidio o la vittima.
Quando ho letto "Siamo sicuri sia morto, ma non collabora." ho pensato "e ci mancherebbe, cazzo. È morto!"
Solo dopo ho capito che il soggetto era male impostato e si parlasse della moglie del morto.
La seconda parte è migliore, grazie anche a un paio di tag e beat a cui appoggiarsi.
Il finale mi ha lasciato poco chiaro quello che è successo e, costretto ad una rilettura, avevi già perso la mia attenzione.
È un pezzo nelle mie corde: thriller con salsa horror dark. Per questo sono rimasto ancora più scottato da un finale a mio giudizio poco lucido.
Attinenza al tema sul filo di lana.

Re: Il suggeritore

Inviato: lunedì 22 novembre 2021, 9:01
da Pietro D'Addabbo
Ciao Morena, piacere di leggerti.

La sensazione di confusione mi è arrivata e devo ammettere che già in prima lettura mi era sembrata 'cercata', per aumentare l'effetto di mescolamento fra realtà e fantasia. Dai commenti scopro che è effettivamente così, è la prima volta che sento parlare del 'narratore inaffidabile', su Minuti Contati imparo sempre qualcosa ogni volta, grazie per averlo citato e sperimentato.
C'è l'incoerenza della presenza di un posacenere che nessuno ha necessità di usare in una stanza a tu per tu con un pluriomicida, in cui la profiler volta le spalle all'interrogato libero di muoversi per andare senza motivo plausibile verso la scrivania. Anche i dottori della guardia medica notturna ricevono una formazione specifica in proposito ai rischi di aggressione da parte di pazienti 'normali', fra cui mai interrompere il contatto visivo, quella mancanza di cautela in fase di interrogatorio non mi sembra plausibile.
Stavo per commentare a proposito del fatto che il profiler e il suo compagno non si preoccupassero più della scomparsa del marito della succube quando mi ha folgorato la consapevolezza che non si trattasse di un racconto fantasy ma del vissuto schizofrenico di un killer che ha appena ucciso colei che doveva interrogarlo.
Credo che il racconto abbia mancato di far completamente chiarezza sulla realtà dei fatti, ad esempio con l'irruzione delle guardie carcerarie che soccorrono lei e bloccano lui. Sarebbe stato un racconto più facilmente godibile.
Anche il 'cambio di rotta' sarebbe stato percepito meglio poiché sta proprio nel cambio di interpretazione degli avvenimenti che sarebbe dovuto arrivare alla fine.


PS: Riletto nella giusta ottica, le obiezioni che riporto più sotto sono tutte da cancellare, ma le lascio solo per darti uno spaccato di quello che era la mia impressione sul racconto senza aver letto gli altri commenti e senza la 'folgorazione' a cui accennavo sopra. Se mi fossi limitato a una lettura 'da lettore occasionale' avrei perso completamente lo scambio di ruoli.

L'impressione è che ci sia comunque un 'livello di confusione' imprevisto che si legge dai dettagli.
L'ambientazione è uno di questi: nella descrizione della stanza era citato solo un divano, una poltrona e un tavolino, ma nella scena finale la donna cammina verso una scrivania, da dove è spuntata? Una scrivania ha un piano d'appoggio e dei cassetti che possono nascondere armi anche più pericolose che semplici oggetti contundenti, avrebbe dovuto essere notata e considerata dal profiler fin dal principio. Il più delle volte ospitano almeno una lampada, che come oggetto contundente è un cliché almeno altrettanto usato del posacenere, e qualche penna che può diventare uno stiletto, usata con la dovuta forza. Non potevo immaginare la scrivania, avendo ipotizzato di essere nel salotto di casa invece che nello studio o nel soggiorno (quest'ultimo scartato per l'assenza di una tv). Avevo invece immaginato delle librerie, implicite perché parli di libri al plurale, ma non le descrivi nemmeno per dire che sono prive di soprammobili quindi questi libri restano come 'sospesi in aria'.
Confuso anche il momento dell'attacco: "La donna cammina verso la scrivania... guardo le sue labbra carnose muoversi... non fa in tempo a voltarsi che il posacenere si infrange sulla sua testa". La donna è di spalle o di fronte? Il profiler ne guarda le labbra (non le 'vede' mentalmente o immagina, proprio guarda) eppure la colpisce alla nuca.
Un altro punto critico è il ruolo di Joe, perfettamente funzionale e nel ruolo finché dura lo scambio iniziale che introduce il lettore nell'ambientazione e fornisce il giusto antefatto, ma che si perde completamente nella parte dell'interrogatorio. Andando a rileggere, pare quasi che si stia descrivendo il comportamento di un cane al cui abbaiare il profiler dà una voce che lo ancora alla realtà. Joe, nel suo 'dinamismo animalesco', lo descrivi agire in questo modo: "dopo aver camminato in tondo per un paio di volte si siede accanto a me", "mi strattona la giacca" (nb: con i dentini?), "si alza di scatto e inizia a camminare alle mie spalle", "alle mie spalle sbuffa, fa il giro del divano e si piazza davanti a me", "accovacciandosi". Immagina un simpatico bassotto o un terrier, non sarebbe perfettamente descritto con queste frasi nel suo agire durante la conversazione tra il suo padrone e una estranea?
Di Joe non funziona nemmeno che rimanga del tutto estraneo all'effetto mentale della succube, lo vediamo solo strabuzzare gli occhi per il decolté della donna, ma fino alla fine fa da 'coscienza' al profiler. Dunque perché, se il secondo uomo nella stanza riesce a resistere, c'è bisogno di uccidere la donna tanto che colpirla si merita un "Ben fatto"? Joe potrebbe legarla e imbavagliarla.


Logico che Joe sia immune e si comporti da cane, se è solo il parto della mente del killer. Anche le altre obiezioni appunto decadono, un killer malato può focalizzarsi su dettagli insignificanti e trascurare del tutto altri.
Restano validi i commenti che ho riportato prima di questo PS.

Re: Il suggeritore

Inviato: martedì 23 novembre 2021, 0:33
da Shanghai Kid
Ciao Morena, piacere di leggerti!
Il tuo racconto mi è piaciuto (più alla seconda che alla prima lettura). Il tuo stile è buono e l'idea, per quanto un po' scontata per chi è abituato al genere, mi è piaciuta. Trovo che tu abbia fatto un buon lavoro considerando lo scarso "spazio" per sviluppare la trama, tuttavia forse è qui l'errore. Apprezzo tu abbia avuto il coraggio di scrivere un testo complesso in poche battute, e, a livello di idea, penso sia il migliore tra quelli letti. Tuttavia sono d'accordo con il senso di confusione di cui ti hanno già scritto negli altri commenti. La prima lettura risulta difficoltosa. Avrei forse risparmiato caratteri su dettagli o pensieri ridondanti ( un esempio su tutti: "Penso subito a mia moglie, quasi mi senta colpevole di quel pensiero".) per cercare di fare chiarezza nel lettore. Il finale non mi ha fatto impazzire: l'omicidio avviene con troppa facilità e la donna è davvero ingenua fuori misura se dà le spalle a un killer con un posacenere a portata di mano, mi è sembrato un po' "stonato". Mi accodo a Maramonte nel dirti che il "quasi" raramente mi piace, specie in un racconto scritto in questo modo, sa di finzione narrativa, e sui verbi sensoriali (lo scrivo a te ma è un promemoria che faccio anche a me stessa).
Non penso proprio sia un testo facile da sviluppare in 5000 battute, ma hai voluto rischiarla facendo quasi bene fino in fondo, solo avresti dovuto osare fino in fondo a questo punto, levare tutto il levabile e delineare meglio la storia. Il suggeritore di per sè lo trovo fuorviante. Quanto sarebbe cambiato nel tuo testo se il suggeritore non fosse stato citato? Io penso nulla, ma avrebbe forse generato meno confusione (e non mi riferisco a quella voluta in mimesi con il protagonista).
Comunque penso che tu abbia fatto bene a osare che abbia sostenuto una buona prova.
A rileggerti!

Re: Il suggeritore

Inviato: mercoledì 24 novembre 2021, 15:51
da FilippoR
Ciao Morena,
racconto interessante e molto particolare, forse fin troppo per me, infatti alla fine non sono certo di aver capito se fosse lui semplicemente folle o lei una succube, un indizio credo sia in questa frase "Sento il rumore di passi oltre il muro." per cui si è immaginato il discorso della succube.
Mi sono perso un po' anch'io quando c'è stato lo scambio del colpevole ed effettivamente il senso di straniamento è tanto, poi ho letto negli altri commenti che era voluto. Comunque hai fatto molto bene a osare.
Buon proseguimento e alla prossima!

Re: Il suggeritore

Inviato: giovedì 25 novembre 2021, 0:05
da Stefano.Moretto
Ciao Read,
il tuo racconto mira a ottenere un effetto molto difficile, ovvero mandare il lettore nella stessa confusione mentale in cui versa il protagonista. Dico "molto difficile" perché il lettore deve essere confuso abbastanza da entrare nel punto di vista confuso, ma non così tanto da non capire davvero più cosa sta succedendo, perché così facendo superi la linea del "non c'ho capito nulla del racconto". E su quella linea ci hai ballato un po' troppo. Vado con ordine:
«Cosa abbiamo qui, Joe?».
«Ida Smith, omicidio, Al. Ha ucciso sua figlia di cinque anni».
Joe biascica l’ultima frase da dietro i suoi baffoni scuri.

Questo è un inizio molto debole: partire con un dialogo lo puoi fare se riesci a dare bene le informazioni essenziali in modo conciso. La prima frase non mi fa capire subito di cosa si sta parlando, né dove sono i personaggi. "Cosa abbiamo QUI" mi fa pensare che stiano guardando qualcosa lì vicino, invece dal resto della scena non capisco se stanno guardando una foto o direttamente lei dall'altra parte di un vetro, o cosa. Per iniziare una scena con un dialogo la battuta deve essere qualcosa che permette di capire il contesto, cose del tipo "Giacomino, vieni alla lavagna" o "Dimmi che abbiamo investito un procione".
Dalla seconda frase inizio a capire il contesto poliziesco, però ancora non so chi sono i due né dove si trovano; inoltre il fatto che il protagonista venga chiamato con un'abbreviazione di due lettere mi ha fatto fermare per un istante per capire se era il suo nome o qualcos'altro, visto che era appena stato pronunciato anche un altro nome. E siamo a tre nomi nelle prime 8 parole, praticamente il 50% di quanto letto finora. Troppo da ricordare.
La terza frase è un modo non proprio ottimale per dare un indizio di descrizione fisica di un personaggio, perché dicendo "biascica l'ultima frase" porti il lettore a rileggere ciò che ha appena detto, e l'ideale è che il lettore vada sempre a diritto senza dover tornare indietro. Detto che non l'avrei messa in questo modo, può essere aggiustata agilmente così:
«Ida Smith, omicidio.» biascica Joe da dietro i suoi baffoni scuri. «Ha ucciso sua figlia di cinque anni».

Ho tolto anche il nome di Al, che può essere presentato in seguito in modo da non sovraccaricare il lettore.
Accavalla le lunghe gambe e mi fa segno di sedermi sul divano alla sua destra. Una ciocca di capelli bruni le sfiora la camicetta azzurra all’altezza del seno. Devo aver guardato con insistenza, perché subito porta il libricino nero che stringe tra le mani al petto.

Questo è un altro elemento che costringe il lettore a fermarsi a causa della disposizione degli elementi: prima c'è la reazione (il pensiero), poi l'azione che ha scatenato la reazione (si porta il libro al petto) e in mezzo a questa frase c'è un dettaglio sulla situazione antecedente all'azione. In pratica hai invertito l'ordine temporale di ogni elemento, e questo porta confusione in chi legge. Le informazioni sono: la donna ha un libriccino nero –> se lo porta al petto –> pensiero: cavolo, forse la stavo guardando troppo. In questo modo il lettore non si confonde e procede spedito nella sua lettura.
«Salve, Alex» inizia lei con voce pacata. «Si accomodi»

Questo è un punto caldo. La donna conosce il suo nome perché in realtà lui è il killer pazzo e lei la psicologa, ma qui non lo sappiamo ancora, quindi il lettore potrebbe chiedersi "come fa a sapere il suo nome?"
Solo che se lo fa il lettore pensa che sia un buco di trama, se lo fa il personaggio allora il lettore sa che lo scrittore ci ha pensato. Se il personaggio avesse notato questo dettaglio ("come diavolo fa a sapere il mio nome? Joe gliel'hai detto tu?") il lettore avrebbe iniziato a far girare il criceto. In alternativa, ci poteva essere un allaccio dopo, in fase di rivelazione, magari mentre il personaggio vacillava poteva avere un pensiero del tipo "quando sono entrato mi ha chiamato per nome, come faceva a saperlo?". Insomma, dovevi dare qualche appiglio anche a un lettore che non si mette ad analizzare il testo riga per riga. La scrittura deve sempre scorrere liscia, senza mai costringerti a tornare indietro.
Joe si alza di scatto e inizia a camminare alle mie spalle.
«Al, questa situazione non mi piace» mi sussurra all'orecchio. Ida si schiarisce la voce.
«Ida Smith è sua moglie».
Joe contorce il faccione in un’espressione tra l’inebetito e il confuso.
«No, mia moglie è…».
Com’è mia moglie?

Questo pezzo è un po' confuso sul finale: dovrebbe essere scontato che la donna sta parlando con Alex, ma la battuta "no, mia moglie è..." è preceduta da un'azione di Joe, e sembra che quella frase la dica lui. Inoltre Ida dà del lei ad Alex, quindi non si capisce se il sua è riferito a Joe oppure se sta solo usando il lei con Alex (la seconda, dato che Joe non esiste, ma qui non lo sappiamo).
Anche il "com'è mia moglie" è un pensiero strano, direi innaturale. Se ti rendessi conto di non ricordare il volto di una persona che dovresti conoscere benissimo, avresti pensieri tipo "oh mio dio, perché non riesco a ricordarmi il suo volto? Il suo nome! Come si chiama?!", non "com'è". "Com'è" è un'espressione che si usa per dire "Com'è tizio?" "meh, simpatico", in questo contesto è innaturale.
Finisco qui con gli esempi perché mi rendo conto che sta venendo un walltext. In sostanza, per me la trama è ottima e se rielaborato potrebbe venire un pezzo veramente eccellente, ma per com'è ora c'è troppa confusione. Descrivere una mente annebbiata è la cosa più difficile che puoi decidere di fare in scrittura, perché il lettore deve vivere la confusione ma non essere confuso. Sembra un'ossimoro, ma non lo è.
Di contro, ho apprezzato moltissimo il colpo di scena finale e il ribaltamento di prospettiva. Secondo me quel pezzo lo hai gestito molto bene, ma a causa di tutta la confusione pregressa non ha avuto il risalto che meritava, andandolo a rovinare parecchio.
Spero che questo commento ti sia utile, buona edizione!

Re: Il suggeritore

Inviato: giovedì 25 novembre 2021, 10:00
da read_only
Shanghai Kid ha scritto:Ciao Morena, piacere di leggerti!
Il tuo racconto mi è piaciuto (più alla seconda che alla prima lettura). Il tuo stile è buono e l'idea, per quanto un po' scontata per chi è abituato al genere, mi è piaciuta. Trovo che tu abbia fatto un buon lavoro considerando lo scarso "spazio" per sviluppare la trama, tuttavia forse è qui l'errore. Apprezzo tu abbia avuto il coraggio di scrivere un testo complesso in poche battute, e, a livello di idea, penso sia il migliore tra quelli letti. Tuttavia sono d'accordo con il senso di confusione di cui ti hanno già scritto negli altri commenti. La prima lettura risulta difficoltosa. Avrei forse risparmiato caratteri su dettagli o pensieri ridondanti ( un esempio su tutti: "Penso subito a mia moglie, quasi mi senta colpevole di quel pensiero".) per cercare di fare chiarezza nel lettore. Il finale non mi ha fatto impazzire: l'omicidio avviene con troppa facilità e la donna è davvero ingenua fuori misura se dà le spalle a un killer con un posacenere a portata di mano, mi è sembrato un po' "stonato". Mi accodo a Maramonte nel dirti che il "quasi" raramente mi piace, specie in un racconto scritto in questo modo, sa di finzione narrativa, e sui verbi sensoriali (lo scrivo a te ma è un promemoria che faccio anche a me stessa).
Non penso proprio sia un testo facile da sviluppare in 5000 battute, ma hai voluto rischiarla facendo quasi bene fino in fondo, solo avresti dovuto osare fino in fondo a questo punto, levare tutto il levabile e delineare meglio la storia. Il suggeritore di per sè lo trovo fuorviante. Quanto sarebbe cambiato nel tuo testo se il suggeritore non fosse stato citato? Io penso nulla, ma avrebbe forse generato meno confusione (e non mi riferisco a quella voluta in mimesi con il protagonista).
Comunque penso che tu abbia fatto bene a osare che abbia sostenuto una buona prova.
A rileggerti!


Ciao, grazie mille per le tue note. Mi rendo conto di aver osato e ammetto che il lavoro di taglia e cuci forse ha reso il testo più criptico del voluto (a questo proposito i tuoi consigli sono particolarmente utili per prossimi elementi da togliere). Giuro solennemente di eliminare il quasi, effettivamente poco utile e tanto prezioso in tema di caratteri bonus :)

A presto!
Morena

Re: Il suggeritore

Inviato: giovedì 25 novembre 2021, 10:02
da read_only
FilippoR ha scritto:Ciao Morena,
racconto interessante e molto particolare, forse fin troppo per me, infatti alla fine non sono certo di aver capito se fosse lui semplicemente folle o lei una succube, un indizio credo sia in questa frase "Sento il rumore di passi oltre il muro." per cui si è immaginato il discorso della succube.
Mi sono perso un po' anch'io quando c'è stato lo scambio del colpevole ed effettivamente il senso di straniamento è tanto, poi ho letto negli altri commenti che era voluto. Comunque hai fatto molto bene a osare.
Buon proseguimento e alla prossima!


Ciao Filippo,
grazie per il commento. Mi fa piacere tu abbia colto il dettaglio dei passi (sei il primo che lo cita mi pare) :)

Morena

Re: Il suggeritore

Inviato: giovedì 25 novembre 2021, 10:04
da read_only
Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Read,
il tuo racconto mira a ottenere un effetto molto difficile, ovvero mandare il lettore nella stessa confusione mentale in cui versa il protagonista. Dico "molto difficile" perché il lettore deve essere confuso abbastanza da entrare nel punto di vista confuso, ma non così tanto da non capire davvero più cosa sta succedendo, perché così facendo superi la linea del "non c'ho capito nulla del racconto". E su quella linea ci hai ballato un po' troppo. Vado con ordine:
«Cosa abbiamo qui, Joe?».
«Ida Smith, omicidio, Al. Ha ucciso sua figlia di cinque anni».
Joe biascica l’ultima frase da dietro i suoi baffoni scuri.

Questo è un inizio molto debole: partire con un dialogo lo puoi fare se riesci a dare bene le informazioni essenziali in modo conciso. La prima frase non mi fa capire subito di cosa si sta parlando, né dove sono i personaggi. "Cosa abbiamo QUI" mi fa pensare che stiano guardando qualcosa lì vicino, invece dal resto della scena non capisco se stanno guardando una foto o direttamente lei dall'altra parte di un vetro, o cosa. Per iniziare una scena con un dialogo la battuta deve essere qualcosa che permette di capire il contesto, cose del tipo "Giacomino, vieni alla lavagna" o "Dimmi che abbiamo investito un procione".
Dalla seconda frase inizio a capire il contesto poliziesco, però ancora non so chi sono i due né dove si trovano; inoltre il fatto che il protagonista venga chiamato con un'abbreviazione di due lettere mi ha fatto fermare per un istante per capire se era il suo nome o qualcos'altro, visto che era appena stato pronunciato anche un altro nome. E siamo a tre nomi nelle prime 8 parole, praticamente il 50% di quanto letto finora. Troppo da ricordare.
La terza frase è un modo non proprio ottimale per dare un indizio di descrizione fisica di un personaggio, perché dicendo "biascica l'ultima frase" porti il lettore a rileggere ciò che ha appena detto, e l'ideale è che il lettore vada sempre a diritto senza dover tornare indietro. Detto che non l'avrei messa in questo modo, può essere aggiustata agilmente così:
«Ida Smith, omicidio.» biascica Joe da dietro i suoi baffoni scuri. «Ha ucciso sua figlia di cinque anni».

Ho tolto anche il nome di Al, che può essere presentato in seguito in modo da non sovraccaricare il lettore.
Accavalla le lunghe gambe e mi fa segno di sedermi sul divano alla sua destra. Una ciocca di capelli bruni le sfiora la camicetta azzurra all’altezza del seno. Devo aver guardato con insistenza, perché subito porta il libricino nero che stringe tra le mani al petto.

Questo è un altro elemento che costringe il lettore a fermarsi a causa della disposizione degli elementi: prima c'è la reazione (il pensiero), poi l'azione che ha scatenato la reazione (si porta il libro al petto) e in mezzo a questa frase c'è un dettaglio sulla situazione antecedente all'azione. In pratica hai invertito l'ordine temporale di ogni elemento, e questo porta confusione in chi legge. Le informazioni sono: la donna ha un libriccino nero –> se lo porta al petto –> pensiero: cavolo, forse la stavo guardando troppo. In questo modo il lettore non si confonde e procede spedito nella sua lettura.
«Salve, Alex» inizia lei con voce pacata. «Si accomodi»

Questo è un punto caldo. La donna conosce il suo nome perché in realtà lui è il killer pazzo e lei la psicologa, ma qui non lo sappiamo ancora, quindi il lettore potrebbe chiedersi "come fa a sapere il suo nome?"
Solo che se lo fa il lettore pensa che sia un buco di trama, se lo fa il personaggio allora il lettore sa che lo scrittore ci ha pensato. Se il personaggio avesse notato questo dettaglio ("come diavolo fa a sapere il mio nome? Joe gliel'hai detto tu?") il lettore avrebbe iniziato a far girare il criceto. In alternativa, ci poteva essere un allaccio dopo, in fase di rivelazione, magari mentre il personaggio vacillava poteva avere un pensiero del tipo "quando sono entrato mi ha chiamato per nome, come faceva a saperlo?". Insomma, dovevi dare qualche appiglio anche a un lettore che non si mette ad analizzare il testo riga per riga. La scrittura deve sempre scorrere liscia, senza mai costringerti a tornare indietro.
Joe si alza di scatto e inizia a camminare alle mie spalle.
«Al, questa situazione non mi piace» mi sussurra all'orecchio. Ida si schiarisce la voce.
«Ida Smith è sua moglie».
Joe contorce il faccione in un’espressione tra l’inebetito e il confuso.
«No, mia moglie è…».
Com’è mia moglie?

Questo pezzo è un po' confuso sul finale: dovrebbe essere scontato che la donna sta parlando con Alex, ma la battuta "no, mia moglie è..." è preceduta da un'azione di Joe, e sembra che quella frase la dica lui. Inoltre Ida dà del lei ad Alex, quindi non si capisce se il sua è riferito a Joe oppure se sta solo usando il lei con Alex (la seconda, dato che Joe non esiste, ma qui non lo sappiamo).
Anche il "com'è mia moglie" è un pensiero strano, direi innaturale. Se ti rendessi conto di non ricordare il volto di una persona che dovresti conoscere benissimo, avresti pensieri tipo "oh mio dio, perché non riesco a ricordarmi il suo volto? Il suo nome! Come si chiama?!", non "com'è". "Com'è" è un'espressione che si usa per dire "Com'è tizio?" "meh, simpatico", in questo contesto è innaturale.
Finisco qui con gli esempi perché mi rendo conto che sta venendo un walltext. In sostanza, per me la trama è ottima e se rielaborato potrebbe venire un pezzo veramente eccellente, ma per com'è ora c'è troppa confusione. Descrivere una mente annebbiata è la cosa più difficile che puoi decidere di fare in scrittura, perché il lettore deve vivere la confusione ma non essere confuso. Sembra un'ossimoro, ma non lo è.
Di contro, ho apprezzato moltissimo il colpo di scena finale e il ribaltamento di prospettiva. Secondo me quel pezzo lo hai gestito molto bene, ma a causa di tutta la confusione pregressa non ha avuto il risalto che meritava, andandolo a rovinare parecchio.
Spero che questo commento ti sia utile, buona edizione!


Ciao Stefano,

grazie per i tuoi consigli e per il tempo (sicuramente non poco) che hai speso per un'analisi così dettagliata, mi sarà sicuramente d'aiuto in futuro :)
Morena

Re: Il suggeritore

Inviato: domenica 28 novembre 2021, 14:55
da antico
Un pezzo di una difficoltà notevole, parlo della fase di scrittura. L'intento di confondere il lettore nella mente malata del protagonista è perfettamente riuscita e ci sono anche tutti gli elementi per fare comprendere che non si sta parlando davvero di demoni, ma di percezioni del pdv. Ci sono anche i passi fuori dalla stanza dopo che la donna viene colpita che dovrebbero ben fare capire che si tratta di un interrogatorio controllato. Meno efficace, invece, la resa delle dinamiche di entrata del protagonista nella sala interrogatori (non ci sono appigli, neanche a posteriori, sulla presenza di guardie o di coercizione) e decisamente problematica la scelta di posizionare un oggetto contundente nella stanza. Ottima la resa del tema. Concludendo, ci sono alcune problematiche piuttosto evidenti a livello logistico riguardo la messa in scena, ma l'ossatura funziona e anche la ciccia che ci hai messo dentro perché porti davvero il lettore a perdersi con il protagonista. Direi un pollice tendente verso l'alto in modo positivo e anche decisamente brillante. Per lo step in più serve sistemare quegli ingranaggi problematici.